Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1977/1978
Serie C
02-10-1977 - Giornata: 4 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria Calcio US - Audace AC 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 72. aut. Sirena [Au]

Alessandria Calcio US Lucetti Angelo, Moretti Franco, Di Brino Marcello, Chiogna Ezio, Colombo Antonio, Molinari Pietro, Bosetti Ermanno, Vagheggi Claudio, Baglini Stefano, Bologna Vincenzo, Ferraris (I) Alessandro [65. Di Giulio Riccardo] A disp.:Barozzi Roberto, (P) Vezzulli Ivano All.: Trebbi Mario

Formazione avversaria
AUDACE AC: Riccardi, Campara, Cecco [77. Peruzzo], Andriolo, Canazza, Sirena, Angeloni, Frinzi, Vendrame, Meroni, Stefanetti. A disp.: Bianchi, Zecchini. All.: Beraldo Eros

Arbitro: Lombardo Salvatore (Marsala).
Note
Ammonito 68. Meroni [Au]. Spettatori: 2.500 Inizio gara ore 15.00

Commento
I "GRIGI" DORMONO.. SIRENA LI SVEGLIA I veronesi, autolesionisti oltremisura, regalano su un piatto d’ argento i due punti. L’Alessandria, sino all’insperato regalo, aveva disputato una gara incolore. Una vittoria veramente importante osservando la classifica che vede l'Udinese in cima alla graduatoria e il Piacenza ruzzolare nella polvere. Eppure il successo dei grigi ha destato critiche a non finire, illazioni a tutto spiano. Il pubblico gioisce per i due punti, ma nel contempo fa il muso se i beniamini vivacchiano sul rettangolo dimostrando di impegnarsi unicamente per mettere a tacere le ambizioni dell’antagonista. Domenica al Moccagatta i ragazzi di Trebbi i punti li hanno conquistati più per demerito e sfortuna dell'ospite che per bravura propria. I mandrogni squadra decisamente giovane (l’allenatore ha fatto esordire Ferraris appena diciannovenne) si distinguono per le alterne esibizioni. Bravissimi a Trieste, chiaramente insufficienti nella seconda casalinga della stagione. Un male unicamente giovanile oppure un peccato di presunzione? L’analisi o la diagnosi è per nulla facile. All’inizio di stagione i giudizi vanno soppesati, guai lasciarsi trascinare dal desiderio di pronunciare sentenze e giudizi.L’Alessandria vista in campo era decisamente giù di tono, irriconoscibile rispetto alle partenze brucianti evidenziate nelle prime partite di Coppa Italia, Due punti sono incasellati, tuttavia addentrandoci nell’esame critico emergono troppi punti oscuri, dubbi, incertezze. I ragazzi di Trebbi avevano l’obbligo di vincere: l’Audace, matricola veronese, nelle quattro partite sinora giocate è rimasta a mani vuote. Nessuna rete segnata, otto gol al passivo. Il protagonista pendeva unicamente da una sola parte. Partendo dai presupposti statistici il tecnico ha optato per le tre punte nella speranza di fare un sol boccone dei veneti. Mai errore è stato pagato a caro prezzo. Giocare con tanti attaccanti presuppone un centrocampo funzionale, pronto al disimpegno e un’analoga rispondenza delle punte. Mancando la sincronia dei movimenti il meccanismo si inceppa rischiando di travolgere i protagonisti. Gli orsacchiotti hanno sbagliato i calcoli e, contro un avversario votato unicamente alla difensiva con eventuali inserimenti in contropiede, si sono trovati a mal partito. Aggiungendo alle carenze tattiche un totale e generale scadimento di forma il quadro è "completo”. L’Audace formazione senza ambizioni di promozione in Cl, giocando in scioltezza sfrutta la distensione per inguaiare gli avversari. Sinora a dire il vero di fortuna ne ha avuta poca. Nel derby della scorsa settimana a Padova i ragazzi di Beraldo, dopo avere centrato tre pali sono usciti battuti, analoga sorte è toccata con la compagine di capitan Colombo. I rossoneri tuttavia il dover lo hanno fatto sino in fondo attuando alla lettera le disposizioni impartite dal tecnico. Difesa e centrocampo assestato nella propria trequarti e al centro del campo un volpone rispondente al nome di Vendrame. L’anziano centrocampista marcato a zona da Di Brino, ha fatto il bello e il cattivo tempo condizionando un avversarlo decisamente dimesso, poco propenso a rimboccarsi le maniche per costringere l’avversario ad uscire dal guscio, ad allargare le maglie. I veneti affidandosi ad un gioco corto hanno tenuto in scacco i padroni di casa per ben 71’ ed avrebbero proseguito oltre se Sirena fosse stato meno sbadato. Il rossonero deviando un tiro di Bosetti non solo ha consentito ai grigi di passare in vantaggio, ma ha letteralmente demolito: compagni sicuri di assaporare la gioia del primo punticino. Per i locali una circostanza fortunata, per gli ospiti la ben nota legnata tra capo e collo che ti lascia senza fiato. L’Alessandria pur senza meritare tanta grazia si è trovata con il successo in tasca a compenso, probabilmente, della iella della gara di esordio casalingo con il Piacenza. Trebbi e giocatori da domenica sera hanno pareggiato il conto con la fortuna, una signora biricchina pronta ad elargire gioie e dolori. I brevi cenni di cronaca sono eloquenti per fotografare la squadra e la partita. Scendendo ad un esame dettagliato oltre ad evidenziare lacune tecniche emergono carenze atletiche tali da destare preoccupazioni se la squadra non avesse abituato i tifosi ad alti e bassi, li campionato dei grigi si può paragonare ad una specie di montagna russa, una domenica su l'altra giù. Il cedimento considerata la buona preparazione precampionato, trae origini probabilmente da una specie di complesso psicologico. La squadra si trascina nel subcosciente la sconfitta rimediata nell'ultima partita di Coppa Italia con il Sant’Angelo. Il tema di trovarsi davanti ad un avversario, apparentemente modesto, capace di rovesciare il pronostico incide negativamente sui giovani e sugli anziani. Nel post-partita Mario Trebbi ha parlato di condizionamenti dei ragazzi, di esami e di test. «I ragazzi lavorano sciolti sino al venerdì: avvicinandosi la partita si innervosiscono, dimenticando quanto appreso durante la settimana. Altra spiegazione è difficile da trovare». Procederà con il bisturi sin dalla prossima domenica? E’ probabile alla luce del recente confronto. L’Alessandria, è bene dirlo, si è salvata principalmente per l’abilità di Lucetti. Il portiere grigio, considerato giustamente una sicura promessa, sventando nella parte iniziale due botte consecutive, ha consentito il realizzarsi del successo a scoppio ritardato. Lucetti, Moretti e Molinari sono i soli a salvarsi, ad uscire dallo stadio a testa alta. Tre giocatori su undici sono troppo pochi pure per una compagine avente l’obiettvo del raggiungimento della C1. Se l’estremo difensore è apparso l’uomo forte della compagine, il tanto contestato Moretti — pur senza eccellere — ha mostrato di sapersi battere con determinazione lottando su ogni palla comprese le impossibili. Pur handicappato sul piano della tecnica pura ha supplito con la preparazione atletica, la responsabilità derivante dal suo ruolo alle pecche contrastando e contenendo il diretto antagonista. Una prova di umiltà al cospetto di compagni poco disposti a seguirlo sulla strada dell’agonismo puro. Alla pari del terzino, Molinari riconfermato nel difficile compito di libero ha giocato una gara praticamente senza errori. Tranquillo ha atteso gli avversari al limite dell’area, li ha affrontati con grinta senza eccedere negli interventi fallosi. Il ragazzo nei momenti di maggiore drammaticità della situazione ha tenuto i nervi saldi evitando sbandamenti oltremodo pericolosi. I compagni purtroppo raramente li hanno seguiti sullo stesso terreno aggravando le carenze di una compagine alla ricerca di un gioco in attesa di un uomo d’ordine, il cosidetto regista. Sulla scorta delle informazioni ricevute Trebbi aveva optato su Di Brino come guastatore su Vendrame considerato l’uomo tuttofare della compagine veronese. L’ex patavino è per nulla mostro, ha il grosso vantaggio di afferrare al volo i punti deboli degli avversari. Operando in posizione arretrata manovra al rallentatore, trattiene la palla per consentire lo smarcamento, contrasto per tornare in possesso della sfera per riprendere il lento e noioso dialogo. Neutralizzando l'Audace perde di un buon trenta per cento di potenziale difensivo e d'attacco. Di Brino opposto al "cervello" rossonero si è mostrato sprovveduto, sull'esempio del ragazzino alle prime armi. Una semplice finta — sempre la stessa — bastava per superarlo e ricuperare lo spazio necessario per mettere in movimento il lento complesso di Berardo. Un Marcello chiaramente irriconoscibile rispetto alle esibizioni della scorsa stagione. Lento nel ricupero, incerto negli inserimenti, il difensore non ha neppure saputo sfruttare il vantaggio di trovarsi, in ripetute occasioni, catapultato verso la rete dei veronesi. Ad un difensore chiaramente sottotono si è aggiunta l'opaca esibizione di capitan Colombo insuperabile nella bolgia del Valmaura. Lo stopper ha faticato, ha stretto i denti, ha sudato per contenere Stefanetti, bravo fin che si vuole, ma certamente controllabilissimo. Con una difesa aperta agli inserimenti dei rossoneri più preoccupati della difesa che della offesa, il centrocampo ha smarrito ben presto il bandolo della matassa del gioco. Concediamo attenuanti a Chiogna, dal gioco lento, non a Bosetti e Bologna dotati di esperienza e di talento tali da sopperire a cedimenti di ordine fisico. L’ex tarantino mascherato da ala, in realtà uomo di "cerniera” pur distendendosi in ripetute azioni di alleggerimento è mancato nei collegamenti con i compagni. Passaggi a scartamento ridotto, grosse ingenuità contro avversari decisamente inferiori sul piano della tecnica. Venendo meno l’apporto di Bosetti, rifinitore e rifornitore, il settore di centrocampo si è letteralmente dissolto. Le speranze di trovare in Bologna l’uomo idoneo a coordinare la manovra sono sfumate sin dalle prime battute quando l’interno ha confermato di avere un passo turistico, da marcia non competitiva. L’Alessandria mancando delle pedine capaci di fare viaggiare le punte si è seduta sperando nelle rare serpentine di Vagheggi. Il militare indubbiamente fragile nel carattere e indolente sta sollevando valide riserve sull’apporto al collettivo. La forza del giocatore deriva essenzialmente dallo scatto, da un fattore atletico. Mancando il supporto di un’adeguata preparazione le idee si annebbiano con faciliti, le gambe cedono rapidamente dopo alcuni strappi. L’attaccante consuma rapidamente le energie per cui necessita del ricupero immediato senza il quale gli è impossibile ripetersi Il ragazzo deve essersi dimenticato di essere una punta, impiegato con funzioni di tornante per consentirgli di sfruttare il maggiore allungo. A differenza degli altri colleglli con le identiche caratteristiche conclusa l’azione è costretto a rientrare al piccolo trotto lasciando sguarnita la fascia di campo affidatagli. Vagheggi deve convincersi a fornire un maggiore contributo, in caso contrario è saggio e utile relegarlo sulla panchina in attesa di un ravvedimento. Alla pari dell’estrosa ala, Baglini continua ad evidenziarsi unicamente per l'immobilismo. In aree affollate il ragazzo perde di lucidità mancandogli lo spazio vitale per sfruttare la "castagna”, il tiro al fulmicotone. Un uomo d’area deve sapere muoversi, svincolarsi dall’attenta guardia svariando sulle estreme, evitando di rientrare nella zona dei centrocampisti. Il centravanti sinora ha mostrato unicamente il fisico, dimenticando di sfruttarlo adeguatamente entro l’area di rigore. Giudizio insufficiente per l'esordiente Ferraris: il ragazzo è ben lontano dall’essere indicato come risolutore delle azioni. Oltre ad essere troppo fragile, tatticamente è acerbo e la conferma si è avuta in ripetute fasi della partita. L'ala solitamente quando l’azione si svolge sull'opposto fronte, tende ad allargarsi per smarcarsi ed avere maggiore spazio: Ferraris invece tende continuamente a stringere al centro ostacolando i compagni e sguarnendo il settore. La giornata negativa ha avuto riflessi pesanti pure per Di Giulio entrato nella ripresa per sostituire il compagno. Il giovane ternano ben poche volte è riuscito ad inserirsi nel vivo della manovra,a trovare lo spazio sia per ricevere il passaggio quanto per incunearsi verso la porta avversaria. Una squadra decisamente dimessa sotto il profilo fisico e tecnico, irriconoscibile sotto l’aspetto dell’agonismo puro. «L’Alessandria non regge — sottolinea Trebbi — le tre punte. Mancano gli uomini idonei a svolgere un tale tipo di gioco. A centrocampo infine gli scambi sono farraginosi, raramente si assiste ad una interminabile serie di scambi nel raggio di pochi metri quando sarebbe utile e indispensabile fiondare in avanti. I giocatori stranamente dimenticano le istruzioni impartite durante la settimana. Vedremo di adottare energiche contromisure. L’unico dato positivo sono i due punti, sulla partita meglio evitare di soffermarci». Dalle parole del tecnico traspare la volontà di tornare sin dal prossimo confronto all’antica, cioè al modulo delle due punte fisse con Tinseri mento di un centrocampista che dovrà necessariamente sganciarsi a supporto della manovra offensiva. Superato lo choc della prima vittoria stagionale i grigi sono chiamati ad un altro importante cimento contro il Bolzano, squadra decisamente superiore all’Audace. La formazione schierata domenica deve necessariamente subire una verifica sul piano fisico e dell’impostazione tattica. Mentre per alcuni giocatori può essere invocato i'appannamento passeggero determinato dalla giornata quasi estiva, per altri si impone un discorso chiaro, un richiamo a responsabilità precise. L’Alessandria in attesa del regista (il presidente Cavallo ha dichiarato la disponibilità ad affrontare alla riapertura delle liste il problema del rafforzamento della compagine) deve sfruttare sino in fondo la freschezza atletica dei giovani. Superare gli altoatesini significa agganciarsi alle prime posizioni creando nel contempo i presupposti per una stagione ad alto livello. I giocatori, goduta la "vacanza” con l’Audace devono dimostrare determinazione maggiore attaccamento ai colori sociali; giovani e anziani devono, se necessario stringere i denti. L’esibizione dell'ultimo turno deve essere immediatamente cancellata, annullata con una partita decisamente valida sotto l’aspetto dell’agonismo. La classifica dopo quattro turni resta corta: l'Udinese al comando, seguita ad un punto da Novara, Piacenza e Padova, poi tre squadre a due punti, Padova. Sant’Angelo e Triestina. L'Alessandria viaggia a quota quattro in compagnia i sei squadre. E' la conferma dell’equilibrio esistente in attesa dell’assestamento delle compagini, diverse in chiara difficoltà. Il volto vero della graduatoria si vedrà a fine mese nel momento in cui favoritee outsider cercheranno di allungare il passo. I ragazzi di Trebbi al momento non sono gli unici a soffrire le pene dell’inferno (Il Piccolo - Il Gattopardo) RISULTATI: Alessandria - Audace 1-0 Bolzano-Triestina 0-0 Lecco-Treviso 0-0 Omegna - Padova 0-0 Pergocrema - Novara 0-0 Piacenza - Trento 1-2 Pro Patria - Juniorcasale 1-0 Pro Vercelli - Mantova 0-0 S. Angelo Lodigiano - Biellese 4-1 Udinese - Seregno 5-1 CLASSIFICA: Udinese p. 7; Padova, Novara, Piacenza 6; Triestina, S. Angelo Lodigiano, Biellese 5; Alessandria, Bolzano, Pergocrema, Trento, Pro Patria, Juniorcasale, Mantova 4; Treviso, Pro Vercelli, Seregno 3; Lecco 2; Omegna 1; Audace 0. MARCATORI: 4 reti: Zandegù (Treviso); 3 reti: Piccinetti (Novara), Cesati (Piacenza). Perego (Sant'A ngelo). Norbiato (Trento); 2 reti: Diani e Bercellino (Bieilese), Basili (Juniorcasale), Frutti e Tedoldi (Mantova), Veschetti (Novara), Trevisani (Omegna), Bastianello (Padova), Ballarin (Trento), Dri e Andreis (Triestina), Pellegrini (Udinese). 1 rete: Piccotti e Bagliani (Alessandria) Schillirò, Conforto e Fossati (Bieilese). Sartori e Busnardo (Bolzano), Corti e Pota (Lecco), Legnani e Dellam onica (Juniorcasale), Quadrelli (Mantova), Vriz (Novara), Bacchetta e Piraccini (Omegna), Sanguin (Padova), Mizzotti (Pergocrema), Franzoni. Alessandrini e Romano (Piacenza). Frigerio, Berrà, e Foglia (Pro Patria); Balocco, Maruzzo e Scandroglio (Pro Vercelli), Mascheroni, Pozzi e Mutti (S. Angelo Lodigiano), Damonti (Trento), Trainini, Berti e Marcolini (Triestina), Gustinetti, Palese, Bencina e De Bernardi (Udinese). Il punto sul campionato La quarta giornata di campionato ha lasciato in eredità l'Udinese come prima forza del girone grazie al rotondo successo contro il Seregno. A quota sei punti si sono trovate un terzetto di formazioni: il Padova ha colto, sul campo dell'Omegna un pareggio al termine di una gara sfortunata per gli ospiti che hanno dominato la sfida ma non sono riusciti a trovare la via del gol. Identico punteggio per il Novara sul campo del Pergocrema. Ha perso il Piacenza battuto in casa dal Trento.