Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1963/1964
Serie B
08-03-1964 - Giornata: 24 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Verona Hellas AC 1 - 2 (0 - 1)
RETI: 80. Bettini L.[A] 43. Calloni [Ve] , 75. Maschietto [Ve]

Alessandria US Nobili Natale, Migliavacca Giancarlo, Vanara Elio, Soncini Antonio, Tenente Sergio, Verga Adelio, Oldani (II) Tullio, Fara Mario, Cesana Angelo, Bettini Lorenzo, Bettini Sergio All.: Vitto Luigi

Formazione avversaria
VERONA HELLAS AC: Ciceri, Carletti, Cappellino, Savoia, Zeno, Cera, Maschietto, Joan, Calloni Giampiero, Tartari, Maioli. All.: Facchini Carlo

Arbitro: Roversi Gastone (Bologna) [Balestrieri, Sgrignoli]
Note
Espulso 86. Vanara [A]. Ammonito Tartari [V]. Angoli: 4-2. Spettatori: 4.000 Temperatura gelida e fitta nevicata. Inizio gara ore 15.00

Commento
Serie B: sempre più difficile la posizione in classifica della squadra piemontese LA SFORTUNATA ALESSANDRIA CONTRO IL VERONA HA PERDUTO PRIMA FARA E POI LA PARTITA: 1-2 I grigi praticamente in dieci dopo pochi minuti di gioco - Un «rigore» per atterramento di Oldani negato dall'arbitro Roversi - Espulso nel finale il terzino Vanara per aver reagito a un pugno del portiere veneto Ciceri Quando finirà, questa incredibile sfortuna dell'Alessandria? Si ha un bel voler essere severi nel giudicare la squadra grigia, che arranca faticosamente per salvarsi dalla retrocessione in serie C e che tuttavia, di domenica in domenica conferma la fragilità della sua organizzazione di gioco. Non si può fare a meno comunque di mettere in evidenza che non v'è domenica in cui la malasorte risparmi ai ragazzi di Vitto il suo colpo crudele. Ieri, contro il Verona, i grigi erano già in partenza in condizioni di inferiorità, dovendo presentarsi in campo con il mediano Migliavacca in veste di terzino al posto dell'infortunato Melideo e rinunciando ancora all'attaccante Vitali. Come se ciò non bastasse, Fara che già lungo la settimana si era allenato con molta prudenza per un indolenzimento ad una coscia, ha riportato uno stiramento nei primissimi minuti della partita e, dopo aver tentato invano di rendersi egualmente utile, si è progressivamente rassegnato a fare atto di semplice presenza in campo. Un colpo irreparabile per le già ridotte possibilità di gioco dei grigi. Una Inter può rinunciare a Jair senza risentirne troppo, un'Alessandria - che di giocatori all'altezza di un campionato di serie B ne ha veramente pochissimi - non può fare a meno del suo giovane regista senza veder ridotte almeno del cinquanta per cento le sue capacità. La compagine alessandrina purtuttavia, reagendo coraggiosamente allo choc di un goal incassato, su punizione, due minuti prima del riposo, nella ripresa si è gettata allo sbaraglio alla ricerca del pareggio. Nel momento di maggior pressione di grigi, dopo che 1’1-1 era stato fallito di un soffio in un paio di occasioni, un imperdonabile errore del portiere Nobili (che non interveniva su un centro di Cera a fil di porta che toccava a lui intercettare) ed una mancata rovesciata di Vanara sulla linea permise a Maschietto di realizzare il secondo goal per il Verona correggendo appena col petto la traiettoria del pallone. Cinque minuti dopo, cioè a dieci minuti dalla fine, Renzo Bettini su passaggio di Cesana riuscì finalmente a battere il portiere veneto Ciceri e sull'1-2 la partita si accese, gli scontri divennero aspri e la sfacciata direzione di gara - intendo con questa definizione non solo il comportamento dell'arbitro Roversi, ma anche e soprattutto quello dei segnalinee - diede l'ultimo colpo alle speranze dei grigi. Un minuto dopo il goal di Bettini, Oldani stretto nella morsa di due difensori, venne atterrato in piena area di rigore e l'arbitro, contro ogni evidenza, negò all'Alessandria il più chiaro dei penalties. Al 41' il portiere veronese Ciceri che poco prima aveva tolto una palla-goal all'alessandrino Vanara buscandosi forse un involontario colpo dall'avversario, colpì con un pugno il n. 3 grigio mentre l'arbitro voltava le spalle e, allo spintone ricevuto in reazione da Vanara, si mise a fare scena, abbattendosi a terra come morto. A questo punto intervenne il segnalinee Sgrignoli, in base alla cui incompleta indicazione l'arbitro allontanò dal campo soltanto Vanara e non il suo provocatore Ciceri. Questa, in sintesi, la « dolorosa istoria» di un'altra giornata contraria per l'Alessandria. Non vi sono dubbi sul fatto che, delle due squadre in campo, quella veronese (essa pure a ranghi incompleti) sia senz'altro piaciuta di più, per la sua superiore organizzazione di gioco e per le doti individuali veramente ragguardevoli di elementi come l'interno Joan, l'ala tornante Majoli ed il mediano Cera, i migliori del complesso insieme all'ex novarese Zeno e al terzino torinese Cappellino. Sta il fatto che l'andamento della partita avrebbe anche giustificato un risultato non negativo per i grigi, che avevano supplito con un comportamento generoso all'evidente inferiorità tecnica e numerica e all'handicap di dover sprecare come terzino il « capitano » Migliavacca. Soncini, che lo ha sostituito come mediano, ha compiuto nel primo tempo una serie tale di errori da non consentirgli di riabilitarsi neppure segnalandosi tra i migliori nella ripresa. Si sono salvati, nelle fine alessandrine, Cesana (specialmente quando, nei secondi 45', si è spostato a centro campo dove il suo gran correre finiva per risultare utilissimo), Migliavacca. le due ali Oldani e Sergio Bettini (per quanto raramente ben lanciate dai compagni) ed il portiere Nobili, sulla cui coscienza pesa tuttavia il secondo goal del Verona. E' toccato ai veneti andar per primi vicino al goal, con un contrattacco al 7' malamente sprecato da Tartari con un tiro addosso a Nobili. I grigi hanno comunque restituito ampiamente la cortesia al 18', quando nessuno è stato pronto a raccogliere un centro di Sergio Bettini a fil di porta e al 20' quando il centromediano Tenente, in un'incursione all'attacco, ha mancato il goal mettendo tuttavia k.o. il portiere Ciceri per la violenza del pallone sparatogli addosso da pochi metri. L'Alessandria non ha saputo approfittare dello stordimento del portiere veronese, ha fallito un altro paio di occasioni (mentre una ne ha mancata Joan per il Verona) e al 43', dopo che Nobili aveva splendidamente deviato in angolo un tiro dello stesso Joan. si è trovata improvvisamente in svantaggio. Maschietto ha battuto una punizione dal limite, sulla traiettoria, inspiegabilmente libero, si è trovato Calloni che con un tocco ha spiazzato irrimediabilmente Nobili. Nella ripresa, dopo un gran tiro di Majoli neutralizzato in due tempi da Nobili, l'Alessandria ha esercitato una costante pressione, mancando il goal al 13' con un colpo di testa di Fara, al 15' con un'azione di Oldani neutralizzata in modo poco chiaro (con una mano?) da Cappellino, al 19' con una punizione dal limite di Tenente messa in angolo da Ciceri. Nell'ultimo quarto d'ora però la situazione è precipitata: altri due goals, uno per parte, il « rigore » clamorosamente negato da Roversi, il giudizio unilaterale del segnalinee che è costato l'espulsione rli Vanara. Ed un 1-2 finale che mantiene sempre precaria la posizione dell'Alessandria. (Stampa Sera - Gianni Pignata) 2-1 ad Alessandria UN DOPPIO REGALO AL VERONA Due marchiani errori della difesa alessandrina hanno permesso al Verona di fare propria una partita che difficilmente avrebbe vinto. Infatti l’Alessandria, pur essendo inferiore all’avversario sul piano tecnico era riuscita a far valere una leggera superiorità agonistica, che, però, non aveva soverchiamente infastidito la difesa avversaria. Gli ospiti, invece, sfruttando il contropiede avevano impegnato Nobili parecchie volte, ma non avevano mai dato l’impressione di passare, per l’insufficienza del loro attacco. Nel primo tempo da segnalare un tiro di Tartari al 7’, e alcune belle azioni dei grigi, culminate al 1’ con una travolgente azione di Tenente, il quale, partito dalla sua metà campo, e seminati parecchi avversari, giunto in area veronese lasciava partire una fucilata su Ciceri in uscita. Il portiere rimaneva a terra tramortito, mentre il pallone usciva lateralmente. Così il Verona mancava con Joan una favorevole occasione. Da segnalare, ancora, una uscita di Nobili su pericoloso cross di Joan ed un decisivo intervento di Migliavacca su Calloni. Quindi al 43’, il primo gol del Verona. Su un discutibile fallo di Vanara, veniva concessa al Verona una punizione dal limite: Maschietto dava a Calloni, smarcatissimo in piena area alessandrina, ed il centro avanti non aveva difficoltà a correggere la traiettoria del pallone spiazzando Nobili. L’Alessandria rientrava in campo decisa a superare lo svantaggio, ma il suo quintetto avanzato, con Fara zoppicante, non riusciva a superare l’agguerrita difesa avversaria. Al 30’ altro gol del Verona ,autore Maschietto il quale non aveva difficoltà a sospingere in rete con il petto un pallone crossatogli da Cera, dopo che Vanara e Nobili ben piazzati sulla traiettoria, non erano intervenuti ostacolandosi a vicenda. L’Alessandria accorciava le distanze al 35’ con Bettini I il quale sfruttava un centro di Cesana. Un minuto dopo Oldani veniva falciato in piena area, ma l’arbitro negava il rigore ed infine al 40’ veniva espulso Vanara. Il terzino alessandrino, portatosi all’attacco, si svincolava dalla stretta di Ciceri senza però colpirlo. Il portiere però si buttava a terra e l’arbitro su indicazione id un segnalinee mandava fuori il giocatore grigio. (Corriere dello Sport – Giovanni Camagna) AGGRAVATA SITUAZIONE DI CLASSIFICA DEI “GRIGI” SCONFITTI DAL VERONA Eccoci daccapo divisi in due fazioni, fra quelli che imprecano unicamente contro la sorte avversa e quelli che invece parlano di errori tecnici della squadra e di incapacità congenite. Forse hanno un po’ di ragione gli uni e gli altri: per comprendere la dose di sfortuna che ci ha perseguitato domenica bisogna aver assistito alla partita, non bastando evidentemente la fantasia o la cronaca dei pur solerti inviati dei quotidiani. Pur rendendosi conto della fragilità e poca consistenza della nostra squadra, bisogna saper soppesare uomo per uomo e porlo in relazione al livello medio dei giocatori di serie B. La risultante è una sola: la lenta e progressiva marcia te verso le rate ed irrimediabili posizioni di una classifica da retrocessione. E’ con profonda amarezza che facciamo queste dichiarazioni pur con la riserva mentale di conservare una intima speranza nel miracolo. Perchè solo di miracolo ormai si deve parlare, se si vuole ipotizzare il caso di una eventuale salvezza. Decadenza del calcio piemontese? E’ una domanda che ci ponemmo amaramente in questi giorni osservando i tabelloni di protesta che i furiosi tifosi bolognesi hanno esposto sul loro campo: «A morte i despoti di Milano e Torino ». Si vede che nella mente e nel cuore del tifoso d’Italia esiste ancora una forma di deferenza per l’autorità ed il prestigio che viene dalle capitali calcistiche di Lombardia e Piemonte, ma in verità quale differenza fra le due regioni. Da una parte è un fiorire, un esplodere direi di squadre e forze nuove che si contendono tutte le piazze; da noi c’è un lento e fatale declassamento di forze e valori. Scomparso dalla scena di serie B il Novara che ora vegeta semplicemente in serie C. scivolati Casale e Vercelli in quarta serie, non rimane che l’Alessandria oggi in grave pericolo, mentre anche il fascinoso prestigio delle squadre torinesi vive più di ricordi che di realtà attuali. Saremo proprio poi quest’anno a dar l’ultimo contributo a questa decadenza, noi, ultimo baluardo della provincia, gloriosa culla di tante tradizioni? E quali saranno le speranze e le probabilità di risollevarsi domani? Sono domande senza una precisa risposta, domande accorate, legate a tanti ricordi, mentre oggi imperyersa una tragica bufera che minaccia di distruggere lo sport del calcio italiano. Anche la difesa vacilla. Ma torniamo alla gara di domenica: che il Verona fosse sceso su l nostro campo per vincere, l’avevamo già detto perché lo si capiva; che potesse vincere poteva anche considerarsi cosa logica dal momento che i valori in campo sotto il profilo tecnico erano notevoli. Ma non si poteva prevedere che proprio la nostra squadra dovesse favorire gli avversari sulle segnature di due reti decisive, per il risultato. Purtroppo ciò è avvenuto: gettandosi disperatamente all’offensiva per la necessità di non perdere (questa era la parola d’ordine) i nostri uomini hanno sovente lasciato allo scoperto la nostra difesa estrema. E questa difesa non era la solita, ma necessariamente vacillante. Priva di Melideo (ci siamo accorti quanto valga la sua presenza in campo) l’Alessandria schierava un mediano (Migliavacca) a terzino, e Vanara, ottimo, ma anche lui per natura ed educazione calcistica portato a proiettarsi in avanti. Si aggiunga poi che Fara, il cervello di centrocampo, soffriva di uno stiramento muscolare che si accentuò nel corso della gara fino a renderlo incapace di ogni movimento. Da ultimo anche il buon Nobili (che non può essere sempre infallibile) compiva un evidente errore che gli faceva raccogliere alle spalle il secondo gol: era sfuggito Cera a Migliavacca e traversava lungo un pallone che passava su tutto lo specchio della porta e che solo il nostro portiere, da pochi passi, avrebbe potuto intercettare. Ma Nobili restava fermo per un momento di indecisione. Poteva ancora rimediare Vanara: ma il ragazzo, che in questo momento è in forma e si sente spesso applaudire, voleva effettuare una rovesciata acrobatica invece di fermarsi con calma il pallone e rinviarlo. Purtroppo la sua sforbiciata mancava clamorosamente il pallone che Maschietto alle sue spalle raccoglieva ed accompagnava in rete. Da ultimo abbiamo visto un Soncini mediano che nel primo tempo h a compiuto troppi errori, non riuscendo a collocarsi in posizione giusta sveltendo il gioco. Su questi presupposti è facile comprendere come la vittoria dei pur più tecnici avversari sia stata favorita irrimediabilmente. Lo spirito agonistico non basta più. Reagendo disperatamente alle reti subite, i nostri ragazzi si sono buttati nella lotta con una volontà commovente. Si trattava più di singoli tentativi e di improvvisazioni estemporanee che di ordine di squadra o di ispirazione. Le deficienze tecniche purtroppo in simili frangenti pesano. Per questo si deve dire che la volontà e lo spirito agonistico non possono bastare. La volontà disperata è solo servita a far finire la partita in un clima elettrico, mentre era stata per lunghi tratti condotta cavallerescamente. E chi ne ha fatto le spese siamo stati ancora noi, con i nostri uomini che uscivano dal campo con i volti lividi di rabbia mentre Vanara li aveva già preceduti, espulso da Roversi con la complicità di un segnalinee. L’agonismo purtroppo non riusciva a colmare i varchi invitanti che rimanevano sovente aperti nelle nostre retrovie, invano chiusi dal volonteroso Verga che non poteva tappare tante falle, mentre l’irruenza di Tenente non bastava a contenere le scorribande di un vivace Calloni pronto sovente a manovrare elegantemente con l’aiuto di ottimi compagni abili ed intelligenti (vedi soprattutto il superlativo Maioli). Commovente – è vero - aver constatato che malgrado tutto quei dieci ragazzi validi hanno dato del filo da torcere ai veronesi, coronando i loro sforzi con un bel gol di Renzo Bettini. Ma tutto è stato inutile, malgrado la buona giornata che finalmente hanno imbroccata le nostre ali. (Il Piccolo, 14 marzo 1964 - Filade) RECUPERO: Padova – Napoli 2-1 RISULTATI: Cagliari – Padova 1-1 Catanzaro – Brescia 2-0 Cosenza – Venezia 3-0 Lecco – Palermo 2-0 Napoli – Potenza 1-2 Prato – Foggia 0-0 Simmenthal Monza – Pro Patria 1-0 Triestina – Udinese 1-0 Varese – Parma 2-1 CLASSIFICA: Foggia, Verona p. 31, Padova 30, Brescia (-7), Varese 29, Lecco* 28, Cagliari* 27, Potenza, Napoli 25, Pro Patria, Triestina, Catanzaro 24, Udinese 22, Palermo, Venezia 20, Simmenthal Monza 18, Alessandria 17, Parma, Cosenza 16, Prato 15. * = una gara in meno. Brescia 7 p. di penalizzazione. MARCATORI: 12 reti: De Paoli (Brescia), 10 reti: Raffin (Brescia), 9 reti: Pagani (Brescia), Bagnoli (Catanzaro), Nocera (Foggia), Innocenti (Lecco), Gilardoni (Napoli), Muzzio (Pro Patria). 8 reti: Carminati (Padova), Maestri (Palermo), Porro (Triestina). Il punto sul campionato Ciao Napoli. Anche le ultime speranze di promozione sono state ieri buttate alle ortiche. Lerici, questa volta, non ha proprio attenuanti. Ha voluto utilizzare Fraschini malgrado il parere sfavorevole del medico. E gli è andata male (oggi probabilmente verrà esonerato). Il Potenza, nella ripresa, ha liquidato nettamente il Napoli, vendicandosi così della sconfitta subita nell’andata, appaiandosi inoltre ai partenopei nella graduatoria. Brutto scivolone anche quello del Brescia, in casa di un Catanzaro incompletissimo ma pieno di coraggio e abilmente orchestrato dalla panchina da Remondini. Ghersetic è stato il braccio dei giallorossi, infilando entrambe le volte il povero Brotto. E così la squadra di Gei, giunta ad un passo dalla vetta, ha “slittato” di due posti in classifica. Il Verona, infatti, è passato anche ad Alessandria, sfruttando abilmente due errori della difesa grigia. Il Padova, invece, ha concluso la sua settimana terribile con un bel pareggio a Cagliari (quinto punto in tre partite). Il Cagliari, quindi, ha confermato il suo non felice momento nelle gare casalinghe, finendo in coda al gruppo di testa. Comunque c’è sempre la speranza della gara col Lecco e nella CAF. Un Foggia meno quadrato del solito ha stentato alquanto a Prato. Comunque la capolista ha continuato nella serie positiva ed è riuscita a mantenere (sia pure in comproprietà) il bastone del comando. Lecco e Varese, invece, continuano a crescere. I lariani, tuttavia, devono ringraziare la difesa del Palermo e l’arbitro per i due punti preziosi conquistati ieri. Ben più netta del punteggio, invece, la vittoria del Varese sul Parma. In coda nuova impennata del Cosenza (secco 3 a 0 al Venezia), che ha così passato il fanalino di coda al Prato, mentre il Simmenthal Monza è tornato finalmente al successo sul proprio campo dalla lontana terza giornata del girone d’andata. Infine la Triestina si è aggiudicata ancora una volta il derby con l’Udinese, grazie ad un gol di Rancati (Corriere dello Sport)