Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
06-11-1960 - Giornata: 7 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Genoa CFC 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Bercellino (I) Giancarlo, Sicurani Alfonso, Vanara Elio, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bettini Sergio All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
GENOA CFC: Franci, Corradi, Beraldo, Rivara, Baveni, Piquè, Frignani, Occhetta, Bean, Pantaleoni, Pesaola. All.: Frossi Annibale

Arbitro: Carminati Ettore (Milano)
Note
Inizio gara ore 14.30

Commento
I GRIGI PARTONI STAMANE PER TRIESTE Clima sereno ed esaltante, pubblico entusiasta che si assiepa foltissimo intorno al campo di gioco. La nostra squadra cammina sulle ali dell’entusiasmo, domina tecnicamente l’avversario, lo chiude in una affannosa difesa, studia addirittura con stupefacente calma, ad ogni azione, in quale corridoio indirizzare il pallone o dove si può con maggior sicurezza aggirare l’avversario. Ormai è scontato: l’Alessandria è squadra il cui gioco matura pienamente solo nell’aria di casa. Avesse giocato a Prato con l’impeto e la suneriorità tecnica ed agonistica dimostrati contro il Genoa non sarebbe stata sconfitta Domenica siamo usciti dal campo provando soltanto l’amarezza per non aver raggiunta la vittoria in quanto avevamo puntalo su questo incontro per una pronta riscossa dopo la sconfitta della domenica prima, amareggiati per un risultato che non premiava certo lo slancio e l’impostazione esatta che alla condotta di gioco era stata data. Ma per tutt'altre considerazioni eravamo sinceramente compiaciuti perché il costante dominio territoriale da noi tenuto, dimostrava come la nostra unità continui a non smentire le speranze della vigilia, intatte essendo ancora le probabilità di potersi imporre su tutte le altre compagini L’Alessandria ha dimostrato di possedere un raro temperamento di combattente, un complesso di uomini idonei all'azione ficcante, tanto da condurre rincontro a suo piacimento con lodevole impeto, sfiorando il gol più volte sia all'inizio, come nei drammatici momenti della ripresa. Sarà possibile scrivere un giorno queste stesse impressioni dopo una partita esterna? Potremo sentir parlare di squadra « caricata per la manovra aggressiva, padrona del centrocampo, agire e disinvolta? ». Non vogliamo peccare di ottimismo, ma siamo certi che un giorno potremo dire e sentir dire dell’Alessandria questi commenti dopo un incontro incandescente giocato su un campo avverso. Ma fino a quando tale fatto non si sarà verificato, non potremo dichiararci pienamente soddisfatti, ne d’avere la squadra veramente degna della sua fama e del nome che porta. UN TRISTE PRIMATO : Vogliamo ricordare prima di tutto, come protagonista determinante dell’incontro, il campo. Purtroppo a questo proposito, abbiamo un primato non certo invidiabile che non poco ci danneggia. Le condizioni del nostro terreno di gioco sono semplicemente allarmanti, il fondo è assolutamente impossibile, i movimenti dei singoli, la manovra di squadra, il gioco radente, il passaggio di prima, la sostanza insomma del miglior giuoco, sono del tutto tralasciati per non correre brutti rischi: non sappiamo quando e come sarà possibile rimediare ad una situazione del genere che non trova riscontro in nessun altro campo della serie A o della serie B. Purtroppo questo problema è di antica data e si è aggravato in questi ultimi tempi per il perdurare delle condizioni proibitive del tempo ed il Quotidiano uso cui è sottoposto il campo a causa dai laboriosi allenamenti praticati. Infatti, alla deficienza del fondo è da unirsi la totale mancanza di un campo di allenamento che anche le più modeste squadre posseggono. Anche per questo aspetto il problema è assai serio e complesso. Purtroppo gli sportivi alessandrini che al gioco del calcio ed in particolare alla squadra grigia tengono molto, non possono far nulla se non prendere atto delle deficitarie condizioni in cui la squadra gioca alla domenica e si allena durante la settimana, costretta a limitare i suoi palleggi ai margini del terreno da gioco o a trasferirsi a Spinetta Marengo nel modesto campetto della Montecatini, non certo ideale per gli accurati allenamenti che intende praticare Achilli, ma che resta comunque l’unico gentilmente concesso alla nostra squadra. Le autorità comunali sempre sensibili alle necessità dell’Alessandria, vorranno intervenire anche per questo più vasto ma essenziale problema? Noi, e tutti gli sportivi ce lo auguriamo di cuore. I PROTAGONISTI: Il discorso ci ha portati lontano, facendoci dimenticare la partita di domenica scorsa: ma in verità era da qualche settimana che avvertivamo un senso di disagio ogni qualvolta. reduci da una trasferta, riportavamo lo sguardo sul nostro campo. E forse, il fastidio di un terreno simile, con tutti gli intralci che comporta, lo avvertiamo maggiormente quest’anno per il fatto che, rompendo tutte le tradizioni e, contrariamente a Quanto i superficiali tecnici hanno scritto, Quest’anno non abbiamo proprio una squadra « da terreno pesante » ma una compagine tecnica e bene equilibrata che ama la manovra ed il gioco veloce e bene impostato. Pensiamo infatti che se domenica il terreno fosse stato in condizioni almeno discrete, avremmo sicuramente vinto, e forse non con una sola rete di scarto: i] Genoa chiuso nella sua tattica rinunciataria, ha subito l’iniziativa dell’Alessandria per l’intera durata della partita, rimediando il pareggio con molto affanno, eccedendo fino alla nota in un palleggio minuto ed affannato in fase di disimpegno, tenendo avanti, sotto ed abbandonato, lo scoraggiato Been Priva di ogni possibilità di dominio al centro campo. la squadra Genoana fu sempre dominata a causa del suo ostinato catenaccio: e ciò diciamo con un senso di sollievo, ricordando quanto, e prudentemente, veniva detto contro di noi lo scorso anno allorché ci presentavamo sui rami avversi chiusi nella spigolosa roccaforte del catenaccio, e ci viene da sorridere leggendo su un giornale di Genova, che i rosso-blu si sono fatti rispettare imponendo agli avversari il loro gioco e?) anche se di prudente difesa (!) Preferiamo i giornalisti più obbiettivi p Qualificati che scrivono : « L’Alessandria ha caricato l’ avversario dominando soprattutto a centro-campo dove la gran giornata di Sniderò (malgrado qualche fallo su Pesaola), sicuramente il migliore in campo con Vitali, la praticità di Sicurani, l’inesauribile appoggio di Migliavacca, costituivano argine di sicurezza per la difese e trampolino ideale per il rilancio invitante dei Quattro attaccanti La potenza di Nardi. Giacomazzi e Bercellino. il pronto disimpegno dei tre fulcri centrali. alimentavano in continuità l’offensiva; Questa si sviluppava geniale, a volte, sotto la regia di un Vitali si rendeva pericolosa per le scorribanda di Fanello, per le puntuali e diligenti entrate in scena di Baitini, oltreché per un agevole risucchio (consigliato dal fin troppo massiccio arretramento genoani dei laterali e dello stesso Migliavacca». (Angelo Ponti su « La Gazzetta dello Sport) » Purtroppo non abbiamo segnato: e questa sarebbe stata la cosa più importante. Già al primo minuto avremmo dovuto avere una rete all'attivo, e poi ancora al ventiquattresimo minuto se Fanello non si fosse mangiato il gol da pochi passi e poi al 30.o minuto se la folgorante legnata di Sicurani servito da Vitali, non avesse incrociato il portiere capitato per caso sulla traiettoria, e da ultimo al 41' minuto se Sicurani avesse lasciata andare la palla a Vitali bene appostato, invece di scaricare il tiro su di un difensore. Nella ripresa ancora Fanello mancò l’aggancio al 12.o minuto sul corner ben piazzato di Bettini, senza contare i due magnifici invitanti centri di Vitali dalla destra che attraversarono tutta la luce della porta senza che nessuno dei nostri sia arrivato all'appuntamento. Pazienza: non drammatizziamo. Speriamo soltanto che la squadra si svegli in trasferta, che la nostra prima linea sappia imporre il suo gioco e le reti verranno, immancabili. I BOSCAIOLI: Non possiamo tacere il dispetto che provammo nel leggere i resoconti genovesi al lunedì, allorché gli « inviati speciali » del «Corriere del Pomeriggio» ci offersero commenti come questi: « I corpo a corpo, gli attacchi all'arma bianca dei vari Sniderò, Giacomazzi. Nardi e dello stesso Bercellino, non hanno impedito alla formazione di Frossi di raggiungere il traguardo che si era prefisso: non perdere... Frignani è pesto. Forse il più tartassato. Quel Giacomazzi prima e quel Nardi poi, ce l’avevano con lui in modo vergognoso (sic!). Entravano su di lui con la forza dei boscaioli della Val d’Aosta che spaccano legna. Senza pietà ! ». Se tutto ciò non fosse altamente offensivo ci sarebbe da sorridere nel constatare come il tifo faccia perdere il senso della misura anche ai pretesi tecnici. Quale differenza di stile e di scuola in quel maestro, eterno romantico, che noi ci diciamo di citare sempre, Ettore Berrà che terminava invece il suo articolo cosi: « L’undici rosso-blu ha conquistato il suo primo punto positivo. La sua è una ascesa" dura, la strada è irta di ostacoli, la serie B è una selva da cui è difficile uscire Auguriamole di trovare il cammino giusto. Il povero e vecchio Genoa se lo merita ». Meditino quei signori che usano la penna solo per offendere: c’è da imparare nella forma e nello stile e soprattutto nel sentimento. DOMANI: Non abbiamo mai azzardato un pronostico: ebbene, questa volta lo vogliamo fare. Pensiamo che l’Alessandria possa spuntarla. Ha tutti i requisiti per imporsi a Trieste contro una squadra che ad ogni ha solo segnato quattro reti subendone nove. Il nostro attacco domenica, se troverà, campo è certo, un terreno più adatto ai suoi ed alle sue possibilità, potrà aprire il suo gioco ficcante e manovrato e sicuramente fare breccia. Se ci saremo sbagliati non azzarderemo mai più un pronostico: ma questa volta, per non far tacere una segreta voce di speranza che vibra in noi, lasciatecelo dire: a Trieste vinceremo (Il Piccolo - Barbagrigia) Nel campionato di Serie B confronto tra due squadre dal nome famoso INUTILI GLI ATTACCHI DELL'ALESSANDRIA CONTRO LA SOLIDA DIFESA DEL GENOA Gioco deciso su un terreno fangoso - I grigi hanno sfiorato il successo nella fase finale su centro di Vitali - Il rossoblu Pesaola da ala sinistra spostato a centrocampo Giusto il pareggio, la partita non meritava di più di uno zero a zero, ma la sola squadra che avrebbe potuta vincere era l'Alessandria. La partita non esalta meriti di nessuno, ne condanna piuttosto le colpe. Due compagini in diverso modo orientate nel gioco: l'Alessandria grintosa e tutta proiettata all'offensiva, il Genoa prudente e tutto preoccupato di difendersi. La prima si è scontrata con una difesa che bene o male è sempre riuscito a cavarsela, purché sgombrasse; la seconda ha avuto spesso campo libero nelle sue non frequenti proiezioni al contrattacco, ma l'azione da rete non è mai riuscita a crearla. Si giocava su di un terreno in cui tutta la fascia centrale, in senso longitudinale, era pressoché impraticabile. Sotto la segatura, abbondantemente sparsa, il fango ostacolava la manovra fin quasi a bloccarla, eppure il gioco del Genoa è stato, quasi per tre quarti del tempo, un gioco di centro campo. Che non sia riuscito a passare non fa stupire, ma l'Alessandria, più aperta e più ispirata, le occasioni buone le ha avute e le ha sciupate. Il risultato resta quindi un condensato giusto di gioco. Abbiamo detto che il Genoa aveva preso le sue precauzioni. Le partite erano una volta una battaglia di gioco, ora sono una battaglia di tattiche. L'andamento lo si stabilisce a tavolino, poco è lasciato, o si intende lasciare, all'iniziativa individuale degli atleti. Il Genoa che voleva portarsi via almeno un punto, aveva disposto i suoi uomini in modo razionale. Bean e Pantaleoni dovevano essere i due elementi di punta; Frignoni era ala tornante che passava alternativamente alla sinistra e alla destra, Occhetta e Pesaola avevano in consegna il centro campo e libero da marcature appariva Piqué che avrebbe dovuto essere all'incirca il Boniperti della situazione giovandosi del tendenziale arretramento della sua mezz'ala mentre Rivara si prendeva in consegna Vitali. Terzini sulle ali e ccntromediano sul centravanti Assente Bolzoni, il Genoa mancava nel suo schieramento di un'ala, la destra. Frignani nei suoi spostamenti liberava ora il terzino destro avversario, ora quello sinistro. Nel primo tempo lasciò libero Nardi, nel secondo concesse prevalentemente libertà a Giacómazzi. Di conseguenza una delle due strisce laterali sulle quali il terreno era ancora praticabile, restava alternativamente a disposizione dei terzini alessandrini. Al centro le cose non andavano meglio. Delle due punte dell'attacco la sola efficiente era Bean Isolato in mezzo al fango, con scarse possibilità di controllo della palla e di fronte ad una difesa il cui compito appariva evidentemente più facile, il povero Bean ha sfacchinato come un negro, con scarso e spesso nessun aiuto, solo a costruire in mezzo ad avversari che non dovevano far altro che spazzare senza una spalla a cui appoggiare il tentativo di manovra poiché Pantaleoni, scialbo sempre, aveva dei periodi di quasi completa nullità. Al centro campo, Pesaola, giocatore di risorse ma ormai senza scatto e senza anticipo, era due volte su tre superato dal disordinato-ma energico ed irrompente attacco alessandrino che aveva sempre almeno quattro uomini in linea. Si riprese nel secondo tempo, ma a questo punto Bean non aveva più la freschezza di slancio di prima ed avvicinandosi la partita alla fine il Genoa irrobustii^ sempre più il suo assestamento difensivo. Bean non uscì mai dal fango poiché il gioco dei rossoblu è stato prevalentemente gioco di centro dove non ci si muoveva. L'attacco rossoblu cercò di sorprendere Stefani con alcuni allunghi improvvisi, ma una sola volta si ebbe la sensazione di una possibile segnatura e fu al 33' della ripresa quando un'azione sveltamente condotta da Frignani sulla sinistra piombò nell'area di rigore dei grigi. Frignani allungò a Bean che a sua volta, pressato da Bercellino, passò a Pantaleoni appena ad un metro dal fondo e quindi nella situazione di non poter nemmeno tentare il tiro. Era un passaggio di disimpegno, Bean, svincolatosi intanto dall'avversario attendeva di ritorno la palla ma Pantaleoni volle tirare e non potè ottenere che un rimpallo sul portiere. Ci siamo soffermati su questa azione perché essa è stata la sola in cui il Genoa si sia trovato nella possibilità di segnare. Ma prevalentemente la sua tattica è stata nulla di più di un'organizzazione difensiva. L'Alessandria aveva invece meno grilli tattici per la testa, il suo era un gioco d'offesa, quindici un gioco d'iniziativa che richiedeva un irrobustimento dell'attacco. Essa assaltò quasi in continuità, concesse all'avversario rari periodi di prevalenza, ha condotto si può dire un arrembaggio di novanta minuti, a ondate che si ripetevano continuamente, con l'impeto, la foga, la volontà di chi vuole ad ogni costo passare. Di fronte ai diversi scaglionamenti difensivi dei rossoblu, questi attacchi si frantumavano e si disordinavano, ma rapidamente la manovra si riallacciava; una manovra avventurosa e talvolta rabbiosa, insistente e grintosa, con una spinta aggressiva che sembrava voler aprirsi di forza un varco. Anche l'Alessandria aveva preso le sue misure di centro campo, ma Vanara, Vitali, Fanello e Bettini conservavano prevalentemente un ruolo offensivo, istintivamente tutta la squadra si rovesciava contro la difesa avversaria e forse solo per questa superiorità agonistica avrebbe meritato di raggiungere il successo. Non lo raggiunse ma lo sfiorò più volte. Già subito dopo il fischio d'inizio, un centro di Nardi mandava la palla su Fanello, questi la bloccava col petto, le spalle vol¬ tate alla .porta, e la toccava a Migliavacca che sparava deciso da una quindicina di metri. Franci parava in tuffo, ma si lasciava poi sfuggire la palla e di colpo si creava un trambusto, davanti alla rete che Pesaola poteva risolvere con un intervento In extremis. Fu-questo episodio che diede la scintilla alla lotta. Poco gioco, ma continui corpo a corpo, 10 slàncio per impadronirsi della palla, l'accanimento per conservarne il possesso, l'impeto per far cuneo nella difesa. La partita non era bella, mai riusciva a creare un'emozione che scaturisse da una fase in cui invenzione e tecnica sollevassero la lotta alla dignità di gioco vero, ma pure essa non era senza emozioni per la folla. L'Alessandria cercava di spaziare il gioco, se il Genoa s'era-; ridotto a poter disporre di una sola ala, essa puntava invece su due estreme veloci e conducevà un forcing continuo e assillante che non dava tregua. Ottenne nove calci d'angolo e non ne sfruttò nemmeno uno. A cinque minuti dalla fine condusse l'azione che parve dover essere decisiva, un centro rasoterra di Vitali a mezzo metro dalla porta che fece tenere il fiato alla folla. La palla sfilò davanti alla rete, Fanello, il buon Fanello, uno dei più ardui e dei più decisi, mancò all'appuntamento, l'occasione passò. 11 Genoa si portò via un punto, ed era quanto desiderava; l'Alessandria ne lasciò uno, ed era proprio quello che non avrebbe voluto. (La Stampa - Ed. Sport - Ettore Berra) Recupero: Genoa - Parma 3-1 RISULTATI: Alessandria-Genoa 0-0 Brescia - Reggiana 1-1 Catanzaro - Palermo 1-1 Como - Prato 2-1 Parma - Foggia 1-1 Sambenedettese - Verona 2-0 Marzotto - Messina 1-1 Novara - Simmenthal Monza 0-0 Ozo Mantova - Pro Patria 1-0 Venezia - Triestina 4-1 CLASSIFICA: Sambemedettese, Ozo Mantova, Como p. 10; Novara 9; Palermo, Alessandria, Venezia 8; Parma, Catanzaro 7; Messina, Pro Patria, S. Monza, Prato, Triestina 6; Brescia, Reggiana, Marzotto 5; Foggia, Verona 4; Genoa 3 Il punto sul campionato Nessun successo esterno nella settima giornata di campionato. Giornata nella quale sei partite sono terminate in parità. Due gol di pregevole fattura hanno consentito alla Sambenedettese di avere la meglio sul Verona. Meritato successo per il Como, anche se ottenuto di misura, sul Prato. Incontro equilibrato e pareggio giusto quello tra Catanzaro e Palermo, 1-1 il finale. Stesso esito finale tra Brescia e Reggiana, i padroni di casa hanno attaccato di più, ma, tatticamente, le due compagini si sono equivalse.