Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1961/1962
Serie B
24-12-1961 - Giornata: 15 - Napoli - San Paolo


Napoli AC - Alessandria US 4 - 3 (2 - 3)
RETI: 7. Mariani [Na] , 23. Fanello [Na] , 62. Mariani [Na] , 84. Corelli [Na] 2. Cappellaro R.[A], 21. Cappellaro R.[A], 38. Rizzo F.[A]

Alessandria US Arbizzani Luciano, Melideo Rocco, Giacomazzi Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bassi Giampiero, Schiavoni Antonio, Vanara Elio, Rizzo Francesco (1943), Cappellaro Renzo, Cantone Bruno, Soncini Antonio All.: Rava Pietro

Formazione avversaria
NAPOLI AC: Pontel, Molino, Mistone, Girardo, Greco, Ronzon, Mariani, Corelli, Fanello, Fraschini, Tacchi. All.: Baldi Michele

Arbitro: Angelini Piero (Firenze)
Note
Inizio gara ore 14.30

Commento
LA SFORTUNATA PARTITA DEI GRIGI A NAPOLI In vantaggio nel primo tempo, vengono raggiunti e superati nella ripresa — Infortunio a Melideo — Domani a Reggio Emilia A volte succedono cose che lasciano letteralmente stupefatti per l'incredibilità delle situazioni che vengono a determinarsi: e così è stato domenica a Napoli. Ancora oggi, a distanza di alcuni giorni, siamo sgomenti per quanto abbiamo visto, dopo i momenti drammatici ed esaltanti che abbiamo vissuto su quel campo di Fuorigrotta. Vi è proprio da chiederci se è logico che certe cose accadano e che la disgrazia perseguiti con tanto accanimento una squadra. Ma si tratta evidentemente di domande inutili perché restano comunque senza risposta. Ciò che conta sono i risultati, e poiché di risultati utili ne registriamo pochini, resta in noi la incomparabile amarezza di una sconfitta, immeritata soprattutto perché ad essa non eravamo preparati per aver per troppo tempo pregustata la gioia della vittoria. Eravamo partiti per Napoli insieme ai nostri ragazzi con tanta fiducia da sentirci quasi degli incoscienti per osare di pensare a certe cose: accanto a loro abbiamo vissuto due giorni, seguendoli anche nel breve allenamento della vigilia al campo del Vomero, per sapere proprio tutto della loro preparazione e dei propositi che li animavano. Avevamo anche condivise le ansie ed i dubbi che l’allenatore andava risolvendo per renderci conto della serietà con cui l’incontro veniva studiato. Ma tutto è stato inutile: ancora una volta il destino beffardo ci ha giocato il più amaro degli scherzi aprendoci la strada delle più cocenti delle delusioni E la nostra classifica intanto è peggiorata fermandosi su quei fatali tredici punti che ci vedono immeritatamente relegati verso le più scomode posizioni con sole sei squadre alle nostre spalle. Nulla di preoccupante per ora, si intende, ma intanto ci pare impossibile poter guardare al domani con una certa sicurezza, specie in questo particolare momento nel quale il calendario tiranno ci impone una ulteriore trasferta sull'infuocato campo di Reggio. Su cinque partite, quattro giocate fuori casa ed una sola sul terreno amico: poco in verità per una squadra che non attraversa un momento felice. Ma il calendario è quello che è: i punti bisogna farli quando è ora e soprattutto in casa. Ed è proprio qui il nostro punto debole: troppe partite casalinghe sono state sciupate. Lacrime di disperazione. Ebbene sì, dobbiamo confessarlo: per la prima volta dopo tanti e tanti anni in cui andiamo a vedere partite di calcio, abbiamo visto undici giocatori chiusi negli spogliatoi a partita terminata, con gli occhi lucidi di pianto muti in disperata ed impotente costernazione. Qualcuno versava anche lacrime, lentamente, liberamente, per dare sfogo ad un momento di giustificata debolezza. Per la verità i giocatori erano dodici, perché con essi vi era quel buon ragazzo che si chiama Fanello legato da tanto affetto e da inguaribile nostalgia per noi, che aveva sentito subito il bisogno di correre dai compagni di ieri a spiegare quanto partecipasse al loro piccolo dramma, lui, autore della sua prima rete del campionato, rete che in verità aveva segnato a porta vuota ed in condizioni di assoluto favore. Certo è che non si poteva e non si doveva perdere una partita del genere, dopo essere andati per tre volte in vantaggio contro una squadra più disperata e più fragile nel morale di noi, dopo aver resistito per oltre mezz'ora ai suoi attacchi violenti e disordinati che non avevano alcuna attitudine di raggiungere il bersaglio! Soltanto la confluenza di alcune circostanze particolarmente fortunate ha invece potuto sovvertire il risultato facendo esplodere un pubblico che pareva ormai rassegnato ad una ennesima delusione della sua squadra. E così, alla vigilia di Natale, è spettato proprio all'Alessandria il compito di portare il dono più lieto ai tifosi napoletani, donando un poco di serenità a quegli animi depressi ed un momento di fiducia a quell'allenatore Baldi che viveva ormai nell'incubo di una possibile sua liquidazione. Il nostro primo tempo Le premesse per una nostra affermazione vennero fuori chiare e significative al primo tempo: era appena iniziata la partita che Cappellaro dalla sinistra, in posizione quasi impossibile e da almeno venticinque metri mandò un bolide in porta mandando in visibilio il pubblico che subito dopo però, resosi conto delle conseguenze, ammutolì in un silenzio gelido. Venuto il pareggio, Cappellaro con una punizione tirata con prepotente precisione insaccò la seconda rete, ristabilendo una superiorità che non ammetteva nemmeno discussioni: e si noti che quella punizione era stata accordata proprio per un atterramento subito dal nostro centravanti ai limiti dell'area, mentre, libero ormai da ogni marcatura (si era svincolato con una stupenda finta), filava verso la rete, per concludere la sua più bella azione. Raggiunti ancora una volta, i grigi, in giornata di evidente vena, seppero prontamente ristabilire la loro supremazia: e fu Rizzo a girare in rete con prontezza fulminea un pallone veramente difficile. Ammutolì ancora una volta il pubblico che credeva ormai di aver superato la crisi iniziale. E mentre i nostri ragazzi rientravano negli spogliatoi al termine del primo tempo non poté fare a meno di applaudire quel tre a due che si erano conquistato con tanta sicurezza. Dobbiamo dire a questo punto che la nostra prima linea, dopo tanto tempo ha veramente funzionato a dovere per merito di tre uomini che sono stati i migliori della squadra: Vanara, Rizzo, Cappellaro. Vanara ha continuato la magnifica serie delle sue prestazioni: sicuro nel palleggio, ridotto ormai all'essenziale, pronto nello scambio e sicuro nella posizione, il nostro giovane prodotto, ha ancora una volta confermato di essere ormai lanciato verso lontane mete. La sua permanenza nelle posizioni più avanzate, costringeva la traballante difesa del Napoli a tenergli sempre un paio di uomini alle calcagne con conseguente alleggerimento della copertura a centro campo. Cappellaro ha ritrovato con splendida sicurezza la via della rete che lo ha riportato in testa alla classifica dei cannonieri. Aveva di fronte un anziano ed esperto medio centro quale è Greco, costretto però a marcarlo « a zona » e non quindi a stretto contatto: il che permise di impostare tutte le azioni a centro campo come piace a lui, e di manovrarsele a suo gradimento, oltre che a svolgere quell’estenuante lavoro di spola e di spostamento che il suo notevole fisico e la sua generosità lo inducono a fare. Rizzo è stato la rivelazione della tornata. Sul terreno liscio del campo napoletano, che meglio si addice alle sue doti, egli ha svolto un magnifico lavoro, con una rapidità di concezione ed una chiarezza d’idee che più di una volta hanno strappato applausi non soltanto a noi. Per di più il ragazzo è dotato di notevole grinta e di un tiro di destro veramente folgorante, tanto che fece bruciare più di una volta le mani al pur bravo Pontel. La altalena dei mediani Non altrettanto pregevole è stata la partita disputata da Bettini: il ragazzo lamenta un leggero stiramento che non gli consente di sferrare il famoso tiro a rete; per di più è ancora timoroso e non sempre lucido nel gioco manovrato. Per la verità bisogna però riconoscere che in almeno due occasioni ha condotto azioni incisive e che nel secondo tempo, allorché la nostra squadra era chiusa nella propria metà campo a difendersi degli attacchi rabbiosi del Napoli, si installò al centro della nostra prima linea dando parecchio fastidio ai disordinati difensori avversari. La mediana questa volta non ha costituito il punto di maggior forza della squadra: il suo gioco ha oltre modo momenti buoni ed altri d’incertezza e di scarsa copertura. Rientrava Soncini dopo la paura dovuta all'operazione dell’appendicite. Portava la maglia numero dieci, ma in realtà giocava da mediano sinistro. Con tutte le attenuanti che si devono concedere a chi disputa la prima partita, diremo che il ragazzo non ha dato il meglio di se Stesso. La sua azione è ancora lenta e frammentaria, facile al dribbling spesso inutile, orientata unicamente sul gioco monotono dell’appoggio verso sinistra, scarsa nella copertura ben determinata verso un avversario prestabilito. Il che veniva in sostanza a rendere più gravoso il lavoro di Giacomazzi spesso costretto a giocarsi in velocità palloni che, per motivi evidenti, non era più in grado di raggiungere. Ma, ripetiamo, siamo certi che Soncini ritornerà presto in piena forma. A destra tornava Migliavacca con la maglia numero quattro, in un ruolo che è certo il più adatto per lui: nel primo tempo, e specie nelle fasi di attacco, non abbiamo visto il bravo mediano che molte volte quest’anno ha meritato larghi consensi; nel secondo tempo invece, quando si trattò di difendersi, ritrovo l’estro e la combattività dei momenti migliori. Bassi si è trovato in difficoltà in più di una occasione, contro il vivace Fanello: la sua ferrea marcatura non riuscì a dargli quella autorità e sicurezza che gli sono abituali. Il che, evidentemente, non preoccupa, ma durante la partita creò un certo nervosismo nei compagni. Bravo invece, secondo il suo metro abituale, lo Schiavoni in funzione di uomo libero. Le pecche della difesa Malgrado l’amarezza prima descritta per aver subito in pochissimo tempo le due reti che ci portarono alla sconfitta, dobbiamo dire che il Napoli in verità non ha rubato nulla, ma che piuttosto le reti subite (ad eccezione dell’ultima) sono invece da attribuire ad errori della nostra difesa. Se un appuntò deve essere fatto agli avversari ed all'arbitro è per le due reti segnate di testa dall'ala Mariani, il quale in entrambe le occasioni, saltò reggendosi letteralmente sulle spalle di Giacomazzi, mentre era logico e giusto attenderci il fischio dell’arbitro per il fallo evidente. Ma, ciò malgrado, pensiamo che queste due reti (la prima e la terza) potevano comunque essere evitate dal nostro Arbizzani il quale nella prima, avrebbe forse dovuto, vista la parabola del pallone, arretrare e saltare più tempestivamente, mentre nella seconda, che veniva da un lancio di Tacchi che mandò il pallone a cinque metri dalla nostra porta, uscire anticipando così il colpo di testa di Mariani. Purtroppo alla non buona giornata del portiere, si è aggiunta quella infelice del buon Melideo che ha denunciato ancora una volta di attraversare un periodo di scarsa forma, Melideo ha denunciato i limiti di una classe invero assai più modesta. Il vero è che Tacchi gli è sfuggito quando ha voluto portandosi con le sue serpentine a fondo campo dove poteva centrare pericolosissimi palloni. Nella seconda rete il nostro terzino ha per di più commesso una vera e propria ingenuità allorché, trovandosi in posizione più favorevole, poteva buttare a lato il pallone, rinunciò invece ad impossessarsene preferendo tagliare la strada a Tacchi che sopravveniva velocissimo: l’ala deviò a sua volta sulla palla trovandosi così via libera. Sferrò un violento tiro rasoterra che Arbizzani, in tuffo parò, deviando però a lato dove sopraggiungeva Fanello che insaccò a porta vuota. A cinque minuti dalla fine venne il gol della nostra condanna su ennesimo lancio di Tacchi: Corelli, fra una selva di gambe, si buttò a tuffo segnando imparabilmente. E finì così la nostra avventura ed anche la nostra illusione. Esplodevano i mortaretti fra una folla in tripudio, mentre i nostri ragazzi uscivano a testa bassa. Stava per iniziare la sera di Natale e con essa un lungo malinconico viaggio notturno che ci avrebbe ricondotti a casa. E domani a Reggio In verità però dobbiamo convenire con quanti, al termine dell’incontro dichiara avario apertamente la impressione generale, e cioè che se Melideo non avesse dovuto lasciare il campo per il duro colpo subito alla regione parietale destra in uno scontro con Tacchi, molto probabilmente il Napoli non sarebbe andato al di là del pareggio: lo spostamento di Vanara a terzino permise ^infatti a tutto il Napoli di spingersi in avanti facendo ressa nella nostra area, in quanto l’unico nostro uomo di punta era ormai Bettini. E così si aggiunse anche il fatto disgraziato di essere rimasti in dieci uomini, ultima circostanza di una sfortunatissima giornata. Ma si deve pur pensare al domani, anche se questa partita di Napoli non sarà mai più dimenticata, anche se abbiamo subito due furti in questi ultimi tempi (uno a Cosenza ad opera dell'arbitro ed uno a Napoli ad opera della sfortuna), specie se il domani assai prossimo si chiama Reggio Emilia. Si può immaginare con quale stato d'animo andiamo ad affrontare quel munitissimo campo alla vigilia della festa di Capodanno. A Reggio ricordano ancora la bruciante sconfitta subita in casa nostra e che fece definitivamente svanire le speranze di quei presuntuosi tifosi di salite in serie A. Chissà con quale animo ci attendono! Ma non è questo che preoccupa. E ’ invece la situazione della nostra squadra. Intanto Melideo visitato al suo rientro è stato spedito a casa con dieci giorni di riposo per la dura botta ricevuta. Il ragazzo ha comunque bisogno, di essere tenuto un poco fermo perché le sue condizioni non sono perfette. Giocherà Sperati che in questi ultimi tempi ha messo in mostra buone doti di scatto e di ambientazione. Non abbiamo notizie precise sulle eventuali modifiche che verranno apportate in prima linea. Apprendiamo intanto che Vanara è stato chiamato al raduno di Coverciano, il che ci consola anche perché dimostra la continuità e la vitalità della nostra scuola. Ma sarà triste anche il Capodanno? Dovremo proprio trascorrere in malinconia tutte,, le feste? Una cosa è certa: se la squadra giocherà col cuore e con la volontà di Cosenza e di Napoli, non si perderà. Anche perché la legge dei compensi non è ancora scomparsa dal volto della terra. (Il Piccolo, 30/12/1961, Barbagrigia) Dopo essere stata in vantaggio tre volte L'ALESSANDRIA A NAPOLI BATTUTA NEL FINALE: 3-4 Un incidente al terzino dei grigi Melideo (28' della ripresa) ha permesso agli azzurri di vincere la gara L'Alessandria, pur sfortunata per aver perduto il terzino Melideo al 28' della ripresa, quando le squadre erano ancora alla pari, ha qualche cosa da rimproverarsi perlomeno in campo tattico per questa sconfitta (3-4) che forse poteva essere evitata. Andata in vantaggio dopo appena un minuto e mezzo di gioco, la squadra grigia non si era accorta che il Napoli doveva essere aggredito costantemente per la povertà di gioco della sua difesa che balbettava al centro e nel settore dietro.. Questa situazione di fatto alla quale va ad aggiungersi l'errato marcamento di Cappellaro che era controllato a zona dal centromediano Greco aveva creato le premesse di un gioco di attacco tutto favorevole ai grigi, Cappellaro infatti aveva spesso la possibilità di suggerire con precisione i temi offensivi perché era quasi sempre libero. D'altra parte il mediano del Napoli, Girardo, che marcava Rizzo, era sovente costretto a lasciare il suo uomo per correre su Cappeli aro in maniera che Rizzo era libero di ricucire le trame imbastite dal compagno. Di questo errore commesso dal Napoli. l'Alessandria ha saputo usufruire segnando ben tre reti nel primo tempo ma nella ripresa sia perchè Gerardo è passato in permanenza sul centravanti mentre Ronzon ha pensato di più a Rizzo sia perchè la squadra grigia ha temporeggiato più del necessario, è stata possibile dal Napoli una rimonta ritenuta da tutti assurda. L'affermazione del Napoli trova spiegazione nella giornata di vena delle due ali, delle quali Tacchi è stato addirittura entusiasmante. Numerosi palloni Bono piovuti dinanzi a Arbizsani, che è parso molto preciso nelle parate a terra.ma non altrettanto accorto nei tiri deviati di testa dagli attaccanti partenopei. Bisogna però dare atto al portiere alessandrino che tutti i goals gli sono stati segnati da distanza ravvicinata. Per concludere, è da presumere che, senza l'incidente di Melideo, forse la squadra grigia avrebbe portato a casa perlomeno il risultato di parità. Ed ecco il succedersi delle reti: a un minuto e mezzo dall'inizio del match, su azione di Bettini, il terzino Molino sbagliava in pieno l'intervento. Anche Pontel usciva a vuoto e Cappellaro aveva l'opportunità di segnare a porta vuota. Dopo che Pontel era stato costretto a deviare con la punta delle dita una parabola, insidiosa di Rizzo, il Napoli pareggiava al 7' con un colpo di testa di Mariani che riprendeva il pallone passato da Mistone su calcio di punizione per fallo su Tacchi. Tornavano in vantaggio i grigi al 21° minuto, ancora ad opera di Cappellaro. Il Napoli commetteva un fallo proprio sulla linea dell'area, contro il centravanti della squadra grigia, che però cadeva in area. Qualcuno chiedeva addirittura il rigore, ma l'arbitro concedeva la punizione poco oltre il limite. Dopo le soliti discussioni sullo schieramento della barriera, era Cappellaro a indirizzare la palla nell'angolo al 21' sorvolando la barriera stessa e senza che Pontel potesse intervenire. Il Napoli pareggiava dopo due minuti: l'azione partiva da Ronzin che passava a Franchini; questi deviava lateralmente verso Tacchi che aveva la meglio su Melideo e tirava da pochi metri in porta, diagonalmente. Arbizzani si gettava disperatamente in tuffo e riusciva a deviare la palla ma sopraggiungeva Fanello che, dà pochi metri, infilava la rete incustodita segnando cosi il suo primo goal della stagione. All'86' l'Alessandria andava ancora In vantaggio su tiro di Rizzo, Imbeccato da Mlgliavacca e conseguente uscita a vuoto di Pontel. Nella ripresa l'Alessandria, pur attaccando di tento in tanto, lasciava l'iniziativa all'avversario limitandosi a controllarne le mosse. Ed in effetti, all'altezza dell'area di rigore del grigi lo schieramento difensivo era fitto ed elastico nel contempo, con Schiavone battitore libero, Bassi su Fanello e Soncini arretrato su Coralli. Ma al 16' minuto, su incursione di Mietono che centrava verso Mariani, quest'ultimo aveva la possibilità di indirizzare la palla in rete con un. preciso colpo di testa. La tattica dell'Alessandria non mutava dopo il pareggio e al 28' Melideo, scontratosi con Tacchi, riportava una contusione alla tempia e doveva lasciare il campo. Al suo posto arretrava Vanara. Era cosi possibile all'intraprendente Mistone appoggiare ancor più l'azione della prima linea, dando la possibilità a Tacchi di spostarsi lungo tutto il fronte creando continui fastidi alla retroguardia alessandrina. Appunto Tacchi, al 39' della ripresa, riusciva a passare un dosato pallone a Corelli che di testa metteva in rete. (La Stampa Sera Ugo Irace) RISULTATI Bari-Reggiana 3-1 Catanzaro-Lazio 1-1 Como-Pro Patria 2-1 Genoa-Cosenza 2-0 Modena-Monza 1-3 Napoli-Alessandria 4-3 Novara-Messina 2-2 Prato-Parma 0-0 Sambenedettese-Brescia 1-0 Verona-Lucchese 1-1 CLASSIFICA: Genoa p.23; Lazio 19; Modena 18; Messina 17; Verona, Parma, Pro Patria, Brescia, Prato 16; Reggiana, Catanzaro 15; Lucchese, Napoli, Monza 14; Alessandria 13; Como, Cosenza 12; Novara, Sambenedettese 10; Bari 8 Penalizzato 6 punti MARCATORI: 8 gol: Cappellaro (Alessandria), Ciccolo (Messina) 7 gol: Firmani (Genoa), Rambone (Catanzaro) 6 gol: Corelli (Napoli), Greatti (Reggiana), Mentani (Novara), Morrone (Lazio), Muzzio (Pro Patria) 5 gol: Bean (Genoa), Bonacchi (Bari), Catalano (Bari), Gratton E. (Lucchese), Pagliari (Modena) 4 gol: Bizzarri (Lazio), Campanini (Prato), Facchin (Monza), Francescon (Lucchese), Lazzotti (Messina), Lenzi (Cosenza), Loiodice (Brescia), Longoni (Lazio), Macor (Sambenedettese), Recagno (Brescia), Taccola (Prato), Vanara (Alessandria), Volpi C. (Reggiana) Il punto sul campionato La capolista Genoa si è imposta sul Cosenza, troppo debole la compagine calabrese per impensierire i rossoblu che hanno disputato una partita al piccolo trotto. Il bari sta risalendo la classifica grazie al successo ottenuto contro la Reggiana ottenuto in una gara giocata con grande costanza. Sul campo neutro di Ancona, la Sambenedettese ha vinto contro il Brescia al termine di una sfida accanita ed emozionante. Sul campo di Como battuta d'arresto per la Pro Patria: i bustocchi hanno perso senza avere attenuanti, colpevoli di aver adottato una tattica estremamente prudente. Il Novara ha attaccato molto ma ha pareggiato a stento il match contro il Messina: reti siciliane di Ciccolo e Calloni, reti piemontesi di Mentani e Miazza, questa ultima a sei minuti dal termine.