Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
26-02-1961 - Giornata: 23 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Marzotto AC 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Arbizzani Luciano, Melideo Rocco, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Bercellino (I) Giancarlo, Pizzolitto Radames, Oldani (II) Tullio, Azzimonti Giorgio, Fanello Giovanni, Bettini Sergio, Marmo Remo All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
MARZOTTO AC: De Rossi, Carta, Daniele, Sacchiero, Porra, Tibaldo, Ruffinoni, Redegalli, Busato, Temellin, Nyers All.: Fattori Osvaldo – D.T.: Senkey Imre.

Arbitro: Cotugno Salvatore (Civitavecchia) [Beccatti, Ringoli]
Note
Giornata di sole primaverile con terreno spelacchiato ma ottimo. Ammonito 84. Ruffinoni [M]. Angoli: 9-3 (2-3) Inizio ore 14.30

Commento
L’ALESSANDRIA CONTINUA A DELUDERE Con la sua pochezza l’Alessandria ha toccato oggi il fondo senza meritare alcuna giustificazione ed ancora di più senza far nulla per meritarsela. Questo purtroppo è il finale di una … tragedia per la squadra che a detta di molti avrebbe dovuto occupare posizioni di primo piano nel campionato cadetti. Vien quindi logico dire che l’incontro odierno non è da catalogarsi in un semplice episodio a sé stante ma bensì rappresenta nei suoi 90’ tutto quanto di errato si è fatto in poco meno di sette mesi di campionato. Comunque questo è argomento che verrà trattato nel corso della settimana mentre oggi è nostro compito riferire sul “nullo” di questa partita giocata sul metro di una apatia sconcertante. L’innesto di Bettini ad interno poteva far pensare inizialmente ad una mossa tattica. Infatti un eventuale ripiegamento sul ruolo abituale, tanto più che alla estrema sinistra giocava proprio una mezzala, poteva far supporre tutto questo. Bettini infatti è giocatore da un “solo piede” e pur confermandolo nel suo arruffare non è stato compreso tanto che la cosa è durata fino al termine. Con tutto questo Achilli potrebbe avere le sue sacrosante ragioni sebbene il fatto in se stesso sussista e serva ad indicare una volta per tutte come il Bettini potrà essere un’ottima ala ma mai un interno. E passando al totale assenteismo dei due giovani Marmo e Azzimonti non si può certo pretendere che Fanello diventi di punto in bianco (il caso era tipico per oggi) il “deus ex machina” dell’attacco alessandrino. Ma comunque vogliamo ancora essere magnanimi e concedere delle attenuanti sulla falsariga della tensione, per la ricerca di quella benedetta rete che da tempo manca. Ma certo non si può arrivare alla benevolenza quando si considera che i due laterali sono totalmente mancati a centrocampo, con il solo Snidero che nella ripresa ha avuto un momento di lucidità rientrando nella condizione normale. Insomma dalle retrovie alla linea attaccante ci sarebbe voluto per vedersi un …. cannocchiale e questo è tutto dire. Dietro, davanti ad Arbizzani, tutti se la son cavata tolto lo stesso portiere autore di un paio di papere che avrebbero potuto costare l’intera posta in palio. Con questo quadro poco edificante ci si chiede dunque dove giungerà questa Alessandria perché ormai è chiaro che i nutriti fischi finali deprimeranno ancor più la squadra. Dalla desolazione dei grigi (oggi in maglia rossa) passiamo ora al Marzotto. Un Marzotto modesto anche se oggi schierava un blasonato decaduto come Nyers. Si sa ciò che vale questo giocatore. Per un allenatore potrebbe significare un asso nella manica, per lo meno in una punizione dal limite in quanto non ci sarebbe da credere che lo stesso Senkey sperasse di più. Ora, Nyers se l’è cavata senza lode alcuna ma anche senza infamia mettendo in mostra ottime doti di lavoratore della sfera. Gli altri, senza tatticismi particolari (l’unico era quello di Ruffinoni su Oldani) se la sono cavata alla meno peggio. Il portiere, questo sì, merita una lode di merito così come la merita il direttore di gara. La risultante della giornata si può quindi avere in queste poche parole: un primo tempo alla meno peggio tanto per passare i minuti prescritti ed una ripresa con un tentativo di forcing finale da parte dell’Alessandria senza però emozioni per alcuno. La cronaca ovviamente è brevissima. Al 3’, 4’ e 6’ errori con tiri fuori di Oldani. Al 22’ Busato porta ai limiti dell’area Nyers il quale spara un secco rasoterra fuori dallo specchio di Arbizzani. Al 38. un tiro di Bettini ancora sbagliato. La ripresa. Al 3’ Fanello spedisce fuori un pallone ricevuto da Snidero. Al 12. i difensori alessandrini rischiano un calcio di rigore su Nyers il quale era pervenuto tutto solo ai limiti dell’area grigia. Poi al 14’ una meraviglia di Fanello: centro di Marmo in area con stop sul petto del centravanti e fulminea girata a rete al volo, con il sinistro, che trova pronto De Rossi. Al 15’ e 18’ tiri fuori di Ruffinoni e Redegalli ed ancora al 37’ l’ultima azione degna di rilievo: duettano Marmo e Azzimonti, questi in corsa spara su De Rossi che spettacolarmente salva il risultato della propria squadra. Questo è tutto. (La Gazzetta dello Sport – Franco Benzi) Tutto previsto e prevedibile dopo quanto vi abbiamo detto sabato scorso su di una situazione veramente sconcertante per questa incomprensibile Alessandria, una nuova decisiva conferma di una condizione insufficiente della nostra squadra è venuta, purtroppo chiara ed inconfutabile. Ora possiamo proprio dirli: la nostra squadra è malata: come quei bimbi che deperiscono per mancanza di sostanze utili alla loro vita o per nostalgia di una casa o di una terra lontana, o per carenza di ossigeno. Così, per un male in definibile che nessuno forse riuscirà mai ad individuare esattamente, la nostra squadra non riesce a ritrovare vigore, forza, convinzione, e, quel che è peggio, a fare rendere al massimo i suoi uomini. Intanto passano le settimane e, dall’abbandono delle speranze per la promozione, siamo passati nell’anticamera delle squadre pericolanti. Diciamo subito che questa ipotesi non vogliamo neanche prenderla in considerazione, ma, per in tanto, si deve parlarne perché la classifica ci ha collocati tanto in basso. Il grande momento Dopo la bufera bruciante di tre incontri nel girone di ritorno successivamente perduti, tornavamo sul nostro campo in cerca di linfa che ci rafforzasse in classifica e ci convincesse che siamo ancora capaci di segnare una rete e di vincere. Scendeva il Marzotto: ultimo in classifica, tristemente convinto delle poche speranze che può nutrire per la propria salvezza. Era per noi la grande occasione. Ed invece neanche contro l’ultima in classifica, ed a casa nostra, siamo riusciti ad affermarci, a dominare il campo, a piegare una difesa ad oltranza che non doveva, né poteva, costituire per noi baluardo insormontabile. La formazione di domenica scorsa era stata quasi totalmente confermata; era stato concesso un turno di riposo a Soncini che, come sappiamo, aveva denunciato un notevole calo di forma probabilmente dovuto a stanchezza ed a non perfette condizioni fisiche: al suo posto rientrava Sniderò a cui una domenica di sosta pareva aver giovato (ed in fatti Sniderò si rivelò migliorato soprattutto nel secondo tempo, allorché seppe con pochi altri mantenere calma e ritmo). Era stato sostituito il giovanissimo Sala che aveva fornita una preziosa prova a Caserta ma che, come già vi dicemmo, non può essere ritenuto ancora maturo per le ardue battaglie della Serie B. Bettini L’allenatore aveva deciso di reimpiegare Bettini, sperando che anche a questi la domenica di sosta avesse giovato: purtroppo tutto ciò non è servito, ma anzi, ha complicato le cose. Bettini è stato impiegato proprio nel ruolo meno adatto per lui. Avevamo già più volte osservato che questo strano giocatore allorché viene collocato a centro campo con funzioni di uomo di spola o di ala tornante, diventa spesso confusionario ed inconcludente. Purtroppo domenica abbiamo avuto una piena e, speriamo, definitiva prova di tutto questo. Ci rendiamo conto che la sostituzione di due mezze ali quali Vitali e Migliavacca sia pressoché impossibile: tutti hanno constatato l’importanza di questi due uomini per la nostra squadra, essendo il loro apporto veramente decisivo e determinante per il funzionamento di tutto il complesso. Tutto ciò non serve però a persuaderci sulla necessità di impiegare Bettini come mezzala. Azzimonti e Marmo, se pure mediocri e privi di un certo mordente, sono pur sempre due mezze ali per il tipico gioco che tendono a svolgere e per la natura stessa che li p orta a scegliere quella determinata posizione: avremmo quindi preferito vedere Bettini all’ala e Marmo col numero dieci. Con tutto ciò non pensiamo che il gioco sarebbe stato di molto migliorato, ma sarebbe stata evitata a Bettini l’umiliazione di venir beccato e sfottuto continuamente fino a paralizzarlo nei suoi movimenti. Noi siam o infatti dell’opinione che Bettini sia di gran lunga più capace di giocare e rendere di quanto ci abbia mostrato recentemente fino alla prova assolutamente inclassificabile di domenica scorsa. Ma questo ragazzo dovrà essere recuperato seguendolo passo per passo, studiando le sue tendenze, correggendo le sue abitudini errate; dominando le indecisioni o gli sbalzi del suo carattere: abbandonarlo a se stesso sarebbe grave erro re ed anche grave danno economico per la società, insistere nel farlo giocare in queste condizioni, altro errore irreparabile. Con un poco di pazienza Bettini dovrà tornare una valida ala di punta: poco manovriera, né morbida nella manovra, né fantasiosa nel dribbling, ma capace di lanciarsi a catapulta in area e, dopo uno scambio o due (non di più) tirare con la violenza ed anche la precisione che conosciamo e che lui solo possiede. Per questo preferiamo incoraggiarlo anziché abbandonarci alla facile elencazione dei suoi difetti e dei suoi perché. Le occasioni sfumate Malgrado un primo tempo assolutamente scialbo e addirittura irritante per l’osservatore, la nostra squadra ebbe ugualmente la possibilità di passare. Per oltre un quarto d’ora nel secondo tempo la pressione contro la validissima difesa del Marzotto fu assai pesante ed anche per qualche momento esaltante. Validamente appoggiala da Sniderò che ebbe alcuni spunti da ala destra di rango, la prima linea concretò qualche bella azione che non giunse a segno per la immaturità e la mancanza di decisione di alcuni nostri uomini: non abbiamo ancora dimenticato quel pallone piovuto in area per un preciso passaggio di Giacomazzi ad Azzimonti il quale in ottima posizione anziché tirare subito si lasciò spiovere il pallone sul petto per tentare poi con rara indecisione di avanzare verso la porta varcando invece in pochi passi la linea di fondo. Strano sempre il comportamento di questo ragazzo tanto abile e piacevole a vederlo nel muoversi durante la manovra e nel fintare l’avversario, finendo sempre l’azione nel più inconcludente dei modi. Né dimentichiamo quel colpo di testa di Marmo sul passaggio dalla destra, che mandava il pallone alle stelle! E così quei pochi minuti di buona vena passarono, e tornò il gioco opaco e scialbo del primo tempo che immancabilmente si spegneva ai limiti di un’area che era diventata per la pochezza del nostro spirito e dello scadimento tecnico, una montagna invalicabile (Il Piccolo) Continua la serie nera dell'Alessandria. Nelle prime quattro giornate del girone di ritorno i grigi sono riusciti ad incamerare un solo punto, quello che hanno strappato ieri - con un deludente 0 a 0 - al Marzotto ultimo in classifica. In quattro domeniche gli alessandrini sono passati dai quarto posto al terzultimo e purtroppo non possono vantare alcuna scusante, né arbitraggi sfavorevoli né incidenti di gara che abbiano menomato la compagine durante un confronto. E' stato il gioco a latitare improvvisamente. Vinti nel morale, non tutti a posto nel fisico, i calciatori alessandrini hanno perso fiducia e si sono smarriti. Capita, ed anche sovente, in squadre di qualsiasi rango. Ora, ad Alessandria, c'è già chi protesta, chi parla di serie C, quasi la retrocessione si decidesse entro una settimana e non al termine del torneo. Le esagerazioni, da qualsiasi parte vengano, non sono mai belle: meglio è restare con i piedi solidamente piantati in terra durante i periodi felici, ma sapere con altrettanta fermezza resistere al vento contrario della sorte. Ieri, contro il Marzotto, Achilli ha nuovamente utilizzato parecchi giocatori giovani. Nessuno è andato male, tutti si sono battuti con coraggio e tenacia, primo sugli altri il terzino Melldeo che sul terreni asciutti raddoppia il suo valore. Purtroppo una squadra, il gioco di una compagine, non si crea battendo le mani ed agitando una bacchetta magica. Occorrono mesi e mesi di preparazione, occorre che gli atleti imparino a capirsi ed a intuirli: allora le cose divengono facili e tutto va per il suo verso. Pretendere che l'Alessandria, privata di Migliavacca e di Vitali, con tre o quattro riserve in campo tornasse di colpo a brillare, era pura illusione. Achilli, che è un ragazzo serio e coscienzioso, sapeva quali rischi affrontava lanciando qualche atleta giovane allo sbaraglio. Vi è stato costretto dagli eventi, e non ha dovuto pentirsi delle decisioni prese. Tutto il primo tempo tra i rossi alessandrini (per dovere di ospitalità) ed i biancoazzurri veneti è stato decisamente scialbo. Manovre lente, indugi, palloni malamente sciupati. La ripresa è stata di tutt'altro tono, e sul piano agonistico e su quello tecnico. Gli alessandrini, spronati dal pubblico, si sono riversati ad ondate successive in area del Marzotto, cercando la soluzione a tutti i costi. Non sono riusciti nell'intento per... uno scambio di persona. Difatti se le due occasioni da rete capitate ad Azzimonti (6') ed a Marmo (9') avessero avuto come protagonista Fanello, quasi certamente l'Alessandria avrebbe chiuso vittoriosamente la gara. Nel primo caso Azzimonti, servito da un lungo passaggio alto di Giacomazzi, ha tentato di fermare la palla con il petto anziché calciarla direttamente a bersaglio, con il risultato di vedersela saltellare oltre la linea di fondo campo. Due minuti appresso Snidero, liberatosi con un doppio dribbling dalla guardia di Danieli, ha dipinto un traversone verso l'accorrente Marmo: il giovanotto, per la troppa precipitazione, è saltato in anticipo ed ha colpito la sfera con il sommo del capo anziché con la fronte, mandandola a finire tra il pubblico Al 14' Fanello ha concluso una manovra di Bettini con una giravolta su se stesso e con un secco tiro a mezz'altezza, ma De Rossi è stato pronto alla parata. Nei minuti successivi tre tiri dei piemontesi sono stati consecutivamente respinti, a pochi passi dal portiere, dalle gambe e dalle... schiene dei difensori veneti. Svanita la sfuriata alessandrina, Il Marzotto (che ieri faceva esordire all'ala sinistra il trentasettenne Stefano Nyers, poco preparato e completamente fuori ritmo, in una contesa di campionato) ha cercato di infastidire Arbizzani con qualche puntata, L'Alessandria ha quindi ripreso a condurre il gioco e Fanello si è prodotto al 35' in uno spettacoloso assolo. Avuta la palla - alta - da Snidero, Fanello è entrato in area biancoceleste con la sfera incollata alla fronte: ostacolato con modi decisi da due avversari, ha servito Oldani che, al volo, ha sfiorato il palo. (La Stampa) RISULTATI: Brescia - Novara 8-0 Catanzaro -Simmenthal Monza 1-0 Genoa - Prato 1-1 Ozo Mantova - Foggia 1-1 Palermo - Reggiana 3-3 Parma - Pro Patria 0-0 Sambenedettese - Como 3-1 Triestina - Verona 0-0 Venezia - Messina 2-1 CLASSIFICA: Ozo Mantova p. 28; Palermo, Simmenthal Monza, 27; Messina 26; Venezia, Reggiana 25; Sambenedettese, Novara 24; Catanzaro, Pro Patria, Como 23; Prato, Triestina 22; Brescia, Genoa, Parma, Alessandria 21; Foggia, Verona 18; Marzotto 14 MARCATORI: 15 RETI Fanello (Alessandria); 9 RETI Sardei (Reggiana), 8 RETI: Ghersetich (Catanzaro), Teneggi (Como), Pantaleoni (Genoa), Calloni Giampiero (Pro Patria), Volpi (Reggiana). Il punto sul campionato In vetta alla classifica ha rallentato il Mantova che è stato fermato sul pareggio dal Foggia. Non ne ha approfittato il Palermo, anch'esso costretto allo stop interno dalla Reggiana in un pirotecnico 3-3. Stop del Monza sul campo del Catanzaro Il Genoa e il Prato si sono divise la posta in palio: rete di Pantaleoni al 5' e Targioni ha realizzato da undici metri. Una sconfitta di cosi vaste proporzioni, completamente fuori dalla norma quella subita dal Novara per mano del Brescia.