Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
20-05-1956 - Giornata: 31 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Salernitana US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Bosio Bruno, Russi Franco, Travia Alfredo, Bodi Luigi, Marchetto Giuseppe, Manenti Michele, Redegalli Luciano, Perin Gastone, Leoni Bruno All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
SALERNITANA US: Cattaneo; Vellano, Del Bene; Castoldi, Galetti, Baucè; Massagrande, Amicarelli, Testa, Foglia, Gigante. All.: Valese Antonio.

Arbitro: Clemente Antonio (Roma)
Note
Angoli: 4-5. Giornata afosa e ventilata. Inizio gara ore 16:00. Secondo «La Gazzetta dello Sport», smentita dalle altre fonti, l’Alessandria schierò all’ala sinistra Serone.

Commento
LA SALERNITANA AD ALESSANDRIA RIESCE AD IMPORRE IL PAREGGIO: 0-0 Un palo dei grigi che evitano la sconfitta a trenta secondi dalla fine grazie ad una parata di Stefani La Salernitana è ultima nella classifica della Serie B ed il campionato ha da tempo pronunciato per essa un verdetto di condanna senza appello. La squadra meridionale continua tuttavia a battersi con grande coraggio e volontà, come se il traguardo della salvezza – ormai sfumato da un pezzo – fosse invece ancora raggiungibile. Qualche settimana fa i granata di Salerno hanno pareggiato sul campo del Simmenthal Monza, ieri sul terreno dell’Alessandria essi hanno messo in serio disagio con la loro vivacità gli avversari, costringendoli ad uno 0-0 che – tenuto conto dell’andamento del gioco – è un risultato accettabile anche per i grigi. È mancato poco infatti che la generosa prova della compagine salernitana fosse premiata da un successo pieno, anche se questo sarebbe stato una punizione forse troppo dura per la cattiva giornata dell’Alessandria. La squadra di Sperone ha disputato una gara fiacca e abulica, facendosi tenere in scacco dalla prudente condotta di gioco avversaria e correndo gravi pericoli in difesa per la confusione creata dallo strano schieramento dell’attacco granata, con l’ala destra e l’interno sinistro di punta e gli altri tre elementi funzionanti a tourbillon in zona piuttosto arretrata. Il caldo, l’eccessiva sicurezza dovuta ad un’erronea valutazione degli avversari, la cattiva giornata di qualche giocatore possono spiegare la prova infelice della squadra alessandrina, ma soprattutto riesce a spiegarla la Salernitana stessa, una squadra che si è svegliata troppo tardi per potersi salvare, ma che vale, nella sua inquadratura attuale, ben più di tante altre che la precedono in classifica. Tra i grigi meritano elogi soltanto Stefani – che ha salvato il pareggio a 30” dalla fine –, Russi, ammirevole per continuità se non per qualità di gioco, e Nardi che, costretto dalla posizione del diretto avversario a giocare in zona molto avanzata, ha cercato di porre rimedio alla inefficienza delle mezze ali assumendosi l’ingrato compito di uomo di raccordo e sfiorando anche il goal. Tra gli altri, meritano attenuanti le ali Marchetto e Leone – un esordiente non privo di qualità – cui i compagni hanno «razionato» i palloni, mentre Redegalli, pur essendosi dato assai da fare, ha peccato di eccessivo individualismo. L’unica azione alessandrina degna di questo nome ha permesso ai grigi, dopo 10’ di gioco, di sfiorare un goal che sarebbe apparso, a quel momento, meritatissimo. Manenti, servito da Russi, ha lanciato Marchetto, che è scattato prontissimo verso la porta. Finito sul limite dell’area il numero 7 alessandrino ha lasciato partire in corsa un gran tiro di destro che ha mandato il pallone a scuotere la traversa, mentre il portiere salernitano era ormai battuto. È stato questo però un fugace bagliore di gioco: la vena dei grigi si è subitamente spenta, la Salernitana, dopo aver controllato la disordinata azione avversaria, ha osato qualche puntata verso Stefani e al 42’ Massagrande, lanciato verso il goal, è stato atterrato da Nardi in piena corsa. L’arbitro Clemente di Roma ha tenuto fede al suo nome ed ha perdonato un rigore che sarebbe apparso indiscutibile. Anche nella ripresa i grigi hanno avuto un bruciante inizio, che ha dato modo al portiere granata Cattaneo di respingere un tiro di Redegalli, deviare ancora il pallone ripreso da Leone e alzare in angolo la sfera indirizzata nuovamente verso la rete da Bodi. Ma anche questa vampata di gioco ebbe breve durata e, nonostante gli sforzi di Nardi, i grigi non riuscirono a segnare. Il generoso terzino costrinse Cattaneo a un salvataggio in angolo, si produsse in una travolgente discesa conclusa da un tiro di poco a lato, ma non riuscì a galvanizzare gli abulici compagni, ormai rassegnati al pareggio. A 30” dalla fine però anche lo 0-0 fu lì per sfumare in seguito ad una fuga in contropiede di Testa e Massagrande, ma Stefani si gettò arditamente fra i piedi dell’ala destra avversaria e riuscì a sventare l’ultima minaccia di una Salernitana più vivace del previsto. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 21 maggio 1956) Per un soffio i grigi non sono usciti sconfitti dal Moccagatta all’ultima frazione di minuto per una vigorosa azione di Testa che ha impegnato seriamente Stefani in un’ardua impresa, ma la sfera di cuoio è sfuggita dal piede del granata e l’estremo difensore grigio è riuscito a sventare il pericolo. Questo fulminante episodio finale della partita sta a dimostrare con quanta acredine si siano svolte le ostilità e come gli alessandrini non siano riusciti a prevalere nel corso della contesa che, quantunque possano essere le risultanze nelle restanti competizioni, non può variare il destino già segnato per la Salernitana. Eppure gli ospiti hanno iniziato, sviluppato e concluso la loro attività con spirito agonistico così acceso da ricordare la precedente partita di andata allorché i grigi permisero con il loro negativo comportamento la prima vittoria interna dei granata. Anche oggi la compagine di Sperone, sovente abulica, priva di vigoria e di iniziativa, non ha saputo costruire azioni pregevoli sotto la rete di Cattaneo, mentre gli ospiti hanno condotto prevalentemente una notevole quantità di trame ben congegnate che hanno portato più volte la palla nell’estrema area alessandrina. Qui però gli attaccanti granata hanno quasi sempre fallito nettamente il bersaglio. I loro tiri raramente sono giunti a segno, se è vero, com’è vero, che solo un paio di volte Stefani è stato seriamente impegnato. Dopo quest’ampia premessa, la cronaca si può fugacemente così riassumere. Al 5’ l’Alessandria subisce un calcio di punizione da una quindicina di metri. La palla cozza contro lo sbarramento grigio, è ripresa da Testa e sibila rasente il palo. Cinque minuti dopo si assiste ad una delle rare azioni offensive alessandrine: la palla è manovrata da Redegalli, poi da Manenti e quindi perviene a Marchetto che supera due avversari e in corsa sferra un possente tiro, ma il pallone è deviato all’incrocio dei pali e finisce a lato. Altri tiri di Testa, Perin e Leoni, la debuttante ala destra alessandrina, un piccolo ed agile elemento che si è fatto subito notare, sono falliti per un soffio. La ripresa è un alternarsi ininterrotto di attacchi e rotture nei due campi. Ad alcune pregevoli azioni dei grigi fa riscontro l’offensiva minaccia degli avversari, che premono ed impegnano l’estremo difensore alessandrino. Gioco sostenuto nei due campi con duri scontri: Redegalli è stato travolto seriamente due volte e così pure Massagrande il quale, in seguito, è stato anche ammonito. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 21 maggio 1956) L’Alessandria, sicura della sua superiorità tecnica, per un soffio non si è vista costretta a far ritorno negli spogliatoi sconfitta. Soltanto il pronto intervento di Stefani, su un’incursione pericolosa di Massagrande allo scadere dei 90’, ha salvato i grigi dall’insuccesso. I granata, per la verità, non avrebbero meritato d’incasellare i due punti in quanto se Redegalli, Manenti, Marchetto, Perin parevan l’ombra di se stessi, Amicarelli, Foglia e Gigante non brillarono certamente di viva luce. La linea di attacco piemontese è esistita soltanto a sprazzi, per merito soprattutto di azioni individuali di Serone, Marchetto e Redegalli. Ma il lavoro di questi tre non ha fruttato per mancanza di ordine e precisione. La mediana, inoltre, ha fatto del suo meglio per aggravare la situazione. La Salernitana non svolse certamente un gioco migliore, ma in compenso seppe difendersi egregiamente dagli assalti avversari e passare successivamente all’offensiva con foga ed aggressività. La fragilità del quintetto di punta non gli consentì di portare a buon fine gli spunti di Massagrande (il migliore dei granata) e di Testa. Un buon lavoro hanno compiuto Vellani, Galetti e Baucè. Nel primo tempo al 9’ Marchetto da una decina di metri colpiva la traversa e al 43’ pericolosa mischia in area grigia e intervento fortunoso di Stefani. Nella seconda fase della gara il ritmo del gioco rallentava maggiormente e non c’era molto da vedere. Al 44’ Massagrande arrestava un allungo di Galetti, quindi si incuneava tra la difesa grigia superandola; ma mentre stava per scoccare il tiro decisivo Stefani, con una uscita temeraria, gli soffiava la palla. Su questo episodio il sipario. (Romolo Vite, «La Gazzetta dello Sport», 21 maggio 1956) Domani al "Moccagatta" ALESSANDRIA-TARANTO Deludente prestazione dei grigi con il Salerno Nelle nostre note di sabato, presentando la partita Alessandria-Salerno, avevamo previsto che non si trattava di una galoppata dei grigi contro il «fanalino di coda» che già aveva costretto il Catania alla divisione dei punti. L’euforia per le buone prestazioni della nostra squadra aveva indotto gli sportivi a sottovalutare le possibilità della squadra dell’ex grigio Testa, e di fronte ad una partita giocata al disotto del livello della mediocrità, non sono mancati i fischi e le disapprovazioni. A dire il vero, troppi nostri giocatori erano «fuori fiato», dal che gli sportivi hanno dedotto che se gli atleti vengono lasciati liberi durante la settimana non sempre curano con scrupolosità le proprie condizioni fisiche. Si deve però rilevare che non si possono giocare partite casalinghe con due interni di attacco che giocano arretrati e l’accordo nella mediana non ci è sembrato perfetto. Ottimo l’esordio di Leoni all’estrema sinistra, unico uomo scattante del nostro attacco. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 26 maggio 1956) RISULTATI: Bari-Messina 1-1 Brescia-Palermo 1-1 Cagliari-Taranto 2-1 Legnano-Modena 2-2 Livorno-Catania 1-1 (giocata il 19 maggio 1956) Simmenthal Monza-Parma 2-1 Udinese-Marzotto 2-0 Verona-Como 2-2 CLASSIFICA: Palermo 44; Udinese 43; Como 39; Simmenthal Monza 38; Catania 37; Cagliari 34; Brescia 31; Legnano, Modena, Verona 30; Taranto 29; Alessandria, Bari 28; Messina, Parma 27; Marzotto 26; Livorno 21; Salernitana 16 MARCATORI: 22 gol Secchi (Udinese) 17 gol Milani (Monza) 15 gol Baccalini (Bari) 14 gol Buzzin (Verona) 13 gol Bredesen (Udinese), Ghersetich (Cagliari) 12 gol Barbolini (Modena), Bettolini (Legnano), Bretti (Bari), Erba (Parma) 10 gol Regalia (Cagliari) 9 gol Bassetti (Catania), Bettini E. (Como), Caprile (Legnano), Loiodice (Monza) Il punto sul campionato Ennesimo pareggio del Palermo, a Brescia, che ha visto assottigliarsi il distacco in classifica a un solo punto di vantaggio sull’Udinese che, grazie a Bredesen e Secchi, ha avuto la meglio sul Marzotto. I friulani hanno staccato di quattro lunghezze il Como, terzo fermato sul pareggio a Verona: di Baldini e Gritti le reti degli ospiti, di Buzzin e Galassini i gol dei padroni di casa.