Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1953/1954
Serie B
25-10-1953 - Giornata: 7 - Pavia - Comunale


Pavia AC - Alessandria US 2 - 0 (0 - 0)
RETI: 63. Rosa F. [Pa] , 77. Morin S. [Pa]

Alessandria US Ravera Vincenzo, Bussetti Luigi, Garzena Bruno, Generani Renzo, Bagliani Giuseppe, Masperi Luigi, Bocchio Peppino, Giraudo Ernesto, Lerici Roberto, Mirabelli Walter, Dania Dino All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
PAVIA AC: Baggini; Gatti, Spertini; Morin, Colla (I) Angelo, Mariani Felice; Parodi, Rosa, Borri, Fiorio, Mazzoni. All.: Poggi (II) Ernesto Matteo.

Arbitro: Bernardi Giorgio (Bologna)
Note
Rigore parato al 90’ da Ravera [A] a Mazzoni [P]. Angoli: 6-0 oppure 6-1 (2-0). Spettatori: 3.500. Incasso: 2.000.000 lire. Giornata autunnale con pioggia intermittente, terreno pessimo. Inizio gara ore 15:00.

Commento
Se il maltempo ha ridotto la bellezza dello spettacolo inteso come partecipazione di massa da parte del pubblico, solitamente numerosissimo in occasione dei confronti-derby tra Pavia e Alessandria, pur riducendo ai minimi termini la bontà del fondo del campo di gioco, non ha potuto raggelare quella fonte di gioco che è stato oggi il Pavia, nella sua prestazione sul metro-standard di rendimento tipicamente «uso esterno». La tradizione avversa, il carattere campanilistico dell’incontro, quello strano comportamento della squadra che tra le mura amiche sembrava non potesse esprimersi in un gioco all’altezza delle sue vere possibilità, e per di più il maltempo con tutte le conseguenze negative che esso può avere, erano tutte premesse che pregiudicavano o, forse, taravano lo sviluppo dello spettacolo sportivo nella sua migliore espressione, pur lasciando ad esso il corredo interessante dell’antagonismo. Pavia ed Alessandria hanno creato nei loro confronti una tradizione, conseguenza immediata della rivalità campanilistica, una tradizione stranamente favorevole ai grigi piemontesi che da anni in qualsivoglia modo andasse la partita, riuscivano a chiudere i loro confronti sul nulla di fatto. Una tradizione avversa dunque ai granata; una pesante cappa di piombo che fatalmente sembrava ogni volta rivestire nel suo grigiore di risultato le partite tra le due compagini, compromettendo alla fine uno spettacolo che pur aveva avuto talvolta pregi tecnici e stilistici non indifferenti nella misura e nella qualità. Handicappati all’inizio da tale avverso fato, i granata pavesi hanno chiuso vittoriosamente la contesa e con pieno merito, corredando il loro successo con la più bella prestazione interne del corrente campionato. Una incognita l’Alessandria per il programma di rinnovamento attuato nei ranghi della squadra nei confronti di quella del passato campionato. Il Pavia oggi, con l’unica variante di Mazzoni al posto di Farinelli, schierava la formazione che tanto bene aveva impressionato a Modena. Incaricato della direzione di questo incontro psicologicamente sempre difficile per motivi che facilmente si deducono, era uno dei migliori arbitri italiani, il sig. Bernardi di Bologna. Il corollario per la riuscita della manifestazione dunque aveva avuto un programma di attuazione completo, l’ultima partita era da darsi alle squadre in campo. E non hanno esse balbettato: se il Pavia il suo linguaggio di gioco l’ha espresso forbito ed arricchito di finezze, l’Alessandria «ha parlato» senza retorica di sorta mirando al sodo del risultato che le era possibile, il solo, cioè il nulla di fatto. Ha avuto ragione il Pavia che alla fine è risultato meritato vincitore di una contesa che disputata all’insegna della più bella cavalleria sportiva, ha spesso svettato per qualità di gioco. Il Pavia di Busto, di Piombino, di Modena si è esibito al «Comunale» di fronte ai suoi supporters finalmente soddisfatti e paghi della loro squadra. Non si è ancora spento il fischio d’inizio del sig. Bernardi che le due squadre rimaneggiano lo schieramento iniziale: nel Pavia Borri e Mazzoni si scambiano di ruolo, nell’Alessandria, rivelando così chiaramente i propositi di Neri che mira al nulla di fatto, si attua il mezzosistema arretrando Giraudo sulla destra, spostando Masperi al centro e Generani alla sinistra della mediana, Bagliani naturalmente terzino libero. Classico schieramento di copertura che ha risposto all’intendimento del trainer alessandrino nei primi quarantacinque minuti, cedendo nella ripresa ai violenti scrolloni d’attacco dei granata che dopo aver macinato gli avversari al ritmo indiavolato di un’offensiva in soluzione di continuità, hanno fatto centro due volte, sfiorando il bersaglio parecchie volte, non realizzando altresì sul finire un calcio di rigore. Si suggellava così il successo dei granata con il più classico dei punteggi, perfetto risultato indicatore, per noi, di una partita che se d’un canto aveva visto una compagine, il Pavia, nettamente superiore all’altra, dall’altro aveva visto la prestazione generosa dell’altra, l’Alessandria, che, non drammatizzando una situazione ad un dato momento irrimediabile, ha saputo tenere i nervi a posto non facendo nulla perché la situazione degenerasse, opponendo cioè alla supremazia dei padroni di casa quanto di meglio la loro condizione di forma attuale e le loro possibilità tecniche-atletiche permettevano ad esso. Si giocò, ripetiamo, all’insegna della più perfetta cavalleria e lo spettacolo sportivo, che nel suo svolgimento aveva avuto parecchi capitoli interessantissimi, fu salvo. Tradizionali avversari dunque i piemontesi, sì, ma anche perfetti atleti che, soprattutto, hanno saputo comportarsi come tali, non smentendo la tradizione e la bontà della scuola alessandrina. Il Pavia, quasi spinto da una molla lungamente compressa, scattò sin dall’inizio dando il via ad una offensiva che doveva trovare il suo «la» nella ripresa. E se Bagliani e compagni, Bussetti su ogni altro, hanno saputo per questo primo tempo arginare una situazione pericolosa ad ogni piè sospinto, l’attacco del Pavia, pur non concretando nel goal una supremazia mai intaccata, ha tuttavia impressionato per l’armonia, la continuità, la varietà dei suoi temi che di volta in volta hanno messo in luce questo o quel giocatore. Parodi al centro ha dato, come già a Modena, una nota di maggior potenza e penetrazione al quintetto di punta granata che sorretto dal continuo lavoro dei due interni, brillante e classico Rosa, positivo e prezioso Florio, ha avuto in Borri, lieta sorpresa per i supporters pavesi, uno dei maggiori punti di forza, ed in Mazzoni, in ripresa, l’aiuto innegabile di un uomo di mestiere. Nella mediana granata Morin, un gigante nel vero senso della parola, e Colla hanno impressionato; il primo ha coronato la sua prestazione «da migliore in campo» con una spettacolosa rete conseguita su altrettanto spettacoloso tiro da fuori area, il secondo è ritornato il positivo centromediano che tutti conosciamo. Impeccabili i terzini, dal «solido» Spertini all’elegante Gatti, sempre attento Baggini che rivela sempre più sicurezza. Nei grigi le note di merito toccano tutte ai reparti arretrati sulle cui spalle è gravato per novanta minuti il peso di un’offensiva, spesso travolgente, continua. La cronaca è tutta un monologo granata svettante negli episodi dei goals interessante e pericolosa sempre, sicché tra i migliori in campo vanno annoverati i difensori alessandrini impegnati in un gioco massacrante per il lavoro di continuità che richiedeva. Il primo tempo si può considerare come un lavoro di «macinazione» dell’attacco pavese sulla difesa grigia che infatti nella ripresa accusava il ritmo sostenuto nei primi quarantacinque minuti. Di contro il Pavia, dando prova ancora una volta di una perfetta preparazione, aumentava il ritmo del suo gioco aprendo nello schieramento difensivo avversario quelle falle che dovevano alla fine concretarsi nella vittoria sua. E se il punteggio è rimasto nella classica misura del due a zero, gli alessandrini devono ricordarsi ognora delle prodezze del loro portiere che, tra l’altro, parava al 44’ in modo spettacoloso un tiro di Parodi da distanza ravvicinata, ripetendosi un minuto dopo parando un calcio di rigore tirato da Mazzoni, non dimenticando ancora la traversa colpita da Fiorio al 31’ e la prodezza di Bussetti che sulla linea salvava la rete, ribattendo un colpo di testa di Rosa. Ed ecco le azioni dei due goals. 18’: rimessa di mano di Baggini a Mazzoni, in posizione arretrata. Perfetto lancio dell’ala pavese che fa partire, sempre sulla sinistra Parodi che, dopo aver bruciato sullo scatto Bagliani, rimette da fondo campo e perfettamente a Rosa. E qui è il capolavoro dell’interno granata che dopo aver lasciato sur place Garzena, evita Ravera e depone la sfera nel sacco. 32’: fallo di Bagliani a sei metri circa dal limite dell’area. La punizione è battuta da Morin che realizza con tiro violentissimo che si spegne nella rete dopo aver incocciato sotto la traversa. (Antonio Cavallotti, «La Provincia Pavese», 27 ottobre 1963) L’Alessandria ha resistito 63’ agli attacchi dei pavesi. Ed ha resistito grazie al mezzo sistema che Neri ha opposto al «WM» di Poggi. Con Bagliani libero, con Masperi a francobollare Parodi (passato subito al centro, con conseguente spostamento di Borri all’ala), con Generani (numero 4 sulle spalle), passato a sinistra alla guardia di Rosa e con Giraudo arretrato in funzione di anti Fiorio, la squadra grigia ha tenuto per tutto il primo tempo e per buona parte della ripresa. Al 18’ del secondo tempo, un centro di Parodi lanciato da Mazzoni, Bagliani veniva tradito dal terreno sdrucciolevole sicché la palla perveniva a Rosa che, evitato l’uscente Ravera (pure lui scivolato) metteva in gol. Qui l’Alessandria era costretta ad aprirsi e denunciava in pieno le sue pecche, che si riassumono nell’assoluta nullità del quintetto di punta, arrivato qualche volta in zona di tiro senza peraltro dare grattacapi a Baggini. Il Pavia, di contro, cominciò a dominare gli avversari aumentando il punteggio grazie ad una punizione battuta da Morin (tre metri fuori area); tiro fortissimo sotto la traversa). Sul finale (44’) un mani di Bussetti in area dava a Mazzoni la possibilità di aumentare ancora il bottino ma l’ala mancina tirava malamente sul portiere, che bloccava a terra. Ottima la squadra pavese, in difesa con Spertini, nella mediana con Morin (il migliore in campo), e in prima linea con Borri, Parodi e Rosa. Poco da dire sui grigi: si sono salvati, in parte, Masperi, Bagliani e Bocchio. (Angelo Ponti, «La Gazzetta dello Sport», 26 ottobre 1953) Manca alla prova l'attacco dei grigi IL "CATENACCIO" DELL'ALESSANDRIA CEDE A PAVIA: 0-2 L’Alessandria ha adottato per la circostanza il «catenaccio». Al fischio dell’arbitro Bernardi, Bagliani si portava, libero da impegni, in zona di protezione, mentre Masperi assumeva il ruolo di mediocentro con Giraudo e Generani laterali. Un autentico arroccamento difensivo a protezione della rete, difesa dal giovanissimo Ravera. Era una impostazione difensiva sicura, sì che gli attaccanti granata diedero pochi fastidi al portiere Ravera, che in tutto il primo tempo ebbe un solo intervento difficile: al 25’ quando dovette buttarsi sui piedi di Fiorio, sfuggito una volta tanto al controllo di Giraudo. Ai quattro attaccanti grigi rimasti, Neri aveva evidentemente affidato il compito di azioni di disturbo. Dania e Lerici abbozzarono qualche contropiede, ma si trovarono sempre come «punte isolate» in un dedalo di difensori non certamente disposti a fare complimenti, specie il terzino sinistro Spertini, abilissimo nella più vasta gamma di interventi fallosi. Quando il tempo finì, rimase l’impressione favorevole sul blocco difensivo alessandrino. Ma nella ripresa calarono di rendimento i laterali, Bussetti cominciò a sbandare e Garzena lo seguì, così che a reggere di fronte ai sempre più insistenti attacchi dei locali non rimase che Bagliani. Al 18’ il primo goal del Pavia. Mazzoni (che brutta partita la sua!) piantò sullo scatto Bussetti e passò lesto a Parodi; la palla schizzò sul terreno viscido ingannando Bagliani e finì sui piedi di Rosa, Garzena fallì l’intervento proprio mentre Ravera si buttava a terra per agguantare la palla e a Rosa, rimasto solo, fu facile accompagnare la sfera nella rete incustodita. La partita era praticamente finita. L’evanescente attacco alessandrino non poteva costruire la rete del pareggio. Capitò a Bocchio una facile occasione, ma la fallì in modo madornale. Al 32’ il secondo goal del Pavia. Punizione da circa 25 metri; errata barriera ed errata posizione del portiere. Morin calciò deciso ed il 2 a 0 era cosa fatta. Attaccarono ancora i granata e Bussetti «parò in tuffo» a piene mani una palla centrata da Fiorio. Mazzoni calciò il rigore che però Ravera, con felice intuito, bloccò in presa. (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 26 ottobre 1953) Terreno in pessime condizioni per la pioggia che da più giorni cade insistentemente. Larghi spiazzi di segatura nascondono a mala pena le molte pozzanghere. Alcuni incidenti di poca entità a Dania, Giraudo e Spertini. L’Alessandria si è schierata con Bagliani arretrato quale terzino libero, retrocedendo poi Giraudo su Fiorio. Nel Pavia, subito all’inizio, Parodi è passato al centro e Borri all’estrema destra. Al 20’ del secondo tempo Bocchio e Dania si sono scambiati di posto. Ha fallito, allo scadere del 90’, un rigore Mazzoni. («Corriere dello Sport», 26 ottobre 1953) Il Pavia, dopo avere subito due sconfitte casalinghe, ha rinsaldato la sua posizione in classifica battendo per 2-0 la Alessandria, che continua ad incassare reti nonostante la tattica del catenaccio. Occorre ricordare che anche lo scorso anno a Parma, pur avendo all’attacco i rimpianti giocatori ceduti a fine stagione, la squadra grigia – messasi sulla difensiva – aveva subito una sonora sconfitta. Si continua a dare la colpa all’attacco od al portiere per le cattive esibizioni della compagine, e con ostinatezza si schiera la squadra con il centrosostegno dietro la linea dei terzini, si mantengono i mediani in posizione arretrata (e si mantiene qualcuno in squadra anche se fuori forma!), e si pretende che il reparto di punta svolga il gioco di spola senza l’appoggio della linea di sostegno. In queste condizioni – è logico – si vanno progressivamente eliminando i giocatori d’attacco. Il primo a cadere in esaurimento è stato Piatto, che nella partita contro il Brescia aveva dimostrato di sapere degnamente tenere il ruolo affidatogli: poi è venuta la volta dell’ala sinistra Tuberosa, che essendo elemento di manovra, ha dato rendimento negativo essendogli mancato l’apporto della mezz’ala: nel marasma delle variazioni si è visto Amateis alla mezz’ala, ad esaurirsi inutilmente, poi all’ala – in partita di allenamento – ed indi è stato messo a riposo. Ma la catena ancora non è finita: Mirabelli, che nelle prime partite aveva fatto ricordare i tipici attaccanti alessandrini dei tempi d’oro, è stato obbligato ad un gioco difensivo che lo ha incanalato verso una logica crisi. Anche Giraudo sta spremendosi a dismisura e l’attacco alessandrino, se si continuerà a mantenere l’impostazione negativa della retroguardia, non sarà più in grado di risollevarsi, anche con l’innesto di altri elementi. È doveroso ricordare a coloro che sostengono la tattica difensiva anche nel caso in cui si affronti un Catania, che già applicando il sistema i grigi in Serie A avevano sconfitto il Torino per 2-0 in quella smagliante partita che tutti rammentano: la rete fu realizzata dal nostro centrosostegno Bertoni il quale, dovendo controllare Gabetto, seguì il centroattacco torinese che era retrocesso a dare manforte alla difesa granata, di modo che il giocatore grigio si trovò (oseremmo dire senza accorgersene) nell’area di rigore avversaria, con la possibilità di effettuare il tiro a rete che sancì la stupenda vittoria: ed il Torino, coi dovuti rapporti, era più forte del Catania. Attualmente, mantenendo il nostro centrosostegno legato a catena doppia in area di rigore, non potremo mai giungere alla realizzazione di tiri a rete: Bagliani non sarà mai in grado di dare manforte al reparto di punta. Le undici reti subite dall’Alessandria dovrebbero far aprire gli occhi a chi di dovere per convincersi che è la difesa che è malferma, e le partite giocate e vinte contro le squadre di Serie A stanno a dimostrare che la squadra grigia, giocando all’attacco – pur con i suoi difetti – è in condizione di svolgere ottime trame tecniche, mentre continuando a giocare in difesa (perché elementi dei reparti arretrati in sono in grado di praticare il sistema, che consiste nel controllare un giocatore avversario) si procede allo sgretolamento di una squadra che era stata ottimamente impostata. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 31 ottobre 1953) RISULTATI: Brescia-Pro Patria rinviata per impraticabilità del campo Cagliari-Verona 1-0 Como-Salernitana 1-1 Marzotto-Monza 1-1 Messina-Modena 0-0 Padova-Fanfulla 2-2 Piombino-Catania 1-2 Treviso-Lanerossi Vicenza rinviata per impraticabilità del campo CLASSIFICA: Como 11; Cagliari, Monza, Salernitana 10; Lanerossi Vicenza, Catania, Marzotto 9; Pavia 8; Brescia, Pro Patria, Verona 7; Messina 6; Alessandria, Modena 5; Piombino 4; Treviso, Padova 2; Fanfulla 1. *: una gara da recuperare.