Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
25-03-1956 - Giornata: 24 - Catania - Cibali


Catania CC - Alessandria US 3 - 1 (1 - 0)
RETI: 17. Ghiandi V. [Ca] , 72. Cattaneo R. [Ca] , 79. Spikofski K. [Ca] 58. Marchetto G.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Russi Franco, Bosio Bruno, Battistella Adelmo, Travia Alfredo, Traverso (I) Luigi, Perin Gastone, Manenti Michele, Marchetto Giuseppe, Albertelli Lanfranco, Matteucci Carlo All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
CATANIA CC: Bardelli; Origgi, Bravetti; Spartano, Boniardi, Malinverni; Cattaneo, Hansen Karl Aage, Ghiandi, Spikofski, Bassetti. All.: Andreoli Piero.

Arbitro: Smorto Pietro (Reggio di Calabria)
Note
Angoli: 11-7 (4-5). Spettatori: 7.000. Giornata di sole. Inizio gara ore 15:30.

Commento
Il piano degli alessandrini era dei più semplici: tenersi cauti in difesa e martellare la zona avversaria con fiondate improvvise degli attaccanti. Con una tale organizzazione di gioco, seppur svolto un po’ sommariamente, la squadra piemontese avrebbe potuto benissimo pareggiare al Cibali contro il Catania visto oggi. Ad un gol nato da una prodezza personale di Ghiandi, la compagine di Sperone aveva risposto con una iniziativa isolata dell’ottimo Marchetto, che all’inizio della ripresa ristabiliva il pareggio. Fu proprio la sferzata sull’1-1 a portare fuori dalla nebbia il gioco del Catania. In poche battute la squadra locale ritrovò vigore e forza di penetrazione e la sua linea si sollevò dal gioco risaputo dei passaggetti a ripetizione e dagli esasperanti tocchi all’indietro. Altra roba adesso: svelti passaggi in profondità, uomini che scattavano su tutti i palloni e tiri finalmente da ogni posizione. L’Alessandria sull’1-1 doveva ben ritenere di avercela fatta; invece si trovò presa d’infilata da due azioni una più veloce dell’altra. Però la squadra di Sperone prima che la partita si fosse avviata a questa infiammata conclusione aveva accumulato dalla sua coscienza il rimorso di una serie di azioni incredibilmente mancate. I suoi uomini di punta erano stati bravi ad organizzare le manovre, ma avevano fallito in pieno all’atto della conclusione. Al pareggio, l’Alessandria doveva arrivarci alla fine del primo tempo e anche subito dopo il 2-1, ma Matteucci si impappinò su un pallone che non attendeva che di essere spedito in rete. Da parte sua il Catania può vantare un tiro di Ghiandi che ha preso la traversa. I maggiori guai della squadra rossazzurra sono stati oggi certi sbandamenti in difesa, dove con troppa facilità si è alzata bandiera bianca di fronte alle veloci azioni degli ospiti. Fortuna che c’era Bardelli in ottima giornata. Oggi in realtà la squadra catanese si è retta su 3 o 4 individualità; il portiere; il portiere, Malinverni, Ghiandi e a tratti Spartano. Per gli altri, una giornata mediocre. Quanto agli alessandrini, Stefani ottimo nelle uscite è apparso incerto in qualche occasione (quella del primo gol, ad esempio); su tutti si è elevato il centravanti Marchetto, un attaccante svelto, tremendamente pratico. Raccontiamo i quattro gol. 21’ del primo tempo: rimessa laterale di Bassetti verso Ghiandi, il centrattacco scocca un tiro improvviso e angolato che sorprende nettamente Stefani. Pareggio dell’Alessandria al 13’ della ripresa (un minuto prima Traverso aveva mancato un gol da un metro dalla porta vuota): rimessa di Stefani e lunga fuga del centravanti, Bardelli esce con un attimo di ritardo e il tocco di Marchetto lo scavalca. 27’, Catania nuovamente in vantaggio: lancio di Hansen a Bassetti, dribbling e passaggio a Ghiandi, che sferra un gran tiro dalla destra. Stefani respinge e Cattaneo spedisce in rete. Sette minuti dopo, terzo gol. Azione di Cattaneo, passaggio a Spikofski che opera una finta e saetta di sinistro in rete. Insufficiente l’operato dell’arbitro. (Candido Cannavò, «La Gazzetta dello Sport», 26 marzo 1956) È stata una battaglia, non una partita; una battaglia ai ferri corti, giocata con il cuore in gola dalle due squadre che volevano ad ogni costo assicurarsi il successo. Catania ed Alessandria si sono battute alle armi corte, senza badare allo stile ed alla «grammatica», se così possiamo dire, della palla rotonda. Gioco arrembante da una parte e dall’altra; più elegante da parte catanese dove di tanto in tanto Hansen, Spartano e Ghiandi mostravano il meglio del loro bagaglio tecnico, meno elegante ma infinitamente più positivo da parte dei grigi lanciati alla carica per tutti i novanta minuti sia all’attacco che in difesa. Una considerazione è bene farla subito. Il gioco del calcio ha fatto oggi una gran brutta figura al Cibali, ma ne ha guadagnato l’agonismo vero e proprio, la battaglia viva senza esclusione di colpi, rude e pur corretta e cavalleresca. È la prima volta, forse, in tutto questo campionato di Serie B che il Catania riesce a dimenticare il lezioso tocchettare, le merlettature da palcoscenico, belle quanto inutili, per rimboccarsi le maniche ed attaccare alla buona, ma con decisione, con volontà alla provinciale. Abbiamo visto addirittura un Hansen scaraventarsi sulla palla come un puledro scatenato, magari sforbiciando alla diavola su un groviglio di avversari; abbiamo visto uno Spikofski tenere duro alle cariche e rispondere per le rime; un Ghiandi mai fermo che ha fatto impazzire Travia; uno Spartano non più tenue nei contatti ed infine un Boniardi che ha dovuto osare il sistema forte nel tentativo di fermare l’indiavolato Marchetto, il migliore a nostro parere dell’attacco alessandrino. Così il Catania è riuscito ad assicurarsi un successo il cui valore è veramente inestimabile perché praticamente salva da una brutta crisi la squadra, proprio nel momento del massimo sforzo. Gioco non se ne è visto, d’accordo, ma la vittoria è venuta ugualmente e se dal punto di vista estetico la gara può essere tutt’altro che eccellente, al momento attuale sono i punti quelli che valgono. Troppe volte il Catania è stato applaudito per il suo gran gioco… perdendo. Ciò non vuol essere un incitamento a giocar male. Dio ce ne guardi, ma se è necessario giocare alla garibaldina per assicurarsi il successo, tanto vale che il Catania, di tanto in tanto, contro squadre che giocano alla diavola, smetta il fioretto per impugnare la daga. Il 3 a 1 conquistato oggi non rispecchia ad onor del vero perfettamente i valori in campo. Una vittoria di misura sarebbe stata forse più giusta, ma nel calcio vince chi sbaglia di meno ed il Catania nella somma (decisamente a suo favore) delle azioni offensive, ha sbagliato meno dell’Alessandria ed ha vinto. Da considerare, inoltre, che per ben due volte i pali hanno detto di no alla squadra rossazzurra e Bassetti due volte ha sbagliato palloni ad un metro dalla rete, palloni che era più difficile mettere fuori dal rettangolo della porta che dentro. I grigi, a loro volta, hanno fatto indigestione di gol sprecati con Perin e Matteucci, mettendo a segno con Marchetto una rete su isolata azione di contropiede con i rossazzurri fermi, in attesa di un fischio che sanzionasse un ipotetico fallo a metà campo. Alla svelta scorriamo il notes. Si nota subito in apertura la stragrande volontà che anima il Catania. Le sue azioni sono confuse, ma arrembanti e la difesa grigia è subito messa sotto pressione. Al 2’ schizza via Spartano sulla destra (non poche volte il bravo mediano rossazzurro si spingerà all’attacco nel ruolo di estremo, scambiandosi con Cattaneo) e crossa un difficilissimo pallone a parabola. Scatta Stefani e blocca con una brillantissima uscita volante. L’Alessandria reagisce e ottiene due calci d’angolo consecutivi, sempre su contropiede di Marchetto che sta facendo vedere le streghe a Boniardi, costretto a recuperi dietro il guizzante centravanti grigio. Al quarto d’ora scatto felicissimo di Ghiandi che scambia con Bassetti e poi lancia all’ala; Bassetti sfugge a Travia ma spara dritto sul portiere quando bastava un tocco per metterlo fuori causa. Botta e risposta. Brillantissima discesa in tandem Manenti-Marchetto e tiro radente del centravanti; Bardelli è fuori causa ma la palla sfiora il montante. Al 20’ duetto Ghiandi-Spartano; il mediano piomba in area ma Russi a catapulta spedisce in calcio d’angolo. Ma è questione di un minuto. Fallo laterale di Bassetti, lancio a Ghiandi che caracolla sulla sinistra, finta il passaggio su Bassetti, schizza via e poi improvvisamente fa partire una fiondata raso terra. Un tiro tremendo che Stefani, allungandosi per quanto è lungo, non può che sfiorare. La palla si infila in rete a fil di montante. L’Alessandria non si smonta e Perin al 24’ manca il pallone buono sparando a lato da buona posizione. L’Alessandria ottiene, quindi, due calci d’angolo consecutivi, ma Bardelli prima e Boniardi poi liberano. I grigi insistono disperatamente e al 36’ per poco non ottengono il pareggio. Un traversone tagliato di Manenti mette libero Matteucci che dà ad Albertelli davanti a Bardelli. L’ala indugia e, quando tira, Bardelli riesce ad allungarsi intercettando con i piedi. Sulla palla piombano come falchi Marchetto e Malinverni, ma il mediano catanese ha la meglio e libera. Vola al contrattacco il Catania e Cattaneo, raccogliendo un rimpallo di Russi, spara rasoterra da lontano. Stefani è una palla di gomma e salva meravigliosamente in angolo. Si accende una mischia sul tiro dalla bandierina e Bosio si rifugia di nuovo in corner. Stefani abbranca in presa alta. Su un calcio d’angolo per l’Alessandria si arriva al riposo. Subito, in apertura di ripresa, il Catania usufruisce di un corner. Batte Spikofski con parabola ad effetto e la palla picchia sulla traversa e schizza a sinistra, dove Bassetti rovescia, ma Traverso libera alla disperata. L’Alessandria contrattacca ed è la volta di Bardelli a salvare brillantemente in tuffo su Battistella spintosi all’attacco. 5’: azione sulla sinistra, Matteucci crossa tagliando fuori tutta la difesa etnea. Perin in corsa tira ma sbaglia e la palla muore davanti la linea bianca. Bardelli, in tuffo disperato, salva sull’accorrente Marchetti. Al 6’ e al 7’ due calci d’angolo consecutivi per il Catania; sul secondo Ghiandi uncina di destro e spara al volo: la palla si stampa sulla traversa e Bosio libera rovesciando. Ancora Ghiandi al 12’ si destreggia in area ma viene malamente colpito al ventre; il giocatore si accascia e tutti si aspettano il fischio dell’arbitro; ma Smorto fa segno di continuare e Traverso lancia a Marchetto sulla destra. Il centravanti scatta e solo fila verso Bardelli, il quale ha il torto di non uscire in tempo e, quando lo fa, Marchetto lo «buggera» con un raso terra magistrale. Pareggio. Il Catania (ed ecco il gran merito) non si disunisce e vola al contrattacco: un’azione in massa confusa ma volitiva che mette alle corte l’Alessandria. Al 19’ Stefani è bravo a deviare in angolo una saetta di Hansen su punizione. Ma al 27’ nulla può fare per evitare il secondo goal rossazzurro. Bassetti, in tandem con Ghiandi, va verso la porta grigia. Il centravanti fa partire una grande sventola che Stefani respinge come può: Cattaneo raccoglie fuori area e scaraventa in rete. Caparbi i grigi volano al contrattacco e Origgi salva la partita respingendo sulla linea, a portiere battuto, un gran tiro di Albertelli servito da Battistella lanciato sulla destra in caparbia azione di sfondamento. Lo scampato pericolo mette le ali ai piedi del Catania che ottiene un angolo al 32’ e al 36’ mette al sicuro il risultato: azione volante Cattaneo-Spikofski, il tedesco finta, liberandosi di Battistella, avanza e fintando ancora un passaggio lascia partire una gran staffilata di destro che si insacca all’incrocio dei pali. Niente da fare per Stefani. Lanciatissimo il Catania e Bassetti, a sua volta, lanciato da Spikofski, al 37’ sbaglia a porta vuota giungendo in ritardo sull’inevitabile pallone. Un’ultima puntata dei grigi al 42’, ma è il Catania che ha l’ultima parola insidiando a sua volta su calcio d’angolo Stefani al 44’. Giornata di sole, incidenti di scarso rilievo a Spartano, Ghiandi, Perin e Albertelli. (Carmelo Gennaro, «Corriere dello Sport», 26 marzo 1956) L’Alessandria è uscita dal campo di Catania con più di un rimorso. Non si può in realtà perdere punti così spensieratamente quando si presentano le occasioni per un risultato utile. La squadra grigia ha incassato un goal per un mezzo errore del suo portiere, poi ne ha mancati incredibilmente tre o quattro e finalmente ha pareggiato all’inizio della ripresa. A questo punto nessuno pensava che il risultato potesse essere diverso dall’1-1. Invece, come svegliato dalla sferzata del pareggio, è venuto fuori autorevolmente il Catania con una serie di vigorose e sveltissime azioni che trovarono tutt’altro che organizzata la difesa alessandrina. In pochi minuti i grigi si trovano con altri due goals al passivo ma, in mezzo a questi due punti, si è inserita ancora una «papera» di Matteucci. La squadra alessandrina si era presentata al Cibali con un ordinato piano di gioco: tenersi cauta in difesa e contrattaccare con lunghi rilanci in profondità all’indirizzo degli uomini più veloci della prima linea. Non si può dire che questo piano abbia avuto pieno successo; comunque l’organizzazione difensiva dei grigi mise subito in serio imbarazzo gli attaccanti locali che si trovarono a mal partito in un’area di rigore sempre troppo affollata e dove difficilmente si trovava lo spazio per il tiro; e il Catania se non gli si concede spazio rende la metà di quello che vale. Comunque i rossazzurri trovarono ugualmente il guizzo per passare in vantaggio con una prodezza personale di Ghiandi il quale ricevuta la palla su rimessa laterale di Bassetti si portò al limite dell’area da dove scoccò un tiro non troppo forte ma comunque assai angolato. Il portiere Stefani si attendeva che Ghiandi passasse il pallone e si accorse troppo tardi del tiro, sicché non riuscì a far di meglio che sfiorare la palla. Con questo goal al passivo non si direbbe che l’Alessandria si sia buttata allo sbaraglio; bastava d’altra parte attaccare con tre uomini (Matteucci, Perin e Marchetto) e con la regia di Manenti perché parecchie azioni da rete maturassero. Al 35’, su azione di mischia in area catanese, Marchetto tirò quasi a colpo sicuro; Bardelli era fuori causa, ma Malinverni riuscì a salvare sulla linea. L’occasione del pareggio si presentò agli alessandrini al 5’ della ripresa quando su passaggio di Marchetto, Manenti sgusciò sulla sinistra e fece partire un cross stretto che superò Bardelli: dall’altro lato c’era Traverso liberissimo; ma questi con la palla al piede e la porta sguernita toccò appena sulla linea bianca dove Bardelli con un tuffo all’indietro riuscì a salvare. Una traversa di Ghiandi su calcio d’angolo, poi finalmente il pareggio dell’Alessandria. Rimessa del portiere Stefani raccolta da Marchetto a metà campo; il centravanti scatta velocissimo lasciando a distanza tutti i difensori; Bardelli tenta l’uscita ma il tocco misuratissimo di Marchetto lo scavalca. Qui salta fuori il Catania che al 27’ torna in vantaggio con un goal di Cattaneo che raccoglie una respinta di Stefani su tiro di Ghiandi. Terza rete dei locali sette minuti dopo: azione di Cattaneo sulla destra e passaggio a Spikofski che opera una finta e scocca un bel tiro di sinistro. Il volo di Stefani è vano: la palla s’insacca nell’angolino alto. («Stampa Sera», 26 marzo 1956) Domani, ore 15,30, al “Moccagatta„ ALESSANDRIA BRESCIA Anche a Catania l’Alessandria ha offerto una prestazione negativa, ed è doveroso ricercarne le cause nella incompletezza dei reparti. Comunque la squadra grigia, nelle due trasferte in Sicilia, si è meritata il consenso dei tecnici. Si è fatto colpa all’Alessandria di aver giocato prevalentemente in difesa e forse con maggiori azioni d’attacco avrebbe potuto tentare risultati migliori. Occorre considerare che l’Alessandria, malgrado le due sconfitte, non ha perduto terreno nei confronti delle due squadre di coda. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 31 marzo 1956) RISULTATI: [21ª giornata] Udinese-Salernitana 5-1 (giocata il 21 marzo 1956) [24ª giornata] Brescia-Como 1-1 Cagliari-Udinese 2-0 Legnano-Livorno 4-2 Marzotto-Bari 0-4 Modena-Salernitana 2-0 Parma-Palermo 0-1 Taranto-Simmenthal Monza 1-0 Verona-Messina 1-1 CLASSIFICA: Palermo 35; Udinese 33; Como, Simmenthal Monza 30; Catania 29; Cagliari; Legnano 26; Brescia 25; Bari, Verona 23; Messina, Modena, Taranto 22; Parma 21; Marzotto 20; Alessandria 18; Livorno 15; Salernitana 11. MARCATORI: 19 reti: Secchi (Udinese), 14 reti: Milani (Monza), 13 reti: Baccalini (Bari), 12 reti: Bettolini (Legnano), Buzzin (Verona), 11 reti: Erba (Parma), 10 reti: Barbolini (Modena), Bredesen (Udinese). MARCATORI: 19 gol: Secchi (Udinese) 14 gol: Milani (Monza) 13 gol: Baccalini (Bari) 12 gol: Bettolini (Legnano), Buzzin (Verona) 11 gol: Erba (Parma) 10 gol: Barbolini (Modena), Bredesen (Udinese) 9 gol: Bassetti (Catania), Bettini E. (Como), Bretti (Bari) 8 gol: Caprile (Legnano), Ghersetich (Cagliari), Regalia (Cagliari) 7 gol: Cappa (Bari), Loiodice (Monza), Marra (Como), Nicoletti (Messina), Puccinelli (Livorno), Il punto sul campionato Stop all’Udinese battuta a Cagliari, il Palermo, liquidato con il minimo sforzo il Parma in trasferta, va in fuga solitaria. Anche la muta dei primi inseguitori rallenta (Como), o si ferma del tutto (Monza). Riemerge così il Catania vincitore dell’Alessandria. La vittoria del Cagliari sulla capolista Udinese è un vero capolavoro, giunto in porto malgrado l’infortunio capitato a Miolli. Il Palermo ha confermato la sua caratteristica di squadra pratica battendo un Parma esteticamente bello ma inconcludente. In coda il Livorno ha conquistato due punti da vero combattente con il Legnano. Sotto di due gol dopo un quarto d’ora ha rimontato, ma sul 2-2 è rimasto in dieci per un infortunio; malgrado tutto è riuscita a vincere la partita.