Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1973/1974
Serie C
19-05-1974 - Giornata: 34 - Mantova - Danilo Martelli


Mantova AC - Alessandria US 1 - 1 (0 - 0)
RETI: 65. aut. Barbiero V.[A], 70. Dalle Vedove G.[A]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Reja Edoardo, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Manueli Luigi, Mazzia Bruno [58. Volpato Angelo], Baisi Sergio Pietro, Dalle Vedove Giampiero, Vanzini Franco A disp.:(P) Croci Claudio, Unere Giuseppe All.: Pietruzzi Mario

Formazione avversaria
MANTOVA AC: Recchi, Montepagani, Onor, Facchinello, Bertuolo, Martinelli, Crespi, Marinai, Zanolla, Tonghini, Turella. A disp.: De Filippis, Merlo, Iori. All.: Corelli Gianni.

Arbitro: Lapi Luciano (Firenze)
Note
Espulso 46. Marinai [M] Angoli: 8-5 Spettatori: 4.000 circa (2.000 paganti, incasso di L. 2.955.000). Inizio gara ore 16.00

Commento
L’ALESSANDRIA TORNA IN SERIE B. Barbiero e compagni, pareggiando a Mantova, hanno conquistato matematicamente con quattro giornate di anticipo, la promozione nella serie cadetta A quattro giornate dalla conclusione c’è la certezza matematica del ritorno tra i cadetti. La lunga, snervante attesa è Finita al « Martelli » di Mantova al 71’ quando Dalle Vedove ha pareggiato l’autorete di Barbiero. Finalmente gli sportivi possono tirare il fiato e, se vogliono, abbandonarsi alla polemica. II trionfo dei grigi giunge in un momento di massima tensione originato dall'esonero di Dino Ballacci, che ha guidato la pattuglia alessandrina attraverso le insidie del lungo e snervante campionato. Se il mister è stato la mente, la squadra ha magnificamente interpretato il ruolo di protagonista passando indenne attraverso i numerosi trabocchetti cosparsi lungo il cammino. Il ruolino dell’Alessandria è veramente illuminante: più uno in media inglese, tre sole sconfitte su 34 partite disputate, nove reti subite. Vediamoli da vicino i grandi sedici interpreti che in realtà sono diciassette, considerando Musa che sino a novembre ha militato nelle file alessandrine. Apriamo la rassegna con Pippo Pozzani che in 33 confronti ha subito otto reti. Il portiere completamente trasformato rispetto allo scorso campionato, ha salvato punti preziosi. Ricordiamo ad esempio gli splendidi interventi di Bolzano e con l’Udinese al Moccagatta. Parate strepitose che hanno consentito alla squadra di fare bottino pieno. Modesto, schivo delle forme esibizionistiche, ha riscattato il non troppo brillante 1972-73 con una serie di prestazioni notevolissime. Le quotazioni di Pippo Pozzani si sono raddoppiate. Dietro al difensore titolare il giovane Croci che ha giocato la sola partita di Belluno che coincise con la prima sconfitta degli alessandrini. Croci è la promessa di domani, un ragazzo sul quale molti tecnici sono pronti a scommettere. Se Pozzani ha costituito una lieta sorpresa, Marcello Di Brino è la rivelazione del campionato in corso. Il ventiduenne difensore dopo due stagioni che potremmo definire di attesa ha trovato la grande rivalutazione. Con il trascorrere delle domeniche ha affinato il bagaglio atletico-tecnico distinguendosi non solo per la grinta, ma per la costante ricerca del gol, obiettivo che ha raggiunto per cinque volte. Resterà in grigio? Molte società stanno facendogli la corte. Attilio Maldera, il secondo figlio della prolifica famiglia Maldera di estrazione milanista, ha contribuito con la solita decisione ai successi della formazione. Pur non toccando vette eccelse si è impegnato allo spasimo superando momenti particolarmente ostici. Un encomio spetta infine a Giuseppe Unere che dopo un periodo di sbandamento è tornato sui migliori livelli — come a Bolzano — dimostrando di avere caratteristiche e capacità per affrontare con migliore fortuna il campionato 1974- 1975. Il centrocampo, con il pacchetto difensivo è risultato il fulcro dell’Alessandria. Prima di giungere ai ’’grandi” una nota di merito spetta, senza ombra di dubbio, a capitan Barbiero. Il nostro ’’baffo”, come aveva promesso nel luglio scorso, si è dimostrato un libero con i fiocchi. L’unico dei sempre presenti in grigio ha additato ai giovani la strada da seguire. L’esempio è stato seguito con i risultati ben noti. Per Barbiero una seconda giovinezza dopo le prestazioni con la maglia granata della Reggiana. Con un "libero” con tre stellette non poteva mancare uno stopper di uguale bravura come Antonio Colombo. Il più anziano della compagine — come anni di presenza in grigio — veniva da due stagioni nate veramente storte: infortuni a catena tali da piegare anche l’acciaio. Antonio non si è arreso e con la volontà che lo contraddistingue ha iniziato la preparazione con forte anticipo ricuperando il terreno perduto. Gladiatore nato ha veramente gettato il cuore oltre l’ostacolo. Ed eccoci agli interpreti essenziali della vittoriosa marcia dei grigi, i centrocampisti. Incominciamo con Edoardo Reja, il polmone inesauribile della riscossa mandrogna. Un campionato veramente maiuscolo, all’insegna di un agonismo senza ombre. All’inizio pareva volere snobbare l’Alessandria: veniva dalla serie A e gli pareva ingiusto ’’navigare” sui campi della C. Acclimatatosi e assuefattosi al clima ha trovato la voglia di lottare e di imporsi riuscendovi pienamente. li gran cervello, l’uomo d’ordine, il suggeritore delle più belle azioni è Volpato. Il bergamasco dopo il naturale periodo di ambientazione, ha assunto decisamente le redini della squadra fornendo ai compagni lo spunto per andare in gol. Angelo è risultato il perno attorno al quale ha ruotato l’intero complesso. PARLIAMO DI UN ALTRO INTERPRETE, di Arrigo Dolso, rimessosi a nuovo. Nella fase centrale del campionato quando l’Alessandria doveva scrollarsi di dosso gli avversari che le contendevano il primato Dolso è stato il geniale interprete della zona centrale. Le doti del ragazzo non si discutono: tra sformatosi in centrocampista ha letteralmente spazzato via gli avversari Ricordiamo cosa disse David: « Dolso può benissimo giocare in dieci squadre della massima divisione. Un giocatore così non 10 si trova facilmente», li grande pregio dell’Alessandria edizione 1973-74 è di avere saputo trovare un amalgama che ha consentito ad ogni atleta di andare o di tentare la via del gol. E’ quanto accaduto a Dalle Vedove partito con l’etichetta di uomo di centrocampo. Un avvio piuttosto difficile in quanto l’atleta non trovava l’affiatamento con i compagni. Entrato nel clima ha siglato sette gol, si è dimostrato caparbio e volenteroso nonostante l’handicap di alcuni infortuni. Tra i cervelli citiamo Bruno Mazzia, il "professore” il quale, forte dell’esperienza e della classe, ha saputo nei momenti più difficili portare il contributo alla vittoria comune. Mazzia è sempre stato il jolly paziente che ha atteso il proprio turno senza alzare la voce, rispondendo immediatamente alla chiamata. Accanto all'anziano e esperto Bruno un’altra vecchia conoscenza degli sportivi Franco Vanzini. La stagione non era iniziata sotto i migliori auspici, ma Franco con la volontà che gli sportivi conoscono ha saputo ricuperare il terreno perduto. Tra gli uomini gol la promessa Manueli che ha avvito via libera con la cessione di Musa all’Arezzo. Il tortonese ha sudato le sette proverbiali camicie per scrollarsi il timor panico del Moccagatta. Le doti del ragazzo non si discutono: ha i mezzi per imporsi, per salire sempre più in alto. Nella parte finale del campionato ha ribadito quanto vale, non per nulla diverse società lo seguono con particolare attenzione. La punta di diamante, Sergio Baisi con le otto reti messe a segno è il goleador dei grigi. Il centravanti pur non essendo uno sfondatore sa manovrare assai bene creando spazi per i compagni. Concludiamo la rassegna con il giovane Di Prospero che due domeniche or sono ha siglato la prima rete in maglia grigia. SONO QUESTI I MAGNIFICI PROTAGONISTI dell’Alessandria che hanno reso possibili l’escalation alla serie B. L ’improvviso esonero che tanto turbamento ha suscitato tra i tifosi non ha inciso sugli atleti i quali nella partita fulcro di Mantova hanno saputo conquistare il punto indispensabile per chiudere il libro. Diciamo che al Martelli i grigi hanno fatto tutto da soli, prima con Barbiero che ha beffato Pozzani e poi pareggiando con Dalle Vedove. I virgiliani solo raramente sono riusciti a rendersi pericolosi: le migliori occasioni da rete le ha sempre avute l’Alessandria, prima con Manueli e Di Brino e nella parte finale con lo stesso Dalle Vedove e con Volpato subentrato a Mazzia. Al termine della contesa il più soddisfatto era ovviamente il ’’professore” che con Pietruzzi ha in cura la capolista. « Al successo finale i miei compagni hanno contribuito con una serie di prestazioni veramente eccellenti. Il campionato che stiamo portando a termine si è vanto grazie alla regolarità ». Ritiene che i grigi, domandiamo, contro 11 Mantova avrebbero potuto fare di più? « Non dimentichiamo la calura che ha tagliato le gambe. Le occasioni da rete non sono mancate. Diciamo che il risultato ci sta largo. Se avessimo vinto penso che non avremmo rubato proprio nulla ». E per il derby? « Scenderemo in campo con la solita concentrazione. Il campionato anche se siamo in serie B non è finito. Logico pensare che faremo il nostro dovere fino in fondo ». Con l'Alessandria matematicamente in serie B io sguardo dei tifosi si posa sul domani. Con il 16 giugno viene a cessare la gestione commissariale: d’obbligo è la trasformazione in Società per Azioni. La recente polemica tra i tifosi e la famiglia Sacco minaccia di creare una frattura insanabile. Ballacci se ne va, ma l’Alessandria resta con i problemi di sempre. Una società si fa forte non solo con la passione; occorre un notevole contributo finanziario. Negli ultimi giorni abbiamo ascoltato molti discorsi, ma quando si è giunti alla concretezza le conclusioni sono state vaghe. Sono anni che si parla di forze nuove, di possibili dirigenti che restano nell’ombra. Se esistono devono uscire allo scoperto, parlare pubblicamente, in caso contrario è come costruire castelli sulla sabbia. Errori in seno all’Alessandria U.S. ne sono stati commessi negli ultimi anni moltissimi. Il negarlo sarebbe assurdo e disonesto. La contestazione in atto a cosa serve? Innanzitutto si deve operare per impegnare i futuri dirigenti a tracciare una linea operativa chiara. Raggiunta la serie B si deve mantenere la posizione e non ripetere l’errore del Lecco che dopo un solo anno è ripiombato tra i semiprofessionisti clamorosamente. Il prossimo campionato deve essere disputato all’insegna della distensione e non della bagarre. Per realizzare il progetto sono necessarie idee chiare. Sarà pertanto indispensabile conoscere le idee dell'ing. Remo Sacco che seppure criticabile ha reso possibile il miracolo sotto il profilo finanziario. Sono queste le domande che devono essere rivolte ai responsabili se si intende veramente tutelare il futuro della società. La notizia dell’esonero di Dino Ballacci è giunta come un fulmine a ciel sereno. Il mister conosciuta la decisione del presidente Paolo Sacco ha atteso ventiquattro ore prima di vuotare il sacco. Nelle dichiarazioni rese alla stampa ha mantenuto la stessa grinta dimostrata in precedenti occasioni. Cosa imputa ai dirigenti alessandrini ed in particolare all’ing. Remo Sacco? Innanzitutto di avergli reso la vita difficile per nove mesi. Ha parlato di ogni sorta di pressione morale su Paolo per indurlo ad abbandonare un tecnico "scomodo”. Ed ecco come racconta il colloquio con il presidente: « Paolo Sacco mi ha convocato venerdì per comunicarmi la sua decisione. Mi ha chiesto prima di confermare le parole che aveva letto sulla "Gazzetta del Popolo” e alla mia risposta affermativa ha detto che non ero più l’allenatore dell’Alessandria. Due mesi fa lo stesso Paolo mi aveva proposto il contratto per la prossima stagione. Non ho accettato. Volevo prima avere un colloquio con l’ing. Sacco che è in fondo quello che conta nella società. Quando sono andato da lui mi sono sentito dire che bisognava vendere giocatori per rientrare di 550 milioni di lire. Ed allora non mi sono più sentito di firmare. Comunque i rapporti non erano certamente sereni ». Perché si è sempre schierato, gli è stato domandato, dalla parte di Paolo? « Unicamente per un obbligo morale: fu lui ad assumermi a luglio contro la volontà del padre e del vice commissario Rinaldo Borasio ». I dirigenti dell’Alessandria nonostante tutto hanno pagato cinquanta milioni di premi extra: cosa ne pensa? « Si voleva andare in serie B? Finiamola di scrivere che la società è rovinata. Nello scorso luglio sono stati venduti giocatori per 600 milioni e ne sono stati spesi 198 per varare la squadra che contrariamente alle previsioni dei dirigenti guida la classifica con nove punti di vantaggio: quattrocento milioni di utile non sono pochi. Tornando ai premi dirò che li ho strappati con le unghie. In una occasione ho anticipato i premi. Posso concludere affermando di avere dato un grosso dispiacere ai dirigenti portando l’Alessandria tra i cadetti ». Non pensa di avere agi to con troppa foga, usando a volte frasi pesanti? « Se dovessi tornare indietro, all'inizio della stagione, rifarei le stesse cose. Riconosco che manco di educazione e che sono poco diplomatico, ma posso camminare a testa alta perché non ho mai avuto un tornaconto personale ». Da che parte sta la verità? Hanno sbagliato insomma un po’ tutti. Dello stesso avviso è un neutrale come il collega Lamberto Artioli del "Corriere della Sera” che scrive: « In realtà, almeno per chi scrive, la situazione di questa Alessandria felice, ma disperata, è soltanto il risultato di un terzetto che pensava di sopportarsi, ma che invece si è sfasciato per "incompatibilità di carattere” ». Forse ha sbagliato Ballacci a parlare con troppo impeto. Forse ha sbagliato un uomo di 52 anni come Remo Sacco che ha "avallato" una situazione che di giorno in giorno si faceva sempre più pesante. Ma più di tutti ha errato il giovane Sacco, prendendo in anticipo una decisione impopolare. Carlo lo ha biasimato pubblicamente. Hanno sbagliato tutti, insomma, chi più chi meno. Ma tutti, come dicevo, pensano di avere ragione. Oggi come oggi, tuttavia, la realtà è una sola: l’Alessandria "rientra” nella storia del calcio italiano dopo otto anni di purgatorio. Diamole il benvenuto (Il Piccolo – Il Gattopardo [Giuseppe Zerbino]) ALESSANDRIA PROMOSSA IL FUTURO E' NEL SACCO «Finalmente! E' la fine di un incubo, dopo sette anni di tormenti, di speranze, di delusioni, arriviamo alla Serie B. E' stata dura, durissima, anche se abbiamo conquistato la promozione con quattro giornate di anticipo. Anche se pure oggi abbiamo sofferto. Ho passeggiato su e giù. per il corridoio dello stadio come un padre in attesa del primo figlio fino alla fine della partita. Ed ho dovuto attendere di conoscere il risultato dell'Udinese a Trento per avere la certezza del successo, del nostro passaggio matematico fra i cadetti. Il pareggio con il Mantova di oggi mi va benissimo, si è solo patito un pochino di più. Però è la soddisfazione più bella per un presidente». Chi parla così è Paolo Sacco, commissario ventitreenne dell'Alessandria. Il suo è un entusiasmo genuino, che solo le polemiche con l'allenatore Ballacci hanno reso meno euforico. La squadra ha accolto il risultato ancora più normalmente. Nessuna festa negli spogliatoi, niente champagne né urli d'evviva. Anzi, i ragazzi, appena fatta la doccia e rivestiti, se ne sono andati con il loro pullman, come se fosse stata una domenica come tutte le altre. Gli unici applausi se li è presi in tribuna Dino Ballacci, il tecnico esonerato venerdì, quando la promozione era ormai sicura. Un gruppetto di tifosi della squadra grigia lo ha acclamato a lungo, definendolo l'artefice della vittoria. Peccato che sia finita così, la festa sarebbe stata più bella se gioca¬ tori ed allenatore avessero potuto assaporarla insieme. Tutto è rimandato quindi alla prossima settimana, quando Ballacci offrirà una cena di addio ai suoi ragazzi, o ancora più in là, al termine del campionato. Prima della partita, Paolo Sacco, forse non rendendosi conto della gravità del suo gelo dell'altro giorno, nel licenziare l'allenatore, in un momento così poco opportuno da qualsiasi parte sia la ragione, aveva voluto avvicinare Ballacci, per dimostrargli la sua immutata stima come tecnico. Il giovane dirigente aveva allungato la mano verso il trainer bolognese, ma Ballacci non ha ritenuto di ricambiare il gesto, e si è voltato dall'altra parte. In questa maniera c'è stato il distacco definitivo fra la società alessandrina e il trainer della promozione. Non ci saranno ripensamenti: Ballacci se ne andrà per la sua strada, l'Alessandria da un'altra. E non è escluso, anzi è molto probabile, che il prossimo incontro avvenga per il campionato che dovrà incominciare, da avversari. Per i grigi, si è parlato dell'arrivo di Corsini, o di Silvestri, ma non è escluso a priori che sia Bruno Mazzia a prendere, quando sarà riuscito a superare gli esami di allenatore di prima categoria, le redini della squadra. Anche Ballacci è apparso molto rammaricato dell'accaduto, di come sono finite le cose. «Sono stati nove mesi di "gravidanza" difficile — ha detto — di rapporti impossibili con la società, ma anche nove mesi di soddisfazione, Con questa squadra avremmo potuto fare un ottimo campionato in serie B. Bastavano pochi ritocchi. Avevo intenzione di riconfermare la formazione in blocco, con un paio di nuovi acquisti. Tutti i ragazzi se lo meritavano. Ma è andata diversamente». E bisogna dire che l'Alessandria ancora oggi, con l'1-l ottenuto a Mantova, ha rispettato il «modulo» di Ballacci. I grigi quest'anno forse non hanno fornito il calcio spettacolo di altre epoche, le prestazioni esaltanti, come ad esempio quelle dello scorso anno con il funambolico Lorenzetti. Ma la squadra è stata la più quadrata fra quelle viste finora: nessuno sbandamento, molto opportunismo, dura in difesa, fortissima a centro campo, pericolosa in attacco. Unti delle sue doti migliori è stata la determinazione: mai l'Alessandria si è fatta sorprendere dagli avvesari. Le tre sconfitte subite sono state dovute soltanto ad infortuni, mai si è permesso al rivali di dominare il campo. E' stata anche la squadra dell'esperienza: i più giovani hanno tratto dai Barbiero, dai Mazzia, dai Volpato la forza per non sbagliare. Sette anni di rincorsa culminati finalmente con il raggiungimento dell'obiettivo fissato. I piazzamenti del passato, le lotte, il vedere gli avversari salire tra i cadetti, come hanno fatto il Lecco, il Como, la Reggiana, il Parma, potevano logorare i nervi a chiunque, i giocatori e la società; invece, l'Alessandria, con la tenace tempra della gente della provincia « mandrogna », ha saputo essere più forte di tutti. Ora resta da vedere come sarà il futuro. La società, più che la squadra, è attesa da un periodo molto delicato. Ci sarà il passaggio a società per azioni, l'assestamento fra i cadetti, con una nuova mentalità. Nei prossimi giorni il finanziatore, l'ing. Sacco, chiarirà, magari attraverso suo figlio Paolo, quali sono le intenzioni. Il pubblico, i tifosi, i giocatori meritano però di essere accontentati, e crediamo che veramente con qualche acquisto l'Alessandria possa compiere il passo in avanti senza problemi. Due parole, infine, sulla partita di oggi, superata dall'avvenimento. L'Alessandria voleva almeno il pareggio, e l'ha ottenuto. Nel primo tempo avrebbe potuto mettere a frutto due grosse occasioni, al 40' e al 42', con Manueli e Di Brino, già soli davanti alla porta. Le uscite spericolate del portiere Recchi hanno permesso però al Mantova di rimanere sullo 0-0. Nella ripresa, dopo l'espulsione di Marinai per un fallo di reazione su Vanzini, i mantovani sono rimasti in dieci, subendo quasi costantemente l'iniziativa dei grigi. Tuttavia, è stato proprio il Mantova a segnare per primo. Su una punizione quasi al limite, al 66' ha tirato Facchinello. Il pallone è stato intercettato da Reja, che era in barriera; ma, mentre il numero 4 stavi per passare indietro, Barbiero è intervenuto a sua volta, mettendo in rete. Un autogol, dunque. Non sono passati cinque minuti e l'Alessandria è pervenuta al pareggio. C'è stato un rinvio di Tonghini, la palla è andata sui piedi di Volpato, che ha trovato Dalle Vedove smarcato nell'area mantovana. Il tiro immediato del centrocampista ha battuto Recchi. ed è stato l'l-1, e con questo anche la promozione. (La Stampa - Ed. Sport - Cristiano Chiavegato) Risultati: Monza - Bolzano 1-0 Solbiatese - Gavinovese 0-1 Derthona - Lecco 0-2 Clodiasott. - Legnano 4-0 Vigevano - Padova 3-1 Triestina - Savona 0-1 P. Vercelli - Seregno 0 1 Trento - Udinese 1-1 Belluno - Venezia 1-1 CLASSIFICA: Alessandria p.52; Udinese 43; Venezia 42; Lecco, Monza 41; Seregno 39; Mantova 37; Solbiatese 35; P. Vercelli, Belluno, Bolzano, Vigevano 34; Padova 31; Trento 30; Gavinovese 28; Savona, Legnano 27 Clodiasottomarina 27; Triestina 25; Derthona 19 Marcatori: 15 reti: Panucci (Savona): 14 reti: Ulivieri (Gavinovese); 13 reti: Inferrerà (Belluno); 12 reti: Peressin (Udinese); 11 reti: Zanolla (Mantova) e Basili (Vigevano) Il punto sul campionato Successo del Savona sul campo della Triestina: davanti a circa dieci mila persone è maturato un successo per merito di una grande intelligenza tattica badando prima alla difesa e poi tentando il contropiede. Con una rete messa a segno da Ulivieri, a tredici minuti dalla fine del match, la Gavinovese ha battuto la Solbiatese cogliendo due punti molto importanti. Al Robbiano la Pro Vercelli è stata sconfitta dal Seregno con una rete di Vanazzi: i locali non hanno avuto nulla da rimproverarsi avendo avuto un gran numero di occasioni da rete e avendo subito il gol della sconfitta soltanto a tre minuti dal termine del match. Derthona e Lecco non hanno mai dato spettacolo ma i piemontesi sono usciti lo stesso battuti.