Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1957/1958
Serie A
13-04-1958 - Giornata: 28 - Vicenza - Romeo Menti


Lanerossi Vicenza AC - Alessandria US 4 - 0 (2 - 0)
RETI: 21. Marchi A. [La] , 40. David M. [La] , 78. Valentinuzzi G. [La] , 82. Campana S. [La]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Traverso (I) Luigi, Marcellini Antonio, Boniardi Umberto, Snidero Cirano, Vitali Alessandro, Albertelli Lanfranco, Vonlanthen (II) Roger, Tagnin Carlo, Savioni Marco All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
LANEROSSI VICENZA AC: Bazzoni; Burelli, Savoini; David, Lancioni, Dell'Innocenti; Valentinuzzi, Fusato, Marchi, Campana, Agnoletto. All.: Lerici Roberto.

Arbitro: Campanati Giulio (Milano)
Note
Angoli: 8-1 oppure 8-2 (3-0). Spettatori: 4.000 oppure 8.000. Tempo piovoso, terreno pessimo e cosparso di segatura. Inizio gara ore 15:30.

Commento
Una partita, quella odierna fra il L.R. Vicenza e l’Alessandria, che era attesa con particolare impazienza e curiosità dagli sportivi vicentini, ché le quattro sconfitte consecutive subite dai biancorossi (dopo una serie di affermazioni che avevano valorizzato la squadra locale) avevano dato stura ad una serie di vivacissime discussioni. Ma oggi il L.R. Vicenza ha speso tutte le energie ed i giocatori sono stati premiati con una vittoria che non ammette discussioni. Mai, in tutta la partita, i grigi di Pedroni sono riusciti ad infastidire la retroguardia biancorossa, quindi si può dire che la partita sia stata un continuo monologo dei padroni di casa, con un Campana in veste di regista. Il biondo bassanese ha fatto impazzire la difesa grigia con serpentine, scatti, dribblings quali da tempo non era dato di vedere al pubblico vicentino. E con Campana, è doveroso ricordare l’intero quintetto d’attacco, oggi veramente in giornata di grazia. Persino Valentinuzzi ha oggi impressionato il pubblico che per lui aveva sempre avuto altro che fischi e rimproveri. Dell’Alessandria, i soli Tagnin e Vonlanthen sono stati all’altezza della situazione e non sapremmo se la gara incolore dei grigi sia dipesa dallo stato acquitrinoso del terreno oppure da una non perfetta efficienza fisica. Il fatto è che mentre il L.R. Vicenza ha capito subito che su di un terreno simile bisognava soprattutto tirare alto, i grigi hanno sempre tentato i passaggi rasoterra, cosa che facilitava il compito dei difensori. Senza infamia e senza lode l’arbitraggio di Campanati. Ecco la cronaca. Partiva subito velocissimo il L.R. Vicenza ed al 2’ sfiorava la rete con un tiro di testa di Valentinuzzi. Al 6’ Agnoletto, velocissimo sulla destra, crossava: tacco di Campana che ingannava Stefani, ma Boniardi liberava in extremis proprio sulla linea bianca. Al 20’, David a Dell’Innocenti: perfetto cross, saltava di testa Campana; fuori di poco. Al 21’ una magnifica azione di Campanati metteva in azione Fusato, quest’ultimo crossava, testa di Marchi e palla contro il palo interno della rete. Al 29’, stupendo colpo di testa di Fusato, cross di Valentinuzzi e magnifica parata in presa volante di Stefani. Al 38’, uscita volante di Stefani su Fusato lanciato a rete. Al 40’ il L.R. Vicenza raddoppiava: su calcio d’angolo battuto da Valentinuzzi, Agnoletto passava a David che da una ventina di metri faceva partire un secco tiro che Stefani, coperto, non riusciva nemmeno a vedere. Nella ripresa, il Vicenza partiva velocissimo ed al 4’ Stefani doveva intervenire in due tempi su tiro di David da una trentina di metri. Al 6’ nuovamente il portiere alessandrino interveniva su Fusato, lanciato magistralmente da Agnoletto. All’8’, preciso passaggio di Marchi a Campana che alzava sopra le mani di Stefani, ma la palla terminava alta sul fondo. Cercava l’Alessandria di sorprendere la difesa vicentina ed al 20’ Bazzoni – unico intervento in tutta la gara – doveva intervenire in due tempi per bloccare un insidioso tiro di Tagnin sferrato da pochi passi. Al 33’ il L.R. Vicenza passava nuovamente: Campana si incaricava di far ballare la difesa grigia, indi passava a Valentinuzzi che, libero a pochi passi dalla porta grigia, non aveva difficoltà ad insaccare. Al 37’, l’ultima rete: su calcio d’angolo battuto da Valentinuzzi, la palla veniva presa da Campana che si girava su sé stesso e tirava rasoterra; la palla non veniva controllata da Stefani e terminava in rete. (Vice, «La Gazzetta dello Sport», 14 aprile 1958) L'ALESSANDRIA E' TRAVOLTA A VICENZA Era l’Alessandria o il suo «fantasma»? Questo si chiedevano ieri in tribuna coloro che, avendo sentito dire un mondo di bene della squadra grigia e giustamente tenendo in conto i suoi 27 punti in classifica, avevano visto invece l’undici piemontese fare una ben magra figura di fronte al Lanerossi e lasciarsi sommergere da una valanga di ben 4 reti a 0. Non è difficile rispondere che quella vista ieri allo stadio Menti non è certo l’Alessandria che ha battuto la Fiorentina, l’Inter, il Bologna e che ha tenuto validamente testa alla stessa Juventus: la compagine piemontese non ha molti mezzi tecnici e, per fare quanto ha fatto nella prima parte del campionato, ha dovuto sfruttare a fondo tutte le sue risorse e in alcuni casi superare addirittura se stessa. Squadre così impostate in economia non possono logicamente mascherare l’incompletezza dei ranghi e l’Alessandria non è fuggita alla regola. Al completo e in piena forma atletica, essa poteva tener testa a chiunque senza mai sfigurare. Quando una o più pedine mancano alla sua scacchiera, essa non può che rassegnarsi a un amaro destino di sconfitta. A Napoli, assenti Pedroni, Boniardi, Giacomazzi e Vitali, fu un 1-4. Ieri, sul campo del Lanerossi, recuperati Boniardi e Vitali, usciti per infortunio e per squalifica Manenti e Castaldo, è stato un ancor più umiliante ed indiscutibile 0-4. L’attacco vicentino ha tenuto costantemente sotto la sua minaccia la porta alessandrina e soltanto un paio di prodezze di Stefani e una certa imprecisione nel tiro gli hanno impedito di portarsi in vantaggio già nei primi minuti. Al 3’ il portiere grigio ha neutralizzato un tiro di Valentinuzzi, al 6’ ha fermato col corpo un pallone di Agnoletto, permettendo a Traverso di sbrogliare una situazione difficile, mentre al 20’ Campana non è giunto in tempo a deviare in rete di testa un lungo centro di Dell’Innocenti. Un minuto dopo però, Tony Marchi ha colto il bersaglio, proiettando imparabilmente in rete di testa il pallone messo al centro da Fusato. Un tiro dello stesso Fusato, al 27’, ha trovato Stefani pronto a una nuova prodezza, ma al 39’ un calcio d’angolo è stato fatale per la seconda volta all’Alessandria: ha battuto la punizione Valentinuzzi, Agnoletto di testa ha toccato indietro verso David che, al volo, di sinistro ha mandato il pallone irrimediabilmente in fondo alla rete. Sul finire del primo tempo e agl’inizi della ripresa, l’Alessandria ha abbozzato qualche timido tentativo di reazione; si è trattato di azioni ben imbastite, mai portate però degnamente a termine, quasi che gli attaccanti grigi fossero convinti in partenza della inutilità dei loro sforzi. Una sterile fiammata, quindi, che si è presto esaurita, lasciando il posto a un sempre più schiacciante dominio del Lanerossi. Al 5’ un’uscita disperata di Stefani aveva fermato una palla-goal di Fusato. Al 19’, su centro di Albertelli e corta rovesciata di Lancioni, Savioni aveva scoccato l’unico tiro alessandrino della partita, costringendo Bazzoni a parare in due tempi. Poi i biancorossi hanno ripreso le redini del gioco e, malgrado lo sfortunato valore di Stefani, hanno tirato le somme della loro superiorità, raddoppiando giustamente il loro vantaggio. Al 25’ Stefani, con due parate consecutive, ha detto di no sia al tiro di Fusato che alla ribattuta di Agnoletto. Al 32’, nulla ha potuto fare contro un’improvvisa staffilata di Valentinuzzi su centro di Campana. Al 39’, infine, un beffardo pallone dello stesso Campana è finito in rete, passando sotto la pancia di Stefani, tuffatosi in leggero ritardo a causa di uno scivolone sul fango: 4-0. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 14 aprile 1958) Dopo quattro sconfitte consecutive, due in casa e due fuori, il Vicenza è tornato alla vittoria, superando facilmente l’Alessandria. Successo pienamente meritato, poiché i biancorossi sono stati sempre all’attacco, mettendo in evidenza una straordinaria dimestichezza col terreno, reso assai pesante dalla pioggia. Sul terreno pesante abbiamo rivisto i vicentini delle migliori giornate, sempre primi su tutti i palloni, organicamente fusi, pieno di iniziative all’attacco, sempre pronti in difesa. Per contro, l’Alessandria è sembrata un pulcino nella stoppa e non ha fatto che subire il gioco degli avversari, cercando la migliore maniera per uscirne con danno relativo. I migliori sono apparsi, da parte vicentina, Burelli, David e Campana e, di parte alessandrina, Stefani, Tagnin e Boniardi. Le reti. Al 21’ del primo tempo Fusato, spostatosi sulla sinistra, raccoglie un passaggio di Campana e manda al centro, dove irrompe Marchi che, da pochi passi, segna di testa. Al 39’, secondo gol: calcio d’angolo battuto da Valentinuzzi, Agnoletto stoppa e dà indietro a David; cannonata a fil di montante e Stefani è ancora battuto. Al 33’ della ripresa, dopo aver evitato più avversari, Campana mette una palla d’oro sui piedi di Valentinuzzi, che ha tutto il tempo di metterla bene a posto e staffilarla, quindi, in rete. Il quarto gol è segnato da Campana su azione confusa sotto porta alessandrina. Il suo tiro è debole, ma Stefani, buttatosi in tuffo, si lascia sfuggire la palla in rete. Pioggia per tutta la partita, terreno molto pesante. (Arturo Zucchermaglio, «Corriere dello Sport», 14 aprile 1958) DOMANI AL MOCCAGATTA PARTITA DI CARTELLO: ALESSANDRIA-PADOVA Anche a Vicenza, l’Alessandria è caduta in malo modo, subendo altre quattro reti. La nostra sconfitta ha sollevato violente critiche all’indirizzo dei dirigenti tecnici alessandrini, in quanto la formazione è apparsa tutt’altro che indovinata. Il ripiego di schierare Traverso nel ruolo di terzino (dove il bravo giocatore non avrebbe purtuttavia potuto far migliore figura di quanto avrebbero fatto Stella o Gerin) ha anche indebolito e sconvolto il ritmo della mediana. Ne è venuta fuori una partita più che mediocre, con gli elementi della retroguardia continuamente accartocciati nella nostra area di rigore e, come al solito, incapaci nel fango di allungare la palla in profondità agli avanti per le azioni di contropiede. La settimana scorsa, nella partita contro le riserve del Como, si era visto all’opera un Albertelli in condizioni di forma tutt’altro che normali, eccessivamente lento nella corsa e tardivo negli smistamenti. Gli sportivi logicamente si sono domandati come mai era stato preferito Albertelli a Regeni od a qualunque altro elemento delle riserve. Si è avuto di conseguenza a Vicenza un attacco limitato a tre soli uomini: Vitali, Vonlanthen e Savioni, isolati, in quanto i nostri mediani non hanno mai allungato la palla in profondità e qualcuno di essi, dopo aver superato gli avversari, ha passato sistematicamente la palla ai terzini o al centrosostegno della squadra avversaria. Chi ha assistito alla partita ha dichiarato che si è avuta una seconda edizione del mediocre incontro giocato con la Roma. Sta di fatto che Pedroni, se non è in campo, non ha più la visuale e gli accorgimenti di quando si trova al centro della mediana. Parlare di punizioni e multe è cosa fuori luogo: si tratta non di mancanza di volontà, ma di errata impostazione tattica e tecnica. Le otto reti subite in due partite parlano in modo inequivocabile. Due sconfitte esterne, quattro reti incassate in ognuna delle partite: a Napoli, con la presenza del giovane terzino Stella in campo, nel secondo tempo l’Alessandria ha mantenuto la rete inviolata. A Vicenza, anche senza Stella e con il sacrificio di Traverso, che è il nostro miglior mediano, la squadra è naufragata miseramente, incassando due reti nel primo tempo e 2 nel secondo. E le stelle stavano a guardare… A Vicenza, durante la partita Lanerossi-Alessandria, alcuni inviati del Padova erano intenti a studiare le mosse della squadra grigia per poterla affrontare degnamente domani al Moccagatta: è superfluo dire che non hanno capito niente, perché dell’Alessandria c’era solo l’ombra. Forse, considerando la partita perduta, i tecnici del clan grigio avevano agito strategicamente e… domani vedremo il risultato di tale astuta tattica. Ora che le cose non vanno come prima, ora che il vantaggio accumulato nelle precedenti partite sta sfumando, gli sportivi debbono avere il coraggio di guardare in faccia la realtà, sentendo l’importanza del momento e comprendendo la critica situazione dovuta al calo di forma e di valute di troppi nostri giocatori e cooperare con l’incoraggiamento per superare l’incerta situazione. Bastano poche partite per raggiungere effettivamente una quota di sicurezza in classifica e proprio in casa la squadra deve cercare di assicurarsi il punteggio, prima che sia troppo tardi. Forza grigi, quindi, e… rimboccatevi le maniche! (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 19 aprile 1958) RISULTATI: Atalanta-Genoa 1-1 Fiorentina-Verona 1-1 Juventus-Bologna 4-1 Milan-Lazio 6-1 Roma-Napoli 0-2 Sampdoria-Padova 3-2 Spal-Torino 0-1 Udinese-Internazionale 1-1 CLASSIFICA: Juventus 45; Napoli, Padova 35; Fiorentina 33; Roma 30; Internazionale 28; Alessandria, Bologna, Lanerossi Vicenza, Torino 27; Milan 26; Lazio 25; Atalanta, Spal, Udinese, Verona 24; Sampdoria 22; Genoa 21 MARCATORI 27 gol Charles (Juventus) 21 gol Firmani (Sampdoria) 19 gol Sivori (Juventus), Vinicio (Napoli) 18 gol Hamrin (Padova) 14 gol Angelillo (Inter) 13 gol Da Costa (Roma) Il punto sul campionato Il maltempo non ha arrestato lo svolgimento del campionato di calcio Senza soste il galoppo della Juventus e sorprendente il Torino a Ferrara I bianconeri si avvicinano gradualmente alla sicurezza matematica della vittoria finale Due sole squadre hanno vinto fuori casa - Dura e affannosa la lotta nel settore di coda La giornata, 28° della serie, è servita a consolidare al di là di ogni previsione, la posizione della Juventus in testa alla classifica, ed a non modificare gran che la situazione in coda alla medesima. I bianconeri hanno battuto con difficoltà superiore a quanto la misura del punteggio — 4 a 1 — lascerebbe supporre, il nervoso e poco disciplinato Bologna. Si sono impegnati a fondo i petroniani, che erano stati multati per lo scarso rendimento' ottenuto nelle loro ultime prove, e non hanno fatto economia di energie. Si sono impegnati tanto che, ad un dato punto, sono divenuti irascibili, ed uno dei loro attaccanti, l'italo-argentino Maschio, ha pagato colla espulsione una delle sue reazioni verbali all'operato dell'arbitro. Ha il vantaggio vero e proprio della giornata la capolista non lo ha realizzato sul proprio campo: ha appreso di averlo ottenuto, colle notizie che le sono giunte per telefono da Genova, dove il Padova è uscito sconfitto di misura e di sorpresa dalla prova colla pericolante Sampdoria. Il margine dei punti di classifica di cui dispone ora la Juventus, sale così a dieci: un margine che fa perno sulla posizione sia del Napoli come del Padova, che si trovano alla stessa altezza al secondo posto. Proprio domenica prossima, la Juventus stessa deve recarsi a Napoli — la sua più lunga trasferta di tutta la stagione — e se vince ancora, come può benissimo avvenire, e se contemporaneamente il Padova lascia un punto sul campò dell'Alessandria, dove può anche succedere . dato l'umore dei grigi che hanno subito un autentico rovescio a Vicenza, allora i bianconeri potranno dire d'avere anche matematicamente il titolo in tasca, il distacco selettivo essendo superiore alla distanza di dieci punti che si dovranno a quel momento ancora percorrere. Si potrà allora parlare di una Juventus Campione d'Italia, cinque giornate prima del termine della competizione. E, se il fatto non si verificasse domenica prossima, non si tratterà che di attendere che si accorci il numero degli incontri ancora da giuocare e quindi quello dei punti di classifica ancora da disputare. Il verdetto a termine è già stato pronunciato, ed oramai non si può modificare. Più non si tratta che della scelta del momento per poterlo pubblicare. La grande maggioranza degli incontri della giornata si è svolta in condizioni climatiche difficili. Pioggia ininterrotta o ad intermittenze quasi dappertutto, e terreni pantanosi od acquitrinosi al nord come al sud. Coll'acqua che, nel cielo e sui campi la faceva da padrona in ogni dove, due incontri soli sui ventisette in programma nelle tre serie della Divisione Nazionale, non hanno potuto avere svolgimento, ambedue appartenenti alla categoria dei cadetti: Marzotto-Bari e Zenit Modena-Palermo. In ogni altro caso la volontà dell'uomo ha vinto sull'intemperia, ed i risultati non parlano di irregolarità. Due vittorie fuori casa troviamo nella serie maggiore, fra questi risultati: il Napoli ha piegato la Roma, per due a zero, dopo dura lotta allo Stadio Olimpico, il Torino ha battuto, per uno a zero, la Spal a Ferrara, grazie ad una rete di Arce segnata proprio al minuto finale della partita. La vittoria riportata dai partenopei serve per riportare il Napoli al molto disputato secondo posto della classifica. Ma quella ottenuta dal Torino ha un significato e delle conseguenze più vaste: porta i granata quasi al sicuro dai pericoli relativi alla retrocessione. Preferiamo dire quasi, e non completamente, perché, facendo perno sulla posizione del penultimo classificato, la Sampdoria il vantaggio dei torinesi è dì cinque punti, mentre altri dodici ancora rimangono in disputa. Meglio attendere: e, nell'attesa, continuare a combattere. Perché troppo elevato è il numero delle compagini che sono o possono venire a trovarsi coinvolte nella lotta per sfuggire alla retrocessione. Logicamente, limitando cioè le considerazioni a coloro che non stanno al di sopra de . Sampdoria che di quattro lunghezze, otto compagini dovrebbero ancora ritenersi interessate al conflitto: e fra queste c'è il Milan, Campione d'Italia. Ma matematicamente, aggiungendo cioè i dodici punti tuttora in palio ai ventidue accumulati dalla Sampdoria, si arriva nientemeno che al quarto posto della classifica, quello occupato ora dalla Fiorentina. Ipotesi e calcoli assurdi, si capisce, ma ipotesi e calcoli, che, basati come sono sulle cifre, danno una idea della vastità del campo su cui si combatte per rimanere in quel piccolo paradiso che viene considerata essere la categoria maggiore. Questo giuocatore che è Arce ha comunque portato i granata in posizione che nessuno avrebbe osato sperare una quindicina di giorni or sono. Nella partita dal catenaccio applicato rigorosamente da ambe le parti, l'intera squadra granata deve però essersi portata bene per giungere sullo zero a zero fino ad un istante dal termine della partita. Ora, dopo tanto lottare, il Genoa, che pur domenica ha conquistato un prezioso punto in casa d'altri, torna nuovamente a trovarsi solo all'ultimo posto. Ha davanti a sé, per una lunghezza la concittadina Sampdoria, e per tre il gruppo costituito dalla Spai, l'Atalanta, il Verona e l'Udinese. La disperazione delle due unità liguri costituisce un pericolo per coloro che di poco le sovrastano. Per conservare un filo di speranza, il Genoa deve domenica prossima ed in casa propria battere l'Udinese: precisamente come la Sampdoria deve battere la Lazio a Roma. (La Stampa - Vittorio Pozzo)