Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1963/1964
Serie B
10-11-1963 - Giornata: 8 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Napoli AC 1 - 2 (0 - 2)
RETI: 77. Soncini A.[A] 10. Fraschini [Na] , 20. Gilardoni [Na]

Alessandria US Nobili Natale, Melideo Rocco, Vanara Elio, Migliavacca Giancarlo, Giacomazzi Giovanni, Carlini Rino, Cesana Angelo, Fara Mario, Bettini Lorenzo, Soncini Antonio, Vitali Alessandro All.: Franzosi Angelo. D.T.: Sala Valentino

Formazione avversaria
NAPOLI AC: Pontel, Garzena, Gatti, Corelli, Rivellino, Girardo, Bolzoni, Emoli, Fraschini, Ronzon, Gilardoni. All.: Lerici Roberto

Arbitro: Roversi Gastone (Bologna)
Note
Ammonito Vanara [A]. Angoli: 5-1. Spettatori: 2.000 circa (a causa della concomitanza con Italia-URSS trasmesso in televisione). Terreno allentato. Inizio gara ore 14,30

Commento
SERIE B: nuovo posso falso dei piemontesi ora al penultimo posto in classifica IL NAPOLI SEGNA DUE VOLTE NEI PRIMI VENTI MINUTI E L’ALESSANDRIA NON RIESCE PIU’ A RIMONTARE: 2-1 Un brutto inizio di partita per la difesa dei grigi - Nella ripresa, calati di tono gli azzurri, l'Alessandria contrattacca affannosamente fallendo, salvo una, tutte le occasioni da rete - Provvedimenti disciplinari nei confronti dei giocatori, decisi dal presidente alessandrino dottor Ruggiero Chi si aspettava un'Alessandria aggressiva, vibrante di volontà, decisa ad annullare la superiorità tecnica del Napoli con la sua carica agonistica e a non lasciare agli avversari il tempo e lo spazio necessari per organizzare le loro trame di gioco, ha avuto una bruttissima sorpresa, ieri pomeriggio, nell'atmosfera brumosa del « Moccagatta ». I grigi hanno intonato di fronte agli azzurri partenopei un « prego, s'accomodi » del tutto inatteso Al decimo minuto, come capita sovente, è toccato ad un episodio banale - una protesta di Melideo per un fallo non concesso - a dare la svolta decisiva all'incontro: l'arbitro Roversi ha assegnato, per le rimostranze verbali del giocatore, una punizione indiretta al Napoli, Ronzon ha battuto il calcio a due, Fraschini, approfittando di un'indecisione di Carlini, ha inzuccato la palla e Nobili, coperto, se l'è vista passare di fianco e finire in fondo al sacco. I difensori grigi in barca erano ed in barca sono rimasti, e il Napoli ha continuato a menare la danza, sorretto con eccezionale lucidità da Emoli e da Ronzon. Al 20' è stato ancora l'interno sinistro l'ideatore del secondo goal, attirando su di sé un paio di difensori alessandrini, tra cui Melideo, per lanciare poi a rete Gilardoni, rimasto completamente libero. Per Nobili, a tu per tu con l'ala sinistra napoletana, non c'è stata possibilità di rimediare, ed il pallone dello 0-2 è giunto a segno imparabilmente. Dopo un inizio tanto disastroso, l'Alessandria avrebbe avuto bisogno del caloroso incitamento di tutto il suo pubblico, per tentare una rimonta difficile ma non impossibile. Gli alessandrini invece erano rimasti comodi davanti ai teleschermi, i poco più di quattromila spettatori presenti sulle gradinate semideserte dello stadio erano in maggioranza napoletani, scoppiettanti - è la parola... - d'entusiasmo per la loro squadra che stava vincendo. I grigi quindi hanno continuato a giocare, diremmo quasi, in trasferta e se, prima che giungesse l'intervallo, Nobili non ha avuto altri dispiaceri, ciò va ascritto a merito di quei pochi, nelle file alessandrine, che non hanno perduto la testa ed hanno cercato di supplire, moltiplicando i loro sforzi, al difetto di decisione dei vari Migliavacca, Soncini, Melideo, tanto per indicare subito i più incerti fra i grigi. Il piccolo Vanara, tornato forse definitivamente al suo ruolo originario di terzino, ha giocato una splendida partita, risultando un ostacolo praticamente insuperabile per l'ex-genoano Bolzoni. E con il « grintoso » numero 3 vanno citati il solito Fara, Renzo Bettini, il vecchio Giacomazzi, commovente per lo sforzo con cui tentava di costringersi a giocare con una velocità che non possiede più. Sì deve a questo quartetto di coraggiosi se l'Alessandria non è crollata ancor più clamorosamente, e se nella ripresa ha sfiorato, senza purtroppo riuscirvi, un sorprendente capovolgimento della situazione. Già, perché nei secondi 45 minuti il Napoli si è spento progressivamente man mano che l'Alessandria ridava ordine al suo gioco. Con minore orgasmo, di fronte a questo Napoli ridimensionato - Emoli aveva il fiatone, Girardo e Garzella si salvavano con i falli, lo stesso Ronzon, controllato meglio, non appariva più un dominatore come nel primo tempo - l'Alessandria sarebbe riuscita magari a raddrizzare una partita perduta. C'è voluto molto invece - troppo - per mettere a segno anche solo il goal della bandiera. Al 2' infatti Soncini, solo, su lancio di Bettini, ha mandato il pallone a lato angolando troppo il tiro, a portiere ormai fuori causa; al 17' ancora Soncini, su centro del solito Bettini da sinistra, ha mancato addirittura l'intervento sul pallone a tre metri dalla porta, al 25' Vitali, ben lanciato dal giovane e battagliero Cesana, si è presentato solo in area ed ha tirato addosso al portiere. E ancora ,al 31' un gran tiro di Bettini è stato deviato in angolo, per questione di centimetri, da un piede di un difensore. Al 32' finalmente, proprio Soncini, sfruttando un servizio di Vitali dalla sinistra, è riuscito a deviare in rete il pallone del 2-1. Con tredici minuti a disposizione, 11 tempo per rimediare c'era ancora. Ma l'Alessandria aveva bruciato ogni energia nell'affannosa caccia al goal e fu facile quindi al Napoli tirare a campare, perdendo tempo ad ogni rimessa e calciando il pallone purchessia, e giungere fino al puntualissimo (sin troppo) fischio finale di Roversi. Negli spogliatoi, il dottor Ruggiero, presidente dell'Alessandria, amareggiato per la sconfitta, tuonava minacce e disponeva che i giocatori rimanessero «consegnati» in città in vista della gara di Coppa Italia di mercoledì con il Genoa, e che tutti da ora in poi, andassero a nanna alle 22. Al solito, si chiude la stalla quando i buoi sono scappati... (Stampa Sera - Gianni Pignata) RECRIMINAZIONI PER LA SCONFITTA DI DOMENICA SCORSA Ora siamo veramente preoccupati per la situazione che questa sconfitta casalinga ha determinato. I timori che avevamo manifestati sono ormai divenuti realtà. La squadra è precipitata in fondo alla classifica e deve ormai lottare per non retrocedere. E’ troppo duro ed umiliante pensare già ai problemi della retrocessione dopo l’ottava giornata di campionato. Nessuna squadra ha mai resistito a questa preoccupazione fino alla fine: o migliora il suo gioco o si arrende ad un certo punto quando si accorge che non vi sono più speranze. Eppure per la nostra Società si presenta questo duro ed arduo problema: verrà una riscossa? Si potrà trovare la strada della salvezza? Sono tutte domande che rimangono per ora senza una sicura risposta. Bisognerà attendere il seguito del campionato per farci una idea più precisa. Allarme. Ma intanto il pericolo rimane: ma, ci chiedono molti, la squadra non gira perché o non è all’altezza oppure perché qualcosa (morale, allenamento, disciplina?) lascia a desiderare? Rispondiamo subito che la prima ipotesi è da scartare: la squadra non è all’altezza per giocare alla promozione o per contrastare il passo a compagini come il Brescia, Padova, Verona, ecc., ma che proprio sia composta di gente non in grado di tenere almeno dignitosamente il posto in serie B non lo crediamo. Vi è soltanto da preoccuparsi per il calo di forma di alcuni uomini oggi chiamati in squadra e che non sono in grado di giocare: ci riferiamo al buon Migliavacca ad esempio che sta attraversando un periodo nero: da tempo non l’avevamo visto appesantito ed annebbiato nel gioco come ora; ci riferiamo a Melideo, al quale evidentemente la vita militare non consente una adeguata preparazione e che oggi ci troviamo davanti lento e fuori fase, facile a farsi anticipare o tagliare fuori. Ed ancora al giovane Cesana per la seconda volta immesso in squadra con la conseguente disperazione di tutti. Senza contare all’inutilizzabile Sergio Bettini, all’infortunato Tenente, all’evanescente Oldani. Sono queste le vere disgrazie piaghe che affliggono l’Alessandria. La nostra Società dovrebbe stare a galla vivendo sulle prodezze di un Fara, sul risuscitato Vanara e nell’attesa che il vecchio Renzo Bettini ritrovi estro e forma, oltre alla speranza che i miracoli di Nobili si ripetano il più sovente possibile. E domenica abbiamo avuta netta la dimostrazione che con così poche carte buone non si può stare a galla. Rimedi? Ve ne sono senz’altro: non sta a noi indicarli: certo che non possono solo consistere in un giro di vite sulla disciplina dei singoli. Quel primo tempo! Il Napoli, partito fulmineamente con una ispirazione fresca e facile, gagliardamente superiore sotto ogni aspetto, mostrò arte e supremazia più per le nostre debolezze ed i nostri errori che per una effettiva incolmabile superiorità: riuscì a dilagare da ogni parte come l’acqua di una diga non contenuta, da incutere un senso di soggezione nella nostra squadra che non riuscimmo a spiegarci specie dopo aver visto il secondo tempo. Evidentemente supina, incapace ad opporsi ad ogni manovra, forse frastornata dalle troppe tattiche, l’Alessandria subì due goal dando l’impressione di non capire nulla dell’avversario, mantenendo un gioco improvvisato con quel povero Cesana sballottato da una parte all’altra senza succo e senza costrutto, con Soncini a centro campo incapace di prevenire e contenere una sola volta un lucidissimo Emoli che lo anticipava come voleva e manovrava gli uomini di punta a suo piacimento. Furono venti minuti terribili che misero in ginocchio la nostra squadra: se la nostra compagine, maggiormente consapevole dei propri limiti tecnici, avesse subito iniziato in modo bersaglieresco l’incontro, opponendo a lla maggior classe un incontenibile impeto, forse l’incontro non si sarebbe risolto in così breve tempo. Illudendo invece di potersi difendere con calma ed ordine, l ’Alessandria facilitò invece il compito all’avversario, concedendogli spazio per via delle marcature che non erano tali. La ripresa La trasformazione della nostra squadra nel secondo tempo, ci ha irritati: venne a tutti spontanea l’esclamazione: « Ma se sono capaci di giocare e di lottare così, perché non lo hanno fatto prima ? ». Letteralmente trasformata , la nostra squadra andò allo sbaraglio, non disordinatamente, non trasformando la partita in un arrembaggio, solo giocando con impeto ma anche con intelligenza. Vanara, Giacomazzi, Fara e Renzo Bettini, furono gli alfieri della riscossa, e solo una maggior freddezza nella conclusione avrebbe permesso di raggiungere il pareggio già nei primi minuti del secondo tempo. Purtroppo Soncini mancò clamorosamente una conclusione che pareva già fatta, mentre Vitali solo davanti al portiere per un doppio errore di Gatti e Corelli, ebbe una delle tante sue stucchevoli esitazioni che permise a Pontel di uscire miracolosamente e salvare la propria rete. Ma è inutile ormai recriminare ancora. (Il Piccolo, 16 novembre 1963 - Filade) RISULTATI: Brescia – Cagliari 3-0 Foggia – Simmenthal Monza 1-1 Padova – Venezia 1-0 Palermo – Triestina 3-3 Parma – Verona 0-0 Potenza – Lecco 4-0 Pro Patria – Catanzaro 3-1 Udinese – Cosenza 3-1 Varese – Prato 2-0 CLASSIFICA: Varese, Napoli p. 12, Pro Patria 11, Cagliari, Lecco 10, Verona, Padova 9, Foggia, Udinese, Catanzaro 8, Potenza, Palermo 7, Triestina, Simmenthal Monza, Venezia 6, Brescia (-7), Alessandria, Prato, Cosenza 5, Parma 4. Brescia 7 p. di penalizzazione. MARCATORI: 6 gol: Raffin (Brescia), Gilardoni (Napoli), 5 gol: Nocera (Foggia), Muzzio (Pro Patria), Spelta (Varese), 4 gol: Carminati (Padova), Maestri (Palermo), Taccola Romano (Prato), Calloni Giampiero (Verona). Il punto sul campionato Il Brescia ha dimostrato che, senza la penalizzazione, sarebbe tranquillamente nelle prime posizioni. Non solo per i punti effettivamente conquistati, 12, che posizionerebbero la squadra al primo posto, ma anche per il gioco e l’autorità. Il Cagliari, capolista fino a ieri mattina, ha perduto l’imbattibilità stagionale sotto un secco 3-0, provocando l’ennesimo scossone al vertice. Visto che anche il Lecco è riuscito a perdere, pesantemente, a Potenza (4-0!) al comando sono rimasti Napoli e Varese (quest’ultimo grazie al 2-0 al Prato) tallonati dalla Pro Patria che ha chiuso l’incontro con il Catanzaro sul 3-1. Il fanalino di coda Parma strappa uno 0-0 al Verona e rosicchia un punticino alle formazione che lo precedono, tutte sconfitta (tranne il Brescia, ma quello non conta).