Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1973/1974
Serie C
05-05-1974 - Giornata: 32 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Udinese AC 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 78. Mazzia B.[A]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Reja Edoardo, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Manueli Luigi, Volpato Angelo [37. Mazzia Bruno], Baisi Sergio Pietro, Dalle Vedove Giampiero, Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio, Unere Giuseppe All.: Ballacci Dino

Formazione avversaria
Udinese: Zanier, Sgrazzutti, Bonora, Politti [37. Pellizzari], Beltrame, Comisso, Stevan, Burlando, Peressin, Farina, Girelli. A disp.: Marcatti, Jesse. All.: Manente Sergio

Arbitro: Esposito Liberato (Torre Annunziata)
Note
Ammoniti: Mazzia [A], Stevan [U] Spettatori: Record stagionale di incasso con 9.600 spettatori paganti per 19.299.000 lire Inizio gara ore 16.00

Commento
I GRIGI SOFFRONO E VINCONO L'ULTIMO BIG MATCH DELL'ANNO L'Alessandria, davanti ad undicimila spettatori, offre una prova di orgoglio, aggiudicandosi l'intera posta con un'Udinese mai doma E’ ORA DI PENSARE ALLA SERIE B »: Ballacci butta la frase nel bel mezzo della discussione con i giornalisti, a significare che l’Alessandria c ormai con un piede nella serie superiore. Poco più lontano, intento ad asciugarsi, c’é capitan Barbiero. Ricordiamo cosa disse il giorno clic venne la prima volta in Alessandria. Eravamo nel mese di luglio e il ” vecio ” aveva accettato il trasferimento da Reggio Emilia alla società grigia senza fare drammi. Alla domanda se l’Alessandria aveva i mezzi per superare l’ostacolo rispose: « Siamo tra i favoriti, ma non bisogna dimenticare Mantova, Monza, Lecco e Udinese. Se giocheremo ogni domenica con la convinzione di riuscirci non falliremo l’ostacolo. Dobbiamo fare il nostro cammino senza preoccuparci degli altri, poi alla Fine tireremo le somme ». Il tempo di tirare le somme è giunto. Il capitano ci scruta poi attacca: « Può scriverlo: siamo in serie B. Ce l’abbiamo fatta. Felice? Guardi e giudichi ». La sofferta vittoria sull’Udinese di Manente ha schiuso le porte dell’Olimpo sportivo al vecchio Orso che da troppi anni inseguiva un sogno che pareva essere divenuto proibito. Il cammino non è stato facile; non sono mancate le difficoltà ed i momenti difficili. La squadra li ha superati in bellezza nascondendo le debolezze ed appellandosi, quando era il caso, all’orgoglio. Nel momento in cui si plaude per la lieta novella non si possono ignorare e neppure dimenticare i passaggi obbligati che gli atleti hanno superato con disinvoltura. Il retour match con l’Udinese ricordava, ad esempio, la giornata no dell andata quando l’undici di Ballacci fu costretto a subire l’iniziativa dei friulani che, sul loro terreno, parevano dei furetti scatenati. Quella domenica Barbiero e compagni avevano sofferto le pene dell’inferno e, la sconfitta, era stata accolta senza scusanti. La battuta d’arresto invece di incidere sul morale lo aveva ritemprato e da quel giorno, per quindici domeniche, l’Alessandria ha racimolato i punti di vantaggio che le consentono di concludere il campionato senza ulteriori patemi d’animo. Con una marcia regolare, senza eccessivi acuti, la compagine mandrogna, ha macinato avversario su avversario riuscendo a distanziare i non pochi pretendenti all'unica poltrona. Il Lecco dopo avere resistito per circa tre quarti del cammino è crollato. « Non è l’Udinese debole, commentava mister Manente a fine gara, è l’Alessandria che è troppo forte. Con una squadra meno monstre a quota 44-45 punti il campionato sarebbe ancora tutto da giocare. Con l’un, dici di Ballacci a 49 punti è proprio finita. Per la verità è da un pezzo che abbiamo perduto la speranza di agguantare la prima della classe. La serie di risultati positivi ha finito per incidere negativamente sulle nostre prestazioni e in molti è subentrata la rassegnazione ». Mai ragionamento è stato così lapalissiano. Alessandria sugli altari, gli avversari nella polvere e, proprio il 5 maggio giorno che Manzoni ha immortalato con la bella poesia sulla morte di Napoleone. Un cinque maggio veramente infausto per il Venezia costretto a dividere la posta con un Padova alla disperata ricerca dei punti per la salvezza; per l’orgoglioso Monza di David trafitto in casa da una Solbiatese sempre più corsara e per nulla rassegnata al ruolo di comparsa. Dietro ai ragazzi di Paolo Sacco il vuoto più completo: otto punti dai nero verdi, nove dai bianconeri; dieci dai lombardi. All’inizio del campionato nessuno avrebbe azzardato una scommessa su un divario così consistente. SOLO DAVID DOPO LA PARTITA Alessandria - Monza disse; « Ballacci vincerà il campionato con cinque-sei punti di vantaggio. L Alessandria non ha avversari; è veramente forte. Gioca un calcio moderno, pratico e nessuno degli antagonisti è capace di tanto ». L’ostacolo più duro è scorbutico sul cammino dei grigi era rappresentato dall’Udinese che proprio nell’ultima domenica aveva inflitto una cinquina al Seregno. Quarantacinque reti all’attivo è un bel primato, ma come era accaduto al Monza e al Belluno l’attacco bomba ha fallito l’obiettivo, o ha mancato senza venire meno alle promesse della vigilia perchè, se c’è stata una compagine che ha fatto soffrire Barbiero e compagni, questa è senza ombra di dubbio l’Udinese. Proprio per questo motivo la vittoria dell’Alessandria assume maggiore valore. E' stata la vittoria dell’orgoglio visto 1 andamento della gara tutt’altro che favorevole per i padroni di casa. Il grave infortunio subito da Volpato dopo soli 35’ di gioco ha scombussolato l’intera intelaiatura della compagine mandrogna clic ha nel centrocampista il regista, l’uomo che riesce a mantenere i collegamenti tra retroguardia e attacco. Sino al momento dell’infortunio Volpato era stato uno dei protagonisti che prometteva — alla distanza di imporre la propria volontà. Quasi non bastasse, nella ripresa si so- J no aggiunte le menomazioni patite da Dolso e Dalle Vedove. L’Alessandria che era partita con Di Brino piuttosto malconcio per un improvviso malessere si è trovata a fronteggiare un avversario ben deciso a vendere cara la propria pelle. Proprio in tali frangenti si è notato il carattere, la volontà dei... superstiti che hanno fatto appello ad ogni risorsa per parare le botte di un antagonista che non intendeva assolutamente cedere le armi. L’Alessandria grazie alla forza d’animo non solo è riuscita a contenere i friulani, ma a "matarli ’ quasi allo scadere con la rete di Mazzia. Sul piatto della bilancia i grigi pongono pertanto la maggiore determinazione che li ha accompagnati durante l’intero arco della gara. La vittoria oltre che merito del collettivo spetta in notevole misura a Pippo Pozzani. L’estremo difensore mandrogno si è confermato, nel confronto più impegnativo del campionato, tra i migliori portieri della serie C. Non erano pochi a sostenere che il gran merito dell’imperforabilità della difesa spettava in misura notevolissima al pacchetto di retroguardia. Pippo ha smentito tutti con una esibizione ad alto livello, tale da impressionare gli stesi avversari ed in particolare il centravanti Pcressin che non aveva mai incontrato un tale mostro. Per ben tre volte il forte attaccante si è trovato sul piede la palla gol; avrebbe fatto certamente centro se a difesa della rete non avesse trovato un Pozzani strepitoso, ineguaguagliabile. VEDIAMOLE BREVEMENTE LE PRODEZZE ; DI PIPPO. Stevan dopo soli tre minuti di gioco approfittando di un malinteso della difesa e in particolare di Barbiero si invola. Sul tiro da distanza ravvicinata il portiere risponde alla grande. Si comprende immediatamente che la rete alessandrina è ben difesa. Girelli (23’) scende a sinistra poi crossa corto su Peressin in agguato dentro l’area. Il centravanti seppure pressato da vicino da Colombo aggancia e in mezza rovesciata calcia verso la rete mentre Pozzani sta uscendo dai pali. Il tiro è angolato, ma il portiere con un perfetto colpo di reni all’indietro attanaglia il pallone e salva. L’Udinese quasi incredula riparte in avanti ben decisa a fare valere il buon momento di vena e, al 26’ gli avanti ospiti si presentano nuovamente davanti a Pozzani. E' il solito Girelli, veramente incontenibile a bloccare una palla e a smistarla di prima a Peressin che si allarga sulla sinistra poi scocca un rasoterra micidiale destinato a insaccarsi alla sinistra del portiere. Pippo con perfetta scelta di tempo, seppur leggermente spostato in avanti per chiudere lo specchio della porta si allunga in tuffo e con la punta delle dita devia il pallone micidiale. Peressin alza disperato le braccia al ciclo quasi incredulo della prodezza dell’avversario. I pericoli per il difensore mandrogno non sono ancora finiti. Farina due minuti dopo scende nuovamente sulla sinistra poi centra alto: Maldera si j eleva di testa per colpire, ma lo stacco non è sufficiente. La palla prosegue la corsa finendo a Peressin appostato dietro il terzino. 11 centravanti sorpreso dal regalo si avventa sulla sfera calciando con quanta forza ha in corpo sull’uscente Pozzani che, tempestivamente gli è andato incontro per parare il colpo. La ’frecciata” viene respinta dall’estremo difensore il quale, ancora una volta, riesce a salvare la propria rete. Per i bianconeri la porta alessandrina pare veramente stregata. Evitato il colpo a sorpresa i grigi possono respirare, riorganizzare le file e pensare al possibile successo. L’Udinese resta tuttavia vigile, sempre pronta a sfruttare gli errori dei locali, a inserirsi in attacco con perfette triangolazioni. La svolta decisiva del partita si è avuta al : quando la capolista ha perduto l’uomo migliore, vale a dire Volpato. Il centrocampista al limite dell’area udinese pressato da un avversario è caduto malamente battendo il naso sulla gamba di un difensore. Il primo responso del prof. Mazza parla di sospetta frattura del setto nasale. Al giocatore sono poi stati applicati due punti di sutura al cuoio capelluto. Per i grigi la perdita di Volpato è stato uno choc non indifferente anche perchè giunta nel momento in cui l'Udinese insisteva con un forcing che pareva senza tregua per assicurarsi il m argine di vantaggio indispensabile per continuare a sperare — anche se con poche chances — nella promozione o quantomeno in un risultato di prestigio. MANENTE PRIMA DELLA GARA aveva parlato chiaro: « Al momento attuale un successo seppure platonico è quanto chiediamo dal confronto. Sette punti da ricuperare sono veramente troppi e il campionato è alla stretta finale». Fuori Volpato a Ballacci non è restato che ricorrere a Mazzia, il "professore” che alla vigilia era indicato come il probabile sostituto di Dolso qualora Arrigo avesse dichiarato forfait. Il mister aveva rischiato grosso: Di Brino negli spogliatoi aveva accusato un leggero malessere tanto da indurre il tecnico a portare in panchina Unere nel malaugurato caso il giovane Marcello si fosse trovato in difficoltà. Fortunatamente Di Brino, stringendo i denti, era riuscito a superare la piccola crisi consentendo all’allenatore di optare, senza indugio, al momento dell'infortunio, su Mazzia. Entrando a freddo e in un momento quanto mai delicato, l’ex juventino è apparso titubante sulla posizione da assumere. « L’ambientazione » era resa ancora più difficile dal leggero sbandamento degli alessandrini quasi increduli davanti alla mazzata capitata loro tra capo e collo. Pure l’Udinese era ricorsa ad una sostituzione forzata (Politti claudicante lasciava il posto a i Pelizzari) ma invece di ricorrere ad un difensore si i affidava ad una punta per dare maggiore peso alla manovra d’attacco. L’Alessandria con una forza d ’animo ammirevole riusciva a superare lo smarrimento e a riportarsi in quota nella parte finale del tempo. Era Di Brino a suonare la diana con un lungo spiovente sul quale si avventava Baisi che riusciva ad appoggiare sull'accorrente Dolso pronto a calciare verso Zanier. Il portiere, sulla bordata dell’alessandrino interveniva intercettando ma senza bloccare la sfera che gli scivolava sulla sinistra avviandosi oltre la linea bianca. In aiuto dell’Udinese interveniva la base del montante che respingeva la sfera sulla quale si avventavano contemporaneamente ancora Zanier e Baisi. Di un soffio aveva la meglio il numero uno friulano che rimediava pure una botta. Capovolgimento di fronte e nuovo intervento salva tutto di Pozzani. La capolista rinserrate le file appariva più sicura e al 44’ sfiorava il gol. Punizione di Mazzia con pallone alto sul quale si avventava Dalle Vedove che, pressato da un avversario cadeva: punizione a due a un metro dalla linea dell’area minore di porta. L in tera compagine bianconera retrocedeva per fare barriera proprio sulla linea di porta. Toccava ancora a Mazzia dare il primo tocco per Manueli che stangava deciso: Zanier seppure coperto alzava di pugno salvando la propria rete. Gol platonico al 45’ a conclusione di una triangolazione Dalle Vedove - Di Brino e tiro finale di Mazzia: giusto l’annullamento per precedente carica dello stesso Di Brino su Zanier. Al rientro delle squadre dopo la breve sosta si delineano gli schieramenti maggiormente prudenziali. Nessuno vuole osare più del necessario con il pericolo di j trovarsi la "pera" nel sacco. L’Alessandria appariva tuttavia maggiormente concentrata e al 56’ andava vicinissima alla realizzazione. INIZIAVA IL DIALOGO MALDERA appoggiando su Mazzia pronto ad aprire su Manueli. Il ragazzo si scatenava districandosi tra alcuni avversari, scendeva verso la linea di fondo poi scodellava un perfetto centro rasoterra per Baisi. Il centravanti pur stretto tra due bianconeri resisteva al contrasto, ma invece di colpire la sfera ciabattava sul terreno. Un'occasione più unica che rara visto che la palla attraversava lemme, lemme l’intero specchio della porta. Era tuttavia il primo segnale d'allarme che confermava la vitalità dell undici grigio proprio nel momento in cui Dalle Vedove accusava uno stiramento e Dolso dolori all’inguine. Manueli che pare avere ritrovato la voglia di giocare e di imporsi poco dopo innestava la quarta portando 10 scompiglio tra la retroguardia friulana. Spumeggiante ed incontenibile si spostava verso il centro dell’area lasciando partire una frecciata che il pur bravo Zanier parava senza trattenere. Nessun alessandrino era tuttavia pronto a sfruttare il regalo. Crescendo grigio e al 76’ altro miracoloso salvataggio del difensore bianconero. Dolso aveva finalmente un ottimo spunto sulla sinistra che gli consentiva di effettuare un calibrato centro per Reja. Il centrocampista si tuffava sulla palla colpendola con precisione. « Quasi gol », avrebbe urlato Carosio. Zanier infatti più con fortuna che con abilità, in questa occasione, rimediava con una gamba poi, Farina riusciva ad allontanare il pericolo. « Una vera disdetta. Sono mesi che cerco un gol che non viene. Sul centro di Dolso — prosegue Reja che pare avere un diavolo per capello — mi sono tuffato proprio per infilare la palla rasoterra. Mi spiace: mi ero preparato per la partita nel modo migliore, ma evidentemente non è l’anno buono ». Ed eccoci alla rete della vittoria sudata, ma meritata. Baisi al 79’ veniva affrontato al limite dell’area da due avversari. Mazzia appoggiava la palla su Dalle Vedove che sparava sulla barriera: riprendeva Mazzia puntando verso la rete di Zanier. Il "professore” aveva dalla sua un pizzico di fortuna in quanto il pallone leggermente deviato da Girelli spiazzava il portiere insaccandosi alla sinistra del numero uno friulano. Il gioco era fatto; l'Alessandria tirava i remi in barca limitandosi a controllare le sfuriate degli ospiti. Ballacci per non correre rischi retrocedeva Baisi e Manueli spedendo in avanti i claudicanti Dalle Vedove e Dolso. In sintesi abbiamo presentato il big match della trentaduesima giornata (Il Piccolo - Il Gattopardo) POZZANI BRAVO, MAZZIA GOLEADOR Al Moccagatta friulani sconfitti (1-0) - Il portiere dei grigi salva per tre volte la rete minacciata da Peressin - Nella ripresa la mezzala alessandrina firma il punto di un successo molto meritato Sei giornate dal termine e otto punti di vantaggio: il discorso della promozione, nel girone A della serie C, era già chiuso da tempo; l'Alessandria oggi, sconfiggendo per 1 a 0 l'Udinese, l'ha definitivamente archiviato, sigillato, sotterrato. «Adesso — dice il "libero" Barbiero negli spogliatoi — per non andare in B dobbiamo morire tutti»: fuggi-fuggi generale e urla di dissenso, ma la frase, per quanto macabra, consacra il finale più logico di questo campionato con la vittoria dei grigi, riconosciuti superiori da tutti gli avversari. In campo, per i piemontesi è sceso l'undici migliore: una squadra che nel primo quarto d'ora ha costretto l'Udinese ad una disperata difesa, con le squisitezze di Dolso, l'irruente volontà di Manueli, i triangoli sempre chiusi inventati sul momento o ripetuti sugli schemi degli allenamenti. Un quarto d'ora soltanto, al quale l'Udinese risponde da squadra di classe, riuscendo a barricare saldamente la porta di Zanier e passando poi all'offensiva alla minima occasione offerta dai padroni di casa Per tre volte, infatti, il centravanti Peressin sfugge al controllo di Colombo e altrettante volte Pozzani risponde da campione disilludendo gli avversari. Tre episodi da descrivere subito perché bloccano momentaneamente il risultato sullo 0 a 0 e determinano cosi la vittoria dell'Alessandria. Al 23' Peressin giunge lateralmente in zona di tiro e spara in porta mentre Pozzani sta uscendo per stringergli lo specchio utile tra i pali: il tiro è preciso e infilerebbe Pozzani, ma il portiere, in volo, si gira con un colpo di reni e pinza il pallone portandolo al petto. La parata è stupefacente e manda in visibilio anche i tifosi più distaccati e severi. Due minuti dopo lo stesso centravanti fugge in una classica azione di contropiede, sorprendendo anche il «libero» Barbiero: fila dritto sulla linea longitudinale del campo, verso Pozzani e ad una decina di metri dal portiere in uscita tocca, non forte, ma preciso, verso l'angolo basso alla sua sinistra. Pozzani si distende e devia in corner con la punta delle dita. Ancora due minuti, al 27', e Maldera appoggia involontariamente di testa a Peressin, che in piena area spara verso la porta: questa volta Pozzani respinge d'intuito, forse con un po' di fortuna, dimostrando comunque ottimi riflessi. Manente in panchina probabilmente si domanda come farà la sua Udinese a vincere se, superato il centrocampo e la difesa avversari, le punte bianconere dovranno ancora vedersela con Pozzani in giornata-miracolo. E infatti l'Udinese non vince: i grigi riprendono in mano l'incontro — anche perché Pozzani comincia ad arrabbiarsi — e dominano fino al gol e al triplice fischio finale. Una rete che però si fa sospirare: l'Udinese, infatti, si difende con ordine e fa soffrire ai grigi questo premio-partita. Al 32' la prima vera occasione per la squadra di Bailacci: Volpato crossa per Dalle Vedove, il giocatore stoppa di petto e spara al cielo. Al 42' (Volpato nel frattempo si era infortunato lasciando il posto a Mazzia) un episodio grave del quale, fortunatamente per Ballacci, l'arbitro non si rende conto. Il direttore di gara fischia una punizione ai danni dell'Alessandria: Mazzia allontana la palla e viene ammonito. Ballacci scatta dalla panchina, ma viene cinturato dopo pochi metri da Paolo Sacco, che, nonostante la mole poderosa, dimostra sorprendenti qualità di velocista... e anche di uomo ragionevole. L'arbitro volta le spalle e Ballacci si salva da una catastrofe. Ad un minuto dal termine, Zanier ribatte abilmente un calcio a due in area di Manueli. Nella ripresa Zanier non è da meno di Pozzani, opponendosi con bravura ad un tiro di testa ravvicinato di Reja e al 79' l'Alessandria passa in vantaggio su punizione: tira Manueli e Mazzia replica, raccogliendo la respinta della barriera; una leggera deviazione di Girelli spiazza Zanier e l'Udinese si arrende definitivamente. (La Stampa - Ed. Sport - Salvatore Rotondo) Risultati: Clodiasott. - Bolzano 2-1 Savona Derthona 2 0 Triestina - Gavinovese 2-0 P. Vercelli - Lecco 0-0 Trento - Mantova 1-1 Venezia Padova 1-1 Legnano - Seregno 0-1 Monza - Solbiatese 0-1 Belluno Vigevano 1-1 CLASSIFICA: Alessandria p.49; Venezia 41; Udinese 40; Monza 39; Lecco 38; Mantova 36; Seregno 35; P. Vercelli, Solbiatese 34; Beliuno, Bolzano 32; Vigevano 30; Trento, Padova 29; Legnano 27; Clodiasott. 25; Triestina, Gavinovese 24; Savona 23; Derthona 19 Marcatori: 13 reti: Ulivieri (Gavinovese) e Panucci (Savona); 12 reti: Inferrerà (Belluno); 11 reti: Zanolla (Mantova) e Percssin (Udinese); 10 reti: Turella (Mantova), Canzi (Seregno) e Basili (Vigevano); 9 reti: Ballarin (Belluno), Sanseverino (Monza), Bellinazzi (Venezia). Il punto sul campionato Il successo del Savona è stato ineccepibile , maturato sin dai primi minuti di gioco grazie all'autorete di Solbiati e al gol di Panucci. La Pro Vercelli non è riuscita a superare il Lecco malgrado un notevole dominio territoriale. La Gavinovese è uscita battuta dal campo della Triestina