Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
26-03-1961 - Giornata: 27 - Mantova - Danilo Martelli


Ozo Mantova AC - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 82. Giagnoni [Oz]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Melideo Rocco, Sicurani Alfonso, Bercellino (I) Giancarlo, Giacomazzi Giovanni, Oldani (II) Tullio, Snidero Cirano, Marmo Remo, Migliavacca Giancarlo, Bettini Sergio All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
OZO MANTOVA AC: Negri, Tarabbia, Cancian, Longhi, Pini, Castellazzi, Simoni, Giagnoni, Uzzecchini, Giammarinaro, Recagni. All.: Fabbri Giovan Battista

Arbitro: Francescon Francesco (Padova)
Note
Inizio gara ore 15.30

Commento
Sfortunata prova dei “grigi,, a Mantova Costretti a capitolare a pochi minuti dalla fine! DOMANI IL CATANZARO AL «MOCCAGATTA» E’ nella regola del gioco: è nelle previsioni. E’ nello spirito di questa annata nebulosa con sprazzi di sole capriccioso e tiranno che si mostra solo quando vuole. Quanto scrivemmo in apertura sabato scorso vale ancora e varrà fino al termine di questo beffardo campionato. E' inutile illudersi o sperare nel meglio. Passavamo domenica fra una folla urlante ed entusiasta (poco generosa anche), fra bandieroni biancorossi che si dimenavano sopra di noi in una esaltante sequenza di intemperanze e fragori, e ci sentivamo tristi nel ricordare altre epoche in cui anche noi vivevamo tali momenti, e soprattutto mortificarti perché convinti di non meritarci, tutto sommato, la sorte che quest’anno ci è toccata. Se c’era infatti una partita in cui meritavamo di non perdere, era proprio questa. La squadra, forse toccata nel suo amor proprio per dover affrontare la capolista, si era buttata nella lotta con un ardore ed una convinzione che da tempo non avevamo osservati. Tutti sicuri al loro posto e bene impostati sul compito da svolgere, i nostri ragazzi si sono battuti fino all’ultimo mostrando una organizzazione difensiva ed una capacità per il contropiede, che stupirono prima l’avversario, impaurendolo poi e lasciandolo completamente afflosciato a fine partita per lo sforzo fisico e nervoso cui era stato sottoposto. Ma tutto è stato inutile: verso la fine il più beffardo ed inaspettato gol è venuto a castigare ancora una volta i buoni intenti e le nostre illusioni. La tattica di Achilli Per affrontare l’Ozo Mantova, squadra capolista e laudatissima, Achilli aveva studiato a lungo il problema ed aveva deciso di scegliere una formazione particolare, con un preciso scopo, tenendo conto anche della grave situazione in cui ci eravamo venuti a trovare per la mancanza di Vitali e per la impossibilità di schierare Fanello, pedina pressoché insostituibile. E così per la prima volta nel campionato, il gioco di squadra è stato impostato su una precisa organizzazione difensiva in verità bene calcolata: per l’osservatore, per il pubblico, ed anche per la stampa presente, l’esperimento è riuscito bene, in quanto ha messo in evidenza un gioco di interdizione e rottura così bene congegnato da costituire baluardo pressoché insuperabile per qualunque attacco. Per la prima volta abbiamo visto i nostri tre terzini giocare contemporaneamente: Nardi e Melideo in linea, Giacomazzi col numero sei, ma in realtà estremo difensore con funzioni di battitore libero alle spalle di Bercellino il quale, bene attorniato dagli altri, giocava come centrosostegno sul centravanti, libero di muoversi e di anticipare, senza la preoccupazione dì scoprirsi per la buona vigilanza che aveva alle spalle. In luogo di Giacomazzi, nella posizione di mediano sinistro giocava Migliavacca il quale solo formalmente vestiva la maglia della mezz’ala; l’altro interno era... Sniderò il quale funzionava da laterale di centro campo, mentre il vero laterale, Sicurani, stava arretrato a dar man forte ora a Bercellino ora a Nardi. Un notevole gruppo di uomini esperti ed abituati, per un intero precedente campionato, a simili battaglie, che erano chiamati a rinnovare le gesta spesso esaltanti di un tempo ancora recente. Non un tiro in porta In verità questo era l’unico modo possibile e ragionevole di affrontare l’Ozo Mantova con qualche speranza: mandare la solita squadra allo sbaraglio e cioè giocando a gioco aperto, bisognava poter disporre di uomini come Vitali e Fanello. Mancando costoro, inutile era tentare avventure senza gloria e senza merito. E, malgrado la sconfitta, non possiamo dire che i calcoli o la decisione siano risultati errati: dominati per due terzi dell’incontro i grigi si sono sempre difesi con calma, con ordine, come se tutto fosse stato previsto, come se ogni azione offensiva degli avversari si snodasse per schemi già stabiliti e che richiedessero quel determinato intervento da parte di questo anziché di quell’uomo. E tutti hanno bene ottemperato ai loro doveri, tanto che non riteniamo necessario, in una partita come questa esaminare il comportamento di ogni singolo. La riprova della riuscita impostazione sta nel fatto che in tutto l’incontro, malgrado la pressione esercitata, l’Ozo Mantova non riuscì a fare un tiro in porta vero e proprio. Bloccati sempre od anticipati da una difesa accorta e vigile, gli attaccanti dell’Ozo Mantova non riuscirono mai a rendersi pericolosi. Ma venne poi il gol, improvviso ed imprevedibile quando già le nostre speranze si coloravano di roseo, ed il pareggio pareva assai probabile. E così si spensero le nostre velleità e tutto rientrò nel previsto. Due garibaldini La prima linea è vissuta sugli spunti di Oldani e di Bettini. Impacciato Marmo in un ruolo non adatto per lui che non sopporta volentieri il contatto con l’uomo in quanto non è un combattente per natura, arretrate le mezze ali, come s’è detto, per particolari compiti di copertura, le nostre ali, libere da ogni preciso compito, si dedicarono al gioco del contropiede con un puntiglio veramente eccezionale, che dimostra come spesso la buona volontà è il miglior lievito nel combattimento. Oldani, in giornata di vena, lucido nella impostazione, rapido e preciso nel passaggio, sfruttando le sue buone doti dì palleggiatore, si è trascinato dietro spesso due o tre uomini che arrancavano assai per fermarlo e spesso con pochi complimenti. Da Oldani sono partite due o tre azioni veramente pregevoli e bene impostate, che avrebbero potuto anche concludersi con la segnatura di una provvidenziale rete. Bettini, ha confermato il netto miglioramento di forma che nelle sue ultime prestazioni già aveva dimostrato: in tutta la partita è riuscito a piazzare i tiri più pericolosi ed a sfiorare più di tutti la possibilità di segnare. Il pubblico mantovano ha vissuto momenti di brivido e di timore assai più di quanti non ne abbiamo vissuti noi: al termine erano tutti sfiniti dallo sforzo e dal panico. Magro bilancio: e scarsa consolazione proviamo a scrivere questo e voi a leggerlo, ma, già che la verità si deve dire, tanto vale farla notare anche sotto la luce delle cose buone. Per completare il quadro, e per essere coerenti con noi stessi, diremo che anche questa volta, il portiere è stato determinante nell’esito dell’incontro. Ma non il nostro, in quanto Stefani non ha avuto alcun compito particolare da assolvere, ne si può addebitargli la rete sofferta che era assolutamente imparabile, ma Negri, portiere del Mantova che in almeno due occasioni ha sfoggiato una tale prontezza da sbalordire. Strano destino anche questo: quando le squadre giocano contro di noi, i loro portieri si trasformano in fuoriclasse e compiono il miracolo di salvare le partite. Nessuno avrebbe mai pensato che sul campo del Mantova, con una formazione impostata sul gioco prettamente difensivo, riuscissimo a mettere in pericolo la porta dei padroni di casa, così seriamente. Invece Bettini c’è riuscito, soprattutto con un tiro di punizione talmente folgorante e violento da provocare un fremito di timore e di ammirazione. Negri, impersonando improvvisamente la figura del portiere ideale, l’ha parato. E noi siamo rimasti sconfitti (Il Piccolo - Barbagrigia) L'Alessandria a otto minuti dalla fine perde sul campo della capolista IN EXTREMIS IL MANTOVA SUPERA I GRIGI: 1-0 Il Mantova ha dovuto faticare ben più del previsto per aggiudicarsi l'intera posta nel confronto con l'Alessandria che. come già nella gara d'andata, si è dimostrata non soltanto solidissima tn difesa ed agile all'attacco ma anche estremamente decisa, tanto che l'arbitro Francescon ha dovuto Intervenire quasi in continuazione per evitare che la partita degenerasse. Ad ogni modo, non sono mancati gli scontri violenti e alla fine si sono contati parecchi contusi nonché un ferito, Giagnoai, che ha riportato una lesione all'arcata sopracciliare sinistra. Chiuso il primo tempo a reti inviolate, il gioco si apriva nella ripresa, senta presentare alcun miglioramento sostanziale e ad un certo punto sembrava che l'Alessandria dovesse riuscire a mantenere indenne la propria rete. Ma ad otto minuti dal termine, quando ormai il pubblico, deluso, stava lentamente sfollando, Giagnoni compiva la prodezza. Simoni batteva dalla bandierina di sinistra nn calcio d'angolo; il pallone gli era conteso di testa da un grappolo di nomini: tutti lo mancavano ed esso Univa giusto tra I piedi di Giagnoni, che si era mantenuto appostato a circa cinque metri dalla porta. Il tiro della mezz'ala era prontissimo e Stefani altro non poteva fare che raccogliere la sfera nel sacco. Era il goal del successo biancorosso. (La Stampa) RISULTATI: Brescia-Venezia 1-2 Genoa-Sambenedettese 5-0 Marzotto-Novara 2-2 Messina-Palermo 3-0 Ozo Mantova-Alessandria 1-0 Prato-Catanzaro 1-0 Pro Patria-Corno 2-0 Reggiana-Foggia 5-3 S. Monza-Verona 0-0 Triestina-Parma 2-0 CLASSIFICA: Ozo Mantova p. 35; Messina, Venezia, 33; Palermo, 31; Reggiana, S. Monza, 30; Sambenedettese, Novara, 28; Brescia, Alessandria, Pro Patria, Catanzaro, Prato, Como, 26; Parma, Triestina, 25; Genoa, 23; Verona, 22; Foggia, 18; Marzotto, 16