Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1965/1966
Serie B
20-03-1966 - Giornata: 25 - Modena - Alberto Braglia


Modena FC - Alessandria US 4 - 0 (0 - 0)
RETI: 46. Conti [Mo] , 77. Damiano [Mo] , 82. Conti [Mo] , 89. De Robertis [Mo]

Alessandria US Nobili Natale, Legnaro (I) Gaetano, Trinchero Giuseppe, Rossi Alberto, Dalle Vedove Giampiero, Melideo Rocco, Di Cristofaro Carlo, Tagnin Carlo, Pasquina Mario, Ragonesi Renzo, Oldani (II) Tullio All.: Szekely László

Formazione avversaria
MODENA FC: Colombo, Cattani, Barucco, Ferrari, Borsari, Chirico, Damiano, De Robertis, Balsimelli, Merighi, Conti. A disp.: All.: Remondini Leandro.

Arbitro: Schinetti Elio (Brescia)
Note
Ammonito: Trinchero [A]. Inizio gara ore 15.00

Commento
A Modena ha subito una pesante sconfitta ALESSANDRIA: UN ERRORE DECISIVO Incassato il primo goal, si è disunita facilitando il compito degli avversari - Ragonesi e Tagnin sono stati i migliori della squadra piemontese L'Alessandria non voleva perdere a Modena e fin dall'inizio della partita ha adottato uno schieramento estremamente guardingo e prudenziale: quando ha subito il primo goal ha però fatto l'errore di scoprirsi completamente ed ha finito per incassarne altri tre. Una sconfitta pesante, che i grigi piemontesi non meritavano: lo scarto delle reti è eccessivo, se si considera l'andamento della partita e il valore delle due squadre in campo. Se l'Alessandria non voleva perdere, è certo però che il Modena voleva disperatamente vincere, rompere quell'incantesimo che durava da settimane, che l'aveva precipitato agli ultimi posti della graduatoria e che non gli consentiva più di cogliere un successo pieno. C'è di più: fra le mura amiche, il Modena aveva dato ripetutamente l'impressione di essere come in difficoltà, di essere bloccato: insomma, un caso più da psicanalisti che da esperti di calcio. Il « trainer » Remondini non era più riuscito ad ottenere i buoni risultati del primo periodo della sua gestione e sembrava che la barca fosse destinata ad andare alla deriva. Ieri invece c'è stato un vigoroso colpo di timone e pare che la squadra abbia ritrovato la giusta rotta. L'Alessandria nel primo tempo è stata attenta, fin anche grintosa in difesa, con Ragonesi e Tagnin bravissimi nel marcare i più pericolosi fra i modenesi (Damiano e Balsimelli), ma poi si è disunita Quando, al 5' del secondo tempo Conti ha siglato il primo goal, ha fatto appena in tempo a correre presso la panchina di Remondini e poi è svenuto per l'emozione: i nervi nello stesso momento però hanno ceduto anche a tutti gli alessandrini, che si sono come smarriti e hanno perso il controllo della partita, che si poteva ancora impattare. Il Modena però era scatenato: un vantaggio acquisito dopo tanto penare non doveva essere perso, costasse quel che costasse, e cosi l'impegno dei gìalloblù si è moltiplicato: a differenza delle precedenti occasioni, nelle quali ingenuità ed errori incomprensibili avevano impedito ai modenesi di vincere, questa volta la squadra non si è arroccata in difesa: pur mantenendo rigidissime le marcature degli avversari. Remondini ha continuato a mandare le punte all'attacco e dal 33' al 45' vi è stata una grandinata di goals: Damiano (33'), Conti (37'), De Robertis (45). Adesso Modena ed Alessandria continuano a lottare a gomito a gomito in una scomoda posizione di classifica: dire che la gara dì ieri è indicativa sul futuro delle due squadre sarebbe una forzatura. Il Modena ha vinto a man bassa e l’Alessandria è uscita dallo stadio Braglia rintronata, ma il futuro degli uomini di Remondini e di Szekely è quanto mai incerto. Il campionato è ancora lungo e presenta ancora impegni difficili: la lotta nelle ultime piazze è serrata. Il Modena, se avesse giocato sempre come ieri non sarebbe nei guai attuali; ma tant'è questi discorsi servono a ben poco quando si guarda alla magra classifica. Certo, la squadra gìalloblù è ancora un enigma da risolvere e solo da domenica in poi si potrà avere una conferma dello stato di grazia palesato ieri. . L'Alessandria è quella che è: l'ossatura della squadra e ancora più fragile di quella del Modena, e due uomini soli, Ragonesi e Tagnin, non bastano a fare un undici. E' vero che mancavano Lojacono e Nicolé, ma vi sono dei difetti di fondo che ieri sono emersi in tutta la loro pesantezza e che non possono essere sottovalutati. (Stampa Sera – Candido Bonvicini) DAMIANO UN CICLONE Ha fatto tutto lui: Vincenzo Damiano, il modenese di Napoli, oggi al suo debutto in maglia gialloblu. Questa contro i grigi costituiva per i “canarini” la partita della verità: una sconfitta o anche un pareggio avrebbero significato per il Modena la quasi certa retrocessione. s’imponeva una vittoria che allontanasse l’incubo della serie “C” e che ridesse agli atleti fiducia e morale. Ebbene Damiano è stato il promotore di questa terza sonante vittoria del Modena; ha giocato benissimo ed è stato addirittura fantastico, se si pensa che l’atleta si inseriva in squadra dopo un lungo periodo di quarantena tra le riserve. Forse in principio ha stentato un po’ ad assuefarsi alla manovra dei compagni della prima linea; poi, con il passare dei minuti, quando ha trovato l’appoggio ora in Balsimelli ora di De Robertis, il ragazzo ha dimostrato di saper fare cose eccellenti. Scattante, veloce, preciso su ogni palla, ha fatto il bello e il cattivo tempo e per Trinchero, che gli era stato appiccicato alle costole, non c’è stato più nulla da fare. Il terzino (sarà poi ammonito dal signor Schinetti) ha cercato di fermarlo con ogni mezzo e per questo ha commesso alcuni fallacci, che per un nonnulla non ne hanno determinato l’espulsione. Con questa ventata di vitalità che solo un atleta meridionale poteva dare, l’attacco del Modena, fino ad ora tremendamente sterile, si è completamente trasformato e per ben quattro volte il pur bravo Nobili è stato costretto a raccogliere la palla entro la rete. Così con un Damiano che in avanti faceva il diavolo a quattro e con un centrocampo tenuto perdettamente a rotazione da Merighi e De Robertis, anche gli altri atleti hanno potuto muoversi con tranquillità. (Corriere dello Sport) Per chi suona la campana? SU UN’ALESSANDRIA UMILIATA L’OMBRA DELLA RETROCESSIONE Crolla la difesa sotto una valanga di gol mentre l’attacco continua a ignorare la via della rete - Basta con le tattiche rinunciatarie Ai grigi, contro il Potenza, ultima àncora di salvezza, si chiede una prova di orgoglio e, finalmente, una partita veramente d’ attacco - Escludere chi non lotta, chi rinuncia - Ora è giunto il momento di guardare la realtà anche se amara L’ Alessandria ha toccato a Modena il fondo non solo della classifica, ma pure del gioco. La nostra squadra è divenuta il banco di esperimento per gli undici che non riescono a trovare la via del gol. A Reggio Calabria, l’anemico attacco di quella squadra ci inflisse quattro reti: a Modena si è ripetuta la quaterna. Nel calcio occorre avere fortuna, questo è vero, ma bisogna anche aiutarla. I grigi sinora non hanno dimostrato di guadagnarsela. Era ovvio che con tali mediocri prestazioni, fidando sempre sullo zero a zero in trasferta — e a Catanzaro l’Alessandria non può dire di non avere avuta dalla sua la dea bendata — e su una rete galeotta tra le mura casalinghe, si sarebbe finito per reggere il fanalino di coda. Sparare a zero sui responsabili è ora facile e, su ciò non discutiamo. Il neo della vicenda risale a diversi mesi orsono quando la stampa, i critici, ammonirono che continuando sullo stesso metro l’Alessandria sarebbe scivolata in C. Pochi ascoltarono quelle voci disinteressate: i più invece, per logica reazione, parlarono di malafede, di disfattismo. La realtà induce ora ad un esame di coscienza in quanto recriminare sul passato — e ci sarebbe da discutere a lungo su Allasio, Bettini, Maddè, Lojacono, Nicolè — è ormai inutile. I responsabili tecnici, l’allenatore non devono continuare ad ignorare i suggerimenti e le critiche. L’ignorarli ancora, il rinchiudersi in una campana di vetro può significare la fine e, dato che nessuno vuole il disastro, è necessario riallacciare le fila di quel discorso che non si volle mai iniziare. Domenica contro il Potenza e, tra quindici giorni con il Trani, l’imperativo è quello di vincere e per racimolare i quattro punti è indispensabile segnare. L'undici alessandrino da diversi mesi affronta gli incontri con soli due o tre uomini in prima linea anche quando gli avversari non sono mostri di prolificità all’ attacco. Già in partenza, non disponendo di uomini adatti al contropiede, tutto il peso e la responsabilità dell’incontro grava sulla difesa. Difendersi contro il Genoa, il Mantova è logico, ma insistere pure con gli altri parenti poveri della classifica è vero suicidio. Eppure si continua su tale metro asserendo che non si hanno gli uomini. Diverse altre squadre pur non disponendo di grandi nomi giocano e segnano, noi no, perché pur avendo schierato ben 25 giocatori non siam o mai riusciti ad affrontare gli avversari con quattro uomini all’attacco. Così nella tema di sbagliare, di fallire, di perdere punti, siamo finiti ultimi. Allora tanto valeva provare, insistere sui giovani. La realtà è dura, ma ora è necessario affrontarla. Allo stato attuale perdere altro terreno significa retrocedere: si deve allora correre ai ripari. I tecnici, l’allenatore, dopo la buriana susseguente rincontro con il Modenadevono avere il coraggio di presentare in campo una formazione decisa, orgogliosa: chi tradisce tale aspettativa deve essere escluso come si è avuto il coraggio — se fu tale — di mettere all’indice Bettini, l'uom o che forse ci avrebbe evitato di lottare con la bava alla bocca per non scivolare nella serie inferiore. CI VUOLE CORAGGIO Gli sportivi tutti, non avranno nulla da rimproverare se dopo avere lottato nel vero senso della parola l’Alessandria dovesse finire in C. Gli aficionados non possono sopportare invece che si assista così supinamente à questo triste tramonto perché si rifugge dalla lotta. Le tattiche non hanno alcun senso quando si scende in campo con rassegnazione. L’impegnativa partita di domenica deve pertanto riconciliare i tifosi con i giocatori. Questi ultimi devono sapere soffrire perché lo sport è anche sacrificio. La vecchia provincia non può assistere impotente all’attuale stato di cose: si rassegnerà solo quando saprà che si è dato tutto. Per l’incontro con il Potenza Szekely deve risolvere il problema dell’attacco. Rebus indubbiamente di non facile soluzione: il tecnico ha a disposizione Oldani, Trincherò — insistiamo su questo nome perché è uno dei pochi giocatori che sa sfruttare i palloni di testa —, Ragonesi, Pasquina, Gorino, Nicolè, Eco, Soncini, Lojacono e Di Cristofaro. Dieci uomini in cerca di cinque posti. Gli uomini scelti dovranno sapere manovrare in profondità e non installarsi nella propria metà campo e, soprattutto smarcarsi, correre. Il Potenza è una squadra rocciosa per cui occorre affrontarla d’im peto senza concedere tregua ai difensori. Occorre inoltre «ricaricare» la squadra in quanto pare che il malcontento tra i giocatori dilaghi a macchia d’olio. Oltre alla questione tecnica bisogna risolvere anche quella morale. Al Moccagatta dunque i tifosi si augurano di vedere all’opera una squadra decisa a vendere cara la pelle: se così sarà il pubblico non mancherà di dare il proprio incitamento. Una prova negativa significherà la fine di ogni illusione. (Il Piccolo – Il Gattopardo [Giuseppe Zerbino]) RISULTATI: Livorno – Reggiana 0-0 Mantova – Novara 1-0 Messina – Pisa 0-0 Monza – Genoa 1-4 Palermo – Padova 4-0 Potenza – Reggina 1-0 Pro Patria – Catanzaro 3-1 Trani – Venezia 2-1 Verona – Lecco 0-2 CLASSIFICA: Lecco p. 34, Venezia 32, Mantova 31, Genoa 29, Catanzaro 28, Reggina, Messina, Verona 27, Palermo, Potenza 26, Monza 24, Reggiana, Livorno 23, Novara 22, Padova, Pisa 21, Pro Patria, Modena, Trani 20, Alessandria 19. MARCATORI: 13 reti: Bui (Catanzaro), 12 reti: Clerici (Lecco), 10 reti: Troja (Palermo), 9 reti: Di Giacomo (Mantova), Salvemini (Venezia) 7 reti: Zigoni (Genoa), Bonfanti (Lecco), Conti (Modena), Cipollato (Palermo), Lodi (Potenza), Calloni (Reggiana), Bertogna, Mencacci (Venezia) Il punto sul campionato Nel confronto testa-coda della giornata avviene l’imponderabile: il Trani sconfigge 2-1 la capolista Venezia. I padroni di casa, partiti a spron battuto vanno in vantaggio all’ 8’ minuto con Barbato e raddoppiano al quarto d’ora con Vanzini; Mencacci accorcia allo scadere del primo tempo e sempre il prologo della rimonta. Ma nella ripresa il Trani resiste e porta a casa il successo. Il Lecco, vincitore a Verona, ringrazia: Clerici e Bonfanti mettono al sicuro il primo posto. Sale poderosamente il Genoa che ne ha segnati 4 a Monza (contro 1) ed ora rimane a due punti dal Mantova ma è a 3 dal Venezia. Il successo del Trani e quello del Modena sull’Alessandria ribaltano la coda: adesso è ultima proprio l’Alessandria staccata di un punto dal trio Pro Patria, Modena e Trani.