Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1969/1970
Serie C
15-03-1970 - Giornata: 26 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Treviso AC 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 76. Di Giovanni P.[A] 24. Magistrelli [Tr]

Alessandria US Moriggi Avelino, Piacentini Lorenzo, De Luca Sergio, Marella Giovanni, Colombo Antonio, Chinellato Bruno, Bagatti Romano, Magri Pier Luigi, Villa (II) Silvano, Di Giovanni Pasquale, Dori Franco A disp.:Berta Massimo, (P) Binelli Pietro All.: Manente Sergio

Formazione avversaria
TREVISO AC: Piccoli, Sirena, Paladin, Alberti, Zahtila, Bellina, Magistrelli, Righi, Goffi, Zambianchi, Galtarossa. A disp.: Tiengo, Agnoletto. All: Magistrelli Luciano

Arbitro: Serafino Domenico (Roma)
Note
Ammoniti: Alberti [T], Bagatti [A] Angoli: 5-3 Tempo coperto, con pioggia intermittente; fondo del campo buono Esame antidoping per Piacentini, Bagatti, Dori, Sirena, Magistrelli e Galtarossa. Inizio gara ore 14.30

Commento
ADDIO ALLA B DOPO IL TREVISO Sfortuna e mediocrità spengono l’ultima fiammella © L’Alessandria confusionaria come sempre spreca non meno di cinque palle - gol © La capolista: un tiro ed è gol © Pensiamo al futuro e valorizziamo i giovani se nel vivaio ce ne sono; i ” senatori” non servono più E’ SFUMATA ANCHE L’ULTIMA ESILE SPERANZA: per quest’anno di serie B non se ne parlerà più. A dire' il vero l’addio alla promozione i grigi lo avevano dato dopo la sconfitta interna, ma Manente (e non solo lui) credeva nel miracolo. A quota — 11 in media inglese con otto punti di distacco dalle prime (che sono a — 3) si è chiuso il capitolo del ritorno tra i cadetti. Sarà per il prossimo anno. Bene . faranno i dirigenti a pensare al futuro valorizzando i giovani visto che gli anziani ed in particolare Dori e Bagatti non sono riusciti a compiere il miracolo. L'incontro con il Treviso, capolista del girone A della Serie C, era particolarmente atteso: occorreva vincere per mantenere, come aveva detto Manente, quel 40 per cento di possibilità che ancora rimanevano. Sul cliché delle precedenti esibizioni i grigi si sono fatti infilare: è mancata la fortuna, questo è vero, ma nessuno l’ha aiutata ed il risultato di uno a uno è da considerarsi giusto. Cosa è accaduto contro i trevigiani, un undici che di eccezionale ha solo la vigoria atletica ben distribuita in ogni settore? L’Alessandria è partita bene come impostazione tattica con Villa che si portava a spasso il suo angelo custode per creare un varco per Di Giovanni. La serie delle occasioni sprecate l’ha iniziata Chinellato dopo soli sei minuti di gioco. Si è trovata tra i piedi la palla buona, ha pasticciato parecchio poi ha tirato e colpito il palo. Da questo momento gli errori di un attacco sempre più asmatico si sono accumulati mentre la difesa, per non essere di meno, si è trovala in difficoltà ogni qualvolta scendevano a rete Magistrelli e Goffi. Al 23’, sul primo e unico tiro dall’inizio della partita, i grigi hanno "pescato”. Azione sulla destra di Goffi, centro e palla ad Alberti che la rimette al centro: liscio di Colombo e l’ex, Magistrelli, fa secco Moriggi, che nulla può fare per evitare il bolide che si infila sotto la traversa. Il gioco si fa farraginoso; ognuno gioca per sè; il centrocampo è un pio desiderio. Chinellato non riesce ad appoggiare un pallone utile s u f compagni; Dori e Bagatti si scambiano sovente di posto senza mai dare fastidio alla difesa; Villa corre come un cavallo m atto per tutto il campo non riuscendo a combinare qualcosa di buono. La solfa è sempre la stessa, quella di tre settimane orsono o di quattro mesi fa, come meglio si preferisce. L’agonismo non manca: è l’unica cosa che pare non difettare ai grigi ed in particolare ad alcuni atleti. Le occasioni da gol non mancano, ma non c’è un solo uomo che le sappia sfruttare. La confusione che si crea in area avversaria è spaventosa: dove non arrivano gli avversari c’è lo zampino dei ’’nostri” che si ostacolano a vicenda. Una baraonda indescrivibile, una vera torre di Babele, per dare una idea al lettore più sprovveduto di cose calcistiche. « E’ dall’inizio del campionato, dice un tifoso, che giocano così. Ognuno marcia da indipendente. Sono fermi, si fanno anticipare su ogni pallone ». Sono cose che abbiamo scritto cento volte, ma nessuno ci ha mai creduto, tanto vale insistere ancora. Nonostante il marasma generale, il nervosismo che travaglia ogni uomo in maglia grigia, le occasioni non mancano, ma nessuno ne sa approfittare. Era una partita che si poteva vincere, senza difficoltà, per 4 a 1; i gol potevano essere molti di più. Come sempre, si dirà che la sfortuna ha tarpato le ali dell’Alessandria, m a basta questa frase per giustificare un campionato buttato alle ortiche? C’è da domandarsi invece cosa si è fatto per aiutare la dea bendata a darci una mano. Una squadra che durante l’arco dei novanta minuti non riesce a concludere su manovra le sette otto occasioni che ha avuto a portata di mano, deve recitare solo il ” mea culpa ”. Responsabilità del tecnico o dei giocatori? Sovente ci è stata posta questa domanda e la risposta è che sia il primo che i secondi sono compartecipi di questa ennesima delusione. Su Dori e Bagatti abbiamo espresso L nostro giudizio in diverse occasioni: lo abbiamo pure scritto dopo l'esordio dell’ex laziale. Pochi hanno creduto alle nostre parole; altri ci hanno accusati di essere dei disfattisti. Non bastano i due gol segnati a Biella per dire che si è fatto un grande acquisto. Si poteva rimediare con qualche giovane, ma la risposta che ne abbiamo avuto lascia veramente perplessi: « Non c’è nessun’altro. Dove sono i giovani? ». Frank, perdute le staffe se ne è andato a casa — ha fatto malissimo — ma lo i poteva sfruttare di più; Preda è divenuto tabù: sarebbe pure lui mediocre, ma per il momento il rettangolo del « Moccagatta » gli è vietato perchè ha il torto di non giocare peggio delle ali titolari; Zorzi, il centravanti che lo scorso anno regalò l’ultima vittoria del campionato, sarebbe immaturo. Altri non ne conosciamo, ma in compenso ricordiamo i risultati finora acquisiti ed in particolare quelli del « Moccagatta ». Contro il Treviso una punizione - sorpresa di Di Giovanni ha salvato il risultato ed evitato polemiche assai più pesanti. Una partita da dimenticare come la maggior parte delle altre disputate sul terreno amico. Abbiamo visto all'opera tutte le grandi o quasi del campionato e, ad eccezione della Triestina e del Lecco, nessuna ha mostrato di essere un complesso di uomini ’’mostri”. Giocatori forse modesti, m a con tanta volontà; sempre pronti su ogni pallone; molta vigoria atletica. Contro queste squadre non siamo mai riusciti ad opporre un’altrettanta vitalità e caparbietà. Come abbiamo detto all’inizio, il campionato è veramente finito: tanto vale ringiovanire la squadra con i ragazzi, se necessario: e saranno valorizzati tutti quei giocatori che aspirano a cambiare maglia. Quest’anno abbiamo veramente il tempo per pensare al futuro, per fare le cose per benino. Non parliamo più di B per non fare ridere i polli, ma gettiamo le basi per il nuovo campionato. Si vuole veramente condurre l’Alessandria in B o restare invece in eterno in C? E ’ questa una domanda che merita una risposta che attendiamo non ora, per carità, m a tra qualche mese, quando si sarà ponderato il prò o il contro. Attendiamo (Il Piccolo) LA CAPOLISTA FERMATA AD ALESSANDRIA Un rigore negato ai grigi L'Alessandria subisce un gol e sembra spacciata, ma nel finale riesce a rimontare e sfiora addirittura la vittoria. Deve accontentarsi del pareggio, ma non per colpa sua: l'arbitro, anziché concedere un calcio dì rigore al grigi (come avrebbe dovuto), sbaglia clamorosamente, assegnando una punizione in favore del Treviso. Un errore molto grave, che consente al veneti di restare soli al comando della classifica e toglie alla squadra di Manente, ogni ulteriore speranza dì promozione. E' l'episodio « chiave » di tutta la partita. Siamo al 37' della ripresa: c'è una mischia nell'area del Treviso, il portiere è appena uscito a vuoto ed è spiazzato: Villa colpisce il pallone di testa, sta per entrare in rete ma Zahtila, proprio sulla linea, lo respinge con una manata. Rigore netto, non c'è dubbio. L'arbitro invece, inspiegabilmente, fischia addirittura un caldo di punizione in favore del veneti, forse per un presunto fallo dello stesso Villa sul portiere. Inutili le proteste dei piemontesi, il giudice di gara è irremovibile. Negli spogliatoi si accendono le polemiche. Manente è furibondo: « Il rigore era evidentissimo — dice —, l'hanno visto tutti meno l'arbitro. Non c'è stato alcun fallo sul portiere, ci è stato rubato un punto, e non è la prima volta. I miei giocatori mi hanno riferito che il signor Serafini chiamava i veneti per nome, non per cognome. A questo punto ogni ulteriore commento è superfluo, mi pare ». Anche l'tng. Sacco, presidente dei grigi, è molto seccato, con gli altri dirigenti parla chiaramente di « arbitraggio scandaloso ». Ai cronisti dice soltanto: « Una soddisfazione personale voglio prendermela anch'io: l'arbitro aveva chiesto di essere accompagnato a Genova in macchina per fare in tempo a prendere l'aereo per Roma, vuol dire che tornerà in treno. Ho dato precise disposizioni al riguardo ». Un episodio significativo. L'Alessandria ha giocato una partita coraggiosa, attaccando per ottanta minuti su novanta e creando parecchie occasioni da rete. Le ha sbagliate quasi tutte, è vero, ma non sempre per precipitazione o per clamorosi errori di mira: al 6' del primo tempo, ad esempio, un tiro di Chinettato è stato respinto dal palo a portiere battuto: e un quarto d'ora dopo un Intelligente pallonetto di De Luca ha trovato Piccoli pronto ad un balzo da campione. I grigi attaccavano, soprattutto con Di Giovanni (centravanti dt fatto, se non di numero) e con Villa, i veneti si spingevano in avanti soltanto con rare azioni di aleggerimento. Eppure è stato proprio il Treviso, con il suo primo tiro in porta, a portarsi improvvisamente in vantaggio al 24': cross di Goffi, passaggio di Galtarossa a Magistrelli ed imparabile gol di quest'ultimo da pochi passi. Superando lo choc, l'Alessandria è tornata a spingersi all'offensiva ed al 36' ha sfiorato ti pareggio: Bagatti è scattato sulla destra, ha superato il portiere In uscita ma il pallone è finito fuori di poco. Il gol dei grigi è venuto al 31' della ripresa. Ha segnato Di Giovanni, direttamente su calcio di punizione, da posizione molto angolata: il pallone, molto « tagliato », è passato tra una selva di gambe ed è finito in rete, senza che il portiere tentasse neppure la parata. Poi il rigore negato, le proteste, i fischi del pubblico. Il Treviso, forte in difesa ed a centrocampo grazie soprattutto all'inesauribile Magistrelli (che tocca il pallone da campione, ma non si abbandona mai a preziosismi inutili), si è dimostrato quasi inconsistente all'attacco, anche nelle rare occasioni in cui si è spinto in avanti con quattro o cinque uomini: l'Alessandria ha sbagliato molto, forse troppo. Ma più dei grigi — è doveroso riconoscerlo — ieri ha sbagliato l'arbitro. (La Stampa - Ed. Sport - Maurizio Caravella) Risultati: Biellese - Solbiatese 0-1 Legnano - Derthona 1-1 Novara - Seregno 10 Padova - Marzotto 2-1 Rovereto - Monfalcone 1-0 Trevigliese - Udinese 0-1 Triestina - Pro Patria 0-1 Venezia - Lecco 1-1 Verbania - Sottomarina 1-0 CLASSIFICA: Treviso p 36; Novara, Lecco 35; Triestina* 32; Rovereto, Solbiatese 30; Alessandria 28; Legnano 27; Seregno, Udinese 26; Verbania, 25; Padova 24; Monfalcone, Sottomarina, Venezia 22; Pro Patria, Derthona* 20; Trevigliese 19; Marzotto 18; Biellese 17 *una gara in meno La ventiseiesima giornata ha sentenziato che le quattro fuggitive stanno attraversando un brutto periodo. Il Treviso può dir grazie al signor S era fin i di Roma se è riuscito a tornarsene da Alessandria imbattuto e ancora solitario capoclassifica: il L ecco da parte sua, soltanto all'89’ ha raggiunto il pareggio contro un Venezia chiaramente in ripresa che ha dominato lo incontro grazie alla grossa prestazione dei suoi centrocampisti. Il Novara ce l’ha fatta a vincere, ma quanta fatica! In più si sono in fortunati Canto e Calloni e così i grattacapi per Parola si moltiplicano. L’esordio del giovane interno Bertoni al posto dello squalificato Correrà , si è rivelato, tra l’altro, disastroso e ciò deve costituire motivo d’allarme per l'immediato futuro quando si dovrà concedere un po’ di riposo ai titolari stanchi. La quarta componente il gruppetto d’avanguardia, vale a d ire la Triestina, si è disintegrata al Valmaura al cospetto di una pietosa Pro Patria scesa in terra giuliana con l’unico intento di mantenere in proporzioni accettabili i termini della sconfitta. Invece un goal del centravanti bustocco Panucci ha determinato il risultato a sorpresa . Ora gli uomini di Trevisan si trovano a quattro punti dal Treviso, m a con una partita in meno. E domenica prossima in programma c’è nientemeno che Treviso - Triestina. Ancora una volta, si è visto chiaramente che nel girone A della serie C non esiste una vera e propria squadra guida e manco una compagine che si elevi in modo particolare su tutte le altre. Si viaggia sempre sul filo del rasoio contando più sulla selezione naturale che sulle proprie forze. In coda continua il calvario della Biellese nuovamente sconfitta sul terreno amico (si fa per dire ); l’ennesimo colpo alle speranze di salvezza questa volta glielo ha dato la spumeggiante Solbiatese che non finisce mai di stupire. La cosa che più impressiona della giovane squadra lombarda è la poliedricità dei suoi componenti che pur impiegati, a seconda d elle necessità, nei ruoli più disparati riescono sempre a fornire ottimi risultati; come dire: pur cambiando l’ordine dei « Fattori » il prodotto non muta. Considera n do la media inglese, oltre alla già citata Biellese, vediamo che se la passano male il Marzotto e la Trevigliese rispettivamente a meno 20 e meno 21, mentre il Derthona e la Pro Patria che stanno immediatamente avanti come punteggio, hanno una media inglese nettamente migliore. Fra le squadre inguaiate possiamo ancora mettere il Venezia , il Sottomarina ed il Monfalcone mentre ormai Padova e Verbania dovrebbero ritenersi salve. Le rimanenti sei squadre, quelle, per intendersi, che form ano il centro classifica, continuano il loro cammino accontentandosi di risultati di prestigio e di mettere in mostra i loro «gioielli» in vista della prossima campagna acquisti e vendite. Gli espulsi in questa giornata sono stati due e cioè Cattani del Marzotto e Sigarini della Triestina. Due anche i rigori accordati; di questi, uno lo ha realizzato il verbanese Benigni, l'altro lo ha sciupato Vivian del Novara. (Il Piccolo)