Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
02-04-1961 - Giornata: 28 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Catanzaro US 0 - 3 (0 - 0)
RETI: 46. Maccacaro C. [Ca] , 50. Rambone [Ca] , 74. Rambone [Ca]

Alessandria US Stefani Ideo, Melideo Rocco, Giacomazzi Giovanni, Sicurani Alfonso, Bercellino (I) Giancarlo, Migliavacca Giancarlo, Oldani (II) Tullio, Snidero Cirano, Fanello Giovanni, Sala Giuseppe, Bettini Sergio All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
CATANZARO US: Bandoni, Raise, Claut, Frontali, Bigagnoli, Florio, Rambone, Tulissi, Maccacaro, Ponzoni, Ghersetich. All.: Dolfin Enzo

Arbitro: Carminati Ettore (Milano) [Bontempi, Nardone]
Note
Inizio ore 15.30

Commento
L'ALESSANDRIA NELLA RIPRESA TRAVOLTRA DAL CATANZARO: 0-3 proteste dei tifosi contro l'allenatore Achilli I grigi hanno subito la più secca sconfitta nell'attuale torneo, ancor più grave perche registrata sul proprio campo, dopo aver dominato nettamente nel primo tempo la compagine avversarla. In questa prima parte della gara, il Catantaro ha mantenuto In prevalenza uno schieramento difensivo, e l'attacco alessandrino si è lanciato ripetutasi ante all'assalto della rete di Ba doni. Le mischie si sono ripetute sotto la rete dell'estremo difensore degli ospiti, Il quale ha parato con molta bravura alcuni tiri insidiosi, ma nel complesso è mancata una precisa direttiva per superare vantaggiosamente II fitto schieramento avversarlo. Al 1' della ripresa, quando giocava con il vento — a volte impetuoso — in favore, il Catanzaro ha beneficiato dell'unico discutibile calcio d'angolo per un'ardita puntata di Tulissi. Il tiro spiovente verso il centro della porta alessandrina, rimasta in modo inspiegabile, sguarnita per l'uscita di Stefani, permetteva all'ex-grigio Maccacaro, accorso prontamente, di raccogliere il pallone e sospingerlo da pochi passi in rete. Da questo momento la squadra alessandrina e andata alla deriva. Quattro minuti dopo nuova fuga da metà campo di Rambone uscita a vuoto di Stefani e secondo goal per il Catanzaro. AI 29', terza ed ultima rete degli ospiti con Rambone. A questo punto il pubblico, assai deluso, si scatenò in clamorose proteste contro l'allenatore Achilli. (La Stampa - Ed. Sport - G.C.) UNA DURA SCONFITTA Crollano i "grigi,, col Catanzaro Domani è di scena il Messina « Cosa scriverai adesso? » Mi diceva qualcuno con aria canzonatoria — «. Dirai che siamo sfortunati? » — E’ strano come certe persone mascherino il loro disappunto con una forma di disinvolto sarcasmo: tutti abbiamo evidentemente sofferto domenica e nessuno, crediamo, ha gioito per quanto è avvenuto. Se c’è qualcuno che spera nelle disgrazie dell’Alessandria, costui fa parte di una così sparuta minoranza, che non può e non deve essere preso in considerazione. Circa quanto scriveremo in questo articolo, per soddisfare subito le più accese „ curiosità, diremo che siamo molto imbarazzati e mortificati. In verità, chi ci ha seguito in queste ultime settimane, dovrà ammettere che il nostro tono aveva un senso di fatalismo e di rinuncia ad ogni rosea previsione, che non molto ci si deve discostare dalla solita falsariga. Certo è però che nessuno poteva immaginare di trovarsi di colpo davanti ad un crollo così improvviso e perentorio della squadra. Simili sorprese denunciano difetti anche più profondi di quelli apparenti e riscontrabili in ogni partita, denunciano soprattutto una mancanza di carattere nella squadra che costituisce forse il motivo (o la spiegazione se si vuole) di certi crolli veramente inspiegabili. Carattere Quando si parla di crollo si intende l’improvviso afflosciamento di tutte le energie, l’annebbiamento delle idee, la scomparsa apparente e concreta di ogni capacità tecnica. Senonchè tale crollo dovrebbe verificarsi sotto la spinta o pressione di una forza straripante ed insostenibile. Così ad esempio se la nostra squadra dovesse sostenere un incontro con una compagine di alto rango, riuscendo a tener duro per un certo tempo, e poi, sovrastata da forze tanto più potenti, crollasse: nel nostro caso invece la situazione è ben più diversa e preoccupante. Si disputa una partita con una squadra qualunque, che non ha né forza né classe né requisiti per potere minimamente sperare di spuntarla; si supera un primo tempo nel quale, senza segnare, si domina però in largo ed in lungo meritando anche vivi applausi dal pubblico più esigente; si lascia nell’intervallo una ottima impressione offuscata soltanto da certe incertezze nel tiro a rete, si riprende a giocare con la convinzione generale di una assai prossima segnatura che farà svanire l’incubo di un pareggio. Senonché nel giro di pochi minuti, la squadra subisce un gol nel più impensato e sciocco dei modi e subito dopo... crolla. E tale crollo diviene tanto pauroso da provocare la disperazione prima e le ire. poi di quel pubblico che fino a pochi minuti prima aveva applaudito- attendendo con giustificata certezza la rete della vittoria. E così i beniamini, gli uomini visti con sufficiente simpatia fino a pochissimo tempo prima, divengono agli occhi dello spettatore, degli inetti, incapaci di stoppare la palla, di fare un passaggio giusto, di bloccare un avversario fino a poco prima incapace di provocare il minimo fastidio (vedi Maccacaro); l’allenatore che per mesi e mesi imposta e dirige ed allena la squadra, senza mai attirarsi antipatie od insofferenze da parte del pubblico che lo ha sempre trattato con rispetto, ad eccezione delle solite e naturali critiche su questa o quella formazione, improvvisamente diventa inviso e si prende una bordata di ingiurie violente e sanguinose dal tifoso esasperato che ne invoca l'immediato allontanamento. Ora tutto questo improvviso ed imprevedibile scatenarsi di tempestosi sentimenti, oltre che lo sfacelo sul campo, richiedono una spiegazione ed un punto, non essendo nostra intenzione di superare superficialmente episodi del genere. La spiegazione a nostro avviso la si fornisce in due parole: mancanza di carattere. E’ questo un gravissimo difetto per una squadra di calcio, più grave ancora che la mancanza di uomini di valore: ed è grave soprattutto perché è difficilissimo porvi rimedio se non inventando qualche magia personificata da un uomo appositamente creato. Uomini, non squadra Abbiamo esempi illustri in proposito (Inter, Juventus, ecc.) : nessuno, pensiamo, vorrà pensare che la nostra squadra abbia in classifica la posizione che si merita, e cioè che corrisponde al valore della squadra stessa. Siamo ancora pronti oggi a ribadire quanto scrivemmo in apertura di campionato e cioè che gli uomini che compongono la nostra squadra sono fra i migliori della Serie B. Forse erravamo quando dicevamo che abbiamo una forte squadra, dovevamo dire meglio, dicendo che abbiamo un ottimo gruppo di giocatori. Per parlare di squadra è necessario quel carattere che forma la coesione, il lievito, la personalità della compagine. Per squadra intendiamo un Padova, un Lanerossi, un O. Mantova, complessi cioè con uomini che giocano come pezzi di un meccanismo, convinti ciascuno della necessità del proprio funzionamento in funzione di quello degli altri. Uomini dal gioco prezioso come Vitali, centravanti eccezionali e superiori come Fanello, combattenti come Bettini, centromediani possenti come Bercellino, terzini come Melideo e Giacomazzi, devono costituire motivo di orgoglio per qualunque squadra di serie B. Purtroppo però tutti costoro assieme non formano una squadra o perlomeno una squadra con il carattere, la forza morale da affrontare le difficoltà, da non schiantarsi al primo intoppo, da non disunirsi al punto di non sapersi riorganizzare, comprendere e « volere » tutti assieme piegare il destino avverso. Il pubblico Di tutto questo il tifoso si rende conto perché intuisce le situazioni e giustamente si dispera nel vedere uomini di tal fatta crollare miseramente solo perché hanno subito un gol. Ammettiamolo pure: il primo gol è stato beffardo e non atteso, ma è nato da un fatale errore, da una indecisione della nostra difesa. D’accordo: però bisogna imparare a subire questi rovesci imprevisti, perché anche questi fanno parte del gioco del calcio, e tutte le squadre, anche le più qualificate ogni tanto subiscono una rete inopinatamente. Guai però se le squadre si piegassero sulle ginocchia come avviene per noi, ogni qualvolta vanno in svantaggio: il crollare per una rete di svantaggio significa appunto non essere squadra, e noi, dal primo giorno, ci distinguiamo per questa caratteristica. Il tifoso si esaspera perché non può concepire che giocatori di certo vaglio si affloscino fino a quel punto. Per il tifoso quello è un tradimento verso la propria bandiera, e non si dimentichi che il pubblico ha sempre una sola bandiera, in quanto non cambierà mai società come avviene per giocatori od allenatori. E la sua esasperazione nasce appunto dal constatare come la propria squadra si riduca, senza apparente motivo, in balìa dell’avversario. Il tifoso potrà sollevare critiche ancora per la formazione che ritiene sbagliata, potrà dispiacersi nel vedere Sniderò utilizzato in un ruolo assurdo specie in una partita d’attacco (infatti se Sniderò andava bene a Mantova a rinforzare il catenaccio, non potrà certo servire come mezz’ala casalinga contro il Catanzaro) o Sala, bravissimo ma troppo leggero per queste partite, ma non si esaspererebbe mai fino a trascendere se non vedesse l’intera squadra crollare senza motivo, scomparire, piccola navicella sommersa dai marosi... di un bicchiere d’acqua. Già, perché l’assurdo sta proprio in questo: che siamo stati annientati non da un irresistibile tornado, ma da un venticello di tramontana che si era annunciato floscio e che poi si irrobustì per i nostri stessi ondeggiamenti da mal di mare. Non più di un timido venticello, può essere confrontato l’attacco del Catanzaro sceso senza pretese se non con l’intima speranza di un pareggio! Ora noi non vogliamo giustificare certo il pubblico, ma anzi lo esortiamo a rientrare in se, e dimostrare quel civismo e spirito sportivo che costituiscono per l’Alessandria una tradizione: non è scagliandosi contro la rete ed ingiuriando Achilli in quel modo che si ripara ad un vizio organico e congenito della squadra. Vogliamo invece esortare allenatore e giocatori a meditare quanto abbiamo scritto: noi non crediamo alle deficienze tecniche di un allenatore, solo perchè non si può condividere sempre la sua formazione, ma sappiamo quale preparazione egli usi. Crediamo che il difetto stia invece nella volontà, nella mancanza di forza morale, nella mancanza di spirito di squadra e di bandiera. Non sappiamo come si deve rimediare a tutto questo, perché non siamo precettori, né dove cominciano i torti dell’uno o quelli dell’altro. Non sappiamo nemmeno se è rimediabile la cosa, come forse non è rimediabile che la difesa incassi tante reti per errore e che l’attacco ne manchi tante per un soffio. Noi non sappiamo nulla di più di questo che con profondo rammarico scriviamo, senza acrimonie e senza rancore per nessuno. Sappiamo che la squadra fu fatta con immensi sacrifici, con debiti, con invocazioni e richiesta di cortesie a destra e manca. Ci spiace che questa bella e simpatica squadra non dia le soddisfazioni al suo pubblico che l’ha applaudita ed amata più di tante altre in passato. (Il Piccolo - Barbagrigia) RISULTATI: Foggia Incedit-Messina 2-1 Marzotto-Prato 0-1 Novara-Genoa 0-4 Palermo-Brescia 2-0 Parma-Como 3-2 Sambenedettese-Pro Patria 0-2 Triestina-Monza 0-0 Venezia-Mantova 3-2 Verona-Reggiana 2-3 Alessandria-Catanzaro 0-3 CLASSIFICA: Ozo Mantova, Venezia p. 35, Palermo, Messina, 33; Reggiana, 32; S. Monza, 31; Pro Patria, Catanzaro, Prato, Sambenedettese, Novara 28; Parma 27; Brescia, Alessandria, Como, Triestina 26; Genoa 25; Verona 22; Foggia, 20; Marzotto 16 MARCATORI: 19 RETI: Fanello (Alessandria), 13 RETI: Sardei (Reggiana), 11 RETI: Bean (Genoa), Mentani (Novara), Raffin (Venezia).