Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
16-10-1960 - Giornata: 4 - Valdagno - dei Fiori


Marzotto AC - Alessandria US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 6. Peronato R. [Ma]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Bercellino (I) Giancarlo, Sicurani Alfonso, Oldani (II) Tullio, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bettini Sergio All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
MARZOTTO AC: De Rossi; Carta, Ruffinoni; Sacchiero, Porra, Schiavo; Danieli, Galzignato, Peronato, Orio, Remiero. All.: Fattori Osvaldo.

Arbitro: Sbardella Antonio (Roma)
Note
Ammonito: Galzignato [M]. Angoli: 2-7. Spettatori: 2.000. Tempo coperto, terreno scivoloso. Non è chiara l’identità del calciatore schierato dal Marzotto all’ala sinistra: le fonti riportano, in maggioranza, la presenza del carneade Remiero (forse un errore nella trascrizione dell’ex Padova Vomiero); secondo «Corriere dello Sport», scese in campo Busato.

Commento
È ben vero che le disgrazie non vengono mai sole. Alla persistente assenza di Temellin, operato al menisco con esito positivo ma non ancora in grado di giocare, si è aggiunta quella di Redegalli, che ha subito un’incisione ad un dito. Non si è trattato di un malanno di grave entità, ma tale da impedirgli di scendere in campo. E perché ciò non bastasse, il Marzotto ha lamentato anche la mancanza di Smersy. Le cause di quest’ultima defezione non sono però ben determinate, benché la versione ufficiale sia di strappo muscolare. Si sa, infatti, che l’ex parmense, domenica scorsa, dopo la partita Parma-Marzotto, si è allontanato, nonostante il divieto dell’allenatore, ed è rientrato in sede soltanto martedì. Mercoledì pomeriggio il giocatore ha preso parte alla partitina infrasettimanale, e questo particolare ha fatto pensare che i ventilati provvedimenti a suo carico fossero rientrati o rinviati. Ma il fatto che oggi il suo nome non sia apparso neppure fra i convocati potrebbe appunto confermare l’ipotesi che si tratti di ragioni di carattere disciplinare. La situazione precaria in cui è venuta a trovarsi la squadra dopo le due sconfitte con la Sambenedettese e con il Parma e per l’indisponibilità dei tre migliori attaccanti hanno costretto l’allenatore a modificare nuovamente la linea, e questa volta lo schieramento è stato estremamente prudenziale. Fallite le esperienze di Scaldaferro e di Pagura, messo a riposo anche Novello che a Parma non ha soddisfatto, l’allenatore si è finalmente deciso a dar fiducia ad Orio e al centro dell’attacco ha schierato il giovane Peronato. Da una intesa di questi due giocatori è appunto scaturita, al 6’ del primo tempo, la rete che ha dato la vittoria al Marzotto. Peronato raccoglieva un preciso passaggio di testa di Orio e sorprendeva Stefani con un forte rasoterra. Al 40’ del primo tempo, ammonito Galzignato per fallo su Vitali. Dati i suoi precedenti, l’Alessandria era molto temuta allo stadio dei Fiori, ed è per questo che Fattori aveva messo in campo una formazione estremamente prudenziale, con il terzino Danieli all’ala destra e con Galzignato costantemente arretrato a custodia di Vitali. All’atto pratico, il Marzotto ha faticato meno del previsto per assicurarsi il punteggio pieno e gli ospiti non possono avanzare alcuna attenuante, se non di aver giocato una partita deludente. (Antonio Fin, «Corriere dello Sport», 17 ottobre 1960) Ha ragione chi vince. Il Marzotto oggi ha vinto. Tanto potrebbe bastare. Ma la partita, si sa, bisogna anche commentarla. Il tabellino da solo certo non basta. Sintetizziamo, allora, dicendo questo. I lanieri hanno vinto, perché hanno saputo esibire un football sufficientemente pratico e lineare, ma soprattutto gagliardo, perché hanno giocato con maggior grinta, volontà, perché hanno saputo mettere a segno un gol, sia pure approfittando di una pacchiana leggerezza di Sicurani. Gli alessandrini hanno giocato con l’assillo della classifica. Fin dal fischio di avvio hanno messo in pratica uno schema che sapeva troppo di prudenza e non hanno saputo adeguarsi subito all’insidia di un terreno oltremodo pesante. Sul piano tecnico, la partita non ha offerto molto. Forse perché, al modulo prudenziale degli alessandrini, il Marzotto non ha saputo elevarsi con una partita decisamente di attacco. L’Alessandria ha esonerato il centromediano Bercellino da compiti di marcatura, mettendo Giacomazzi su Peronato. D’altra parte, il Marzotto ha risposto per le rime con Sacchiero libero e con il terzino Carta sul centravanti Fanello. Ovviamente, questi piani tattici hanno dato via ad una girandola di spostamenti che hanno avuto soltanto il compito di creare parecchia confusione in campo e fuori, a noi, per annotarli diligentemente. Bene. Ora andiamo pure con il lanternino alla ricerca dei migliori. Del Marzotto tutti si sono dati parecchio da fare. Nei reparti difensivi, il portiere De Rossi è stato davvero perfetto: sicuro nelle uscite, pronto e tempestivo negli interventi. Carta ha neutralizzato con sufficiente autorità il centravanti avversario, ma soprattutto con la sua calma e la sua tempestività ha dato ordine e sicurezza a tutto il reparto. Sacchiero, con il n. 4 sulla maglia, ha avuto l’incarico di francobollare Bettini; ha dimostrato in questo incarico di avere più temperamento che mezzi tecnici. Ruffinoni è stato nettamente inferiore al compito affidatogli. Schiavo, invece, è stato formidabile: un ragazzo da seguire con grande attenzione. All’attacco, Danieli il flottaggio ha dato l’anima, mai stanco, mai domo, mai rassegnato. Peronato è apparso deciso, ma talvolta di un’ingenuità davvero infantile. Galzignato e Orio hanno svolto con sufficiente impegno il loro compito in fase di interdizione; poco si sono visti in fase di propulsione. Degli alessandrini, che dire? Stefani ha avuto dei momenti neri, soprattutto nelle uscite. Molte volte si è spinto con grande leggerezza anche fuori area. Giacomazzi è la vecchia volpe che sappiamo: sicuro nei rimandi, intelligente nei piazzamenti, ma ormai non ricupera più e quando il diretto avversario gli va via sono dolori. Bercellino ha alternato cose belle a vuoti paurosi. Di Sicurani abbiamo detto: il gol dei valdagnesi gli brucerà dentro per parecchio tempo. All’attacco, Fanello si è messo in luce, soprattutto per la grande volontà e per le faticose sgroppate, Vitali ha giocato più per la platea che per la squadra, Bettini ha cercato invano di piazzare la sua temibile castagna, mentre Oldani è stato proprio un’ala senza penne. Pallido sole a giocare a rimpiattino con le nuvole. Terreno tutto tappezzato di verde, ma insidioso e pesantissimo per i diluvi dei giorni scorsi. Spettatori intorno al migliaio. Dopo il gol del Marzotto, Orio e Remiero si cambiano di posto. Cronaca, molto alla svelta. Cinque minuti di sterile gioco, poi si fa luce l’alessandrino Fanello con un gran tiro fuori bersaglio. Un minuto dopo, il gol del Marzotto. Da una punizione, la palla va ad Orio che la tocca prontamente sulla destra. Sicurani è subito sulla traiettoria e potrebbe rinviare comodamente. Sbaglia invece in maniera pacchiana e tocca leggermente a destra. La palla va così a Peronato il quale, solo, stanga con prontezza un rasoterra preciso che si infila alla destra di Stefani. Gli alessandrini organizzano la riscossa, ma non paiono molto decisi. Al 25’ però si presenta loro una occasionissima. Su cross di Vitali, la palla calibratissima arriva sul piede di Oldani. L’ala cincischia in maniera inspiegabile. Il portiere De Rossi si tuffa. Non riesce però ad abbrancare la sfera. Ne nasce una mischia confusa. Oldani ha ancora la possibilità di calciare e si decide finalmente. Ma il suo tiro è troppo debole e la palla termina sul fondo. Ripresa. Sembra svegliarsi l’Alessandria. 5’: Oldani tira mirando l’angolo, vola De Rossi e con la mano riesce a toccare. La palla batte sul palo, Ruffinoni rinviene, mandando in corner. Salvataggio di Giacomazzi al 16’, che riesce a deviare miracolosamente in corner una gran staffilata del centravanti del Marzotto. Due minuti più tardi, tocca al portiere De Rossi intervenire su Fanello, che per un malinteso tra i difensori valdagnesi si trova un buon pallone fra i piedi. Il Marzotto, mano mano che passa il tempo, si chiude in difesa. Soltanto qualche rapida azione in contropiede rompe l’assedio. 42’: punizione un metro fuori l’area per fallo di Carta su Fanello. Finta di Migliavacca e gran cannonata di Bettini abbondantemente fuori. È finita. Nessun incidente degno di nota. Ammonito Galzignato del Marzotto. (Enzo Lanzotti, «La Gazzetta dello Sport», 17 ottobre 1960) Un improvviso contrattacco veneto, concluso da Peronato con una staffilata rasoterra al 6' del primo tempo, ha consentito all'incompleto Marzotto di battere l'Alessandria. L'Alessandria reagiva prontamente e sfiorava due volte il gol, al 23' con Vitali (e il Marzotto poteva chiudersi in calcio d'angolo) e subito dopo con Oldani, il quale si faceva carpire la palla dal portiere. All'inizio della ripresa era ancora l'Alessandria a dettare legge in campo. Al 4' un violento tiro di Oldani, l'uomo più incisivo dell'attacco piemontese, mandava il pallone sul montante alla sinistra del battuto portiere valdagnese. Il Marzotto prendeva allora adeguate misure per conservare l'insperato vantaggio e riusciva nel suo intento. Anzi al 34', in contropiede, sfiorava la seconda segnatura con un tiro violentissimo del centravanti Peronato. L'Alessandria riprendeva poi l'iniziativa e la manteneva fino alla fine, senza però riuscire a pareggiare. («La Stampa», 17 ottobre 1960) È difficile, in verità, stabilire se la causa principale della nostra sconfitta sia stata determinata dalla sfortuna o dal cattivo gioco della nostra squadra. Pensiamo che l’incontro di domenica a Valdagno abbia registrato parimenti questi due fattori in aperta concorrenza fra di loro. Pur giocando al disotto delle sue possibilità e del suo metro, la nostra squadra ha dominato in largo ed in lungo per ottanta minuti di gara, ed ha cercato almeno tre occasioni da rete che non sono divenute tali solo per orgasmo e sfortuna insieme. Ma vediamo di raccogliere le idee fra tanto contrasto di opinioni ed anche nel disorientamento che è seguito a causa delle contrastanti ed imprecise opinioni che da molti giornali sono state espresse. La squadra è partita subito all’attacco: gioco aperto e senza preoccupazioni di coperture prudenziali. Pareva che il nostro gioco, superiore per levatura tecnica, dovesse facilmente imporsi sul modesto Marzotto: ed infatti le trame di gioco riuscivano a raggiungere facilmente l’area avversaria, dove la affannosa difesa dell’avversario non sempre dava l’impressione di essere all’altezza del suo compito. Ma venne la doccia fredda della rete: fu un’azione che non palesò di colpo tutto il pericolo nella sua intera realtà. Lo spettatore aveva appena rivolto lo sguardo dall’area del Marzotto alla nostra, che già vedeva sulla destra (eravamo di parecchi metri fuori dell’area) Sicurani giungere per primo sulla palla, arrestarla e sostare per un attimo titubante, poi girarsi per cercare il passaggio. L’irruzione dell’avversario svelto e deciso che gli carpiva il pallone avvenne in un attimo. La nostra difesa, sbalordita per un momento, decide di inseguire l’avversario; questi corre per pochi passi, palla al piede, alza la testa e guarda verso la nostra porta; Stefani accenna ad andargli incontro, avanza a sua volta di due o tre passi, ma in quel momento parte il tiro, secco, rasoterra, preciso. Non è un tiro imparabile, ma per prenderlo un portiere deve trovarsi fermo e piazzato in mezzo alla porta; il nostro Stefani invece sta avanzando ed è colto quindi in contropiede: il suo tuffo non può quindi che essere tardivo, avendo dovuto prima arrestare la corsa e poi buttarsi. E così il pallone gli passa sotto il braccio. Né si può dire che il movimento del portiere sia stato errato, essendosi il medesimo trovato solo alla mercé di un attaccante che stava puntando verso la sua rete: evidentemente, in simili casi un portiere deve uscire e farglisi incontro. Da questo momento, la partita riprese senza che neanche lo sconforto o la delusione si fossero impadroniti della nostra squadra. Eravamo solo al sesto minuto: ma la manovra d’attacco si fece più pesante ed affannosa, anche perché gli uomini del Marzotto si erano fatti più prudenti e cominciarono ad attuare una copertura sull’uomo che non ammetteva esitazioni o soste, e che si trasformò poi nel secondo tempo in un catenaccio ad oltranza. L’Alessandria, contro un simile tipo di gioco, non s’era mai trovata, ed in particolare non aveva ancora affrontato una partita del genere fuori casa: naturalmente si trovò a disagio dovendo compiere un’azione di sfondamento o di aggiramento dell’avversario. Ma le mancò la decisione (le rudezze del Marzotto furono notevoli) e la precisione. A questo proposito vogliamo ricordare le tre azioni da rete che, proprio per imprecisione o per sfortuna non si conclusero positivamente. Nel primo tempo, Vitali riesce con abile dribbling a allargarsi sulla destra, inseguito dal mediano che non lo controlla più; dal fondo adocchia Oldani in buona posizione. Centra un pallone rasoterra fortissimo (spiegherà poi Vitali di averlo calciato forte di proposito perché, essendo a pochi metri dalla porta, basterà toccare il pallone perché sia deviato nella stessa); Oldani scatta con perfetta scelta di tempo ed anticipa il terzino, è a tre-quattro metri dal portiere, ma non si rende conto della violenza del pallone che giunge a lui e quindi non si limita a deviarlo, ma sferra un violento calcio; il pallone, colpito di striscio, gli rimbalza fra le gambe e schizza via; un difensore respinge. Siamo tutti in piedi: l’urlo è di disperazione! Secondo tempo: la nostra squadra preme da ogni parte; i terzini sono ai margini dell’area avversaria, i mediani all’altezza delle ali. Osserviamo Stefani in sosta oltre la linea dell’area di rigore. La gara si è ormai trasformata in battaglia: la palla viaggia nell’area del Marzotto fra una selva di gambe. Su una corta respinta, riprende Oldani spostato al centro, scarta un uomo e tira verso l’alto superando la barriera dei difensori: il tiro non è violento ma preciso. Vediamo il portiere alzarsi e portare una mano verso il pallone, lo tocca deviandolo di poco: la sfera colpisce il palo, rientra in campo e viene respinta. Qui ha prevalso la sfortuna. Terzo episodio: poco dopo, mentre infuria ancora la nostra pressione, un terzino, per affanno o timore, allunga la palla al portiere ritenendo più conveniente tale risoluzione, ma non si avvede della presenza di Fanello a pochi passi; la palla viene intercettata dal nostro centroavanti, che si trova un prezioso regalo a disposizione. Abbiamo già osservato Fanello in circostanze come questa, freddo sempre nella determinazione, sicuro dei suoi mezzi ed abile nell’indovinare subito ove collocare la palla. Ma questa volta avviene il contrario; il ragazzo avanza di pochi passi e, quando pare che possa disporre del portiere avversario a suo piacimento, gli manda il pallone tra le braccia con un tiro che è un semplice passaggio. Come si vede, malgrado la cattiva giornata e la malasorte, la nostra squadra è stata capace di creare le azioni da gol: se queste non sono andate a buon fine, gli è perché la giornata non era favorevole, non certo perché si debba pensare ad un calo di forma. Sul comportamento dei singoli, possiamo dire di aver ritrovato in difesa un ottimo Giacomazzi: il forte terzino, facendo appello alla sua classe ed anche alla volontà, non ha tradito le nostre previsioni. Il suo lavoro di appoggio all’attacco è stato notevole, il suo esempio costante. Qualche volta lo vediamo faticare per riprendere in velocità l’attaccante che è sfuggito al suo controllo, ma è tale il senso della posizione ed il senso di orientamento, che difficilmente Giacomazzi è tagliato dal vivo dell’azione. Migliorato ed autoritario Nardi, che pare finalmente voler abbandonare il brutto vizio di allungare palloni troppo lunghi all’attacco. Piuttosto dolenti le azioni della mediana: Sicurani, sul quale non ci volemmo esprimere la settimana scorsa, anche questa volta non è stato all’altezza della situazione, scarso nell’appoggio, incerto in fase di interdizione, insufficiente nel recupero. Questo ragazzo, che ci era parso veramente ottimo nelle partite precampionato, ha improvvisamente abbassato il suo livello di gioco nei due incontri disputati in campionato, facendoci rimpiangere il possente gioco di Soncini. Discreto e non di più Bercellino, che continua ad alternare cose egregie con alti e assai scadenti, frutto di particolare ingenuità: ottimo sempre Snidero. Le dolenti note in prima linea ci vengono questa volta dalle ali: in una caotica partita come questa, nella quale si giocava contro un solido ed organizzato catenaccio, le ali venivano ad assumere una particolare importanza, in quanto la loro azione in profondità, frutto di una ben calcolata manovra di aggiramento, doveva costituire il motivo essenziale del nostro sistema d’attacco. Purtroppo, invece Oldani, dopo la superba prova di domenica scorsa, per la quale scrivemmo elogi incondizionati, è tornato incerto ed incostante come sempre; su questo giocatore si potrebbero scrivere pagine e pagine di commento, ma purtroppo la sua caratteristica rimarrà sempre ancorata ad una sola parola: l’incostanza. Non sappiamo fino a qual punto sarà esatto il nostro giudizio ma, dopo averlo visto alla prova domenica, confessiamo di essere molto perplessi. Non sappiamo cosa deciderà l’allenatore circa il suo impiego o meno: pensiamo però che nelle partite amiche e con il terreno asciutto, il giovane Vanara non debba essere lasciato da una parte. Bettini, a sua volta, ha disputato la partita meno convincente di questo campionato: timoroso ed incerto oltre che poco mobile (lui che di solito tiene tutto il campo) non è riuscito a liberarsi della stretta marcatura cui era sottoposto, non apportando quindi alla sua squadra quel contributo costante e laborioso che ben conosciamo come sua abituale caratteristica. Non riteniamo comunque notevole questa sua deficienza, ma solo la segnaliamo come causa passeggera della nostra sconfitta. Vitali, come il solito, piuttosto fiacco, ha avuto guizzi da campione ed ha servito i compagni a dovere. Fanello, al disotto delle sue prestazioni perché sottoposto ad una marcatura esasperante ed anche perché in non perfette condizioni fisiche. Sappiamo che ora è pienamente ristabilito e che già negli allenamenti settimanali ha rinnovato la dimostrazione delle sue notevolissime doti. Migliavacca, sgobbone come sempre, ha risentito del disagio in cui si trovava la mediana e si è sacrificato per buona parte dell’incontro a portare il suo contributo alla difesa. Nel secondo tempo ha svolto con sufficiente disinvoltura il suo lavoro di mezzala. Questo, in sintesi, il comportamento della squadra. Riteniamo pertanto che la sconfitta di domenica a Valdagno sia soltanto un episodio senza storia e senza tracce sull’animo dei nostri ragazzi. La sconfitta serva loro di lezione e li faccia meditare: nessuna squadra, nel momento in cui affronta l’avversario, sa con certezza di che calibro sia e quali intenzioni abbia. Per questo la nostra fiducia nella squadra deve essere immutata. Non facciamo che i giocatori si sentano soli e quindi senza l’incoraggiamento caldo e costante del loro pubblico. Il Verona non è imbattibile; domani la nostra squadra dovrà ritrovare estro e volontà per affermarsi in una partita essenziale per noi. Siamo certi che i giocatori risponderanno pienamente all’aspettativa e ci ridoneranno la vittoria. Siamo tornati a far parte di un folto gruppo di squadre che mirano ad alte mete e quindi l’impegno e l’abnegazione devono essere maggiori. La sconfitta subita deve servire da ammonimento, ricordandoci che nessuno è imbattibile e che il cammino è difficile e pericoloso sempre; ci ha fatto per un momento trattenere il respiro, rivedendo i nostri errori e scoprendo le nostre debolezze. Speriamo che serva da monito e da incitamento per i giocatori e per il pubblico, il generoso pubblico che dovrà ritrovare la sua fede sportiva ed incitare la squadra con rinnovato ardore. (Barbagrigia [Gino Testa], «Il Piccolo», 22 ottobre 1960) RISULTATI: Como-Sambenedettese 3-0 Foggia & Incedit-Ozo Mantova 0-0 Hellas Verona-Triestina 0-0 Messina-Venezia 1-0 Novara-Brescia 1-0 Prato-Genoa 0-1 Pro Patria-Parma 1-1 Reggiana-Palermo 3-3 Simmenthal Monza-Catanzaro 1-0 CLASSIFICA: Parma 6; Alessandria, Como, Messina, Novara, Palermo, Simmenthal Monza 5; Catanzaro, Marzotto, Ozo Mantova, Sambenedettese, Venezia 4; Brescia, Hellas Verona, Pro Patria, Reggiana, Triestina 3; Foggia & Incedit, Prato 2; Genoa (-10) -5. Il punto sul campionato Il Parma viaggia sola in testa alla classifica di serie B. Ha 6 punti, ha segnato 7 reti, ne ha subite 2. E' una squadra organica, i suoi uomini si integrano a vicenda con un lavoro ben distribuito, la difesa eccelle nei due laterali e nel sorprendente portiere Recchia (venticinque anni, proveniente dalla Salernitana) ed è comandata a bacchetta dall'esperto Sentimenti V. A Busto, contro la veloce e combattiva Pro Patria, il Parma ha recuperato un goal di svantaggio, ha sciupato un palo di occasioni favorevoli ed ha accolto con gioia il risultato di Valdagno dove l'Alessandria aveva chiuso il match sconfitto per 1 a 0. La gara dei grigi sul campo del Marzotto lascia sorpresi: i piemontesi avevano finora messo in mostra un vivace e Sositìvo gioco d'attacco, quini si aspettava una nuove prova brillante del quintetto di punta. Invece gli attaccanti dell'Alessandria hanno giocato a Valdagno come in «trance», sbagliando goal di irrisoria facilità, perdendosi in palleggi senza costrutto. Nel gruppetto di sei squadre che insegue il Parma troviamo, oltre all'Alessandria, al Simmenthal (facile vittoria interna sul Catanzaro) ed al Co mo (nuovo successo sul campo di casa a spese di una modesta Sambenedettese) anche il Messina, il Novara ed il Palermo Gli « azzurri » novaresi, che stanno gareggiando in formazione incompleta per l'assenza del centravanti Mentani (il suo rientro è però imminente), continuano a stupire. Contro il Brescia hanno messo in mostra due mezze ali degne di elogio, il giovane Donino e il ventinovenne sardo Giovanni Sanno, un mediocentro che migliora di domenica in domenicali Palermo ha fornito a Reggio Emilia un'altra mezza delusione. Dopo 75' di gioco i rosanero conducevano l'incontro con due reti di vantaggio e si sono fatti ingenuamente raggiungere dai granata emiliani in un finale di gara pasticciato e convulso. Ancora un passo avanti del Genoa sulla dura strada del recupero. I rossoblu vincendo a Prato, hanno messo in luce stavolta un ottimo schema difensivo grazie anche alla brillante prestazione dell'arretrato Occhetta. Pesaola invece ha dato scarso contributo alla manovra d'attacco, fornendo una esibizione decisamente negativa. (La Stampa)