Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
19-02-1961 - Giornata: 22 - Caserta - Alberto Pinto


Foggia & Incedit US - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 60. Nocera [Fo]

Alessandria US Arbizzani Luciano, Melideo Rocco, Giacomazzi Giovanni, Pizzolitto Radames, Bercellino (I) Giancarlo, Soncini Antonio, Oldani (II) Tullio, Azzimonti Giorgio, Fanello Giovanni, Sala Giuseppe, Marmo Remo All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
FOGGIA & INCEDIT US: Biondani, Bartoli, De Pase, Diamantini, Odling, Bertuolo, Compagno, Stornaiuolo, Nocera, Thermes, Patino. All.: Costagliola Leonardo – D.T.: Tabanelli Paolo

Arbitro: Samani Fiorenzo (Trieste) [Fogar, Paolillo]
Note
Giocata in campo neutro per squalifica del Pino Zaccheria. Ammoniti: Soncini Antonio [A], Diamantini [F], Fanello [A]. Spettatori: 6.000. Inizio gara ore 15.000

Commento
PERDE L'ALESSANDRIA (0-1) SUL CAMPO NEUTRO DI CASERTA Con una rete di testa segnata dal centroavanti Nocera al 18' della ripresa, i rossoneri del Foggia sono usciti vittoriosi dal confronto che li ha opposti ieri alla più tecnica ed organica squadra di Alessandria sul campo neutro di Caserta. La squadra piemontese, dotata di uomini di indubbia classe, ha nel complesso favorevolmente impressionato. Ha dominato a centro campo nel primo tempo, svolgendo una notevole mole di lavoro con azioni veloci e lineari dei suoi attaccanti, ma è mancata quasi del tutto nella fase conclusiva ad eccezione di Fanello. In difesa i grigi sono apparsi solidi ed estremamente risoluti, con il capitano Giacomazzi e Bercellino sicuri colpitori su ogni intervento. Il goal del Foggia è venuto proprio per una ingenua distrazione di capitan Giacomazzi e compagni. Stornaiuolo sul lato destro dell'area alessandrina ha effettuato un preciso cross al centro, dove Nocera, liberatosi di Bercellino, non ha avuto difficoltà a realizzare di testa. Nella successiva reazione dei piemontesi, dopo una felice azione di tutto il reparto sinistro alessandrino, al 27' Fanello, riuscito a liberarsi di due difensori, ha scoccato il tiro a rete, tiro che però il terzino De Pase riusciva a fermare sulla linea (La Stampa - Ed. Sport - C.A.P.) BUONA PRESTAZIONE DEI GRIGI A CASERTA CONTRO IL FOGGIA Una sconfitta non disonorevole - Buona prova dei giovani Sala e Pizzolito - Domani è di scena il Marzotto Il nostro compito sta assumendo difficoltà veramente notevoli che ad ogni settimana si fanno più confuse e soprattutto imprevedibili. Da una domenica all'altra, costretti a mutare versione, ad abbandonare argomenti e spiegazioni che otto giorni prima parevano i più adatti per poi riprenderli quando parevano definitivamente archiviati, siamo costretti a dimenticare ciò che avevamo scritto per non confondere ulteriormente le idee a noi stessi ed a chi ci legge, alla vana ricerca di una via diritta che, bene o male, indichi una volta per sempre limiti, difetti e pregi della nostra squadra. Nulla di tutto questo. E così, al ritorno da Caserta, accingendoci a narrarvi le nostre impressioni per quanto abbiamo visto, dobbiamo tralasciare la vecchia strada di otto giorni fa e richiamare concetti di sfortuna che, a prima vista, potrebbero apparire risibili ed incredibili. Invece è proprio così. Questa volta nessuna forma di apatia nessuna mancanza di volontà o di grinta o di efficienza fisica (le famose cause della sconfitta di Busto) ma soltanto un pizzico di fortuna che, se si fosse aggiunto alla bella prestazione della nostra squadra ci avrebbe comodamente portato i due punti della vittoria. Se poi la fortuna fosse stata assente da una parte e dall’altra, avremmo portato a casa un consolante pareggio. Quella rete ! Nulla di tutto questo, perchè la morale è sempre quella: quando le squadre non girano bene ed attraversano periodi di cattivo rendimento, la fortuna non è mai loro amica. E così mogi mogi, come sempre, siamo tornati a casa con tutti i nostri problemi insoluti e le nostre delusioni. Ma vogliamo subito narrare la scena del gol perchè sia facile comprendere quanto andiamo affermando: eravamo al 10’ del secondo tempo. A tutto pensavamo meno che a subire una rete. Fino a quel momento infatti, l’attacco del Foggia non aveva dimostrato alcuna particolare aggressività ne attitudine a forzare la mano alla nostra validissima difesa. Bercellino, affiancato da un ottimo Pizzolito, dominava il campo guidato da Giacomazzi che non era certo più quello di Busto. Vi erano state solo due o tre occasioni in cui un certo pericolo per noi si era profilato, ma erano state sventate senza troppa difficoltà: nel primo tempo un pallonetto fatto spiovere abilmente per superare una barriera di tre nostri uomini, era stato deviato in corner da un pronto balzo di Arbizzani, proprio sotto la traversa, e successivamente un altro insidioso pallone era stato deviato dal portiere in uscita, a mezza altezza. Tutto qui. Al decimo, dicevamo, l’ala destra sfuggita a Giacomazzi a tre quarti di campo, puntava diritto ed in velocità verso la linea di fondo: qui giunta, benché ostacolata, faceva partire un traversone alto poco più di un metro da terra assai forte che sfiorava Soncini collocato ai limiti dell’area e perveniva davanti al portiere a on più di tre metri da lui: Bercellino era spostato di un metro o due verso la parte opposta dell’area. Fulmineamente, e con un tuffo in avanti Nocera lo colpiva di testa insaccando. La rapidità della manovra e la precisione del tocco impedivano ogni manovra atta ad impedire questa rete che, a nostro avviso, qualunque difesa avrebbe subito in quelle circostanze proprio per la repentinità e precisione con la quale fu segnata, repentinità e precisione che se fossero state messe in opera da Sivori od Altafini sarebbero state di normale amministrazione, ma, sfoderata da quell’attacco che fino a quel momento (e successivamente) pasticciò senza costrutto, sanno di beffa e di casuale. Formazione inedita A bilanciare questo episodio venne poco dopo un tiro improvviso e radente di Fanello dalla sinistra, che filò diritto in porta sorprendendo il portiere gettatosi completamente fuori tempo: sulla linea bianca scivolò un terzino che colpì la palla gettandola a lato. E’ facile immaginare la nostra disperazione e quella dei nostri ragazzi. Eravamo rientrati da poco in campo salutati dagli applausi. All’inizio della partita ci avevano accolto bordate di fischi che venivano da migliaia di tifosi del Foggia portatisi a Caserta con ogni mezzo, i quali, sentendosi vittima di una atroce ingiustizia per la squalifica al loro campo, sfogavano contro di noi il loro malumore e l’insofferenza per tanta severità. Ma, come la nostra squadra prese a giocare, quei fischi si acquetarono fino a trasformarsi in applausi all’inizio del secondo tempo. Tutto questo diciamo per rendere meglio comprensibile quanto andiamo affermando. Achilli aveva decisa una formazione inedita e rinnovata che poteva avere anche un certo sapore polemico. Assente ancora Vitali il cui strappo continua a destare preoccupazioni, squalificato Migliavacca, sostituiti Bettini, Snidero e Nardi, in considerazione che la loro condizione non era soddisfacente in quanto le precedenti prestazioni avevano denunciato notevoli mancanze di ritmo specie in Snidero, ed inconsistenza nel gioco specie in Bettini, all’allenatore non restava che utilizzare quei giovani che, per abnegazione e costanza, avevano dimostrato di meritarsi la fiducia. La novità più sensazionale era costituita dall'immissione in squadra del giovanissimo Sala. Forse tutti i lettori hanno già avuto modo di osservare questo biondino assai vivace e tecnico giocare nelle formazioni giovanili dell’Alessandria. Sala costituisce uno dei « pezzi » di maggior pregio delle nostre giovani forze, dotato di notevole dose di classe tanto da farci ricordare, se pure con le debite proporzioni, il gioco del nostro grande «Gianni». Ebbene domenica Sala ha fornito spunti notevoli con allunghi precisi ed intelligenti non venendo meno alla fiducia che gli è stata accordata. Il ragazzo dovrà crescere non potendo evidentemente costituire pedina sicura ed efficiente per una serie di partite nel clima infuocato e pesante della Serie B, ma sarà sicuramente una grande promessa. Altra novità presentava la immissione nella mediana di Pizzolito, un giovane acquistato dal Chieti, la squadra che ci ha fornito Melideo. Avevamo osservato questo ragazzo già in qualche partita delle riserve e ci era piaciuto il suo gioco di posizione e l’elevazione di testa che lo porta all’incirca a svolgere il gioco a lto praticato da Bercellino. Domenica l’esordiente non ha deluso: specie nel gioco di difesa e negli scambi con Melideo, con il quale ha giocato tre anni nel Chieti, acquistando quindi notevole affiatamento, si è dimostrato sicuro e bene impostato. Nell’appoggio al gioco d’attacco non è invece ancora a punto, sconoscendo i criteri estrosi che devono guidare il giocatore in questi frangenti. L’insistenza nell’appoggiare in avanti palle alte e centrali rende difficoltoso per gli attaccanti raccogliere il passaggio che è per lo più facile preda per i difensori chiusi in stretta marcatura. Il ragazzo deve comunque essere incoraggiato, perchè ci pare serio e volenteroso, oltre che dotato di qualità notevoli. A casa dopo l’uragano Migliorati ancora Marmo ed Azzimonti, soprattutto il primo che sta finalmente acquistando la grinta necessaria per affrontare difese come quella del Foggia non usa a fa re complimenti Marmo dovrà però essere più incisivo e non limitarsi ad un gioco che, per stare ad una bizzarra e poco tecnica definizione cara a Nicolò Carosio, chiameremo per linee laterali. Al contrario Azzimonti si spinge con abile dribbling in avanti tagliando via uomini, aprendo corridoi, ma poi sovente si spegne per mancanza di una chiara visione di gioco, per non sapere al momento opportuno alzare la testa e vedere in un attimo in qual punto allungare la palla, rinunciando al duello diretto ormai portato troppo in lungo. Insistiamo su questi concetti che ci paiono giusti, perchè teniamo troppo a questi ragazzi, patrimonio di questa malconcia Alessandria a cui vogliamo pur sempre bene. Le speranze devono venire ed essere coltivate dal miglioramento di questi giovani, nuova linfa per la Società, entusiasti e fieri di essere ne ll’Alessandria. Note buone per Giacomazzi, che, come già abbiamo detto, ha subito cancellato la scadente prova di Busto Arsizio, dominando letteralmente il campo; così dicasi per Bercellino come sempre generoso e prodigo di mezzi e di gioco. Ci piace notare come ormai egli abbia acquistato con assoluta naturalezza il senso della posizione. Scattante Melideo che in verità non ha errato un intervento, sempre fuori forma Soncini per il quale sarebbe probabilmente utile qualche turno di riposo. Solo quando questo forte e generoso mediano tornerà ad essere l’uomo di centrocampo che bene conoscemmo ed apprezzammo, la squadra tornerà a funzionare in pieno con risultati ben diversi. Soncini ha acquistato un tale ruolo di importanza nel funzionamento della squadra che la sua presenza in condizioni di minorazione fisica e morale come oggi, conferisce un tono dimesso nella prestazione di tutta la compagine. Fanello ed Oldani abbastanza a posto anche se non a pieno regime: il primo, insofferente alle marcature e quindi convinto di piegare le resistenze in dribbling eccessivi mentre domenica aveva la possibilità di scambi con compagni che gli stavano vicini e ricambiavano il passaggio con un intelligente rilancio. Oldani ancora incostante e spesso privo di mordente, sempre pronto però a dimostrare di essere un bel palleggiatore dotato di eccellente tecnica. E così, dopo l’uragano di due pa tite esterne, eccoci ad affrontare il difficile problema casalingo di due incontri intensi. Coraggio sempre! Sovrastata dalle critiche, c ircondata dalla diffidenza, delusa e disillusa, l’Alessandria è tornata all’ovile attraverso i marosi di una tempesta che non si è ancora placata. Noi referiamo non prendere alcuna posizione ed accettare la nostra parte di rimproveri per aver detto chiaramente che la squadra aveva uomini che con molta probabilità avrebbero riportata l’Alessandria in Serie A. Accettiamo tali rimbrotti perchè siamo in compagnia dei più famosi critici dei quotidiani italiani che dal primo giorno si espressero in tal senso. Se la squadra ha deluso, è sciocco oggi parlare di idee utopistiche ed offendere con ingiurie da querela come fa ad esempio il «Guerin Sportivo» che per fortuna tutti sanno essere invasato da strani veleni non bene individuati. Se all’inizio del campionato avessimo assistito a forme di abulia, di mancanza di volontà, di rinuncia ad ogni tentativo di mettere insieme una squadra degna del nome dell’Alessandria, saremmo stati i primi ad insorgere: ma, in relazione ai mezzi assai scarsi di cui la Società disponeva, abbiamo visto fare il possibile e l’impossibile: per questo plaudimmo e ci schierammo con coloro che vedevano roseo l’orizzonte. Ora le due partite che affronteremo in casa, costituiscono un poco il banco di prova per tutti. Se i risultati dovessero essere disgraziatamente negativi, potrebbe scatenarsi da parte dei supercritici un altro uragano: ma noi, da buoni sportivi, pensiamo di augurare buona fortuna a tutti, di incitare i giocatori a tener fede ne i loro propositi, a riprendersi, alla Società di continuare a credere nel suo programma, anche se le speranze del ritorno in Serie A sono ormai sfumate. L’Alessandria è patrimonio morale e sportivo che deve sopravvivere, al di là degli uomini e degli eventi, è patrimonio soprattutto degli sportivi, di quelli veri che soffrono e si esaltano e non l’abbandonano: una annata andata male non deve essere tragedia, ma solo mezzo per rivedere gli errori, per studiare nuove formule, per tener tutti uniti sotto il vessillo della fede. Non è con le critiche amare che oggi si crea il destino nuovo della Società, o con le recriminazioni ed i facili sfottimenti ma con l’intento di fare meglio domani, di mantenere la massa dei fedeli, di formare, compatto, il blocco di coloro che non disperano. (Il Piccolo - Barbagrigia) Erano stati loro, i tifosi, ad indurre la squadra a trasferire armi e bagagli altrove per sostenere l'urto di un'altra battaglia difficile; erano stati loro con quella invasione di campo provocata dalle solite decisioni assurde di un non meno solito sbadato uomo del fischietto, a costringere la Lega a battere i pugni sul tavolo. Erano stati loro. E quando l'ira si è placata hanno avuto una crisi di coscienza: l'immaginario balilla del tifo foggiano ha sventolato allora la bandiera rossonera ed ha gridato per la strada incitando lgi altri qualcosa che – grosso modo – dev'essere suonato così: giocherai, o Foggia, lontano dal tuo campo, ma lontano da noi, no! E la marcia imponente è cominciata. Quanti erano a Caserta? Ma si era veramente … a Caserta o non piuttosto a Foggia? Hanno fatto un tifo d'inferno per tutta la partita ed alla fine sono rimasti per un pezzo ancora nello stadio a gioire per una vittoria acciuffata per i capelli ma cristalina e meritata. Se il Foggia ha vinto, lasciatecelo dire, lo deve anche a quegli stessi tifosi da cui era stato mandato … in esilio. Paolo Tabanelli aveva una paura matta di Fanello. Non solo lo ha dimostrato in campo – quando ha deciso di farlo pedinare come un'ombra dal mediano Vertuolo liberando da impegni diretti Odling – ma lo ha anche ammesso negli spogliatoi quando ha detto che, purtroppo, non ci sarebbe stata altra tattica da adottare. Il Foggia ha vinto oggi a Caserta e, benchè messo su alla meglio, non ha deluso. Sapeva di avere di fronte un'Alessandria tecnicamente più forte e tatticamente più esperta ed ha aggirato l'ostacolo contrapponendo alla tecnica ed alla esperienza dela rivale un ardore combattivo che non poteva non condurre i giocatori al palo della cuccagna di una vittoria sudata ma meritata. Ha segnato una sola volta, ma in tante altre occasioni la squadra pugliese è stata sul punto di mandare il pallone in fondo al sacco. La prevalenza territoriale è stata innegabilmente sua. L'Alessandria ha giocato meglio, ha disegnato sul rettangolo verde delle piacevoli figure geometriche, ha presentato un buon repertorio di finezze stilistiche individuali, ma al sodo è quasi sempre arrivato il Foggia: sia pure con impennate rabbiose, prive della pennellata di classe dei suoi paladini. […] Oggi Fanello, il cannoniere del campionato, ha subito un atto di sabotaggio: il Foggia gli aveva bagnato le polveri ed il suo cannone è stato di conseguenza muto come un pesce. Non così la sua … bocca, e ad un certo momento ha anche rischiato di essere espulso. Avendo ricevuto una pallonata accidentale del terzino De Pase (si era al 10' della ripresa) ha reagito d'istinto rifilando un buffetto al suo avversario, onde l'intervento dell'arbitro. Consultazione col segnalinee, scorrettezza ravvisata, semplice ammonizione ufficiale. Non se l'è cavata male. Il Foggia col suo implacabile Bertuolo lo aveva evidentemente innervosito (e un Fanello in condizione di giocare con un po' di spazio a disposizione è il pericolo numero uno …). Oltretutto però – e bisogna pure notarlo per dovere di cronaca – il ragazzo del Milan non ha fatto proprio nulla per non stuzzicare il desiderio dei difensori pugliesi di rendergli la vita dura, concedendosi alcuni palleggi e virtuosismi a volte fuori posto. (Corriere dello Sport). Proteste degli spettatori alessandrini L'INCOMPLETA SQUADRA GRIGIA NON SUPERA IL MARZOTTO: 0-0 Vitali e Migliavacca indisponibili - I «giovani» sostituti non deludono, ma mancano di esperienza - Il trentasettenne Nyers ha esordito tra i biancocelesti Continua la serie nera dell'Alessandria. Nelle prime quattro giornate del girone di ritorno i grigi sono riusciti ad incamerare un solo punto, quello che hanno strappato ieri — con un deludente 0 a 0 — al Marzotto ultimo in classifica. In quattro domeniche gli alessandrini sono passati dal quarto posto al terzultimo e purtroppo non possono vantare alcuna scusante, né arbitraggi sfavorevoli né incidenti di gara che abbiano menomato la compagine durante un confronto. E' stato il gioco a latitare improvvisamente. Vinti nel morale, non tutti a posto nel fisico, i calciatori alessandrini hanno perso fiducia e si sono smarriti. Capita, ed anche sovente, in squadre di qualsiasi rango. Ora, ad Alessandria, c'è già chi protesta, chi parla di serie C, quasi la retrocessione si decidesse entro una settimana e non al termino del torneo. Le esagerazioni, da qualsiasi parte vengano, non sono mai belle: meglio è restare con i piedi solidamente piantati in terra durante i periodi felici, ma sapere con altrettanta fermezza resistere al vento contrario della sorte. Ieri, contro il Margotto, Achilli ha nuovamente utilizzato parecchi giocatori giovani. Nessuno è andato male, tutti si sono battuti con coraggio e tenacia, primo sugli altri il terzino Melideo che sui terreni asciutti raddoppia il suo valore. Purtroppo una squadra, il gioco di una compagine, non si crea battendo le numi ed agitando una bacchetta magica. Occorrono mesi e mesi di preparazione, occorre che gli atleti imparino a capirsi ed a intuirsi allora le cose divengono facili e tutto va per il suo verso Pretendere che l'Alessandria, privato di Migliavacca e di Vitali, con tre o quattro riserve in campo tornasse di colpo a brillare, era pura illusione. Achilli, che è un ragazzo serio e coscienzioso, sapeva quali rischi affrontava lanciando gualche atleta giovane allo sbaraglio. Vi è stato costretto dagli eventi, e non ha, dovuto pentirti delle decisioni prese Tutto il primo tempo tra i rossi alessandrini (per dovere di ospitalità) ed i biancoazzurri veneti è stato decisa mente scialbo. Manovre lente e palloni malamente sciupati. La ripresa, è stata di tutt'altro tono, e sul piano agonistico e su quello tecnico. Gli alessandrini, spronati dal pubblico, si sono riversati ad on date successive in area del Marzotto, cercando la soluzio ne a tutti i costi. Non sono riusciti nell'intento per... uno scambio di persona. Difatti se le due occasioni da rete capitate ad Azzimonti al 6' ed a Marmo all'8' avessero avuto come protagonista Fanello, quasi certamente l'Alessandria avrebbe chiuso vittoriosamente la gara. Nel primo caso Azzimonti, servito da un lungo passaggio alto di Giaco mazzi, ha. tentato di fermare la palla con il petto anziché calciarla direttamente a bersaglio, con il risultato di vedersela saltellare oltre la linea di fondo campo. Due minuti appresso Snidero, liberatosi con un doppio dribbling dalla guardia di Danieli, ha dipinto un traversone verso l'accorrente Marmo: il giovanotto, per la troppa precipitazione, è saltato in anticipo ed ha colpito la sfera con il sommo del capo anziché con la fronte, mandandola a finire tra il pubblico Al 14' Fanello ha concluso una manovra di Settini con una giravolta su se stesso e con un secco tiro a mezz'altezza, ma. De Rossi è stato pronto alla parata. Nei minuti successivi tre tiri dei piemontesi sono stati consecutivamente respinti, a pochi passi dal portiere, dalle gambe e dalle... schiene dei difensori veneti. Svanita la sfuriata alessandrina, il Marzotto (che ieri faceva esordire all'ala sinistra il trentasettenne Stefana Nyers, poco preparato e completamente fuori ritmo in una contesa di campionato) ha cercato di infastidire Arbizzani con qualche, puntata, L'Alessandria ha quindi ripreso a condurre il gioco e Fanello si è prodotto (al 35') in uno spettacoloso « a solo ». Avuta la palla — alta — da Sniderò, Fanello è entrato in area biancoceleste con la sfera rincollata alla fronte: ostacolato con modi decisi da due avversari, ha servito Oldani che, al volo, ha sfiorato il palo (La Stampa - Ed. Sport - Giuseppe Barletti) RISULTATI: Como – Brescia 0-0 Marzotto – Parma 0-2 Messina – Simmenthal 1-0 Novara – Palermo 2-0 Prato – Sambenedettese 1-0 Pro Patria – Catanzaro 1-1 Reggiana – Venezia 2-1 Triestina – Mantova 0-0 Verona – Genoa 0-0 CLASSIFICA: Simmenthal, Mantova p. 27, Palermo, Messina 26, Reggiana, Novara 24, Venezia, Como 23, Pro Patria, Sambenedettese 22, Catanzaro, Prato, Triestina 21, Genoa (-7), Parma, Alessandria 20, Brescia 19, Foggia, Verona 17, Marzotto 13. Genoa 7 p. di penalizzazione. MARCATORI: 16 reti: Fanello (Alessandria), 8: Ghersetich (Catanzaro), Calloni Gianpiero (Pro Patria), Sardei (Reggiana), 7: Teneggi, Pantaleoni, Fraschini, Mentani, Fantini, Morosi, Calzolari, Volpi, Raffin. Il punto sul campionato Il Messina, grazie ad un entusiasmante gol di Landoni, batte il Simmenthal e crea l'ammucchiata in testa: quattro squadre racchiuse in un solo punto. Al comando, oltre ai monzesi c'è il Mantova che a Trieste ha resistito impavida agli attacchi dei padroni di casa ed ha portato via un punto importantissimo. Dietro c'è la coppia delle siciliane con il Palermo sconfitto sull'imbattuto terreno di Novara da due gol in apertura, dei quali il primo dopo 10 secondi di gioco!