Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1962/1963
Serie B
04-11-1962 - Giornata: 8 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Messina ACR 1 - 2 (1 - 1)
RETI: 42. Taccola G.[A] 31. Calloni [Me] , 50. Calloni [Me]

Alessandria US Nobili Natale, Melideo Rocco, Bassi Giampiero, Migliavacca Giancarlo, Tenente Sergio, Schiavoni Antonio, Colondri Mario, Cantone Bruno, Taccola Giuliano, Gambarini Mario, Vitali Alessandro All.: Rava Pietro

Formazione avversaria
MESSINA ACR: Rossi, Dotti, Stucchi, Radaelli, Ghelfi, Landri, Calzolari, Fascetti, Calloni Giampiero, Canuti, Brambilla. All.: Mannocci Umberto

Arbitro: Varazzani Priamo (Parma)
Note
Inizio gara ore 14.30

Commento
Molta amarezza per la prima sconfina casalinga dei “grigi„ DOMANI A BUSTO GLI ALESSANDRINI SAPRANNO RISCATTARE LA BRUTTA PROVA DI DOMENICA SCORSA? E’ finita nel più prevedibile e logico dei modi: quando si sbaglia tutto non si può vincere anche se l’avversario rinuncia fin da principio ad ogni velleità aggressiva. Un risultato che ha soddisfatto naturalmente più il Cosenza che non noi, se si pensa che novanta minuti di attacchi pressoché continui (interrotti soltanto da rari seppur pericolosi contropiede) non sono bastati per piegare la strenua difesa dell'avversario: il quale, schieratosi al fischio di inizio in modo da non lasciare dubbi sulle sue intenzioni, ha in sostanza raggiunto l’obbiettivo dello zero a zero cui puntava. Noi cercavamo invece la vittoria e non l’abbiamo ottenuta raggiungendo invece la quota quasi record di undici calci d’angolo. Pazienza: sapevamo già fin da prima che sono queste le partite più difficili per la nostra squadra, quelle cioè in cui bisogna sempre attaccare, comandare il gioco, imporre la propria iniziativa all'avversario. Ma non dobbiamo neanche rammaricarci troppo dal momento che non abbiamo perduto e che siamo a quota otto in classifica a tre punti soltanto da quel miracoloso Foggia che infila sette reti al portiere avversario pur giocando in trasferta. Se manterremo la classifica odierna, potremo dire di aver disputato malgrado tutto un buon campionato, potendo anche puntare alle prime posizioni. Le partite più difficili Dicevamo prima che queste sono le partite più difficili e riteniamo di non essere in errore: quando in fatti giochiamo fuori casa, impostando il nostro gioco sulla difesa, che possiede uomini forti atleticamente e tecnicamente e lasciando che l’avversario si organizzi e scenda all'attacco, per poi frantumare le sue azioni e partire in contropiede, ci troviamo veramente a nostro agio, perchè possiamo giocare secondo le attitudini della nostra squadra. Anche il fattore campo, allora, ha una importanza relativa: le trasferte di Lecco, di Parma e di Brescia, sono la dimostrazione tipica di quanto andiamo affermando. Nelle tre partite la nostra squadra ha sempre disputato un gran gioco di difesa e di contropiede: due volte è stata sconfitta per un errore, quando l’errore non ha commesso, ha vinto. Altrettanto dicasi per le partite casalinghe: contro Lazio e Padova, considerati squadroni ha giocato chiusa in difesa, vincendo o pareggiando con la forza di un contropiede intelligente : contro Sambenedettese e Cosenza, dovendo giocare all'attacco e mantenere l ’iniziativa del gioco, ha soddisfatto meno, stentando a mantenere il ritmo e mettendo in evidenza la povertà del suo attacco. Ogni tanto esprimiamo questa nostra convinzione e ci perdoni il lettore, dal momento che non intendiamo assumere la verve dei tecnici, ma intendiamo esprimere le convinzioni che ci formiamo attraverso una osservazione lenta ed attenta: d’altro canto non diciamo alcunché di nuovo dal momento che lo stesso Rava la pensa così e si preoccupa di mantenere questo tipo di gioco. Ciò non toglie che quando si affrontano in casa squadre « da battere » come quella di domenica, si debba per forza giocare all'attacco manovrando. Ed allora vengono fuori più chiari ed evidenti i punti deboli della squadra: « i grigi hanno confermato più che m ai di aver bisogno di u n altro attaccante di punta in attesa che guarisca — ma occorrerà ancora un mese e mezzo — il centravanti titolare Padovani » (Cosi Bruno Perucco): già, perchè l’uomo di punta ancora una volta è venuto a mancare. Ci riferiamo naturalmente a Salvemini, sconcertante più che mai, che avrebbe dovuto costituire per la nostra squadra una pedina eccezionale, con un modulo di gioco assolutamente nuovo per l’Alessandria. Si trattava in fatti di affiancare al centravanti una mezzala « di punta », manovriera cioè soltanto all'altezza del centravanti e non a centro campo, secondo l’illustre esempio dei grandi (leggi Sivori nella Juventus è Rivera nel Milan). Purtroppo il ragazzo ad oggi non si è ancora trovato, con ha dato il meglio: ma pare abulico ed assente il che fa pensare che le condizioni fisiche non siano eccellenti e che debba pertanto essere studiato anche sotto l’aspetto medico. E così anche domenica Salvemini ha mancato il suo gol quasi fatto, imitato da Gambarini, che verso la fine della partita (fuga di Oldani sul fondo, tocco al centro, stangata del centravanti che si perde sul fondo a fil di montante) poteva cogliere uno strepitoso successo. Abbiamo visto invece un Oldani in netto miglioramento rispetto alla partita di Brescia (anche se certe pause non si dovrebbero vedere) ed un Cantone più affaticato e meno lucido del solito. Il migliore della prima linea senza dubbio Vitali, costruttore intelligente di ciò che gli altri... distruggono (non sempre per fortuna). Il puntiglio di Melideo Su tutti è da collocare il buon Melideo che ha veramente impressionato per calma e tempestività. Se le cose rimarranno come sono fino a questo punto, possiamo affermare che Melideo sta disputando il miglior campionato in maglia grigia. Questo taciturno e magnifico Melideo dal cuore buono e semplice, malato ogni tanto di nostalgia per casa sua, ma nello stesso tempo timoroso sempre di essere ceduto ad altra società (l'Alessandria è la mia patria, la maglia grigia la mia bandiera ha perduto il contratto diretto col il suo più caro amico, Pizzolito) e poiché di un amico aveva bisogno, s'è guardato intorno ed ha visto che un altro era rimasto orfano di amico e soffriva in silenzio: si trattava dell’inconsolabile Bassi che non sapeva darsi pace di dover stare senza Cappellaro. Questi due nostri orfani, messi vicini a giocare hanno pensato bene di form are una amicizia nuova: e così oggi il duo Melideo-Bassi è una realtà in campo e fuori campo. In questo momento Melideo sprizza scintille, mentre Bassi attraversa un momento di leggero offuscamento di form a: domenica, specie nel primo tempo ha stentato a trovare ritmo ed anche scatto. Coraggio Bassi: ti vogliamo vedere sempre in testa, in nome della tua inconfondibile classe. In crescendo Tenente, a posto come sempre Schiavoni il quale gioca come se leggesse continuamente e sempre lo stesso spartito di musica che conosce pure a memoria. Mezzo secolo in grigio Dopo una attesa che durava dalla primavera scorsa, è venuta martedì sera la celebrazione dei cinquantanni di fondazione della nostra cara Alessandria: è stata una cerimonia ben riuscita, sobria ma succosa, densa di fatti, di memorie, di uomini e di commozione. Noi non vogliamo da queste colonne esporre al lettore la cronaca di quanto avvenne perchè già è stato fatto, ma intendiamo solo ricordare l’importanza dell’avvenimento che, come tale, non può essere taciuto: quando una società raggiunge 50 anni di vita, disputando altrettanti campionati, o passando attraverso le bufere di due guerre, le difficoltà finanziarie morali e politiche delle rispettive epoche, è giusto che la si festeggi degnamente e si colga l’occasione per fare un rapido bilancio della sua attività: spuntano allora fatti e nomi che lasciano ammutoliti. Ci si accorge allora quanto abbia fatto l’Alessandria per il calcio italiano: non v’è società che non abbia in un certo momento attinto da noi qualche giocatore, non v’è stata nazionale che non abbia avuto bisogno dell’apporto della scuola alessandrina. Questo, dicevano l’altra sera nella loro conferenza Giglio Panza (direttore di Tuttosport) e sopratutto Vittorio Pozzo con commozione ed orgoglio. Orgoglio che abbiamo avvertito tutti, quando sentivamo scandire quei nomi storici di grandi giocatori di ieri e di oggi, nati e cresciuti nell'atmosfera di questa vecchia società cui da tutta Italia oggi pervengono lettere e telegrammi festosi di augurio. Realtà d’oggi: Messina Ma non si fa neanche in tempo a lasciare correre la fantasia sbrigliata e commossa, che già la realtà ci prende la mano con i suoi diritti imminenti ed immanenti. Domenica scende in Messina seconda in classifica con i suoi 10 punti che indicano la forza e la resistenza di questa squadra che non concede nulla a nessuno. Altra partita di cartello quindi seriamente impegnativa e che ci impone di vincere: si pensi in fatti che tutte queste partite casalinghe saranno nel girone di ritorno gare esterne da disputare in difficilissime condizioni. Bisogna quindi approfittare del momento per raccogliere punti. Unica novità che ci risulti, è l'innesto di Taccola che dovrebbe sostituire Salvemini, salvo che Rava decida di farlo giocare centravanti. Si tratta di un giovane assai promettente con indubbie doti di realizzatore dovrebbe risolvere i nostri problemi o perlomeno risolverne alcuni. Noi attendiamo con fiducia la sua prova, augurandoci che il pubblico sia comprensivo e paziente anche se alla prima palla non dovesse mostrarsi subito un fenomeno. Abbiamo già detto infatti che i fenomeni nella nostra squadra non li teniamo, ma siamo disposti a venderli a coloro che li cercano con l’ansia dei cercatori d’oro. L’oro per noi deve essere la modestia, la speranza e soprattutto la volontà. (Il Piccolo, 03/11/1962, Barbagrigia) I «grigi» sconfitti sul loro campo nonostante lo lunga pressione L'ALESSANDRIA SUPERATA DUE VOLTE DAL CONTROPIEDE DEL MESSINA: 1 a 2 Gli esordi di Taccola, autore del goal, e Colondri non hanno risolto i problemi dell'attacco piemontese - La squadra, comunque, ha fatto gioco: troppo severe le critiche dei tifosi - Molti dubbi sulla regolarità della prima rete degli ospiti L'Alessandria non piace più al suoi tifosi, che hanno lasciato il « Moccagatta » esprimendo giudizi sommari e certamente troppo severi nei confronti degli atleti in maglia grigia, colpevoli di avere pareggiato in casa sette giorni prima con il Cosenza e di essersi lasciati superare ieri per 2 a 1 dal Messina secondo in classifica. A parte i risultati negativi, gli sportivi alessandrini rimproverano alla loro squadra la mancanza di quello spirito combattivo che l'ha sempre caratterizzata, e dalle gradinate sono pronti a beccare i giocatori (il tecnico Vitali soprattutto) che si concedono qualche preziosismo, a scapito dell'efficacia della manovra. Benché il giudizio dei tifosi grigi sia condiviso anche dagli avversari (ieri l'allenatore messinese Mannocci ha dichiarato: "Mi aspettavo un'Alessandria più tenace sul proprio campo"), esso rimane troppo duro e troppo superficiale. La Alessandria sta certamente attraversando un periodo di assestamento, ma lo soddisfazioni non mancheranno con un po' di pazienza. Se la squadra ha perso un poco della grinta abituale, ha però guadagnato in quanto a capacità di manovra, a gioco d'assieme. Ieri i grigi presentavano due esordienti in prima linea — il centravanti diciannovenne Taccola ed il ventisettenne Colondri all'ala destra, al posto dell'indisposto Oldani — e non si poteva di certo pretendere dal quintetto un improvviso e perfetto accordo. E' significativo ricordare comunque la bellissima azione che ha portato al goal ed alcune altre fallite di poco: che, poi, il Messina abbia segnato due volte e conquistato i due punti ha una importanza relativa, essendo ancora il campionato ai primi turni. Pur in ima giornata poco felice, l'Alessandria ha sviluppato più gioco degli avversari, ed i risultati non mancheranno nel proseguire del campionato. Questo, senza tener conto che sul punteggio di ieri pesa il grosso interrogativo della prima rete messinese, realizzata da Calloni in una posizione che e parsa a molti (malgrado il parere contrario dello stesso presidente dei grigi, Ruggiero, e dell'allenatore Rava) di netto fuorigioco. Questo goal, che ha portato gli ospiti in vantaggio per 1 a 0, ha praticamente deciso la gara costringendo l'Alessandria a premere per recuperare, ed esponendola nello stesso tempo al contropiede degli ospiti. Si era giunti ai 31' del primo tempo senza azioni pericolose, con la sola emozione provocata da una puntata di Calloni il quale — sfruttando un rimpallo favorevole — aveva costretto Nobili ad una rischiosa uscita. In un contropiede l'ex juventino Fascetti allungava una palla in area grigia, sulla quale si gettava Bassi. Nobili, avvedendosi che Calloni stava sbucando alle spalle del terzino gridava "tua!" (come ha spiegato negli spogliatoi) al compagno di squadra Bassi, sbilanciato, lasciava che la palla proseguisse verso il fondo, ma prima della linea bianca Calloni il rinvio del portiere avversario la raggiungeva e da posizione favorevole sulla palla si lanciava Brambilia, spostato sulla destra ed difficilissima la infilava fra le gambe di Nobili, appostato accanto al palo. Un infortunio, sfruttato a fondo dal più pericoloso degli attaccanti ospiti, trasformava la partita dei grigi in una gara ad handicap. Al 42' giungeva il pareggio, realizzato dall'esordiente Taccola a conclusione dì una puntata di Vitali. Taccola era bravissimo nell'intuire l'intenzione del capitano, che si portava a spasso la difesa verso destra e lo serviva di tacco, a sinistra. Il centravanti raccoglieva ed in corsa batteva Rossi con una violenta staffilata. Al rientro delle squadre, si pensava che l'Alessandria avrebbe attaccato, sino a far breccia nella difesa avversaria e vincere la partita, I grigi, invece, non avevano 11 tempo di organizzarsi, che si trovavano di nuovo in svantaggio. Il mediano messinese Radaelli — un atleta dal fisico simile a quello dell'interista Zaglio, ma con quattro polmoni — calciava al volo un rinvio del portiere e sulla palla si lanciava Brambilla spostato sulla destra e affiancato da Schiavoni. Il duello fra i due era lungo e « deciso », e li portava sin sul fondo dove Brambilla riusciva, benché pressato, ad effettuare un cross a mezz'altezza. Mentre i difensori grigi avevano un attimo di Incertezza, Calloni fermava di sinistro ed al volo batteva Nobili con un tiro di rara potenza. Il secondo recupero non riusciva' all'Alessandria, malgrado la decisa pressione alimentata dai continui rilanci dei difensori, portatisi a metà campo II Messina richiamava indietro anche Fascetti (l'altra mezz'ala, Canuti, era arre rata sin dal primo minuto a guardia di Cantone per consentire a Landri di giocare libero davanti al proprio portiere), e resisteva sino alla fine, sia pure disordinatamente e correndo molti rischi. I grigi sfioravano il goal con una secca punizione di Tenente al 15', con un tocco di Colondri da pochi passi (al 25') respinto da Ghelfi, ed al 40' con un tiro alto di Gambarini su incertezza di Stucchi. Al l'ultimo minuto, dopo un rimpallo, ancora Gambarini aveva una palla favorevole e si presentava solo in area giallo rossa. Un boato riassumeva la delusione degli spettatori nel vedere il bolide della mezzala finire proprio fra le braccia di Rossi, fermo al centro della porta. (La Stampa Sera - Bruno Perucca) RISULTATI: Bari-Lecco 1-1 Pro Patria-Sambenedettese 1-0 Messina-Simm . Monza 1-0 Lucchese-Cagliari 1-0 Alessandria-Cosenza 0-0 Como-Padova 1-2 Catanzaro-Lazio 1-1 Parma-Brescia 1-1 Triestina-Verona 1-2 Udinese-Foggia 2-7 CLASSIFICA; Foggia p. 11; Messina 10; Lazio, Pro Patria 9; Cagliari, Bari, Alessandria, Verona, Brescia, Lecco, Padova, Cosenza 8; Lucchese 7; Simmenthal Monza 6; Sambenedettese 5; Como, Triestina, Catanzaro, Parma 4; Udinese 3 MARCATORI 8 gol: Nocera (Foggia) 6 gol: Catalano (Bari) 5 gol: Calloni G. (Messina), Lenzi (Cosenza), Muzzio (Pro Patria) 4 gol: Andersson (Udinese), Bernasconi P. (Lazio), Cappellaro (Lecco), Koelbl (Padova), Pagani Abb. (Brescia) 3 gol: Arrigoni (Lucchese), Bagatti (Lecco), Calzolari (Messina), Ciccolo (Verona), Congiu (Cagliari), Depaoli (Brescia), Gambarini (Alessandria), Gambino (Foggia), Mantovani (Triestina), Oltramari (Foggia), Pirovano (Verona), Raimondi (Sambenedettese), Rizzo (Cagliari), Selmosson (Udinese) Il punto sul campionato Grazie alla sfida vinta contro il Catanzaro il Foggia ha mantenuto la leadership del torneo tallonato dal Messina mentre si è fermato il Cosenza che ha pareggiato contro la Lazio: Bernasconi a segno per i biancocelesti, Bcci in rete per i calabresi. Partita veramente strana nel suo svolgimento con l'Udinese in vantaggio di due reti nei primi diciassette minuti e il Padova che, ridotto in dieci uomini, è riuscito a rimediare lo svantaggio nel primo tempo e a passare al comando all'inizio della ripresa. Il Lecco è tornato alla vittoria nella partita che lo opponeva alla Lucchese: i lombardi hanno dominato per tutto il match, soprattutto all'attacco.