Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
13-11-1960 - Giornata: 8 - Trieste - Comunale


Triestina US - Alessandria US 2 - 0 (1 - 0)
RETI: 32. rig. Rebizzi [Tr] , 84. Fortunato [Tr]

Alessandria US Stefani Ideo, Melideo Rocco, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Bercellino (I) Giancarlo, Sicurani Alfonso, Azzimonti Giorgio, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bettini Sergio All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
TRIESTINA US: Luison, Bernard, Brac, Larini, Frigeri, De Grassi, Fogar, Rebizzi, Secchi, Sadar, Fortunato. All.: Trevisan Ettore

Arbitro: Marchese Gennaro (Frattamaggiore)
Note
Inizio gara ore 14.30

Commento
NOVARA ED ALESSANDRIA UNA DOPPIA SCONFITTA I grigi a Trieste sfocati in prima linea Partita strana, di scarso contenuto tecnico e arbitrata in modo molto discutibile. La Triestina ha piazzato alle spalle di Stefani due palloni; ma il risultato poteva essere rovesciato se la prima linea grigia avesse saputo manovrare in profondità senza perdersi in inutili preziosismi. Nella prima mezz'ora di gioco supremazia netta degli alessandrini, con i rosso-alabardati chiusi nella loro metà campo. In questo periodo di predominio, i grigi hanno saputo condurre qualche pregevole azione, che però restava senza effetto per l'incapacità degli attaccanti di realizzare. Nessuno degli ospiti è riuscito a tirare a rete. Fanello ha cercato di legare i reparti e di dare consistenza alle azioni offensive, una è stato scarsamente coadiuvato dai suoi compagni della prima linea. Stranamente passivo Bettini e poco convincente il gioco di Migliavacca; soltanto Vitali e Azzimonti hanno tentato più volte di portarsi in posizione di tiro, ma le maglie della difesa alabardata erano ormai chiuse senza alcun spiraglio. Dopo alcuni calci d'angolo per parte, la Triestina, stimolata dall'inefficienza dell'attacco alessandrino, partiva alla controffensiva con azioni senza pregio tecnico ma pericolose. Al 28' Eebizzi coglie uno spettacolare palo con un tiro da una trentina di metri. Al 32' il primo goal della Triestina: il centro-attacco Secchi si proietta in avanti e a due passi da Stefani viene rudemente caricato alle spalle da Melineo. Beblzzi si incarica di battere su rigore Stetani con un violento tiro sulla destra della porta. Al '41 altro palo di Eebizzi. Poi il primo tempo si chiude con un calcio d'angolo a favore dell'Alessandria. Nel secondo tempo è l'Alessandria che riparte all'attacco, riuscendo a bloccare i rosso-alabardati per quasi tutti i 45 minuti nel loro settore di gioco. Batti e ribatti, al 20' l'arbitro concede un rigore in favore dei grigi per un fallo sull'uomo. Tira Giacomazzi alla destra di Luison, il quale di pugno allontana la minaccia. Riprende la pressione alessandrina con 1 terzini oltre la metà campo. La Triestina si difende affannosamente dalle massicce incursioni degli ospiti e per due volte Bradi salva la porta da reti sicure. I triestini operano soltanto al contrattacco, lasciando l'incarico a Fortunato, a Secchi e a Bebizzi. Al '39 la seconda rete, Giacomazzi commette fallo su Fogar. L'arbitro fischia la continuazione del gioco, la pilla va a Bebizzi che la smista a Fogar, che a sua volta la passa a Fortunato, che mette in rete. (La Stampa) SCONFITTI I GRIGI A TRIESTE PER UN RIGORE MANCATO Domani al “Moccagatta,, la capolista Ozo Mantova Pare il titolo di un film ed è invece un’amara realtà. Si accendono le luci: intorno a questa stupenda città agitata dai vento e colorata dal sole, mentre il treno si mette in moto e ci porta a casa. Non si sentono voci nè commenti; si avverte solo un senso di disagio, una malinconia diffusa, un rimpianto per ciò che poteva essere e non è stato. S’è perduto l’eco dei settemila vocianti scatenati dall’inizio del secondo tempo allorché veniva concesso il calcio di rigore a nostro favore, non è più ormai che un ricordo che non colma la malinconia di una sconfitta davvero strana, ai più paradossale. Ed in noi si insinua e ci rode ancora quella segreta voce che ci fece apertamente affermare sabato scorso, nel salutare il lettore, che a Trieste vinceremo. « Lasciatecelo dire, scrivevamo, se ci saremo sbagliati non azzardiamo più un pronostico ». E cosi faremo : ci siamo sbagliati, la voce segreta era falsa, non veniva a noi dalla ragione, ma solo dalla speranza, dall’ottimismo, era un atto di fede sincero fin che si vuole, ma frutto di un tifo partigiano. Certo però che, ripensandoci, non potevamo prevedere che saremmo stati sconfitti in un modo così strano: alla indecisione,- ed ai torti si aggiunga anche la sfortuna ed il destino beffardo e si avrà un quadro della situazione. Si sono già provati in tanti a stabilire cosa c’è che non va nella nostra squadra allorché gioca fuori casa. E’ difficile individuarne la causa, se veramente di causa si tratta, ed è più difficile ancora porvi rimedio. E intanto le settimane passano e le nostre speranze si fanno più incerte, l’affanno della corsa più pesante, il morale si innalza e si abbassa creando spesso questa pesante atmosfera di lunghi silenzi e di tristi ritorni. RICAMI — Potremmo richiamare quanto già scritto in altre occasioni. Non si pensi che la squadra sia stata soggiogata dall’avversario e costretta ad un gioco convulso di disperata difesa. Specialmente nella prima mezz’ora il campo fu tutto dell’ Alessandria. Il gioco si svolse piacevole a vedersi ed anche particolarmente bello. Con i due mediani laterali padroni del centro campo, in particolare Sniderò libero da obblighi di marcatura per l’aiuto di Azzimonti arretrato, la nostra squadra si distese all’attacco sviluppando un notevole gioco di ricami fitti di passaggi, e legati da una intesa ben congegnata. Non un guizzo a rete, non un’azione ficcante. La difesa della Triestina se pure disorientata, entrava decisamente e rompeva quelle azioni svolte al piccolo trotto. La prima linea denunciava, come sempre, i limiti soliti delle partite esterne: Fanello non era più il lucido e penetrante contrattacco che conosciamo: ad un timore generico, se ne aggiungeva forse uno specifico dovuto ad uno strappo che lo tormentava da due domeniche. Il suo trotterellare in mezzo al campo, omettendo di tentare al momento opportuno le puntate a rete, andava sostanzialmente a detrimento di tutto il sistema offensivo della prima linea: Vitali suggeriva a sprazzi ottime manovre, vivace e fantasioso sempre, ma non trovava rispondenza nei compagni vicini. Bettini, ad eccezione di qualche spunto, era irriconoscibile. Evidentemente, l’aria di casa gli ha giocato un brutto scherzo. Di fronte al suo pubblico, si sentiva emozionato come un principiante. E noi invano attendevamo il suo spunto, il suo suggerimento, la sua rincorsa franca e battagliera o magari quel famoso tiro a rete che avrebbe potuto risolvere la situazione. Migliavacca, risucchiato fra le manovre avanzate ed il gioco di centro campo che lo portava spesso ad arretrare come ai vecchi tempi, per cercare palloni da rilanciare alle punte avanzate, tornava a svolgere un gioco volonteroso ma impreciso ed arruffato. Questa è la prima linea dai ricami dorati, senza però il telaio che tenesse insieme, e solidamente, quei fili sparsi mollemente sul terreno. E passarono i minuti, finché anche il ricamo scomparve e prese vigore la Triestina disordinata e meno elegante, ma certo più efficace. In pochi minuti sentimmo il fragore di due potentissimi tiri che si infrangevano sui pali di Stefani: due autentiche cannonate che Suonarono come un fiero monito per la nostra squadra. Con poche manovre di contropiede, senza complimenti e senza fronzoli, i rossi alabardati si trovarono in posizione di segnare, prima ancora che la nostra difesa potesse riorganizzare il suo gioco. Al 28’ minuto ed al 42,o minuto lo scatenato Rebizzi fece partire due tiri di rara potenza per i quali il frastornato Stefani si accontentò di abbozzare un tentativo quando già l’eco del colpo sul palo aveva provocato un brivido al povero spettatore. Tutto questo giustifica appieno quindi la nostra delusione, lo sconforto dell’illuso tifoso. Fino a quando dovremo provare queste amarezze (Il Piccolo - Barbagrigia) RISULTATI: Foggia - Sambenedettese 1-1 Genoa - Ozo Mantova 2-4 Marzotto - Palermo 2-0 Messina - Catanzaro 2-2 Prato - Novara 3-0 Pro Patria - Venezia 2-1 Reggiana - Como 1-0 Simmenthal Monza - Parma 1-0 Triestina - Alessandria 2-0 Verona - Brescia 2-1 CLASSIFICA: Ozo Mantova p. 12; Sambenedettese, 11; Como, 10; Novara, 9; Catanzaro, Venezia, Alessandria, Pro Patria, Prato, Palermo, S. Monza e Triestina, 8; Marzotto, Messina, Parma e Reggiana, 7; Verona, 6; Brescia e Foggia, 5; Genoa, 3 Il punto sul campionato L'Ozo Mantova, squadra che ha nelle sue file gli ex calciatori del Torino Tarabbia, Conciali e Giammarinaro, è rimasto solo al comando della classifica del torneo di serie B. Ha 12 punti, una sola sconfitta, cinque vittorie e due pareggi. Il Genoa, che ha accusato la stanchezza dovuta alle tre partite disputate nello spazio di otto giorni, ha ricomincialo la sua strana « altalena ». E' fermo ora a «quota 3 » ed ha in programma nel prossimo turno una gara oltremodo impegnativa a San Benedetto del Tronto. La Sambenedettese, una formazione partita con poche pretese, si è riconfermata solida e tenace anche a Foggia, dove ha pareggiato, e sarà un duro ostacolo per i rossoblu Fermi in classifica sono invece restati Como p. 10 e Novara p. 9 entrambi battuti in trasferta. Per i comaschi, a Reggio Emilia, la partita è stata faticosa ma ha concesso loro speranze fino all'ultimo minuto mentre per il Novara l'incontro si è praticamente deciso nel primo tempo. Il Palermo, 0-2, sul campo del Marzotto, ha nuovamente deluso. In Verona-Brescia la vittoria è toccata ai veneti per 2-1. (La Stampa)