Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
08-01-1961 - Giornata: 16 - San Benedetto Tronto - Aldo e Dino Ballarin


Sambenedettese US - Alessandria US 2 - 2 (1 - 1)
RETI: 25. Pennati R. [Sa] , 80. Novali N. [Sa] 42. Fanello G.[A], 66. Fanello G.[A]

Alessandria US Arbizzani Luciano, Melideo Rocco, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Bercellino (I) Giancarlo, Soncini Antonio, Filini Giancarlo, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bettini Sergio All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
SAMBENEDETTESE US: Patregnani; Alberti, Pin; Mecozzi, Santoni, Buratti; Alessandri, Novali, Beni, Valentinuzzi, Pennati. All.: Radio Enrico.

Arbitro: Francescon Francesco (Padova) [Napoli, Trabalza]
Note
Ammonito: Melideo [A]. Infortunati: 74’ Novali [S, tornato in campo al 78’], 88’ Giacomazzi [A, uscito dal campo]. Angoli: 4-2 (1-2). Spettatori: 4.000. Giornata tiepida ma con folate di vento freddo; terreno duro, compatto con scarsissima erba. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Due a due tra Sambenedettese e Alessandria al termine di un incontro che a tratti è parso entusiasmante, a tratti caotico, ma comunque sempre piacevole. La partita ha avuto fasi alterne e l’ordine delle segnature testimonia come il risultato sia stato sempre sospeso al filo dell’incertezza. Diremo subito che l’Alessandria non ha rubato nulla: l’undici piemontese ha lasciato imbattuto, e con pieno merito, il rettangolo di gioco, anzi crediamo di non andare errati nel giudicare la prestazione dei grigi di Achilli come una delle migliori e più vigorose viste quest’anno a San Benedetto del Tronto. La prima linea è stato il reparto che maggiormente ha impressionato; agile, manovriera, piena di fantasia ha spesso posto in difficoltà la pur munita retroguardia marchigiana, basando prevalentemente il gioco su Vitali e Fanello, due elementi di levatura superiore. Non così invece nei settori arretrati, dove neppure l’esperienza di Giacomazzi si è notata limpida. Nelle opposte file, non molte le note felici. La più confortante è forse venuta proprio da Novali, rivelatosi un trascinatore eccezionale, anche se il suo gioco si basa sulla sua improvvisazione. Rientrato in campo con un braccio abbondantemente fasciato in seguito ad infortunio occorsogli sul finire, ha donato, su calcio di punizione, il pareggio ai suoi colori dopo essere stato protagonista anche nell’azione della prima rete, conclusa da Pennati. Questi, assieme a Novali, ci è apparso il più volenteroso ed incisivo dell’attacco, dove Beni ha fatto poco senza commettere comunque gravi errori, mentre Valentinuzzi ed Alessandri hanno sbagliato, e non raramente, la loro impostazione di gioco. Discreta nella mediana e mediocre nei due terzini, la Sambenedettese, anche per il valore degli avversari, non poteva fare di più. In complesso, un incontro certo non monotono, agonisticamente abbastanza forte, denso di interesse e abbonante di reti, diretto magistralmente dall’arbitro Francescon. Cielo sereno, temperatura piuttosto rigida, terreno di gioco buono. Al 19’ della ripesa è stato ammonito Melideo per gioco falloso. Infortunio a Novali, fuori campo dal 29’ al 33’ della ripresa (rientra poi con il braccio sinistro fasciato) ed a Giacomazzi, al 43’ della ripresa, che è uscito dal campo senza farvi più ritorno. Nella cronaca, oltre alle segnature, numerose sono le occasioni sbagliate, specie dagli ospiti con Vitali e Fanello. Gioco iniziale alterno, la prima parata della giornata la compie Patregnani, su tiro di Fanello, al 10’. Al 25’ si registra la prima rete: Novali, sulla destra, da posizione angolata, calcia forte direttamente in porta un tiro di punizione. Il portiere ospite respinge la sfera che spiove nelle vicinanze, dove è appostato Pennati il quale, lesto, raccoglie ed infila la rete. Reazione dei piemontesi che, nel giro di pochi minuti, al 29’ e al 30’, per ben due volte, sfiorano il pareggio, ma prima Vitali e Fanello poi si vedono bloccare il tiro. Al 37’, per atterraggio di Pennati, Arbizzani deve intervenire a neutralizzare il calcio di punizione di Beni. 39’: ancora punizione dal limite contro i grigi di Achilli. Valentinuzzi tocca a Novali che avanza e quindi tira secco, obbligando Arbizzani ad un intervento a terra. 40’: capovolgimento di fronte improvviso, ed è Snidero ad impegnare Patregnani in una plastica parata alta. Due minuti dopo, Fanello riporta le sorti in parità: «assolo» di Vitali sulla destra che, dopo aver superato prima Pin, poi Buratti, porge al centro un preciso pallone. Fanello si lancia di testa e colpisce a mezza altezza battendo l’esterrefatto Patregnani. La ripresa si apre con una facile occasione sciupata da Bettini; poi è la volta di Beni (20’) a non sfruttare a dovere un lancio di Novali. Un minuto dopo, gli ospiti vanno in vantaggio. È ancora Fanello che, dopo aver duettato sulla destra con il solito Vitali, riceve al centro un dosato passaggio; il centravanti, sfuggito alla guardia del suo avversario, da posizione angolata riesce ad indovinare l’angolo giusto fuori dalla portata di Patregnani. La reazione immediata dei locali si concreta in tre consecutivi calci d’angolo battuti nel giro di cinque minuti, tutti infruttuosi. Al 29’ esce Novali in seguito ad infortunio, rientra al 33’, giusto per battere un calcio di punizione dal limite; è Valentinuzzi che gli tocca la sfera e, dopo breve rincorsa, parte violento il tiro di Novali. La palla, dopo aver evitato la barriera, carambola sulla base del palo alla destra di Arbizzani e schizza in rete: 2-2. A parità avvenuta, le due squadre, che fino ad allora avevano sviluppato un gioco aperto e vivace, si fanno più guardinghe. Comunque, al 40’, l’undici alessandrino ha l’occasione per segnare, ma ancora Vitali, dopo uno scambio con Fanello, solo davanti a Patregnani, non sa far meglio che inviargli la palla in bocca. (Luciano Petrini, «La Gazzetta dello Sport», 9 gennaio 1961) PAREGGIO DEI GRIGI A S. BENEDETTO (2-2) Due reti di Fanello e rande prova della squadra alessandrina – Giacomazzi infortunato Un risultato di parità tra Sabenedettese ed Alessandria che premia due squadre dal diverso tenore di gioco: più tenaci e volenterosi i locali, specie in alcuni uomini, più tecnica e più omogenea l'Alessandria. Gli adriatici, dopo essersi portati in vantaggio con l'estrema sinistra Pennati, hanno dovuto subire la rabbiosa reazione degli uomini di Achilli che con Fanello, veramente incontenibile, hanno dapprima rimontato e poi capovolto il risultato. La Sambenedettese vince il campo e si schiera in favore di vento, e solo al 18' registriamo la prima azione pericolosa: è Patregnani che con grande intuito attanaglia una palla magistralmente calciata dalla bandierina da Bettini. Al 19', Fanello si presenta girando a rete una palla che Patregnani blocca. Al 21' Valentinuzzi porge a Mecozzi che calcia, Arbizzani para. Al 28' la prima rete: Novali, spostato sulla destra, batte una punizione dal limite; su corta respinta del portiere, interviene Pennati che insacca da pochi passi. Siamo al 29' e Patregnani deve ora uscire sui piedi di Vitali. Al 30' triangolazione Vitali-Bettini-Fanello ma, benché solo al centro dell'area, il capocannoniere della Serie B calcia debolmente sul portiere. Al 33' Arbizzani si fa applaudire per un intervento su tiro di Novali. Al 42' il pareggio: dribbling ubriacante di Vitali sulla destra, preciso centro sulla testa di Fanello che non ha difficoltà a realizzare. . Nella ripresa, al 4', Fanello porge a Bettini che, in ottima posizione, manda fuori. Al 16' gli adriatici restituiscono il regalo: Novali batte una punizione, ma al centro dell'area Alessandri e Beni falliscono la sfera. Al 20' bella azione di Novali che fugge e crossa, ma Beni calcia alle stelle. Al 21' azione di contropiede e seconda rete degli ospiti: Fanello, dopo aver scambiato con Vitali, si «beve» tutta l'estrema difesa rossoblu e da posizione angolatissima insacca magistralmente. Al 29, per una distorsione al polso sinistro, esce dal terreno di gioco Novali, rientra al 34' per pareggiare: punizione per fallo di mano dal limite Valentinuzzi tocca allo stesso Novali che insacca in rete una palla che urta all’interno del montante e schizza nella porta. Al 43', per uno scontro con Alessandri, esce, per non farvi più ritorno, Giacomazzi. (Stampa sera – G.B.M.) SAMBENEDETTESE - ALESSANDRIA 2-2 CON EMOZIONANTI ED ALTERNE VICENDE E’ la prima volta, in questa stagione, che ci è capitato di vedere una Sambenedettese deludente nello spirito agonistico e piuttosto fiacca nelle reazioni; proprio in quelle doti che sono sempre state alla base di ogni affermazione del complesso marchigiano. Francamente non sappiamo trovare una giustificazione che possa attenuare sensibilmente questa condotta di gara, che non ha soddisfatto da parte degli adriatici. Anche se l’assenza di Rumignani non sia stata sostituita degnamente, anche se l’ospite sia apparso assai più pericoloso del previsto, ciò non giustifica quel senso di apatia serpeggiante qua e là per quasi tutti i novanta minuti di gara. La Sambenedettese, potremmo affermare, ha giocato sotto l’incubo di perdere da un momento all’altro l’incontro, e questo complesso di timore ingiustificato l’ha mantenuto anche quando è andata in vantaggio con un tiro di punizione battuto dal limite destro da Novali, che ha fatto spiovere la palla in un groviglio di uomini e dove Pennati ha avuto la meglio e segnava la prima rete per la sua squadra: esattamente al 25’. Subito dopo la rete vi son ostati alcuni minuti di supremazia territoriale, e sembrava che la Sambenedettese avesse ritrovato il suo ritmo delle belle giornate, ma non è stata che un’illusione: l’ospite aveva il dominio del centrocampo, mentre Fanello e Vitali tenevano costantemente impegnata la traballante difesa marchigiana: già, perché, anche Alberti non appariva nella sua forma migliore e Pin – più di una volta – si è lasciato superare non tanto da Filini quanto da vitali, che preferiva portarsi all’estrema. Una Sambenedettese quasi nuova per i suoi inconsueti allunghi che sistematicamente finivano nei piedi avversari e quei piacevoli scambi erano scomparsi, o meglio, erano notati negli ospiti che, tecnicamente, apparivano senz’altro superiori. Ed in virtù di questo migliore smistamento derivante da una perfetta intesa, l’Alessandria conseguiva il pareggio al 42’ quando Vitali, crossando dalla destra al centro campo, trovava tutto solo Fanello sotto porta e di testa non aveva difficoltà a battere Patregnani. Nella ripresa l’ospite – affatto preoccupato di difendere il pareggio – proseguiva nelle manovre offensive poggiando il suo gioco esclusivamente sull osctaenato centro-avanti che, fatto gagliardo da tanta libertà di manovra, spadroneggiava in quella prima linea mai sufficientemente tamponata. Fanello ha condotto senz’altro un’ottima gara emergendo tra i ventidue giocatori, ma una volta notato che il bravo Santoni non riusciva da solo a neutralizzare tanta scaltrezza e bravura, sarebbe stata necessaria una doppia sorveglianza sul centro-avanti che, praticamente, era diventato lo spauracchio della giornata. Invece, Fanello ha seguitato nella sua giostra con spostamenti rapidi ed intelligenti che gli hanno fruttato al 21’ ancora una rete. In tandem con Filini, egli ha raggiunto l’area di rigore, ha superato agevolmente gli ultimi ostacoli, si è portato – palla al piede – sulla sinistra, da dove, con un rasoterra, mandava la sua squadra meritatamente in vantaggio. La doccia fredda ha scosso la Sambenedettese ma ha ingigantito anche l’ospite, affatto pago del favorevole risultato. Intanto Novali, uno dei più attivi della prima linea, si infortunava abbastanza seriamente alla mano sinistra e doveva non solo uscire ma ricorrere alla fasciatura; rientrava però in tempo per riportare la Sambenedettese nell’equilibrio della gara. Una punizione veniva battuta dal limite. La diga di sbarramento sui nove passi era massiccia. Novali – braccio al collo – si apprestava a tirare e segnare sull’angolo destro dell’esterrefatto Arbizzani, che non ha neppure tentato di parare l’imprevista sfera. L’ovazione del pubblico, più che per la gioia del pareggio, era diretta all’infortunato e bravo attaccante, che ha scongiurato una sconfitta che non avrebbe minimamente fatto pensare ad un furto di un’Alessandria che ha ben meritato. (Corriere dello Sport – Tonino Pandolfi) BRILLANTE PRESTAZIONE DEI “GRIGI” A S. BENEDETTO Con maggior fortuna avrebbero potuto vincere Oggi, proviamo ancora netta la gioia ed il dispetto insieme che portammo con noi dopo la partita. Siamo usciti dal campo con la soddisfazione di un punto preziosissimo guadagnato, con l'orgoglio di vedere applauditi i nostri ragazzi, lusingati per i complimenti che universalmente venivano rivolti alla squadra, ma anche dispiaciuti per una vittoria ormai conquistata e poi sfumata per un banale infortunio determinato dalla sorte che non ci fu assolutamente benigna. E l’Alessandria ha infatti superato se stessa fornendo una magnifica prestazione convincendo tutti della piena funzionalità del sue gioco, nel quale soprattutto l’attacco brilla per la spontaneità e facilità della sua manovra. Per intanto, una delle ragioni fondamentali che ha permesso ai nostri ragazzi di svolgere un cosi piacevole gioco, è da ricercarsi in quel particolare fondo che presenta il campo di S. Benedetto, forse unico nel suo genere: una specie di campo da tennis, senza un filo d’erba, fatto di terra riportata e pressata, color mattone, che per fortuna non si presentava secca e spelata come un’aia al sole d'agosto, ma morbida per una leggera pioggia che l’aveva spruzzata nelle prime ore del mattino. Le prime battute di gioco ci fecero pensare ad una epoca ormai lontana nel nostro ricordo: quel pallone che saltava ad altezze per noi in disuso, quel suo viaggiare da un lato all'altro unicamente per la forza che gli veniva impressa, e non per forse esterne che lo arrestassero o lo impantanassero, costituivano indubbi motivi di stupore. La squadra infatti non si trovò a suo agio in questi primi momenti. Bercellino fu tradito dai rimbalzi di alcuni palloni e creò per sé e per gli altri momenti di panico: ma questa situazione doveva durare pochi minuti, passati i quali la nostra compagine prese in mano le redini del gioco senza più lasciarle fino al 20’ della seconda ripresa. Il passivo Il dominio fu netto, senza riserve e senza dubbi. La Sambenedettese, che si rivelò in verità una squadra assai modesta la cui posizione in classifica non è certo adeguata al suo valore, giocò sempre con molto animo, con decisa volontà, ma non riuscì mai a creare con una azione manovrata un serio pericolo per la nostra porta. Il gol segnato dai nostri avversari che si trovarono inaspettatamente in vantaggio, venne da una punizione tirata da oltre trenta metri, e per molta fortuna loro e molta sfortuna nostra: sulla palla bassa e radente si gettò Arbizzani in tuffo colpendola con una mano ed allontanandola di poco: la palla si alzò a candela sospinta dal vento, e, mentre il portiere era a terra e fuori causa, e Bercellino tentava invano l’entrata a scivolone, l’avversario si proiettava sul pallone collocandolo agevolmente di testa in rete. Dicevamo prima che la squadra dominò il campo e tenne piacevolmente in mano le redini del gioco fino al ventesimo minuto del secondo tempo, per un motivo assai evidente. E cioè che, allorché conquistammo il secondo punto e ci trovammo aperta la via del successo, i nostri ragazzi, per l’affanno di una vittoria da difendere, per la preoccupazione di organizzare una adeguata difesa, per l’ansia di difendersi dagli attacchi rabbiosi che i padroni di casa disordinatamente ma con ben decisa volontà stavano portando, perdettero la freschezza delle idee fino a quel momento dimostrata. La fluidità del gioco spontaneo e tecnico che nasceva con disinvolta sicurezza dalla loro manovra, divenne affannosa preoccupata ricerca della via di salvezza. Le idee si fecero più annebbiate e di conseguenza il passaggio e la ricerca della buona posizione assai approssimativi. Il centro campo venne abbandonato alla mercè degli avversari, così che lo scontro avveniva sempre e soltanto ai limiti della nostra area con la conseguenza di mischie assai pericolose. Fu appunto in una di tali circostanze che nacque l’azione del secondo gol da noi subito. Occorre però aggiungere che malgrado questo calo di rendimento della nostra squadra, i nostri avversari non riuscirono mai a penetrare nella nostra area con azione manovrata portando così un vero e proprio pericolo, perché furono sempre bloccati dalla estrema difesa nostra che si mantenne sempre all’altezza della situazione. Dovette quindi subentrare il fattore della sfortuna perché venissimo raggiunti da un pareggio in verità non meritato dai padroni di casa. Venne, dicevamo, anche questa seconda rete da un calcio di punizione dal limite delle nostra area. I nostri uomini si schierarono in barriera: parti il tiro, molto forte, ma diritto, a mezza altezza verso il centro della nostra porta. Il portiere, piazzatissimo, l’avrebbe bloccato senza difficoltà: ma il pallone trovò una gamba che in quel momento si mosse: nella barriera Migliavacca si era collocato rivolto verso chi tirava e non voltando la schiena. Vedendosi il pallone venire contro, Migliavacca si mosse per tenerlo, ma gli battè di striscio sulla gamba subendo una netta deviazione che formò approssimativamente con la sua traiettoria, un angolo ottuso. La sfera filò diritta verso l’angolo destro, picchiò contro l’interno del palo e finì in rete. Tutti fermi, ammutoliti. Contro questa beffa del destino, nulla da fare. Queste le poche note del passivo in un bilancio assolutamente attivo e lusinghiero. Fanello e Vitali. Riprese il gioco e la squadra si ridestò dallo smarrimento di cui dicevamo: le azioni divennero ancora una volta piacevoli ed a respiro ampio. Venne ancora una volta l’occasione da rete. Eravamo al 40’: dalla sinistra Bettini allungò a Fanello che andò via in serpentina tagliando un paio di avversari e poi porse a Vitali solo e libero in area. Balzammo in piedi: Vitali colpì la palla in pieno, al volo. Purtroppo il tiro, assai forte, era troppo diritto e finì in bocca al portiere. Peccato: non solo la squadra, ma anche Vitali personalmente meritava il premio di una bella rete. La prestazione che ci ha fornita la prima linea domenica, ed in particolare questi due uomini, Fanello e Vitali, non sarà dimenticata facilmente. A nostro avviso i due ragazzi hanno disputata la più bella partita del campionato. Da soli hanno sovente portato lo scompiglio nella difesa avversaria, con un palleggio rapido ed intelligente su di un terreno che permetteva finezze, finte e scatti, portandosi a passeggio l’intera mediana che sovente era tagliata via con sorprendente facilità. Le due reti segnate da Fanello furono appunto il frutto di tale gioco che raggiunse in quei momenti la sua massima espressione. Ed in tutte e due le circostanze fu Vitali l’artefice dell’azione e del definitivo passaggio. La prima volta lo vedemmo in velocità sulla destra scartare successivamente due uomini e dall’estremo angolo, all'altezza della bandierina del corner, centrare una palla ad un paio di metri d'altezza, violenta e tesa nella sua traiettoria: sbucò di corsa da centro area Fanello che, buttandosi al volo contro il pallone, lo colpì di testa con estrema precisione segnando una stupenda rete senza che l’estremo difensore potesse abbozzare una parata. La seconda volta fu per primo il buon Filini che, da centro campo ove sostava da molto tempo in un prezioso gioco di raccordo, avanzò fino a tre quarti di campo per porgere a Vitali: da questi subito a Fanello il quale la restituì a Vitali con un rapido passaggio di prima e partendo contemporaneamente in avanti in piena corsa. Vitali avanzò di qualche passo, accennò ad allungare a Filini che si era portato all’estrema destra, ed invece improvvisamente traversò verso sinistra nel corridoio libero che si era creato Fanello con il suo scatto: questi allargò a sinistra tagliando via il centrosostegno, fino a girare la schiena alla porta. Poi di colpo, colpendo la palla di sinistro scaraventò un tiro basso e diagonale ch e si infilò dalla parte opposta della rete lasciando il portiere di stucco. Dopo un attimo di smarrimento, il pubblico applaudì a lungo, come a teatro, tornando poi silenzioso ed abbandonando i frizzi poco generosi che fino a quel momento avevano accompagnato i movimenti dei nostri ragazzi. Vicino ai due validissimi nostri attaccanti, si prodigavano Filini e Migliavacca veramente instancabili. Per Migliavacca dobbiamo dire di averlo visto giocare meglio in altre partite, ma è stata tale la sua abnegazione che deve essere assolto da ogni specifica accusa. Bettini ha brillato a tratti facendoci ancora una volta rimandare un favorevole giudizio. Il Bettini delle prime partite non è più tra noi. Ritornerà tale? Ce lo auguriamo, anche perché la sua stoccata così violenta e precisa costituiva una garanzia. La difesa ha tenuto bene anche se sul piano tecnico non vale l’attacco. A posto Snidero anche se al calo ed alla confusione notati dopo il 20' del secondo tempo ha dato il suo contributo tradendo incertezze che con la sua esperienza non dovrebbe palesare. Magnifico il secondo tempo di quel bravo Bercellino: la abnegazione lo porta anche a soffrire per la squadra, le reti subite gli rigano il volto di lacrime. La costernazione che lo coglie è motivo di commozione anche per i compagni che ormai gli vogliono talmente bene da rivolgergli parole di conforto anche quando non ha torto alcuno. Melideo ha finalmente giocato senza scorrettezze dimostrando di non aver bisogno di ricorrere al gioco duro per salvarsi. La presenza dei parenti che affettuosamente erano venuti da Chieti per abbracciarlo è evidentemente servita a galvanizzarlo. Possente e sicuro Giacomazzi che aveva di fronte un'ala inesperta ed alle prime armi alla quale non lasciò toccare il pallone se non nelle rimesse a lato. Soncini... ha continuato come sempre. Immune da pecche Arbizzani che pare finalmente assai in forma e che Achilli schierò in campo all’ultimo momento dopo aver constatato che il dolore alla spalla destra di Stefani persisteva. (Il Piccolo, 14 gennaio 1961 - Barbagrigia) RISULTATI: Foggia – Prato 2-2 Genoa – Pro Patria 1-0 Marzotto – Brescia 1-4 Messina – Reggiana 3-0 Novara – Mantova 0-0 Parma – Venezia 1-1 Simmenthal Monza – Palermo sosp. Triestina – Catanzaro 1-0 Verona – Como 1-1 CLASSIFICA: Mantova p. 20, Como** 19, Simmenthal Monza, Venezia 18, Messina, Prato, Sambenedettese 17, Palermo*, Reggiana 16, Alessandria, Triestina 15, Parma, Novara, Catanzaro, Pro Patria, Verona 14, Genoa (-7), Foggia 13, Brescia* 10, Marzotto Valdagno 9. * = una gara in meno. Genoa 7 p. di penalizzazione. MARCATORI: 9 reti: Fanello (Alessandria), 7 reti: Teneggi (Como), Pantaleoni (Genoa), Calloni G. (Pro Patria), 6 reti: Recsgni (Mantova), Fraschini (Messina), Calzolari (Parma), Raffin (Venezia), Cosma (Verona). Il punto sul campionato il Mantova capoclassifica, in realtà, è un leader-fantasma. Ha un punto di vantaggio sul Como e due sul Simmenthal ma i lariani devono recuperare due partite (con il Palermo ad un quarto d’ora dalla fine stava vincendo 1-0!) e i brianzoli una. Cinque gare da recuperare falsano notevolmente la graduatoria. Tra gli incontri conclusi regolarmente franco successo del Messina sulla Reggiana per 3-0. Il Catanzaro a Trieste ha resistito per tre quarti di gara prima di cedere agli attacchi degli alabardati. Analogo svolgimento a Genova dopo i rossoblu l’hanno spuntata solo grazie ad una rete del discusso Bean. Il risultato più importante della giornata è anche l’unico successo esterno: il 4-1 con cui il Brescia ha violato il campo di Valdagno ha cancellato lo “0” dalla colonna vittorie in trasferta ed ha anche consentito alle rondinelle di scavalcare i vicentini abbandonando così l’ultimo posto in classifica.