Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
09-10-1960 - Giornata: 3 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Foggia & Incedit US 3 - 2 (1 - 1)
RETI: 12. Fanello G.[A], 23. aut. Bercellino (I) G.[A], 69. Bettini S.[A], 73. Snidero C.[A] 59. Longo G. [Fo]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Bercellino (I) Giancarlo, Sicurani Alfonso, Oldani (II) Tullio, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bettini Sergio All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
FOGGIA & INCEDIT US: Biondani; Bartoli, Depase; Baldoni, Odling, Bortolotti; Panattoni, Stornaiuolo, Longo, Merlo, Patino. All.: Costagliola Leonardo.

Arbitro: Butti Mario (Como) [Dini, Ferretti]
Note
Espulso: 83’ Depase [F]. Ammonito: Patino [F]. Angoli: 12-3 (6-2) oppure 12-4. Spettatori: 5.000. Giornata nuvolosa e leggera pioggia, terreno pesante e scivoloso. Inizio gara ore 15:00.

Commento
Terreno pesante, terreno propizio per una vittoria dell’Alessandria, che del fango è regina! Povera matricola, il Foggia sembra destinato ad una ben misera fine! Invece, la recluta si distingue. Perde, ma con gli onori che si tributano ai combattenti valorosi, ma sfortunati. Lo stesso pubblico alessandrino gli riconosce i suoi meriti con un applauso prolungato, avanti che lasci il campo. Un applauso che, al tempo stesso, liberava la folla da un incubo: infatti, nel momento in cui l’arbitro fischiava la fine, Stefani aveva miracolosamente parato il pallone che avrebbe rappresentato il pareggio. Era stata una bella azione partita da Patino, che si era «bevuto» Nardi ed aveva centrato al limite dell’area: Longo aveva fintato, lasciando a Stornaiuolo, il cui tiro veniva parato in tuffo da Stefani, proprio a fil di palo. Il pareggio del Foggia sarebbe stato meritato (l’Alessandria era in vantaggio 3-2) non soltanto per l’inferiorità numerica della squadra, priva di Depase espulso per proteste, ma per il gioco brillante dell’attacco rossonero, autentica rivelazione, su un terreno pesante e scivoloso. Alla veemenza dei grigi, i quali avevano cercato di sfondare con una caparbia pressione, i rossoneri avevano opposto un gioco sbrigliato, che si avvaleva della padronanza di palla degli attaccanti, del loro intelligente smarcamento nonché del passaggio preciso e ficcante. Gli applausi non erano mancati neppure, a scena aperta, quando il Foggia, sull’uno a uno, era passato in vantaggio nel secondo tempo, obbligando i grigi a centuplicare i loro sforzi, rovesciandosi con mediani e terzini alle calcagna della prima linea in area avversaria. In quel momento, la difesa del Foggia si è fatta sorprendere, denunciando qualche debolezza imputabile soprattutto ai terzini, che praticano una copertura a zone lasciando spesso e volentieri libero campo alle ali apportatrici di palloni pericolosi in area. Ma registrato questo reparto con una più attenta copertura, la prima linea del Foggia, valendosi di due mezze ali che bene si integrano con i laterali, potrà far sentire la sua presenza e pretendere quei risultati che, nonostante il suo brillante comportamento, gli sono stati oggi negati. Una bella partita cui raramente è dato assistere e che lo stato del terreno sembrava proibire. Partita giocata su un terreno pesante per la pioggia caduta sino a pochi minuti prima dell’incontro. Gioco corretto dalle due parti. Nessun incidente degno di rilievo. Al 38’ del secondo tempo è stato espulso Depase per proteste nei confronti dell’arbitro. (Piero Molino, «Corriere dello Sport», 10 ottobre 1960) L’Alessandria è senza dubbio una squadra dai buoni proponimenti settimanali, ma poi, alla domenica, li dimentica facilmente e ritorna ad essere sprecona. Insomma, oggi c’è mancato un filo che il Foggia lasciasse il Moccagatta portando con sé la metà della posta dopo una partita giocata dai grigi all’insegna dell’errore. Per ben tre volte Vitali e poi ancora Oldani e Fanello si sono trovati soli davanti al portiere. Era gol fatto ed invece sono riusciti a sbagliare permettendo più tardi agli ospiti di passare in vantaggio. In casi simili, il fiato diventa grosso e sotto la frustata di un risultato negativo il gioco perde smalto, acquistando però in praticità. Infatti, il vantaggio dei rossoneri durava una decina di minuti e poi, nel breve volgere di tre minuti, Bettini e Snidero siglavano la vittoria alessandrina. Che l’Alessandria meritasse un risultato positivo non v’è dubbio, ma questo è stato raggiunto anche con la complicità dell’arbitro. Precisiamo: la rete realizzata da Snidero era, nella sua fase iniziale, viziata dal fuori gioco dello stesso mediano. Le notazioni tecniche ci riportano alla sostituzione effettuata all’ultimo istante da Achilli di Melideo e Vanara con Giacomazzi e Oldani, meglio adattabili al terreno pesante. Per il resto, salvo gli errori conclusivi, non si può certo fare appunto al complesso. In realtà, l’Alessandria ha tenuto alla sua mercé un Foggia che si è avvalso più che altro della manovra in contropiede (ottimo Patino) e poi della magnifica giornata di Biondani. Terreno scivoloso, cielo coperto con spruzzi di pioggia. La cronaca si limita alle reti. 12’: Nardi, dalla destra, alza un pallone in area che Vitali passa indietro, di testa, a Fanello; il centravanti compie un mezzo giro e spara in rete imparabilmente. 22’: rare le puntate del Foggia. Sicurani, a tre quarti di campo, ricupera e sbaglia un passaggio, invitando perciò Merlo all’azione. Passaggio a Patino, che spara dal limite dell’area. Stefani facilmente potrebbe bloccare, ma Bercellino tocca la palla mandandola al di sopra del portiere nella propria rete. Secondo tempo: gli errori degli attaccanti grigi si moltiplicano mentre Biondani dà spettacolo. Poi, al 14’, nuovo contropiede rossonero duettato tra Longo e Merlo. La difesa alessandrina indugia e Longo non ha difficoltà a conquistare il vantaggio. 24’: Vitali parte lungo sulla sinistra e poi alza a Bettini in area. Questi, al volo, insacca. 27’: Snidero riceve la palla a tre quarti di campo avversario. Ritorna Fanello e nuovamente Snidero riceve la palla. Depase tenta di centrare il mediano che, giunto a pochi metri da Biondani, tira rasoterra superando il portiere in tuffo ed insaccando a filo del palo. Espulso, al 38’ del secondo tempo per proteste, Depase. Ammonito Patino. (Franco Benzi, «La Gazzetta dello Sport», 10 ottobre 1960) Su un terreno reso pesante dalla pioggia caduta, i grigi hanno schierato Giacomazzi e Oldani al posto di Melideo e Vanara, mentre l’infortunato Soncini è stato sostituito da Sicurani, che ha così fatto il suo esordio. I foggiani hanno bene impressionato per la loro salda difesa e le veloci fughe degli attaccanti e, benché siano stati a lungo dominati (nel secondo tempo hanno subito 12 calci d’angolo contro 4) hanno mancato per un soffio il pareggio. I grigi, al «via», sono partiti all’attacco e per due volte con Vitali hanno rischiato di segnare. Al 12’ vi è riuscito Fanello, che ha sorpreso la solida difesa rossonera con un preciso tiro raso terra. I foggiani hanno reagito ed al 23’ un preciso allungo di Odling ha fatto cadere la palla sul piede sinistro di Patino. Questi, da oltre venti metri, ha sferrato un potente traversone: la sfera ha urtato contro il piede di Bercellino, schizzando alta nella rete di Stefani stupefatto. Alcuni minuti dopo l’inizio della ripresa, Vitali ha indugiato in un inutile palleggio permettendo a Bartoli di allontanare il pericolo. La palla è ritornata sul piede di Oldani che, mentre il portiere era a terra per un precedente intervento, si è sbizzarrito a far rimbalzare la sfera anziché sospingerla in rete; Biondani, intervenuto fulmineamente, ha deviato in angolo. Incoraggiati dai sostenitori pugliesi – molti giunti da Torino con vessilli sociali – sono partiti nuovamente all’attacco ed al 15’ Longo è riuscito a battere agevolmente Stefani con un tiro angolato. Ma l’Alessandria ha riordinato le file ed ha segnato due reti nello spazio di quattro minuti: al 24’ con Bettini, su allungo di Vitali, ed al 28’ con Snidero, su passaggio di Fanello. I successivi attacchi non hanno dato alcun frutto ed anche la reazione del Foggia per giungere al pareggio è stata miracolosamente bloccata dal portiere alessandrino. Al 40’ l’arbitro ha espulso Depase, terzino sinistro degli ospiti. (Giovanni Camagna, «Stampa Sera», 10 ottobre 1960) Decisamente, le neopromosse in Serie B hanno particolari attitudini per darci qualche solenne dispiacere: appena passata la bufera del Pro Patria, ecco un nuovo incontro che, apparentemente tranquillo, ci ha fatto vivere le più intense emozioni che un campo di calcio possa offrire. Questa volta in modo del tutto diverso, non per merito di una intera squadra, ma per il dinamismo di alcuni uomini della prima linea di questo Foggia ardente e vitale. Tutte le fasi della contesa scorrono ancora nella nostra mente in una sequenza di cose belle e piacevoli, che, se non fosse stato per il risultato sempre in pericolo, ci avrebbe confortato con la magnifica prestazione della nostra squadra. Ma, ad onor del vero, se tanto è avvenuto, non è certo per tutto merito del Foggia, ma anche per una serie di circostanze particolari che meritano un breve esame. Se, ad esempio, al termine della partita, le reti da noi segnate fossero state 5 o 6 invece delle tre che registrammo al nostro attivo, chi avrebbe potuto stupirsi? Evidentemente nessuno, perché sono state tante e tali le azioni da rete create e sviluppate dalla nostra prima linea che solo l’errore finale o la fatalità hanno impedito la logica conclusione che doveva derivarne: Vitali, Fanello e Oldani sono stati continuamente i protagonisti di tali manovre: si pensi alle due prime azioni in apertura di gara che Vitali per un soffio non ha portato a compimento, si ricordi nel secondo tempo la palla manovrata da Oldani, costretto a farsela rimbalzare per tre volte sul piede a tre passi dal portiere per essere in grado di scaraventarla poi in porta al volo (e così fece, ma trovò la schiena di un terzino), o al tiro di Fanello da quattro o cinque passi che il portiere parò istintivamente per totalissimo caso, ed i conti torneranno, confermando l’ipotesi di una abbondante segnatura cui prima accennavamo. Ma se pure la partita non ha fornito le segnature che legittimamente meritavamo, se pure è stata stentata la vittoria, non possiamo che rallegrarci ancora una volta di veder la squadra giocare all’insegna del coraggio e della tecnica, con tanta abbondanza di azioni e tanta ricercatezza di manovra. Possiamo rallegrarci nel vedere finalmente una squadra che, rotte le tradizioni, sa ottenere ed imporre la sua tecnica. Sui commenti settimanali dei grandi giornali, leggiamo dell’Alessandria «capolista di gran classe», di «squadra che rinnova le tradizioni di una scuola che non si smentisce» e naturalmente questo ci inorgoglisce e ci rende partecipi di una gioia che è anche una ambizione. Superate dunque le emozioni e tralasciando la storia della partita di domenica passata, vogliamo innanzitutto fare il punto sul reparto che in questi ultimi, anni ha costruito la principale ragione di angustie e che oggi invece è la ragione delle nostre migliori speranze, e soprattutto quello che conferisce la migliore impronta tecnica alla squadra: l’attacco. Vogliamo innanzi tutto, a questo proposito, segnalare un magnifico ritorno: quello di Oldani. Da molto tempo, e forse mai, Oldani aveva disputato una partita come quella di domenica. E tutto ciò è assai sintomatico: lo avevamo osservato nei giorni della preparazione a Canelli ed avevamo avuta la conferma delle magnifiche doti tecniche di questo ragazzo, ottimo palleggiatore e perfetto colpitore; purtroppo, a queste doti, ne univa di quelle negative, costituite da abulia, timore, inconsistenze in certi momenti in cui l’azione offensiva si sviluppava tutta sul suo gioco, per cui la sua presentazione era sempre incerta e discontinua. Il pubblico molte volte se l’è presa con lui, tanto da non riconoscere i lati attivi nel suo gioco, sovrastati nettamente dagli errori e dal comportamento insufficiente. Oldani è stato quest’anno compreso ed incoraggiato da Achilli e Franzosi: tutto il bagaglio di tecnica che possiede il ragazzo è stato lentamente sfruttato; la convinzione dei suoi mezzi, alimentata da una adeguata preparazione fisico-atletica, di cui Oldani aveva bisogno più di ogni altro, è maturata attraverso un lavoro paziente e quotidiano. Domenica giunse il momento propizio per offrirgli l’occasione di dimostrare che poteva presentarsi al suo pubblico come un uomo nuovo, un nuovo acquisto che scendeva in campo con altri acquisti famosi che oggi conferiscono lustro alla squadra. E benché il ruolo di ala destra fosse occupato degnamente da quel Vanara che è il nuovo beniamino e la nuova speranza del calcio alessandrino, Achilli decise di immettere in squadra Oldani, ritenuto più idoneo per la partita da disputarsi sul terreno fangoso ed infido che le piogge dei giorni precedenti avevano preparato. La prova ci ha ridonato un uomo nuovo, scattante e preciso, soprattutto autoritario con l’avversario e con i propri compagni. Giocare con gli uomini della nostra prima linea oggi è facile, purché si abbiano determinati requisiti di classe. Possiamo vantarci, se la fortuna ci assiste, di avere una prima linea superiore a tutte le squadre di Serie B, e non soltanto: per questo il ritorno di Oldani, al fianco ai Fanello, ai Bettini ed ai Vitali, è particolarmente gradito e riteniamo foriero di altre ottime prove. Sugli altri uomini non aggiungiamo nulla perché le cose belle che fanno costituiscono ormai il loro sistema di gioco: Fanello ha fatto un bellissimo gol nel primo tempo, frutto di freddezza e precisione, imbeccato mirabilmente da Vitali il quale, sulla sinistra, imbeccò pure Bettini per la seconda rete; come si vede, l’intesa fra gli uomini aumenta e, quando sarà perfetta, Vitali sarà un regista di vaglia avendone tutte le doti. Migliavacca ancora una volta bravo e sgobbone. Bettini sgobbone e bravo: lavora tanto per gli altri e tanto per sé, tiene tutto il campo, ha un tiro che spaventa qualunque portiere e… qualche volta sbaglia. Tutto naturale. Non altrettanto liete sono le note per la nostra retroguardia. Questa volta, di tutto il sestetto, salviamo soltanto Snidero. L’esperienza e la volontà pare si sostituiscano finalmente ai difetti molte volte palesati. L’insistenza dell’allenamento cui Snidero viene sottoposto comincia a dare i suoi frutti: sbrigativo nella manovra, passaggio razionale, inserimento nella fase d’attacco. Questa è la regola che Snidero pare aver fatta sua. Non più le incertezze, la ricerca dell’avversario da scartare, il rallentamento del gioco finito poi in un passaggio magari impreciso, ma l’immediato disimpegno in una manovra che lo vede protagonista anche nella fase risolutiva: e tutto ciò è culminato nella bellissima rete che Snidero ha segnato. Speriamo quindi di vederlo giocare sempre così. Non ci pronunciamo ancora su Sicurani: il forte mediano ha giocato certamente al disotto delle sue possibilità. Occupava un ruolo inusitato, era emozionato e probabilmente preoccupato per le alterne prestazioni di Bercellino e compagni. Speriamo che Bercellino torni ad essere più sicuro, meno ingenuo, più rapido ad intuire la posizione, altrimenti la difesa subirà sbandamenti pericolosi. Giacomazzi non ha ancora trovato la carburazione: la sosta cui è stato costretto lo ha appesantito e reso meno mobile; purtroppo, non sempre l’esperienza è sufficiente. Siamo certi però di ritrovare il solido sicuro terzino che conosciamo, perché le doti fisiche sono ancora notevoli. Nardi ha giocato con impegno, ma risente anch’egli delle preoccupazioni che il centrosostegno desta. La difesa gioca sempre con gli occhi rivolti al centro campo: per questo non è sempre sicura. Lo stesso Stefani risente di tale situazione e sovente rimane incerto sulle uscite basse. Non riteniamo comunque particolarmente preoccupante questa situazione: deve solo essere registrata. Domani la squadra giocherà su un campo difficile ma non impossibile: non vogliamo fare previsioni perché ci sembrano inutili ed impossibili. Siamo certi però che la squadra terrà per i novanta minuti di gioco, perché la preparazione seria e costante ci offre tale garanzia, e parimenti siamo certi che i nostri ragazzi si faranno applaudire per il loro gioco aperto e ben condotto. Sul piano tecnico, mostreranno cose egregie e riusciranno a concludere buone azioni: terrà la difesa? Se questo interrogativo avrà una risposta positiva, potrà essere positiva anche la partita. Ma qualunque sia l’esito, da buoni sportivi incoraggiamo la squadra protesa verso una alta meta, senza reticenze e senza riserve: è un momento particolare questo, nel quale tutti ci osservano benevolmente (persino i giornali del Sud!) e con compiacimento. Dimostriamo ancora una volta di aver fede nei nostri mezzi e nella serietà degli intenti. (Barbagrigia [Gino Testa], «Il Piccolo», 15 ottobre 1960) RISULTATI: Brescia – Como 4-1 Catanzaro – Pro Patria 1-0 Genoa – Verona 3-1 Mantova – Triestina 2-1 Palermo – Novara 0-0 Parma – Marzotto 3-0 Sambenedettese – Prato 1-1 Simmenthal – Messina 1-1 Venezia – Reggiana 1-1 CLASSIFICA: Alessandria, Parma 5; Catanzaro, Palermo, Sambenedettese, Venezia 4; Brescia, Como, Messina, Novara, Ozo Mantova, Simmenthal Monza 3; Hellas Verona, Marzotto, Prato, Pro Patria, Reggiana, Triestina 2; Foggia & Incedit 1; Genoa (-10) -7. MARCATORI: 4 reti: Pantaleoni (Genoa), 3: Turra (Brescia), Teneggi (Como), Cosma (Hellas Verona), Calzolari (Parma). Il punto sul campionato Dopo tre giornate c'è già una sorpresa: il Parma è primo in classifica in coabitazione con l'Alessandria. I parmigiani hanno superato di slancio il Marzotto con tre gol di buona fattura segnati nella ripresa. Un Palermo incapace si segnare si è fatto imporre lo 0-0 casalingo da un onesto Novara, così come Venezia e Sambenedettese che hanno chiuso le loro gare (rispettivamente con Reggiana e Prato) sull'1-1. A Catanzaro decisivo Ghersetich al quarto d'ora; i calabresi ora sono terzi in classifica. Protagonista della giornata Turra del Brescia autore di tre dei quattro gol con cui le rondinelle hanno superato il Como.