Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1977/1978
Serie C
04-12-1977 - Giornata: 13 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria Calcio US - Mantova AC 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria Calcio US Lucetti Angelo, Moretti Franco, Molinari Pietro [77. Bellacomo Gianfranco], Bosetti Ermanno, Colombo Antonio, Vichi Roberto, Vagheggi Claudio, Facchinello Gianni, Ferraris (I) Alessandro, Bologna Vincenzo, Piccotti Enrico A disp.:Baglini Stefano, (P) Vezzulli Ivano All.: Trebbi Mario

Formazione avversaria
Mantova: Zaninelli, Ceccotti, Bianco, Quadrelli, Daleno, Facchi, Cappotti, Fogolin, Frutti, Zarattoni, Tedoldi. A disp. Ricci, Della Bianchina, Aroldi. All.: Tomeazzi Ugo

Arbitro: Vitali Renzo (Bologna)
Note
Ammoniti: Molinari [A], Bianco [M], Cappotti [M] Spettatori: 3.500 circa di cui 2.699 paganti per un incasso di 7.025.8001 lire Inizio gara ore 14,30

Commento
L'ALESSANDRIA BUTTA AL VENTO IL SUCCESSO Zero a zero casalingo con il Mantova - Troppe occasioni fallite nel primo tempo - Trebbi "Siamo stati sfortunati" Buttata la vittoria nella prima parte dell'incontro quando, per errore degli attaccanti (Vagheggi in particolare) o per abilità della difesa mantovana, l'Alessandria ha mancato ottime occasioni. I grigi, tornati oggi al «Moccagatta» dopo la bella ma sfortunata prova nel derby con lo Juniorcasale, hanno dovuto accontentarsi di un pareggio (non vincono dal 23 ottobre). Un risultato di cui il trainer Trebbi, non si è detto soddisfatto. « Non invoco la sfortuna — dice il mister — ma il risultato non mi sta bene: se c'è una squadra che oggi doveva vincere era l'Alessandria». I grigi, in realtà, si sono impegnati con una prestazione abbastanza soddisfacente, pur denunciando i soliti difetti a centrocampo e nelle fasi conclusive, cosi la gran mole di gioco — nel primo tempo hanno praticamente attaccato per quaranta minuti — non si è concretizzata. Tutto sommato la prestazione dell'Alessandria e stata positiva, ha ragione quindi Trebbi quando lamenta certa acrimonia preconcetta da parte d'una minima percentuale di tifosi (invero non molti considerato che i paganti erano 1836 per un incasso di 4 milioni 600 mila lire e tra questi molti e scatenati 1 sostenitori del Mantova), tifosi che contestano per partito preso tanto che 1 grigi le prestazioni migliori le offrono proprio fuori dal «Moccagatta» quando non «soffrono» Il pubblico casalingo. Il Mantova, squadra certamente di buon livello e lo dimostra la posizione in classifica, nel primo tempo si è limitato (accontentandosi forse di un pareggio) a controllare gli attacchi alessandrini, alleggerendo la pressione con rapidi contropiede sempre pericolosi. Nella ripresa, resosi conto che poteva anche vincere, il Mantova è passato all'attacco e le buo¬ ne occasioni non sono mancate. Ha sognato anche un gol, che l'arbitro ha giustamente annullato per un precedente fallo su Lucetti. Nel primo tempo, dopo una punizione di Fogolin al 7' respinta dalla traversa, l'Alessandria passa decisamente all'attacco: al 13' prima occasione, la palla, servita da Colombo e calciata da Ferraris, attraversa tutta la luce della porta e la difesa mantovana salva in corner. Al 14' corner di Piccotti, raccoglie Bologna ma la traversa respinge l'ottimo tiro. Tre minuti dopo Vagheggi, a porta vuota, sbaglia nettamente 11 bersaglio mentre al 32' Il tiro della stessa ala viene parato in corner dal portiere. Sfumate le buone occasioni i grigi calano di tono e gli ultimi minuti vedono il Mantova all'attacco, cosa che si ripete nella ripresa. (La Stampa - Ed. Sport - Franco Marchiaro) “MOCCAGATTA„ STREGATO PER I GRIGI Alessandria e Mantova hanno concluso in bianco. I ragazzi di Trebbi attaccano per quarantancique minuti, "mangiandosi” un gol clamoroso con Vagheggi. Le punte fanno cilecca Bologna centra il legno Il manipolo alessandrino stavolta è nell’impossibilità di replicare di accampare giustificazioni sull'ennesima battuta d’arresto. La classifica si è fatta precaria, la C1 con il trascorrere delle domeniche diviene un miraggio Da sette domeniche i grigi inseguono il sogno del successo dei due punti indispensabili per scacciare la crisi, per tornare a sperare. L’Alessandria considerata sino a ieri squadra corsara in trasferta, segna il passo, denuncia carenze dovute alla mancanza di determinazione, di grinta. Troppi sono i giocatori abulici, incapaci di scrollarsi di dosso l’apatia per cercare di emergere. di guadagnarsi la stima del pubblico e dei dirigenti. Il terzo derby della stagione ha evidenziato il fragile carattere di una compagine partita con l’unica ambizione di guadagnarsi una poltrona tra le dodici chiamate la prossima stagione a dar vita al campionato della Serie Cl, dell’eccellenza. Alla vigilia della trasferta novarese nel clan grigio si respirava aria di riscossa, era un buon sintomo. Mister Trebbi per l’intera settimana si era preoccupato di agire psicologicamente sui ragazzi per schierare in campo una formazione decisa a rendere particolarmente dura la vita all’ex maestro Franco Viviani. L’assenza dello squalificalo Contratto (la Disciplinare venerdì gli aveva confermato la seconda ad ultima giornata di castigo) era passata in second’ordine davanti alla decisione dei ragazzi di fare dimenticare le magre, di debellare la sfortuna. Una squadra decisamente orientata a centrare il bersaglio nella partita più sentita dall’allenatore chiamato a misurarsi, alla distanza, con il tecnico che lo scorso anno l’aveva voluto a fianco nell’Alessandria. Sul rettangolo di gioco le speranza fa posto ad una ingiustificata rassegnazione, all’apatia. Un undici decisamente alla deriva — salvo pochi anche se l’avversario mostrava di essere vulnerabile in particolare in retroguardia. Prima di vivisezionare l’andamento dei novanta minuti, è logico domandarsi se l’attuale rosa grigia ha le capacità tecniche e fisiche per risollevarsi, oppure se il discorso avviato all’inizio della stagione era fasullo. Analizzando l’organico a disposizione di Trebbi sottolineamo: l’Alessandria essendo una squadra baby, necessita di almeno tre uomini di esperienza: un difensore (un libero), un regista sulla fascia centrale e una punta. Con due acquisti si otterranno buoni risultati, con tre è possibile inserire la compagine tra le elette del girone. Restiamo fermi sull’opinione espressa anche se in pratica sono giunti due uomini, di cui uno solo con le caratteristiche richieste, Vichi, mentre Di Brino è partito per altri lidi. L’inserimento di Facchinello infatti pur essendo giunto propizio per potenziare il settore centrale, ha lasciato insoluto il problema dell’uomo d'ordine capace di orchestrare la manovra. La squadra mandrogna in pratica ha un solo grosso rebus da risolvere, riguarda il settore d’attacco dove si sono alternati con scarsa fortuna, prima Baglini - Vagheggi e successivamente Vagheggi - Ferraris. Trovare il comune denominatore per andare in gol è impresa per nulla facile e, onestamente, non crediamo esista allenatore capace di impostare gli attaccanti in posizione ottimale. Piuttosto la soluzione va cercata e sperimentata coinvolgendo nella responsabilità l’intero collettivo, ma organicamente, senza lasciare ad ognuno la responsabilità di muoversi come meglio crede. Gli interscambi, le sovrapposizioni sono chiaramente indispensabili per tamponare carenze croniche. Novara - Alessandria l’abbiamo vista e vissuta dai bordi del campo in posizione ottimale per controllare quanto valgono i nostri attaccanti, li responso è chiaramente negativo. Ad essere onesti e sinceri con Vagheggi e Ferrari, trovare il gol è impresa ardua anche se la cosa è possibile perchè,come sostiene il presidente «la palla è rotonda ».Il centravanti non riuscirà mai a trasformarsi in un goleador perchè le caratteristiche tecniche lo vogliono più sulle estreme che al centro dove la sorveglianza è raddoppiata. In un’area superpresidiata Ferraris è nell’incapacità fisica di districarsi, di trovare lo spunto vincente. Sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario. Il ragazzo tende a portare il pallone e raramente lo gioca per cui il diretto avversario lo anticipa oppure premendolo riesce ad ottenere lo scopo. Qualcuno obietterà: considerate le caratteristiche può essere ottimamente sfruttata come spalla del compagno pronto a concludere a rete. Osservazione logica se Ferraris disponesse dell’uomo capace di togliergli le castagne dal fuoco, il compagno ideale non è certamente Vagheggi, giocatore dalle mille possibilità se sul campo riuscisse a coordinare il gioco con l’intelletto.Purtroppo l'ala costruisce e distrugge con la stessa facilità perchè si affida unicamente all’estro innato dimenticando che nel calcio occorre un briciolo di intelligenza calcistica. La conferma là troviamo in due ben distinte occasioni. La prima si riferisce all’ennesima traversa colpita in questa stagione da un’Alessandria nata sotto una stella ' carica di influssi malefici.L'alessandrino servito in area di rigore, attorniato da due avversari, riesce con un ondeggiamento del corpo a crearsi lo spazio vitale per il tiro. Nessuno si attende la conclusione, neppure il portiere novarese, eppure la palla si stampa sulla traversa. Un saggio di bravura, nulla da eccepire. Basta la conclusione, seppure sfortunata, per mettere il fiore all’occhiello? Evidentemente no, la conferma la troviamo nella ripresa quando lo stesso giocatore smarcatosi sulla destra, entra in area ponendosi in posizione ottimale per il tiro. Il giocatore astuto e freddoinvece della ciabattata, facile preda del portiere, cerca il pallonetto rasoterra assai più difficile da controllare se quest’ultimo annaspa in uscita per chiudere lo specchio della porta. Due diversi modi di comportarsi a documentazione dell’impreparazione del giocatore chiamato a districare due distinte occasioni da gol. Nella prima si è imposto l’estro, nella seconda unicamente la volontà di concludere sperando nella buona sorte.Una squadra chiamata a vivere sulle improvvisazioni, sia chiaro, difficilmente riesce a sopravvivere se alle carenze denunciate aggiunge una certa aria di sufficienza. Quali strattagemma adottare per uscire dal vicolo cieco? Maggiore mobilità sulle fasce e un più stretto sostegno dei centrocampisti, non del solo Bologna encomiabile, ma pursempre solitario a reggere un peso enorme di responsabilità. Le ultime carte vincenti sono il tanto contestato Baglini e l’oggetto misterioso Di Giulio. L’apporto dei due giocatori sarà inutile se gli stessi non troveranno il supporto dei compagni chiamati non solo a contrastare l’avversario ma a costruire. L’Alessandria per tornare su un livello accettabile di gioco deve sfruttare al meglio il collettivo, bandendo ogni altra forma o formula di gioco. Solo manovrando con un maggiore numero di uomini è possibile creare le condizioni migliori per centrare il bersaglio. Ovviamente è indispensabile migliore determinazione e carattere da parte di tutti perchè la manovra corale richiede l’impegno totale dei compagni e dello stesso libero e stopper i quali devono sfruttare ogni corridoio per avviare il dialogo. Nel derby poco o nulla si è visto sotto il profilo della collaborazione. Per l’ennesima volta ogni reparto si è preoccupato di svolgere le mansioni affidatagli senza curarsi eccessivamente di quanto avveniva fuori della zona di influenza. Solo nel finale, quando ormai la sconfitta andava maturando, inevitabile, si è assistito ad una vivacizzazione delle trame, ma senza schemi definiti per cui o gli alessandrini si restringevano al centro in spazi ristretti o gravitavano sul settore ove era in corso l’elaborazione della manovra.Neppure l’attenuante delle imperfette condizioni fisiche di Facchinello (il giocatore è sceso in campo con alcune linee di febbre) giustificano un tale assenteismo e menefreghismo. Le partite di calcio si possono vincere o pareggiare in due maniere ben definite: con un collettivo profondendo nella bagarre il meglio, la perfetta preparazione atletica, il carattere. L ’Alessandria al momento può opporre unicamente una grande volontà di vittoria. Se la squadra non saprà trovare la voglia di combattere saranno dolori. Con Novara, auguriamocelo, dovrebbe essersi chiuso il capitolo nero dell’Alessandria. Al punto in cui si è giunti si può solo risorgere, trovare la volontà per uscire dall’anonimato. I giocatori, i veri e soli interpreti della partita. La frase pronunciata da Trebbi negli spogliatoi è sin troppo eloquente e sferzante per non essere raccolta dagli atleti chiamati a dare una prova di carattere sin dalla prossima domenica con il Trento. Inutile accampare scuse, trovare giustificazioni chiamando in causa la malasorte: al Moccagatta si deve vincere, sputando sangue. Il carattere di una squadra emerge nel momento del pericolo, per i grigi è arrivato. Sulla partita di Novara poche note, scarne. L’Alessandria adotta una tattica prudente nella speranza di addormentare la partita. Il ritmo, a dire il vero, è tutt’altro che impressionate; se i grigi temono di finire sotto, gli azzurri non rischiano più di tanto anche se imprimono al gioco una migliore spinta offensiva. Nulla di eccezionale sino alla mezz’ora. Lucetti è chiamato in causa più per indecisioni dei compagni che per capacità degli avversari. L’occasione ai novaresi per passare in vantaggio la regaia su un piatto d’argento Colombo. Lo stopper ricupera una palla al limite della propria area, mentre due avversari lo stringono. Potrebbe allargare su Bosetti in attesa, invece indugia lasciandosela soffiare: è l’azione decisiva dei padroni di casa pronti a sfruttare il regalo realizzando con il centravanti Zanotti. La gara è ancora tutta da giocare se la compagine mandrogna pigiasse realmente sull’acceleratore, purtroppo non accade nulla. Le manovre offensive sono prive di convinzione ed il Novara ne approfitta per scendere verso la rete di Lucetti sfruttando gli ampi spazi sulle linee laterali. Gli azzurri vanno a nozze sull’out e il pacchetto difensivo vede i sorci verdi. Colombo è in difficoltà pur profondendo nella mischia il meglio; Molinari purtroppo deve usare le maniere dure. L’occasione del pareggio si presenta al 43’: punizione di Moretti, l’ala Vagheggi stoppa con il petto e seppure controllatissimo compie un’abile mezza ’’giravolta” saettando a rete: la palla centra in pieno la traversa. Bologna tenta il ricupero in extremis, ma la posizione è troppo angolata per centrare lo specchio della porta.L’Alessandria ha la possibilità di riscattarsi nella ripresa, ma il lavoro di Bosetti inesauribile e del sempre presente Bologna serve a poco. E’ invece l’undici di Viviani ad approfittare di certe ingenuità per costruire insidiosi contropiedi. I grigi emergono in una sola occasione quando Vagheggi smarcato sulla destra si incunea in area: il portiere esce dai pali per chiudergli lo specchio per cui basterebbe infilzarlo con un secco rasoterra. L’alessandrino preferisce la conclusione di prepotenza e Nasuelli può respingere. La squadra di Trebbi va gradatamente alla deriva nonostante il sostegno dei settori arretrati. E’ un assedio sterile perchè Vagheggi e Ferrari non trovano spazio oppure, come nel caso di Colombo, lo stopper al limite dell’area preferisce affidarsi all’ennesimo passaggio invece di cercare la conclusione. Un’Alessandria priva di idee, in certo qual modo svogliata. Il risultato, purtroppo, condanna per l’ennesima volta la formazione ospite. Previsioni per il futuro. Stando alle dichiarazioni "esplosive” di Cavallo (inopportune) la panchina di Trebbi vacilla. Tutta colpa del mister? La risposta merita un lungo discorso perchè, la storia insegna, la verità sta nel mezzo. I limiti dell’Alessandria sono arcinoti, sostenere il contrario è assurdo. L’unica strada da seguire è una sola: la collaborazione ad ogni livello. All’orizzonte non si intravede altra soluzione. (Il Piccolo - Il Gattopardo) Risultati: Audace - Pro Patria 1-0 Bolzano - Omegna 3-0 Novara - Trento 1-1 Padova - Lecco 1-0 Pergocrema - Trestina 1-0 Piacenza - Biellese sosp. Pro Vercelli - S.Angelo 0-0 Seregno - Treviso 0-2 Udinese - Juniorcasale 1-1 CLASSIFICA: Udinese p.19; Junior 18; Mantova, Piacenza* 16; S.Angelo, Novara 15; Bolzano, Treviso, Padova 14; Biellese* 13; Lecco, Triestina, Pergocrema 12; Alessandria, Pro Vercelli 11; Pro Patria 10; Omegna 9; Audace, Seregno 7 *Una gara in meno MARCATORI: 8 RETI: Ascagni (Juniorcasale) Il punto sul campionato E' finito in parità il big match della giornata ed è stato giusto cosi: Udinese e Junior si sono affrontate a viso aperto, hanno sbagliato entrambe oltre il lecito, non hanno concretato le poche vere occasioni da gol, parità su tutta la linea. Il pareggio del Novara contro il Treviso ha avuto una spiacevole coda: l'arbiutro è stato assediato per tre ore negli spogliatoi: nell'ora e mezzo di gioco era accaduto ben poco, oltre ai due gol incassati, i due portieri non sono mai stati impegnati. Senza reti la gara di Vercelli: i locali sono apparsi fragili con le punte che hanno tirato poco in porta perciò, contro il S.Angelo, il punto raccolto non è da considerarsi come un insuccesso. L'Omegna è stata sconfitta sonoramente da un Bolzano in crescita: gli altoatesini non hanno concesso molto ai piemontesi: anche se questi, nel primo tempo, hanno impegnato in almeno due occasioni la difesa del Bolzano. La Biellese è stata graziata dalla nebbia che ha evitato ai piemontesi una sconfitta che si stava ormai delineando: al momento della sospensione, a Piacenza, la Biellese era sotto di tre reti.