Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1961/1962
Serie B
10-12-1961 - Giornata: 13 - Cosenza - Emilio Morrone


Cosenza AS - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 88. rig. Lenzi [Co]

Alessandria US Arbizzani Luciano, Melideo Rocco, Sperati Domenico, Migliavacca Giancarlo, Bassi Giampiero, Schiavoni Antonio, Vanara Elio, Rizzo Francesco (1943), Cappellaro Renzo, Pizzolitto Radames, Bettini Sergio All.: Rava Pietro

Formazione avversaria
COSENZA AS: Amati, Follador, Orlando, Pagni, Federici, Lugli, Ardit, Perli, Lenzi, Costa, Novali. All.: Zsengeller Gyula

Arbitro: Babini Carlo (Ravenna)
Note
Espulsi al 89. Sperati [A], Vanara [A], Novali [C]. Angoli: 7-1. Finale con rissa tra giocatori e intervento della forza pubblica in campo. Inizio gara ore 14.30

Commento
I "GRIGI,, INGIUSTAMENTE SCONFITTI A COSENZA (1-0) Piegati da un « rigore » inesistente - Sperati e Vanara squalificati E’ difficile immaginare con quanta amarezza ci accingiamo a scrivere questo nostro commento settimanale. E' difficile perché la prima impressione provata fu di dispetto per la nuova sconfitta che veniva a chiudere definitivamente le nostre attese di un pronto riscatto da parte di una squadra ben decisa a far dimenticare lo smacco di 7 giorni prima onde portare a casa qualcuno di quei punti che aveva promesso di guadagnarsi. Ma è più difficile ancora il dover contenere lo sdegno che si prova di fronte a tante ingiurie subite, all'ignominia di una incivile dimostrazione che ci ha schiantati ed alla abulia (leggi viltà) di chi ha rinunciato ad essere giusto per salvare se stesso dal peggio che temeva gli potesse capitare. Sinceramente non eravamo preparati ad affrontare un argomento del genere: nella nostra genuina passione di tifosi del calcio sensibili soltanto alle generosità di una squadra impegnata in campo, o dai rimbrotti di un pubblico col quale siamo spesso troppo severi perché lo riteniamo ingiusto nelle sue pretese, non era previsto di dover parlare di barbari e di forsennati. E' come se ci avessero di colpo costretti a commentare dalla sera alla mattina i fatti del Congo: onestamente avremmo declinato l'incarico che evidentemente esula dalla nostra prospettiva. Ed invece questo strano fenomeno mondiale, che e il gioco del calcio, deve fatalmente tener desta ogni attività delle umane vicende fino a questi casi-limite nei quali la nostra attenzione viene ad essere assorbita da avvenimenti che superano le semplici imprese di un incontro sportivo per assurgere ad episodi che hanno un sapore psichico e sociale oltre che umano. Partita rubata. Per riprendere un titolo di molti quotidiani di lunedì scorso, diremo subito che ci è stata letteralmente ≪ rubata ≫ la vittoria che sacrosantemente ci eravamo guadagnata. E che ce la fossimo guadagnata lo dimostra il fatto che nessuno ha osato mettere in dubbio la validità della rete segnata da Cappellaro, tanto essa era chiara e nitida. Dopo un primo tempo giocato in sordina e con una difesa impostata alla perfezione, l’Alessandria aveva compreso che ci si poteva fidare ad attaccare per raggiungere forse una stupenda vittoria. E cosi e stato: Cappellaro mancò alcune reti facili e sicure, dal momento che tutta la prima linea funzionava alla perfezione. Ma venne il momento buono ed il nostro centravanti saettò da una posizione impossibile, una violenta palla che fini contro la parte superiore della rete, per tornare poi in campo. II pubblico rimase di sasso. I nostri ragazzi si strinsero intorno a Cappellaro per manifestare la loro gioia, mentre il segnalinee correva sul centro campo in attesa che l'arbitro facesse riprendere il gioco. Ma venne la amara sorpresa: l’arbitro fece cenni di diniego e non convalidò, mentre dagli spalti si scatenava il finimondo. Naturalmente i nostri giocatori volsero alcune proteste: da quel momento il pubblico prese in mano le redini dell'incontro in luogo dell'arbitro. Questi, che non era certo un gigante del coraggio, pervenne poi ad assegnare agli avversari un rigore inesistente perché un giocatore avversario, assolutamente da solo, cadde a terra lasciando in tutti l'impressione che facesse molta scena. E venne così la nostra amarissima sconfitta. Anche le beffe. Non é chi non veda l'ingiustizia di tutto questo: ora siamo in classifica ancora a 12 punti e quindi esposti a tutti i pericoli. Intanto la Lega ha squalificato per una domenica Vanara e Sperati che, a detta di tutti i giocatori se ne stavano zitti in un angolo, spauriti dalla folla urlante. Questo il bilancio della più infausta partita che l'Alessandria potesse disputare. I nostri ragazzi avevano fino a quel momento giocato da maestri: si erano guadagnati molti applausi dal pubblico timoroso di fronte ad una squadra che era entrata in campo al secondo tempo ben decisa a vincere un incontro che non destava alcuna preoccupazione. Ma mancò il piglio autorevole di un arbitro autorevole. Il signor Babini non era certo il più adatto a dirigere un incontro del genere. Di fronte alle disperate proteste dei nostri, prese ad infliggere una serie di punizioni cervellotiche, culminate poi in un rigore assolutamente assurdo, concesso più per il timore del pubblico che per intima convinzione. Intanto Migliavacca sanguinava ad una gamba, mentre tutti i nostri giocatori portavano bene in evidenza i segni tangibili di un incontro disputato all'insegna della violenza. Pubblico armato. Dal pubblico cominciarono a piovere, insieme alle più sanguinose ingiurie, le minacce più spaventose, e con esse un coltello aperto, un manganello, una serie di sassi di tutte le misure. L'arbitro... non li voleva vedere. I nostri ragazzi giocavano tremando. Gli avversari, galvanizzati dal pubblico, entravano come ossessi sull'uomo. Intanto l'arbitro fischiò la fine e fuggì negli spogliatoi. Le squadre, ancora in campo, vennero alle mani. Arbizzani, trattenuto da alcuni agenti ed immobilizzato si prese pugni in faccia dal centravanti avversario. Quando si senti bruciare la pelle, Arbizzani si liberò energicamente dei suoi custodi, ma a questo punto venne dichiarato in … arresto. Solo l'energia calma ma ferma di Rava riusci poco dopo negli spogliatoi a far cessare l'equivoco e liberare il nostro sbigottito portiere. Per l'esattezza, ci teniamo però a precisare che il coltello lanciato dal pubblico, cadde a poche spanne da Pizzolitto piantandosi a terra, mentre Sperati, che si accingeva ad una rimessa laterale, veniva colpito in fronte da una pietra. Note tecniche. Dimenticando per un momento l’ignominia della violenza, dobbiamo segnalare che la partita, a prescindere dalla sconfitta inflittaci dall'arbitro, ha rivelato una ottima ripresa da parte della nostra squadra. E' stata certamente una delle migliori gare disputate quest'anno fuori casa. In modo particolare la prima linea ha dimostrato una vitalità veramente eccezionale. Primo fra tutti, merita un cenno di riconoscimento il giovanissimo Rizzo (18 anni) che ha fornito una prova maiuscola sotto tutti gli aspetti. Tra l'altro questo ragazzo che, come si sa è di Cosenza e proviene da quella squadra, ha affrontato un duro esame morale giocando per la prima volta nella sua città e contro la sua squadra, proprio in un momento cosi delicato. Il suo apporto è stato veramente determinante per la riuscita del gioco di attacco. Riteniamo che si tratti di un ottimo acquisto per l'Alessandria che potrà certo giovarsi di lui come di una pedina essenziale. In ripresa Cappellaro e Bettini, ottimo come sempre Vanara. Pizzolitto nel ruolo di mezz'ala arretrata è stato una rivelazione, in quanto ha dominato il centro campo insieme all’inesauribile Migliavacca. Stupendo ancora una volta Schiavoni, e bravo Melideo impegnato in un duello durissimo con quel Novali a sua volta squalificato per le continue provocazioni manifestate in tutta la partita. Anche Sperati ha saputo rimpiazzare egregiamente capitan Giacomazzi a riposo. Come si vede, tutta la squadra si trovava in una condizione felice e quindi in grado di conquistare una vittoria, ma, naturalmente, in ambiente normale. (Il Piccolo - Barbagrigia) Tre espulsi a Cosenza: l'Alessandria perde (0-1) La rete segnata al 41' della ripresa da Lenzi su rigore ha provocato una serie di incidenti in campo. L'ala sinistra del Cosenza Novali, il quale aveva esagerato nel manifestare la sua gioia dopo il goal, è stato avvicinato da Sperati e Vanara e fra i tre vi è stato uno scambio di pugni: i tre giocatori sono stati espulsi dall'arbitro. La partita si è guastata al 23' della ripresa quando Melideo ha colpito Novali azzoppandolo. Successivamente Perin veniva spinto da Schiavoni contro il muro di cinta del campo. La partita è stata caratterizzata sul finire da una serie di scorrettezze. L'arbitro, che avrebbe dovuto intervenire energicamente sin dal primo tempo, è da ritenersi il responsabile di quanto è successo oggi per la prima volta a Cosenza. Al 41' una mischia sotto la porta di Arbizzani si concludeva con il rigore realizzato da Lenzi. Al fischio di chiusura della partita, il commissario di servizio sul, campo, dr. Giuseppe Ioele, cipo della Squadra Mobile della Questura di Cosenza, che aveva assistito agli incidenti intervenendo anche per calmare gli animi, si è avvicinato al portiere Arbizzani, invitandolo a seguirlo In questura. Qui il dr. Ioele ha proceduto all'accertamento delle responsabilità dell'atleta nel tafferugli e, avendo rilevato che non v'erano gli estremi per un reato punibile dalla legge, lo ha rilasciato. (StampaSera) Il capo della «Mobile» di Cosenza spiega l'incidente con Arbizzani Il portiere dell'Alessandria non ha colpito né ingiuriato gli agenti dell'ordine: nel parapiglia era volato uno spintone del tutto involontario La squadra grigia, scortata fuori città dalla polizia, ha potuto ripartire regolarmente per il Nord Notizie frammentarie e in verità piuttosto contrastanti erano giunte ieri da Cosenza dove, al termine della gara tra i cosentini e l'Alessandria, pareva si fossero verificati grossi incidenti. Tra le varie voci giunte, faceva spicco quella che raccontava come il portiere del grigi Arbizzani fosse stato trascinato ammanettato negli spogliatoi' e quindi fermato per aver colpito o ingiuriato (la cosa non era molto chiara) un agente delle forze dell'ordine Intervenuto con altri colleghi per sedare un tumultuoso parapiglia scatenatosi a fine gara tra gli atleti delle opposte compagini. Stamane abbiamo interpellato telefonicamente il capo della Squadra Mobile della Questura di Cosenza, funzionario che ieri aveva la responsabilità dell'ordine pubblico allo stadio cosentino. Il funzionario ha cortesemente ed esaurientemente spiegato l'episodio che, come si potrà capire in seguito, è stato nettamente ridimensionato. Ecco come il capo della Mobile di Cosenza ha spiegato l'accaduto: «A fine gara i giocatori delle due parti, con gli animi sovraeccitati, si sono scontrati dando origine ad una mischia paurosa. Gli agenti di polizia sono logicamente intervenuti per sedare la rissa e nel calderone ho visto uno dei miei uomini sballottato dal portiere alessandrino. Per porre fine all'incidente e per rendermi conto di quanto fosse veramente successo, ho ordinato di "fermare" Arbizzani che appariva tra i più eccitati. Negli spogliatoi, una decina di minuti dopo, presente l'agente che aveva avuto lo scontro con l'atleta piemontese, ho potuto appurare che si era trattato di una semplice spinta da parte di Arbizzani nei confronti di chi gli stava in quel momento di fronte. Il ragazzo, logicamente innervosito dal parapiglia, non aveva assolutamente fatto caso alla divisa che l'agente indossava, ed aveva istintivamente reagito, allontanandolo forse con un po' di foga. Chiarito l'episodio, assolutamente non grave, abbiamo provveduto a scortare la squadra grigia ad una stazione ferroviaria poco lontana da Cosenza, dove i calciatori alessandrini sono saliti tranquillamente in treno, diretti in sede». (Stampa Sera – Giuseppe Barletti) SU RIGORE A 3’ DALLA FINE Un foglio sportivo locale uscito nella mattinata, nel dare il benvenuto agli ospiti, e ricordando il fulgido passato dei grigi alessandrini, così si esprimeva: “I successori di Baloncieri e Ferrari vogliono espugnare il Città di Cosenza”. Ciò denota che gli ospiti erano tenuti in grande rispetto e la partita di preannunciava difficile anche perché il risultato positivo, oltre a premiare i vincenti, avrebbe fatto classifica. Come già avvenne per gli incontri contro la Lazio e il Bari, il pubblico cosentino attendeva lo spettacolo e con la sua sportività avrebbe applaudito i meritevoli vincitori, qualunque fosse il colore della maglia. In questo clima di ansiosa attesa, l’arbitro Babini diede inizio alla partita e, per la verità, per tutto il primo tempo, pur giocando nel clima di molta animosità, non vi fu nulla da dire. Il Cosenza portava le sue ondate offensive e l’Alessandria si difendeva con accorgimento, anche se Melideo e Pizzolitto, vecchie conoscenze di quando militavano nel Chieti, facevano affiorare scorrettezze continue. Terminava così il primo tempo a reti inviolate, con un gioco alterno da un campo all’altro, senza mettere in serie difficoltà Arbizzani e Amati anche per la buona guardia dei terzini. Nella ripresa il gioco cambiava di tono, alla animosità si sostituivano scorrettezze da parte degli ospiti, ed era proprio Melideo a dare il via colpendo a freddo Novali al 20’ e rendendolo inutilizzabile per tutto il proseguo della partita. L’arbitro non decretava l’espulsione e come conseguenza gli animi si riscaldavano. L’Alessandria, che all’inizio della ripresa aveva tentato il tutto per tutto per far suo l’incontro, doveva subire alla mezz’ora il pronto risveglio degli atleti in maglia rossoblu, che prendevano decisamente le redini dell’incontro e incitati dal suo fedele pubblico asserragliavano la porta avversaria. Per l’Alessandria, lo spettro della sconfitta faceva perdere la calma e veniva fuori un gioco pericoloso. Al 41’ su azione da rete di Costa, Rizzo tentava il salvataggio in extremis in piena area di rigore e contemporaneamente Sperati metteva a terra Ardit. Doppio fallo nell’area fatale che trovava pronto l’arbitro Babini a concedere il rigore. Proteste degli ospiti e dopo circa un minuto, ristabilitasi la calma, Lenzi, infallibile rigorista, segnava la rete della meritata vittoria. Rimostranza degli ospiti con proteste nei confronti dell’arbitro che senza esitare espelleva Vanara, Sperati e Novali. Ormai per l’Alessandria l’incontro era finito e negli ultimi minuti si assisteva ad un continuo gioco ostruzionistico con gazzarra finale. Spettacolo riprovevole. Povere maglie grigie dal fulgido passato affidate oggi a giovani indisciplinati i quali hanno dimostrato palesemente di non saper perdere! Fra i ventidue protagonisti dell’acceso incontro i migliori sono tsati Orlando e Pagni del Cosenza e Migliavacca e Cappellaro dell’Alessandria. Babini si è trovato a dirigere una partita difficilissima e pur non demeritando ha avuto il torto di intervenire soltanto sul finire con quell’autorità necessaria. (Corriere dello Sport – Giuseppe Carci). RISULTATI: Brescia - Genoa 2-0 Como - Prato 0-1 Lazio - Pro Patria 0-2 Lucchese - Catanzaro 2-1 Messina - Bari 3-2 Napoli - Simmenthal Monza 0-0 Novara - Sambenedettese 0-2 Parma - Modena 0-0 Verona - Reggiana 4-1 CLASSIFICA: Genoa p. 20; Lazio, Messina, Modena, Verona 16; Brescia, Prato, Pro Patria 14; Parma, Reggiana 13; Alessandria, Catanzaro, Cosenza, Napoli, Simmenthal Monza 12; Lucchese 11; Como 10; Novara 9; Sambenedettese 8, Bari (-10) 0 Bari 10 p. di penalizzazione. MARCATORI: 7 RETI: Cappellaro (Alessandria), Rambone (Catanzaro), Firmani (Genoa), Ciccolo Nicola (Messina); 6 RETI: Morrone (Lazio), Muzzio (Pro Patria); 5 RETI: Bonacchi (Bari), Gratton (Lucchese), Greatti (Reggiana) Il punto sul campionato Tredici è un numero cabalistico. C'è chi lo vuole di aspetto piacevole e simpatico, chi invece lo considera arcigno, iellato, balordo. Ieri la «tredicesima» di serie B ha dato ragione a tutti: qualcuno ha riso grosso cosi, qualche altro s'è immusonito, altri ancora sono crollati sotto il peso della sventura. Insomma, una giornata esplosiva, quale non si aveva da lungo tempo. Le due squadre di testa, Genoa e Lazio, sono incappate in due netti insuccessi. I rossoblu sono stati sconfitti a Brescia senza mezze misure, messi sotto in modo inequivocabile da un Brescia in giornata di vena. Si è verificato quanto avevamo già altre volte segnalato: il Genoa, spinto alle corde dagli assalti continui di una compagine bene attrezzata e tecnicamente bene impostata, è stato costretto ad un affannoso lavoro ed ha smarrito il filo della manovra. La Lazio, priva del « cervello » Morrone in prima linea, ha finito per pasticciare in difesa, con il risultato di farsi infilare due volte, nel finale di gara, dai contropiede rabbiosi della Pro Patria. A Novara, altro tonfo di una squadra che alla vigilia pareva dovesse avere il risultato in tasca. Gli azzurri sono stati nettamente battuti, più di quanto il punteggio non dica, dalla penultima in classifica, la Sambenedettese. La «giornata balorda» ha portato la sua ombra anche a Cosenza, dove l'Alessandria ha perso per 0 a 1 a tre minuti dalla fine, su calcio di rigore; è stata, quella disputata sul terreno calabrese, una contesa scorretta, durissima, giocata all'insegna della violenza. L'arbitro Babini - non nuovo ad imprese del genere - ha smarrito completamento la bussola, finendo per essere travolto dall'impeto e dalla asprezza del contendenti. Le malefatte di Babini hanno portato in un primo tempo all'annullamento di una rete alessandrina segnata da Cappellaro con un tiro che ha battuto sotto la traversa ed è schizzato nettamente in porta, poi sono proseguite con il tollerare ogni genere di rudezze, tanto che nello spazio di sei minuti si sono verificati - da una parte e dall'altra, altrettanti interventi fallosissimi, quasi tutti aventi carattere di ritorsione. (StampaSera)