Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
13-05-1956 - Giornata: 30 - Palermo - La Favorita


Palermo US - Alessandria US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Bosio Bruno, Russi Franco, Travia Alfredo, Bodi Luigi, Perin Gastone, Manenti Michele, Redegalli Luciano, Albertelli Lanfranco, Marchetto Giuseppe All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Palermo: Angelini; Ballico, Bettoli; De Grandi, Mialich, Bergamo; Maselli, Luosi, Testa, Pistacchi, Sandri. All.: Rigotti (II) Carlo.

Arbitro: Marangio Carlo (Roma)
Note
Angoli: 10-3 (5-2). Spettatori: 18.000. Tempo variabile, terreno morbido.

Commento
Questa volta la ciambella del Palermo non è riuscita col buco. Le polveri bagnate della prima linea rosanero e l’energia difesa instaurata con calma e con molto ordine dai piemontesi hanno imposto alla squadra capolista un inatteso match bianco. Per coronare la sua brillante impresa, l’Alessandria – la sola squadra che alla pari dell’Udinese abbia saputo carpire al Palermo tre punti nel duplice confronto – non ha fatto ricorso ad alcuna speciale tattica difensiva, né ha dovuto chiedere l’ausilio della fortuna: ha saputo piuttosto sfruttare a dovere la palese stanchezza che già da alcune settimane serpeggia nelle file del Palermo. Dopo un inizio velocissimo, durante il quale il Palermo ha mancato almeno un paio di reti, il ritmo del gioco è presto diminuito. La manovra dei padroni di casa si è fatta troppo serrata e confusa in area avversaria. Occasioni da rete se ne sono viste ben poche, anche se una certa superiorità territoriale dei palermitani abbia dato la sensazione di uno squilibrio di forze in realtà insistente. L’Alessandria non ha mancato sul contropiede di rivelarsi particolarmente minacciosa. Per due volte Redegalli si è trovato con la palla da gol sul piede, ma entrambe le occasioni sono state sciupate. Il Palermo ha avuto buoni spunti nel finale del primo tempo. Nella ripresa, al 6’, forte tiro angolato di Luosi e palla sul fondo; al 10’ lancio di Perin a Redegalli, che da pochi passi tira in bocca ad Angelini; al 24’ nuova saetta di Luosi, fuori. Al 41’, infine, una palla apparentemente innocua battuta da Bergamo su calcio di punizione sfugge a Stefani e rotola verso la rete, ma viene deviata in extremis sul fondo da Bosio. (Mario Giordano, «La Gazzetta dello Sport», 14 maggio 1956) Questa di Palermo-Alessandria è una storia piuttosto strana. Ed il pareggio è stranissimo. Ne diremo subito il perché. Al Palermo, dopo la deludente prestazione di domenica scorsa e le incerte gare di Messina e di Cagliari, si chiedeva qualcosa di più e di meglio. Una vittoria chiara e convincente, insomma, una partita onesta, un punteggio accettabile. La posizione stessa della squadra di Rigotti, peraltro, pretendeva i due punti in palio. Per maggiore sicurezza, evidentemente, e non per altro. Per ribadire i concetti, insomma, che la classifica e il campionato hanno espresso con vigorosa eloquenza. D’altra parte si sapeva che il Palermo è ben capace di ottenere tutto ciò. Una formazione un po’ meno sbagliata di quella di domenica scorsa, un po’ più in animo, maggiore grinta all’attacco, più idee a centrocampo. Ebbene, oggi alla Favorita il Palermo ha giocato proprio così, come si voleva, per ottenere naturalmente quello che la folla chiedeva insistentemente da parecchie settimane. Ha lottato con generosità sotto la rete avversaria, ha svolto con i tre mediani un volume di gioco apprezzabile, si è difeso bene e senza tentennamenti ha permeato la sua prestazione di volontà, energia e foga. Tanto è vero che territorialmente ha dominato dal primo all’ultimo minuto, concedendo agli avversari pochissime possibilità di andare non tanto a rete, quanto a far capolino nell’area di rigore di Mihalich e impegnando i grigi della difesa in un massacrante lavoro di interdizione. E tutto ciò pur non potendo usufruire di un Maselli delle migliori giornate e del Luosi che ben conosciamo. Tanto è vero che non poche volte è stato lì lì per segnare e che addirittura, nei primi minuti di tutti e due i tempi e negli ultimi, ha talmente serrato e pressato in area gli alessandrini, che il gol e la vittoria sembrano cose fatte. Una squadra, insomma, che avrebbe meritato non tanto i due punti interi, ma le lodi e gli elogi di ogni buon sportivo, ed anche le attenuanti generiche per le lacune ben note. Facciamo i conti, adesso. Dieci calci d’angolo, una supremazia di campo indiscutibile, parecchie note liete ed un solo punto. Un pareggio bianco, insomma, che dice pochissimo, che premia di un premio un po’ troppo sproporzionato gli ospiti (non è sufficiente infatti battersi con animo ed energie per meritarsi un simile risultato) e che praticamente condanna i rosa ad un risultato che è senz’altro ingiusto. Chi è solito ragionare matematicamente, ha fischiato, dimenticando quanto di buono Testa e compagni avevano saputo fare durante i novanta minuti, gli altri sono usciti dal Comunale a testa bassa ed in silenzio. Come si spiega ciò? Qualcuno dirà che gli attaccanti palermitani hanno sciupato ora per un motivo, ora per un altro, cento occasioni d’oro; altri diranno che nessuno si è assunto l’incombenza di tirare a rete, altri ancora – i più efficienti – affermeranno che quest’altra prestazione della squadra palermitana è un’altra pagina nera del libro del campionato. In effetti il Palermo, pur non avendo giocato una grande partita (ma bisogna aggiungere a questo punto che appena una o due volte, forse nemmeno, la squadra rosa è riuscita ad imbastire una gara indiscutibile tecnicamente e convincente) pur non avendo giocato senza pecche, è stato sfortunato. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che ben settanta dei novanta minuti di gioco sono colorati dei colori del Palermo e che in tre o quattro occasioni la stessa squadra è stata lì lì per segnare e per aggiudicarsi la giusta vittoria. Imprecisione di tiro? Non diremmo. Una fucilata da venti metri di Luosi è andata fuori soltanto per un pelo; un cross di Maselli è stato intercettato benissimo in area ed in piena mischia da Pistacchi, ma la palla si è perduta soltanto per un centimetro al di là della traversa; una sfera battuta su punizione da Bergamo a quattro minuti dalla fine non è stata intercettata dalla testa di Sandri soltanto per uno scivolone o qualche cosa di simile della stessa ala destra palermitana, quando battere il portiere avversario sarebbe stato un giochetto da ragazzi. La lista potrebbe continuare. E la continueremo nelle note di cronaca. Comunque, qui è interessante il fatto che soltanto per mera sfortuna il Palermo non è riuscito ad andare a rete, ed il nervosismo e tutto il resto hanno completato la cosa. Indubbiamente gli attacchi palermitani hanno mancato palloni buoni, hanno tirato poco, hanno manovrato con confusione sotto rete. Ma questi sono i difetti che la squadra rosa ha avuto fin dall’inizio del campionato. Comunque, qui è interessante il fatto che soltanto per mera sfortuna il Palermo non è riuscito ad andare a rete ed il nervosismo e tutto il resto hanno completato la cosa. Indubbiamente gli attaccanti palermitani hanno mancato palloni buoni, hanno tirato poco, hanno manovrato con confusione sotto rete. Ma questi sono i difetti che la squadra rosa ha avuto fin dall’inizio del campionato. Comunque, anche se in poche occasioni, il Palermo oggi ha girato. Ed a volte anche bene. Come sempre, del resto. Per dirla in breve, contro la Alessandria ha giocato la squadra rosa che ben conosciamo, quella che, giocando forse più sciolta e più concreta, è arrivata fin sulla vetta della classifica e a due passi dalla Serie A. Il Palermo di sempre, quindi. Fortissimo in difesa, abbastanza intelligente a centrocampo, incerto e pur volitivo all’attacco. Tranne che oggi, contro l’Alessandria, è stato tradito dalla buona stella. Si è trovato di fronte, inoltre, un avversario grinzoso e volitivo, abbastanza duro in difesa e veloce all’attacco, dove Perin e Redegalli hanno brillato di buona luce. Un avversario che si è reso subito conto della situazione e che via via con il passare dei minuti si è interessato sempre più al risultato. Da qui l’arretramento dei laterali e degli interni (Albertelli ha giocato praticamente tutto il secondo tempo in difesa mentre Perin ha fatto la spola tra l’area di rigore grigia e quella avversaria) e le mischie create numerosissime davanti al bravo Stefani. Nulla di eccezionale, comunque. Un undici volitivo, fresco, agile ma scarsamente incisivo (ha tirato appena una sola volta a rete e per giunta in un momento di indecisione della difesa palermitana), che ha saputo comunque approfittare della insperata fortuna ed inoltre sfruttare a fondo queste sue stesse pochissime prerogative. Ma tant’è. Adesso bisogna dimenticarla questa partita e prepararsi alle durissime trasferte che gravano come un incubo sull’avvenire della squadra palermitana. Ci vuol sangue freddo, insomma, e tanta buona volontà. Un po’ di pioggia caduta prima dell’inizio della partita, dopo una mattinata di sole, ha allentato il campo e rinfrescato la temperatura. (Giuseppe Geraci, «Corriere dello Sport», 14 maggio 1956) L'ALESSANDRIA "BLOCCA" L'ATTACCO DEL PALERMO: 0-0 Giuocando un’accorta gara difensiva, l’Alessandria è riuscita a bloccare il Palermo sul nulla di fatto ed ha guadagnato un pareggio senza dubbio meritato. La retroguardia alessandrina, e in particolare il portiere Stefani, sono stati i protagonisti di primo piano della gara, rendendo vani gli attacchi dei padroni di casa, anche se, per la verità, hanno avuto agevolato il loro compito dalla non certo felice prestazione degli avanti rosaneri, pur aggressivi ma quanto mai confusionari e imprecisi. Per poco anzi l’Alessandria non è riuscita a ottenere un prezioso goal all’attivo quando, al 10’ della ripresa, Redegalli, a conclusione di una bella azione in linea, si è trovato tutto solo con la palla al piede a tre metri dalla rete palermitana. Il centravanti alessandrino ha tirato forte, ma la palla è stata spedita al centro della porta proprio fra le braccia di Angelini che ha potuto bloccare. Se avesse segnato quel goal, l’Alessandria avrebbe forse con ogni probabilità vinto l’incontro, ma il successo pieno dei grigi, per la verità, avrebbe avuto il sapore di una beffa giacché il Palermo ha esercitato per tutto il corso della partita una notevole supremazia e la segnatura in più occasioni è stata mancata per un soffio. Nel primo tempo particolarmente al 33’ Pistacchi ha mancato banalmente la palla su centro di Luosi a porta vuota e nella ripresa al 32’ lo stesso Pistacchi ha calciato alto. La squadra rosanera quale coronamento della sua offensiva ha dovuto cosi contentarsi di una lunga serie di calci d’angolo e di tiri di punizione, tutti per altro infruttuosi per la saldezza della difesa ospite che non ha avuto alcun momento di incertezza. Da notare particolarmente oltre la prestazione del portiere quelle di Nardi, Travia, Bodi e Albertelli. («Stampa Sera», 14 maggio 1956) Domani, ore 16, al “Moccagatta,, ALESSANDRIA-SALERNITANA A Palermo la squadra grigia ha lasciato il campo imbattuta ed applaudita dal pubblico per il suo ottimo comportamento. La capolista della classifica ha dovuto quindi in totale cedere 3 punti all’Alessandria, record raggiunto solo dall’Udinese nei confronti dei palermitani. Con tale successo l’Alessandria ha disputato la sua sesta partita positiva: sei partite durante le quali ha incassato una sola rete realizzata su calcio di rigore tirato due volte! Con l’affermazione in Sicilia i grigi, a quota 27 e con tre partite da disputare in casa sulle quattro che restano prima della fine del campionato, ha buone probabilità di consolidare la sua posizione. Nelle partite esterne la squadra dell’ing. Sacco ha realizzato complessivamente 3 vittorie e 4 pareggi, mentre nelle precedenti annate negli incontri fuori sede i punti giungevano con lo stillicidio. La formazione della squadra, rimasta intatta nella retroguardia, è stata rimaneggiata nel reparto di attacco: in assenza di Vitali e Tinazzi, è ritornato in isquadra Perin nel ruolo di ala destra, mentre Marchetto ha esordito all’estrema sinistra, dove si trova a miglior agio nelle azioni conclusive. Il trio centrale era formato da Manenti, Redegalli ed Albertelli: quest’ultimo ha voluto festeggiare col successo di Palermo le sue nozze. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 19 maggio 1956) RISULTATI: [28ª giornata] Marzotto-Messina 2-0 (giocata il 9 maggio 1956) [30ª giornata] Como-Bari 2-0 (giocata il 12 maggio 1956) Marzotto-Verona 1-0 Messina-Livorno 1-0 Modena-Brescia 1-1 Parma-Cagliari 1-0 Salernitana-Catania 0-0 Taranto-Legnano 1-0 Udinese-Simmenthal Monza 2-0 CLASSIFICA: Palermo 43; Udinese 41; Como 38; Catania, Simmenthal Monza 36; Cagliari 32; Brescia 30; Legnano, Modena, Taranto, Verona 29; Alessandria, Bari, Parma 27; Marzotto, Messina 26; Livorno 20; Salernitana 15 MARCATORI: 21 gol: Secchi (Udinese) 17 gol: Milani (Monza) 14 gol: Baccalini (Bari) 13 gol: Buzzin (Verona) 12 gol: Barbolini (Modena), Bettolini (Legnano), Bredesen (Udinese), Bretti (Bari), Ghersetich (Cagliari) 11 gol: Erba (Parma) 10 gol Regalia (Cagliari) 9 gol Bassetti (Catania), Bettini E. (Como) 8 gol Caprile (Legnano), Gaeta (Modena), Taccola (Livorno Il punto sul campionato Nulla di fatto per la capolista Palermo nel match che la vedeva opposta all’Alessandria. Ne ha approfittato l’Udinese che ha ridotto a due i punti di distacco dal primo posto dopo la vittoria contro il Monza per i gol di Magli e Castaldo. Ha tenuto il passo dell’Udinese il Como grazie all’affermazione ottenuta contro Bari: di Favini e Santoni le firme dei comaschi.