Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Coppa Italia
18-09-1960 - Giornata: 1 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta
Secondo Turno


Alessandria US - Milan AC 3 - 5 (2 - 3)
RETI: 14. Vanara E.[A], 26. Vitali A.[A], 51. Fanello G.[A] 5. Altafini J. [Mi] , 18. Altafini J. [Mi] , 30. Galli C. [Mi] , 50. Vernazza S. [Mi] , 63. Altafini J. [Mi]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Snidero Cirano, Melideo Rocco, Bercellino (I) Giancarlo, Soncini Antonio, Vanara Elio, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bettini Sergio All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
MILAN AC: Ghezzi; Maldini, Zagatti; Liedholm (I) Nils Erik, Salvadore (I) Sandro Cesare, David (Radice); Vernazza, Galli Carlo (David), Altafini, Rivera, Barison. All.: Todeschini Paolo; D.T.: Viani (I) Giuseppe Ferruccio.

Arbitro: Leita (Udine) [Borghi, Tonnoni]
Note
Angoli: 9-11 (6-4). Spettatori: 8.000. Giornata piovosa, terreno scivoloso. Inizio gara ore 16:00. Alcune cronache attribuiscono il quarto gol del Milan ad un'autorete di Bercellino. Preferiamo assegnare la rete a Vernazza, non fosse altro perché non tutti i giornali hanno rilevato la deviazione del difensore alessandrino che, probabilmente, tanto evidente non era. «Corriere dello Sport» attribuisce, inoltre, la seconda rete dell’Alessandria a Fanello. QUALIFICATO: Milan.

Commento
Otto reti sembrano troppe per una sola partita, data anche la preveduta differenza di classe fra le due squadre, ma siamo appena all’inizio della stagione e tutto si può spiegare con la forma ancora sommaria dei giocatori. Tanto facile la spiegazione che può sembrare perfino una scappatoia. Delle due formazioni, la più avanzata nella preparazione è sembrata quella alessandrina, già tutta piena di fervore e di vigore, aggressiva, pronta nelle reazioni, resistente allo sforzo. Questo è il volto di un’Alessandria nuova, e la trasformazione ci parve in gran parte, a nostro avviso, dal cambiamento del centromediano: rintanato nella sua area e circondato di collaboratori Pedroni; più manovrante invece Bercellino, il quale libera la squadra dal vecchio schieramento eccessivamente chiuso, svincola i giocatori da quella funzione di guardia del corpo che limitava le loro possibilità agonistiche, lascia libero corso all’iniziativa dei singoli ed a quella tendenza a manovrare larghe azioni offensive che è sempre stata tipica dell’Alessandria fin dagli anni lontani del suo noviziato calcistico. A vero dire, l’Alessandria è stata più brillante del Milan. Essa non ha mai ceduto al più forte avversario, non ne è mai stata dominata, due volte l’ha raggiunto nel punteggio e sempre l’ha tallonato rendendo incerto il risultato fino a circa metà della ripresa, quando cioè Altafini ha finalmente messo a segno il quinto pallone che tranquillizzava i rossoneri ed allontanava lo spettro dei tempi supplementari: spettro, diciamo, per i giocatori, che nelle gambe ne avevano già abbastanza. È stata dunque una mediocre giornata per il Milan. Chi l’aveva visto nelle prove precedenti affermava che quello di ieri era già un Milan di lusso, ma accontentarsene sarebbe troppo poco. La squadra sembra ancora lontana dalla sua condizione migliore, il gioco non c’è e si ha sempre l’impressione che aspetti Liedholm, l’uomo che ha tenuto per tanti anni le chiavi della manovra rossonera e che non saprebbe ora a chi cederle. Non c’è il gioco ma c’è già, per fortuna, Altafini, l’uomo che rimedia a tutto, salva la squadra in questo suo duro periodo di rodaggio e talvolta, come ieri, salva anche il risultato. Ma per il resto resta, purtroppo, ancora molto da fare. La difesa apre non dei buchi, ma delle voragini: Zagatti ha giocato una brutta partita, Salvadore è apparso come spaesato, incerto nella posizione e maldestro negli interventi, Ghezzi non ispirava fiducia nemmeno nelle parate facili. Unico a posto Maldini, deciso, tempista, ottimo colpitore, pronto, fin troppo, a proiettarsi all’attacco. Bisogna inoltre rivedere le posizioni ed i compiti dei laterali e dell’attacco. Stabilire un modulo di gioco è facile, applicarlo sul terreno è già più difficile. Il centrocampo del Milan era pressoché inesistente. Liedholm viene su lentamente e non si può pretendere che bruci le tappe. Attorno a lui tutto gira male. David non ha ancora trovato la posizione più utile e non ha certo il bernoccolo del regista, che è dote di pochi. L’attacco converge tutto su Altafini e non trova sviluppi efficaci. Vernazza e Barison non tengono la posizione e lasciano spesso, senza una ragione valida, larghe zone vuote del campo. Qualunque schema di gioco può essere buono, a patto che gli uomini chiamati ad applicarlo si tengano al compito ad essi assegnato. Poche volte Barison è stato lanciato come le sue doti richiedono. Si osserverà che è poco avere una corda sola al proprio arco, ma se non si sfrutta nemmeno quella non se ne fa niente. Spesso Barison e Vernazza hanno chiuso al centro, non solo nelle fasi di manovra, il che potrebbe essere spiegabile, ma anche nei periodi in cui la squadra si difendeva. Quali aperture di contropiede erano in questi casi possibili? E perché non costringere la difesa grigia ad allargare le sue maglie, ciò che avrebbe potuto dare anche maggior respiro ad Altafini? Unico elemento positivo nella ripresa è stato l’appoggio dato da Liedholm a Salvadore. Lo svedese riapparve la colonna sicura di altri tempi, ma non aveva più forze per continuare in senso offensivo la sua azione. Rivera ha avuto applausi a scena aperta dal suo pubblico che non l’ha dimenticato, ma il suo gioco, che resta per ora un «numero» personale pregevole, deve essere meglio inserito e reso più sbrigativo nella manovra d’attacco. Altri appunti verrebbero spontanei, ma preferiamo restare a queste poche note sommarie. Questo Milan migliorerà certamente, deve mettere ancora a fuoco il suo gioco che, con tanti uomini nuovi, non potrà più essere la copia di quello della passata stagione. Una squadra non la si improvvisa e un gioco ancora meno. Diamo tempo al Milan che si orienti e attendiamo anche noi Liedholm, che non è solo un grande atleta ma una mente calcistica di prim’ordine. Viani e Todeschini non si allarmano per il loro Milan, il cammino è lungo, il campionato lo aspetterà. Le otto reti sono state così distribuite: cinque nel primo tempo (tre per il Milan) e tre nella ripresa. Altafini ha aperto la segnatura al 6’ scavalcando Bercellino e precedendo Stefani in uscita, ma al 12’ quel campioncino che è Vanara, un ragazzo di 15 anni, dopo una bellissima azione, pareggiava con un gran tiro di sinistro dal limite dell’area. Dopo altri sei minuti ancora Altafini scattava sul filo del fuorigioco su allungo di David e andava a segnare il secondo gol. Nuova rincorsa dei grigi. Al 26’ Vitali aveva la meglio in un rimpallo con Salvadore da 40 metri e filava, irraggiungibile, a segnare il secondo pareggio. Appena quattro minuti dopo, grande azione di Altafini che, scartati quattro uomini, porgeva a Galli che, eludendo l’uscita del portiere, deviava con un tocco preciso in rete. Al 6’ della ripresa una bella azione di Rivera darà lo spunto al quarto gol rossonero, che Vernazza segnava con un tiro da 20 metri. Gioco più svelto del Milan e caparbie reazioni dei grigi. David era passato al posto di Galli e Radice lo aveva sostituito nella mediana. Appena un minuto dopo il gol di Vernazza, Fanello, raccolto un passaggio di Vitali, accorciava con un rasoterra le distanze e infine Altafini segnava al 19’ su passaggio di David il quinto ed ultimo gol. Serrate dei grigi alla fine. Al 35’, a tre passi dalla rete, Vitali tirava sul portiere. (Ettore Berra, «Stampa Sera», 19 settembre 1960) Il Milan cercava qui in Piemonte un domani alle proprie speranze per la galoppata ambiziosa in Coppa Italia. E quel traguardo l’ha raggiunto, come dice il punteggio inequivocabile e come del resto meritava la squadra più dotata singolarmente, se non proprio coralmente. Ma cercava anche, la squadra rossonera, note confortanti per gioco in solidità d’impianto alla vigilia delle grandi manovre nel campionato. Questo secondo traguardo, è bene dirlo subito, il Milan non l’ha ancora raggiunto; certo dovrà sgobbare parecchio, ritoccare qua e là, rivedere gli schemi per trovare una sigla nitida e autorevole che lo indirizzi ancora una volta sulla strada maestra del calcio nostrano. Il Milan ha giocato una partita vibrante sul piano agonistico, indiscutibilmente i suoi uomini hanno lottato con caparbia volontà lungo l’arco dei novanta minuti e contro un avversario a tratti bene organizzato e altrettanto voglioso di ben figurare con folate controffensive. Ha altresì mostrato qua e là spunti stilistici apprezzabili, azioni improvvisate con un certo criterio; ha esaltato lo stile di Altafini, la perfetta condizione di un Maldini scattante e svettante in area ed ha altresì sottolineato la sempre più ordinata azione di un David puntuale – specie nella ripresa, in funzione di interno –, la volenterosa collaborazione di Vernazza assai grintoso e continuo, di un Barison trascurato ma sempre pronto alle galoppate, di un Rivera a volte fin troppo lezioso, ma indiscutibilmente geniale per tocco e misura. E ancora, ha messo in luce un Galli – per mezz’ora, non più – lucido e frizzante, saggia pedina di propulsione a mezzo campo quanto scattante personaggio per la fase tipicamente conclusiva; e poi un Liedholm (quello della ripresa) impareggiabile regista nelle retroguardie. Ebbene, può sembrare paradossale, ma con tanti uomini che presi singolarmente potrebbero ottenere più della sufficienza, il complesso – per gioco e schemi – ha suscitato ancora parecchie perplessità. Per lunghi periodi, la squadra ha inventato soltanto, ora affidandosi all’estro di Carletto Galli, ora alla veemenza di Altafini, ora ai tocchi di Rivera o di David, alle personali impennate di Vernazza. S’è capito che i tecnici tendono a mantenere il costante controllo del centro campo con l’arretramento di un interno (Galli prima, David poi) che liberi Liedholm da compiti specifici di marcatura; si è visto manovrare un certo «tourbillon» in attacco, dove le punte effettive risultavano essere Rivera e Altafini, cui a tratti si chiedeva la collaborazione di un Barison sempre in posizione di scatto e di un Vernazza pronto invece a partire in dribbling o a legnare da lontano. Diremo comunque che fin quando Galli ha retto nella doppia funzione di mediano-interno qualche azione nitida s’è stagliata sul campo, qualche apertura su Barison s’è vista, qualche intesa rapida con gli uomini di punta si è anche ripetuta con una certa continuità. La posizione enigmatica di Vernazza, quella scarsamente congeniale di Rivera (punta il ragazzo non lo è ancora), la cocciuta trascuratezza a Barison (tre palloni in tutto avrà visto l’ala sinistra), il calo di Galli hanno finito per offuscare in fretta le idee. A ciò aggiungete un certo marcato disagio nelle retrovie (i tre gol si spiegano e le due occasionissime fallite da Vitali nell’ultimo scorcio di partita accentuano l’allarme) che alla lunga costrinsero Liedholm ad una costante protezione. Una squadra, quindi, che dovrà ancora lavorar sodo per darsi un volto autorevole, per legare un gioco dignitoso come vuole la tradizione. Ma sarà di conforto ai tecnici la buona – per taluni smagliante – condizione mostrata dalla maggior parte degli atleti. L’Alessandria ha retto con brio il confronto fin quando non sono calati i suoi uomini-cardine (leggere Vitali, Snidero, Soncini). Ha avuto spunti discreti in fase offensiva portando alla ribalta quel giovanissimo che risponde al nome di Vanara, autore di alcuni preziosismi di scuola sudamericana, mostrando un combattente di razza in Fanello e soprattutto una difesa ben registrata al centro dove, malgrado Altafini, ha svettato sicuro il forte Bercellino. Ha bisogno ancora, questa Alessandria, di sveltire la sua azione offensiva, di smussare i personalismi di Bettini, di ordinare meglio l’azione di Migliavacca (l’interno arretrato) e, naturalmente, di dare in retrovia una solidità più continua con il recupero della vecchia volpe Giacomazzi e con un rodaggio maggiore di Stefani, autore oggi di sviste madornali. È tuttavia una squadra di buon livello per la Serie B; già organizzata come gioco, destinata sicuramente a migliorare il tono quando anche il ritmo diverrà a tutti congeniale (e certo in Serie B non troveranno, i grigi, tanti Altafini, tanti Liedholm e tanti Maldini…). Pioggia sul Moccagatta spelacchiato a favorire un ritmo blando. Ottomila soltanto gli spettatori. Irrilevanti incidenti di gioco (non avrà conseguenze neppure una tremenda girata di Barison alla caviglia di Migliavacca). I gol. 5’: un tocco di Rivera invita Altafini ad uno scatto dei suoi; esce alla disperata Stefani, ma il centrattacco lo infila senza pietà. Entusiasma Vanara al 14’, inciuchendo Zagatti che si salva in corner; dalla bandierina raccoglie lo stesso Vanara, beffa ancora Zagatti sul rimpallo e tira una palla tagliatissima che va a insaccarsi sotto il legno. Raddoppia il Milan al 18’: Galli, da tre quarti campo, a David; lancio lungo sul quale zompa Altafini, liberissimo al limite, che mette a segno con un pallonetto. Nuovo pareggio alessandrino al 27’. Vitali-Bettini fan fuori Salvadore sulla tre quarti; va via Vitali, tallonato dal mediocentro, e mentre Ghezzi abbozza un’uscita ritardata, l’interno lo fulmina con un radente in diagonale. Alla mezz’ora risponde ancora il Milan. Stavolta il rapido scambio Altafini-Galli è stupendo: il centravanti fa fuori quattro avversari con l’irresistibile serpentina, quindi scucchiaia su Carletto, che scatta e spara in rete. Nella ripresa, il Milan presenta Radice mediano sinistro e David interno destro al posto di Galli. Nella ripresa, da Rivera, Vernazza riceve molto lontano dall’area e tenta una cannonata delle sue: la deviazione di Bercellino (col fianco) beffa Stefani, il quale forse difficilmente si sarebbe salvato dal proietto. Vernazza ha segnato al 5’, Fanello accorcia dopo 45”: ed è un tiro, quello del centravanti, assai sbilenco, se pur radente l’erba; ma trova Ghezzi piazzato sul palo opposto… Si mette al sicuro il Milan al 20’. Da metà campo parte David, che serve Altafini; è grande il centrattacco sullo scatto bruciante; ma il tiro subdolo potrebbe essere facile per Stefani se questi non arrivasse in ritardo all’appuntamento col tuffo. Episodi, a dire il vero, ce ne sarebbero mille altri. Ma i due gol mancati da Vitali (una volta poi addirittura solo con Ghezzi) sono i più clamorosi. (Angelo Ponti, «La Gazzetta dello Sport», 19 settembre 1960) Incontro elettrizzante, superiore alle previsioni per la bella prestazione dei giocatori grigi che hanno tenuto baldanzosamente il campo di fronte alla tecnica e massiccia squadra milanista, scesa al Moccagatta al gran completo con la regia spettacolare di Altafini e Rivera: quest’ultimo si è fatto più volte applaudire per i suoi virtuosismi. La sconfitta dell’Alessandria, in gran parte scontata in partenza di fronte alla più elevata classe degli avversari, ha pure delle attenuanti nella grigia giornata di Stefani, a volte… emulato dal suo diretto antagonista Ghezzi, e in un infortunio di Bercellino, che ha deviato in rete un tiro di Altafini fuori bersaglio. A parte queste deficienze, la compagine grigia nel complesso è piaciuta al pubblico, che a lungo ha applaudito i giocatori anche se il risultato è stato negativo, e ha tratto gli auspici di una buona prestazione nell’imminente torneo, qualora le pecche vengano eliminate nei prossimi allenamenti che Achilli farà svolgere in queste settimane. Il Milan è apparso nel complesso superiore come impostazione di gioco, direttiva e sviluppo dell’azione, specialmente nella linea attaccante, dove emergono due elementi di sperimentata bravura: l’astuto e raffinato Altafini e il tecnico e stilistico Rivera, il più giovane della nidiata, come Vanara in campo alessandrino. Quest’ultimo ha tenuto testa alla foga e alla sperimentata anzianità degli avversari con parecchi interventi di particolare bravura. Gioco vivacissimo sin dalla prime battute e, dopo alcuni vani tentativi dei grigi, è Altafini che supera due avversari e segna al 6’, a porta vuota per l’uscita di Stefani. Sei minuti dopo, il pareggio alessandrino per merito dell’intraprendente Vanara che, piccolo ed esile com’è, riesce ad infiltrarsi tra lo schieramento rossonero e segnare a fil di palo. Il gioco è assai mobile nei due campi, mentre la pioggia continua a cadere, causando scivoloni ed impreviste deviazioni della palla. Al 18’ David serve in profondità Altafini: esce Stefani per fronteggiare l’avversario che lo evita e segna, ancora a porta vuota. Al 25’, fuga spettacolosa da metà campo di Fanello, il quale supera due avversari e, mentre Ghezzi tenta di opporsi alla disperata uscendo in corsa, il centrattacco alessandrino, da quindici metri, sferra il tiro e segna acclamatissimo il pareggio. Cinque minuti dopo, però, nuovo intervento di Altafini, che allunga la palla a Galli: tutta la difesa grigia è superata ed il terzo gol rossonero è così conquistato. Nella ripresa, al 5’, un tiro a lato di Altafini viene malauguratamente deviato con il braccio da Bercellino e la palla si insacca nella porta alessandrina. Al 6’ è ancora Fanello che, su azione personale, riesce a segnare la terza rete dei grigi. Nuova azione solitaria di Altafini al 18’ e nuovo tardivo intervento di Stefani, che si vede sgusciare il tiro da sotto: un tiro facilissimo che avrebbe potuto agevolmente parare. I grigi prendono ora decisamente il comando delle azioni e l’impongono a lungo: Vitali per ben tre volte sfiora il successo, ma manca sempre il bersaglio. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 19 settembre 1960) Il Milan è stanco e anche sbagliato. L’Alessandria – una squadretta che quest’anno si annuncia spigliata e divertente – ha saputo metterlo alla frusta e anche costringerlo alle corde. Liedholm, a contatto di Vitali e di Fanello, ha fatto la figura di un accelerato accanto a modernissimi rapidi. Costretto a ritmi per lui impossibili, ha perfino rimediato magre nei lanci e nei passaggi. Vernazza gioca da fermo da quando calciava palle di stracci nei prati periferici di Buenos Aires: figuriamoci ora che ha 32 anni suonati! Altri rossoneri sono nettamente fuori condizione, come il buon Zagatti che, quando non è sorretto dalla forma, rivela tutta la sua modestia; come Ghezzi, portato in simili casi a respinte ed interventi pagliacceschi; come Salvadore, pallida ombra del giocatore freddo e misurato che conosciamo. Dei milanisti visionati oggi al Moccagatta, gli unici a salvarsi sono stati Maldini, David, Altafini e, a tratti, Rivera. Maldini non ha mostrato impaccio con la maglia n. 2 e si è comportato sempre ottimamente. David è un mediano sbrigativo che conferisce rapidità e pericolosità alle manovre. Altafini – oggi come oggi – è mezzo Milan: il brasiliano ha fatto sovente numero a sé, segnando tre belle reti e manovrando in grande scioltezza come nei giorni migliori. Avesse avuto maggiore collaborazione, Stefani avrebbe dovuto raccogliere molti altri palloni alle sue spalle. La partita, tecnicamente modesta, è stata sempre interessante per il continuo altalenarsi delle segnature. Al 6’ segnava Altafini, scatenandosi come un ciclone e facendo secco Stefani di prepotenza. Sette minuti dopo pareggiava Vanara. Il Milan tornava al comando al 17’, sempre per merito di Altafini. Nuovo pareggio al 26’, grazie a Vitali. Al 30’ Galli (in sospetto fuorigioco) riporta il Milan in vantaggio (3-2). Quarta rete milanista al 4’ della ripresa con Vernazza. L’Alessandria, però, segna un minuto dopo con Fanello. Poi Altafini, al 18’, scambia con David e fila a tutto vapore contro il povero Stefani: 5-3. Ed è finita. («l’Unità», 19 settembre 1960) La squadra grigia, giocando domenica scorsa al Moccagatta contro il Milan per il secondo turno di Coppa Italia, pur uscendo sconfitta dal confronto, non ha davvero deluso i suoi sostenitori, riuscendo a mettere in imbarazzo più di una volta la forte squadra rossonera e costruendo a ritmo continuo pregevoli trame di gioco. Sono affiorati numerosi i difetti, ma l’intraprendenza e lo entusiasmo dei giovani alessandrini ha sopperito alle manchevolezze, dovute per lo più ad inesperienza e a precipitazione. Riteniamo utile riportare, a questo proposito, il giudizio di un giornalista assai noto ed esperto di cose calcistiche, Ettore Berra, che su «Stampa Sera» di lunedì scorso ha scritto: «Vi è un miglioramento della squadra grigia sul piano tecnico e tattico. Non più un gioco chiuso, rinunciatario, trattenuto. Pedroni era un forte giocatore, ma non aveva fiducia nella sua squadra in una lotta a campo libero. Egli riteneva che per salvarsi essa dovesse difendersi, e quindi richiamava continuamente indietro i suoi uomini perché non venisse intaccata la solidità della copertura difensiva. Ora l’Alessandria è tornata alla sua tradizione più pura. La bella prova compiuta dai grigi contro il Milan, al di sopra ed al di là del risultato, va riferita tutta al loro gioco vivo, fresco, spontaneo, tendenzialmente sempre proiettato all’offensiva». («Il Piccolo», 24 settembre 1960)

Secondo Turno

Alessandria US - Milan AC 3 - 5 (2 - 3)

RETI:

14. Vanara E.[A], 26. Vitali A.[A], 51. Fanello G.[A]
5. Altafini J. [Mi] , 18. Altafini J. [Mi] , 30. Galli C. [Mi] , 50. Vernazza S. [Mi] , 63. Altafini J. [Mi]

Alessandria US

Stefani Ideo, Nardi Aldo, Snidero Cirano, Melideo Rocco, Bercellino (I) Giancarlo, Soncini Antonio, Vanara Elio, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bettini Sergio

All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria

MILAN AC: Ghezzi; Maldini, Zagatti; Liedholm (I) Nils Erik, Salvadore (I) Sandro Cesare, David (Radice); Vernazza, Galli Carlo (David), Altafini, Rivera, Barison. All.: Todeschini Paolo; D.T.: Viani (I) Giuseppe Ferruccio.

Arbitro: Leita (Udine) [Borghi, Tonnoni]

Note

Commento

info@museogrigio.it

Crediti

2021 museogrigio, tutti i diritti riservati.

Secondo Turno

Alessandria US - Milan AC 3 - 5 (2 - 3)

RETI:

14. Vanara E.[A], 26. Vitali A.[A], 51. Fanello G.[A]5. Altafini J. [Mi] , 18. Altafini J. [Mi] , 30. Galli C. [Mi] , 50. Vernazza S. [Mi] , 63. Altafini J. [Mi]

Alessandria US

Stefani Ideo, Nardi Aldo, Snidero Cirano, Melideo Rocco, Bercellino (I) Giancarlo, Soncini Antonio, Vanara Elio, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bettini SergioAll.: Achilli Camillo

Formazione avversaria

MILAN AC: Ghezzi; Maldini, Zagatti; Liedholm (I) Nils Erik, Salvadore (I) Sandro Cesare, David (Radice); Vernazza, Galli Carlo (David), Altafini, Rivera, Barison. All.: Todeschini Paolo; D.T.: Viani (I) Giuseppe Ferruccio.

Arbitro: Leita (Udine) [Borghi, Tonnoni]

Note

Commento

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14. Vanara E.[A], 26. Vitali A.[A], 51. Fanello G.[A]
5. Altafini J. [Mi] , 18. Altafini J. [Mi] , 30. Galli C. [Mi] , 50. Vernazza S. [Mi] , 63. Altafini J. [Mi]

Stefani Ideo, Nardi Aldo, Snidero Cirano, Melideo Rocco, Bercellino (I) Giancarlo, Soncini Antonio, Vanara Elio, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bettini Sergio

All.: Achilli Camillo