Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1977/1978
Serie C
09-10-1977 - Giornata: 5 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria Calcio US - Bolzano AC 0 - 1 (0 - 0)
RETI: 46. Sartori [Bo]

Alessandria Calcio US Lucetti Angelo, Contratto Renzo, Moretti Franco, Chiogna Ezio, Colombo Antonio, Molinari Pietro, Bosetti Ermanno, Vagheggi Claudio, Baglini Stefano, Bologna Vincenzo [60. Di Giulio Riccardo], Bellacomo Gianfranco A disp.:Piccotti Enrico, (P) Vezzulli Ivano All.: Trebbi Mario

Formazione avversaria
Bolzano: Paese, Giusto, Concer, Merlo, Capelloni, Venturi, Ventura, Odorizzi [66. Busnardo], Sartori, Gavazzoni, Federici. A disp.: Dalla Costa, Rossi. All.: Lamberti Francesco

Arbitro: Rinaldi Giuseppe (Caserta)
Note
Ammoniti: 32. Ventura [B], 87. Sartori [B]. Spettatori: 2.500 Angoli: 5-2 Inizio gara ore 14.30

Commento
Pugni ed insulti dopo il deludente 0-1 UN CROLLO PER L'ALESSANDRIA CAVALLO AGGREDITO DAI TIFOSI Niente da fare per l'Alessandria contro i rossi del Bolzano nella seconda partita consecutiva tra le mura amiche del «Moccagatta». Subita la pressione degli ospiti nei primi 45 minuti e Incassato per errore della difesa un gol Immediatamente dopo la ripresa delle ostilità, 1 grigi non sono riusciti a rimontare lo svantaggio — che se non ci fossero stati alcuni interventi dell'ottimo portiere Lucetti sarebbe stato certamente più pesante — e hanno lasciato il campo sconfitti e umiliati, tra 1 fischi e gli Insulti del tifosi. Violenta da parte di gruppi di tifosi più scalmanati la reazione nei confronti del presidente comm. Bruno Cavallo, che ha dovuto lasciare la tribuna scortato dagli uomini della questura e dai carabinieri, fatto segno a numerosi, pesanti epiteti con l'invito a «tornare ad Asti». Già durante 11 secondo tempo un tifoso piombato In tribuna aveva violentemente attaccato il presidente, che aveva dovuto anche alzare le mani per respingere l'attacco, mentre intervenivano le forze dell'ordine a ristabilire la calma. Uno spettacolo deludente, quindi, quello offerto In campo dai giocatori — ripetiamo, l'unico a salvarsi tra tanto marasma è stato forse il portiere — e uno spettacolo ancor più sconfortante quello finale, ad incontro concluso. Una situazione che in gran parte è anche colpa di chi, addetto al servizio — non sappiamo per decisione di quale sconsiderato collaboratore di Cavallo —, non ha provveduto ad aprire tutti 1 portoni del « Moccagatta », impedendo quindi lo sfollamento degli spettatori e rendendo più difficile anche il lavoro di questura e carabinieri agli ordini del dott. Feola, che ha lamentato l'assurda decisione di bloccare le vie d'uscita. Una decisione, ricordiamo, che avrebbe potuto provocare una situazione difficile e pericolosa. Al termine l'allenatore Mario Trebbi, certo non responsabile di una squadra che non gira perché con giocatori che in massima parte non meritano cei\o questa qualifica, ha soltanto detto: «Il calcio è uno sport, e come tale bisogna intenderlo: chi ncn è capace di giocare cambi mestiere». Sfogo amaro del presidente Cavallo, che ricordato come la squadra gli sia costata 24 milioni, ha detto che per « vincere bisogna correre » e ha sottolineato la prova deludente della formazione. Erano 1719 gli spettatori paganti, per un incasso di 4.469.000 lire. Cinque a due a favore dell'Alessandria i calci d'angolo; ammoniti Ventura e Sartori del Bolzano. Inizio veloce del Bolzano che al 3' crea già una situazione difficile per Lucetti. Al 6' Ventura, servito da Sartori, è solo dinanzi alla porta grigia, ma calcia di poco a lato. Tre minuti dopo tiro insidioso di Gavazzerai che Lucetti neutralizza sicuro. I rossi controllano la partita a centrocampo e hanno il dominio territoriale; poi sulla mezz'ora l'Alessandria si fa più Incisiva ma manca per 1 soliti difetti (assenza di un regista, passaggi sbagliati) le azioni d'attacco. Al 38' va a lato un bel tiro di Vagheggi su azione di calcio d'angolo, ed è forse l'unica vera occasione per i padroni di casa, che giocano con Colombo libero, Molinari stopper e due sole punte: Vagheggi e Baglini. Nella ripresa ritornano all'attacco i bolzanini. Non è ancora il 46' che vanno in vantaggio: centro di Gavazzoni, Molinari e Moretti sbagliano gl'Interventi, inutile il tentativo di Lucetti di bloccare il pallone e Sartori segna. Bologna è forse il peggiore in campo. Il pubblico fischia ripetutamente e al 60' Trebbi lo sostituisce con DI Giulio. Purtroppo però lo scambio non basta a mutare le cose. L'Alessandria manca occasioni su occasioni e il Bolzano con veloci contropiedi mette in pericolo la porta di Lucetti, che è però sempre pronto ad Intervenire. Sullo 0-1 arriva 11 fischio finale del signor Rinaldi di Caserta e poi, come abbiamo detto, la contestazione del tifosi. (La Stampa - Ed. Sport - Franco Marchiaro) IL ROSSO NON SI ADDICE AD UN ORSO... SPUNTATO L'Alessandria soffre il colore delle maglie degli avversari ? Piacenza, Audace, Bolzano sembrano confermarlo. E’ bastato una rete per mettere a tacere le ambizioni dei mandrogni, per affossare la speranza di un avvio di stagione all’insegna della concretezza. L’undici è scomparso nel sottopassaggio alla chetichella, il presidente Bruno Cavallo ha avuto una doppia reazione di Insultida parte di un gruppo disportivi esacerbato per quanto accaduto. La polizia per proteggerlo ha usato le maniere forti evitando il peggio. Una scena inconsueta, probabilmente attesa da tempo. Negli ultimi anni il capro espiatorio era inafferrabile; oggi invece è a portata di mano. L’ira degli sportivi trova la giustificazione parziale nel comportamento dei giocatori incapaci di fornire una dimostrazione accettabile. La squadra appare svuotata di energia, quasi rassegnata ad accettare il volere degli avversari. Il Bolzano per novanta minuti ha dettato legge con manovre lineari, conaccorte aperture sulle estreme. Quattro - cinque uomini pronti ad inserirsi nelle maglie della difesa locale; un centrocampo mobile rapidone l'iniziare il dialogo con le punte e a riprenderlo con i difensori. I biancorossi mostrando freddezza e concentrazione hanno tenuto in soggezione un undici privo di idee, arraffone, indifferente. La sconfitta maturata all’inizio della ripresa era nell’aria. Sin dai primi minuti a premere sull’acceleratore erano stati gli ospiti per nulla preoccupati di giocare in campo avverso. Sfruttando un centrocampo validissimo, gli avanti si gettavano negli spazi liberi dialogando in velocità, cercando la conclusione di prima, evitandola ragnatela di passaggi. Un’antagonista chiaramente all’altezza del ruolo, rapida nell’affondare i colpi, altrettanto veloce nel rientrare a guardia della porta per chiudere gli spazi. Gli errori enucleati nella gara con i veronesi si sono ingigantiti davanti ad atleti rapidi nello smarcamento e nell’impostazione. Il pubblico paziente ha atteso l’evolversi della gara «deflagrando »nella seconda parte della contesa. A farne le spese è il presidente Cavallo, prima innervosito da un tifoso dai nervi fragili, poi messo alla frusta dai contestatori pronti a riversare sul nuovo venuto responsabilità presenti e passate. Esistono cause reali sul cedimento della compagine allenata da Mario Trebbi? L'Alessandria osservata nelle partite casalinghe, è la brutta coppia di quella squadra vista all’opera in occasione delle prime gare di Coppa Italia. Lo sfaldamento è iniziato in occasione della gara interna con il Sant’Angelo Lodigiano. L’undici ridimensionato, ha gradualmente smarrito per strada il briciolo di vivacità che lo trasformava consentendogli di parare le bordate, di reagire ai colpi bassi della sorte. Le motivazioni sono facilmente individuabili analizzando il comportamento dell’undici. Sintalle prime battute della stagione i punti deboli erano emersi chiaramente. La compagine di Trebbi impostata su elementi baby è soggettaa sbandamenti, a cedimenti psicologici. Per scrupolosità giornalistica abbiamo sfogliato i numeri arretrati de ”IL PICCOLO” trovando conferma. Riconfermiamo il nostro punto di vista sottolineando la necessità di procedere a coprire i ruoli chiave per l’economia del gioco. All'Alessandria necessitanoda due a tre uomini di esperienza per consentire ai giovani di meglio enucleare le proprie doti. Con un registae un libero si costruisce una buona compagine, con raggiunta di un difensore si ha la possibilità di risalire agevolmente i gradini per collocarsi a gomito delle grandi. Soffermiamoci sulla contestata prestazione con il Bolzano. Trebbi privo di Di Brino infortunato schiera: Lucetti; Moretti, Contratto; Chiogna, Colombo, Molinari; Piccotti Vagheggi, Baglini,Bologna, Bellacomo. La novità è rappresentata da Colombo libero, un vecchio pallino di Viviani. L’ex tecnico grigio pur sostenendone la validità evitò di metterla in pratica. Antonio è un atleta grintoso, coriaceo ricco di esperienza. Nella lunga carriera ha avutomodo di misurarsi con decine e decine di attaccanti,di conoscerne pregi e difetti. Nella maggioranza dei casi è riuscito a trovare l’antidoto giocando sull'uomo, cercando di anticiparlo l'attaccante sfruttava lo scatto per metterlo in difficoltà. Il nostro stopper, è bene ricordarlo, riusci a mettere in difficoltà un centravanti valutato un paio di miliardi, il genoano Pruzzo. Nessuna obiezione pertanto sulle qualità del capitano. La struttura fisica consente una valutazione alquanto realistica sulle caratteristiche. Nel ruolo di stopper Antonio ha la possibilità di muoversi con minare soggezione avendo alle spalle la copertura del libero; invertendo le posizioni le difficoltà aumentano considerevolmente. Non conosciamole motivazioni tecniche che hanno indotto i consiglieri di Trebbi a convincerlo sulla possibilità di un tale esperimento: una cosa è sicura, sin dalle prime battute Antonio è apparso legnoso, nell’impossibilità di competere sul ritmo dei biancorossi. Dato che sino a ieri si era sostenuto Molinari la decisione appare machiavellica. I mandrogni privi del terzino titolare Di Brino sono apparsi in difficoltà appena l’arbitro ha fischiato Tinizio. Il pacchetto difensivo ha traballato mancando l’uomo dotato di classe e personalità sufficiente per sostenere l’esibizione di Moretti e Contratto. Il primo opposto a Sartori ha lottato con il coltello tra i denti. Sotto il profilo esclusivamente dell'impegno nulla da eccepire, il giocatore sa farsi rispettare. Difetta tecnicamente, la classe non è acqua. L’allenatore d’altronde può intervenire sul piano tattico non su quello ben più impegnativo. Un giocatore è bravo ed in tal caso si migliora oppure è un volenteroso e si cerca di affidargli il ruolo maggiormente congeniale. Moretti sa soffrire, stringere i denti ma sul piano della disciplina tattica scompare. Il compagno pur alla sua prima grande esperienza ha mostrato un bagaglio più consistente. Alle prese con un Federici tutto pepe ha saputo districarsi con una certa autorevolezza scegliendo il momento idoneo per tentare l’avventura sulla fascia laterale. La compagine di Trebbi al momento difetta di un uomo capace di inserirsi sulle estreme in appoggio, costante alle punte. E’un difetto divenuto cronicostante l’impossibilità di liberare un uomo con le caratteristiche di rifinitore in fase d’offesa. Con Chiogna alle calcagne di Ventura e Molinari sulla fascia centrale per montare la guardia a Gavazzoni spettava a Bologna tradurre in pratica i suggerimenti del tecnico, manovrando Baglini al centro e Vagheggi sulla destra, il centrocampista doveva muoversi sull’opposta fascia per ricevere i suggerimenti dei compagni. Lento a mettersi in movimento, incerto nel controllo della sfera ha aumentato la confusione senza riuscire a mettere in condizione Baglini di trovare il varco necessario per impensierire Paese. Poteva Bellacomo sostituirlo nella delicata mansione? Il ragazzino ha avuto il suo da fare con Odorizzi,giocatore con idee chiare, sicuro nel controllo della sfera. L’astigiano per attaccarlo è ricorso ad ogni sorta di espediente poi alla fine lo ha messo fuori causa con un fallo che grida vendetta. Il ’’piccoletto” ha birra da vendere, nulla da eccepire sotto tale profilo, e sul piano del lavoro collettivo che non riesce ad esprimere quanto ha in corpo. E' un uomo esclusivamente di rottura, di grande aiuto sui campi esterni, meno se la squadra è costretta ad attaccare. In quest’ultimo caso necessita di un giocatore capace di inserirsi al momento giusto nel dialogo. Nessuno dei centrocampistigrigi a dire il vero pare avere la volontà di partire dalontano, di coprire gli spazi lasciati liberi da Baglini e Vagheggi. Il jolly Bosetti cerca dimettere ordine, è vero, mai intrappolato in una selva di compagni perde l’esatta visione dei gioco adattandosi a quella serie di scambi acorta distanza destinati inevitabilmente a favorire la retroguardia avversaria. L’opera, negativa, è completata da Vagheggi, camuffato con la maglia numero 8. L’alessandrino con il trascorrere delle giornate denuncia carenze preoccupanti. Sentendosi uno slalomista tenta dimettere a profitto le buone qualità di dribblatore per eliminare in progressione i . . birilli, cioè gli avversari. Il gioco gli riesce parzialmente essendo difficile prendere di infilata quattro-cinque giocatori. Perduta la sfera il ragazzo dimentica l’avversario in attesa di ricominciare la solita solfa. Balordamente continua a perdere occasioni notevoli, insistendo nel lanciarsi verso rete con una selva di passaggi a corta distanza. Il centravanti Baglini, giustamente considerato uomo di area stretto da vicino vede sfumare ogni possibilità di sfruttare l’ottimo tiro è la buona elevazione. I difetti dei grigi non si esauriscono con raffrettata analisi sui singoli. Gli attaccanti e gli stessi centrocampisti dimenticano troppo sovente di allargare le maglie avversarie con incursioni sulle estreme: avvicinandosi all’area di rigore convergono stranamente al centro lasciando completamente sguarniti gli opposti settori. Impossibile ottenere una migliore distribuzione del gioco? L’interrogativo ci riporta al ragionamento iniziale, alla mancanza di un uomo capace di tenere le fila del gioco, di costringere i compagni a viaggiare sull’out con palle in diagonali. L’assenza del cervello appare in tutta la gravita ’’fotografando” le geometrie — poche — degli alessandrini.Inutile infoltire la zona mediana del campo con atleti incapaci di coordinare il lavoro della retroguardia e dell’attacco. Oltre ad un dipendio di energie notevole, il collettivo si trova nella impossibilità di funzionare con raziocinio. Balbetta per novanta minuti affidandosi all’improvviso estro di un giocatore; se viene meno la impennata è la fine. La regia è indispensabile per mettere ordine, per evitare un inutile dispendio di energie. L’altro punto debole è rappresentato dal libero. Naufragato 1’esperimento di Gaudenzi (il ragazzo è da ricostruire) si è puntato su Molinari con alterna fortuna. Domenica si è ricorsi all’espediente di Colombo con un risultato per nulla convincente. Il ruolo di libero è troppo importante per assicurare al pacchetto difensivo la tranquillità necessaria per operare in sincronia. La venuta di un terzino veramente fluidificante consentirebbe di eliminare gli attuali squilibri in fase di offesa. La prossima settimana si riaprono le liste: vorrà Cavallo trarre profitto dalla esperienza del primo mese di campionato? Il neo presidente alessandrino si trova ad un bivio: rinforzare la compagine oppure rischiare con ripercussioni facilmente ipotizzabili. Rinunciando alla revisione dell’organico il numero degli spettatori in lenta diminuzione subirà una ulteriore flessione. Le ripercussioni sulla compagine sarebbero oltremodo negative. Affrontando un ulteriore sacrificio è possibile creare i presupposti per una lenta ripresa. I fans non chiedono una squadra da promozione, vogliono undici atleti capaci di affrontare i pari peso con un bagaglio tecnico e atletico capace di assicurare sul campo esibizioni accettabili. I grigi sinora hanno reiteratamente fallito l’appuntamento dimostrandosi squadra corsara unicamente in trasferta dove è possibile operare di rimessa trascurando il gioco corale per arrivare in prossimità della rete avversaria. I ragazzi di Trebbi sufficienti lontano dal ’’Moccagatta” perdono smalto e vivacità nel momento in cui sono costretti ad assumere l’iniziativa per cercare di superare gli antagonisti. Le pochezze della compagine trovano riscontro nella sola rete realizzata (regalo del veronese Sirena) e nelle due subite, guarda caso, per errori morosi dei difensori. Con il Piacenza ad inguaiare i compagni era stato Di Brino, domenica è toccato a Molinari intestarditosi nel mantenere il controllo della sfera puravendo due possibilità, liberarsi della sfera su Colombo o in fallo laterale. Il ragazzo ha preferito fare tutto da solo regalando ai biancorossi il successo che pareva irraggiungibile per la grande dal momento in cui si attendeva la riscossa dei locali. Molinari tallonato da Gavazzoni ha cercato di superare l’avversario in dribbling perdendo la sfera: il centrocampista rapido ha effettuato un rasoterra verso Sartori. Lucetti preoccupato della presenza dell’avversario è uscito in tuffo riuscendo a respingere il pallone sul piede del centravanti. Sartori, seppure in posizione angolata e con Moretti sulla linea di porta è riuscito a fare filtrare la sfera. Il vantaggio degli ospiti ha annullato le ultime speranze di una compagine chiaramente alla deriva. La confusione è aumentata favorendo le puntate di alleggerimento degli avversari. Di rilievo nella ripresa due sole occasioni e, per una squadra in attacco sono decisamente poche: su punizione di Bosetti respinta da Paese e una stupenda girata di testa di Dì Giulio su suggerimento da destra di Chiogna. La girata volante ha mandato il pallone a sibilare ad una ventina di centimetri dal palo destro. Nel primo tempo le punte alessandrine erano rimaste all’asciutto pur avendo avuto a disposizione due palle gol prima con Bologna e poi con Vagheggi e Baglini. Un’Alessandria spuntata in capace di trovare lo spiraglio per chiamare in causa "estremo difensore. Pretendere di vincere o pareggiare senza creare un numero adeguato di azioni è assurdo. Chiuso il ciclo delle partite interne con un bottino oltremodo scarno (due punti su quattro) i mandrogni ripartono per Omegna. La matricola rinfrancata dal pareggio conquistato a Mantova lotterà per aggiudicarsi il primo successo della stagione. L'undici di Trebbi avendo scialato la bellezza di quattro punti In casa ha l’obbligo morale di mantenere la imbattibilità in trasferta. Il ricupero del punto è necessario per evitare di scendere gradatamente sul fondo della graduatoria. Trebbi ricuperando Di Brino e Piccotti sui terreni pesanti l’ex mantovano va a nozze); e sistemando le pedine disponibili al posto giusto ha la possibilità di riprendere quota in attesa dei rinforzi. La quinta giornata del girone di andata si è rivelata oltremodo ostica per le compagini piemontesi. Nessuna è riuscita a spuntarla: il Novara ha diviso la posta sul terreno amico; nulla il fatto tra Biellese e Pro Vercelli; Juniorcasale e Omegna hanno invece strappato un punto. La giornata ha favorito l’Udinese passata senza eccessive difficoltà a San Michele con l’Audace, unica compagine a zero punti. I bianconeri viaggiano con un vantaggio di due punti sul Novara e Piacenza e sui sorprendenti Padova e Sant’ Angelo. Le zebrette sono decise ad ammazzare il campionato sin dalle prime battute? I prossimi turni saranno importanti per rispondere. Domenica ad esempio c’è in programma Juniorcasale - Novara oltre a Padova - Biellese. Il Sant’ Angelo al riparo da sorprese (riceve l’Audace) migliorerà la posizione. Per Carlo Soldo, ex trainer Novese, una grossa soddisfazione anche se il cammino da percorrere è lungo. Gii exploit iniziali (la Pro Vercelli della scorsa stagione lo conferma) sovente nascondono grosse insidie. (Il Piccolo - Il Gattopardo) Risultati: Alessandria - Bolzano 0-1 Audace - Udinese 0-2 Biellese - Pro Vercelli 1-1 Novara - Piacenza 1-1 Padova - Pro Patria 2-2 Seregno - Lecco 0-2 Trento - Pergocrema 0-1 Treviso - Juniorcasale 2-2 Triestina - S.Angelo 1-2 CLASSIFICA: Udinese p.9; S.Angelo, Novara, Piacenza, Padova 7; Bolzano, Pergocrema, Biellese 6; Mantova, Triestina, Juniorcasale, Pro Patria 5; Trento, Alessandria, Lecco Pro Vercelli, Treviso 4; Seregno 3; Omegna 2; Audace 0 Il punto sul campionato Poteva essere un trionfo, si è quasi sfiorata la beffa. Il Novara ha pagato a caro prezzo le sue disattenzioni, lasciandosi raggiungere dal Piacenza e rischiando, a un minuto dalla fine, di essere battuto. Soddisfazione soltanto del pareggio tra Biellese e Pro Vercelli che hanno imposto una gara rude e senza esclusione di colpi. Senza troppi complessi, senza farsi intimidire, senza alcun accenno di scoramento dopo essersi trovati in vantaggio di due reti, il Casale è riuscito a portare a casa un punto meritato, il Treviso ha giocato non più di mezzora. Ennesimo pareggio del Mantova che non è riuscito a superare l'Omegna, pur essendosi trovato in vantaggio.