Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1964/1965
Serie B
31-01-1965 - Giornata: 19 - Verona - Marcantonio Bentegodi


Verona Hellas AC - Alessandria US 1 - 1 (1 - 0)
RETI: 12. Joan [Ve] 59. rig. Vitali A.[A]

Alessandria US Nobili Natale, Poppi Luciano, Sogliano Riccardo, Carlini Rino, Migliavacca Giancarlo, Vitali Alessandro, Cardillo Antonio, Ragonesi Renzo, Mognon Giorgio, Verga Adelio, Oldani (II) Tullio All.: Augustine Henri. D.T.: Cappelli Giulio

Formazione avversaria
VERONA HELLAS AC: Bissoli, Fassetta, Cappellino, Scaratti, Peretta, Savoia, Sega, Joan, Maschietto, Zeno, Golin. All.: Cadè Giancarlo

Arbitro: Marengo Antonio (Chiavari)
Note
Inizio gara ore 14,30

Commento
Forse è già finita la crisi dell’Alessandria BRILLANTE RIPRESA DEI GRIGI CHE PAREGGIANO A VERONA: 1-1 Una rete segnata da Joan dopo soli dodici minuti di gioco costringe gli alessandrini ad un duro inseguimento - Al 15' della ripresa Peretta atterra Mognon e l'arbitro concede il rigore che Vitali trasforma in rete - La prova fornita permette ai piemontesi di concludere il girone con un buon piazzamento in classifica Specchiandosi l'una nelle disgrazie dell'altra, Verona ed Alessandria hanno pareggiato ieri per uno a uno. Un risultato che ha logicamente effetti diametralmente opposti per le due contendenti: il pareggio In casa, dopo due pesanti sconfitte consecutive, accentua il momento di disagio della compagine veneta cui si faceva credito, fino a poche settimane fa, di ambizioni tutt'altro che modeste; l'uno a uno a Verona, dopo i sette goals complessivi subiti a Venezia e a Reggio Emilia, e dopo lo zero a zero casalingo con la Triestina, riduce al minimo le proporzioni della « crisi » dell'Alessandria, consentendole di iniziare il girone di ritorno in un ambiente non agitato da troppe polemiche. Questa ritrovata serenità si è appoggiata, del resto, su un rendimento della squadra superiore all'attesa in una partita che pure ha presentato per i grigi rischi notevoli. La squadra di Cappelli ed Augustine, aveva Verga nel ruolo di interno sinistro, ed era evidente la intenzione di rafforzare il centro campo; dopo soli 12' di gioco si è trovata in svantaggio, per un goal scaturito da una incertezza della difesa. Una situazione senza dubbio difficile, a cui i grigi hanno reagito con imprevista lucidità e con una saldezza di nervi senz'altro encomiabile in una squadra reduce da una settimana piuttosto « elettrica » vissuta nell'ambiente eccitato e polemico dei tifosi. C'era il rischio, lasciandosi prendere dal nervosismo, e scoprendosi nell'ansia di recuperare, di esporsi a un'altra dura sconfitta, che avrebbe provocato chissà quali conseguenze. Vitali e i suoi compagni hanno saputo invece imporsi la calma necessaria per affrontare la difficile situazione; sono riusciti a neutralizzare per il resto del primo tempo la maggior pericolosità d'attacchi del veronesi, dando l'impressione, specialmente nella manovra di metà campo, di controllare il gioco con una certa facilità. Questa lusinghiera impressione è stata confermata nel primo quarto d'ora della ripresa, quando l'Alessandria si è proiettata al contrattacco con tutte le sue energie, raggiungendo il traguardo grazie al « nuovo corso » arbitrale che ha indotto il direttore di gara Marengo ad adottare la giusta severità in area di rigore. Intendiamoci, non costa nulla ammettere che prima degli ultimi inviti alla severità ben pochi arbitri avrebbero punito la spinta a tergo data da Peretta a Mognon che ha sbilanciato il centravanti alessandrino proiettato a deviare a rete di testa un centro alto di Oldani. Il fallo c'era tuttavia, e in base alle norme di rigida applicazione del regolamento a cui sono stati recentemente richiamati gli arbitri, la concessione del rigore all'Alessandria è stata senz'altro legittima. Si era al 15' della ripresa e il capitano Vitali ha realizzato con freddezza il « penalty », raggiungendo quel pareggio che corrispondeva agli obiettivi della squadra piemontese. Dall'uno a uno non ci si è scostati più nonostante i laboriosi tentativi del Verona per riagguantare il successo, sfuggitogli di mano. La partita, in fondo, è tutta o quasi negli episodi delle due reti. Al 12' di gioco Migliavacca pressato da Maschietto non è riuscito a respingere il pallone calciato su punizione da Savoia; Carlini ha tentato allora l'arresto della palla di testa senza riuscire ad impedire che Joan, il quale gli era a fianco, gli rubasse il tempo, filando a rete per battere imparabilmente Nobili. Altre due occasioni sono state create dai veronesi nel primo tempo. Al 24' Zeno, lanciato a rete, è incespicato sul pallone a tre metri da Nobili; al 35' Maschietto su lancio di Joan si e fatto «ipnotizzare» da Nobili che, uscendogli incontro, lo ha costretto a tirargli addosso. Nella ripresa, prima che il rigore di Vitali desse il pareggio ai grigi, la prevalenza offensiva dell'Alessandria aveva costretto i veneti, all'11 a un salvataggio di Cappellino a portiere battuto su colpo di testa di Mognon e a un ulteriore salvataggio di Peretta in angolo sulla ribattuta di Cardillo. Dopo il goal del pareggio l'ex novarese Zeno - il migliore tra 1 veronesi, con Joan, Savoia e Cappellino - ha fatto l'impossibile per trascinare nuovamente la sua squadra al successo. Al 19' una bella azione di Golin e Joan è stata sprecata dallo stesso Zeno, con un tiro a lato da pochi passi. Al 21' Nobili - come al solito il miglior alessandrino con Vitali, Oldani, Poppi e Sogliano - ha risposto con una gran parata bassa a un colpo di testa in tuffo ancora di Zeno. Al 26' Vitali ha rimediato con una deviazione in angolo quanto mai provvidenziale, alle conseguenze di un velocissimo contropiede di Sega. Questo è stato, in pratica, l'ultimo serio pericolo corso dalla rete alessandrina. Da quel momento Vitali e gli altri difensori non si sono più concessi distrazioni, riuscendo a neutralizzare sino al termine l'affannoso arrembaggio del Verona. (Stampa Sera - Gianni Pignata) L’ALESSANDRIA A VERONA AVREBBE MERITATO LA VITTORIA La giornata grigia di domenica sgocciolante di pioggia e di nebbia, taceva temere una serata di tristezza. Lo confessiamo. La squadra era partita sabato portandosi dietro il peso delle polemiche e delle dicerie che avevano tenuto occupato l'interesse dei tifosi. Era stata pubblicata anche la più strana delle notizie, secondo la quale un consiglio segreto dei dirigenti avrebbe esaminata la eventualità di sostituire i tecnici il che non aveva certo contribuito a rasserenare gli animi. Ma le crisi quando non esistono, non possono essere inventate. Noi non avevamo mai parlato di crisi proprio perché non ci risultava una simile realtà. La squadra attraversava un brutto momento e basta. Il che succede a tutte le squadre: e noi non potevamo esimerci dalla eventualità di un tal periodo. E' bastato il risultato di Verona per dissipare i dubbi e le perplessità: in realtà a Verona non è accaduto nulla di trascendentale, ma i nostri giocatori hanno giocato con l’impegno e la volontà di un tempo e questo ha portato i suoi frutti. Quel punto in classifica che non ci toglie ancora da una posizione men che mediocre, ha un particolare e confortevole significato. E’ il segno di una riscossa e della consapevolezza dei proprii doveri. Partita autoritaria. Dominando in modo assoluto al centro campo, la nostra squadra ha dominato per buona parte dell'incontro trovando difficoltà solo in fase di realizzazione dove mancava purtroppo lo stoccatore Con un Bettini in vena avremmo lasciato il campo certamente vincitori. Comunque abbiamo messo in mostra, proprio nel momento in cui ben pochi se lo sarebbero aspettato, una solida e ben organizzata squadra, capace di sviluppare con lucidità suoi temi di gioco, mantenendo costantemente un ritmo sostenuto e piacevole anche sotto il profilo tecnico. Non sapremmo questa volta scegliere dei due tempi quale sia stato il migliore. Certo che all’inizio della ripresa l’Alessandria prese a premere creando situazioni nell'area del Verona addirittura drammatiche in cui difensori si salvavano con orgasmo ed ansia veramente palesi. Al centro, una regia veramente superiore, condotta da un Vitali superlativo, tornato l'uomo chiave della nostra squadra. Se domenica in casa contro la Triestina aveva ancora mostrato incertezze e mancanza di ritmo, risentendo quindi ancora dei postumi di un infortunio recente, a Verona il capitano ha giocato da vero campione con autorità, posizione ed intelligenza che hanno illuminato tutto il comportamento della squadra. Ragonesi. Con vivissimo piacere possiamo finalmente soffermarci su questo ragazzo che abbiamo seguito con tanta simpatia e che finalmente ha trovato il modo di disputare la sua partita maiuscola. Quando si legge che l'Alessandria ha sempre mantenuto il dominio di centro campo, la spiegazione è una sola: che oltre alla grande partita di Vitali, è esploso l'uomo classico di centro campo, Ragonesi. Riconosciuto da tutti come il migliore dei ventidue in campo il nostro interno ha tenuto in lungo ed in largo la posizione, combattendo, impostando il gioco, suggerendo ed infilandosi anche in area in fase conclusiva con un piglio assolutamente autoritario. Peccato proprio che manchi chi sappia sfruttare il grande lavoro di Ragonesi, perché i goal verrebbero allora certamente. La prima linea continua ad essere sterile. Cardillo, malgrado la buona volontà non sta attraversando un buon momento tanto che invariabilmente in area incespica nel primo avversario che incontra, frastornato e privo di iniziativa. Mognon si lotta con accanimento dosando buoni palloni ai compagni, ma il suo modesto miglioramento non è ancora sufficiente a risolvere il grave problema del centravanti stoccatore. Certe indecisioni o mosse lente lo pongono sovente alla merce dell’avversario. Oldani che ha finalmente disputata una partita puntigliosa e redditizia, è l’unico uomo nelle prossime gare. Ha però svolto un lavoro più da suggeritore che da sfondatore, perdendo sovente lo smalto nei pressi della porta avversaria. Mancava Soncini: e sappiamo quanto pesi la sua assenza. Ma questa volta Cappelli ha risolto il problema in modo del tutto nuovo e sicuramente azzeccato: ha collocato nella posizione centrale al suo posto il prezioso Verga. Se pure questi non è una mezz’ala, ha egli tanto buon senso ed umiltà da riuscire sempre utile ai compagni. Malgrado una certa congenita lentezza, senza pretendere di fare grandi cose, Verga ha disputato una ottima partita di interdizione e marcatura, con un fraseggio semplice e lineare che gli consentì di non sciupare una palla. Indietro, tutti bravi, considerando in massa i nostri difensori. Carlini ha avuto la disgrazia di vedersi sfuggire con un guizzo quell'ottimo Joan che al 12' del primo tempo batteva abilmente Nobili creando una situazione difficile per la nostra squadra. Ma il nostro anziano mediano si è pero rifatto con una serie di interventi precisi ed un gioco di rifornimento per la prima linea che lo fanno collocare fra i migliori. Poppi è tornato al suo alto livello di gioco e Sogliano non gli e stato da meno. Per il resto non ci sono rilievi da fare. (Il Piccolo, 3 febbraio 1965 – Barbagrigia) RISULTATI: Brescia – Reggiana 1-0 Livorno – Pro Patria 0-0 Modena – Lecco 0-0 Monza – Trani 3-2 Napoli – Parma 2-0 Padova – Catanzaro 1-0 Palermo – Bari 2-1 Spal – Potenza 2-3 Triestina – Venezia 0-0 CLASSIFICA: Brescia p. 26, Lecco 25, Modena, Napoli, Palermo 22, Reggiana, Spal, Verona, Pro Patria 21, Venezia, Catanzaro 20, Bari, Padova, Potenza 19, Alessandria 18, Livorno 15, Monza, Trani 14, Triestina 12, Parma 9. MARCATORI: 11 reti: De Paoli (Brescia), 10 reti: Conti (Modena), 9 reti: Clerici (Lecco), Pellizzaro (Potenza), Calloni (Reggiana), 7 reti: Duvina (Pro Patria), Santon (Venezia), Joan (Verona). Il punto sul campionato Brescia e Lecco continuano la loro strada al ritmo di un punto e mezzo a partita: vincono le gare in casa e pareggiano quelle in trasferta. Così al giro di boa del campionato è il Brescia vincitore su una Reggiana (che ha confermato, malgrado la battuta d’arresto, lo stato di gran forma di questo periodo) a passare in testa conquistando il platonico titolo di campione d’inverno. Il Lecco a Modena ha chiuso 0-0 anche per l’espulsione del suo bomber Clerici. Dietro il solito rimescolamento: ora sono Napoli, facile vincitore del fanalino di coda Parma, e Palermo (2-1 al Bari) a raggiungere il terzo posto assieme al Modena reduce dallo 0-0 con il Lecco. In coda si muove solo il Monza: battendo il Trani ha conquistato un successo che vale doppio perché ottenuto contro un’altra pericolante.