Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1962/1963
Serie B
28-10-1962 - Giornata: 7 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Cosenza AS 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Nobili Natale, Melideo Rocco, Bassi Giampiero, Migliavacca Giancarlo, Tenente Sergio, Schiavoni Antonio, Oldani (II) Tullio, Cantone Bruno, Gambarini Mario, Vitali Alessandro, Salvemini Gaetano All.: Rava Pietro

Formazione avversaria
COSENZA AS: Ravera, Fontana, Millea, Ippolito, Federici, Dalla Pietra, Rumignani, Bacci, Lenzi, Marmiroli, Pinna. All.: Todeschini Paolo.

Arbitro: Angonese Aurelio (Mestre)
Note
Angoli: 11-2 Inizio gara ore 14.30

Commento
La pressione dei "grigi» ha fruttato soltanto undici calci d'angolo L'ALESSANDRIA NON RIESCE A SFONDARE IL "MURO,, DIFENSIVO DEL COSENZA: 0-0 Vitali ed Oldani i migliori nella prima linea dei piemontesi - Ottima prova di Melideo Fra gli ospiti in evidenza il portiere Ravera, un ex alessandrino, e la difesa in blocco Incidente nel primo tempo fra Marmiroli e Bassi Novanta minuti di attacchi pressoché continui, interrotti da rari seppur pericolosi contropiede degli avversari, non sono stati sufficienti ieri all'Alessandria per piegare la solida ed ordinata difesa del Cosenza. Gli ospiti, schieratisi al fischio d'inizio in modo da non lasciare dubbi sulle loro intensioni, puntavano sullo 0 a 0, e l'avere raggiunto l'obbiettivo costituisce un successo per gli uomini di Todeschini; l'Alessandria cercava invece la vittoria ed il pareggio ha lasciato delusi giocatori e tifosi. Undici calci d'angolo (a due) e lunghi periodi di pressione non valgono a nulla se non portano al goal, specialniente quando in testa al torneo c'è una squadra - il miracoloso Foggia - che infila sette reti al portiere avversario, e giocando in trasferta. I grigi hanno confermato di avere più che mai bisogno di un altro attaccante di punta, in attesa che guarisca - ma occorrerà ancora un mese e mezzo - il centravanti titolare Padovani. Domenica, contro il Messina, esordirà Taccola, e si spera che l'ex genoano risolva almeno in parte il problema. Se l'allenatore Rava riuscirà a dare maggiore pericolosità alla prima linea, l'Alessandria può puntare alle prime posizioni della classifica: la difesa ha uomini forti atleticamente e tecnicamente (ieri Melideo ha impressionato per calma e tempestività) ed a centro campo le azioni nascono numerose e bene impostate. E' ai limiti dell'area che la manovra alessandrina perde in precisione e si affida agli spunti individuali di Vitali e di Oldani, alle proiezioni offensive di Cantone: troppo poco per far breccia in una difesa agguerrita, come quella del Cosenza, composta da uomini decisi, atletici, tutti ottimi colpitori. Questa difesa, nella quale hanno svettato Federici e Fontana (un <rosso> che non fa molti complimenti), ha bloccato ieri tutti i tentativi del combattivo Gambarini, il quale ha poi fallito nel finale una delle poche occasioni da rete della partita. Alle spalle della difesa, il Cosenza ha avuto in Ravera - un ex che gli sportivi alessandrini non ricordavano tanto sicuro nelle ormai lontane esibizioni in maglia grigia - un portiere attento e calmo anche nelle numerose mischie che la pressione avversaria ha creato davanti alla sua porta. Praticamente il Cosenza ha ridotto il suo attacco a due soli uomini: l'ala destra Rumignani ed il centravanti Lenzi. I due sono riusciti a tenere la palla il più possibile per alleggerire la difesa, assolvendo così benissimo il compito. Chiedere loro anche dei goal sarebbe stato troppo, ed avrebbe costituito per l'Alessandria la più clamorosa delle beffe. Nobili non è mai stato impegnato severamente. All'inizio del gioco, il Cosenza si è subito chiuso nella propria metà campo. Il mediano destro Ippolito si è portato alle spalle dei centromediano Federici, il quale non ha mai perso di vista Gambarini. Il vuoto lasciato a metà campo dall'arretramento di Ippolito era colmato dall'ala sinistra Pinna (un mediano di ruolo), mentre anche le mezzeali Bocci - lento ma abilissimo nei rilanci - e Marmiroli si mostravano restie a passare la metà campo. Per l'Alessandria la partita si faceva subito difficile, malgrado l'impegno di tutti gli atleti. Il primo tiro - alto - era di Gambarini al 5' su un errore di Ippolito, poi era Vitali a calciare oltre la traversa e successivamente ad impegnare Ravera con un pallone basso e forte. A metà campo le maglie grige erano prime su ogni pallone, ma la pressione non sfociava nel tiro a rete. All’11' una rovesciata di Oldani usciva di poco a lato, ed un minuto dopo si assisteva al primo attacco del Cosenza, concluso da Bocci con un tiro alto da fuori area. Alla mezz'ora, un contropiede degli ospiti provocava un incidente, seguito da una serie di scontri fra gli atleti. Marmiroli scattava bene sulla sinistra, evitava Melideo con un magnifico stop rientrante ed era ostacolato rudemente anche se correttamente da Bassi. Da terra, in un brutto fallo di reazione (onestà vuole che si ricordi come la stessa scorrettezza sia stata commessa da Gambarini nella ripresa, ma senza destare la riprovazione del pubblico), Marmiroli colpiva Bassi che restava al suolo. Nobili e Tenente, arrestati da Melideo, cercavano di farsi giustizia da soli, considerato che l'arbitro Angonese non aveva visto nulla. Erano comunque gli atleti a mettere giudizio, prima che il direttore di gara capisse cosa stava accadendo. Il gioco riprendeva dopo la breve interruzione con il Cosenza... quasi in dieci. Marmiroli, infatti, spaventato dalle invettive del pubblico (e, crediamo, da qualche promessa dei difensori avversari), si limitava a toccare i palloni negli spazi liberi, evitando accuratamente gli scontri. Allo scadere del tempo, l'Alessandria falliva una grossa occasione: su calcio d'angolo Ravera mancava la presa e Gambarini - da due passi - staffilava in rete. Si gridava al goal, ma Ippolito riusciva a ribattere al volo calciando nella mischia ma proprio fra le braccia del proprio portiere che si stava rialzando. Non mutava l'andamento del gioco nella ripresa. L'Alessandria andava vicina al goal al 12' (tocco di Cantone di testa verso Salvemini, tiro in corsa a lato di poco dell'ala sinistra), al 25’ (punizione di Tenente, che Ravera deviava in angolo con un volo all'incrocio dei pali), al 38' (fuga di Oldani. sul fondo, tocco al cerntrò, stangata di Gambarini che s perde sul fondo a fil di montante), mentre l'unica azione pericolosa del Cosenza nasceva al 15' da un'azione individuale di Della Pietra. (StampaSera – Bruno Perucca) COL COSENZA, INUTILI GLI ATTACCHI A RIPETIZIONE E SCONSOLANTE PAREGGIO (0-0) E’ finita nel più prevedibile e logico dei modi: quando si sbaglia tutto non si può vincere anche se l’avversario rinuncia fin da principio ad ogni velleità aggressiva. Un risultato che ha soddisfatto naturalmente più il Cosenza che non noi, se si pensa che novanta minuti di attacchi pressoché continui (interrotti soltanto da rari seppur pericolosi contropiede) non sono bastati per piegare la strenua difesa dell'avversario: il quale, schieratosi al fischio di inizio in modo da non lasciare dubbi sulle sue intenzioni, ha in sostanza raggiunto l’obbiettivo dello zero a zero cui puntava. Noi cercavamo invece la vittoria e non l’abbiamo ottenuta raggiungendo invece la quota quasi record di undici calci d’angolo. Pazienza: sapevamo già fin da prima che sono queste le partite più difficili per la nostra squadra, quelle cioè in cui bisogna sempre attaccare, comandare il gioco, imporre la propria iniziativa all’avversario. Ma non dobbiamo neanche rammaricarci troppo dal momento che non abbiamo perduto e che siamo a quota otto in classifica a tre punti soltanto da quel miracoloso Foggia che infila sette reti al portiere avversario pur giocando in trasferta. Se manterremo la classifica odierna, potremo dire di aver disputato malgrado tutto un buon campionato, potendo anche puntare alle prime posizioni. Le partite più difficili. Dicevamo prima che queste sono le partite più difficili e riteniamo di non essere in errore: quando infatti giochiamo fuori casa, impostando il nostro gioco sulla difesa, che possiede uomini forti atleticamente e tecnicamente e lasciando che l’avversario si organizzi e scenda all’attacco, per poi frantumare le sue azioni e partire in contropiede, ci troviamo veramente a nostro agio, perché possiamo giocare secondo le attitudini della nostra squadra. Anche il fattore campo, allora, ha una importanza relativa: le trasferte di Lecco, di Parma e di Brescia, sono la dimostrazione tipica di quanto andiamo affermando. Nelle tre partite la nostra squadra ha sempre disputato un gran gioco di difesa e di contropiede: due volte e stata sconfitta per un errore, quando l’errore non ha commesso, ha vinto. Altrettanto dicasi per le partite casalinghe: contro Lazio e Padova, considerati squadroni ha giocato chiusa in difesa, vincendo o pareggiando con la forza di un contropiede intelligente: contro Sambenedettese e Cosenza, dovendo giocare all’attacco e mantenere l’iniziativa del gioco, ha soddisfatto meno, stentando a mantenere il ritmo e mettendo in evidenza la povertà del suo attacco. Ogni tanto esprimiamo questa nostra convinzione e ci perdoni il lettore, dal momento che non intendiamo assumere la verve dei tecnici, ma intendiamo esprimere le convinzioni che ci formiamo attraverso una osservazione lenta ed attenta: d’altro canto non diciamo alcunché di nuovo dal momento che lo stesso Rava la pensa cosi e si preoccupa di mantenere questo tipo di gioco. Ciò non toglie che quando si affrontano in casa squadre da battere come quella di domenica, si debba per forza giocare all’attacco manovrando. Ed allora vengono fuori più chiari ed evidenti i punti deboli della squadra: già, perché l’uomo di punta ancora una volta è venuto a mancare. Ci riferiamo naturalmente a Salvemini, sconcertante più che mai, che avrebbe dovuto costituire per la nostra squadra una pedina eccezionale, con un modulo di gioco assolutamente nuovo per l’Alessandria. Si trattava infatti di affiancare al centravanti una mezz’ala di punta, manovriera cioè soltanto all’altezza del centravanti e non a centrocampo, secondo l’illustre esempio dei grandi. Purtroppo il ragazzo ad oggi non si è ancora trovato, con ha dato il meglio: ma pare abulico ed assente il che fa pensare che le condizioni fisiche non siano eccellenti e che debba pertanto essere studiato anche sotto l’aspetto medico. E cosi anche domenica Salvemini ha mancato il suo gol quasi fatto, imitato da Gambarini, che verso la fine della partita (fuga di Oldani sul fondo, tocco al centro, stangata del centravanti che si perde sul fondo a fil di montante) poteva cogliere uno strepitoso successo. Abbiamo visto invece un Oldani in netto miglioramento rispetto alla partita di Brescia (anche se certe pause non si dovrebbero vedere) ed un Cantone più affaticato e meno lucido del solito. Il migliore della prima linea senza dubbio Vitali, costruttore intelligente di ciò che gli altri… distruggono (non sempre per fortuna). Il puntiglio di Melideo. Su tutti è da collocare il buon Melideo che ha veramente impressionato pe r calma e tempestività. Se le cose rimarranno come sono fino a questo punto, possiamo affermare che Melideo sta disputando il miglior campionato in maglia grigia. Questo taciturno e magnifico Melideo dal cuore buono e semplice, malato ogni tanto di nostalgia per casa sua, ma nello stesso tempo timoroso sempre di essere ceduto ad altra società (l’Alessandria è la mia patria, la maglia grigia la mia bandiera), ha perduto il contatto diretto col suo più caro amico (Pizzolitto) e poiché di un amico aveva bisogno, s’è guardato intorno ed ha visto che un altro era rimasto orfano di amico e soffriva in silenzio: si trattava dell’inconsolabile Bassi che non sapeva darsi pace di dover stare senza Cappellaro. Questi due nostri orfani, messi vicini a giocare hanno pensato bene di formare una amicizia nuova: e cosi oggi il duo Melideo-Bassi e una realtà in campo e fuori campo. In questo momento Melideo sprizza scintille, mentre Bassi attraversa un momento di leggero offuscamento di forma: domenica, specie nel rimo tempo ha stentato a trovare ritmo ed anche scatto. Coraggio Bassi: ti vogliamo vedere sempre in testa, in nome della tua inconfondibile classe. In crescendo Tenente, a posto come sempre Schiavoni il quale gioca come se leggesse continuamente e sempre lo stesso spartito di musica che conosce pure a memoria. (Il Piccolo, 3 novembre 1962 - Barbagrigia) RAVERA BLOCCA GLI “EX” E’ stata la partita delle occasioni perdute per i padroni di casa, i quali avrebbero potuto conquistare senza eccessivo sforzo l’intera posta, anziché rimanere ancorati ad un punteggi odi parità che suona quasi come una sconfitta, mentre per i rossoblu riveste notevole importanza. L’Alessandria ha dominato nella metà campo, ha imbastito parecchie azioni offensive ma tutte sfocate, prive di quel mordente necessario per mettere a segno dei gol. Il Cosenza ha avuto un primo tempo abbastanza combattivo, durante il quale ha cercato di impostare alcune azioni sotto la rete di Nobili, peraltro assai poco impegnato. Ma nella ripresa si è chiuso in difesa allo scopo di impedire agli avversari la via della rete. Gli sforzi dei rossoblu ed a tratti qualche buon intervento di Ravera, un ex giocatore grigio, non sono stati vani, considerato che il Cosenza ha strappato in trasferta su un campo notoriamente poco facile un altro prezioso punto ai fini della classifica. La partita è stata nel complesso vivace e sostenuta con qualche duro scontro senza grave conseguenza. Solo Bassi, colpito da Marmiroli con un forte pugno – gesto deprecabile che l’arbitro non ha punito – al 30’ del primo tempo, è rimasto steso al suolo qualche minuto dolorante. Nella seconda parte della gara, quando l’Alessandria ha attaccato per tre quarti d’ora consecutivi i tifosi hanno trepidato nella certezza del successo; ma i tiri di Salvemini al 10’, Gambarini al 38’, Salvemini al 40’, per citare solo i più importanti, sono stati tutti falliti, sia per eccessiva precipitazione sia per il pronto intervento di Ravera. In una delle rare azioni offensive dei rosso blu, Dalla Pietra non è riuscito a mettere a segno al 14’ del primo tempo dopo una lunga fuga ostacolata da Bassi. Ripetute le mischie sotto la rete di Ravera, ma in tutte le occasioni la difesa del Cosenza – e dicendo difesa si può definire l’intera squadra – ha sventato il pericolo facilitato dall’orgasmo dei grigi. (Corriere dello Sport) RISULTATI: Bari – Lecco 1-1 Catanzaro – Lazio 1-1 Como – Padova 1-2 Lucchese – Cagliari 1-0 Messina – Simmenthal Monza 1-0 Parma – Brescia 1-1 Pro Patria – Sambenedettese 1-0 Triestina – Verona 1-2 Udinese – Foggia 2-7 CLASSIFICA: Foggia p. 11, Messina 10. Lazio, Pro Patria 9, Cagliari, Bari, Verona, Alessandria, Lecco, Brescia, Padova, Cosenza 8, Lucchese 7, Simmenthal Monza 6, Sambenedettese 5, Como, Triestina, Catanzaro, Parma 4, Udinese 3. MARCATORI: 9 RETI: Nocera (Foggia), 6 RETI: Catalano (Bari), 5 RETI: Lenzi (Cosenza), Koelbl (Padova), 4 RETI: Muzzio (Pro Patria). Il punto sul campionato Ancora un super-Foggia alla ribalta dei cadetti. La matricola pugliese ha dato una esaltante conferma delle sue grandissime doti cogliendo ad Udine una vittoria strabiliante (per il punteggio), ma meritatissima. Il Foggia, insomma, è una realtà. Alee sue spalle un’altra sudista, il Messina, che è riuscito a piegare la granitica difesa del Simmenthal (imbattuta sinora in trasferta!) anche se con l’ausilio di un autogol. Il Bari, invece, non ha saputo sruttare il turno casalingo e si è fatto soffiar un punto dal Lecco per la solita imperdonabile distrazione difensiva. Pareggio d’oro, invece, è quello colto dalla Lazio a Catanzaro, con il quale i biancazzurri, ridutti praticamente in 9, sono riusciti a conservare l’imbattibilità e soprattutto i contatti con le prime. Pronto i lriscatto del Padova, che ha colto a Como una vittoria più netta di quanto non dica il punteggio. Il Cosenza, dal canto suo, ha confermato di attraversare un momento felicissimo, andando ad impattare ad Alessandria. Il Cagliari, invece, ha dovuto per la prima volta dichiararsi vinto. La prova dei sardi a Lucca, tuttavia, è stata gagliarda e soltanto un autogol li ha piegati. Il Verona ha fatto suo il derby di Trieste che ha spinto sull’orlo della crisi gli alabardati. Giusto il pareggio tra Parma e Brescia, mentre la samb ha dovuto ammainare bandiera in zona Cesarini sul campo della Pro Patria (Corriere dello Sport)