Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
23-10-1960 - Giornata: 5 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Verona Hellas AC 2 - 0 (2 - 0)
RETI: 15. Vitali A.[A] 28. aut. Grava L. [Ve]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Bercellino (I) Giancarlo, Sicurani Alfonso, Vanara Elio, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bettini Sergio All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
VERONA HELLAS AC: Ciceri; Basiliani, Fassetta; Zamperlini, Grava, Morin; Corso, Cera, Cosma, Pacco, Fontanesi (I) Alberto. All.: Bizzotto Romolo.

Arbitro: Ferrari Sergio (Milano)
Note
Ammoniti: Fanello [A], Fassetta [H], Sicurani [A]. Angoli: 3-5 (1-2). Spettatori: 5.000. Giornata piovosa, terreno viscido e pesante cosparso di segatura. Inizio gara ore 15:00.

Commento
Continua l’Alessandria nella sua crociata del… perdono. Snobbano infatti i grigi nello sbagliare reti su reti ed oggi, a quelle delle passate domeniche, ne hanno aggiunte perlomeno altre tre. Buon per loro che gli uomini di Bizzotto, subita la prima rete, continuavano nella tenzone senza convinzione alcuna di poter, ad un certo momento, imbambolare gli alessandrini. Più indietro, nelle retrovie, si cercava di «barcamenare» l’incontro alla meno peggio. Comunque, era chiaro che il Verona, fin dal primo momento, puntava sul classico «primo non perdere». Infatti, in apertura di gioco, Morin braccava Vitali, mentre Zamperlini diventava l’ombra di Fanello. Grava restava in permanenza davanti a Ciceri, Cera e Pacco si perdevano a centro campo, collaborando ben poco con i tre rimasti all’attacco. L’Alessandria pertanto, soprattutto in questo settore, dominava sia per la collaborazione involontaria veronese e sia per la grande giornata di Migliavacca e Sicurani. Nardi, Bercellino e Giacomazzi assumevano sembianze di autentici colossi. Tutto spazzavano, fiondando in continuità palloni su palloni ai propri attaccanti. E qui avvenivano gli errori che si possono giustificare soltanto considerando il quasi pantano in cui acquistava tono la manovra. Comunque, anche per gli attaccanti di Achilli, malgrado il fallimento delle conclusioni, resta la considerazione di un miglioramento generale. Passiamo ora alla cronaca. L’Alessandria non ci mette molto a manifestare i suoi propositi. Infatti, al 4’, Bettini imbecca Vitali tutto solo davanti a Ciceri: colpo di testa nettamente sbagliato. Non passano 2’ che ecco che Corso si trova padrone della sfera; corre verso Stefani e poi, nel timore di venire raggiunto, lascia partire un tiro che però finisce oltre il fondo. Dopo le numerose azioni, al 15’ Bettini, da metà campo, allunga alto un pallone al limite dell’area dove, in quel momento, si trova Vitali controllato da Zamperlini e Grava. Sembra difficile che l’attaccante la spunti ed invece con uno di quei tocchi di testa che gli sono propri, smorza la palla sul destro ed al volo insacca. Il Verona si disorienta anche nel suo gioco difensivo. Passa quindi facilmente la manovra alessandrina, tanto che al 27’ Bettini fila via tagliando verso il centro inutilmente tallonato dagli avversari; giunto il limite dell’area passa a Fanello e quindi alza al centro dove, nel frattempo, sono intervenuti anche Vitali, Vanara e Migliavacca, Ciceri annulla bloccando la palla. La seconda rete al 28’: Giacomazzi tira una ennesima punizione, imbeccando Migliavacca tra Grava e Basiliani; saltano i tre di testa; cascano a terra i due veronesi e Migliavacca resta in piedi in condizioni di tiro. Lo effettua infatti, ma Grava, in un inutile tentativo, alza la sfera e mette fuori causa Ciceri. La ripresa è dominio incontrastato dei grigi. Non sono passati 30” che già Vitali da solo ha sbagliato un tiro al volo. Ancora al 1’ lo stesso Vitali mette fuori causa Basiliani prima e Ciceri poi, sbagliando in seguito la sfera invischiata nel fango. Si continua nel carosello davanti al portiere veronese. Cosma è ormai nullo per la stanchezza e l’attacco ha perso quindi una pedina importante. Al 17’ ancora Vitali, imbeccato da lontano, si porta in area tutto solo; attende Vanara, che giunge aperto; interviene Zamperlini che manda in angolo. L’ultima reazione del Verona, al 31’: Cosma serve Corso che però spreca la conclusione. Al 35’, un nuovo atterramento in area: questa volta è Fassetta che mette giù Fanello. A questo punto, terminano le velleità. Ammoniti Fanello e Fassetta nel primo tempo; Sicurani nella ripresa. (Franco Benzi, «La Gazzetta dello Sport», 24 ottobre 1960) La sconfitta subita dall’Alessandria otto giorni fa sul campo del Marzotto non è più che un pallido ricordo. Ne ha cancellato le tracce la nitida vittoria colta ieri dai grigi sul Verona con un 2-0 che non indica con sufficiente chiarezza la superiorità dei piemontesi: Sul terreno pesante (per mezz’ora la pioggia è stata addirittura diluvio), la compagine alessandrina ha manovrato con intelligenza e brio, assicurandosi un abbondante margine di vantaggio nel giro di 28 minuti. Poi la gara, sempre tirata ed accanita, è andata avanti a sussulti, con qualche pausa di gioco arruffato e parecchie situazioni vivaci nelle due aree di rigore. A tener desta la passione degli spettatori si è prodigato anche, con discreto successo, l’arbitro milanese Ferrari, che ha regolarmente sbagliato a dritta ed a manca, danneggiando con ritmo alterno sia l’Alessandria che il Verona. Tra le prestazioni di rilievo, ieri sul terreno alessandrino, meritano un cenno particolare quella del centromediano dei grigi, il giovane juventino Bercellino, e quella del difensore veronese Fassetta. Questi è sceso in lizza dapprima con la maglia numero tre, per assumere poi il ruolo di mediocentro al 30’ del primo tempo quando Grava, un po’ risentendo di uno stiramento alla coscia destra, un po’ impacciato dalla velocità di Fanello, è passato a terzino sinistro. Ottima ancora la prova di Giacomazzi e degli interni piemontesi Vitali e Migliavacca, mentre nel Verona hanno fatto spicco, oltre a Fassetta, la bella sicurezza del portiere Ciceri, l’esperienza del mediano Morin e la maturità tecnica del giovane interno Cera. I gialloblù veneti cominciano la gara in tono prudente: Grava (numero 5) ha le funzioni di battitore libero, Zamperlini controlla Fanello mentre Cera tenta di interdire la manovra a metà campo di Migliavacca. Il primo errore, in azione sotto porta, è dei grigi: al 4’ Bettini effettua un centro misuratissimo ma Vitali, con un colpo di testa avventato, manda abbondantemente a lato. Gli sbagli si pareggiano al 6’ quando Corso, «liberato» in area avversaria da un rimpallo del pallone su Bercellino, arriva a sette-otto metri da Stefani e calcia fuori. L’Alessandria, che sul terreno fradicio e scivoloso non indulge a manovre troppo elaborate, va in vantaggio al 16’. C’è un lancio lungo di Sicurani verso il centro dell’area veronese, un’incertezza di Morin (che dovrebbe marcare Vitali e non lo fa) seguita da un lieve ritardo di Grava: la palla giunge all’interno destro grigio, che segna sulla destra di Ciceri. Tra una papera e l’altra dell’arbitro Ferrari, le due squadre sviluppano una serie di svelte e piacevoli azioni, con prevalenza alessandrina. Al 28’ la supremazia dei grigi si concreta in un altro goal. Giacomazzi calcia una punizione a metà campo e lancia verso Migliavacca: l’interno, in corsa, tira con violenza, la sfera incontra un piede di Grava, compie una imprevista deviazione e s’infila alta all’incrocio dei pali alla sinistra di Ciceri, che tenta invano un balzo acrobatico per arrestare il tiro. Qualche intervento duro da ambo le parti (rapido pugilato tra Fassetta e Fanello che l’arbitro seda con minacce d’espulsione), un tiro a rete di Fontanesi e la fine del tempo. Due azioni da brivido aprono la ripresa. Al 1’ Vitali sfugge a Fassetta. evita l’uscita disperata di Ciceri e calcia a rete. ma il terreno zuppo d’acqua frena la corsa del pallone: il portiere, tornato sui propri passi, con un tuffo da lottatore di catch nel fango evita il goal. La replica del Verona è immediata, scappa veloce Cosma ben lanciato da Morin, ma Stefani con un’uscita a scivolone lo precede d’un soffio. I gialloblù veronesi sono ora più attivi: per due volte (al 10’ ed al 12’) Stefani deve intervenire di pugno per liberare la propria area. Poi, l’Alessandria torna a prendere quota e le sue puntate mettono nuovamente in allarme la difesa veneta in cui Fassetta, Zamperlini, Morin e Grava lavorano come forzati. Sui sempre più rari contropiede veronesi, Bercellino e Giacomazzi ribadiscono la bella prova fornita nel primo tempo e si guadagnano, insieme a Vitali ed all’infaticabile Fanello, applausi e incitamenti. L’ovazione più clamorosa però la riceve, dopo il fischio di chiusura, la speaker annunciando i risultati della Serie B ed informando che il confronto tra Genoa e Parma è stato sospeso per la pioggia e che pertanto l’Alessandria è in testa alla classifica, sia pure in condominio con Novara e Como. (Giuseppe Barletti, «Stampa Sera», 24 ottobre 1960) Quando l’arbitro Ferrari ha fischiato l’inizio della partita, la pioggia, che aveva già trasformato lo stadio in una risaia, ha ripreso a cadere con particolare violenza. Manovrare la palla su tale terreno è apparso subito cosa ardua, come difficile per tutti gli uomini in campo è stato mantenere l’equilibrio; pertanto, sotto il punto di vista tecnico, la partita non ha detto molto, ma il risultato finale è stato accolto con un caldo applauso del pubblico, poiché la Alessandria è ritornata alla vittoria dopo l’infelice prova di domenica scorsa, e con un risultato netto. L’incontro si è praticamente risolto nella prima mezz’ora, durante la quale i padroni di casa hanno messo a segno due goals, il primo per merito di Vitali – che ha disputato una assai bella partita, dimostrandosi pronto, veloce, attento –, il secondo autore Migliavacca, complice il gialloblù Grava, il quale inavvertitamente ha deviato la palla, spiazzando Ciceri. La sfera di cuoio è finita così in fondo al sacco, senza che l’estremo difensore potesse in qualche modo intervenire. Il Verona, che per lunghi tratti ha subito la supremazia dei grigi, ha cercato vigorosamente di reagire. Ha ottenuto cinque calci d’angolo e ha impegnato Stefani in un paio di occasioni, ma non è andato oltre. Anzi, per poco non ha subito altre due reti per opera di Vitali, il quale nel secondo tempo si è lasciato sfuggire ottime occasioni per raddoppiare il bottino. Giornata di pioggia, terreno viscido e pesante, cosparso a tratti di trucioli. Continui capitomboli di giocatori, ma nessun infortunio di rilievo. Ammoniti Fanello e Fassetta per reciproche scorrettezze, e Sicurani per proteste. Nel secondo tempo si è avuto lo scambio di ruoli tra Cosma e Corso. Al 16’ il primo goal: Vitali riceve un passaggio di Sicurani, evita l’intervento di un difensore gialloblù e saetta in rete alla destra di Ciceri. Uno a zero. Alterne azioni nei due campi con predominio dei padroni di casa e al 29’ nuovo goal dell’Alessandria: Migliavacca di testa smorza un bel pallone ricevuto in area; ostacolato da Grava, riesce ugualmente a indirizzare verso la rete la palla che lo stesso Grava, inavvertitamente, devia spiazzando Ciceri, per cui la sfera di cuoio si insacca nella rete veronese. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 24 ottobre 1960) Le previsioni si sono avverate: senza particolari e rumorose esclamazioni di gioia, ma con il giusto orgoglio dei forti, diciamo che la nostra squadra ha riscattato la sconfitta di domenica scorsa a Valdagno, dimostrando di essere una bella compagine. Azzeccati gli acquisti, che degnamente vengono amalgamati settimana per settimana dalla esperta opera degli allenatori, l’Alessandria ha ripreso il cammino puntando verso la vetta, unico ed ultimo ideale, che non dovrebbe costituire solo una ambizione ma una meta degna di una squadra di rango. Domenica ci trovammo ad affrontare per la prima volta l’insidia di un terreno infido e la prova è stata superata in pieno. Non concordiamo per nulla con giornalisti che, se pur bravi, non sono forse informati sulla funzionalità del nostro complesso, ma, memori soltanto di una antica tradizione ormai superata, hanno scritto: «La squadra alessandrina sul suo terreno si è prontamente ripresa dalla battuta d’arresto accusata a Valdagno e ha vinto autoritariamente contro il Verona. Richiamiamo l’attenzione del lettore su quel “suo”: infatti ieri il terreno dello stadio Moccagatta era doppiamente amico, in quanto all’incitamento del pubblico s’aggiungeva lo stato del campo che ad Alessandria dicono “pesante”, ma che sarebbe meglio definire impraticabile. In quella distesa di fango, dove l’arbitro Sergio Ferrari non ha avuto il minimo dubbio sulla regolarità della partita, la squadra di casa sa, logicamente, ritrovarsi meglio: i suoi giocatori conoscono per esperienza le zone proibite e quelle dove nonostante tutto si riesce a stare in piedi. Non solo; per vecchia tradizione, i giocatori grigi traggono dall’insidia del terreno un vigore battagliero grandissimo: coperti di mota dalla testa ai piedi, combattono da leoni e difficilmente gli avversari, già messi a disagio dalle condizioni ambientali, riescono ad evitare la sconfitta» (Gianni Montanari sul «Corriere d’informazione» di lunedì); la nostra squadra, per le particolari doti tecniche di molti giocatori, per il gioco fantasioso fatto di offensive manovrate ed aggiranti, non è per nulla compagine adatta per il fango, ma anzi dalle condizioni sfavorevoli del terreno trae notevole svantaggio. E lo stesso giornalista ora citato, poco più avanti e con evidente contraddizione, afferma: «Due bellissime azioni di Vitali (in una di queste aveva persino superato il portiere) vengono frustrate dal fango che arresta il pallone quando questo (calciato forse con troppa sicurezza) sembrava ormai destinato a rete». Diciamo allora che, su un terreno normale, la nostra squadra, per la mole di lavoro svolta e gli attacchi portati, avrebbe vinto con quattro o cinque reti di scarto. Non importa: il nostro attacco è per ora sciupone, ma è questo un difetto non certo grave dal quale è facile correggersi. Il fatto più importante è invece questo: che, come ci eravamo augurati e ritenevamo, la sconfitta di Valdagno fu solo un episodio, non un sintomo di decadenza di forma o di diminuzione delle nostre possibilità. Il comportamento dei nostri ragazzi si è dimostrato innanzi tutto soddisfacente perché ci hanno mostrato come tutta la squadra abbia funzionato nel suo complesso. Per questo, il nostro elogio si estende incondizionato a tutti, senza riserve e senza ombre: ma, in primo luogo, scendendo all’esame dei singoli, vogliamo soffermarci un momento sulla prova di Sicurani, per il quale fino ad oggi tentennammo e ci trovammo sconfortati nell’esprimere giudizi. Il recupero del forte mediano è stato veramente notevole: se pure non dotato di una particolare dose di classe, Sicurani è finalmente riuscito a fornire domenica una buona e convincente prova che non è stata soltanto il frutto di una particolare abnegazione, ma la dimostrazione di una saggia dosatura delle proprie forze. Pronto finalmente al recupero, attento sull’anticipo, Sicurani è stato anche autoritario nella manovra offensiva: possiamo dire di poter disporre di un giocatore utilissimo per il lungo campionato che stiamo disputando. Accanto a lui, Bercellino ha retto assai bene il confronto con l’attacco avversario, riscattando gli errori e le incertezze delle partite precedenti. Nulla da dire per Snidero, Nardi e Giacomazzi: la vecchia guardia ha girato a dovere ed in particolare possiamo dire che Giacomazzi torna ad essere il bravo terzino che ben conosciamo. In prima linea, sempre promettente Vanara se pure poco impegnato (quel gol non concesso per fuori gioco immaginario è stato un piccolo capolavoro); a posto come sempre Fanello, specie nel primo tempo, benché si trovasse molto a disagio sul terreno pesante. Migliavacca migliora ad ogni domenica ed assume una funzione ormai essenziale nel meccanismo della nostra prima linea: pronto a tornare a centro campo, abile nell’intuire se l’azione offensiva è promettente, sa sdoppiarsi e tenere bene il ritmo con una riserva di fiato veramente sorprendente. Il gol segnato domenica è stato appunto il frutto della sua intuizione e della resistenza nello sforzo. Ma la partita di domenica ha segnato per noi la nota più lieta per un ritorno stupendo dell’uomo che è un poco il beniamino dei nostri tifosi: Vitali. Ed è sintomatico come tale avvenimento si sia verificato proprio in una giornata dal clima sfavorevole contraddistinta da un terreno particolarmente pesante che un tempo il nostro Vitali disdegnava. Il che significa che la maturità degli anni e dell’esperienza gli hanno insegnato molte cose e soprattutto come alle doti tecniche sia sempre indispensabile unire l’abnegazione. La prova di Vitali era attesa: ed è venuta, piena, senza riserve e senza pause. Una grande partita giocata per tutta la sua durata con i riflessi chiari, l’intuizione sicura, la visione del gioco chiara e maliziosa: egli, per la sua intraprendenza è stato senza dubbio il migliore uomo in campo. Lieto e commovente ritorno di un giocatore che si era portato a Napoli il cuore di tanti sportivi e che rappresenta per noi una antica bandiera di sogni e di battaglie non dimenticate. Bettini sta conquistandosi le simpatie, per la sua intraprendenza crescente: uomo abile sui terreni asciutti, è anche grande combattente sul fango. Lo sostiene un fisico eccezionale: speriamo che continui così. Abbiamo detto di tutti: l’elogio che abbiamo premesso non sia adulazione, ma solo incitamento, non sia passeggera lode dovuta all’euforia, ma certezza in una annata di passione e di soddisfazione. Dicevamo prima che il nostro attacco è sciupone: abbiamo constatato con piacere che Achilli, a questo proposito, sta allenando i nostri ragazzi ad un particolare tipo di gioco, facile in apparenza, ma difficile all’atto pratico. Quotidianamente, lo vediamo lanciare palloni ai nostri attaccanti, obbligandoli, in piena velocità, e correggendo con un solo tocco la direzione della palla, a tirare a rete senza possibilità di rallentamento alcuno. Poiché a tale genere di preparazione la nostra squadra non era allenata, vediamo sovente gli anziani in difficoltà mancando di «tempo», in velocità, sul tiro obbligato. Plaudiamo a tale iniziativa che non mancherà di produrre i suoi frutti. (Barbagrigia [Gino Testa], «Il Piccolo», 29 ottobre 1960) RISULTATI: Brescia-Pro Patria 0-1 Genoa-Parma sospesa al 6’ sullo 0-0 per impraticabilità del campo Messina-Como 1-2 Novara-Foggia & Incedit 2-1 Ozo Mantova-Marzotto 3-0 Reggiana-Prato 2-3 Sambenedettese-Catanzaro 3-0 Triestina-Palermo 0-0 Venezia-Simmenthal Monza 1-0 Il punto sul campionato Due squadre piemontesi, l'Alessandria ed il Novara, ed una lombarda, il Como, guidano la classifica della serie B con 7 punti. Approfittando della < pausa » forzata imposta dalle proibitive condizioni atmosferiche al Genoa ed al Parma (ma non è detto che gli emiliani sarebbero riusciti ad evitare la sconfitta), le tre nuove vendette della graduatoria hanno compiuto un netto passo avanti e si sono insediate ai primi posti. Il risultato che fa maggiore spicco è quello del Como, che è passato vittorioso a Messina. La compagine larìana ha giocato con intelligenza e senso pratico. An che il successo dell'Alessandria è stato netto, tanto più che il Ve rona non è apparso troppo peri coloso. Il gioco dei < grigi » è fi lato via liscio e disinvolto. Nella squadra di Achilli ha fatto buo na impressione il rendimento di Bercellino: il giovane centrarne diano, sicuro e potente su di un campo pesantissimo, ha retto con autorità agli spunti del vivace Co sma ed ha puntellato con ottimi interventi (non ha commesso un solo errore) il settore arretrato a lui affidato. Nel Novara, vittorioso di misura ma meritatamente sul battagliero Foggia, il rientro di Mentani ha dato brio all'attacco. Si è avuta invece qualche incertezza in difesa, ma si è trattato di errori non gravi e rimediabili in futuro con un po' più di attenzione. Per il Novara, che ha ritrovato Mentani in piena forma, scattante e deciso, è questione di trovare ancora un elemento da inserire a metà campo (il veneziano Molinari?) poi la squadra potrebbe puntare a mete ambiziose. Nel gruppo delle formazioni che inseguono (a un punto) il terzetto di testa, si notano il Palermo ed il Venezia: 1 siciliani hanno mostrato a Trieste la solita abilità difensiva, ma sono risultati nulli (o quasi) all'attacco. Il Venezia, diti canto suo, ha faticato più del previsto per battere il Simmenthal Monza ed ha dovuto far ricorso ad un rigore « maligno » a due minuti dal termine per aggiudicarsi i due punti. Nella retroguardia monzese, ottima prova del portiere Rigamonti. Sono salite, al secondo posto in graduatoria anche la Sambenedettese e l'Ozo Mantova, entrambe vittoriose con netti punteggi su Marzotto e Catanzaro, mentre ha sorpreso (ma non troppo) il successo della Pro Patria a Brescia. I biancoblù hanno manovrato in velocità ed hanno scombussolato le ordinate, stilisticamente belle ma poco solide trame di manovra degli uomini di Sarosi. Il Genoa, cui la Caf ha condonato una parte minima (tre punti) di penalizzazione, ha dovuto rimandare i propositi battaglieri formulati attendendo il Parma. L'incontro non si è potuto disputare per una specie di nubifragio che ha praticamente allagato il campo di gioco nei primi minuti della partita. La gara sarà disputata probabilmente l'8 dicembre ed il Genoa, frattanto, è ancora due punti sotto quota zero. (La Stampa)