Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
22-01-1961 - Giornata: 18 - Reggio Emilia - Mirabello


Reggiana AC - Alessandria US 2 - 1 (2 - 1)
RETI: 17. Tribuzio [Re] , 33. Mezzalira [Re] 16. Fanello G.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Melideo Rocco, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Bercellino (I) Giancarlo, Soncini Antonio, Filini Giancarlo, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bettini Sergio All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
REGGIANA AC: Ferretti, Gariboldi, Calvani, Piacanica, Fabris, Bonini, Tribuzio, Greatti, Volpi, Catalani, Mezzalira. All.: Del Grosso Luigi

Arbitro: Di Tonno Antonio (Lecce) [Franzini, Potenza]
Note
Inizio gara ore 14.30

Commento
L'ALESSANDRIA IN VANTAGGIO E’ BATTUTA DALLA REGGIANA Vana superiorità dei «grigi» che hanno sciupato alcune occasioni favorevoli. Rete iniziale di Fanello e rimonta degli avversari Reggiana ed Alessandria, trovatesi nuovamente di fronte a distanza di undici anni, hanno risolto il loro confronto durante IL primo tempo. Sono stati gli ospiti ad andare in vantaggio per primi al 16' con Un tiro improvviso dell'insidioso Fanello, il quale è riuscito a raccogliere in area un corto passaggio di Bettini. La Reggiana ha prontamente reagito e un minuto dopo riusciva a raggiungere il pareggio con Tribuzio, il quale deviava di testa un traversone di Mezzalira, battendo il pur bravo Stefani. I granata, producendo il massimo sforzo su un terreno gelato e scivoloso, andavano poi in vantaggio al 33' con Mezzalira, che « in extremis » riusciva a ribattere in rete un pallone calciato con violenza da Volpi e invano respinto dalla difesa alessandrina. Il risultato non doveva più cambiare, nonostante la vivace reazione dei grigi, apparsi meglio dotati e più veloci. La ripresa era di netta marca alessandrina: gli ospiti hanno giocato il tutto per il tutto pur di raggiungere il pareggio; non è mancato nemmeno il gioco duro e l'arbitro è dovuto intervenire più volte a interromperlo. Per quasi tutto il secondo tempo, la Reggiana si è chiusa in difesa, con una mediana rabberciata e non sempre all'altezza della situazione. L'Alessandria ha lasciato un'ottima impressione e la sua sconfitta è da imputarsi esclusivamente alla mancanza di praticità del suo gioco: nettamente superiore sul piano tecnico, non è riuscita a porre a buon frutto tale superiorità, perdendosi nella conclusione. Una pressione esercitata per quasi sessanta minuti ha visto gli ospiti concludere non più di cinque volte e in tutti i casi con tiri facili per il portiere reggiano. La grande prova del quadrilatero piemontese - il centro campo era di loro completo dominio - non è stata suffragata da un risultato pari al lavoro svolto: un pareggio avrebbe senz'altro rispecchiato meglio i valori in campo, e ciò perché al 42' del primo tempo Vitali, tatto solo davanti a Ferretti, calciava a lato e lo stesso faceva Fanello al 5' della ripresa, quando solo davanti a lui non era rimasto che l'estremo difensore della squadra ospite. All'Alessandria, per essere una squadra completa, manca solo un po' di caparbietà, di slancio e di grinta in prima linea. I mediani, le mezze ali e Giacomazzi sono apparsi i migliori fra gli ospiti. (Stampa sera - U.B.) SCONFITTI I GRIGI A RGGIO EMILIA Mancanza di volontà e di fiducia nei propri mezzi: ecco le cause di un voluto insuccesso L’attimo fuggente E’ andata così! E se dobbiamo dire proprio com e è andata non lo sappiamo dire: abbiam o assistito alla partita, abbiam o letto tutti i com m enti possibili, abbiam o sentito tutte le cam pane, m a non ne siam o soddisfatti perchè qualcosa nella valutazione di questa partita ci è definitivamente sfuggito. E’ stato scritto che l’Alessandria ha svolto un gioco classicheggiante, che si è perduta in finezze alternando sprazzi di buon gioco con pause di manovre disorientate, che ha lasciata una ottima impressione nel pubblico di Reggio. Sinceramente di tutto questo non ci siam o accorti e, benché qualche volta ci si accusi di essere benevoli nei giudizi ed ottimisti nei riguardi della nostra squadra, questa volta diciamo proprio che non siam o rim asti entusiasti e neanche soddisfatti di quanto abbiam o visto. E poiché dobbiamo scendere naturalmente nei particolari della partita ed inform are il lettore alessandrino sulle cose che riguardano la «sua» squadra cominceremo col dire che già nell’aria, prim a della partita, ci pareva di avvertire un senso di timore, di attesa silenziosa e trepida che non trovavano altra spiegazione se non nel sentore di una giornata sfavorevole. Sentimmo l’atmosfera di Valdagno e di P rato: troppo silenzio che tradiva una mancanza di convinzione nella propria forza, ed un senso di fatalism o che pareva predisporre ad accettare gli eventi così com e si sarebbero, nel giro del destino, presentati. Giunti al campo, poi, si aggiunse un secondo fattore che contribuì a rendere ancor meno fiduciosa l’attesa: le condizioni del terreno erano quanto di peggio si potesse immaginare. Completamente opposto al nostro, il fondo era durissimo e gelato così che pareva di giocare sull’asfalto. La palla rim balzava con salti enormi ed interminabili per cui il gioco era forzatamente alto e volante. Gli avversari parevano a loro agio: si gettavano nella lotta con una foga ed una velocità che costrinsero la nostra squadra ad una affannosa difesa, battuta sempre nel gioco alto da un avversario più pronto e da un timore indefinibile. E su questo tono si svolse tutta la partita: ogni tanto veniva fuori la maggior tecnica dei nostri, la manovra meglio concepita, la finezza più elaborata che consentiva il pezzo di bravura: erano però frammenti, preziosi m a distaccati, che non bastavano a farci prendere in m ano le redini del gioco. Fu appunto da uno di questi m om enti felici che scaturì la rete per noi. Su rim essa di Soncini a Bettini, questi con il guizzo dei tempi buoni si portò a fondo campo lasciando i difensori fermi ed esitanti: breve passaggio a Vitali che adocchiava Fanello a centro campo, accorrente per smarcarsi, e gli allungava prontamente una palla comoda e ben dosata. Fu un invito cui Fanello non seppe resistere: di piatto deviò in rete spiazzando il portiere. La difesa era rim asta ferma di fronte alla rapidità di simile manovra. La Reggiana, che premeva da un quarto d’ora con impeto disordinato, era stata m essa in ginocchio da una sola azione bellissima, anche se non appariscente, proprio per la facilità con la quale venne eseguita. Se avesse funzionato nella squadra quell’impalpabile molla che chiamammo in apertura convinzione e che può anche identificarsi con la volontà di imporre la autorità della propria forza, in quel momento l’Alessandria avrebbe vinta la partita. L’avversario era stordito da una evidente considerazione: se, dopo aver attaccato con tanta foga per 15 minuti, bastava la prim a azione ben condotta da uomini così sicuri per subire una rete, significava che non c’era proprio nulla da fare contro questa Alessandria dal gioco tecnico ed autoritario. Il caldo pubblico era ammutolito: spiccavano sulla massa della folla anonima centinaia di fogli color rosso cupo che la gente stringeva fra le mani. Era il giornaletto locale che presentava con squisita cortesia emiliana la squadra ospite al suo pubblico, elogiandone il passato di « nobile decaduta » di squadra di rango, forse la migliore della Serie B. Pareva che gli elogi del giornale divenissero realtà sul campo. Quello era il momento da sfruttare nel quale bisognava vincere la partita: fu invece il momento in cui la perdemmo. I nostri ragazzi erano a loro volta impacciati e quasi increduli del vantaggio conseguito. Ripresero al trotto osservando quel pallone che da centro campo filava all’ala sinistra avversaria, da questa verso la nostra area e di qui nella nostra rete. Erano passati 30 secondi. Il pareggio era raggiunto: nessun nostro giocatore aveva toccato la palla. Ma non era solo il pareggio: era finito il timore reverenziale da parte degli avversari e del pubblico verso di noi. Scoppiò un boato intorno a noi, la gente si abbracciava stracciando il giornaletto color rosso cupo, prese ad incoraggiare i suoi beniamini con la violenza di un uragano, e quelli in campo assaltavano in massa gettandosi contro la nostra area com e arieti. L’Alessandria non incuteva più timore, poteva essere battuta. La partita vera e decisiva cominciava in quel momento. Speranze dissolte E così, verso la fin e del primo tempo, dopo un batti e ribatti, subimmo la seconda rete. Fatale conclusione di carattere psicologico! Ma avemmo ancora la possibilità di riprenderci e di superare l’avversario: dopo un quarto d’ora di gioco nella seconda ripresa, la Reggiana calò di tono: la foga e lo slancio avevano avuta la loro parte di protagonista, ma evidentemente un simile ritmo non poteva durare. L’Alessandria ebbe a disposizione una buona mezz’ora per cogliere il pareggio. Ma anche qui vale ancora quanto dicemmo all’inizio e che non diciamo più per non ripeterci. Per mezz’ora giocherellò, non puntò a rete, non fece un tiro in porta che si possa definire tale, diede l’estro ai giornalisti di scrivere che è una squadra che gioca bene e che ha lasciato una ottima impressione: m a tutto ciò vale per chi non l’aveva m ai vista, non per noi che la osserviamo ogni domenica. E così siam o tornati tristemente a casa dimentichi dell’illusione che ci aveva accompagnati, senza luna sorridente sui cam pi di. M arengo, senza nebbia um ida e gocciolante, m a delusi ancora una volta per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, traditi da una palese superiorità tecnica dissoltasi però nel nulla com e in una fumosa ideale nebbia di speranze infrante. Cosa manca? Ora ci chiediamo: cosa m anca a questa Alessandria, cui apparentemente non m anca nulla, perchè oltre ad essere una bella squadra sulla carta ed in casa propria, la sia anche fuori? Non potremo mai, evidentemente, cullarci in sogni e speranze di grandi successi fino a quando avremo una serie di risultati del genere fuori casa: si pensi che ad oggi abbiam o riportate cinque sconfitte e tre pareggi fuori casa. Troppo poco per sentirci forti o per pretendere di salire alla Serie A. Abbiam o più volte indicate le varie cause che a nostro avviso hanno giustificato i risultati negativi. Questa volta ci limitiamo invece a segnalare la scoraggiante deficienza di cui parlammo in apertura. Di più non sappiamo dire. Potremmo aggiungere che ogni tanto subiamo qualche rete in m odo sciocco e non confacente alla capacità della squadra per l’errore o l’indecisione di qualche difensore ed in particolare del portiere, sia esso Stefani od Arbizzani: e così possiamo ancora dire che a tratti assistiamo ad improvvisi cali di form a di uomini che, essendo fisicamente a posto, non hanno che parziali scusanti. E così domenica per la prim a volta, e dopo tante belle prove seguite dai nostri puntuali elogi, abbiam o dovuto constatare che è mancato in pieno alla prova Soncini. Forse la presenza di numeroso pubblico che lo conosceva o particolari preoccupazioni di famiglia, possono avere influito negativamente sul giocatore, m a non possono ugualmente giustificare una partita tanto sbagliata come quella disputata dal pur valido mediano. Gli errori a catena di Soncini, incerto nella posizione, confusionario nel gioco e soprattutto nel passaggio hanno provocato m om enti di vero e proprio panico nella difesa e soprattutto in Giacomazzi, che veniva a trovarsi sovente allo scoperto. Per fortuna Bercellino ha quasi sempre rimediato con una autorità ed una prontezza veramente degni di un cam pione, dimostrando di avere raggiunto ormai un tale grado di efficienza da costituire una delle colonne della squadra. Accanto a Bercellino vogliamo ancora una volta segnalare la bella partita di Melideo scattante sempre e finalmente dim entico del gioco duro. Difficile esprimere un giudizio sul portiere per i due goal subiti: forse per il primo avrebbe potuto uscire prontamente impedendo all’avversario di colpire da breve distanza il pallone di testa. Il quadrilatero ha funzionato a tratti, con Sniderò appella mediocre, Migliavacca assai affaticato e Vitali che si rifugia volentieri all'ala de strada dove com pie le cose migliori. Migliorato Filini specie nel secondo tempo nel quale ci fece vedere una puntata a rete veramente notevole incostante, come sempre Bettini che non corre più come un tempo e pare sovente distratto. Fanello bravo come sempre, ma troppo solo, troppo m arcato, tenuto, pestato, abbracciato. Il ragazzo fa paura a qualunque difesa e subisce quindi le conseguenze.... del suo valore. Non sappiamo cosa aggiungere per fornire un quadro completo al lettore. E continuiamo a chiederci: cosa m anca all’Alessandria? Continuiamo a dire: occorre maggior grinta, maggior fede, e forse maggior disciplina. Ricordino i nostri giocatori che sono gli alfieri del nostro tifo e delle nostre speranze. Essi sono impegnati in una lotta dura m a che non è più grande di loro. Non si facciano sovrastare dai timori o dalle delusioni. Siano forti com e atleti e seri com e uomini e vedranno premiate le loro virtù. Settimana di passione Ora pensiamo a domani, a mercoledì ed ancora a domenica: tre partite in una settimana in un crescendo entusiasmante di passione m a anche di difficoltà. Domani il Parma, mercoledì il lanciatissimo Como, domenica il lanciatissimo S. Monza. Il campionato è giunto nella fase più importante e più difficile; mercoledì terminerà per noi il girone di andata. Se potremo incasellare i quattro punti, termineremo a quota ventuno e ci potremo così considerare ancora in media per aspirare alla promozione. Ma, com e si vede, per i troppi insuccessi, siamo costretti a non sciupare più un punto altrimenti dovremo rinunciare a sperare. Occorre stringere i denti e tener duro. Ci limiteremo ad incitare i nostri ragazzi a sospingerli nell’onda del tifo, ma non potremo fare di più. Tocca a loro convincersi della bontà dei loro intenti, della serietà della preparazione, della ricchezza delle loro doti. Vogliamo vedere molta foga, così com e la vediamo sui cam pi esterni, vogliamo vedere che non si rinuncia mai, che non si abbassa il capo prim a del novantesimo minuto, che non si rinuncia ad inseguire l’avversario anche se appare improbabile il poterlo raggiungere. Questo è il clima della serie B dove lo slancio prevale sulla tecnica, la volontà sulla classe. Il pubblico com e sempre, soffra ed inciti: se la vittoria verrà, essa sarà conquistata anche dal pubblico, perchè la vittoria è com e l’aria pura: è respirata da tutti, non ha padroni, tutti di essa si servano per alim entare la vita e le sue gioie. (Il Piccolo - Barbagrigia) REGGIANA – ALESSANDRIA 2-1 Il risultato è giusto. Se l’Alessandria ha dimostrato di non possedere una fama usurpata in merito all’organicità della squadra e soprattutto del suo quadrilatero, la Reggiana ha saputo giocare con maggiore impeto, con più pericolosa incisività, con superiore slancio agonistico. La squadra granata è riuscita a riequilibrare le distanze dopo soli sessanta secondi dacché il solito Fanello aveva messo a segno il gol per i piemontesi: e sulla pedana di lancio di quel recupero immediato ha potuto impostare il ritmo della sua offensiva che l’ha portata a passare in vantaggio. (Corriere dello Sport) RISULTATI: Foggia – Catanzaro 3-0 Genoa – Brescia 2-0 Mantova – Sambenedettese 1-0 Novara – Triestina 0-0 Parma – Messina 0-0 Prato – Palermo 0-1 Pro Patria – Verona 3-1 Simmenthal Monza – Marzotto Valdagno 3-0 Venezia – Como 0-0 CLASSIFICA: Mantova p. 22, Simmenthal, Como, Messina 21, Palermo* 20, Venezia 19, Reggiana, Sambenedettese, Novara 18, Alessandria, Pro Patria, Prato, Triestina 17, Genoa (-7), Parma, Verona 16, Foggia 15, Catanzaro* 14, Brescia 13, Marzotto 11. * = una gara in meno; Genoa 7 p. di penalizzazione. MARCATORI: 12 reti: Fanello (Alessandria), 8 reti: Calloni Giampiero (Pro Patria), 7 reti: Teneggi (Como), Pantaleoni (Genoa), Fraschini (Messina), Il punto sul campionato Il Mantova è tornato solo al comando della classifica, grazie ai due pareggi in bianco che hanno completato le trasferte di Como (a Venezia) e Messina (a Prato). Il Simmenthal non molla la presa e rifila tre reti al malcapitato Marzotto raggiungendo il secondo posto sia pure in coabitazione. Il Palermo vince a Prato, unico successo in trasferta del turno, e si rimette in corsa. Continua la rimonta del Genoa ormai fuori dalla zona retrocessione, dove incamera due punti d’oro il Foggia che ha superato il Catanzaro, sia sul campo che in classifica.