Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1964/1965
Serie B
24-01-1965 - Giornata: 18 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Triestina US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Nobili Natale, Poppi Luciano, Sogliano Riccardo, Carlini Rino, Migliavacca Giancarlo, Vitali Alessandro, Di Cristofaro Carlo, Ragonesi Renzo, Mognon Giorgio, Soncini Antonio, Cardillo Antonio All.: Augustine Henri. D.T.: Cappelli Giulio

Formazione avversaria
TRIESTINA US: Scorti, Frigieri, Ferrara, Falcini, Dalio, Sadar, Rancati, Scala, Bernasconi, Cignani, Novelli (II) Alberto. All.: Mario Renosto. D.T.: Frossi Annibale.

Arbitro: Gussoni Cesare (Tradate)
Note
Spettatori: 6.000 circa (2.779 paganti, incasso L. 2.095.300) Inizio gara ore 14,30

Commento
Da tre settimane l'attacco grigio non riesce a segnare ANCORA UNA PROVA NEGATIVA DELL’ALESSANDRIA COSTRETTA AL PAREGGIO DALLA TRIESTINA: 0 A 0 Vivace gioco dei grigi nelle fasi iniziali - La squadra piemontese è calata poi di tono - Insuperabile, in queste condizioni, il «catenaccio» adottato dalla compagine di Frossi - Il portiere Nobili, nel finale, ha evitato la sconfitta - Malcontento fra i tifosi Anche contro la Triestina, penultima nella classifica di serie B, l'Alessandria ha fallito la prova. DI fronte ai rosso-alabardati del dottor Frossi, i grigi piemontesi non sono riusciti ad andare più in là dello 0-0, diretta conseguenza della loro incapacità di aggirare lo sbarramento difensivo degli avversari. Va detto anzi che solo un prodigioso salvataggio di piede del portiere Nobili sul triestino Rancati, a meno di un quarto d'ora dal termine della partita, ha impedito che la squadra di Cappelli ed Augustine andasse addirittura incontro ad una sconfìtta-beffa, che avrebbe avuto è facile capirlo - rlpercussioni difficilmente valutabili in un ambiente attualmente piuttosto teso come quello dell'Alessandria. Non era certo la Triestina l'avversario più adatto per consentire agli alessandrini una pronta riscossa dopo lo 0-4 di Venezia e lo 0-3 di Reggio Emilia che hanno messo in evidenza la crisi di gioco della squadra. I rosso-alabardati, per rimediare ad una situazione di classifica disastrosa, si sono affidati alla guida tecnica di Frossi, il quale ha organizzato la compagine giuliana secondo gli schemi del più rigido «catenaccio»: anticipo decisione, freschezza atletica, messe al servizio di una tattica ostruzionistica al novantanove per cento, appena appena corretta da qualche contropiede di alleggerimento, affidato in prevalenza al centravanti Bernasconi e all'ala destra Rancati. Un confronto con un avversario di altro rango, con altri obiettivi di classifica, avrebbe forse consentito ai grigi di lottare con maggior tranquillità, senza cedere all'orgasmo. La necessità di non perder punti di fronte ad una squadra che - per poco che le cose continuino ad andar male - potrebbe essere loro diretta avversaria nella lotta per la salvezza, ha invece fatto mancare ai grigi la padronanza dei nervi indispensabile per risolvere a loro favore la partita. La prima mezz'ora di gioco aveva fatto nascere qualche illusione su un evolversi della partita meno laborioso del prevedibile. L'Alessandria si muoveva bene, attaccava facendo leva sulla vivacità delle ali Di Cristofaro e Cardillo, sulla buona vena del centravanti Mognon, sui costanti suggerimenti di Soncini e Vitali. Questa fiammata di gioco si è però progressivamente spenta, senza che i grigi riuscissero a tradurla in un vantaggio di reti. Un paio di tiri di Sogliano e di Mognon fuori bersaglio di poco, una punizione di Vitali parata da Scorti, un goal di Mognon annullato giustamente per «mani» dello stesso giocatore, e poi basta. Sull'altro piatto della bilancia, un paio di «pasticcetti» difensivi, rimediati da Carlini con provvidenziali salvataggi in angolo. Dopo questa mezz'ora di inutile pressione, l'Alessandria avrebbe avuto una sola strada utile per cambiare indirizzo alla partita: rallentare la sua offensiva, indurre l'avversario ad uscire dalle «barricate» ai limiti dell'area, cercare l'azione di sorpresa in contropiede. I grigi invece hanno continuato, con molta tenacia, ma senza lucidità, i loro attacchi in massa, facilmente controllati dalla difesa rosso-alabardata che, per il progressivo calo atletico - soltanto in parte giustificabile - della maggioranza dei giocatori piemontesi, ha finito per assumere in campo il ruolo di dominatrice. Per tutta la ripresa, salvo qualche sporadica sortita delle punte triestine, si è giocato nella metà campo della squadra di Frossi, ma il portiere giuliano è stato impegnato soltanto in interventi di ordinaria amministrazione: gli attaccanti alessandrini, sempre più affaticati, sempre più dominati dall'orgasmo, sempre più assillati dalle invettive di un pubblico non disposto a perdonare il minimo errore, non sono riusciti ad effettuare nei secondi 45 minuti un solo tiro in porta degno di questo nome. L'unica, vera occasione da goal l'ha avuta, al 31', cioè a quattordici minuti dalla fine, l'ala destra giuliana Rancati. trovatosi solo e proiettato verso la rete alessandrina dopo una troppo disinvolta avanzata di Vitali e Migliavacca in appoggio ai compagni dell'attacco. Rancati è giunto a sette-otto metri dalla porta, Nobili gli è uscito incontro alla disperata, riuscendo a precederlo in spaccata con la punta del piede e a deviare miracolosamente il pallone, poi allontanato definitivamente da Carlini. Sarebbe stata una beffa crudele per l'Alessandria, quella di una sconfitta in una partita contro la più rinunciataria delle avversarie finora incontrate. Il risultato senza reti è già sufficiente a mettere in evidenza l'attuale crisi della squadra di Cappelli ed Augustine e, sarebbe sciocco nasconderlo, il non brillante momento personale dei due tecnici alessandrini. Dopo il primo tempo e al termine della partita, l'uscita dal campo del giocatori è stata salutata da un coro dalle gradinate che scandiva il nome di Giorcelli, l'allenatore che ha preparato l'Alessandria a questa nuova stagione e che ha dato le dimissioni tre giorni prima dell'inizio del campionato. E' ingiusto, indubbiamente, attribuire alla coppia che guida l'Alessandria la responsabilità dell'attuale scadimento della squadra. E' un fatto però che, per dovere di cronisti, si doveva riferire l'atmosfera piuttosto agitata che regna nell'ambiente dei tifosi alessandrini. (Stampa Sera - Gianni Pignata) CONTINUANO A DELUDERE I GRIGI COSTRETTI AL PAREGGIO DALLA TRIESTINA Cosa sta succedendo? Ormai è il ritornello fisso che in quindici giorni si è fatto una fortuna. La squadra dei successi, rivelazione di un duro campionato, si è improvvisamente inceppata non riuscendo neanche più a difendersi. A metà gennaio andammo a giocare a Reggio con l'animo colmo di speranza: affrontavamo una squadra che era a 16 punti in classifica come noi. Resistemmo un tempo e poi la nebbia ci bloccò lo slancio felice. Da quel momento l’Alessandria cessò di svolgere il ruolo di protagonista per assumere quello di modesta comparsa: da allora, dopo 3 partite, è a 17 punti mentre la Reggiana è a 21 in terza posizione, lanciatissima nel gioco delle speranze ed illusioni. E' giusto tutto questo? Probabilmente è giusto, ma non è certamente logico, perchè è contrario alla tradizione, al sistema di gioco, alla personalità della nostra squadra. Gli animi sono depressi, gli sportivi sono frastornati e danno segni di impazienza anche troppo evidenti. Qualcosa non funziona: c'è un'aria di fronda? C’è tono di ribellione? E’ difficile a dirsi. Certamente sta avvenendo qualcosa di carattere specialmente psicologico che ha peso determinante. Intanto la classifica che non concede pause od attenuanti, registra un grandioso calo di forze e di rendimento. Un paio ancora di giornate negative e ci troveremo costretti a lottare con la ben nota disperazione nell’intento di raggiungere la salvezza. Assenza di gioco. L’incontro di domenica contro la Triestina ci opponeva ad una delle squadre più deboli della serie B, certamente l’inferiore fra quelle che si sono presentate al Moccagatta. In condizioni normali la squadra avrebbe offerto un bello spettacolo di gioco con azioni da brivido. Si determinò invece uno squallido incontro fra due squadre che balbettavano. Noi giocavamo con lo stesso schema: il libero che doveva fungere anche da iniziatore ed organizzatore della manovra di attacco. Ma Vitali non era il solito: era un giocatore completamente fuori forma e senza idee. Dalla sua azione senza costrutto e colma di errori presero l’avvio compagni per imitarlo: ne venne fuori una partita povera di gioco e di vigore. La Triestina si chiuse nella propria metà campo mirando unicamente a salvare il risultato e ci riuscì senza affanno. Il gioco avrebbe dovuto aprirsi. E’ notorio che contro squadre chiuse in difesa si deve giocare molto sulle ali per aggirare il catenaccio che difficilmente viene superato nell’urto frontale: ma le ali ebbero pochi palloni ed inoltre non erano in vena. Qualche buona intenzione mostrò De Cristofaro nei primi quindici minuti ma poi si spense anche lui. Cardillo fu invece del tutto deludente non riuscendo mai a creare una azione degna di questo nome od una manovra capace di mettere in condizione qualcuno dei compagni di accingersi al tiro. Nel generale scadimento finì di fare una discreta figura Mognon non tanto perché abbia mostrato di aver migliorato, quanto perché giocò nel suo solito standard mettendo in mostra la solita buona volontà. Le uniche cose buone della prima linea ce le fece vedere lui, con alcune aperture sull'ala tutt'altro che disprezzabili. Pubblico inquieto. E cosi ancora una volta abbiamo dovuto accettare per buono un pareggio, il sesto in casa, con un doloroso stupore negli spettatori che è facile immaginare. Ancora una volta, per di più è stato il pareggio dello zero a zero, il più desolante, con la squadra che non è riuscita ad offrire al suo pubblico esigente ma affezionato, lo spettacolo di una rete: e pensare che la gente accorsa in numero discreto sotto il sole tiepido di una incredibile giornata di gennaio, era ben disposta a dimenticare le due sonanti sconfitte: ma serenamente giudicando bisogna riconoscere che la Triestina si è difesa senza affanno sviluppando le sue pochissime azioni in contropiede con ordine riuscendo anche a far correre qualche rischio alla nostra difesa, come ad esempio al 30’ del secondo tempo allorché sfiorarono il successo con un tiro a distanza ravvicinata di Roncati respinto da Nobili in uscita tempestiva con il piede. Ma si è assistito ad un faticoso arrembaggio, che perdeva man mano il suo vigore conclusivo, mentre fra reparto e reparto mancava ogni intesa e uomini notoriamente di valore come Poppi, giravano a vuoto come storditi e senza idee. Solo Carlini si salvò in quella generale disfatta giocando con ordine e serietà. A lui un bravo di cuore: ma è troppo poco. Noi per ora non esprimiamo giudizi perché siamo frastornati da questo cambiamento troppo improvviso. Preferiamo attendere e dimenticare. Fino a quando? (Il Piccolo, 27 gennaio 1965 - Barbagrigia) RISULTATI: Bari – Napoli 2-1 Brescia – Palermo 0-0 Catanzaro – Spal 0-0 Lecco – Trani 1-0 Livorno – Parma 3-0 Modena – Venezia 1-1 Potenza – Monza 1-0 Pro Patria – Padova 1-0 Reggiana – Verona 4-0 CLASSIFICA: Lecco, Brescia p. 24, Reggiana, Modena, Spal 21, Napoli, Palermo, Catanzaro, Verona, Pro Patria 20, Venezia, Bari 19, Potenza, Padova, Alessandria 17, Livorno, Trani 14, Monza 12, Triestina 11, Parma 9. MARCATORI: 11 reti: De Paoli (Brescia), 10 reti: Conti (Modena), 9 reti: Clerici (Lecco), Calloni (Reggiana), 8 reti: Bercellino (Potenza), 7 reti: Duvina (Pro Ptria), Santon (Venezia), 6 reti: Marchioro (Catanzaro), Azimonti (Lecco), Canè (Napoli), Troja (Palermo), Joan (Verona) Il punto sul campionato Si riforma la coppia di testa. La mini fuga del Brescia cominciata la scorsa settimana si è già esaurita. Costrette allo 0-0 casalingo dal Palermo le rondinelle sono state agguantate dal Lecco che ha battuto (di misura e con tanta fatica) il Trani. Anche alle loro spalle non si corre: Modena e Spal hanno pure loro diviso la posta con le rispettive avversarie (Venezia in casa e Catanzaro fuori), e così si è aggiunta al gruppo la Reggiana che ha liquidato il Verona. Da segnalare nella giornata anche un record mancato: a Busto Arsizio la Pro Patria ha battuto il Padova 1-0 con rete di Ciannameo al 13’ del primo tempo. Subendo questo gol il portiere padovano Pianta ha visto sfumare il sogno di stabilire il nuovo record di imbattibilità. Si è fermato a 738 minuti, un solo giro di lancette in meno del primato stabilito da Da Pozzo nella scorsa stagione.