Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1953/1954
Serie B
03-01-1954 - Giornata: 15 - Vicenza - Romeo Menti


Lanerossi Vicenza AC - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 85. Fabris G. [La]

Alessandria US Dalla Fontana Emanuele, Bussetti Luigi, Garzena Bruno, Giraudo Ernesto, Bagliani Giuseppe, Masperi Luigi, Amateis Giacomo, Lerici Roberto, Campi Salvatore, Campagnoli Cesare, Serone Roberto All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
LANEROSSI VICENZA AC: Borriero; Binda, Formica; Bonci (III) Emilio, Lancioni, Mora; David, Dal Pos, Testa Luciano, Fabris, Savoini. All.: Campatelli Aldo.

Arbitro: Alterio Edgardo (Roma)
Note
Spettatori: 4.000. Giornata fredda, terreno pesante. Inizio gara ore 14:30.

Commento
LA TATTICA LA DIFESA I giocatori dell’Alessandria si sentono ormai soggiogati dal «complesso degli ultimi cinque minuti». Quando il cronometro segna l’ottantacinquesimo della partita che essi stanno disputando, i grigi sanno già che cosa li attende: se stanno vincendo di misura, la squadra avversaria segnerà in extremis il goal del pareggio; se la gara è ancora a reti inviolate, si può essere sicuri che ora, quando non c’è più tempo per rimediare, i grigi subiranno la rete della sconfitta. La sorte beffarda si è già divertita due volte a rubare all’Alessandria la vittoria nei confronti casalinghi con il Catania e il Cagliari. Ieri, essendo i grigi impennati sul terreno del Lanerossi di Vicenza, la sorte si è presa la terza maligna soddisfazione, togliendo alla squadra piemontese, quando ormai mancavano solo 4’ al termine, quel pareggio che essa si era pienamente meritato. I biancorossi vicentini, compagine dell’alta classifica, dalle ambizioni ben chiare, avevano forse sottovalutato gli avversari, concedendosi un Capodanno piuttosto «libero». Fatto sta che non tutti gli uomini di Campatelli erano scesi in campo nelle condizioni fisiche più adatte per superare la Alessandria, squadra modesta fin che si vuole, ma fermamente decisa a non perdere. Con il cervello annebbiato dai ricordi della… notte di San Silvestro e i muscoli appesantiti forse da qualche eccesso gastronomico, taluno fra gli atleti vicentini si accorse ben presto quanto fosse difficile manovrare fra le maglie strettissime della vigile difesa alessandrina. In special modo l’ala destra Dal Pos che, secondo la tattica voluta da Campatelli, avrebbe dovuto funzionare da uomo di lancio a metà campo, si trovò a disagio per la velocità e il senso dell’anticipo del suo diretto avversario. Anche l’altra mezz’ala, Fabris, risultava come assente dal gioco, tanto che, essendo sacrificato l’ala destra David in compiti di copertura, il peso delle azioni di attacco veniva a riversarsi tutto sulle spalle dei due ex grigi Testa e Savoini. Senza voler togliere nulla al valore dei due attaccanti, si può tranquillamente dire che in tal modo il compito della difesa alessandrina risultava notevolmente facilitato. Testa e Savoini erano un pochino emozionati nel trovarsi per la prima volta di fronte ai loro ex compagni. L’ala sinistra, anzi, nella notte non aveva dormito bene: in sogno non era mai riuscito a dribblare il suo terzino di ieri, Bussetti, e ciò gli succedeva ora anche in campo. Testa poi si trovava di fronte un Bagliani puntiglioso e deciso, a cui dava man forte il terzino sinistro Garzena. Poca sorpresa quindi se, dopo i primi 45 minuti di gioco, le reti erano ancora inviolate. I due portieri erano stati scarsamente impegnati e gli episodi di maggior rilievo si erano verificati uno per parte al 10’ e al 21’. Al 10’ l’arbitro Alterio (un romano della scuola di Dattilo nella valutazione dei rigori) non ravvisava gli estremi del «penalty» in un atterramento in area del grigio Campagnoli da parte di Bonci. Undici minuti dopo un pallone sfuggito a Masperi veniva rimesso al centro dal numero 9 biancorosso e Savoini con un tuffo di testa mandava la sfera a lato di pochi centimetri. Per il resto, gioco sterile a metà campo, tra una squadra, l’Alessandria, che aveva interesse a difendersi, e un’altra che non si decideva ad attaccare a fondo. Nella ripresa Campatelli, nell’intento di dare maggior forza di penetrazione all’attacco vicentino, spedì Dal Pos a terzino, innestando Binda nella prima linea ed esonerò l’ala destra David dai suoi compiti difensivi. Si sperava in tal modo di costringere la difesa alessandrina a capitolare, ma i grigi prolungavano la loro tenace resistenza, dominando a metà campo con Giraudo e Masperi e presidiavano attentamente la porta con Bussetti, Bagliani e Garzena. Una sola volta, al 16’, la difesa piemontese apparve battuta, ma Dalla Fontana uscì prontamente e costrinse Savoini a sbagliare la mira. L’inutilità dei loro sforzi induceva intanto i vicentini ad abbandonare progressivamente ogni prudenza difensiva. Peccato che i grigi non potessero contare su un attacco molto efficiente: Amateis. rientrato all’ala destra come sostituto dello squalificato Bey, era zoppicante per i colpi ricevuti dal troppo deciso Formica, mentre il centravanti Campi, dominato da un centrosostegno di classe superiore, non dava praticamente alcun apporto alle azioni di contrattacco. I grigi venivano così a perdere molte probabilità di ottenere un risultato clamoroso. Si giunse così, sempre a reti inviolate, attraverso calci d’angolo, tiri errati, un rigore negato al Vicenza per atterramento di Savoini, al fatidico 40’ della ripresa. Raccogliendo una rimessa laterale, l’ala destra vicentina David «appoggiò» il pallone all’interno verso il mediano Bonci. Questi toccò corto verso Fabris. Il numero 10 biancorosso era stato fino a quel momento uno degli elementi meno efficienti in campo. Eppure proprio da lui doveva partire il tiro fortissimo che si insaccò in rete, senza lasciare a Dalla Fontana alcuna possibilità di parata. Proprio l’elemento meno meritevole aveva tolto all’Alessandria il pareggio. Qualche minuto dopo, e precisamente allo scadere del tempo, lo stesso Fabris con un tiro al volo su passaggio ancora di David, colpi la traversa, evitando all’Alessandria l’umiliazione di un secondo goal. Sarebbe stato veramente troppo per l’Alessandria una sconfitta così netta. L’1 a 0 è e resta una beffa in quanto i grigi avevano difeso coi denti lo 0 a 0 iniziale ed i vicentini, troppo fiduciosi nelle loro forze, non avevano fatto nulla per meritare la vittoria. Comunque la sconfitta di misura sul campo di una delle più quotate aspiranti alla promozione resta per i grigi un risultato onorevole. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 4 gennaio 1954) Soltanto a cinque minuti dalla fine i biancorossi sono riusciti a cogliere il gol della vittoria. Rete ineccepibile, bellissima quella marcata da Fabris con un bel tiro a volo su servizio di Bonci, ma una rete che è venuta a sanzionare un successo che non ha convinto nessuno e meno di tutti i tifosi locali, esigenti come sempre. Il Vicenza pur marcando complessivamente una certa superiorità non ha mai dato l’impressione di poter passare, ed è risultato sempre il suo gioco di una sconcertante pochezza. Il tanto decantato mezzosistema è fallito in pieno non risultando Dal Pos all’altezza del compito e nemmeno gli attaccanti, visti quasi sempre isolati i loro sforzi offensivi. L’Alessandria, con tattica guardinga, è riuscita a mantenere inviolata, per quasi tutta la partita, la propria rete e in ciò hanno contribuito tanto la difesa, quanto la mediana, che si sono battute con alto spirito agonistico. In complesso però l’incontro dal lato tecnico ha detto ben poco, e se si tolgono le prestazioni individuali di Giraudo e Masperi da una parte e di Binda e Lancioni dall’altra (quattro giocatori senza macchina e senza paura) non rimarrebbe che il ricordo sbiadito di una partita incolore. (Dario Zucchermaglio, «Corriere dello Sport», 4 gennaio 1954) Chi si illudeva che l’Alessandria fosse venuta a Vicenza per regalare due punti al Lanerossi (non erano pochi i tifosi che così la pensavano) ha avuto un’amara delusione. Non solo i biancorossi hanno violato la rete difesa da Dalla Fontana solo al 40’ del secondo tempo, ma hanno anche dato prova di un disorientamento preoccupante. Nemmeno il più lontano paragone col precedente incontro casalingo con la Salernitana e non è il caso di andare alla ricerca di attenuanti nella bassa temperatura e nel terreno scivoloso in superficie e gelato sotto Si è visto il Lanerossi impacciato, falloso, privo di volontà, poco tempestivo e soprattutto slegato. Una di quelle battute d’arresto che possono avere tutte le compagini, ma che nel caso specifico deve far riflettere. La nuova impostazione data alla squadra da Campatelli richiede un progressivo costante miglioramento d’intesa fra gli atleti e ogni pausa in tal senso si risolve in un regresso. Ha tenuto bene solo la difesa, cercando di allontanare il più possibile le minacce che gli attaccanti in magli grigia non esitavano a congegnare. L’Alessandria, partita per prima, ha assaggiato con due puntate le possibilità dell’avversario e, accortasi della non eccessiva consistenza del complesso biancorosso, ha cercato d’imporre il proprio gioco di rottura articolando anche delle azioni di buona impostazione. Più veloci e precisi, i piemontesi hanno messo in difficoltà i veneti, così che anche a metà campo non s’è visto nulla di eccezionale. Per tutto il primo tempo pochi i tiri a bersaglio e frustrate dalla vigile difesa alessandrina le rare azioni penetranti dei vicentini. Al 9’ Fabris lancia; Garzena sempre attento e onnipresente devia in tempo. Di rimando Campagnoli scatta e Lancioni lo atterra in area senza che Alterio, dall’arbitraggio familiare, conceda la punizione. Mentre l’Alessandria sembra divenire sempre più autoritaria, il Lanerossi è sempre più disarticolato. Nella ripresa i biancorossi abbandonano lo schieramento «Campatelli» e anche Dal Pos va all’attacco. Nullo praticamente il risultato. Per un poco i grigi continuano il combattimento, poi adottano una tattica perditempo, evidentemente paghi di poter concludere con il nulla di fatto. Ciò costa loro molto caro perché al 40’, durante una delle tante azioni confuse, Formica lancia a Bonci, il quale smista lateralmente a mezza altezza e Fabris, al volo, insacca imparabilmente. Il Vicenza si scuote e sino alla fine ritorna ad essere la squadra solida delle ultime giornate ma con il solo frutto di un palo colpito al 44’ da Fabris. Troppo pochi cinque minuti di gioco per meritare una vittoria. (Aurelio Piva, «La Gazzetta dello Sport», 4 gennaio 1953) Sfortunata a Vicenza la squadra “grigia,, DOMANI IL MONZA AL "MOCCAGATTA" Ancora una volta i grigi hanno avuto la loro rete violata negli ultimi minuti della partita. È questa una gentile concessione della dea fortuna a tutte le squadre di primo piano (Catania, Cagliari e Lanerossi) che hanno vinto o pareggiato contro l’Alessandria in «zona Cesarini». Non è a dire che i grigi abbiano applicato la tattica del catenaccio perché, guardinghi nella propria metà campo, erano rimasti compagni di Testa e Savoini a fare buona guardia all’ottimo Borriero: l’ex grigio, tra l’altro, ha parato magistralmente un magnifico tiro di Serone. L’Alessandria ha giocato forse la sua migliore partita di campionato, dominando costantemente; e quando i vicentini erano ben lieti di chiudere sullo 0-0, è scaturita una azione fortunosa conclusa con un tiro imparabile di Fabris: tiro che ha fatto ricordare la rete realizzata da Pietruzzi lo scorso anno contro l’Empoli. È doveroso però rilevare che Fabris non è nuovo a tali imprese: infatti le sue reti realizzate nel seguente campionato sono state tutte realizzate negli ultimi 10 minuti della partita. Tra i grigi è rientrato, giocando felicemente, Amateis, fino a quando un duro colpo alla schiena lo ha posto in difficoltà. Serone, incaricato di svolgere il gioco di spola è stato di grande rendimento. Occorre considerare tra l’altro il calcio di rigore non concesso ai grigi per un fallo: grosso come un grattacielo, commesso ai danni di Campagnoli e non rilevato dall’arbitro Alterio di Roma. Complessivamente i biancorossi hanno effettuato in porta due tiri, col risultato beffardo (per i grigi) di un punto per ogni tiro. […] Le cronache non hanno detto dell’eccellente e astuta gara di Serone, della regìa di Lerici e degli scambi suoi, affiatatissimi, col solito Giraudo. Non hanno detto di Amateis che… ha costretto Formica a liquidarlo con un ben assestato colpo nell’anca… Non hanno detto di tutti, che si sono battuti col cuore in gola. Comunque, bravi. Una riga la spendiamo anche a proposito degli arbitri. Quell’Alterio di Roma, di «dattiliana» scuola, non ha creduto di punire una tranciatura plateale ai danni di Campagnoli a dieci metri da Borriero. Ma signori! Come si fa… è il Lanerossi! Tanto nomine! (Andrea Canestri-Ukri, «Il Piccolo», 9 gennaio 1954) RISULTATI: Fanfulla-Monza 2-1 Marzotto-Brescia 0-0 Messina-Como 1-0 Modena-Cagliari 1-1 Padova-Catania 1-1 Pro Patria-Verona 1-1 Salernitana-Pavia 1-0 Treviso-Piombino 1-0 CLASSIFICA: Catania 23; Lanerossi Vicenza 20; Cagliari, Pro Patria, Verona 19; Como 18; Brescia, Monza, Salernitana 17; Marzotto 15; Pavia 14; Messina, Modena 13; Alessandria, Fanfulla, Padova 10; Treviso 9; Piombino 7 MARCATORI 9 gol: Bassetti (Catania) 7 gol: Astorri (Monza), Deprati (Marzotto), Manenti (Catania), Pratesi (Pro Patria) 6 gol: Genero (Fanfulla), Ghiandi (Como), Mannucci (Pro Patria), Rosa (Pavia) 5 gol: Bettini E. (Brescia), Fabris (L.R. Vicenza), Farina E. (II) (Brescia), Golin (Cagliari), Hofling (Pro Patria), Lerici (Alessandria), Lonardi (Verona), Marchetto (Marzotto), Remonti (Marzotto), Stivanello (Padova), Zecca (Verona), Zian (Verona) Il punto sul campionato Tanto equilibrio, pochi gol e risultati terminati in parità nella quindicesima giornata di campionato di Serie B. Si era avvicinato al primo posto il Vicenza che ha battuto l’Alessandria, con il gol di Fabris si era portato a tre punti di distacco dalla vetta dal Catania, fermato sul pareggio dal Padova. Stesso risultato per il Verona, per il Cagliari e per la Pro Patria: 1-1. La sfida salvezza tra Treviso e Piombino era terminata con il successo dei locali grazie al gol di Pavanello.