Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1959/1960
Serie A
05-06-1960 - Giornata: 34 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Lazio SS 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Stefani Ideo, Raimondi Leopoldo, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Schiavoni Antonio, Girardo Antonio, Oldani (II) Tullio, Forin Romano, Maccacaro Cesare, Moriggi Mario, Tacchi Juan Carlos All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
LAZIO SS: Lovati; Lobuono, Del Gratta; Carosi, Ianich, Fumagalli; Bizzarri, Carradori, Visentin, Pozzan, Mattei. All: Bernardini Fulvio.

Arbitro: Ferrari Silvio (Milano)
Note
Infortunato: 20’ Tacchi [A]. Angoli: 7-3 (2-1) oppure 5-3. Spettatori: 3.000. Giornata nuvolosa. Inizio gara ore 16:00.

Commento
Calcio per modo di dire. Squadre incomplete, giocatori moralmente già smobilitati e quindi scarsamente volitivi, spalti da affittare. Si è giocato, insomma, per onore di firma e il risultato dell’incontro è stata la conclusione logica della partita. Né si può pretendere di più quando le formazioni sono così rabberciate come è il caso della Lazio che schierava il mediano Carradori alla mezz’ala e l’interno Visentin a centroavanti, assenti Rozzoni, Franzini e Cei impegnati nella militare, il terzino Molino e scarsa la disponibilità delle riserve. L’Alessandria, per conto suo, mancava di Nardi e Pedroni in difesa, ma l’assenza più sentita doveva essere quella di Rivera, il centroavanti rivelazione della stagione perché nessuna incertezza è venuta alla squadra dai settori della retroguardia. È evidente che, delle due formazioni, molto più handicappata è risultata la Lazio che invece è stata più pericolosa per l’esperienza manovriera di alcuni giocatori. Se all’esperienza avesse corrisposto una pari abilità pratica la vittoria non sarebbe sfuggita ai romani che hanno avuto più volte sul piede il pallone decisivo. Ma Visentin lanciato in profondità dai compagni ha esitato spesso nel controllo della palla al momento del tiro. Pozzan ha mancato presto di fiato e di lucidità, Bizzarri ha buttato dei palloni che avrebbero potuto essere meglio utilizzati. Al disordine della formazione si è aggiunta quindi l’insufficienza di ordine speculativo da parte dei singoli. Parte subito la Lazio e Carradori, uno dei più attivi, serve al 2’ Bizzarri il cui tiro è parato da Stefani. Risponde l’Alessandria con un tiro di Oldani che va fuori. Pozzan, servito da Mattei al 6’, opera un tiro bellissimo che la traversa respinge. Poi è la volta di Mattei a sciupare un bell’allungo di Pozzan. Al 20’ punizione dal limite battuta da Snidero, che dà a Oldani. Il tiro è preciso ed è deviato in angolo da Lovati. Ancora l’Alessandria con Snidero scende a fondo campo: il centro è raccolto di testa da Moriggi, ma la palla va a lato. Esce Tacchi al 33’ per uno stiramento e la Lazio sembra volerne approfittare. Al 34’, infatti, Mattei allunga al centro un ottimo pallone a Pozzan che perde tempo nel controllare la palla e l’occasione sfuma. Un minuto dopo, il giocatore riscatta l’errore accorrendo all’appuntamento di uno spiovente nell’area avversaria e cogliendo al volo la palla per scaraventarla da pochi passi verso la porta. È fortunato Stefani che se la trova fra le mani. Poi, al 40’, insiste la Lazio. Mattei lancia Visentin sul quale esce Stefani. Il tiro dell’attaccante rimbalza sul piede del portiere. Ancora Bizzarri, lanciato da Carradori, avanza veloce in area, ma tira precipitosamente: la palla schizza lungo tutta la porta ed esce di poco. Rientra Tacchi zoppicante al 42’ e la Lazio insiste. Bizzarri lancia Visentin che non raccoglie. Il pubblico, evidentemente insoddisfatto dello scarso entusiasmo dei giocatori, li gratifica di qualche fischio rivolgendosi soprattutto ai locali. Si riprende. Riattacca la Lazio. Visentin, lanciato da Fumagalli, è contrato da Schiavoni, che provoca un angolo. Ancora al 6’, Carradori traversa a sinistra a Visentin, spostato sulla sinistra; il tiro dell’improvvisato centroavanti esce di poco al lato. Per contro, Lovati deve mettere in mostra tutta la sua bravura per deviare in angolo un tiro improvviso di Forin da 25 metri. Risponde la Lazio con un tiro di Bizzarri che cerca di approfittare di un errato passaggio di Tacchi ma Stefani è pronto a parare il tiro dell’ala azzurra. Al 16’ è Visentin che è lanciato da Carradori, spostato sulla sinistra. Il centroavanti raccoglie, controlla bene la palla e sta per effettuare il tiro, ma Schiavoni ostacola e il centroavanti va a terra. Ora è l’Alessandria che sembra volere reagire spronata dal pubblico, mentre la Lazio, che ha esaurito le sue energie, si cautela in difesa. Al 17’ Maccacaro dà ad Oldani che tira fuori. Al 18’ la Lazio è in angolo. Al 23’ Oldani lancia Forin che discende a lunghe falcate verso l’area, ma tira fuori. Ora i grigi si dimostrano più attivi, ma nella loro attività è ancora più evidentemente la loro insufficienza. La Lazio si rifugia in angolo, si difende bene e passa ancora al contrattacco quando, al 36’, per un fallo di Girardo, Carradori impegna Stefani. La partita continua stancamente e senza ulteriori fasi di rilievo. (Piero Molino, «Corriere dello Sport», 6 giugno 1960) Diamo un voto di incoraggiamento alle due squadre per l’onesto impegno profuso dai giocatori nella gara. Per il resto, zero a zero dice tutto. E nulla vi sarebbe da aggiungere. Siamo d’accordo, il campionato è finito. L’Alessandria è ormai condannata alla Serie B e l’Alessandria, invece, è salva. Ma qualcosa di più quei pochi affezionati (neppure duemila) che non hanno voluto mancare il congedo stagionale della squadra del cuore l’avrebbero pure meritato. Invece, sono stati delusi, amareggiati, offesi persino. E hanno fischiato a perdifiato, hanno urlato a squarciagola improperi che la censura impedisce di riferire. Persino due preti vicino a noi hanno perduto il controllo e la riservatezza che l’abito talare loro impone. Poi hanno finito per applaudire ogni errore dei padroni di casa e degli ospiti, seguito nell’esempio da tutto il pubblico. Era una reazione comprensibilissima, che i giocatori hanno accusato, certo più dei fischi. E nel timore di sbagliare, per non guadagnare quegli applausi che suonavano più umilianti degli schiaffi, gli errori dei giocatori diventavano strafalcioni. Questa partita, come le nozze di manzoniana memoria, non s’aveva da fare. La Lazio mancava di Cei, Rozzoni e Franzini, impegnati con la Nazionale militare, e di Prini e di Mariani, infortunati; i cinque undicesimi non sono poco. Dell’Alessandria erano assenti Nardi, Pedroni, Migliavacca e il ragazzo d’oro Rivera. Per giunta, a metà del primo tempo, Tacchi si è infortunato ed è rimasto inutilizzabile per il resto della gara. C’è stato l’impegno; ma era ben poca cosa al confronto di quello che il pubblico avrebbe desiderato, specialmente dai propri beniamini. Forse l’Alessandria ha voluto mettere in vetrina qualche elemento richiesto: il terzino Raimondi, il centromediano Schiavoni e l’interno Forin. Ma sono tutti naufragati nel marasma generale, e non soltanto per colpa loro: troppo disarticolata e compagine questa compagine, e non certo adusa al gioco d’attacco che ha volto instaurare per l’occasione. In più, essere stata privata dell’apporto di Tacchi ha significato una perdita notevole, ma con l’argentino in campo le cose non sono andate ugualmente nel modo migliore. Anzi, proprio in quella parte della contesa si è verificata la più violenta reazione del pubblico. La Lazio ha fatto la sua onesta partita, ottenendo quel risultato al quale forse puntava scendendo in campo. Prima dell’incontro, Bernardini ci aveva detto: «Ci mancano troppi uomini, specialmente all’attacco. Sarà difficile dare spettacolo e trovare una manovra efficiente, penetrante. Mi fanno difetto anche gli stoccatori. Faremo del nostro meglio, ma non sarà molto». E così fu. La difesa si è comportata bene, imperniata sullo scattante Ianich e facilitata anche dalla scarsa incisività degli attaccanti avversari. I laterali hanno saputo inserirsi, sia pure con alterna fortuna, nelle manovre d’attacco, giungendo finanche a tiri conclusivi. In prima linea il più attivo è stato Visentin, ma sprovveduto nelle conclusioni al pari dell’anziano Pozzan, che ha fallito banalmente un paio di favorevoli occasioni da rete, dopo aver colpito la traversa e con un furbo pallonetto dal limite sul quale Stefani era rimasto completamente immobile. Mattei, abile, sgusciante, ha denunciato il difetto dell’eccesso di dribbling. Carrardori ha lavorato molto, ma non è un interno di manovra che sappia legare i fili della prima linea. Bizzarri, infine, ha corso parecchio, ma con scarso profitto. Questa la Lazio di oggi: è quella che ci aveva poco prima descritto Bernardini. Non sono davvero molte le note salienti della cronaca, ma le più interessanti riguardano i romani, che già al 3’, con Carradori, impegnano Stefani e al 7’ colgono la traversa con Pozzan. Era stato Carradori a manovrare la palla, che porgeva a Pozzan appostato al limite dell’area; tocco di punta a parabola con Stefani immobile: il legno trasversale respinge. Al 20’ Ianich trattiene Maccacaro a pochi metri dall’area. La punizione è affidata a Snidero, che offre a Tacchi. Il tiro sorvola la barriera, ma non impensierisce il lunghissimo Lovati, che mette in angolo. Nel calciare, Tacchi si azzoppa. Alla mezz’ora, prima occasionissima per Pozzan: Mattei si libera bravamente del suo terzino, lo supera e serve alla perfezione Pozzan, fermo a sette metri da Stefani. L’anziano interno indugia quel tanto che basta per farsi soffiare la palla da Giacomazzi. Ancora Pozzan all’ordine del giorno: sul fallo del fuori gioco, fugge solo sulla sinistra, giunge a pochi metri da Stefani, ma gli scarica il tiro addosso. Lo imita Visentin al 40’, sparando sul portiere in uscita; e il tempo finisce con una lunga sgroppata di Bizzarri conclusa oltre il fondo. Nella ripresa, i romani si fanno più manovrieri e insidiosi, ma non c’è stoccatore che sappia approfittare. Al 6’ Visentin, servito da Carradori, evita bene Schiavoni, ma conclude a lato. Breve parentesi alessandrina con tiro di Forin che Lovati mette in angolo e ancora Visentin, messo in moto da Carradori. Il centroavanti ferma di petto, si lascia scivolare la sfera sul piede ma, ostacolato dal centromediano, fallisce il bersaglio. Beccata dal pubblico, l’Alessandria reagisce. Due volte Forin conclude a lato e poi Maccacaro impegna a una facile parata Lovati. La Lazio sembra paga della sua fatica e si limita a sporadici contropiede. Al 38’, il più favorevole, ma il piede di Visentin non sa far centro. (Stefano Porcù, «l’Unità», 6 giugno 1960) Un finale triste, con spalti semivuoti ed un incontro giocato all’insegna della pigrizia e dell’errore. Ecco un quadro poco edificante a chiusura di un torneo in cui le due squadre impegnate hanno l’unica giustificazione di aver trovato la via della salvezza o quella della… retrocessione alle ultime battute. Comunque, oggi non c’era nulla alle viste, nemmeno forse una possibilità per qualche elemento di mettersi in vetrina per un eventuale trasferimento e quindi tutto è rimasto nel vuoto assoluto. L’Alessandria, rimaneggiando i suoi quadri, ha concesso la possibilità alla sparuta schiera di tifosi presenti di poter toccare con mano quali fossero state le sue prerogative in fatto di rincalzi. Anche senza interesse alcuno, i grigi hanno giocato in brutta copia un semi-catenaccio, nel mentre all’attacco regnava la confusione più completa. Incolore Maccacaro, sfasato Moriggi, fuori tono Forin in vena soltanto, per rari momenti, di virtuosismi del tutto personali. La Lazio, a sua volta, si è palesata in tutto… degna compagna dell’Alessandria, con la… diminuente di una maggiore chiarezza di idee. Unico a salvarsi, come d’altra parte Giacomazzi sull’altra sponda, Carradori. In mezzo a tanto «lasciar vivere» i due portieri non hanno certo sudato per eliminare eventuali pericoli. Un incontro, dunque, che non merita altri commenti. La cronaca. Cielo nuvoloso. Esordente nell’Alessandria Antonio Schiavoni, nato a Roma il 28 luglio 1935. Lieve incidente a Tacchi al 35’ del primo tempo (resta fuori 6’). Inizio incolore ed al 10’ Pozzan, senza convinzione, colpisce il palo di Stefani. Al 21’ una punizione di Tacchi viene spedita in calcio d’angolo. Al 35’, allungo di Bizzarri a Pozzan che, tutto solo davanti a Stefani, calcia sul portiere. Ancora, al 40’, Stefani salva in uscita su Visentin in corsa sul pallone. Nuovo errore, questa volta, di Bizzarri, che giunge in azione personale dalla destra, spara poi il tiro finale (43’). La ripresa non dice gran che. Al 5’ e al 15’, due azioni del tutto simili: Carradori lancia Visentin in profondità e questi, entrato in area, sbaglia il tiro finale. Al 17’, un magnifico tiro di Forin sopra la traversa di Lovati. Poi, al 22’, nuova prodezza dello stesso Forin che, tutto solo parte dalla metà campo, supera agevolmente Del Fratta e poi sbaglia il tiro conclusivo. Registriamo ancora, al 38’, un pallone calciato sul fondo dal centravanti azzurro ed infine, al 45’, un ultimo calcio d’angolo a favore dell’Alessandria che Lovati non ha difficoltà a neutralizzare. (Franco Benzi, «La Gazzetta dello Sport», 6 giugno 1960) Solita partita di fine stagione. Giocatori stanchi, svogliati, forse anche delusi, atleti disposti a tutto meno che a giocare al foot-ball, non certo propensi a faticare. Sugli spalti millecinquecento (fors’anche meno) spettatori polemici, decisi ad «applaudire» gli errori più marchiani. Questo il triste quadro della strana gara Alessandria-Lazio, un match che poteva soltanto concludersi con lo 0 a 0, il più desolante dei risultati. Entrare nei dettagli di questo confronto Alessandria-Lazio sarebbe perdere tempo. Non è neppure possibile giudicare i giovani che i tecnici delle due società hanno messo in campo per completare i quadri. La prova generale è stata così scadente, che anche loro sono caduti nel caos. Ad esempio, non è possibile che Raimondi (terzino destro), Schiavoni (centromediano) e Forin (mezz’ala) siano così «poveri di tecnica» come hanno dimostrato ieri; non sarebbero mai entrati nei quadri di una società di Serie A. E il discorso non potrebbe essere diverso per la Lazio: diceva Bernardini che Mattei (ala sinistra) è un abile palleggiatore, che Visentin è un attaccante di buone possibilità, che Fumagalli promette una grande carriera. Accettiamo pure il giudizio dei tecnici, ma dobbiamo pretendere la prova d’appello. Partita da dimenticare, che chiude l’attività di campionato. (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 6 giugno 1960) Con lo spettacolo ignominioso al quale abbiamo assistito durante l’ultima partita, questo campionato pieno di emozioni è finito, ed era ora, perché simili esibizioni finiscono di far prendere in odio anche lo sport preferito. Contro la Lazio se ne sono viste di tutti i colori e francamente, se noi fossimo al posto dei dirigenti, prenderemmo severe misure contro quei giocatori che hanno preso in giro quelle poche centinaia di persone che erano sul campo. Non è permesso a dei dipendenti quali sono i calciatori comportarsi in tal modo, e non è neanche giusto che questa gente abbia ottenuto l’impunità soltanto perché vi sono in giro persone che ne coltiva il… culto come se si trattasse di idoli. Certi giocatori si dovrebbero insultare quando s’incontrano per la strada, e non coccolarli e perdere il tempo a sentire quello che raccontano. Nell’ultima partita Pedroni ha schierato Raimondi e Forin! Forse ha voluto anche prenderci in giro dimostrandoci che egli soltanto faceva il bello ed il cattivo tempo e che ha tolto senza una ragione Raimondi dalla formazione, che ha messo in disparte Forin senza neanche più provarlo! E tutti abbiamo visto bene che Raimondi avrebbe potuto certamente fare più di Nardi per il suo scatto, la sua velocità, la sua freschezza. Ci è stato raccontato che Raimondi non poteva giocare in prima squadra che poche partite: in caso contrario, l’Alessandria avrebbe dovuto riscattarlo dalla Roma. Una grossa fandonia messa in giro ad arte, ma la verità è che Raimondi è stato sbattuto fuori dalla squadra e mai più recuperato perché faceva ombra alla «cricca» che avrebbe dovuto far cadere l’Alessandria nel baratro della retrocessione. (Enzo Garavelli, «Il Piccolo», 11 giugno 1960) RISULTATI: Atalanta-Milan 0-0 Bologna-Padova 2-2 Fiorentina-Genoa 2-0 Internazionale-Napoli 3-1 Palermo-Juventus 1-1 Roma-Udinese 2-2 Sampdoria-Lanerossi Vicenza 2-2 Spal-Bari 3-1 CLASSIFICA: Juventus 55; Fiorentina 47; Milan 44; Internazionale 40; Bologna, Padova, Spal 36; Sampdoria 35; Roma 34; Lanerossi Vicenza 32; Atalanta 31; Lazio 30; Bari, Napoli 29; Udinese 28; Palermo 27; Alessandria 25; Genoa* (-18) 0. *Il Genoa fu penalizzato nella settimana precedente di 28 punti (18 dai quali da scontarsi nel campionato 1959-60, gli altri 10 nel successivo campionato di Serie B): la sentenza non era tuttavia ancora definitiva, in considerazione dei ricorsi presentati dalla società rossoblù alla CAF. MARCATORI 28 gol Sivori (Juventus) 26 gol Hamrin (Fiorentina) 23 gol Charles (Juventus) 21 gol Brighenti (Padova) 20 gol Altafini (Milan) 16 gol Manfredini (Roma) Il punto sul campionato Torino, Lecco e Catania sono state promosse in Serie A; Cagliari e Modena sono retrocesse in Serie C: per il terzultimo posto, vi sarà uno spareggio tra Simmenthal Monza, Venezia e Taranto. Sono invece state promosse alla Serie B (dalla C) le squadre Pro Patria, Prato e Foggia. («Il Piccolo»)