Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1953/1954
Serie B
31-01-1954 - Giornata: 18 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Marzotto AC 0 - 2 (0 - 2)
RETI: 30. Occhetta V. [Ma] , 31. Masiero E. [Ma]

Alessandria US Dalla Fontana Emanuele, Bussetti Luigi, Garzena Bruno, Giraudo Ernesto, Bagliani Giuseppe, Masperi Luigi, Dania Dino, Lerici Roberto, Amateis Giacomo, Campagnoli Cesare, Serone Roberto All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
MARZOTTO AC: Servidati; Guaschino, Zanoni; Fanin, Maran, Svorenich; Deprati, Masiero, Tavellin, Occhetta, Marchetto. All.: Rigotti (II) Carlo.

Arbitro: Perego Ettore (Milano)
Note
Angoli: 11-3. Spettatori: 2.000 oppure 3.000, a seconda delle fonti. Terreno fangoso e a tratti ghiacciato. Inizio gara ore 14:30.

Commento
L'ALESSANDRIA HA DELUSO L’Alessandria sta diventando la squadra-sfinge del torneo di Serie B, la compagine dalla quale ci si può attendere ogni comportamento ed ogni risultato: la si vede all’opera a Vicenza dove perde di misura pur meritando largamente il pareggio, la si rivede contro il Monza, vincere e convincere; la si osserva all’opera per la terza volta sul campo di Salerno, dove strappa il pareggio con autorità. E quando già i tifosi stanno per proclamare la definitiva resurrezione della loro squadra, ecco che viene la sconcertante partita, col Marzotto a riportare la delusione e il pessimismo nel cuore di tutti. Stando alle previsioni, ieri l’Alessandria, avrebbe dovuto battere con relativa facilità un avversario che la superava in classifica di appena due punti. Invece i grigi si sono lasciati prendere d’infilata dai biancocelesti di Valdagno in modo tanto amaramente chiaro e convincente da non ammettere discussioni sul risultato. Non conta molto il fatto che le due reti del Marzotto siano state provocate da errori della difesa alessandrina ed ha un valore relativo l’attenuante dei due pali colpiti e dei calci di rigore negati da un arbitro eccessivamente tollerante come il milanese Perego. Un «penalty» al momento giusto ed una maggiore fortuna nei pochissimi tiri a rete avrebbero potuto raddrizzare un risultato che sembrava ormai compromesso, ma il giudizio sfavorevole sul comportamento dell’Alessandria sarebbe in ogni modo restato. Gli uomini di Neri sembravano aver dimenticato di un colpo solo ogni insegnamento e si dibattevano sul campo fangoso con sconcertante confusione tattica. Non bastava il prodigarsi di Giraudo – l’unico, con Garzena, all’altezza della sua fama – per riordinare il gioco del complesso, per organizzare offensive degne di questo nome. L’attacco, frenato dalla giornata negativa delle mezze ali, non concludeva e la difesa commetteva errori a ripetizione. Fu appunto un errore – rinvio corto di un terzino e palla sui piedi dell’avversario – che permise all’interno sinistro valdagnese Occhetta di battere per la prima volta Dalla Fontana, al 28’ di gioco. Non erano passati due minuti che l’errore si ripeteva: il pallone fini sui piedi di Masiero e Dalla Fontana stette a guardare incantato, come se avesse dinanzi non un aitante giovanotto ma l’omonima «soubrette» Lauretta Masiero. Zero a due. Negli incontri di boxe in questi casi l’arbitro arresterebbe il combattimento per «manifesta inferiorità» di uno dei contendenti. Trattandosi di calcio la partita invece continuò, pur apparendo chiaro che per i grigi, irriconoscibili, moralmente k.o., lo svantaggio di due reti sarebbe stato insormontabile. L’ala destra Dania colpi il palo al 43’, poi nella ripresa continuarono i tentativi degli alessandrini, mentre il Marzotto (nelle cui file si sono distinti Guaschino, Maran e Svorenich) difendeva la vittoria con calma e decisione. Amateis colpì la traversa con una deviazione di testa su calcio d’angolo, si verificarono irregolarità in area di rigore biancoceleste non punite dall’arbitro, ma il punteggio non cambiò e l’Alessandria uscì dal campo sconfitta tra i fischi del pubblico indignato. Non è comunque il caso di drammatizzare su questa disavventura. L’Alessandria di quest’anno non può permettersi grandi cose. I «purosangue» che erano nelle sue file sono stati ceduti. Non si può con altri concorrenti illudersi di poter vincere un Gran Premio. C’è solo da sperare di non arrivare con troppo ritardo. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 1º febbraio 1954) Altra delusione per gli sportivi locali. Nessuna recriminazione, nessuna attenuante si deve concedere ai padroni di casa. Essi hanno deluso ogni aspettativa disputando una gara incolore, abulica e fredda, più fredda dello stesso gelo che ha intimorito per 90’ i tremila spettatori delle gradinate e della tribuna. Nessuna giustificazione è ammissibile. Il terreno gelato e le bizze della palla erano fattori che hanno influito nelle azioni condotte dalle due contendenti in misura eguale. I reparti grigi sono naufragati in un mare di incertezze di malintesi e di errori imperdonabili. La difesa forse è stata la causa principale dell’insuccesso, in quanto Bussetti, Garzena e Dalla Fontana, con i loro «vuoti» paurosi e i loro cincischiamenti inopportuni in area, sono stati gli artefici involontari delle due reti del Marzotto. Ma alla mediana dobbiamo attribuire pure la sua giusta parte di responsabilità per la sconfitta. Mai come oggi difatti si è visto in questo settore uno sfasamento così accentuato: Masperi, Bagliani e lo stesso Giraudo, di solito il miglior uomo in campo, hanno palesato gravi lacune. Parlare poi della linea d’attacco alessandrina è impossibile, in quanto tutti i suoi componenti hanno brillato per la loro assenza. Ma se l’Alessandria ha deluso, il Marzotto non ha certamente entusiasmato. La sua vittoria è stata il frutto più dell’abilità dimostrata di saper sfruttare gli errori dell’avversario che non delle sue doti tecniche e stilistiche. Ha retto bene la difesa, in cui Guaschino e Servidati hanno avuto la possibilità di emergere con i loro interventi precisi e tempestivi. La mediana ha avuto in Fanin il suo miglior uomo, mentre la linea d’attacco, ad eccezione delle due azioni che hanno fruttato le reti della vittoria, non ha mai portato una seria minaccia. L’inizio è stato di pretta marca alessandrina. Al 2’ Lerici impegna con una bella rovesciata il portiere avversario. Successivamente Serone, con una secca staffilata, sfiora il bersaglio. Al 7’ Servidati esce dai pali e si getta a tuffo sui piedi di Lerici per soffiargli la palla. La sfuriata iniziale dell’Alessandria finisce a questo punto: il gioco ristagna a metà campo, e nessuna delle due squadre sembra intenzionata a forzare. Ma al 28’ Occhetta sfrutta una indecisione di Garzena e segna imparabilmente. Due minuti dopo, Masiero toglie la palla dai piedi dello smarrito Bussetti e insacca nella rete di Dalla Fontana il secondo pallone. La ripresa non muta la situazione. Le scorrettezze dall’una e dall’altra parte si susseguono a ritmo accelerato, e l’arbitro deve intervenire più volte per ammonire i colpevoli. L’Alessandria, in preda all’orgasmo, si smarrisce completamente. (Romolo Vite, «La Gazzetta dello Sport», 1º febbraio 1953) Duemila persone hanno assistito all’incontro, svoltosi su un pessimo terreno ridotto a tratti a palude e, in altre zone, ghiacciato, causa di numerose cadute da parte dei giocatori, soprattutto degli alessandrini che non sono riusciti a mantenere l’equilibrio. Due infortuni di gioco a Serone e a Fanin che restano qualche minuto a terra intontiti e doloranti. («Corriere dello Sport», 1º febbraio 1954) INFELICE PARTITA CON IL MARZOTTO E LA TRASFERTA DI DOMANI A BRESCIA La partita col Marzotto ha fatto veramente «storia a sé»; purtroppo è stato un periodo di storia triste, che ha portato a galla la inefficienza del reparto difensivo; le cause della sconfitta vanno ricercate, a parer nostro, nella impreparazione dei componenti la squadra, perché, anziché intensificare gli allenamenti in relazione alla impossibilità di svolgerli sul campo, causa il maltempo e la neve, allenatori (ricordiamoci bene che sono tre) e giocatori sono andati in ferie dopo il galoppo a scartamento ridotto del giovedì precedente. Domenica scorsa si è visto cosa vuol dire considerare la partita della Nazionale come un riposo del campionato; marasma completo, nelle file grigie. Due soli giocatori, animati dalla loro forza di volontà, si sono spremuti instancabilmente per evitare la mortificante sconfitta, e nonostante tutto questo prodigarsi anche i due sunnominati giocatori, insistendo nel volere portare la palla non hanno dato rendimento pari alle energie spese. La considerazione che i nostri uomini di retroguardia non sono capaci di calciare di prima, e si ostinano in passaggi inutili e tergiversazioni, ha fatto crollare tutta la squadra. All’attacco si sono sperduti nel fango Lerici, Campagnoli e Amateis. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 6 febbraio 1954) RISULTATI: Cagliari-Brescia 2-0 Piombino-Como 1-0 Messina-Fanfulla 0-1 Monza-Padova 0-0 Lanerossi Vicenza-Pavia 3-1 Modena-Verona 4-1 Pro Patria-Treviso 1-1 Salernitana-Catania 0-3 CLASSIFICA: Catania 28; Pro Patria 24; Cagliari, Lanerossi Vicenza 23; Verona 22; Como 21; Modena, Monza 19; Brescia, Salernitana 18; Marzotto, Pavia 17; Messina 16; Alessandria, Fanfulla 13; Piombino 12; Padova 11; Treviso 10 MARCATORI 9 gol: Bassetti (Catania) 8 gol: Hofling (Pro Patria), Rosa (Pavia) 7 gol: Astorri (Monza), Deprati (Marzotto), Manenti (Catania), Mannucci (Pro Patria), Pratesi (Pro Patria), Zecca (Verona) 6 gol Fabris (L.R. Vicenza), Genero (Fanfulla), Ghiandi (Como), Lerici (Alessandria), Micheloni (Catania) 5 gol: Bettini E. (Brescia), Cabas (Modena), Farina E. (II) (Brescia), Golin (Cagliari), Lonardi (Verona), Marchetto (Marzotto), Pin G. (Pro Patria), Remonti (Marzotto), Stivanello (Padova), Zian (Verona) Il punto sul campionato La prima giornata di ritorno del campionato aveva confermato il Catania che aveva sonoramente vinto sul campo della Salernitana con i gol di Cattaneo, doppietta e Marin; gli etnei avevano portato a quattro le distanze sulla principale inseguitrice la Pro Patria che ha pareggiato la sfida contro il Treviso, ultimo in classifica: vantaggio dei bustocchi con Hofling e pareggio dei veneti ad opera di Pantaleoni. I lombardi avevano avuto un solo punto di vantaggio su Cagliari e Vicenza, entrambe vincitrici delle proprie sfide. Crollo del Verona in casa del Modena. Importante vittoria del Piombino, terz’ultimo in graduatoria contro il Como: decisivo Pellis.