Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1963/1964
Serie B
21-06-1964 - Giornata: 38 - Parma - Ennio Tardini


Parma AS - Alessandria US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Nobili Natale, Melideo Rocco, Vanara Elio, Carlini Rino, Tenente Sergio, Vitali Alessandro, Sogliano Riccardo, Fara Mario, Bettini Lorenzo, Soncini Antonio, Bettini Sergio All.: Giorcelli Anselmo

Formazione avversaria
PARMA AS: Vincenzi, Verzolatto, Silvagna, Fontana, Zurlini, Ferraguto, Ferrarini, Spanio, Cavallito, Roncati, Bruschettini. All.: Sentimenti Primo

Arbitro: De Robbio Francesco (Salerno)
Note
Angoli: 0-0. Spettatori: 2.000 circa Giornata caldissima; campo secco. Inizio gara ore 16,30

Commento
La squadra grigia deve ora affrontare una serie di problemi economici L’ALESSANDRIA (0-0 A PARMA) E’ SALVA Il pareggio di Parma, con due squadre interessate allo 0-0, è stato uno scherzo - La squadra grigia deve ora affrontare una serie di problemi economici - Entro il 15 luglio i dirigenti sono tenuti a versare oltre 40 milioni alla Lega Nazionale, ma non sanno dove trovare la somma - Mancano gli aiuti di enti e privati - In settimana colloquio Sacco-Ruggero per la presidenza della società Era fin troppo facile prevedere uno 0-0 tra Parma e Alessandria nell'ultima giornata del torneo di Serie B. Ad entrambe le squadre era sufficiente un punto per raggiungere la quota della salvezza matematica; sarebbe stato sciocco rischiare di compromettere tutto un campionato nella speranza di ottenere una vittoria molto improbabile e di nessuna utilità pratica. D'accordo, la legge dello sport non ammette considerazioni di ordine utilitaristico, ma, a parte l'utopia di un simile principio specie in regime di spiccato professionismo, nessuno, se non per amore di polemica, potrebbe condannare emiliani e piemontesi per avere preferito, in questa occasione, la tranquillità all'ardore agonistico, la paura di perdere al coraggio della lotta. Del resto, in certi casi il confine tra coraggio e avventatezza è così sottile che quasi non si avverte. Si pensi alle emozioni, alla fatica, ai momenti di sconforto e di amarezza che il torneo appena concluso ha riservato ai grigi e ai biancocrociati. Le due squadre sono cadute quasi subito nelle posizioni di coda della classifica, si sono trovate fin dall'inizio impegnate nella difficile lotta per evitare la retrocessione, lotta che col passare delle domeniche è diventata affannosa, quasi disperata. Poi, in extremis, la situazione si è rischiarata, non per un colpo di fortuna o per graziosa compiacenza degli avversari, ma perché emiliani e piemontesi, e questi ultimi soprattutto, hanno avuto un'impennata d’orgoglio e si sono battuti all'estremo limite delle loro energie. La buona sorte è intervenuta proprio alla fine, sotto forma dell'incontro diretto, quando un solo punto significava per entrambe le contendenti la fine d'una lunga paura. Se le ultime partite avessero avuto un esito leggermente diverso, ieri a Parma il pubblico avrebbe assistito ad una battaglia senza quartiere, a tutto vantaggio delle altre squadre in lotta per evitare la retrocessione; invece emiliani e alessandrini si sono visti offrire la salvezza su un piatto d'argento e ne hanno approfittato, com'era logico e umano che facessero; come chiunque, è bene sottolineare, avrebbe fatto al loro posto. Dazzi e Giorcelli, gli allenatori delle due compagini avevano previsto degli schieramenti strettamente difensivi, ma ogni lattica è risultata del tutto superflua perché la lotta assolutamente non c'è stata. Solo raramente e per puro caso si è oltrepassato la linea dei tre quarti; Vincenzi e Nobili, i due portieri, non hanno dovuto compiere un solo intervento. Novanta minuti di gioco inutile, quasi una giostra di mille passaggetti intorno ai cerchio di metà campo. Gli spettatori, dal canto loro, l'hanno presa per il verso giusto, con un sorriso divertito. Nessuno si aspettava qualcosa di diverso. Chi si era recato allo stadio lo aveva fatto solo per una forma di scaramanzia o per chiudere il campionato pieno di emozioni assistendo a una gara distensiva. Tutti, comunque, sono rimasti al loro posto. Poi, quando l'arbitro ha fischiato la line dell'incontro, i ventidue giocatori hanno ricevuto un caloroso applauso, non già come premio alla gara appena disputata, ma per l'orgoglioso attaccamento dimostrato alle rispettive squadre in questo convulso finale di campionato. Se la partita avesse avuto un diverso svolgimento l'entusiasmo degli atleti e dei dirigenti per lo scampato pericolo si sarebbe manifestato in modo più pittoresco; invece da ambo le parti ci si è limitati a degli abbracci molto contenuti e ad un grosso sospiro di sollievo. La gioia, quella vera, i componenti delle due compagini avevano già avuto modo di assaporarla durante tutta la settimana, dopo i brillanti e decisivi risultati ottenuti nel penultimo turno di campionato. A frenare gli entusiasmi hanno inoltre contribuito le complicazioni di carattere finanziario. Complicazioni che se sono abbastanza serie per il Parma, sono addirittura gravissime per l'Alessandria. Sabato scorso si è tenuta una nuova riunione del consiglio direttivo della società, e ieri mattina è stato emesso un comunicato che ripete il drammatico appello lanciato circa un mese fa dai dirigenti alessandrini. La situazione nel frattempo non è punto mutata e l'alternativa rimane sempre la stessa: o si trovano nuovi fondi e aiuti da privati o da enti pubblici, oppure il vecchio club piemontese viene messo in liquidazione. Gli attuali dirigenti — dice soltanto il comunicato — sono disposti a sostenere i medesimi sacrifici degli scorsi anni, ma non sono più in grado di fronteggiare da soli la situazione venutasi a creare con le disposizioni di carattere economico emanate dalla Lega. L'Alessandria ha un deficit di gestione di 40 milioni, e sino a questa cifra il consiglio direttivo è pronto a garantire; rimane però scoperto il debito verso la Lega, che ammonta a quattro rate annuali di 40-45 milioni. Bisogna trovarli nel giro di tre settimane perché il 15 luglio scade il termine per l'iscrizione al prossimo campionato. La crisi potrebbe risolversi con il ritorno dell'ing. Sacco, che fu presidente dell'Alessandria quando la squadra era in Serie A, e con un allargamento del consiglio direttivo. L'ing. Sacco, che è sincero tifoso dei grigi, potrebbe essere convinto durante il colloquio che avrà in settimana con il presidente in carica dott. Ruggero: i nuovi soci, come pure gli aiuti da parte degli enti pubblici, sono invece molto difficili da trovare. Conclusa dunque con successo «l'operazione salvezza» sul piano sportivo, per l'Alessandria ne è iniziata un'altra di carattere economico. C'è da augurarsi che la società piemontese riesca a vincere anche questa battaglia: è in gioco la vita stessa del club, uno dei più vecchi e gloriosi dei calcio italiano. (Stampa Sera - Piero Gasco) NEMMENO UN CORNER! (salve Parma e Alessandria) L’incontro, per le sue conseguenze di classifica, non poteva andare diversamente. Pensiamo che anche i più ottimisti non avrebbero preteso di più, poiché ad entrambe le contendenti bastava un solo punto per la salvezza certa, nessuna delle due ha voluto rischiare. E’ andata così a finire che, preoccupatissime di non perdere, le due squadre hanno completamente abbandonato ogni e qualsiasi velleità offensiva, anche la più modesta preferendo entrambe concentrare il gioco a metà campo. Se poi di gioco è il caso di parlare, perché tanto i parmensi quanto gli alessandrini facevano gara a chi sapeva tenere di più la palla; in poche parole a chi perdeva più tempo. E su questo metro la partita è andata avanti stancamente, noiosa e pigra fino alla fine, condita di episodi quasi umoristici, giocherellando al piccolo trotto come nemmeno si è usi vedere nelle partite di allenamento. Il pubblico ha lasciato correre, diremmo che ha accettato bonariamente la mezza gabellatura, sorridendo a certe conclusioni sballatissime. Il generale silenzio con cui proseguiva la partita è stato rotto ad un certo punto da una voce ingenua e candida che ha gridato “Forza Parma!” ed ha sollevato un’ondata di risa. Questo episodio ci dà la misura dell’atmosfera in campo, Per non riferire poi di qualche tiro da lontanissimo contro la porta dell’uno o dell’altro portiere, talmente fuori bersaglio che nemmeno un strabico avrebbe fatto tanto. Al 10’ di gioco, però, è andata bene per i grigi alessandrini, ché una rete del Parma è stata annullata dall’arbitro. Su un pallone lunghissimo dalle retrovie, l’ala destra Ferrarini da posizione assai difficile ha tirato distrattamente al volo. Ne è scaturito un tiro tagliatissimo che nobili non ha nemmeno visto entrare in rete. Per fortuna dell’Alessandria l’arbitro, come abbiamo detto, ha intravisto un precedente fallo di posizione ed ha annullato giustamente. Questo, possiamo dire, è stato l’unico episodio degno di nota, tanto il nostro taccuino è povero di spunti degni di rilievo. Incursioni a rete non ne troviamo, nesusna delle due squadre è entrata nell’area di rigore opposta ed i portieri hanno toccato il pallone qualche volta perché erano i terzini che gliela passavano. A ravvivare nel secondo tempo un poco l’atmosfera è stato qualche numero offerto da spanio a titolo personale: piccoli aggi di abilità calcistica per la platea che non dicevano nulla però nell’economia complessiva del gioco. Alla fine molti applausi dal pubblico e molti abbracci scambiati da i giocatori. (corriere dello Sport – Renzo Piazza) LA PARTITA DI PARMA L’ultima gara non ha storia: qualcuno ha parlato di farsa. Per noi non è così. E’ avvenuto quanto umanamente avviene fra due squadre che si trovano a pari punti in chiusura di campionato e che hanno necessità di un punto. E’ naturale quindi che nessuno correva rischi badando più alla propria difesa che all’offesa. L’essenziale era non creare particolari fastidi all’avversario per non correre i propri. Il pubblico ha naturalmente fischiato: ma questa volta non doveva né poteva dichiararsi defraudato perché la posta era troppo importante, la salvezza ra lo scopo vero ed ultimo. In quel momento Giorcelli ed i suoi uomini, si rilassavano per la prima volta non si giocava con i nervi a fior di pelle. I giocatori si prendevano una rivincita con la sorte ed anche con se stessi. Un elogio a tutti per lo spirito agonistico dimostrato, per la forza d’animo e per la volontà indomita che è segno di attaccamento alla propria società. Lo spazio non ci consente un particolare esame sul comportamento di ciascuno in tutto l’arco del campionato, ma pensiamo che al di sopra di tutti, la palma spetti a Nobili e Vanara che, nel complesso, sono stati veramente i migliori per continuità e rendimento. Errori e manchevolezze ve ne sono stati molti. Noi ci auguriamo che anche questi siano serviti di monito e di insegnamento per il futuro. Ma mentre stendiamo queste gioiose note, già all’orizzonte si profilano nubi oscure che minacciano il futuro della nostra Alessandria. Non si fa in tempo a plaudire che già le più gravi preoccupazioni attanagliano tutti gli sportivi. (Il Piccolo, 27 giugno 1964 - Filade) RISULTATI: Cagliari – Pro Patria 3-1 Cosenza – Simmenthal Monza 0-2 Foggia – Venezia 0-1 Lecco – Brescia 1-0 Napoli – Padova 0-1 Potenza – Palermo 2-0 Prato – Catanzaro 2-0 Triestina – Varese 1-1 Verona – Udinese 4-2 CLASSIFICA: Varese p. 51, Cagliari 49, Foggia 46, Padova 45, Verona, Lecco 44, Brescia (-7) 40, Napoli 39, Potenza 38, triestina, Catanzaro 37, Palermo 35, Pro Patria, Venezia 33, Parma, Alessandria, Simmenthal Monza 32, Prato 31, Udinese 29, Cosenza 26. Brescia 7 p. di penalizzazione. MARCATORI: 19 reti: Taccola Romano (Prato), 16 reti: De Paoli (Brescia), 15 reti: Nocera (Foggia), 13 reti: Traspedini (Varese), 12: Raffin (Brescia), Innocenti (Lecco), Carminati (Padova), 11 reti: Bagnoli (Catanzaro), Greatti (Cagliari), Muzzio (Pro Patria). Il punto sul campionato Tutto finito. Prato e Udinese seguiranno il Cosenza in serie C. Questo il verdetto dell’ultima giornata che ha riservato molte sorprese. Innanzitutto quella della sconfitta casalinga (l’unica del campionato) del Foggia. La festa della promozione, quindi, ha avuto un pizzico di amaro per i pugliesi. L’impresa-pirata del Venezia, comunque sarà presto dimenticata. Brutta chiusura anche oper il Napoli battuto al San Paolo anche dal Padova, e per il Cosenza che ha deciso il gioco della retrocessione facendosi infilare dal Monza alla quinta vittoria consecutiva. Un vero miracolo, quello dei lombardi! Il miracolo, invece, a Prato non c’è stato, malgrado la vittoria sul Catanzaro. Una condanna quasi immeritata, quella dei toscani, che tuttavia sono caduti in piedi. Non così la simpatica Udinese, alla deriva anche nel derby-speranza: secco 2-4 a Verona. Logico 0-0 nell’altro incotnro per la salvezza: un punto ciascuno a Parma e Alessandria al sicuro. Gran festa (e anche bel gioco) per il Cagliari. Alla promozione i sardi hanno aggiunto l’imbattibilità interna. Con Varese e Catanzaro, quindi, sono tre i campi-tabù. Negli altri incontri striminzita vittoria del Lecco sul Brescia, meritato pareggio del Varese (18° risultato utile consecutivo) a Trieste, e, finalmente, vittoria casalinga del Potenza (dopo quasi quattro mesi) a spese del Palermo (Corriere dello Sport).