Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1977/1978
Serie C
11-12-1977 - Giornata: 14 - Novara - Comunale


Novara AC - Alessandria Calcio US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 31. Zanotti [No]

Alessandria Calcio US Lucetti Angelo, Moretti Franco, Molinari Pietro, Bosetti Ermanno, Colombo Antonio, Vichi Roberto, Vagheggi Claudio, Facchinello Gianni [67. Bellacomo Gianfranco], Ferraris (I) Alessandro, Bologna Vincenzo, Piccotti Enrico A disp.:Baglini Stefano, (P) Vezzulli Ivano All.: Trebbi Mario

Formazione avversaria
NOVARA AC: Nasuelli, Veschetti, Fabris, Ferrari, Venturini, Bacchin, Zanotti [84. Giannini], Guidetti, Jacomuzzi, Vriz, Piccinetti. A disp.: Boldini, Toschi. All.: Viviani Franco

Arbitro: Stillaci Giuseppe (Torino)
Note
Ammoniti Molinari, Piccinetti, Zanotti, Vichi, Ferrari, Spettatori: 3.500 Inizio gara ore 14.30

Commento
AL NOVARA IL DERBY CON I GRIGI Gli azzurri hanno vinto 1-0 il confronto della crisi. Il successo era obbligato per tenere il passo delle prime in classifica Questa volta l'allievo ha superato il maestro. Il derby della crisi, il ventiseiesimo della storia, l'ha vinto il Novara di Viviani, imponendosi sull'Alessandria di Trebbi con uno striminzito uno a zero. Ma, visto che proprio di derby dì poveretti si trattava, nessuno recrimina in casa novarese, anzi, qualcuno riesce pure a denotare confortanti progressi rispetto alle ultime deludenti prestazioni. Viviani, il maestro, sembra confuso e costernato di aver arrecato dispiacere all'allievo prediletto, che con lui condivise ad Alessandria, gioie (poche) e dolori (tanti). Non vincevano dal 6 novembre gli azzurri e quindi il successo era più che mai obbligatorio. L'Alessandria, che da parte sua non assapora più il gusto della vittoria dal 23 ottobre, offriva quindi l'occasione propizia per ritornare a sperare. Solo con un successo oggi e almeno un punto nella prossima difficile trasferta di Udine, la squadra di Viviani sapeva alla vigilia di poter continuare ad inseguire. Il presidente Tarantola, era stato categorico: «Domani — aveva detto sabato — comincia il nostro campionato. Se falliamo anche questa volta, dopo la sosta natalizia sarò costretto a prendere seri provvedimenti, spalancando le porte ai giovani» . I giocatori sembrano averlo finalmente ascoltato. La buona volontà infatti non manca a nessuno anche se gli azzurri si perdono troppo spesso in giochetti fini a se stessi, senza rendersi conto che in serie C vige il motto del «prima correre e poi pensare» . Solo in mìnima parte sta concretizzando le azioni sviluppate con diligenza a centrocampo, dove anche oggi Ferrari e Guidetti hanno lottato con tanta generosità. Un'iniezione di nuovo entusiasmo forse è arrivata ai novaresi anche dall'innesto di due giovani promettenti, il terzino Fabris e la punta Zanotti (autore del gol vincente, il secondo in due partite) che sono serviti quasi da monito per tutti gli altri, che forse intuiscono a questo punto di poter «saltare» da un momento all'altro. Il Novara ha premuto per gran parte della gara ma, storia solita, al momento decisivo si fa notte fonda. Piccinetti, uomo che a rigor di logica potrebbe trovare bene collocazione anche in serie superiore, offre uno spettacolo veramente poco edificante, ben lontano da livelli di rendimento decenti e nulla serve, alle sue spalle, il gran lavoro di Jacomuzzi. In difesa non mancano a tratti vuoti paurosi, grazie soprattutto all'evanescenza del libero Bacchin, ma per fortuna del Novara, almeno oggi l'Alessandria non è stata in grado di nuocere, limitanao la sua sfuriata offensiva al primo quarto d'ora del secondo tempo. Da parte grigia, la situazione non è certamente migliore, ma Trebbi non può fare miracoli con il materiale umano messo a disposizione dal presidente Cavallo. Oltretutto, come se non bastassero le grane di ordine tecnico, Trebbi si vede lottare con giovani che lo contestano e non accettano di restare a guardare. Se a questo si aggiunge il rapporto non certo idilliaco esistente tra il tecnico ed il presidente, si può ben Immaginare in quale impossibile situazione lavori il giovane trainer. Alla fine se le cose dovessero realmente precipitare, a pagare sarà magari lui, ma non sarà certo il più colpevole. Spogliatoi al latte e miele. Viviani e Trebbi parlano accomunati, si scambiano complimenti e frasi di circostanza. «Dovevamo vincere, mi spiace per voi, Mario» Un Omegna dimesso sconfitto a Lodi (1-0) (Dal nostro corrispondente) Lodi, 11 dicembre. Chi si attendeva dall'Omegna una prestazione maiuscola è stato certamente deluso. La squadra rossonera ha lasciato sulle rive del Cusio lo smalto del pareggio con la capolista o della vittoria sul Novara. Rinserrata ad ostrica in difesa la squadra piemontese ha lasciato l'Iniziativa del gioco al padroni di casa che non si sono fatti pregare. Per Zanetti comunque la battuta di ai resto è da Imputarsi prevalentemente alla sfortuna richiamando due occasioni mancate nel secondo tempo. Per eccessiva precipitazione due palle gol sono state sciupate quando li Sant'Angelo accusava la stanchezza e lasciava aperta una speranza agli ospiti per li pareggio. I padroni di casa hanno letteralmente aggredito l'Omegna sin dalle prime battute di gioco e per l'Intero primo tempo l'Incontro si è svolto unicamente nella metà campo del piemontesi. Con ostinazione 11 Sant'Angelo ha costretto l'Omegna ad una strettissima difesa e Ceracilo tra 1 pali ha sostituito egregiamente l'Infortunato Colombo del quale non si è affatto sentita la mancanza. Nel quintetto di punta Invece si è avvertita l'assenza del centrocampista Domenicali anche se il giovane Piraccini ha dimostrato di possedere un'ottima visione del gioco. Il Sant'Angelo è passato in vantaggio al 4' del secondo tempo con una palla a freddo battuta da Cappelletti dal limite dell'area. Nell'ultima mezz'ora di gioco l'Omegna ha trovato spazio per esprimersi e particolarmente si sono posti in luce Cappellazzo, che al 17' ha costretto 11 portiere locale al primo difficile Intervento della giornata, quindi Enzo che ha raccolto uno spiovente In area ed ha colpito la traversa a portiere battuto. p. c. si scusa Viviani. «E' giusto così, l'avete meritato, auguri» risponde Trebbi e tutti stupiti a chiedersi: «Ma questo è clima da derby?». Cile non si trattasse di un vero derby, lo si è intuito sin dall'avvio, favorevole ai padroni dt casa. Al 3' è Vichi a salvare in angolo su conclusione di Vriz. Al 21' si fa ancora sotto il Novara con Zanotti che tira con rabbia ma a lato. Il Novara passa al 32'. C'è un centro di Guidetti, la difesa grigia sbanda paurosamente, Piccinetti tocca corto per Zanotti che insacca con decisione. Il Novara cerca il raddoppio ma lo fa, come al solito, confusamente anche se la retroguardia grigia fa di tutto per favorirlo. Al 42' Moretti sfiora il clamoroso autogol di testa su tiro di Vriz e proprio allo scadere è l'Alessandria ad essere fortunata quando Bologna, forse sorpreso, butta a lato un pallone che la traversa aveva respinto su conclusione di Vagheggi. Alessandria più convinta nel secondo tempo. Ma dura poco. Al 55' Bologna fa filtrare un bel pallone per Vagheggi che tira prontamente costringendo Nasuelli a una difficile parata in due tempi. Risponde il Novara quattro minuti dopo e Vichi deve gettarsi a salvare in corner su Guidetti. Jacomuzzi offre poi ai compagni due splendidi palloni: al 67' lancia Guidetti che centra per Piccinetti, il cui tiro finisce a lato e all'Ho' fa spiovere in area un pallone che Moretti soffia in extremis dalla testa di Piccinetti. A cinque minuti dalla fine s'infortuna Zanotti e Viviani manda in campo Giannini per continuare a difendere lino all'ultimo la preziosa vittoria. (La Stampa - Ed. Sport - Fabio Vergnano) AL NOVARA IL DERBY NUMERO TRE TREBBI si sfoga: "Non sono uomini" L’Alessandria m essa sotto da una rete realizzata dal centravanti avversario tempo alla mezz’ora del primo tempo Le pochezze non si annullano nello spazio di poche settimane, occorre tempo, pazienza e l’indispensabile clima di distensione per consentire il processo di maturazione. Cavallo ha commesso l'errore di pretendere, dal tecnico, presto subito, e dalla squadra risultati impossibili. Il presidente ha una lunga esperienza nel mondo del calcio: ha speso quasi una vita per scoprire e lanciare giovani talenti. Forte dei risultati ottenuti in passato, ha cercato, sfruttando il materiale a disposizione di creare una formazione giovane e capace, dimenticando le gravi carenze di alcuni uomini basilari. Potremmo ripetere il discorso della scorsa settimana: l’Alcssandria si è rinforzata ad ottobre in retroguardia con Vichi, senza curarsi adeguatamente del settore di centrocampo e dell'attacco. Sin dalle prime battute del campionato erano apparsi chiari,i limiti degli uomini gol ed in particolare di Vagheggi, considerato il toccasana di ogni male. Sull’attaccante abbiamo espresso il nostro giudizio in ripetute occasioni. Solo ad Omegna trovò la verve e la fortuna per andare a bersaglio con facilità irrisoria. Si comprese lontano un miglio che situazioni tanto favorevoli, non si sarebbero ripetute in futuro. Esaminato il caso Vagheggi restano da esaminare, nell’ordine Ferraris, Baglini e Di Giulio. Il giovane spezzino si presentò alla fase precampionato in condizioni fisiche spaventose. Le prime gare confermarono i limiti del ragazzo in fase di formazione. Il presidente, ancora prima di Trebbi, si orientò decisamente sul ragazzo convinto di sfruttarne il movimento a vantaggio del collettivo. Il risultato positivo di Casale parve avvalorare la tesi anche se il centravanti, in tale occasione, scomparve letteralmente dalla scena al termine dei primi quarantacinque minuti. Ferraris manca di peso, di determinazione pur possedendo un discreto controllo di palla. Dopo la prestazione scadente di Novara, la riconferma è giunta puntuale con il Trento. A contatto con difensori poco disposti a fare concessioni, si smarrisce, si innervosisce e, nella tema di sbagliare, cerca di liberarsi del pallone anche se ha la possibilità di controllarlo per cercare la conclusione a rete. Il suggeritore, meglio il rifinitore delle azioni, oltre a possedere la freddezza deve assolutamente vedere il compagno nella condizione migliore per proseguire la manovra offensiva. Diciamolo francamente, Ferraris è ancora troppo acerbo per assolvere un compito tanto gravoso. Indipendentemente dalle magre smora rimediate, godendo della protezione del presidente trova un posto in squadra a danno di un Bologna che in occasione delle più recenti partite ha dimostrato di possedere carattere e voglia di vincere. Restano da esaminare le ultime due punte, Baglini e Di Giulio. Il giovane cannoniere della "Primavera" della Fiorentina solo in poche occasioni ha mantenuto le premesse anche se il presidente Cavallo in occasione della presentazione della squadra, nello scorso luglio, illustrandone le caratteristiche parlò di un vero uomo gol. Ha errato lo sponsor oppure il ragazzo opera nelle condizioni meno ideali per centrare il bersaglio? Stefano contrariamente a quanto si crede è un ragazzo, come si suol dire, con la testa sul collo. Ha sofferto l’esclusione decisa dall’alto, ha atteso in silenzio il ritorno dei tempi migliori. Baglini non è un centravanti con le caratteristiche dello sfondatore: sotto porta si trova in angustie, in particolare sulle palle basse. Come sfruttarne le caratteristiche? Partendo da lontano, in progressione. E’ il solo modo per consentirgli di inserirsi nelle maglie avversarie dove, a differenza di Ferraris sa farsi rispettare anche a colpi di gomito. Necessita di una spalla idonea, in caso contrario il movimento resterà lettera mona. La prestazione fornita contro il Trento è la risposta più eloquente. Buon ultimo l'oggetto misterioso Di Giulio tenuto in naftalina. Il ragazzo partito bene è andato gradatamente alla deriva. Invece di reagire ha accettato supinamente di giocare nella Beretti in attesa di una riabilitazione che tarda a giungere. E’ possibile con gli attaccanti di cui dispone De Mattè sperare di migliorare il rendimento complessivo? La risposta è ricca di incognite se il tecnico non insisterà nell'ottenere la partecipazione globale dei centrocampisti alle incursioni degli uomini gol. L'Alessandria soffre maledettamente la carenza di punte vere capaci di tradurre in risultati concreti il volume del gioco sviluppato. Le incertezze aumentano anche per l’assenza di un vero cervello, cioè dell’uomo capace di dirigerli nel momento dell’offensiva con suggerimenti intelligenti, con palloni calibrati.I tamponare le falle al mercato d'ottobre era possibile, ma Cavallo ha preferito non impegnare altro denaro sperando in un miracolo che non è accaduto.II presidente paga lo scotto delle indecisioni, delle incertezze. Per parare il colpo ha impresso lo scorso lunedì una sterzata decisa esonerando Mario Trebbi, ritenuto la principale fonte dei guai, assumendo Romano De Mattè. Il giovane tecnico messo in preallarme, prima del derby di Novara, due domeniche orsono si era portato a Trento per visionare la squadra di Mario David. Riuscirà il mister a compiere il miracolo che il predecessore ha vanamente inseguito in questi mesi? La risposta purtroppo non è venuta nella partita di esordio sulla panchina alessandrina. Ad aiutarlo è arrivata improvvisa la nebbia in caso contrario i "fedelissimi” accorsi al Moccagatta sarebbero tornati a carenza il conforto della sospirata vittoria.Osservando la formazione schierata in campo il dubbio di una interferenza del presidente diviene realtà. Il sospetto lo troviamo non solo nella conferma di Ferraris un ragazzo da valorizzare a tutti i costi, ma del paperino Bellacomo, il gran pupillo. Il giovane astigiano è un marcatore: appiccicato all'avversario difficilmente Io molla. E' l’elemento ideale per le partite in trasferta, meno per le casalinghe. Dovendo attaccare è indispensabile usufruire di un atleta in grado di contrastare di testa, di muoversi in scioliezza. L’allenatore gli ha affidato il terzino Leban ordinandogli di attenderlo in zona, di inserirsi sulla fascia a colpo sicuro. Il difensore giallo-azzurro ha fatto il bello e il cattivo tempo scorazzando incontrastato nella propria area, avanzando a piacimento sulla fascia tanto da risultare uno degli uomini maggionnente pericolosi nelle conclusioni. La finta ala alessandrina ben presto si è trovata a malpartito pur svolgendo onestamente la mansione. Il pubblico alessandrino versato alla critica ha beccato il ragazzo rimproverandogli, a dire il vero, colpe non sue. Inutile insistere su Bellacomo nelle casalinghe, inutile ai fini del rendimento della compagine e inopportuno perchè si finisce per incidere pesantemente, almeno psicologicamente sul ragazzo. Le simpatie nel mondo del calcio sono dannosissime, gli esempi non mancano. Mister De Mattè sceso in campo con due uomini carenti per i motivi accennati ha impostato la squadra sull’attenta copertura a centrocampo per evitare di prestarsi ai contropiedi avversari. Sette - otto giocatori sulla fascia centrale, una selva di passaggi laterali invece di fare viaggiare le estreme in profondità. A trarne vantaggio è stato il Trento, squadra ottimamente impostata sotto il profilo della solidità degli uomini. I veneti operando con Ballarin come prima punta e Andreatta a fargli da spalla, hanno tenuio costantemente in scacco i padroni di casa. La compagine di David, senza rischiare eccessivamente, si è concesso il lusso di sbilanciarsi in avanti creando alle spalle ampi corridoi. Il movimento auspicato dal tecnico è venuto meno sin dalle prime battute perchè nessuno degli alessandrini ha osato spingersi in appoggio dei compagni. Anche nel momento in cui i grigi possedevano il pallone, i centrocampisti sono rimasti fermi sulle loro posizioni lasciando praticamente Baglini e Ferraris soli contro una difesa poco disposta a concedere favori. Il solo Colombo ha arrischiato, favorito dalla marcatura di Damonti la spinta offensiva. Troppo poco per una squadra chiamata a conquistare punti per la classifica considerata la precarietà del momento. Gli intendimenti pur validi di De Mattè si sono frantumati contro l’incapacità cronica di alcuni giocatori di assolvere un compito oltremodo delicato. A sostenere l’attacco è rimasto unicamente Contratto, un ragazzo in possesso di una moderna visione di gioco. Il terzino fluidificando in continuazione sulle fasce è riuscito, nel primo tempo, a portare ripetutamente l'insidia nelle file dei veneti. In almeno due occasioni ha suggerito a Baglini e Ferraris lo spunto per impensierire Zamparo. Un solo giocatore purtroppo, è nell’impossibilità di trascinare i compagni verso il sospirato successo. Un’Alessandria a scartamento ridotto, troppo leziosa nei passaggi, carente nel momento di suonare la diana della riscossa. Il taccuino è quanto mai realistico. Contratto all’undicesimo si svincola sul settore sinistro crossando al centro: Zamperò anticipa seppur di poco Baglini. Repubblica dei giallo-blu al 18’ su punizione. Leban lanciato in profondità si "beve” Bellacomo e Lucetti deve uscire precipitosamente dai pali per porre rimedio alla critica situazione. Il Trento con il trascorrere dei minuti acquista sicurezza essendo in grado di dominare senza eccessivi patemi il centrocampo. Sono gli alessandrini con un gioco fatto di passaggi a breve gittata a consentire agli avversari di scattare con facilità a Sgarbossa affidato alle... premure di Picconi, a trovare lo spiraglio per chiamare in causa il portiere mandrogno. L’Alessandria continua a balbettare in fase offensiva per mancanza di validi inserimenti. Colombo e compagni non si arrischiano ad uscire dalla metà campo favorendo i proponimenti dei veneti di tornarsene a casa almeno con un punto. Brivido per la sparuta schiera di tifosi locali al 32’. E’ il solito Leban a mettere in crisi l’intero schieramento. Il terzino liberatosi di Bellacomo lascia partire da una trentina di metri una vera cannonata: Lucetti con difficoltà riesce ad intercettarla deviandola sopra la traversa. Sul corner un grosso pasticcio della difesa mette in difficoltà il portiere costretto ad un’uscita azzardata; rimedia Moretti appostato tra i pali. Si attende la riscossa dell’Alessandria ed invece escono dal guscio gli ospiti capaci di muoversi con decisione su un terreno decisamente infido. Il Moccagatta infatti, non coperto dai teli presenta uno strato molliccio ed il sottofondo ghiacciato per cui è oltremodo difficile mantenersi in equilibrio. Il Trento continua l’onesta partita imbrigliando le rade offensive alessandrine e passando all’offesa. Allo scadere è il solito Sgarbossa a liberarsi in area di rigore, ma Vichi riesce ad ostacolarlo. Il veneto allunga il ginocchio sull’uscente Lucetti ed il portiere si busca un brutto colpo all’inguine. Si spera nella ripresa, ma sono i ragazzi di David a premere sull’acceleratore. Sgarbossa approfitta al 49’ di un errore di Colombo per servire lo smarcato Andreatta pronto a sparare a colpo sicuro in diagonale. Lucetti è bravo ad intuire e sventare la pericolosa ed improvvisa conclusione. Le possibilità di giungere in gol si affievoliscono rapidamente, ma dare una mano all’orso giunge propizia la nebbia. Si gioca sino al 59’ con visibilità ridotta poi l’arbitro Lombardo di Marsala decide di porre fine alle ostilità. Il pubblico accoglie il triplice fischio come una liberazione: meglio ricominciare tutto da capo nella speranza che Da Mattè riesca, durante la vacanza natalizia, a trovare gli ingredienti necessari per trovare la sospirata via del gol. La nebbia salva l'Alessandria dall’ennesimo pareggio, non il presidente Cavallo. I tifosi hanno la bava alla bocca, sono esacerbati per il licenziamento in tronco di Trebbi e dai limiti cronici dei giocatori alessandrini: lo attendono all’uscita dello stadio dando vita ad una vera contestazione. Lo assediano, lo stringono da vicino, lo insultano, lo provocano. Il presidente preferisce, diplomaticamente, alla reazione il silenzio. I più esasperati trinciano apprezzamenti durissimi, minacciano di rovesciargli l’auto alla prima occasione. Il buonsenso trionfa e il presidente si allontana mentre gli sportivi sfogano il malumore con propositi di rinunciare sin dalla prossima partita a mettere piede al Moccagatta. L’allenatore De Mattè suo malgrado è coinvolto nella buriana. Gli aficionados chiedono la pronta riscossa, ma i miracoli sono tutt’altro che di moda. La sosta obbligata del campionato giunge al momento giusto. Il mister ha la possibilità di sfruttare i dieci giorni per curare da preparazione, per studiare un modulo di gioco più consono alle esigenze della squadra grigia. L’Alessandria occupa uria posizione di classifica precaria, la C1 si allontana sempre più, pare un miraggio. Il momento di stringere le file è giunto, le polemiche servono a poco. Solo la coesione, il calore possono aiutare questa Alessandria ridotta a brandelli a risollevarsi, ad imboccare la strada giusta per cercare di conquistarsi un posto tra le elette. Gli sportivi, in altre parale, devono dimenticare i dissidi, i malumori dando una mano a De Mattè chiamato ad un compito quasi impossibile. L’organico si conosce, mancano rincalzi idonei per favorire l’uscita dalle sabbie mobili. E’ necessario per tanto fare appello ai giocatori, scuotendoli dal torpore. I mandrogni possono sopravvivere unicamente se ritrovano la volontà di lottare, di sacrificarsi. Esaurita la paura natalizia i grigi sono chiamati ad affrontare una compagine per nulla irresistibile, il Seregno. La tradizione è favorevole. Nella prossima trasferta è d’obbligo restare imbattuti, altrimenti si rischia di essere tagliati completamente fuori dalla mischia. Saprà il tecnico trovare la giusta medicina per riportare a galla la compagine? (Il Piccolo - Il Gattopardo) Risultati: Biellese - Bolzano 3-1 Junior - Audace 2-0 Lecco - Mantova 2-1 Piacenza - Pro Vercelli 2-1 Pro Patria - Udinese 0-1 S.Angelo - Omegna 1-0 Trento - Seregno 1-0 Treviso - Pergocrema 2-0 Triestina - Padova 1-0 CLASSIFICA: Udinese p.21; Junior 20; Piacenza* 18; S.Angelo, Novara 17; Mantova, Treviso 16; Trento, Biellese* 15; Bolzano, Lecco, Padova, Triestina 14; Pergocrma 12; Alessandria, Pro Vercelli 11; Pro Patria 10; Omegna 9; Audace, Seregno 7 *una gara in meno MARCATORI: 7 RETI: Basili (Juniorcasale). 6 RETI: Ascagni (Juniorcasale) Il punto sul campionato Chi si attendeva dall'Omegna una prestazione maiuscola è stato deluso: battuta di arresto per la squadra di Zanetti, il Sant'Angelo ha aggredito i locali fin dall'inizio del match. E' continuata la marcia dell'Udinese: senza doversi affaticare gran che è uscita vincitrice dallo stadio di Busto, il gol della vittoria è stato segnato da Ulivieri all'11. A causa dell'eccessiva fallosità del Mantova la partita, a Lecco, è stata spigolosa: a sette minuti dal termine del match, Marchi siglava il gol della vittoria per i locali. Partita rocambolesca a Trieste con i locali che sono riusciti ad aggiudicarsela nel finale di gara, combattendo dieci contro undici ma Dri, a due minuti dalla fine, ha siglato il gol partita. Ad un primo tempo apprezzabile è seguita una ripresa scaduta a monologo inconcludente del Treviso, trovatosi di fronte al Pergocrema ridotto in nove uomini. Con una rete su un calcio franco, da pochi metri da fuori area, di Codognato al 22' della ripresa, il Trento ha battuto il Seregno.