Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1966/1967
Serie B
30-04-1967 - Giornata: 31 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Genoa CFC 2 - 3 (1 - 0)
RETI: 13. Ragonesi R.[A], 59. Ragonesi R.[A] 75. Locatelli [Ge] , 80. Rivara [Ge] , 85. rig. Locatelli [Ge]

Alessandria US Bertoni Luciano, Trinchero Giuseppe, Rossi Alberto, Gori Carlo, Dalle Vedove Giampiero, Ramusani Giorgio, Ragonesi Renzo, Lojacono Francisco Ramon, Gualtieri Ulisse, Colautti Mario, Pasquina Mario All.: Szekely László

Formazione avversaria
GENOA CFC: Gorro, Caocci, Vanara, Colombo Antonio, Bassi, Rivara, Taccola Giuliano, Lodi, Petroni, Locatelli, Brambilla. All.: Tabanelli Paolo

Arbitro: Motta Ezio (Monza)
Note
Ammoniti: Gori [A] Angoli: 2-5. Spettatori: 10.000 curca (7.173 paganti, incasso L. 7.170.900) Giornata afosa, nonostante un forte vento, terreno duro. Inizio gara ore 16.00

Commento
I GRIGI HANNO REGALATO LA VITTORIA AL GENOA! Con una condotta rinunciataria, che non trova giustificazioni — Pensiamo per tempo al prossimo campionato, per il quale occorrerà un organico giovanile e combattivo E’ accaduto quello che nessun tifoso grigio si attendeva. L’Alessandria in vantaggio per due reti a zero a un quarto d’ora dalla fine è capitolata di fronte ad un Genoa per nulla irresistibile. Dopo questa sconfitta, i grigi possono preparare i bagagli per la serie C. E’ triste dovere abbandonare la lotta quando la squadra pareva avere ritrovato la grinta, la volontà di combattere sino all'ultima giornata. Il destino dei mandrognì si è compiuto in dieci minuti: in questo lasso di tempo relativamente breve, i rossoblu non solo hanno raggiunto il pareggio, ma sono riusciti ad acciuffare la vittoria, quella vittoria sulla quale nemmeno il più acceso dei tifosi ligure avrebbe scommesso un soldo bucato. Quello che si temeva è dunque avvenuto prima del previsto e nel corso di quella gara che gli alessandrini, grazie a due prodezze di Ragonesi conducevano. Cosa è dunque accaduto? La causa del crollo improvviso è da imputarsi alla inadeguata preparazione atletica, quella preparazione atletica che già aveva difettato in occasione di altri precedenti incontri di campionato. Alcuni cronisti hanno domandato a Szekely perché la squadra ha adottato, dopo il secondo gol di Ragonesi, una tattica prettamente difensiva. Il tecnico ha risposto accusando i giocatori di avere assunto di propria iniziativa una posizione arretrata. La verità sta nel fatto che salvo alcuni uomini, la maggior parte dei grigi non era più in grado di reggere al ritmo con il quale avevano orchestrato la partita. Bastava osservare il volto e le maglie madide di sudore per capire che non avrebbero ’’tenuto” a lungo. Il gol di Locatelli ha fatto perdere la tramontana ai difensori che invece di allontanare la palla, cincischiavano al limite dell’arca, nell’attesa che qualche rossoblu li contrastasse. Szekely, e non è la prima volta che lo ribadiamo da queste colonne, pare avere trascurato in modo determinante la condizione atletica del suoi uomini. Nello sport si sa che quando il fiato viene meno è impossibile reggere allo sforzo. Il campionato 1966-67 si chiude in anticipo per i grigi i quali partiti con ambizioni da centro classifica si trovano ora a reggere il fanalino di coda nell’attesa che si disputino le ultime partite. Il miracolo che Szekely aveva promesso non si è verificato: il tecnico ha compiuto gli stessi errori o quasi dei suoi predecessori. Lo schieramento di Colautti a mezz’ala già tentato da Cappelli e duramente criticato è stato ripetuto senza eccelsi risultati. L’ex livornese non è una mezz’ala: imporgli altri compiti al di fuori da quelli di terzino significa condizionarne la prestazione. Si è voluto insistere nell’esperimento senza raggiungere lo scopo, come era già avvenuto quando gli era stato ”inventato” il ruolo di libero. Fare il processo al passato è inutile in quanto non si può rimediare agli errori, che furono numerosi, del passato. Più che al presente è necessario pensare al futuro, al campionato del prossimo anno, che dovrà segnare la pronta riscossa dei grigi che per la seconda volta, nel dopoguerra, hanno toccato il fondo. A giugno è indispensabile un colpo di spugna per cancellare la sfortunata esibizione di quest’anno che non ha mai ripagato i tifosi del loro attaccamento ai colori sociali. I grigi affronteranno domenica prossima il Savona che nel girone d’andata non faticarono a piegare. Sfumata la possibilità di continuare a’ sperare nella salvezza, è augurabile che si schieri una squadra decisa a vendere cara la pelle. Diversi giovani desiderosi di mettersi in mostra attendono il loro turno: non lo si dimentichi ora che finalmente la squadra può giocare senza troppi patemi d’animo. L’epoca delle illusioni è finita, meglio quindi pensare concretamente al futuro. (Il Piccolo - Il Gattopardo) Una serie di sconcertanti colpi di scena L'ALESSANDRIA IN VANTAGGIO PER 2-0 SI FA RAGGIUNGERE E PERDE SU RIGORE Ragonesi realizza per i grigi le due marcature - Dalle Vedove si sente male e l'allenatore dei piemontesi fa ripiegare in difesa la propria squadra - Locatelli e poi Rivara ristabiliscono l'equilibrio nel punteggio - A cinque minuti dalla fine la massima punizione trasformata in goal dal sudamericano - Insulti all'arbitro e fischi ai giocatori alessandrini La lunga, travagliata crisi dell'Alessandria è giunta ieri al suo epilogo. Contro ii Genoa, in una partita che se vinta avrebbe consentito il mantenimento di speranze, seppur remote, di salvezza, i grigi piemontesi hanno subito un clamoroso crollo finale che ha consentito alla squadra ligure di conquistare il suo primo successo esterno del campionato, una vittoria che pone forse definitivamente al riparo da ogni pericolo i rossoblu. A mezz'ora dalla fine dell'incontro l'Alessandria era in vantaggio per 2 a 0, poi quasi inspiegabilmente la fisionomia della gara è cambiata radicalmente, i genoani hanno accorciato le distanze, hanno pareggiato a dieci minuti dal termine, ed infine, al 40', hanno segnato, su calcio di rigore, la rete del loro insperato successo. Una partita dall'andamento contrastante e drammatico ha segnato così la fine della parabola discendente che ha condotto la squadra alessandrina alla serie C. Un'annata senza fortuna, per la società grigia, che si è conclusa anzitempo con una sentenza che ormai pare irrevocabile. Szekely, il trainer ungherese al quale i dirigenti alessandrini erano ricorsi dopo la sostituzione di Puricelll e quella successiva di Cappelli, non è riuscito nel suo intento di portare la squadra alla salvezza. Non è riuscito a ripetere il clamoroso, e miracoloso, salvataggio in extremis che aveva già operato lo scorso anno in circostanze consimili. Al termine della partita, all'uscita dallo stadio, anche lui, il trainer dal quale i tifosi alessandrini si attendevano il «miracolo», ha ricevuto la sua dura e ingiusta dose di fischi. Eppure la partita era Iniziata sotto i migliori auspici per l'Alessandria, trovatasi di fronte un Genoa sensibilmente lontano da un buon rendimento complessivo. La gara poteva rappresentare per i grigi l'occasione più adatta per continuare a sperare. La squadra piemontese si era portata in vantaggio dopo soli tredici minuti con un violento tiro dal limite di Ragonesi, su tocco all'indietro di Gualtieri. Quella rete sembrava rappresentare davvero la chiave risolutrice della gara, considerando le non eccelse possibilità offensive dei rossoblu, per i quali Tabanelli aveva studiato uno schieramento quanto mai guardingo - il Genoa giocava per lo 0 a 0, questo era chiaro, - ché un pareggio avrebbe consentito ai rossoblu di affrontare con una certa tranquillità le gare successive alla ricerca di quei punti ancora occorrenti per porsi definitivamente al riparo da qualsiasi pericolo. Tabanelli aveva schierato Brambilla, uomo di centro campo all'ala, ordinandogli però di starsene indietro per costituire assieme a Rivara, Lodi e Locatelli un solido sbarramento alle prevedibili offensive dell'Alessandria. La rete di Ragonesi aveva fatto «saltare» il dispositivo tattico di Tabanelli, e nelle condizioni in cui si trovavano, con un attacco ridotto ai soli Petronì e Taccola, una riscossa dei rossoblu appariva estremamente improbabile. Oltretutto i grigi sembravano battersi con l'accanimento che l'importanza della gara richiedeva. Gualtieri era il più pericoloso degli attaccanti (ottimi i suoi spunti al 17' ed alla mezz'ora) ma anche Lojacono e Pasnuina si mettevano in evidenza mentre Colautti si batteva onorevolmente a centrocampo (prima contro Vanara e poi contro Brambilla) e Ragonesi contrastava con discreta efficacia Locatelli, il regista dei rossoblu. Proprio «Chico» era l'animatore dei tentativi di riscossa del Genoa, ma però la scarsa collaborazione con Taccola, Petroni e Brambilla non consentiva ai rossoblu degli attacchi molto pericolosi. Soltanto una puntata di Taccola al 23' sulla quale Locatelli non riusciva ad intervenire, faceva correre un brivido ai piemontesi. Il secondo goal dell'Alessandria, realizzato ancora da Ragonesi al 15' della ripresa con uno stupendo bolide all'incrocio dei pali, non giungeva imprevisto, tanto più che in apertura del secondo tempo Gualtieri aveva portato, per due volte, lo scompiglio fra i difensori liguri. Sul 2 a 0, a mezz'ora dalla fine, la partita poteva considerarsi conclusa, ed invece proprio da questo momento aveva inizio il progressivo ed inesorabile crollo dei grigi. Anzitutto un malessere che colpiva Dalle Vedove privava la retroguardia della sicurezza palesata sino a quel punto. Ramusani, Trinchero, Rossi si battevano ancora bene, ma un certo orgasmo, una insicurezza nei propri mezzi cominciavano a render meno lucidi ed efficienti gli alessandrini. Szekely mutava ancora le marcature a centrocampo per ovviare alla ridotta efficienza di Dalle Vedove, e richiamava ad una condotta di gara sempre più prudente i suoi uomini. Una tattica del genere consentiva pertanto al Genoa di riprendersi, ed alla mezz'ora Locatelli con un violento tiro diagonale batteva per la prima volta Bertoni. A questo punto l'andamento della gara diventava addirittura frenetico, mentre la paura di perdere, l'orgasmo, un estremo nervosismo precipitavano i grigi nel fatale cedimento finale. Al 35' Bertoni usciva a vuoto su un corner, Rivara riprendeva di testa e pareggiava malgrado il disperato tentativo in extremis di Rossi. Era la fine di ogni speranza per l'Alessandria: un pareggio non bastava, equivaleva ad una sconfitta che del resto arrivava di li a poco. E' il 40', i rossoblu sono all'offensiva con Taccola, l'ala entra in area, tenta il dribbling, evita Rossi che per salvarsi gli aggancia un piede sbilanciandolo e impedendogli di tirare, irrompe nel mentre Locatelli che indirizza a rete, ma il pallone termina fuori. Gli spettatori tirano un sospiro di sollievo, ma ammutoliscono subito: l'arbitro indica il disco del rigore, aveva fischiato al momento del fallo di Rossi, e decreta con molto coraggio e giustamente (anche se Taccola non era finito a terra) il rigore. Tira Locatelli, ed il Genoa conclude con un insperato successo la partita. E' la fine, all'uscita vola qualche oggetto in campo contro l'arbitro, ma è una protesta quasi isolata e ingiustificata: l'Alessandria aveva già perduta la partita prima per il suo eccessivo timore degli avversari, per nervosismo, per troppa paura. (La Stampa - Ed. Sport - Paolo Patruno) I grigi vincevano 2-0 a un quarto d'ora dalla fine REALTA' ROMANZESCA IL GENOA PASSA: 3-2 Verità lapalissiana: le partite durano 90 minuti; non uno di più, non ...quindici di meno. A un quarto d'ora dalla fine l'Alessandria vinceva per 2-0. E' il risultato ci stava, che fino a quel momento il Genoa era il solito Genoa edizione esterna, e cioè con una difesa che fa quello che può fino a che non becca gol, un centrocampo a passo di tango e in più stavolta quanto mai impreciso (Lodi in testa), punte infine che mai che indovinino lo specchio dei pali. Solita triste storia di un Genoa che in versione esterna mai che in questo campionato sia riuscito a rimontare un gol ch'è uno; figuriamoci dunque stavolta che, imbottito di centrocampisti per strappare uno 0-0, il Genoa era sotto di due reti. A un quarto d'ora dalla fine dunque la situazione era cristallina. L'Alessandria stava vincendo con pieno merito e il Genoa stava perdendo con pieno demerito. Ed eccoci al minuto 30. Brambilla apriva su Vanara. Il terzino-ala (diremo del guazzabuglio-tattico) serviva Petroni in area. Petroni toccava avanti per Locatelli che con un bel guizzo si presentava tutto solo davanti a Bertoni, infilandolo senza scampo con un bellissimo tiro dal basso all'alto. Avete presente i giocattoli con la molla dei ragazzini? A molla esaurita sono inutili, a molla innestata sono una girandola di guizzi, scatti, vivacità. Così il Genoa, la rete di “Chico” gli aveva dato la carica. E il Genoa s'elettrizzava, s'entusiasmava, sembrava cambiare marcia. E si vedevano un Colombo e un Petroni, tanto per dire, che prima non è che avessero impressionato, impressionare davvero, tanto potente e agile si faceva la loro azione. E i grigi, sempre più compressi nella loro area, sempre più svuotati di energie, addirittura prosciugati per il gran dispendio di prima, remare a fatica, coi riflessi sempre più spenti e senza un briciolo di forza. Al 35° il patatrac. C'era un corner sua destra di Bertoni. Il portiere usciva (su Petroni?), la palla finiva sulla testa di Rivara, e da qui con parabola perfetta nel “sette”, nonostante un disperato intervento del bravissimo Rossi sulla linea di porta. In cinque minuti il Genoa era riuscito ad acciuffare l'Alessandria; cinque minuti prima sarebbe stata pura follia solo a pensarlo. L'Alessandria doveva vincere questo incontro per alimentare l'esile fiammella della speranza. Passare dal 2-0 al 2-2 è stata una mazzata terrificante sul piano morale. Da quel momento non più giocatori in campo, ma ombre di giocatori.... E al 40° la realtà romanzesca. Una rovesciata di Petroni metteva Taccola in movimento nei pressi dell'area del portiere grigio. Rossi, che aveva fin li annullato il galoppante Taccola, per fermarlo lo agganciava da tergo con un intervento poco pulito. Mentre Locatelli , che non aveva sentito il fischio dell'arbitro da ottima posizione calciava fuori, inducendo tutti nell'errore (l'arbitro ha concesso la regola del vantaggio al Genoa...), il signor Motta indicava il dischetto. Severa ma ineccepibile la decisione dell'arbitro. Però c'è da dire che quando tutto va male, tutto finisce davvero storto, perché soltanto sette giorni prima l'Alessandria non aveva fruito di un rigore altrettanto valido per un fallo analogo a questo. Allora era stato Volpati ad agganciare da tergo Magistrelli. Ma tant'è.... Locatelli batteva il calcio di rigore e freddava Bertoni. L'Alessandria era sconfitta, la sconfitta si era concretizzata in dieci minuti. Qualcuno tirerà in ballo Szekely accusandolo di esasperato difensivismo. L'antefatto era stato che sull'1-0 per i grigi il mister aveva fatto retrocedere Colautti sulla propria area di rigore, a far mucchio con Dalle Vedove e Ramusani. Questa modifica però non aveva impedito all'Alessandria di raddoppiare il punteggio. E allora? A nostro modesto avviso, se errore c'è stato, è stato quello di non affidare a Colautti la punta Petroni. Dalle Vedove infatti, che nel primo tempo era riuscito a mascherare il suo stato fisico precario, nella ripresa non si reggeva in piedi, tanto da dover per ben due volte ricorrere ai farmaci del prof. Mazza. Un Colautti, fisicamente integro, su Petroni sarebbe servito a qualcosa; così invece ha intralciato soltanto Ramusani! Guazzabuglio tattico. Pensate. L'Alessandria all'ala aveva Ragonesi che è un centrocampista, il Genoa Brambilla, che è la stessa solfa. Sicchè a centrocampo si pestavano i piedi: Gori-Lodi, Lojacono-Rivara, Ragonesi-Locateli, Trinchero-Brambilla. Dopo una ventina di minuti, Szekely, spediva Colautti su Brambilla. Sicchè si venivano a fronteggiare Trinchero e Vanara, terzini e attaccanti a seconda di chi attaccava! La partita ha comunque ribadito che non sono gli schieramenti tattici a fare le squadre, ma il contrario. Basti pensare all'assurdo che un Genoa votato allo 0-0, con una squadra di centrocampisti tutti, beccava due a zero. E che quello stesso Genoa, tutto sbilenco, quando si è portato sotto ha segnato 3 gol, con la medesima squadra fatta di centrocampisti! L'Alessandria era passata a condurre al 15° del primo tempo. Lojacono batteva una punizione. Gualtieri dal dischetto del rigore serviva Ragonesi all'indietro. Dal limite partiva il bolide di Ragonesi. La palla a mezza altezza infilava l'angolino sulla destra di Grosso. Il raddoppio al 15° della ripresa, quello che tante volte si scrive con il gol della sicurezza....Ironia delle parole. C'è dunque un fallo laterale, battuto da Lojacono. Servito Ragonesi, uno scarto stupendo, Locatelli superato e da non meno di venti metri una cannonata nel “sette”. Stupendo. Gualtieri è stato il miglior giocatore dell'Alessandria. Vivace, scattante, è stato un vero incubo per il pur bravo e corretto Bassi. Bravo anche Rossi, un terzino alto due soldi di cacio, ma dotato di un tempismo e di un anticipo sbalorditivo. Generoso, al solito, Ragonesi, autore di due reti da cornice, e di un ottimo lavoro a centrocampo. Ramusani è stato sbrigativo e merita la sufficienza, che sul piano dell'impegno tutti i grigi hanno meritato. I migliori del Genoa sono stati Bassi che aveva contro un Gualtieri in giornata sbalorditiva; eppure Bassi è riuscito a limitare i danni al minimo. Rivara ha retto, e da solo, per lunghissimi tratti tutta l'impalcatura rossoblu. Vivacissimo il finale di Petroni. Locatelli è stato come assente per oltre un'ora. Ma alla fine è stato impagabile Chico delle grandi occasioni. Motta è stato fischiato, ma in coscienza il rigore c'era. Farne un capro espiatorio non serve! Alla fine fischi ed insulti ai giocatori dell'Alessandria. La folla, sovente si lascia dominare dal cuore. Fischi ed insulti secondo noi crudeli. I grigi il loro dovere l'avevano fatto. Ma certe volte la sorte di una squadra è segnata. Dire, come abbiamo sentito noi: “dovevamo azzannare il Genoa pur di non farlo passare”, è sragionare. Non è che l'Alessandria non abbia voluto vincere: nell'ultimo quarto d'ora è crollata nello spirito e nei muscoli. E certi crolli non possono avere logica spiegazione. Sono l'imponderabile. (Tuttosport – Giampaolo Brighenti) RISULTATI: Arezzo - Salernitana 2-0 Catania - Catanzaro 2-1 Messina - Modena 0-2 Pisa - Padova 1-0 Reggiana - Livorno 2-0 Reggiana - Verona 2-0 Sampdoria - Potenza 1-0 Savona - Novara 3-0 Varese - Palermo 2-1 CLASSIFICA — Sampdoria p.45; Varese 43; Modena 35; Catanzaro, Reggiana 34; Reggina, Potenza 32; Palermo, Messina, Catania 31; Savona, Genoa 30; Novara 23; Padova, Verona, Livorno, Pisa 28; Salernitana 25; Arezzo 24; Alessandria 22 Il punto sul campionato Mentre Sampdoria e Varese continuano la loro marcia vittoriosa (la prima ha battuto il Potenza e la seconda il Palermo) Il campionato di serie B mantiene vivo il suo interesse sulla lotta per la salvezza che ieri ha scritto due pagine "gialle": una ad Alessandria dove il Genoa, battuto per due reti a zero sino ad un quarto d'ora dalla fine, è riuscito a rovesciare il risultato; l'altra a Reggio Calabria dove il Verona dopo aver controllato molto bene la partita ha ceduto inspiegabilmente nei nove minuti finali. Inoltre: il Pisa ha battuto il Padova, il Livorno ha perduto a Reggio Emilia e l'Arezzo ha sconfitto la Salernitana. Insomma: dando per compromessa la posizione di Alessandria, Arezzo e Salernitana, sono sette le squadre che si battono per non far da quarta retrocedendo e sono comprese tutte e sette in soli due punti. (Il Piccolo) Il campionato vive le sue fasi più interessanti nella lotta intrapresa fra le squadre del settore di coda. Dopo la trentunesima giornate l'Alessandria, sconfitta sul proprio terreno, è definitivamente condannata, mentre l'Arezzo, con 11 successo ottenuto contro la Salernitana, sembra aver ottenuto soltanto lo scopo di far crollare le residue speranze della squadra campana. Ha recuperato terreno Invece il Pisa, che rimane al quart'ultimo posto, ma alla pari con il Padova, sconfitto nel confronto diretto, il Verona e il Livorno. Turno favorevole per Genoa e Savona, che hanno ora un margine di due punti sulle avversarie, mentre il Novara, a quota 29, con un sol punto sulle quart'ultime, è nuovamente nei guai. Per Sampdoria e Varese, le due squadre di testa, altrettanti successi a conferma della superiorità sulle compagini rivali. (La Stampa)