Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
20-11-1960 - Giornata: 9 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Ozo Mantova AC 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 72. Fanello G.[A] 10. Recagni [Oz]

Alessandria US Arbizzani Luciano, Melideo Rocco, Giacomazzi Giovanni, Sicurani Alfonso, Bercellino (I) Giancarlo, Snidero Cirano, Oldani (II) Tullio, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bettini Sergio All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
OZO MANTOVA AC: Negri, Morganti, Gerin, Tarabbia, Pini, Longhi, Del Negro, Giagnoni, Giammarinaro, Castellazzi, Recagni. All.: Fabbri Edmondo.

Arbitro: De Robbio Francesco (Torre Annunziata)
Note
Espulsi 74. Del Negro [M] e Oldani [A]. Inizio gara ore 14.30

Commento
UN INSUFFICENTE ARBITRAGGIO HA NEGATO LA VITTORIA DEI GRIGI SULL'OZO MANTOVA L’Alessandria é partita per la duplice trasferta nel Sud FINO A QUANDO? La serie delle nostre disgrazie continua lenta ed inesorabile: a Soncini assente da sette domeniche, a Marmo, a Nardi, a Filini, ad Oldani, si aggiunge ora anche Melideo ingessato ad una mano e quindi indisponibile per la trasferta nel sud. Inoltre si è avuto domenica il più infelice arbitraggio che una squadra possa subire. E’ strano come il pareggio conseguito dall’Ozo Mantova domenica abbia dato alla testa a tanta gente che ha addirittura gridato al miracolo: « Chi fermerà l’Ozo Mantova? » è il titolo del commento di mercoledì di Tavecchia sul Corriere della Sera. Tutto ciò è semplicemente assurdo: malgrado i gravi errori e le nostre deficienze, l’Ozo Mantova sarebbe già stato fermato da noi domenica se l’arbitraggio fosse stato più preciso e meno caotico. Stiamo evidentemente attraversando un brutto periodo: la sfortuna ci perseguita proprio nel momento in cui la squadra rende meno del previsto e della sua normale misura. Questa serie ininterrotta di disgraziati eventi deve finire a tutti i costi o le nostre speranze di portarci nelle prime posizioni per coltivare ancora il non impossibile sogno della promozione, definitivamente svaniranno. Domenica abbiamo osservato il pubblico, questo personalissimo protagonista del duro incontro che abbiamo disputato in casa: lo abbiamo visto soffrire e fremere, con slanci commoventi, con ribellioni incandescenti di sdegno e di passione. Ci siamo convinti ancora una volta che questa anonima folla palpitante non abbandona la sua squadra che questa foltissima schiera di tifosi contribuirà a far sì che questo momento delicato sia superato da tutti. IL DANNO E LE BEFFE: E cosi è passato ormai all’archivio delle nostre memorie il tanto atteso incontro con la capolista Ozo Mantova: si è trattato complessivamente di una brutta partita disputata sul solito terreno allentato e fangoso che ha assai facilitato gli scontri scorretti e violenti. Ma cosa ha lasciato in noi il ricordo di questo incontro? Molta amarezza innanzitutto- l’Alessandria sì è presentata in campo ben decisa a scrollarsi di dosso la sfortuna che la perseguita da tre settimane, ma è mancata ancora una volta all'appuntamento con la vittoria che, nel secondo tempo, dopo aver raggiunto il pareggio, ha anche sfiorato ma non ha potuto ottenere per una palese carenza nei tiri conclusivi. Ma la prima grande amarezza ce l’ha regalata questo stranissimo ed incapace arbitro. subito al 5.o minuto di giuoco allorché Migliavacca metteva la palla nella rete mantovana: avevamo visto Fanello, spostato sulla destra ai limiti del fuorigioco, essere rimesso in posizione regolare da Longhi che aveva malamente intercettato il pallone. Dalla linea di fondo Fanello, dopo aver compiuto un pronto scatto come ai bei tempi, quando il terreno era asciutto, ricordate?) aveva centrato, e Migliavacca. malgrado l’estremo tentativo di Tarabbia, era riuscito a sospingere la palla in rete. « Se Fanello fosse stato realmente in fuori gioco prima ancora di ricevere la palla, l’arbitro avrebbe dovuto fischiare in quel momento: cosa che non è avvenuta». (Così A. Fasano sulla Gazzetta del Portolo). Ma l’arbitro faceva evidenti segni di I diniego, su segnalazione del preteso fuori gioco effettuata dal guardalinee. La vicenda, la sua conclusione e la decisione dell’arbitro, sono un vero e proprio atto di accusa contro di mi, da soli sufficiente a dimostrare la sua incapacità ma tutto ciò non ci consola, ne è sufficiente a rimediare l’irreparabile danno che è derivato alla nostra squadra. Privare di un gol una compagine come la nostra, che non attraversa un ideale periodo di forma e che di conseguenza è così in difficoltà per segnare, significa porla in serio imbarazzo per tutta la partita, e trasformare il suo ardore in affanno, il suo gioco in assalto, i suoi movimenti in disordinato susseguirsi di manovre scomposte. Il tutto poi si trasformò in dramma allorché pochi minuti dopo la squadra subì una rete a freddo, allorché l’incerto Melideo (che solo nel secondo tempo si riprese con una gagliarda partita) nel tentativo di liberare, mandava invece la palla fra i piedi del liberissimo Recagni che insaccava a fil di palo, lasciando esterrefatto il povero Arbizzani. A proposito del nostro giovane portiere che da tante settimane si allenava con una serietà particolare, attendendo il momento propizio di tornare in squadra, questo gol segnatogli da pochi passi e per il quale nulla avrebbe potuto fare, scatenò in lui un vero e proprio dramma di sconforto che avrebbe potuto compromettere seriamente le sorti della partita: per fortuna invece fu come lo squillo di un risveglio, la disperata volontà di imporre alla malasorte la fiducia serena di una lunga attesa e ci regalò così, poco dopo, due stupende parate, una a terra sui piedi del lanciato Recagni ed una volante che deviava di pugno una saetta di Morganti. Mischie paurose davanti alita porta del Mantova, attinti di trepida attesa, ma tutto invano ; la partita è trascorsa nell'alternarsi dei nostri violenti attacchi e delle nostre indecisioni. Fanello ha mancato ancora le più facili occasioni, denunciando un calo di forma che, speriamo, sia dovuto alle condizioni del terreno, ma se pure ha trovato finalmente la via della rete, nella azione meno facile e nel momento meno propizio, ha in complesso mancato di prontezza fino a divenire esasperante. Bettini non è riuscito ad inserirsi con autorità nella manovra. Un’altra domenica è passata e noi attendiamo invano di ritrovare il forte e generoso giocatore che conoscemmo. Questa condizione negativa, che ci pare accompagnata da uno scadimento fisico, comincia a farsi preoccupante. Il ragazzo è tirato, forse dimagrito, non è lucido di riflessi, e commette i più facili errori di impostazione tipici in chi ha perduto il ritmo. Confidiamo che l’allenamento particolare, diremo anzi personale, cui viene sottoposto, ce lo ridoni come un tempo o i dolori aumenteranno. Unico, bravo sempre ed anche combattente. Vitali: è finita l’epoca del Vitali fragile e svogliato, del Vitali da quarto d’ora; è tornato a noi un ragazzo maturo che ha la coscienza della sua responsabilità e soprattutto l’attaccamento profondissimo alla nostra squadra, al nostro pubblico. Qualche volta brilla una lacrima nei suoi occhi che un giorno erano solo ridenti ciò significa che Vitali è ormai figlio adottivo della nostra città, imbevuto dei nostri colori. DUBBI? Dopo questa serie di partite sfavorevoli, ci chiediamo qualche volta: erano proprio errati gli entusiasmi dei primi giorni, i calcoli su una possibile promozione, le valutazioni su una squadra ritenuta bene impostata, battagliera e tecnica, superiore nei gioco, personale nella intelaiatura tipica d’attacco che le era stata assegnata? Senza tema di essere tacciati di facile ottimismo diciamo che non ci sentiamo di rivedere ancora i nostri giudizi, di limitarci a pensieri più modesti, a programmi di un quieto campionato di attesa. Finché vedremo i nostri ragazzi giocare con tanta disperata volontà, soffrire con noi per l’insuccesso mai accettato, indomiti sempre nel considerarsi invitti nella fede, continueremo a sperare Chi vive vicino a loro ci assicura che nessuno si è montato la testa o si sente campione incompreso: avverte soltanto ché non c’è rassegnazione per le sconfitte, non c’è accettazione per la sorte sfavorevole. Si lavora seriamente in attesa di tempi migliori. Soncini e Filini urgono alle porte per portare nuova linfa a due reparti che hanno tanto bisogno di essere aiutati. Il buon Sicurani lottatore strenuo ma sovente sommerso dal respiro di un gioco più grande di lui, non dovrà essere «bruciato» dal clima incandescente della lotta. Sniderò dovrà rivedere il suo gioco, renderlo più pratico, Migliavacca dovrà registrare la sua posizione di mezz’ala finalmente libera da funzioni ambigue. Il terreno... dovrà asciugarsi. VENTO DEL SUD: Non vogliamo parlare di proposito dei fattacci avvenuti domenica nel secondo tempo allorché lo scontro violento portò l’uomo contro l’uomo sommergendo il sig. De Robbio incerto ed incapace in una serie di errori ineguagliabili Ci rammarichiamo che simili direttori di gara possono permettere che certi episodi si verifichino davanti agli occhi di migliaia di persone in disperata e rabbiosa sofferenza. Se qualcuno dei nostri ha perduto la calma, certo di peggio hanno fatto i signori dell’Ozo Mantova che, per non perdere partita e primato, hanno aggredito i nostri giocatori. Difficilmente si comanda la classifica usando simili sistemi Salutiamo la nostra squadra che parte per il Sud. Per due domeniche (ed è la prima volta) non la vedremo all’opera: domenica a Catanzaro sarà un’altra dura impresa da affrontare. Avverrà il miracolo? Abbiamo promesso di non fare pronostici e non ne faremo. Ritroveranno i nostri ragazzi 11 buon Maccacaro in veste, si dice, di promettente mezz’ala di centrocampo: ritroveranno i nostri avversari il «loro» Fanello che lasciò un grande rimpianto alla sua partenza, come una stella filante che ci lascia attoniti allorché, nel biro del cielo, fugge lontano. Speriamo che il nostro centravanti voglia mostrare ai suoi tifosi di un tempo, che le belle reti è ancora capace a segnarle. (Il Piccolo - Barbagrigia) DEL NEGRO MESSO KO ED ESPULSO IN ALESSANDRIA-MANTOVA L'ala destra aveva commesso un fallo su un avversario ed era stata poi colpita con un pugno da Oldani. Entrambi i giocatori allontanati dal campo. Reti di Recagni e Fanello e finale burrascoso - Annullato un goal forse regolare dell'alessandrino Migliavacca Primo tempo, terzo minuto: Vitali lancia Fanello sulla sinistra, il centroavanti evita un difensore, centra verso l'area e Migliavacca infila. Uno a zero per l'Alessandria? No. L'arbitro De Robbio (che ha fischiato nettamente in ritardo) annulla per fuori gioco di Fanello. Una irregolarità che nessuno aveva rilevato. Decimo minuto: Giammarinaro allunga a Recagni libero al centro dell'area. Tiro e palla in rete alle spalle di Arbizzani : uno a zero per il Mantova. Quindicesimo: scontro a metà campo (con spinte e pedatine) tra Vitali ed il mantovano Longhi. Ammoniti entrambi. Fine del tempo, siamo al 42': In area « grigia » Sicurani difende un pallone e Del Negro, che non può più sottrarglielo, falcia l'alessandrina .con uno sgambetto Sicurani nel cadere reagisce con una pedata al piede del rivale. L’arbitro De Robbio interviene e da paterni consigli. Ripresa. L'Ozo Mantova sta sempre vincendo per uno a zero e l'Alessandria (che poi pareggerà) preme con insistenza. Le « cariche » sono durette da entrambe le parti. Al 22' Migliavacca è atterrato in area con una spinta mentre sta per tirare a rete e De Robbio concede... il fuori gioco. Malumore e scintille in campo. Cinque minuti dopo i grigi pareggiano ed Oldani, esultante, bacia il pallone nella rete avversaria. Longhi lo insegue e gli affibbia un paio di scappellotti piuttosto violenti sulla testa. De Robbio, naturalmente, nemmeno se ne avvede. Palla al centro; se ne impossessa Vitali e la passa a Migliavacca. Il «10» alessandrino punta verso la rete mantovana ma Del Negro lo insegue, lo affianca e lo abbatte con un calcìone. La mischia è istantanea, c'è un vorticar di mani alzate e di piedi che scattano, poi si vede Oldani partire da lontano, schizzare nel folto del gruppo, scuotere Del Negro come una bandiera e spedirlo « K.O. » con un pugno potentissimo. Ora De Robbio, che finalmente è riuscito a capire qualcosa, comincia a compiere il suo lavoro con criterio ed espelle Oldani e Del Negrol II primo se ne va spinto da Giacomazzi, l'altro portato fuori quasi a braccia, con una spugna sul naso sanguinante. Brutto epilogo di. una gara che avrebbe potuto divertire e n centroavanti Fanello segna la rete del pareggio alessandrino con l'Ozo Mantova che la sprovvedutezza di un arbitro ha ridotto quasi ad una rissa. Cosi l'Ozo Mantova capolista ha colto ad Alessandria un risultato di « 1 a 1 », che quanto a consistenza tecnica, gli spetta di diritto. Lasciamo ora da parte le vicende « gialle » del confronto, ricordo fastidioso di atleti esasperati. Il match ha avuto due periodi ben distinti. Nel primo (tutti i 45' iniziali) ha predominato l'acume tattico dei lombardi, nel secondo il ritmo tenace e poderoso dei piemontesi. L'Ozo Mantova ha posto in risalto una mediana di prim'ordine, con Tarabbia (l'ex-granata del Torino) a far da guardia a Fanello, il ventiquattrenne Pini a sbrogliare con interventi precisi e decisi le situazioni difficili, l'instancabile Longhi a intessere manovre in difesa ed all'attacco. Anche in prima linea l'Ozo Mantova ha girato bene. Giammarinaro, centroavanti a pendolo, ora un po' avanzato, ora arretrato come suggeritore, ha fornito ai compagni Del Negro e Recagni idee e palloni. Peccato i suoi gesti inconsulti hanno messo a disagio Melideo e Giacomazzi mentre Giagnoni si è riconfermato abilissimo «centro motore » con un assiduo lavoro a metà campo. L'Alessandria ha avuto un doppio merito: quello di non scoraggiarsi alle continue, irritanti «sviste» arbitrali e quello di recuperare con grinta e volontà. Quasi tutti i « grigi » si sono battuti al limite delle loro possibilità. In difesa hanno retto bene Bercellino (che a volte si ricorda anche di raggiungere gli avanti con precisi « lanci »), Giacomazzi — a tratti — e Arbizzani. I due laterali sono apparsi sovente disorientati, hanno abbondato nel compiere manovre complicate e non sempre hanno servito i compagni con precisione. Tra gli attaccanti quasi inosservato Oldani (a parte il « k.o. »), che era oggetto di «attenzioni » spietate da parte dell'ex alessandrino Gerin, terzino che ha sostituito Cancian, colpito da influenza. L'altra estrema, Bettini, ha fatto arrabbiare i sostenitori alessandrini quasi quanto l'arbitro. Vitali ha brillato solo in pochi momenti, Fanello e Migliavacca hanno sgobbato come disperati. (La Stampa - Ed. Sport - Giuseppe Barletti) RISULTATI: Palermo - Messina 2-2 Parma-Triestina 1-2 Sambenedettese-Genoa 0-0 Venezia - Brescia 2-1 Verona-Simmental Monza 1-1 Catanzaro-Prato 2-0 Alessandria-Ozo Mantova 1-1 Como-Pro Patria 2-1 Foggia - Reggiana 1-0 Novara - Marzotto 2-1 CLASSIFICA: Ozo Mantova p. 13; Sembenedettese, Como 12; Novara 11; Catanzaro, Venezia, Triestina 10; Alessandria, Palermo, S. Monza, 9; Messina, Pro Patria, Prato, 8; Parma, Foggia, Marzotto, Reggiana, Verona 7; Brescia, 5; Genoa 4 Il punto sul campionato Nella nona giornata si è verificato soltanto un successo ottenuto da parte di chi giocava in trasferta, ovvero la Triestina sul campo del Parma, quattro match sono terminati in parità e cinque vittorie interne. Soltanto il Como ha approfittato del pareggio della capolista Ozo Mantova riuscendo a rosicchiare qualche punto ed agganciando la Sambenedettese al secondo posto. Nulla di fatto per il Genoa sul campo della Sambenedettese, con i rossoblù che hanno giocato alla rinuncia della manovra offensiva. Con una manovra efficiente il Novara ha avuto la meglio sul Marzotto anche ha chiuso la sfida soltanto realizzando una rete in più.