Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1958/1959
Serie A
08-02-1959 - Giornata: 19 - Firenze - Comunale


Fiorentina ACF - Alessandria US 7 - 1 (3 - 0)
RETI: 10. Lojacono F. [Fi] , 27. rig. Cervato S. [Fi] , 31. Segato A. [Fi] , 69. Montuori M. [Fi] , 85. Lojacono F. [Fi] , 89. Hamrin K. [Fi] 63. aut. Giacomazzi G.[A], 70. Tacchi J.[A]

Alessandria US Cuman Pacifico, Nardi Aldo, Gerin Aurelio, Snidero Cirano, Giacomazzi Giovanni, Girardo Antonio, Castaldo Ercole, Moriggi Mario, Filini Giancarlo, Pistorello Giancarlo, Tacchi Juan Carlos All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
FIORENTINA ACF: Sarti Giuliano; Robotti, Castelletti; Chiappella, Cervato, Segato; Hamrin, Gratton, Montuori, Lojacono, Petris. All.: Ferrero Luigi; D.T.: Czeizler Lajos.

Arbitro: Menchini Lorenzo (Udine)
Note
Angoli: 8-4 (4-2 oppure 4-1) oppure 9-4. Spettatori: 14.000 oppure 20.000. Incasso: lire 9.184.000. Giornata primaverile, terreno perfetto. Inizio gara ore 14:30. «Corriere dello Sport» e «Il Tirreno» assegnano la prima rete della Fiorentina a Hamrin.

Commento
Che dire? Fosse stato un match di boxe, Menchini, l’arbitro, avrebbe dovuto sospendere il combattimento per «manifesta superiorità». Il preambolo dice tutto e non v’è certo da infierire sulla povera Alessandria, venuta a Firenze solo per onor di firma (Pedroni, a fine partita, così ha detto). L’allenatore dei grigi era rimasto in panchina a dirigere le operazioni della sua squadra, smagliata e priva di ben sei titolari; una squadra che aveva lasciato posto a due giovanissimi esordienti, Gerin e Moriggi, ragazzi sperduti nella nebbia, votati al… sacrificio. Pedroni, considerando il match scontatissimo, non ha nemmeno munito la difesa di battitori liberi; si è limitato a tenere indietro in principio Pistorello, ma poi anche il lunghissimo interno ha abbandonato la posizione di riserbo. Alessandria «libera», quindi, Alessandria alla mercé di una Fiorentina scatenata, decisa ad aumentare il già cospicuo bottino di gol. Non vi è mai stato ovviamente equilibrio in campo; una squadra a comandare e l’altra a guardare, o quasi, stordita, presa in mezzo ad un gioco di levatura eccezionale, elaborato da avversari di classe nettamente superiore. È accaduto che i grigi piemontesi due sole volte sono riusciti ad inquadrare la rete di Sarti: ed è già molto che in così poche occasioni essi abbiano potuto mettere a segno la rete della bandiera. Una rete che, tutto sommato, gli alessandrini meritano per l’impegno profuso nel corso di un incontro che già dalle prime battute li vedeva destinati al naufragio. Partita facile, dunque, per la Fiorentina, risoltasi come il pronostico prevedeva, talché un osservatore accorto è portato a non lasciarsi andare ad elogi sperticati. Troppo debole l’Alessandria-baby di Pedroni per potersi sbilanciare in evviva incondizionati. La squadra viola, comunque, ha mostrato di essere in ottima salute, pronta nella stesura di un gioco senza pecche. In luce particolare Gratton, rimasto per tutto l’incontro sul centrocampo ad architettare le azioni più incisive del reparto attaccante ed a controllare le pur modeste iniziative avversarie. Un Gratton dieci volte meglio inquadrato che non domenica scorsa a Vicenza, quando non riusciva a trovare la posizione giusta per servire i suoi compagni di squadra. Ritrovato Gratton, tutta la squadra ha giocato su un piano eccezionale, mettendo in evidenza il meglio. Gioco sempre efficace, razionale, seguente il modulo più adatto per far breccia. In attacco, logicamente, la Fiorentina ha detto le cose più importanti, proponendo, oltre che un Gratton magnifico, un Hamrin sempre pronto a sfruttare le occasioni favorevoli, un Montuori costantemente portato alla risoluzione. Lojacono, lui ha in principio stentato a trovare la giusta carburazione, ma poi è uscito brillantemente alla ribalta. Un Lojacono spettacoloso negli ultimi venti minuti del gioco, quando i grigi annaspavano disperatamente. Petris ha fatto la sua parte, onestamente, collaborando alla realizzazione di un gioco svelto ed incisivo. Non ha avuto fortuna, l’ex triestino, nelle fasi decisive. Poco da dire sui reparti arretrati. Ad un Cervato perfetto al centro del dispositivo di difesa hanno fatto riscontro i Chiappella ed i Segato in ottimo ordine. Meglio Robotti di Castelletti, quest’ultimo in qualche difficoltà con il vivace Castaldo. Il portiere Sarti, infine, poco o niente è stato impegnato. Sul gol di Tacchi (un gran gol) niente poteva fare. Poco da aggiungere sull’Alessandria. I grigi hanno avuto in Giacomazzi l’uomo migliore e, dopo l’anziano difensore, vanno ricordati Filini (per quel poco che ha potuto fare), Snidero e Tacchi. I due esordienti hanno dovuto affrontare una prova più grande di loro. Non potevano, onestamente, far altro che naufragare. Non sempre ha soddisfatto l’arbitraggio di Menchini: l’udinese è caduto in qualche svarione non completamente giustificabile in una partita dall’andamento così tranquillo. Pomeriggio primaverile, terreno in perfette condizioni. Snidero e Girardo hanno giocato a ruoli invertiti per tutto l’incontro. Leggeri incidenti a Castelletti e Pistorello. Hanno esordito nell’Alessandria il terzino Gerin (nato a Villesse di Trieste il 31 ottobre 1939 e proveniente dall’U.S. Sagrado) e l’interno destro Moriggi (nato il 30 marzo 1941 a Treviglio e proveniente dall’U.S. Pegazzano). In tribuna, Giuseppe Galluzzi, osservatore azzurro. La cronaca, limitata (o quasi) ai gol. Dieci minuti di attesa e poi la prima rete. Nardi trattiene Petris al limite dell’area laterale sinistra; si incarica di battere la punizione Lojacono: parte un tiro ad effetto che, superato Cuman, entra in rete; Hamrin, di testa, ribadisce. Il pallone, comunque, aveva già superato la linea bianca. Al 19’ Giacomazzi salva sulla linea un tiro di Petris; al 27’ fallo di un difensore (Giacomazzi?) su Montuori, in piena area: rigore. Batte Cervato e fa centro. Quattro minuti dopo, il terzo gol. Hamrin provoca un calcio d’angolo con l’inesperto Gerin; lo svedese batte dalla bandierina: Segato, solo, di testa, infila. Occasioni fallite da Petris (34’) e Lojacono (35’); al 45’ l’Alessandria concerta una bella azione: Tacchi la conclude con un tiro che Sarti intercetta con il piede sinistro, Castelletti precede l’accorrente Castaldo e libera. Ripresa. Inizio a… passo d’uomo della Fiorentina. L’Alessandria pigia, invece, sull’acceleratore. Ma niente combina. È Montuori, invece, che ricevendo un dosato passaggio di Hamrin rovescia in gol: traversa netta. Allontana Nardi. Al 18’ va via Hamrin sulla destra; fortissimo cross dello svedese, sul quale interviene Giacomazzi: autorete. Un tiro di Moriggi (21’) finisce fuori. Al 24’, la quinta rete della Fiorentina: Lojacono invita Montuori ad una lunga galoppata; il centravanti, nonostante sia tallonato da Giacomazzi, scaglia un tiro fortissimo che batte irrimediabilmente Cuman. Un minuto dopo, il gol alessandrino. Filini lancia lungo Tacchi: da circa trenta metri, l’ala sinistra lascia partire un fortissimo tiro sul quale Sarti ha poco da fare. 40’: gran di Lojacono; l’oriundo scarta quattro avversari e poi serve Montuori, che subito gli ritorna la sfera; gol da tre passi. Al 44’ l’ultima rete: Gratton a Montuori e cross; interviene difettosamente Nardi; Hamrin infila con un tiro di sinistro. (Nerio Giorgetti, «La Gazzetta dello Sport», 9 febbraio 1959) Domanda necessaria. Con quante reti al passivo l’Alessandria sarebbe uscita dallo stadio Comunale se la Fiorentina avesse giocato con un po’ di impegno e i suoi attaccanti non si fossero incaricati di sprecare almeno cinque palle da gol? Lasciamo a voi tirare le somme e lasciamo al pubblico fiorentino l’amaro in bocca per il mancato raggiungimento del risultato record in partite di campionato. Oggi la Fiorentina, senza esagerare, poteva superare la dozzina di gol, se avesse forzato un po’ l’andatura e se Hamrin, Lojacono, Montuori e Petris non avessero buttato via tante occasioni quando bastava muovere un piede per realizzare il punto. Questo vi dice la differenza attualmente esistente fra le squadre. L’Alessandria, che giocava con cinque riserve, ha preso la partita con molta filosofia. Si è arroccata in difesa sperando di arginare l’offensiva viola e per dieci minuti buoni c’è riuscita. Senza, tuttavia, ricorrere al catenaccio, senza scomodare il battitore libero. Difesa ad oltranza sì, ma poco valida, non organizzata, perché i dieci uomini grigi che stazionavano davanti a Cuman non avevano un compito ben preciso. Dovevano creare confusione, si è capito, dovevano gettarsi in due o tre sul pallone per impedire il tiro, ma finiva che la confusione ingarbugliava le idee a loro stessi anziché agli avversari che trovavano sempre il modo di aprirsi un corridoio e di puntare a rete. Una volta Lojacono, una volta Petris, poi anche Montuori e infine Hamrin si sono trovati nella posizione ideale di avere davanti a sé soltanto il portiere e immancabilmente hanno sbagliato, calciando fuori dai pali o molto alto sopra alla traversa. Si può dire che le sette reti realizzate sono venute fuori perché proprio meno non potevano essere. Una squadra che realizza con tanta facilità simili risultati (e ormai, tolta qualche parentesi, quasi ogni settimana la Fiorentina fa collezione di punteggi astronomici) è davvero formidabile. Si dirà che in trasferta (ad eccezione del 6 a 0 di Torino) le esibizioni non sono altrettanto convincenti. Si tratta, secondo noi, di una diversità di spirito e delle condizioni ambientali. Evidentemente, la squadra ha bisogno di giocare in un clima non infuocato dalla passione di parte per rendere al massimo delle sue possibilità. Altrimenti non si può spiegare tanta diversità di rendimento. Un’idea della povertà tecnica dell’Alessandria ve l’abbiamo già data. Vi diremo che soltanto due giocatori, l’anziano Giacomazzi e Tacchi, si sono opposti validamente nel tentativo di intromettersi nel soliloquio che la Fiorentina stava recitando. Giacomazzi è stato magnifico per entusiasmo, volontà e ardore. Contro Montuori ha fatto un figurone. Anche perché il centravanti non era in giornata buona. Il suo compito, l’alessandrino, lo ha assolto in pieno. Se gli altri si fossero avvicinati a lui nel rendimento, la Fiorentina avrebbe dovuto sudare di più per arrivare a battere Cuman. L’ala sinistra Tacchi, lasciato solo all’attacco, ad un certo momento si è esibito in una rabbiosa volata con Robotti, l’ha spuntata e da circa venti metri ha fatto partire un tiro che si è insaccato all’incrocio dei pali, sulla destra di Sarti. Una rete magnifica che ha entusiasmato tutti. Il resto non conta. Con la massima volontà di essere indulgenti, non possiamo salvare nessuno. Forse Nardi, ma quando Hamrin ha detto di voler passare per il terzino non c’è stato nulla da fare. Con una squadra ridotta così a mal partito, la Fiorentina, pur giocando con prudenza e senza mai alzare il tono delle azioni, ha realizzato un altro successo clamoroso. Forte, imbattibile in difesa dove Cervato ha comandato come ha voluto, con Robotti e Castelletti in forma strepitosa, e con i due mediani che hanno imposto la tattica loro nella fascia centrale del campo, l’attacco si è sentito autorizzato a spingere a fondo soltanto per il gusto di offrire spettacolo alla platea. I sette gol e le numerose occasioni sbagliate stanno a dimostrare che la prima linea viola, quando ha voluto, si è sbarazzata del controllo avversario, creando le premesse per arrivare alla rete. Montuori non era in giornata felice: sottoposto ad un controllo spietato da parte di Giacomazzi, si è limitato a vincere qualche duello, ha realizzato una rete irresistibile, ne ha sbagliate altre, ma ha avuto anche il merito indiscutibile di mettere in azione i suoi compagni nei momenti più brillanti dell’incontro. Hamrin ha giocato come da lui ci si attendeva. Dopo l’incontro col Napoli e quello di Vicenza è venuta la terza prestazione positiva. Due reti realizzate e tante buone idee suggerite. La sua prestazione ha avuto un peso non indifferente sul risultato. E la conferma è venuta anche da sinistra, dove Petris si è mosso con sicurezza e autorità. Segno che i malanni sono passati e che anche lui dovrà necessariamente essere considerato una pedina importante dell’attacco delle meraviglie. Gratton dovrebbe avere convinto tutti che la forma migliore è vicina e che il posto in Nazionale gli spetta di diritto. Lojacono ha realizzato una rete capolavoro. Ha corso per tutta la partita, ma deve abbandonare certi giochetti che arrestano l’azione e permettono agli avversari di controllare il gioco. La cronaca dovrebbe essere così sintetizzata. Novanta minuti di attacchi viola contro un solo tiro alessandrino. Cominciamo dal 10’, quando la Fiorentina va in vantaggio. Nardi commette un fallo su Petris, all’altezza del calcio d’angolo. La punizione viene battuta da Lojacono. Un tiro ad effetto che inganna tutti i difensori ammassati davanti alla porta e lo stesso Cuman. La palla perviene ad Hamrin che, con un gran salto, la colloca dentro al sacco. Al 18’ un gran tiro di Petris viene respinto proprio sulla linea bianca da Giacomazzi. Ma al 26’ la Fiorentina raddoppia. L’arbitro concede un rigore che viene tramutato da Cervato. A questo punto, l’Alessandria sparisce completamente e i viola, al piccolo trotto, comandano il gioco a loro piacimento. Terza rete al 31’. Calcio d’angolo battuto da Hamrin. Su tutti si eleva la testa di Segato, che insacca sotto la traversa. Tre minuti dopo Petris, tutto solo, sbaglia calciando fuori e poco dopo lo imita Lojacono, che scaraventa addosso al portiere una palla che potesse essere accompagnata in rete. All’inizio della ripresa, la Fiorentina getta via altre due occasioni identiche alle prime con Montuori e con Hamrin, nel giro di un minuto. Sembra proprio che non voglia segnare. Al 16’ Montuori si impegna per rimediare all’errore precedente, ma questa volta è la traversa che dice di no. Tre minuti dopo, quarta rete. Brillante azione Gratton-Hamrin. Dribbling dell’ala che incanta tutti e traversa forte al centro, sui piedi di Montuori. Un intervento difettoso di Giacomazzi provoca l’autorete. Al 23’ Lojacono smarca abilmente Montuori che galoppa tutto solo verso Cuman. Questa volta è impossibile sbagliare e infatti Miguel fionda da quindici metri proprio nell’angolo basso sinistro. Contropiede dell’Alessandria (l’unico veramente efficace di tutta la partita) impostato su Tacchi. L’ala lotta con Robotti, riesce a sopravanzarlo di un passo e stanga decisamente a rete da venti metri. La palla sembra calamitata dall’incrocio dei pali sulla sinistra di Sarti che non abbozza neppure la parata. Rete capolavoro di Lojacono al 39’. La mezz’ala fa tutto da sé. Dribbla quattro, cinque avversari, sembra un forsennato in mezzo a tanti giocatori, smarca Petris, va a sua volta a smarcarsi e quando riceve il passaggio fulmina dentro. Lo stadio esplode in un grande applauso. 43’: azione Gratton-Lojacono-Hamrin; il tiro dello svedese sorprende Cuman ed è il settimo gol. Leggeri infortuni a Lojacono e Petris. (Tarcisio Del Riccio, «Corriere dello Sport», 9 febbraio 1959) Contro la Alessandria, la Fiorentina è tornata a segnare reti a grappoli, sette per l’esattezza, cioè quante ne aveva inflitte già al Genoa ed all’Udinese. Viva la Fiorentina, allora: ma non bisogna dimenticare anche la parte avuta dai grigi nella grossa segnatura viola. Parte abbastanza rilevante, perché gli alessandrini sono scesi in campo rassegnati a ricoprire il gramo ruolo di squadra materasso: cioè si sono arroccati tutti davanti alla loro area con una tattica suicida che non è nemmeno giustificata dall’abbondante numero di assenze (sette erano i titolari costretti a dare forfait per l’incontro del Comunale). Così facendo, infatti, i grigi hanno solo facilitato il compito dei viola, che hanno potuto premere per tutto l’arco dei novanta minuti, e non hanno ottenuto altro risultato che quello di soffocare lo spettacolo calcistico: perché i fiorentini hanno segnato ugualmente sebbene su azioni confuse e farraginose, specie nel primo tempo. Così il primo goal viola è venuto su calcio di punizione battuto da Lojacono, il secondo su rigore di Cervato, il terzo su colpo di testa di Segato a seguito di un calcio dalla bandierina ed il quarto su autogoal di Giacomazzi. Al fischio di Menchini di Udine, un direttore di gara che avrà vita facile, gli alessandrini si schierano con Giacomazzi «libero» e Pistorello quarto mediano. Questo schieramento mostra subito le corde, già al 7’ un pallone arriva a Montuori, che dal limite spara alto. Due minuti dopo, su calcio d’angolo battuto da Hamrin, il mediano Segato salta e di testa devia la palla fuori di poso. Al 10’ la «muraglia» alessandrina crolla; fugge Petris sulla sinistra e Nardi, dal limite dell’area, a meno di un metro dal fondo campo, lo falcia: punizione. Avanza Lojacono, che colpisce la palla d’effetto: la sfera compie una strana parabola e ricade nell’angolo sinistro di Cuman. Hamrin, quando il pallone è già nella rete, ribadisce di testa. Uno a zero. Al 27’ l’arbitro concede un rigore in favore dei padroni di casa. Fugge Hamrin. Lo svedese passa il pallone a Montuori che avanza, ma una volta in area avversaria il fiorentino viene atterrato da Nardi. Il tiro dagli undici metri viene battuto da Cervato, il quale indirizza il pallone sulla sinistra di Cuman: 2 a 0. Al 31’ i gigliati aumentano il bottino. È Montuori che fugge. Snidero, per evitare una rete, devia il pallone in calcio d’angolo. Il tiro dalla bandierina viene calciato da Hamrin, che manda la palla a spiovere sotto la rete di Cuman. Segato, questa volta, salta su tutti e di testa fa centro; tre a zero. Al 42’, primo tiro degli ospiti: e Pistorello che, da 25 metri, calcia alto. Al 44’ Tacchi si impossessa del pallone, avanza e tira. Sarti respinge con i piedi, Castalletti, pressato da Tacchi, devia in calcio d’angolo. Si riprende il gioco e al 9’, per poco, Hamrin non aumenta il bottino. L’ala destra, servita da Segato, sfugge a Gerin, avanza mentre Cuman gli si fa incontro. Lo svedese si alza la palla e tenta il goal «a colombella», però il tiro è troppo alto. Il pubblico non ha ancora cessato di applaudire un’azione di Petris, che manda il pallone a sfiorare la traversa, quando i grigi incassano ancora una rete. Questa volta però si tratta di un’autorete. Il terzino Gerin commette una punizione su Hamrin. Il calcio piazzato lo batte Chiappella, che passa ad Hamrin. Lo scandinavo si porta al fondo campo e da ottima posizione crossa al centro campo: sulla sfera si tuffano Cuman e Giacomazzi il quale, colpendo in malo modo il pallone, lo devia nella propria rete. Al 24’, la più bella azione dei gigliati: Sarti raccoglie un pallone di Cervato, con le mani lancia a Chiappella che, a sua volta, consegna a Lojacono; l’oriundo avanza e, visto Montuori in ottima posizione, lo «serve». Miguel scatta in profondità, raggiunge il pallone e da una decina di metri fulmina Cuman: 5 a zero. Non è passato ancora un minuto che gli ospiti realizzano la rete della bandiera. La palla da Giacomazzi arriva a Filini e da questi a Tacchi. Il piccolo attaccante piemontese, da una posizione angolata, stanga e sorprende Sarti: 5 a uno. Dopo un salvataggio di Castelletti sulla linea della porta, si giunge al 40’, quando si scatena Lojacono. L’argentino si impossessa del pallone, si libera di quattro avversarie e di tacco serve Montuori, che gli rende il pallone. Lojacono, a meno di dieci metri da Cuman, con un perfetto tocco spiazza il portiere e segna: sei a uno. L’ultima rete, marcata da Hamrin, scaturisce da un errore di Giacomazzi e Nardi. Gratton passa a Montuori il quale, da destra, crossa il pallone al centro; saltano i due alessandrini colpendo male la sfera. Hamrin, che si era appostato in rete, aggancia il pallone e, di sinistro, lo fa passare sotto la pancia dell’esterrefatto Cuman. Poi la fine, con gli applausi. (Loris Ciullini, «l’Unità», 9 febbraio 1959) Preoccupata di non perdere contatto con il Milan, raggiunto in vetta alla classifica, la Fiorentina non ha concesso un attimo di tregua alla pur debole Alessandria, tornando alla vittoria clamorosa con la regola dei sette goals in partita interna. Indubbiamente però il compito dei cinque assi dell’attacco gigliato era ieri agevolato dalla formazione che Pedroni era stato costretto a schierare. Il quintetto di attacco dei grigi poteva definirsi un attacco «baby». Il solo Tacchi (che forse è stato il migliore atleta in campo per la volontà con cui si è battuto dal primo all’ultimo minuto) era un anziano. Gli altri tutti ragazzi attinti dalle squadre inferiori per l’assenza di elementi come lo svizzero Vonalnthen, il funambolico Lorenzi ed ancora Manenti, Dorigo e Boniardi. L’Alessandria, quindi, pur battendosi con molta volontà, ha dovuto soccombere di fronte a una Fiorentina scatenata ad uso interno. I grigi che facevano perno su Giacomazzi e Pistorello leggermente arretrato, avevano tenuto bene i primi minuti di gioco, hanno palesato uno sbandamento subito dopo il primo gol dei viola, giunto a conclusione di una punizione battuta dall’esperto Lojacono, e poi non sono apparsi in grado di contrastare energicamente gli avversari, anche perché un calcio di rigore precipitosamente concesso dal signor Menchini per un fallo in area ai danni di Montuori ha permesso ai fiorentini di raddoppiare il vantaggio. Facile quindi per i gigliati aumentare il ritmo e segnare sette reti. Nell’Alessandria, come abbiamo detto, si è battuto con grande impegno e volontà Tacchi. Peccato che il suo ritmo, in alcuni momenti ben sorretto da Pistorello e Moriggi, non abbia consentito ai grigi di attenuare l’oneroso passivo di reti. Ritrovate due grandi mezze ali come Lojacono e Gratton, che hanno tenuto il centro campo con una sicurezza sconcertante (Mocchetti e Ferrari non potranno ignorare Gratton nella prossima convocazione azzurra), sicura alle spalle in Cervato, Chiappella, Segato, anche perché i grigi avevano un solo uomo di punta, Tacchi, la Fiorentina ha stretto ben presto alle corde la volenterosa squadra alessandrina ed il punteggio, alla distanza, ha raggiunto la cospicua cifra di sette goals. I primi scambi erano dei grigi con Moriggi e Tacchi, ma poi la Fiorentina prendeva a muoversi col suo quintetto di funamboli e nonostante che Montuori non apparisse in perfette condizioni di forma, l’area avversaria era ben presto stretta d’assedio. All’11’, calcio di punizione per i viola dal limite dell’area, quasi in linea col calcio d’angolo; batteva Lojacono, che faceva spiovere la sfera, col giro, proprio sulla linea della porta. Hamrin entrava in corsa di testa e accompagnava la sfera in rete. I grigi cercavano d reagire con Tacchi che cercava l’appoggio di Pistorello e Moriggi, ma i viola erano di nuovo in avanti in contropiede nel corso del quale Montuori era stretto in area da due avversari e cadeva. L’arbitro concedeva (affrettatamente) il rigore e Cervato trasformava. Chiudeva il punteggio del primo tempo Segato con un preciso colpo di testa su calcio d’angolo battuto da Hamrin. Nella ripresa, tutto ancor più facile: una traversa di Montuori (15’) e poi coppiola di reti dello stesso centravanti al 17’ su allungo di Hamrin ed al 23’ su cross di Lojacono. A questo punto, l’Alessandria segnava il gol della bandiera con il bravissimo Tacchi (gran tiro da trenta metri e palla sotto la traversa), ma i viola tornavano avanti; al 39’ Lojacono realizzava il più bel gol della partita dopo aver superato quattro avversari in dribbling ed aver riavuto la sfera da Montuori, in area, nello spazio di due o tre metri, ed Hamrin chiudeva al 43’, entrando al volo su cross di Gratton. 7 a 1: in diciannove partite, sessantatré goals per l’attacco gigliato. (Dante Nocentini, «Il Tirreno», 9 febbraio 1959) Troppe riserve nella formazione grigia CON FACILITA' LA FIORENTINA SI IMPONE SULL'ALESSANDRIA: 7-1 Anche sull’Alessandria la Fiorentina ha riportato una vistosa affermazione. Un successo che alla vigilia nessuno metteva in dubbio e che, va riconosciuto, è stato facilitato dalla incompletezza della squadra piemontese, schieratasi in campo priva di Lorenzi, Dorigo, Vonlanthen, Boniardi e Pedroni, sostituiti da giovani volenterosi quali Moriggi (esordio in Serie A), Filini, Pistorello, ma ancora non maturi per la massima divisione. Dei grigi alessandrini una citazione particolare merita Giacomazzi che, oltre a quello di aver salvato una sicura rete respingendo il pallone quando stava per varcare la linea bianca della rete di Cuman, ha anche il merito di aver sventato più volte, nella propria area, pericolose situazioni create dall’attacco fiorentino. Un altro giocatore che merita un elogio è Tacchi. Come è loro costume, i viola hanno attaccato subito velocemente e non erano trascorsi ancora dieci minuti che Lojacono, su calcio di punizione dalla linea di fondo campo, sorprendeva Cuman con un tiro ad effetto. Rete che bastava da sola a polverizzare le speranze dei grigi (se speranze di un risultato positivo ne avevano), i quali non hanno tentato né di reagire né di mettere in atto una tattica più difensiva. Hamrin al 13’ sbagliava la prima delle facili occasioni da rete capitategli ed al 19’ Giacomazzi respingeva il pallone sulla linea di porta da un tiro di Petris sul quale era uscito, invano, Cuman. Sette minuti dopo, Montuori veniva atterrato in area dei grigi da Gerin (esordio in Serie A). Rigore che Cervato realizzava con un tiro rasoterra. Terza rete alla mezz’ora: autore Segato, che segnava di testa su calcio d’angolo battuto da Petris. Solo sul finale dei primi 45 minuti di gioco, l’Alessandria si riorganizzava un po’ riuscendo a giungere in area viola sotto la spinta di Tacchi, un tiro del quale non era trattenuto da Sarti. Castelletti poi salvava in angolo. Nel secondo tempo la superiorità della Fiorentina era ancora più evidente. Grossolani errori all’inizio di Hamrin e Montuori (un tiro del quale poco dopo veniva respinto dalla traversa). Quindi, al 17’, i viola aumentavano il bottino con la complicità di Giacomazzi che nel contendere un pallone a Montuori lo colpiva di testa infilandolo nella porta di Cuman. Al 23’, finalmente, un goal su azione Lojacono-Montuori. Quest’ultimo batteva ancora Cuman con un gran tiro da lontano. Un minuto dopo, Tacchi riduceva le distanze tirando in corsa da posizione difficilissima e senza dar modo a Sarti di tentare il possibile. La reazione della Fiorentina era immediata ed al 40’ sfociava nel sesto gol con un’azione tutta personale di Lojacono, imitato al 43’ da Hamrin che concludeva la marcatura. Lojacono nel secondo tempo ha riportato una leggera contusione al collo del piede sinistro in uno scontro con Girardo. (Mario Gandolfo, «Stampa Sera», 9 febbraio 1959) DOMANI, ORE 15, AL MOCCAGATTA Alessandria-Spal L’anno scorso a Firenze l’Alessandria aveva costretto i viola al pareggio, ed era stata subissata di fischi «anti-catenacciari». Domenica, spalancata la porta ai fiorentini, coadiuvandoli nella marcatura delle reti (sette i grigi ne hanno ricevute) la squadra alessandrina ha ricevuto applausi a scena aperta. Tirando le somme, lo scorso anno nelle due partite con la Fiorentina l’Alessandria aveva raggranellato 3 punti, quest’ anno zero. Però ci sono stati gli applausi. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 14 febbraio 1959) RISULTATI: Bari-Roma 2-1 Genoa-Bologna 1-0 Lazio-Lanerossi Vicenza 0-1 Milan-Napoli 6-1 Padova-Internazionale 2-0 Spal-Triestina 4-0 Talmone Torino-Sampdoria 1-2 Udinese-Juventus 0-4 CLASSIFICA: Fiorentina, Milan 30; Internazionale, Juventus 26; Sampdoria 23; Padova, Roma 21; Lanerossi Vicenza 20; Napoli 19; Genoa 18; Spal 17; Bari, Bologna, Lazio 16; Alessandria 12; Udinese 11; Talmone Torino, Triestina 10 MARCATORI 24 gol Angelillo (Inter) 18 gol Altafini (Milan), Montuori (Fiorentina) 13 gol Hamrin (Fiorentina) 12 gol Danova G. (Milan) 11 gol Firmani (Inter), Nicolè (Juventus), Pascutti (Bologna) Il punto sul campionato Alle spalle di Milan e Fiorentina la Juventus si è affiancata all'Inter Le due squadre di testa hanno segnato complessivamente 13 reti - Anche i bianconeri vittoriosi con netto punteggio - Delle quattro grandi solo l'Inter ha subito una sconfitta - In coda situazione immutata - Sfortuna dei granata Nella marcia di avvicinamento ai momenti cruciali del campionato, la situazione in testa ed in coda alla classifica, è rimasta, rari casi a parte, immutata. La Fiorentina ed il Milan, giocando entrambe sul proprio terreno, hanno gareggiato a chi segnava il maggior numero di reti: visto che il Milan ha sbaragliato il Napoli per sei a uno, la Fiorentina, come per dare prova della sua superiorità, ha subito fatto un boccone solo della povera Alessandria con un sette a uno. A conti fatti, tutto è rimasto come prima. Toscani e lombardi sono restati dove erano: soli al primo posto, davanti a tutti. Domenica prossima sono attesi, tutti e due; su campi che, per ragioni diverse, la situazione contingente ha reso difficili: i viola nella Capitale, dove la Lazio ha il dente avvelenato per essersi fatta battere dai Lane Rossi di Vicenza per una autorete ed i rosso-neri a Bari. Per il momento, comunque, la situazione dei due condomini del primo posto risulta migliorata dal rovescio subito dalla squadra che stava al terzo posto, l'Internazionale. I neroazzurri milanesi hanno confermato l'impressione di stanchezza generale che avevano destato negli ultimi incontri. A Padova essi hanno perso per due a zero l'incontro, sgominati e travolti dalla squadra locale, una squadra che punta praticamente al sodo. Quattro sono così diventate le lunghezze che separano i due capilista da coloro che li inseguono. I quali sono diventati due pur essi. Perché l'Inter, se ha perso terreno verso l'alto, ne ha perso pure verso il basso. La Juventus infatti è ritornata vincitrice per ben quattro reti a zero dalla trasferta di Udine che veniva ritenuta dai più, come molto difficile. E' stato il ritorno in efficienza ed il ritorno al posto preferito, di Charles a costringere alla resa i friulani. Raggiunti così a quota 26 i nero-azzurri, gli uomini in bianco-nero si vedono ripresentare l'occasione per sferrare un altro attacco al primato, e, come per un collaudo alle loro possibilità in questa ardua impresa, vengono a trovarsi, proprio domenica prossima di fronte ad un osso ben duro da rodere: l'osso patavino di cui si è detto più sopra. Se essi, sul campo proprio supereranno l'ostacolo, l'avvenire potrà presentare elementi nuovi, nella lotta per la conquista del titolo di Campione. Perché la Juventus ha appunto bisogno di incentivi di carattere morale per dire appieno la parola tecnica che è in grado di dire. Questa la situazione dove si sta bene di salute materiale: la situazione dei ricchi cioè. Quella dei poveri, dove l'aria è infetta e si respira a fiato corto, è rimasta pure invariata. Qui, hanno perso tutti coloro che stavano negli ultimi posti; Talmone-Torino ed Udinese in casa. Triestino ed Alessandria in trasferta. E, ad essi è venuto ad aggiungersi, con un margine discreto di punti nelle mani però, la Lazio, che, come già accennato, ha piegato il ginocchio per una autorete sul proprio terreno. Sette reti ha incassato l'Alessandria a Firenze, quattro l'Udinese fra le proprie mura, altre quattro la Triestina a Ferrara e per due a uno ha ceduto davanti al pubblico suo il Talmone-Torino, al cospetto della Sampdoria e della più sfacciata delle sfortune. Tutto nelle condizioni di prima, quindi, come presente. Sono le prospettive per l'avvenire che si incupiscono piuttosto. Perché, delle povere Cenerentole che se ne stanno in coda alla classifica, nessuno ha pietà. Come vogliono le ferree ed oneste regole del giuoco, è vero. Tutti sono propensi ad infierire su di esse: come dimostrano le quindici reti, con cui su tre delle medesime, ci si È sfogati dall'alto. Poco c'è da stare allegri, nemmeno coll'avvenire immediato, al proposito. L'Alessandria, fra le proprie mura, avrà a che fare domenica con quel campione dello spi rito pratico in cui si è convertita la Spal di Ferrara. L'Udinese va a Bologna, dove non può affermarsi se non dando battaglia a fondo. La Triestina riceve una Roma, alla quale le recenti vicende — vicende di tutti i tipi — hanno conferito un umore poco trattabile. La Lazio ospita la Fiorentina, impegnata nella lotta verso il primato, così a fondo, da non poter concedere nulla a nessuno E — dulcis in fundo — il Talmone-Torino va a Vicenza, dove lo attende un LaneRossi tutt'altro che mal piazzato in classifica e reso orgoglioso da una serie di risultali di stretta misura ma di forte valore materiale. Dei granata, si diceva. Praticamente in una giornata che più sfortunata ed infelice per esso non poteva verificarsi — la partita rolla Sampdoria non avrebbe nessuna ragione al mondo dovuto perderla — l'undici torinese non ha perso nulla. Per la concomitanza, di cui già si è detto, degli altri risultati di interesse diretto. Ha perso una bella occasione, piuttosto, di portarsi in aria leggermente più respirabile. Questo sì. E' un po' una lotta contro la cattiva sorte, quella che il Talmone-Torino deve condurre, perché il miglioramento in fatto di condotta tecnica, fisica e morale, in queste ultime settimane, c'è stato, e notevole anche. Tanto da far pensare che, giuocando a quel modo — non appena il vento avverso giunga a calmarsi — il successo deve pur finire per arridere alla tanto tartassata squadra. (La Stampa - Vittorio Pozzo)