Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1953/1954
Serie B
01-11-1953 - Giornata: 8 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Padova AC 1 - 1 (1 - 1)
RETI: 7. Amateis G.[A] 32. Avedano C. [Pa]

Alessandria US Ravera Vincenzo, Bussetti Luigi, Garzena Bruno, Generani Renzo, Bagliani Giuseppe, Masperi Luigi, Amateis Giacomo, Giraudo Ernesto, Lerici Roberto, Mirabelli Walter, Serone Roberto All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
PADOVA AC: Casari; Orlando, Lazzarini; Zanon, Scagnellato, Mori; Agnoletto, Pison, Avedano, Settembrino, Stivanello. All.: Rava Pietro.

Arbitro: Garzelli Mario (Livorno)
Note
Angoli: 1-3. Spettatori: 4.000. Incasso: 2.000.000 circa. Giornata grigia, terreno viscido e fangoso. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Il Padova con i suoi nuovi acquisti era vivamente atteso ad Alessandria. Diciamo subito che la squadra patavina non ha deluso. L’unità ha dimostrato di avere un’intelaiatura solida per cui la sua rinascita è stata immediata, con le promesse di un brillante avvenire. I tre esordienti Casari, Settembrino e Mori hanno svolto un buon lavoro. Ancora un po’ a corto di allenamento si è palesato Casari, il quale ha commesso alcune papere che per poco non sono costate care ai suoi colori. I veneti, comunque, hanno retto assai bene il confronto con gli alessandrini e il pareggio è stato meritato. La loro prima linea ha avuto in Avedano l’uomo più attivo e pericoloso, tant’è vero che le sue azioni hanno sempre creato nella difesa grigia seri grattacapi. Il cardine su cui ha girato tutta la compagine veneta è stato però Mori. Il centromediano ha fatto faville: ha saputo contemporaneamente essere il costruttore di bei temi di gioco e il distruttore di tutte le minacce alessandrine. Incerta, invece, all’inizio della partita, è apparsa la difesa dei biancorossi. Orlando e Lazzarini si sono lasciati prendere in velocità dagli avanti alessandrini, dando così loro la possibilità di installarsi con molte occasioni di successo nella loro area di rigore. Ed è stata per essi una vera fortuna che l’attacco grigio, come al solito, non abbia funzionato. Ma dopo un quarto d’ora di gioco, i due valorosi terzini padovani si sono rinfrancati e gli avanti grigi di fronte a loro si sono sempre trovati a disagio. L’Alessandria ha perduto sul terreno amico un altro prezioso punto. Come giochino i grigi è veramente inspiegabile: attaccano inizialmente e imbastiscono brillanti trame di gioco dando l’impressione di poter dominare. Segnano dopo appena pochi minuti di gioco, creando un’atmosfera di euforia nel pubblico. Poi, improvvisamente, tutto si acquieta. Il bagliore della fiamma scompare e ritornano il buio, la confusione, la freddezza e l’abulia. Oggi solo due atleti grigi possiamo citare: Bussetti e Giraudo, nonostante quest’ultimo non abbia giocato nel suo abituale ruolo di mediano, per coprire quello di interno destro. Povere di tecnica e di costrutto sono state le azioni di Masperi e Generani. Bagliani ha giocato bene per un po’, poi anche lui è crollato. L’esordiente Serone non ha deluso ma nemmeno ha dato quanto era nelle previsioni di tutti. All’ala sinistra grigia bisogna comunque concedere delle attenuanti soprattutto per quanto concerne l’intesa con i suoi compagni di squadra. La partita si è iniziata con 5’ di ritardo. I patavini sono stati i primi a farsi minacciosi. Su azione di contropiede, Amateis al 7’ sorprendeva la difesa veneta e segnava. I biancorossi reagivano senza tuttavia riuscire a sorpassare la difesa alessandrina. Al 31’, su errore di Masperi, Avedano segnava la rete del pareggio. Nella ripresa l’Alessandria attaccava con forza, ma il Padova resisteva bellamente. La partita terminava perciò in parità. (Romolo Vite, «La Gazzetta dello Sport», 2 novembre 1953) Il fango non è stato propizio ai grigi IL PADOVA AIUTATO DALL'ARBITRO PAREGGIA A ALESSANDRIA: 1-1 Il primo punto in trasferta della stagione, il Padova è andato a prenderselo ad Alessandria, un po’ per suo merito, un po’ per demerito dei grigi. Avevano cominciato bene, gli uomini di Neri, ed erano anche pervenuti ben presto al successo. Una punizione calciata da Masperi, veniva corretta di testa da Lerici; la palla giungeva ad Amateis, che non lasciava al vecchio Casari possibilità alcuna di parata: 1 a 0. Erano passati appena otto minuti di gioco ed il Padova non aveva avuto ancora possibilità di presentarsi. Superata la fase cruciale dell’incontro, i padovani hanno tentato qualche azione di contrattacco, che consentiva loro di constatare come l’impianto difensivo dei piemontesi non fosse una roccaforte invulnerabile. C’era fango, e la palla sovente si fermava nei luoghi più impensati. I veneti, fisicamente più prestanti, ricuperavano con vigoria riportando ben presto in equilibrio de sorti del match. È venuto anche il gol del pareggio: Settembrino lanciava Avedano che lasciava di stucco Generani. Il tiro del centrattacco padovano era dei più facili, ma Ravera s’era fatto prendere in contropiede. Un gol strano che significava il pareggio: 1 a 1. La reazione alessandrina ha portato Lerici in posizione utile per il tiro, ma il centrattacco dei piemontesi ha combinato «il capolavoro degli errori», permettendo a Casari di parare con facilità. Nella ripresa il gioco è stato più vivace. Finalmente entrambi gli avversari avevano capito che, sul quel terreno, non si poteva manovrare a combinazioni strette, e che occorreva lanciare lungo nella speranza di trovare un compagno smarcato. Ben presto però ai piemontesi è mancato l’apporto delle mezze ali, letteralmente scomparse por la fatica, ed in più si è messo di mezzo l’arbitro: ha fermato Amateis per fuori giuoco, mentre l’ala destra alessandrina aveva avuto la palla da un avversario, ha concesso ai grigi un calcio di punizione dal limite per fallo di Lazzarini su Giraudo, fallo commesso almeno tre metri entro l’area di rigore, e non ha visto un abbraccio di Bussetti a Stivanello, in utilissima posizione per il tiro. I difensori padovani non hanno perso tempo nell’approfittare della situazione. Lazzarini e Scagnellato hanno commesso falli su falli; l’ultimo di Scagnellato su Lerici – un calcio volontario – meritava il rigore e l’espulsione del colpevole. Garzelli non ha visto niente, e non gli è parso vero di imboccare le scale degli spogliatoi subito dopo il fischio di chiusura, senza curarsi di quanto stava succedendo alle sue spalle. I mali alessandrini sono risultati ieri ingigantiti dalle circostanze. Sono i mali già noti, che solo parzialmente potranno essere superati con i rientri di Bey, Piatto, Nicolazzini e Dalla Fontana. Il Padova ha presentato ieri ad Alessandria tre dei suoi quattro acquisti dell’ultima ora: Casari (che ha alternato momenti brillanti ad errori madornali), Settembrino (che ha giocato in ombra, salvo quando si trattava di protestare con l’arbitro) e Mori (che ha tenuto, senza particolari pecche, il suo posto). Rava dovrà dare un gioco di manovra ai suoi uomini di punta, mentre dovrà frenare le irruenze dei difensori. (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 2 novembre 1953) Giornata grigia, terreno viscido e fangoso, che ha impedito libertà di movimenti ai giocatori. Quattromila persone hanno assistito all’incontro, con un incasso di circa due milioni. Due lievi incidenti a Bussetti e Stivanello. («Corriere dello Sport», 2 novembre 1953) LE CAUSE DELLA CRISI CHE TRAVAGLIA LA SQUADRA GRIGIA Domani l'Alessandria in trasferta a Modena Anche contro il Padova i grigi hanno deluso. La tenuta di gara da parte degli atleti è stata di mezz’ora; poi le manchevolezze della mediana e l’insufficienza del reparto di punta sono apparse evidenti. Si giocava senz’ordine di idee, senza impostazione di manovra. A tutto questo si aggiunga infine un arbitraggio infelice. Sabato scorso, nelle nostre note, avevamo messo in rilievo l’insufficienza della mediana nello svolgere la tattica sistemista, in particolar modo quando gli avversari tengono la palla a terra; le cause di questo declino di rendimento erano palesi sin dalle prime partite; e si è data la colpa prima al portiere e poi all’attacco dove mancano mezze ali atte a svolgere il gioco di spola, come nella decorsa stagione. L’errata impostazione del terzino libero nella nostra squadra ha costretto Masperi a giocare sul centro attacco, e così tale schieramento è stato nocivo tanto a Masperi che a Bagliani. Il primo non ha ancor ritrovato la sua forma migliore e la buona volontà non è sufficiente a colmare vuoti di rendimento preoccupanti. I terzini, anziché migliorare, non calciano più al primo contatto, cincischiano nell’area di rigore, e Garzena, trovando il vuoto sulla sinistra perché Masperi è spostato al centro, si esaurisce in inutili incursioni all’attacco. Ravera, senza offendere nessuno, è stato il giocatore che ha dato il miglior rendimento nelle prime 8 partite, anche se non aveva mai giocato in C ed anche se non proveniva dal grande Torino, da quel famoso magazzino di rifornimento che, a quanto pare togliendoci Tagnin ci ha serviti per le feste, portandoci per il naso in un primo tempo con lo scambio Borriero. La Rosa e offrendoci, quando avevamo l’acqua alla gola, delle combinazioni… mal combinate. L’attacco brancola nel buio perché spinti a tutto regime Piatto, Mirabelli, Amateis e Giraudo (Lerici non si scompone) si trovano «imballati». L’allenatore ha effettuato una girandola di spostamenti e sostituzioni, ma il trio centrale non vola perché… mancano le ali. Ora tra Bocchio, Tuberosa, Dania, Amateis, Bey e Serone si affideranno i ruoli agli ultimi due, gli altri… matureranno. Domenica scorsa contro il Padova i bianchi erano più in fiato dei grigi, sempre scattanti. I nostri si trascinavano penosamente: modeste ombre di quella che fu «la squadra del fango». Eppure, dicono gli sportivi, gli allenatori sono tre: Neri, Pietruzzi, e il prof. Scamuzzi. Però Pietruzzi allena solo i giovani e Scamuzzi si limita a sottoporre i giocatori all’allenamento atletico come desidera e come ordina Neri. Sta di fatto che la mancanza di fiato dei nostri giocatori è palese e pensiamo sia dovuta al fatto che i giocatori non sanno correre o corrono senza discernimento. Chi deve provvedere a tutto questo è chi ha l’incarico di dare un indirizzo tecnico alla squadra: perché si fanno osservazioni solo a pochi giocatori, e si permette ad altri di ripetere errori madornali senza richiami? Qualcuno deve assumersi un poco di responsabilità, non per quei giocatori che non sono stati comperati perché questo è compito dei dirigenti, ma per tenere in efficienza almeno i giocatori per quello che valevano e per quello che valgono. Crediamo che oggi non si posa dare la colpa a… Dadone. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 7 novembre 1953) RISULTATI: Catania-Modena 1-0 Fanfulla-Treviso 0-0 Lanerossi Vicenza-Piombino 2-0 Marzotto-Como 0-1 Messina-Brescia 1-1 Monza-Cagliari 1-0 Pro Patria-Salernitana 3-3 Verona-Pavia 5-1 CLASSIFICA: Como 13; Monza 12; Lanerossi Vicenza, Catania, Salernitana 11; Cagliari 10; Marzotto, Verona 9; Brescia, Pro Patria, Pavia 8; Messina 7; Alessandria 6; Modena 5; Piombino 4; Treviso, Padova 3; Fanfulla 2. *: una gara da recuperare MARCATORI 6 gol: Pratesi (Pro Patria) 5 gol: Bassetti (Catania), Deprati (Marzotto) 4 gol: Genero (Fanfulla), Ghiandi (Como), Golin (Cagliari), Marchetto (Marzotto), Remonti (Marzotto) 3 gol: Astorri (Monza), Farina E. (II) (Brescia), Fioravanti (Salernitana), Lerici (Alessandria), Loranzi (Cagliari), Manenti (Catania), Mannucci (Pro Patria), Rosa (Pavia), Testa L. (L.R. Vicenza), Turconi (Como) Il punto sul campionato L’autorete di Maran aveva permesso al Como di vincere in casa del Marzotto e di mantenere il primo posto in classifica. A un punto di distanza il Monza che aveva sconfitto il Cagliari con il gol di Colombo. In terza posizione il Catania e il Lenarossi Vicenza avevano raggiunto la Salernitana che aveva pareggiato una scoppiettante gara contro la Pro Patria. Cinquina del Verona opposta al Pavia.