Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
30-10-1960 - Giornata: 6 - Prato - Lungobisenzio


Prato AC - Alessandria US 2 - 1 (2 - 0)
RETI: 12. Dell'Angelo [Pr] , 40. Mencacci [Pr] 81. Fanello G.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Bercellino (I) Giancarlo, Sicurani Alfonso, Vanara Elio, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Marmo Remo All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
PRATO AC: Ghizzardi, Rossi, Targioni, Moradei, Rizza, Magi, Leonardi, Nattino, Mencacci, Dell'Angelo, Baruffi. All.: Meucci Cesare

Arbitro: Leita Pietro (Udine)
Note
Inizio gara ore 14.30

Commento
Un passo falso della squadra grigia L'ALESSANDRIA SCONFITTA A PRATO: 1-2 Marmo si è slogato un polso dopo sei minuti - Espulso Mencacci Il comportamento dell'Alessandria in questa partita che metteva in gioco il suo posto di capolista, giustifica in certo modo la sconfitta subita. L'impressione che è rimasta per almeno tre quarti dell'incontro induceva a concludere che la squadra grigia giocasse non tanto per la vittoria quanto per il gioco. Non si può sperare di vìncere in trasferta quando non si marca nessuno, sì lascia il campo aperto all'avversario, si manovra in senso orizzontale, togliendo quasi del tutto dal repertorio il gioco in profondità, e non ci sì preoccupa di assicurarsi il dominio del centro campo, base essenziale di ogni azione offensiva e primo baluardo del sistema difensivo. L'Alessandria è una squadra che rispetta sempre la sua antica tradizione, che è quella del gioco tecnicamente fine e tatticamente manovrato. E' più una bella squadra che una squadra véramente forte. Se la si temesse come la si ammira, la sua fortuna sarebbe forse assicurata. Tutto il suo primo tempo di ieri è stato semplicemente disastroso, non perche essa sia stata sballottata dall'avversario, ma per la fragilità, la convenzionalità e l'innocenza del suo gioco, che non ha mai avuto il carattere di una lotta dura e tenace. In questa prima parte dell'incontro, il Prato ha ampiamente dominato con un gioco dinamico, tutto saettato in profondità, con uomini scattanti e veloci. Ogni azione dei locali era condotta a fondo con una carica di energia che contrastava profondamente con la manovra lenta dei grigi, una manovra in superficie, che sfiorava la difesa senza quasi mai attaccarla a fondo, titubante spesso, quasi timorosa ad avventurarsi nei rari corridoi che si aprivano nello schieramento avversario. Poiché appariva evidente che il centro campo pratese Mencacci, che successivamente sarà espulso, segna il secondo goal del Prato (Telefoto) era fortissimo e che difficilmente quel settore si sarebbe potuto sfondare, la sola cosa, da fare sarebbe stata di puntare sulle ali, ma e proprio nelle due estreme chela squadra grigia ha denunciato i suoi punti di minore-efficienza. Dopo appena sei-minuti di gioco, Marmo in aria caduta si slogava un polso, male non grave, ma indubbiamente doloroso. Egli restava alcuni minuti fuori del campo perché gli venisse praticata una fasciatura stretta, ma quando rientrava era un uomo agonisticamente spento. Dall'altra parte, Vanara non poteva,dare quello che non è nelle sue doti. Egli è un ragazzo che possiede pregevoli qualità di carattere tecnico, ma la cui preparazione è stata indirizzata, come era giusto, più verso la maturazione dì queste doti che in senso tattico. L'insufficienza fisica lo consigliava inoltre di non ingolfarsi in un gioco che non è tipico del suo temperamento. L'Alessandria ha quindi avuto in certo modo la sua strada segnata, e non era la strada migliore. Già al 12° minuto essa subiva la prima rete. Un centro alto dalla destra spiovente verso la porta chiamava in azione Stefani, sul quale si era mosso il mezzo sinistro Dell'Angelo. Stefani si inarcava per afferrare la palla, quindi si sbilanciava perdendo l'equilibrio e, urtato in questo momento dall'avversario, cadeva a terra lasciandosi sfuggire il pallone. Più lesto di lui, Dell'Angelo lo recuperava e lo mandava in rote da due passi. Si era appena all'inizio, ma la partita aveva già assunto il tono a cui abbiamo fatto cenno sopra il contrattacco dei grigi era confuso e privo di mordente, ostinato al centro campo in un corpo a corpo senza uscita, incerto nei passaggi e nel piazzamento degli uomini. Imperversavano invece gli avversari, che verso, la mezz'ora ottenevano quattro calci d'angolo quasi consecutivi. Al 40' minuto si decidevano le sorti della partita un lungo centro alto di Leonardi dalla destra chiamava in azione il centravanti Mencacci, affrontato da Bercellino. I due spiccavano il salto contemporaneamente ad una decina di metri dalla porta e all'altezza del montante, alla sinistra di Stefani. Saltando più alto dell'alessandrino, Mencacci colpiva la palla che, con una lunga parabola, entrava in rete nell'angolo salto alla, destra del portiere. A questo punto la partita non,era più raddrizzabile per i grigi. Comunque, la ripresa doveva avere un aspetto completamente diverso dal primo tempo. L'Alessandria lanciava i primi attacchi con una energia più fresca, ma, dopo il primo. senso di'-sorpresa, gli avversari contrattaccavano. Al 7' Nardi salvava e. tre metri, dalla rete una situazione quasi disperata togliendo la palla al mezzo sinistro Dell'Angelo in risposta, i grigi ottenevano un calcio d'angolo. La partita si profilava ora più aperta per l'Alessandria, che attaccava più sciolta e più veloce. A darle una mano veniva, al 21° minuto, l'espulsione di Mencacci, uno degli elementi più attivi e più pericolosi dell'attacco pratese. La partita poteva aprire dunque possibilità nuove all'Alessandria, la quale stava lentamente risorgendo dal suo marasma per merito dei due laterali e dei tre fortissimi uomini di centro dell'attacco inoltre, il Prato ancora in tempo ad acciuffare, se non la vittoria, certamente il pareggio, ma le sue possibilità erano forzatamente limitate. Essa giungeva per accorciare la distanza. Al 6' Vitali, dopo un laborioso gioco di finte all'estrema destra, riusciva a centrare un pallone a mezza altezza in una mischia al limite dell'area. Marmo, che s'era portato al centro, toccava la palla, allungandola in profondità a Fanello, questi aveva un rimpallo, con il centromediano avversario, recuperava la sfera e da pochi passi la saettava in rete. La partita doveva finire con questo risultato dì 2 a 1. Dopo la minaccia d'un tracollo completo, la squadra grigia può considerare un risultato insperato la sconfitta. Ma avrebbe potuto far di più. L'ha condannata il suo primo tempo senza gioco. E' una compagine da rivedere nella sua impostazione tattica, almeno nelle partite esterne. La assenza di Bettini è stata forse determinante perché proprio la mancanza di una punta ha reso affannoso e vano il gioco dell'attacco alessandrino. (La Stampa - Ed. Sport - Ettore Berra) DOMANI AL “MOCCAGATIA,, ORE 14,30 Di fronte due squadre di rango GENOA-ALESSANDRIA E’ veramente amaro dover ripudiare le tante cose detta sabato scorso a favore dei nostri giocatori e sul funzionamento della nostra squadra, anche se in sostanza non ci si deve ricredere sulle osservazioni tecniche fatte, ma unicamente sulla valutazione della volontà. e dell’agonismo. potremmo, sintetizzare il problema, riassumerlo in una sola parola: il carattere. La nostra squadra quando affronta il combattimento in un clima sfavorevole quale è quello dei campi avversi, sotto l'infuriare degli assalti della squadra di casa galvanizzata dall’incitamento di una folla non certo amica, manca di carattere. Per dare un'idea allo sportivo deluso diremo che si vede lo stesso gioco praticato in casa dalla nostra squadra, ma con meno mordente, senza lo slancio irresistibile di certi momenti esaltanti, con il timore invece degli scontri, l’affanno di recuperi non riusciti, la lentezza tipica dei pavidi che si fanno anticipare. A Prato trovammo, reduce dal raduno di Coverciano dei selezionatori della Lega, Ettore Berrà il quale assistette alla partita in qualità di inviato di «Stampa Sera»: ci faceva notare, l’anziano tecnico come la nostra squadra, quando gioca fuori casa si sta comportando esattamente alla maniera contraria dello scorso anno. Non solo è abolito ogni lontano ricordo di catenaccio, ma addirittura oggi la squadra gioca aperto, scoperta in ogni suo fronte senza la minima copertura: l’Alessandria è squadra che non marca nessuno — scriverà poi il tecnico — nemmeno se essa fosse tutta composta di assi potrebbe permettersi il lusso di un gioco cosi aperto, specialmente quando deve affrontare fuori casa un avversario di tutto rispetto come il Prato. L’eccessiva larghezza del dispositivo di difesa sempre allo scoperto, che si vedeva piombare addosso quella muta di levrieri che correvano il doppio dei nostri terzini, non era evidentemente bilanciato da uno schieramento di attacco in grado di garantire una continuità offensiva tale da tenere costantemente fermi e tranquilli i nostri difensori. Queste a grandi linee le ragioni della sconfitta subita, in una partita che sarà bene dimenticare: scendendo poi all’esame dei particolari diremo che anche questa volta, come già contro il Marzotto, dopo circa un quarto d’ora di gioco. mentre la squadra tendeva a distendersi timidamente (non certo con il piglio e l’autorità che sfodera in casa) al primo contropiede è venuto il gol che l’ha messa a terra. Gol inatteso, a freddo, che ha distrutto le velleità e paralizzate le forile. A questo punto, la mancanza di quella personalità di cui prima dicevamo, e la mancata disposizione degli uomini più guardinga ed oculata, hanno fatto il resto. E per tutta la durata del primo tempo la squadra non è più riuscita a riprendersi, sfiorando quasi il naufragio ragazzi giovani che stentano assai a ricuperare. Per questo vedemmo sovente Giacomazzi arretrare cercando di coprire la zona, invece di affrontare decisamente l’uomo, Sicurani arretrare precipitosamente per cercare di dare man forte al terzino, Migliavacca costretto a correre alla ricerca di palloni che il centrocampo non gli offriva più: in tal modo la squadra era disarticolata per lo scarso apporto del quadrilatero debole soprattutto nei due laterali, e per le incertezze della difesa: questa volta non ci sentiamo di buttar la croce addosso a Bercellino che, per la verità si è battuto da par suo anche se non sempre gli riusciva di bloccare Mencacci. Solo, e senza aiuto a centrocampo, costretto ad affrontare sempre l’uomo in prima battuta e poi ancora ad inseguirlo per cercare di impedirgli il tiro con la solita caduta finale e conseguente deviazione della palla, il nostro giovane centro mediano ha dimostrato di aver migliorato il senso della posizione ed anche lo scatto e l’intuizione nel contatto diretto con l’avversario. L’attacco, mutilato per la sfortunata caduta che costò una frattura alla mano di Marmo con questa ala ridotta a giocare con scarsa iniziativa e senza agonismo, con Vanara ammirato sempre per il suo tocco piacevole, ma assolutamente insufficiente in partite del genere, visse degli sprazzi di Vitali e del trotterellare di Fanello troppo isolato, se pur combattivo, per poter fare breccia. Bello il suo gol al 35.0 minuto del secondo tempo nel quale fu pronto a sfruttare una certa respinta di Ghizzardi su tiro rasoterra di Vitali, ma tale manovra rimase Isolata e si spense come le altre già prima tentate. E pensare che il Prato in quel momento aveva perduto la testa, e si era rifugiato in difesa invitando quindi l’Alessandria a scatenare la sua offensiva: ma vana fu l’attesa, perchè l’Alessandria, priva di mordente e di carattere, rinunciò incredibilmente a sfruttare la favorevole contingenza. Un po’ troppo in verità, per una compagine che rappresenta nella serie B un nome, che chiama a raccolta sui terreni ove scende, stuoli di tifosi ansiosi di vederla e timorosi per le sorti della propria squadra. Si aggiunga poi a tutto questo la cattiva giornata di Stefani che si è fatto sorprendere due volte con ingenuità e mancanza di tempestività: le due reti da noi subite sono venute da due centri dell’ala destra e trasformati in rete dall’abile Dell’ Angelo che si trovava la palla sul piede per essere sfuggita a Stefani, e dal centravanti Mencacci. Mencacci che, anticipando di testa Nardi, sorprendeva Stefani, che non aveva pensato di intervenire prima sulla traiettoria del pallone Impedendo cosi all’avversario di girare comodamente la palla in rete. Nardi e Giacomazzi, e specialmente quest’ultimo, vengono sovente presi d’infilata da Bisogna quindi riconoscere che il Prato ha legittimato con un gioco più pratico e più rapido la sua vittoria, tenendo un ritmo prodigioso che disorientò l’antagonista tanto che questa stentava a ritrovarsi e continuava a scoprire i punti deboli della propria intelaiatura. Tenne fino a pochi minuti dalla fine il centro campo con autorità e disinvoltura, tanto da preparare le trame del suo gioco con sufficiente precisione. A. noi non resta che l’amaro della sconfitta che ci deve però fare meditare onde mettere in evidenza le nostre pecche. Il centro campo dovrà essere tenuto e dominato con un gioco meglio organizzato dove i mediani sappiano prodigarsi al servizio dell’attacco e non anche debbano continuamente, dalla manovra offensiva e relativa copertura trasformarsi con una corsa affannosa in terzini volanti: da ciò deriverà innanzi tutto che Migliavacca potrà giocare ancora solo da mezz’ala e non rimanere invischiato nella rete del quadrilatero avversario con la conseguenza di non riuscire più a trovare il bandolo della matassa con cui legare il gioco dei reparti. In secondo luogo sarà necessario curare maggiormente la copertura: e qui possiamo richiamare quanto scritto dal già citato tecnico: « Non si perde certamente la faccia a giocare con il terzino libero in campo avversario e non è nemmeno una confessione d’inferiorità. Senza dubbio il centrocampo alessandrino avrebbe richiesto un uomo in più, sia per non lasciare Bercellino solo con il centravanti avversario, sia per equilibrare meglio i movimenti della squadra, togliendole quel vuoto al centro che solo il generoso impegno di Sniderò e Sicurani, ma particolarmente del primo, poteva in parte coprire ». Lasciando ora da parte queste malinconiche osservazioni, pensiamo ancora una volta che anche questa sconfitta non è ancora grave e lascia intatte tutte le nostre possibilità. Siamo sempre dell’ opinione che la squadra sia all’altezza di qualunque impresa perchè è formata da uomini di classe. Quando avrà trovato l’amalgama necessario e saprà esprimere tutto il suo temperamento di compagine anche combattiva e solida ci darà molte soddisfazioni. Preoccupante e sfortunata si presenta invece la situazione attuale per la indisponibilità di molti uomini: Soncini che si era rimesso dalla frattura è ora indisposto e quindi dovrà essere rimandata la sua chiamata in squadra, Oldani soffre ancora delle conseguenze della distorsione al ginocchio, Marmo ha una mano ingessata ed è quindi indisponibile, il piccolo Vanara è anch’egli dolorante ad una caviglia. Come vedete non possiamo disporre di uomini essenziali per una partita importante come quella di domani contro il Genoa: ciò malgrado sarà necessario affrontare l’ avversario con la precisa volontà di vincere. Sarà una battaglia dura e senza respiro, ma i nostri ragazzi ne avvertono l’importanza e si sono Imposti di spuntarla. L’attesa è febbrile: domani il campo rigurgiterà di spettatori e non saranno tutti alessandrini. E’ stato scritto che il pubblico particolare che possiede il Genoa è degno della grande impresa che questa squadra si è accinta ad affrontare e che la prima tappa, ora che è a quota zero, è quella di spuntarla ad Alessandria: osserviamo che il nostro pubblico non è secondo a nessuno per meritarsi soddisfazioni e vittorie. Voglia rincontro dimostrare che la nostra fede non si lascia piegare dalle altrui ambizioni (Il Piccolo - Barbagrigia) RISULTATI: Catanzaro - Marzotto 4-0 Foggia, - Brescia 0- 0 Genoa - Venezia 2-0 Palermo - Como 0-0 Parma - Ozo Mantova 0-1 Prato - Alessandria 2-1 Pro Patria - Reggiana 1-1 Simmenthal Monza - Sambenedettese 0-1 Triestina - Messina 1- 0 Verona - Novara 0-0 CLASSIFICA: Novara, Ozo Mantova, Sambenedettese, Como, p. 8; Palermo, Alessandria, 7; Parma, Catanzaro, Pro Patria, Venezia, Prato e Triestina, 6; Messina, S. Monza, 5; Brescia, Reggiana, Verona, Marzotto, 4; Foggia, 3; Genoa, 0. Il punto sul campionato Il torneo di Serie B registra, ogni domenica, qualche grossa sorpresa. Domenica, forse, i colpi di scena sono stati maggiori del previsto ed hanno contribuito a dare un nuovo assetto alla classifica. Il successo clamoroso dell'Ozo Mantova a Parma (con un gol del terzino Morganti), quello altrettanto inatteso della Sambenedettese a Monza, la sconfitta dell'Alessandria a Prato, il pareggio del Novara a Verona e quello del Como a Palermo, hanno portato a quattro unità il gruppetto delle capoliste. In vetta alla graduatoria, con otto punti, sono adesso Novara, Ozo Mantova, Sambenedettese, Como, seguite a un punto dai grigi e dal Palermo. I commenti parlano a favore dei novaresi, dei comaschi, dei mantovani, mentre la vittoria della Sambenedettese trae forse un improvviso spunto da un improvviso calo del Simmenthal Monza. Quasi tutti gli incontri di domenica sono stati giocati con molta energia e se ne sono risentite le eco a fine partita come ad esempio a Verona dove si è verificato un incidente a causa di uno scatto nervoso del portiere veneto Ciceri indispettito da un commento vivace dell'allenatore piemontese Facchetti. A Genova venticinque mila spettatori hanno applaudito il 2 a 0 con il quale la compagine ligure ha regolato il Venezia annullando cosi definitivamente la famosa penalizzazione. I genoani ancora sfortunati però dovranno rinunciare a schierare in campo, per un paio di confronti, l'ala destra Bolzoni che contro il Venezia ha riportato la frattura del setto nasale. Immediato obiettivo del Genoa è quello di agganciarsi alle ultime della classifica sperando che nel contempo che le prime compiano una marcia al rallentatore. Già da domenica prossima il compito dei rossoblù si presenta quanto mai arduo dovendo essi giocare con l'Alessandria (La Stampa)