Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1964/1965
Serie B
20-12-1964 - Giornata: 14 - Parma - Ennio Tardini


Parma AS - Alessandria US 2 - 1 (1 - 0)
RETI: 21. Pinti [Pa] , 83. Meregalli [Pa] 90. Oldani (II) T.[A]

Alessandria US Nobili Natale, Melideo Rocco, Poppi Luciano, Carlini Rino, Migliavacca Giancarlo, Vitali Alessandro, Di Cristofaro Carlo, Ragonesi Renzo, Codecasa Emilio, Soncini Antonio, Oldani (II) Tullio All.: Augustine Henri. D.T.: Cappelli Giulio

Formazione avversaria
PARMA AS: Uccelli, Fontana, Silvagna, Versolato, Paggi, Sassi, Calzolari, Bruschettini, Baisi, Pinti, Meregalli. All.: Arcari Bruno.

Arbitro: Pieroni Fulcio (Roma)
Note
Espulsi 72. Silvagna [P] e Di Cristofaro [A]. Angoli: 2-3. Spettatori: 3.000 circa. Giornata piovosa, terreno fangoso. Inizio gara ore 14,30.

Commento
Importante successo della squadra emiliana ultima in classifica L'ALESSANDRIA E’ SCONFITTA A PARMA DOPO CINQUE PAREGGI CONSECUTIVI: 2-1 I grigi tengono l'iniziativa per tutto il primo tempo, ma senza riuscire a segnare - La prima rete per il Parma realizzata in contropiede da Pinti - Raddoppia Meregalli nella ripresa, e Oldani ribatte in rete, all'ultimo minuto, un pallone sfuggito al portiere Dopo una positiva serie di cinque pareggi consecutivi l'Alessandria si è fatta battere proprio dal Parma, ultimo nella classifica della serie B. La partita è terminata 2 a 1 a favore dei bianco-crociati emiliani, ma il punteggio avrebbe potuto essere anche più severo per i grigi piemontesi. Il goal della bandiera è stato infatti realizzato da Oldani allo scadere dei novanta minuti e prima di questo episodio il Parma aveva chiaramente dimostrato di meritare le due reti di vantaggio con cui stava conducendo a termine la partita: non tanto per i meriti propri quanto per i demeriti degli avversari che, dopo un brillantissimo e sfortunato primo tempo, si sono progressivamente sfaldati nella ripresa. Sul piano del gioco i grigi sono parsi senz'altro i migliori, ma in questa particolare occasione, in una partita giocata su un campo pesantissimo per la pioggia, la prestanza atletica ha avuto preponderanza sulle doti tecniche. E sul piano atletico il Parma ha imposto chiaramente la sua superiorità frenando con la decisione dei suoi granatieri le trame fin troppo leziose degli alessandrini. Eleganza di palleggio e gioco manovrato da parte piemontese, azioni rapide e sbrigative dei parmigiani. Hanno vinto questi ultimi mettendo a segno l'unico tiro scoccato nel primo tempo e realizzando su punizione nella ripresa. L'Alessandria, invece può soltanto recitare il mea culpa per due occasioni da rete clamorosamente mancate nei primi 15 minuti, sfruttando le quali la partita avrebbe anche potuto giungere a. una conclusione del tutto opposta. Una sconfìtta comunque non è un dramma per una squadra come l'Alessandria, il cui obbiettivo resta circoscritto a un campionato senza preoccupazioni. Una vittoria invece è un viatico importantissimo per il Parma, preso da tempo nella morsa d'una gravissima crisi finanziaria, cui è venuta ad aggiungersi una crisi tecnica all'inizio di questa stagione. Il pareggio di Padova e la vittoria di ieri sull'Alessandria hanno segnato lo stop ai guai tecnici degli emiliani, creando le premesse per una positiva riscossa che permetta alla squadra di restare in serie B. Quanto alla situazione finanziaria, i 215 milioni di passivo, pesante eredità di precedenti sfortunate gestioni, costituiscono purtroppo una palla al piede per una società che non ha mecenati. Il presidente, rag. Pino Agnetti, non è un ricco pronto a sanare le falle del bilancio con un assegno personale: è un amministratore di azienda che, guidato da un'ineguagliabile passione sportiva, cerca di mantenere ad ogni costo in piedi il Parma adeguando la società alla politica di austerity necessaria in questo particolare momento. E' una battaglia quasi solitaria quella del rag. Agnetti, perché gli aiuti delle autorità cittadine e dei benestanti della zona sono insignificanti: una sottoscrizione popolare ha permesso un introito di 3.600.000 lire, quaranta pittori di origine parmigiana hanno offerto loro quadri per un'asta che ha fruttato un milione e 300 mila lire. Episodi simpatici, ma di entità troppo scarsa rispetto ai 215 milioni del passivo di bilancio. Il Parma quindi si tiene a galla come può e il rag. Agnetti, da rigido amministratore qual è, cerca di evitare che il passivo si accresca ancora, non esitando - il che è già successo - a far ricorso ai viaggi in treno in seconda classe per ridurre al massimo le spese. Tornando alla partita che ha dato l'avvio alla riscossa del Parma, va riconosciuta l'assenza determinante per l'Alessandria di Renzo Bettini. In una partita come questa l'esperienza e la freddezza sotto rete dell'anziano centravanti avrebbero potuto dare concretezza alla superiorità di gioco messa in mostra dai grigi nei primi 45 minuti. L'Alessandria invece ha dominato, si è fatta applaudire per la nitidezza delle sue azioni, ma non ha saputo mettere a frutto il suo predominio. La squadra di Cappelli e Augustine ha avuto l'occasione più clamorosa al 20', quando il libero Vitali, avanzando in dribbling fino a fondo campo, ha centrato rasoterra un pallone che Codecasa, al volo, da tre metri e riuscito a mandare altissimo. Dieci minuti dopo il Parma, proprio nella fase di più evidente superiorità dei grigi, è andato a rete con una lineare manovra in contropiede: Bruschettini - Meregalli, centro basso dell'ala sinistra e gran tiro a fìl di palo di Pinti. Al 30' l'Alessandria ha avuto la possibilità di pareggiare e l'ha ancora incredibilmente gettata al vento: azione personale di Ragonesi che serve al centro Di Cristofaro, il quale tira precipitosamente sul portiere rovinandogli poi addosso sullo slancio. Sul fi nire del tempo un po' di amarezza per un doppio errore dell'arbitro Pieroni: il direttore dell'incontro non si avvede d'un nettissimo fuorigioco di Baisi e poi nega il penalty quando, perso per perso, Carlini trattiene l'avversario in piena area. Nella ripresa il gioco cala di tono. L'Alessandria ha dato il meglio di sé senza fortuna nel primo tempo. Ora la stanchezza, il dispetto per lo sfortunato andamento della partita, si traducono in un sempre più diffuso nervosismo nelle file piemontesi. L'episodio più clamoroso avviene al 25', quando Di Cristofaro, stanco per le continue provocazioni del suo terzino Silvagna, si fa giustizia con un calcione: entrambi sono espulsi su segnalazione del guardialinee. Al 37' una punizione dal limite per fallo di Migliavacca su Baisi provoca il secondo goal: la barriera dei grigi è troppo aperta, Calzolari tocca appena a Meregalli, che azzecca in un varco libero una gran stangata bassa e il pallone, violentissimo, si infila in porta uscendo a fondo campo attraverso un buco della rete. Quattro minuti dopo un bel goal di Baisi è annullato per fuorigioco, mentre al 42' un atterramento in area di Calzolari non commuove l'arbitro. Al 45' infine Oldani salva l'onore dell'Alessandria ribattendo in rete un pallone sfuggito al portiere su tiro di Melideo. (Stampa Sera - Gianni Pignata) 2-1 all’Alessandria IL PARMA PASSA DI FORZA Meritato successo del Parma che sembra avviato a quella resurrezione a cui ha dato a sperare l’avvento dell’allenatore Arcari. I crociati hanno finalmente un proprio modulo di gioco, ed anche una discreta organizzazione. Oggi, contro l’Alessandria, tecnicamente migliore, l’hanno spuntata perché hanno fatto le cose con discernimento. Lasciata ben guarnita la difesa, che sembra aver ritrovato buona solidità, hanno tenuto a centrocampo Meregalli e Bruschettini. Il primo ha fatto ottime cose, mentre il secondo ha alternato momenti opachi, L’attacco era affidato a tre autentici scavezzacollo: Baisi, Pinti e Calzolari, che con le loro scorribande veloci ed i frequenti scambi, hanno dato filo da torcere in molte occasioni alla difesa grigia. La prima mezz’ora è caratterizzata dal gioco alterno: attacca con elaborate manovre l’Alessandria, che arriva a dare lavoro a Uccelli solo con tiri da fuori area, che il guardiano parmense blocca con sicurezza. Gli attacchi del Parma sono più rari, ma sferzanti, perché Pinti e Baisi, con sgroppate insidiose, puntano decisi allo scopo. E al 31’, con un rapidissimo dialogo delle due punte avanzate parmensi, i locali vanno in vantaggio: da metà campo allungo di sassi a Baisi, questi a Pinti che scambia col compagno tagliando fuori Melideo. La sfera ritorna a Baisi che prontamente restituisce la palla, prontissimo Pinti raccoglie ed insacca. Tutto questo nel giro di pochissimi secondi. Ripresa. Al 27’ durezze tra Silvagna e Di Cristofaro nell’area parmense. Il terzino del Parma ha la peggio, e l’arbitro, dopo aver consultato il guardalinee, manda entrambi negli spogliatoi. Al 38’ ennesimo contropiede del Parma: Calzolari è atterrato al limite dell’area. L’ala parmense finge di tirare direttamente la punizione, poi passa a Meregalli il quale, prontissimo, con tiro preciso infila per la seconda volta la rete di Nobili. A pochi secondi dal termine l’Alessandria mette a segno la rete della bandiera con Oldani, che raccoglie un lungo lancio di Ragonesi e batte da distanza ravvicinata Uccelli. (Corriere dello Sport) IL RILANCIATO PARMA FERMA L’ALESSANDRIA Una scena già osservata a casa nostra, ora si sta ripetendo all’uscita dello stadio di Parma : esce lentamente il pulman dei nostri giocatori ed il pubblico intorno sta vociando a più non posso lanciando ingiurie pesanti e motteggiando gli sconfitti. Per fortuna si tratta soltanto di insulti così che il pulman può allontanarsi senza incidenti. Continua intanto l’assedio all’arbitro, reo, secondo i parmigiani, di aver negato u n rigore, negato una rete perfetta e non viziata da fuorigioco, ecc., ecc.: ecco la differenza: quando da noi avvenne l’assedio all’arbitro e parecchi tifosi si scatenarono contro la macchina su cui si pensava che si trovasse il direttore di gara, la squadra non aveva vinto; c’era veramente la convinzione intima che il signor arbitro ci avesse negato un punto. Qui la stizza è soltanto epidermica, è limitata al dispetto di non aver potuto raggiungere una vittoria più piena, più convincente. Già, perché la vittoria del Parma avrebbe potuto essere più piena, e la nostra sconfitta avrebbe potuto assumere la proporzione di un mezzo disastro: così dicono in parecchi e dicono alcuni giornali. La verità? Non intendiamo fare drammi: abbiamo perduto e basta. Abbiamo perduto perché fuori casa non si può sempre vincere o pareggiare. Il discorso è sempre quello di ieri: non c’è da recriminare tanto per la sconfitta di ieri, quanto per i punti perduti in casa contro il Modena e contro il Brescia. Ora siamo a quattordici punti ancora e certo la classifica non è più tanto bella come prima: siamo ormai a sei punti dalla capolista ed a sei punti dalle ultime due, mentre Venezia e Pro Patria ci hanno raggiunti. Ora comincia la nostra vera vita di centroclassifica : bando alle ambizioni sciocche, ma anche alle paure eccessive. Il solito secondo tempo. Dopo aver largamente dominato, la nostra squadra si è fatta sconfiggere con una condotta di gioco assai incerta. Il che avvenne nel secondo tempo. Strane cose del calcio: il secondo tempo sta diventando per noi una vera e propria ossessione, un pericolo tacito del quale tutti avvertono la ineluttabile presenza. Già nelle recenti partite casalinghe, dopo le scintille dei primi quarantacinque minuti, si sentiva qualcuno mormorare timidamente: « speriamo che tengano nel secondo tempo ». E, purtroppo. nel secondo tempo la squadra non teneva: un errore banale, d’accordo, ma quante volte è stato detto (ed è assoluta verità) che gli errori nascono più facilmente dalla stanchezza e dal nervosismo! Infatti, e tutti l’hanno constatato, essi sono sempre preceduti da periodi di sbandamento, di timori, di affanni. Così è avvenuto a Parma. Qualcuno già afferma che la squadra non tiene più, che sul terreno pesante i nostri uomini non hanno la adeguata preparazione per resistere novanta minuti. Noi, che fino a ieri abbiamo elogiato Augustine mettendo in evidenza la sua serietà e la tecnica di preparatore come sua dote precipua, ci troviamo imbarazzati e non ci sentiamo francamente di criticare il solerte tecnico. La settimana scorsa parlavamo di crisi psicologica e preferiamo insistere ancora su questo concetto. Per intanto non possiamo sottacere la condotta dei nostri uomini nel primo tempo. Non si è trattato soltanto dì dominare l’incontro, ma di dar lezione di gioco agli avversari guadagnandosi sovente applausi a scena aperta . Bastava che in tal periodo la nostra squadra mettesse a segno una rete, in vece che fallì di un soffio alcune occasioni veramente clamorose, perché il nostro discorso fosse tutto un altro. Le altre cause. Non si può quindi addebitare alla squadra una mancanza di tenuta per insufficienza atletica: lo spreco di energie su quel campo fangoso, è stato talmente notevole nel primo tempo che può ben spiegarsi il calo nella ripresa. A ciò si aggiunga la mancanza di Bettini che ha reso muta tutta la prima linea. Con le occasioni che si sono create è impossibile che con Bettini si fosse perduto. Anche di questa gravissima mancanza si deve tener conto: l’esperienza e la freddezza dell’anziano centravanti avrebbero certamente dato concretezza alla superiorità di gioco messa in mostra dai nostri uomini. Basti pensare a quanto accadde al 20’ del primo tempo: Vitali nella sua continua funzione di libero - attaccante - centrocampista, si era portato avanti in dribbling giungendo fino a fondo campo, facendo poi partire un centro rasoterra che era un invito a segnare. Purtroppo Codecasa, da tre metri, invece di girare in porta al volo, mandava il pallone alle stelle. Senza drammi. Giustamente, scrivono i tecnici: «una sconfitta non è un dramma per l’Alessandria, il cui obbiettivo sembra circoscritto ad un campionato senza preoccupazioni». E questa è la verità: abbiamo incassato due reti mentre stavamo attaccando, ne abbiamo segnata una per caso, quando la partita era al termine. Per noi questa partita non ha valore né indicativo né allarmistico: passa soltanto alla storia per i due punti che non abbiamo conquistato e per il soffio di linfa che ha fornito al Parma sulla sua strada di spine. V’è piuttosto da guardare con preoccupazione alla situazione che si va profilando nei nostri ranghi sempre più sottili: De Cristofaro espulso, sarà probabilmente squalificato; Cardillo non può ancora giocare; Vitali è infortunato e dovrà probabilmente disertare le prossime partite; Sogliano è ancora squalificato. Bettini? Speriamo che possa riprendere. Non è un po’ troppo? Vorremmo sapere quando verrà il giorno in cui potrà giocare la squadra con la formazione-tipo, soprattutto con una formazione che possa rimanere tale per qualche domenica. (Il Piccolo, 23 dicembre 1964 - Barbagrigia) RISULTATI: Bari – Monza 2-0 Brescia – Triestina 2-0 Catanzaro – Verona 0-1 Modena – Potenza 2-1 Napoli – Lecco 0-0 Palermo – Reggiana 0-0 Pro Patria – Trani 2-0 Spal – Padova 0-0 Venezia – Livorno 1-0 CLASSIFICA: Brescia p. 20, Lecco, Modena 19, Napoli 17, Reggiana, Verona, Palermo, Catanzaro 16, Spal 15, Alessandria, Venezia, Pro Patria 14, Bari 13, Padova 12, Potenza, Livorno, Trani 11, Monza 10, Parma, Triestina 8. MARCATORI: 11 reti: De Paoli (Brescia), 9 reti: Conti (Modena), 6 reti: Marchioro (Catanzaro), Azimonti, Clerici (Lecco), Calloni (Reggiana), 5 reti: Canè (Napoli), Tinazzi (Palermo), Bercellino (Potenza), Balestrieri, Duvina (Pro Patria), Santon (Venezia), Joan (Verona). Il punto sul campionato Bloccato il Lecco a Napoli, il Brescia – vittorioso con facilità sulla Triestina – può festeggiare in Natale con il primato assoluto in classifica. Le cose, però, potevano anche andare meglio alla squadra di Gei, poiché il Napoli, in giornata di buona vena, avrebbe potuto anche rimandare a casa il Lecco senza nemmeno un punto. Ma il fango ha tradito la squadra di Pesaola, che ora ha leggermente perduto i contatti con le prime. Due punti, infatti, la separano dall’avversaria di ieri e dal Modena, affermatosi sul Potenza. Non è stata questa, però, una passeggiata, perché la squadra lucana, in svantaggio di due gol, ha prima accorciato le distanze e quindi fatto correre i brividi tra i tifosi modenesi. Primi applausi e prima vittoria per il Bari edizione Capocasale - Fusco nell’incontro con il Monza. Il Palermo, invece, è stato frenato più dall’arbitro che dalla Reggiana. Il direttore di gara non ha infatti visto un pallone dei rosanero recuperato oltre la linea da Bertini. Nuovo inatteso crollo per il Catanzaro. Dopo il Venezia anche il Verona è passato di misura in casa della squadra di Remondini, ora piazzata a centro-classifica. Meritata la vittoria del Parma sull’Alessandria e della Pro Patria sul rinunciatario Trani. Il Livorno è stato beffato a Venezia da un autogol di Cairoli. Infine nuova giornata di magra per gli attacchi di Spal e Padova, a secco da oltre un mese. (Corriere dello Sport)