Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1973/1974
Serie C
02-06-1974 - Giornata: 36 - Monza - Gino Alfonso Sada


Monza AC - Alessandria US 3 - 0 (1 - 0)
RETI: 16. Sala F. [Mo] , 55. Corti [Mo] , 80. Sanseverino [Mo]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Reja Edoardo, Cribio Alessandro, Colombo Antonio, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Baisi Sergio Pietro, Faedda Giovanni, Dolso Arrigo [46. Mazzia Bruno] A disp.:(P) Croci Claudio, Unere Giuseppe All.: Pietruzzi Mario

Formazione avversaria
Monza: Anzolin, Leban, Reali, Sala F., Fontona, Maiani, Sanseverino, Bolognesi, Antonelli, Sala P., Beretti [46. Corti]. A disp.: Colombo, Capra. All.: David Mario

Arbitro: Lo Bello Rosario (Siracusa)
Note
Ammonito Sanseverino [M] Angoli: 7-7 Spettatori: 1.500 circa per un incasso di 2.598.900 lire. Inizio gara ore 16.00

Commento
IRRICONOSCIBILI I GRIGI E IL MONZA PASSEGGIA L’Alessandria crolla in Lombardia davanti ad un ''undici” scatenato ® Una gara scialba, incomprensibile Monza doveva essere la base di rilancio dei grigi, umiliati sul proprio terreno dalla Pro Vercelli. I L’Alessandria in altre occasioni dimostrò di essere in grado di ricuperare, di capovolgere il pronostico, di essere insomma compagine di blasone. Le promesse di riscossa ascoltate in settimana sono rimaste un pio desiderio. Al « Sada » l’esibizione dei grigi é stata deprimente. In campo una sola vera squadra, i ’’biancorossi" locali, allenati da Mario David, che, per novanta minuti, hanno condotto una gara a ritmo infernale. Una cosa impressionante che lascia sgomenti. Non esistono attenuanti per la sconfitta, una sconfitta dura, che umilia un complesso che per mesi è passato da dominatore su tutti i campi del girone A della serie C. La raggiunta promozione in serie B conquistata con un forte anticipo, l’esonero di Ballacci, hanno provocato un rilassamento generale che non torna certamente ad onore di atleti che hanno saputo, quando era il caso, estrarre le unghie. Non vale neppure la giustificazione che l’Alessandria rinunciava a capitan Barbiero e a Dalle Vedove per fare posto a due giovani (Faedda, 19 anni e Cribio, 21 anni) che dovevano e devono essere visionati in partite vere e non di allenamento. In Lombardia la neopromossa ha smarrito completamente la strada, tanto che ne è uscita con le ossa rotte non tanto per lo 0-3 quanto per il gioco. Atleti rassegnati che rinunciavano ad inseguire l’avversario, che girovagavano per il rettangolo senza idee, che accettavano supinamente la volontà dell’avversario che pareva un mostro di tecnica. Un Monza super, ma l’Alessandria dov’era? Difficile stabilirlo. Un solo giocatore aveva una scusante valida per giustificarsi a fine partita: Arrigo Dolso. Il centrocampista la scorsa settimana ha perduto il fratello in un incidente sul lavoro. Un’altra sventura che si è aggiunta alla scomparsa del padre. Il ragazzo forse per dimenticare, per superare il momento critico, aveva chiesto ed ottenuto di potere scendere in campo. Pietruzzi e Mazzia lo hanno accontentato, ma sul campo Arrigo è apparso come l’ombra dell’atleta che gli sportivi conoscono. Mancando l’apporto di una pedina quale è appunto Dolso il centrocampo ne ha sofferto enormemente essendo venuta meno la potenza di Dalle Vedove. L’esordiente Faedda ha dei numeri, nessuno lo discute, ma gli manca oltre la conoscenza del tipo di gioco dei compagni una maggiore grinta. Sa destreggiarsi con eleganza nel dribbling, dialogare di prima con leggerezza, ma la chiarezza tattica non ha trovato, in particolare la scorsa domenica, la comprensione degli altri. Non era facile inserirsi nella manovra di un complesso spaesato, boccheggiante, pervaso da uno spirito rinunciatario. Un ragazzo come è appunto Faedda ha bisogno di ben altro clima per esprimersi, per dare l'esatta misura delle proprie chances. A reggere la pressione avversaria non sono rimasti che Volpato e Reja. Il primo troppo solo per suggerire le azioni, il secondo impegnato oltre che a fungere da propulsore, a badare a quanto accadeva alle proprie spalle. Le fasce laterali erano completamente sguarnite in quanto Dolso e Faedda giocavano gomito a gomito mentre Di Brino veniva costantemente risucchiato a centrocampo dal centravanti Antonelli che partiva da lontano proprio per consentire ai colleghi più avanzati di disporre del maggior spazio possibile. L’uomo d’ordine da sorvegliare a vista era Bolognesi che si involava sulle linee laterali con l’agilità di un furetto. Colombo che lo aveva in custodia non sempre riusciva a bloccarlo al momento giusto. La progressione del biancorosso era tale che durante le galoppate ’’seminava” letteralmente chi gli era alle calcagno. Per l’intero arco della partita 11 buon Antonio si è fatto in quattro per tamponare le falle che si aprivano sia a destra che a sinistra. UNA CONTINUA GIMKANA QUELLA DEI MONZESI che apriva varchi a tutto spiano, che teneva in continua apprensione il buon Pippo Pozzani che si dannava tra i pali per evitare il crollo clamoroso. Lo stesso Maldera che doveva annullare il tutto pepe Sanseverino ha sudato le sette proverbiali camicie per non trovarsi in chiara difficoltà. Cribio esordiente di lusso ha giocato senza infamia e senza lode: se è vero che ha compiuto qualche ingenuità occorre rilevare che in almeno due occasioni il suo piede è giunto puntuale per sventare la minaccia avversaria. Potremmo aggiungere che Faedda e Cribio hanno giocato in condizioni di inferiorità per la mancanza di un suggeritore” dalla panchina che li aiutasse a correggere gli errori. Non dimentichiamo che l’allenatore ha una sua importanza in particolare se si tratta di giovani alle prime armi anche se smaniosi di ben figurare. Pozzani si è così venuto a trovare in condizione di completo disagio: ha rimediato nei limiti del possibile evitando una sconfitta di ben altre proporzioni. Ciò che maggiormente colpisce è come una difesa abbottonatissima come quella alessandrina che in 34 gare subisce dieci reti ne assommi, in soli 180’ ben sei. I terzini sono in piena crisi: se per Maldera il discorso era aperto da alcune domeniche, colpisce il crollo di Marcello Di Brino. Il ragazzo che molto ha dato alla promozione dei grigi appare veramente svuotato di energie anche se dà sempre il meglio. Sorretto da una volontà che non trova riscontri, il giovane difensore sputa l’anima, pur mancandogli la freschezza atletica indispensabile per meglio coordinare i movimenti. La partita con il Monza è forse risultata la più difficile per Di Brino che veniva a trovarsi sovente in una zona di campo non sua. Antonelli infatti retrocedeva sovente per meglio creare spazi per le punte. Di Brino oltre a badare al centravanti, veniva a trovarsi nella condizione di tenere sotto sorveglianza il settore difensivo senza perdere di vista l’area avversaria. Buon ultimi nella nostra rapida rassegna troviamo Manueli e Baisi. I limiti delle punte alessandrine sono arcinoti. Senza il sostegno del centrocampo vacillano, perdono la coordinazione e per gli avversari il controllo diviene assai più semplice. Diciamo che al "Sada” Manueli e Baisi sono mancati completamente, il primo ancora più del secondo. La prestazione dell’ala è stata oltre che insufficiente, indisponente. Rassegnato ha tenuto il campo perchè non poteva agire in altro modo. Nullo sulla fascia laterale ha fallito anche quando è riuscito a mettere piede nell’area di rigore biancorossa. Uno sfacelo tenuto conto che occorreva grinta e nervi ben saldi. Per Baisi il discorso è diverso in quanto il centravanti si è trovato completamente isolato sin dalle prime battute. Stretto da vicino da Reali ha stazionato lontano dall’arca di rigore nella speranza di potere meglio districarsi. Mancandogli la spalla che 10 sorreggesse si è andato spegnendo alla distanza dopo avere vanamente invocato una più stretta collaborazione. LA MANOVRA DI BAISI deve sempre essere sostenuta, in caso contrario 11 suo gioco naufraga, si confonde a vantaggio dell’avversario. Un’Alessandria in panne come mai si era visto; un undici alla deriva senza voglia di salvare almeno l’onore. Il Monza è andato a nozze, giocando e dettando legge come deve fare una squadra che intende rappacificarsi con i tifosi. Un giornale locale aveva scritto alla vigilia: « Questo Monza fa ridere », riferendosi alla gara della scorsa domenica. Punzecchiati dalla polemica e dall'incitamento del pubblico i ragazzi di David hanno cancellato con un solo colpo di spugna la sconfitta patita a Novi Ligure. L'hanno cancellata alla grande ponendo una seria ipoteca alla Coppa Italia che resta l’unico grande traguardo dei lombardi dopo la delusione in campionato. E’ apparso chiaro, sin dalle prime battute che per l’Alessandria il compito non sarebbe stato facile. Visto il gioco dei grigi tutto si è semplificato tanto che dopo sedici minuti i locali erano in vantaggio. Sanseverino scende sulla destra, commette un fallo di mano non rilevato dall’arbitro, usufruendo immediatamente di una punizione per un intervento non troppo ortodosso di Maldera. Per batteria avanza lo specialista Bolognesi: Faedda ingenuamente abbandona Sala F. per portarsi verso la barriera: il giocatore lasciato senza custodia non ha difficoltà a colpire di testa portando in vantaggio i compagni. L’Alessandria potrebbe rimediare al 31’, ma evidentemente la dea bendata ha deciso di punire i grigi per l’ignavia. Volpato batte lateralmente un corner per Manueli che avanza di alcuni passi centrando. Maldera ben appostato si eleva inzuccando di precisione, ma Anzolin compie il primo miracolo. L’estremo difensore in tuffo tocca con la mano la sfera che si alza a campanile urtando sotto la traversa e ricadendo oltre la linea bianca. Reali retrocesso tra i pali non ha difficoltà a liberare. Quasi allo scadere altra occasione per gli ospiti: Volpato a Colombo che saetta rasoterra alla destra di Anzolin che risponde con una parata a terra. Alla ripresa delle ostilità due varianti nelle squadre: Mazzia rileva Dolso e Corti l’ala Beretti infortunatasi nella prima frazione di gioco. L’Alessandria pare intenzionata a scrollarsi di dosso l’apatia, ma è solo un fuoco di paglia. I monzesi si rimboccano le maniche e mettendo k.o. l’orso grigio. Bolognesi al 55’ scende sulla fascia laterale destra senza incontrare ostacoli poi traversa al centro. Raccoglie Corti che seppure circondato da due alessandrini colpisce da distanza ravvicinata: Pozzani respinge come può sullo stesso giocatore che raddoppia. E’ IL MOMENTO DEI BIANCOROSSI che sciamano verso l’area mandrogna. Sono veramente incontenibili in quanto la controparte offre ben poca resistenza. Pippo deve farsi in quattro per evitare che il passivo assuma proporzioni troppo consistenti. La catastrofe è nell’aria, pare inevitabile. Il portiere rimedia come può ad alcune incursioni da brivido nella sua area poi, gli attaccanti biancorossi gli danno una mano pasticciando davanti alla rete dei mandrogni. Terza rete all’ottantesimo ad opera di Sanseverino apparso tra i più attivi. L’ala servita da Corti fa tutto da solo: si ’’beve’’ due difensori poi attira fuori porta Pozzani e lo fa secco. Il pubblico vorrebbe altri gol, ma la fragile impalcatura alessandrina sostenuta dalla forza della disperazione regge portando alla fine una partita da seppellire in tutta fretta. Dall’Alessandria è logico e giustificato attendersi qualcosa in più: la resa di Monza è proprio senza condizioni. La stanchezza, il rilassamento, le traversie tecniche non possono giustificare un cedimento cosi clamoroso. Urge effettivamente stringere i freni, fare il censimento delle forze, trovare la strada per uscire dal vicolo cieco. La prossim a domenica arriva il Lecco che per trequarti di campionato fu valido antagonista degli alessandrini. E ’ l’ultima partita interna della neopromossa Alessandria. Sono previsti grandi festeggiamenti indetti dai clubs « Alè grigi » e « Fedelissimi ». Dopo la riuscita "fiaccolata” per le vie cittadine di sabato scorso — mai visti tanti sportivi — giunge l’ora dell’epilogo. L’Alessandria edizione 1973-74 chiude il capitolo davanti al pubblico amico. Si spera in una prova d’orgoglio, in un confronto che rispolveri i successi degli scorsi mesi. Lo chiedono i fans piuttosto delusi dalle docce fredde che si susseguono con troppa frequenza. UN CENNO ALLA CRISI DIRIGENZIALE che travaglia la società dopo l’allontanamento di Dino Ballacci, le dimissioni del presidente Paolo Sacco e la volontà del Commissario straordinario Remo di mettere a disposizione di terzi l’Alessandria U. S. Molto si è scritto sul deficit della società, degli impegni che dovrebbe assumere il nuovo responsabile, ma per il momento nessuno ha chiesto al diretto interessato notizie precise in merito. Mentre il campionato volge al termine nessun industriale o gruppo è uscito allo scoperto per trattare l’acquisto dei grigi. Personalmente abbiamo interpellato alcuni possidenti, ma le risposte sono state vaghe e scoraggianti. Cerchiamo di fare i conti in tasca all’Alessandria. Il patrimonio si dovrebbe aggirare sui 500 milioni di lire, ci sono poi le garanzie bancarie. II subentrante oltre a pagare a Sacco lo somma sopraindicata deve assumersi il credito verso diverse società le quali devono perfezionare gli acquisti dei giocatori. Nel mondo del calcio non si paga a contanti, ma rateizzando in due o tre anni. Se le informazioni non sono errate l’Alessandria U. S. sarebbe creditrice verso queste ultime di oltre 400 milioni. Il futuro presidente sostituendosi a Sacco nell’ipotesi che l’industriale rinunci, deve sborsare i quattrini che poi incasserà nei prossimi mesi. La situazione è piuttosto pesante e non si vede al momento attuale il magnate disposto a fare il gran gesto che comporta l’esborso di una somma tutt’altro che disprezzabile nonostante la... svalutazione della moneta. E ’ ancora possibile sperare nel miracolo? E ’ difficile a dirsi. Una cosa dev’essere certa: nel più breve tempo possibile deve essere chiarita la crisi al vertice, condizione indispensabile per affrontare sia il problema dell’allenatore che la campagna acquisti - vendite. Il movimento dei giocatori deve avvenire solo dopo che il nuovo tecnico avrà visionato i quadri e conosciuto le intenzioni del ”patron” della società. Il tempo delle incertezze sta per finire, come è logico avvenga per non aumentare il caos. I giocatori negli ultimi 180 minuti devono rimboccarsi le maniche, fare appello alla coscienza professionistica che in passato non è venuta mai meno. Con il Lecco, sia chiaro, si deve chiudere in bellezza, con un successo che faccia dimenticare i rovesci patiti con la Pro Vercelli e il Monza che non sono affatto squadre monstre. Coraggio e... in bocca al lupo. (Il Piccolo - Il Gattopardo) ALESSANDRIA SENZA MORDENTE COSTRETTA ALLA RESA A MONZA: 0-3 Travagliata da una crisi dirigenziale e tecnica la squadra piemontese è apparsa l'ombra della compagine che ha dominato il torneo - Impeccabile direzione di Rosario Lo Bello Dopo aver subito tre reti dalla Pro Vercelli sul terreno amico domenica scorsa, l'Alessandria ne subisce altrettanto da un Monza deciso a far bella figura davanti al proprio pubblico e a mantenere la concentrazione in vista del retour match di semifinale della Coppa Italia semi pro con la Massese. Ben impostato a centrocampo con Bolognesi ed i due Sala in bella evidenza, al Monza sono bastati 16' per andare in vantaggio dopo che già quattro minuti prima Pozzani era stato costretto a smanacciare in angolo un insidioso cross di Antonelli dalla sinistra. Il gol è venuto da una punizione sulla sinistra (fallo di Maldera su Sanseverino) che Bolognesi calibrava alla perfezione per Fabio Sala appostato dalla parte opposta. In tuffo il mediano monzese infilava di testa dalla parte opposta. L'Alessandria che già aveva fatto poco in quel primo quarto d'ora, non trovava neppure la forza di reagire e continuava a subire l'iniziativa dei padroni di casa. I grigi mostravano la corda specie a centro campo dove il solo Reja cercava di portare un poco di ordine alla manovra; ma era troppo poco visto lo scarsissimo apporto che riceveva dai compagni e specialmente da Dolso (non ricordiamo che abbia toccato più di un paio di palloni), giustamente sostituito poi nella ripresa con Mazzia. Soltanto al 31' l'Alessandria dopo aver corso un paio di altri pericoli sembrava risvegliarsi. Su cross di Manueli, Maldera era prontissimo all'appuntamento di testa. Ma Anzolin rispondeva da campione deviando di intuito sulla traversa la palla che poi veniva allontanata da Reali. Sfumata l'occasione i grigi tornavano al loro letargo. Il tempo si chiudeva cosi con il Monza in vantaggio per 1-0. Nella seconda parte della gara, la musica non cambiava. Puntualmente venivano cosi il secondo ed il terzo gol del Monza. Al 55' era ancora Bolognesi a propiziare la rete con un cross dalla destra su cui Di Brino tardava a liberare permettendo così a Curti, entrato nella ripresa al posto di Beretta di insaccare al secondo tentativo dopo che Pczzani gli aveva respinto col corpo il tiro ravvicinato una prima volta. L'ultima rete, a 10' dal termine portava la firma di Sanseverino che, ricevuta la palla in area, faceva tutto da solo dribblando un I paio di avversari e quindi infilando con un preciso tocco di esterno sinistro Pozzani in uscita. L'Alessandria dunque raggiunta la promozione ha subito la seconda batosta in solo otto giorni e quella odierna avrebbe potuto essere ancora più pesante se si pensa che il Monza può vantare al proprio attivo anche due pali, entrambi nella ripresa, colpiti da Reali (58') con un violentissimo tiro dal limite ed il secondo scaturito da una deviazione di Pozzani, uscito alla disperata incontro a Sanseverino (63'). Indubbiamente il licenziamento, di Ballacci e quindi la crisi dirigenziale sta influendo non poco sui giocatori in quanto non è pensabile si possa unicamente parlare di deconcentrazione inerente alla promozione già raggiunta, quando si vede giocare, o meglio non giocare, una squadra come è successo oggi. Leggere sui giornali che la squadra è in vendita non può far bene a nessuno, specie ai giocatori, ed e quindi auspicabile che presto si risolva l'attuale situazione. Non entriamo in merito su chi abbia ragione, ci limitiamo ad osservare che se qualcuno vuol salvare l'Alessandria dall'attuale crisi è bene si faccia avanti (e non soltanto a parole) al più presto, altrimenti si lasci fare alla famiglia Sacco, che nonostante le dimissioni date in blocco rammarica di abbandonare i grigi proprio nel giorno in cui è stato raggiunto quell'obiettivo della Serie B inseguito per anni. Sicuro e preciso l'arbitraggio di Lo Bello jr. bravo come il padre Rosario Lo Bello: indubbiamente come il suo famoso papà ha molti numeri e si può star certi che presto arriverà a più ampie platee. (La Stampa - Ed. Sport - Giorgio Barberis) Risultati: P. Vercelli - Belluno 1-1 Triestina - Bolzano 1-2 Savona - Gavinovese 0-0 Vigevano - Legnano 0-2 Derthona Padova 1-1 Solbiafese - Seregno 1-0 Lecco - Trento 0-1 Clodiasott. - Udinese 1-0 Mantova - Venezia 2-2 CLASSIFICA: Alessandria p.52; Udinese, Venezia 44; Monza 43; Lecco, Seregno 41; Mantova 39; P. Vercelli, Bolzano, Solbiatese 37; Belluno 36; Vigevano 35; Trento 34; Padova 33; Legnano, Gavinovese 31; Clodiasott. 30; Savona 29; Triestina 25; Derthona 21 Marcatori: 15 reti: Panucci (Savona) e Ulivieri (Gavinovese); 14 reti: Inferrerà (Belluno): 12 reti: Zanolla (Mantova), Canzi (Seregno) e Peressin (Udinese); Il reti: Turella (Mantova), Sanseverino (Monza), Vanazzi (Seregno), Basili (Vigevano). Il punto sul campionato Savona e Gavinovese, entrambe in lotta per la promozione, si sono accontentate di un punto per parte: i liguri hanno tentato qualche affondo nella prima frazione di gioco ma dopo l'espulsione di Panucci, hanno rinunciato a tentare offensive. Contro il Belluno la Pro Vercelli meritava di vincere premendo tutto il match nella metà campo avversaria ma non è stata capace di concretizzare. Il Derthona non è andato oltre il pareggio casalingo contro il Padova, un pareggio che ha deluso i tifosi: è stata annullata una rete ai biancorossi. Il Vigevano è stato sconfitto a Legnano che ha segnato grazie a due errori della difesa di casa.