Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1950/1951
Serie C
08-10-1950 - Giornata: 3 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Biellese AS 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 31. Savoini G.[A]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Scarrone Secondo, Gabbiani Mario, Arezzi Giuseppe, Vitto Luigi, Pietruzzi Mario, Dania Dino, Guaschino Paolo, Giraudo Franco, Albertelli Lanfranco, Savoini Giulio All.: Cargnelli Tony

Formazione avversaria
BIELLESE AS: Leni; Braghieri, Benedetto; Vannucci, Di Pasquale, Baradel; Piccioni, Trombello, Gerzelli, Barera, Costanzo. All.: Munerati Federico

Arbitro: Fumagalli Abramo (Milano)
Note
Al 61’ Leni [B] ha parato un calcio di rigore ad Arezzi [A]. Spettatori: 7.000 Inizio gara ore 15.00

Commento
I GRIGI PRIMI IN CLASSIFICA ATTESI DOMANI A MORTARA Formazione immutata - Treno speciale per i tifosi I "bianco-neri" della Biellese ottimamente incoraggiati da parecchie centinaia di tifosi, sono tornati in sede amareggiati dalla sconfitta subita in seguito ad una rete tutt'altro che irresistibile. Sta di fatto che i grigi hanno sciupato troppe occasioni per precipitazione e per aver voluto affidare ad Arezzi il compito di calciare i rigori, sperando sulla potenza di tiro, più che sulla precisione. Non dobbiamo quindi esultare del risultato conseguito, ma anzi dobbiamo sentire doveroso il compito di conferire alla nostra squadra un assetto sicuro, anche con gli stessi uomini. Il reparto d attacco manca di omogeneità perché Giraudo non emerge nel dribbling, non passa mai la palla a Dania, ed anziché smistare l’azione sui la sinistra, insiste nel portare la palla in detto settore. Ci vuole una sconfitta per accorgersi di questi fondamentali errori? Giraudo figurerebbe degnamente all’ala destra permettendo a Dania di ritornare al suo posto abituale di centro avanti, troppo gravoso per lui in serie A ed in serie B ma indicatissimo per la C. Di Guaschino, il coro dei commenti è già noto ed insistere nel volerlo sacrificare a mezzala od al centro, significa voler buttare i soldi fuori dalia finestra, perché, come terzino, all fine della stagione Guaschino, od il trio «Giorcelli - Guaschino - Scarrone», potrebbe essere venduto blocco, in quanto ha modo di emergere in C. Ma come attaccante, Guaschino, pur facendo miracoli, perché possiede ottime doti di tiro, non potrebbe fare gola alle squadre di sere B. Inoltre non si debbono continuare a pagare 50 giocatori per poi sacrificare il miglior terzino spostandolo a mezzala. Il pubblico ha risposto in pieno all’appello ed ha incoraggiato per tutti i 90 minuti gli undici atleti in campo i quali hanno giocato con encomiabile impegno. Domani i grigi scenderanno Mortara contro una squadra che fa scintille, velocissima e garibaldina. L'allenatore Barale, ex grigio, ha impostato la squadra sopperendo con la combattività alla tecnica ed il confronto si presenta molto arduo. Il portiere Rossi è un ragazzo che a Como domenica scorsa è stato prodigioso; all’attacco, se non spaventa Biraghi, coi suoi 38 anni a confronto con Scarrone, sarà certamente pericoloso l’interno destro Ravasi e Pietruzzi dovrà stare ben attento a non lasciarlo sgusciare in area di rigore. L’Alessandria è diventata ormai la squadra da battere e le sue avversarie profonderanno tutte le energie per mettere il bastone tra le ruote alla capolista che ha iniziato la sua marcia trionfale. Consci della situazione i "grigi" affronteranno la lotta decisi a tornare in sede imbattuti tra l'entusiasmo dei "tifosi" che seguiranno la squadra per rincuorarla con la proverbiale passione che distingue gli sportivi alessandrini (Andrea Canestri, Il Piccolo, 14/10/1950) UN GOAL-CARAMBOLA DECIDE TRA ALESSANDRIA E BIELLESE: 1-0 In ogni centro piemontese esiste almeno una di quelle aristocratiche costruzioni in cui i capitelli e i balconi dalla sagoma barocca ricordano lo splendore degli antichi padroni. I proprietari di adesso tirano magari al centesimo, rimpiangendo l’epoca dei marenghi d’oro, ma se l’occasione lo vuole sanno ricevere gli ospiti col «bon ton» dei tempi che furono. Così ha fatto ieri l’Alessandria, questa simpatica se pur un poco decaduta aristocratica del calcio italiano. Il suo colloquio con la Biellese ha rappresentato un grande avvenimento della Serie C. L’incontro fra le due unità di testa e stato all’altezza dell’aspettativa: folla, interesse, emozioni in abbondanza e tono cavalleresco per… 80 minuti (negli ultimi dieci il nervosismo era comprensibile…). Ha vinto l’Alessandria, concedendosi il lusso di sciupare un rigore, ma gli atleti di Munerati sono apparsi all’altezza degli antagonisti. Da una parte si è visto un complesso più omogeneo e ricco di esperienza, dall’altra sono emerse delle individualità, Leni e Di Pasquale soprattutto. Il portiere ha parato tutto quanto era umanamente possibile ed è stato battuto solo da un imprevedibile tiro a carambola. Il centromediano, un po’ in ombra all’inizio, è emerso nella ripresa applicando la legge dell’anticipo con l’inesorabile precisione di un agente delle tasse. Se accanto a questi atleti in stato euforico la Biellese avesse avuto Ubiali (rimasto invece fermo per l’incrinatura al malleolo) o Prelati (che riprenderà l’allenamento in settimana) i «bianconeri della C» avrebbero potuto forse sperare in un pareggio. In ogni modo hanno fatto una buona figura, poiché l’Alessandria che li ha battuti è una squadra di valore. Tra i grigi Giorcelli, Dania e Arezzi sono stati leggermente al di sopra dei compagni, mentre Guaschino, il terzino diventato mezz’ala per forza di cose, può arrossire per un goal sbagliato a porta vuota; nel complesso però ogni grigio ha svolto bene il suo compito. Si è visto subito che gli alessandrini non sentivano l’emozione del confronto tra capolista. Giorcelli, il loro portiere, aveva appena inaugurato i suoi guanti nuovissimi fermando una deviazione di testa di Gerzelli, che l’attacco e la mediana grigia si trasferirono dall’altra parte del campo e per mezz’ora praticamente vi presero dimora stabile. Solo Leni (e due pali) poterono evitare la segnatura. Al 9’ Guaschino col… naso spedì la sfera nella porta vuota ma il guardiano biellese salvò con un balzo. All’11’ ancora Guaschino indirizzò allo zenit un pallone che richiedeva solo un tocco dolcissimo per andare a riposare in rete. Seguì una traversa colpita da Giraudo e un «testa di Dania e parata di Leni» che fece alzare tutti in piedi per l’emozione del goal sfumalo. La rete venne alla mezz’ora, quando le operazioni avevano assunto un ritmo lento. Su un passaggio in profondità effettuato da Giraudo, Leni apparve incerto nell’uscita e il terzino destro biellese con un rapido dietrofront effettuò un rinvio proprio sul piede di Savoini; tesa come una freccia la sfera filò in porta. Goal da… collaborazionista. Per tutto il resto della partita la Biellese ha cercato invano il pareggio. Un paio di colpi di testa di Barera, apparso in progresso di agilità e di fiato, potevano ottenere la meta, ma l’Alessandria ha controllato con sicurezza la situazione. Al 16’ della ripresa i grigi avrebbero anzi potuto segnare su rigore (fallo di Benedetto che da tergo manda Dania a terra) ma Arezzi per poco non metteva fuori uso il portiere tirandogli addosso. In compenso un fallo in area alessandrina non è stato notato dall’arbitro (per il resto attento e bravo). Cosi sulla legittimità dell’uno a zero nessuno ha potuto discutere. (Paolo Bertoldi, «Stampa Sera», 9 ottobre 1950) Oltre settemila spettatori fra i quali qualche centinaio di entusiastici biellesi, hanno assistito alla vittoria alessandrina che, senza la sfortuna e le superbe parate di Leni, avrebbe raggiunto un ben più cospicuo punteggio. I grigi hanno giocato, specialmente nel primo tempo, con una tecnica e con un cuore ammirevoli e l’avversario, pur valoroso, non ha potuto fare altro che difendersi riuscendo soltanto a svincolarsi raramente dal contropiede senza gravi pericoli per Giorcelli. La prima mezz’ora di gioco è stata un continuo organico assalto alla porta della Biellese e Leni salvò miracolosamente più di una volta la sua rete. Al 31’ fugge Giraudo, tallonato da Braghieri il cui rinvio fa carambola col piede di Savoini che insacca imparabilmente. Su questa rete finisce il primo tempo e la partita. Nella ripresa (15’) l’Alessandria usufruisce di un rigore per fallo di Benedetto su Dania. Tira Arezzi e Leni para ancora; riprende Guaschino che mette fuori. Da lodare l’Alessandria in blocco malgrado alcune pecche sussistano ancora all’attacco. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 9 ottobre 1950) Una partita memorabile. Non tanto per il bel gioco, che solo a tratti ha fatto la sua apparizione, quanto per l’accanimento dei contendenti, per l’impegno strenuo degli atleti, per l’incertezza del risultato finale. La Biellese era attesa ad Alessandria con malcelata ansia, attesa e temuta. Si sapeva della non ancora perfetta efficienza della compagine grigia, si sapeva della solidità della squadra bianconera che nulla aveva da perdere e tutto da guadagnare nel confronto con la più titolata avversaria, che era in attesa del giudizio del proprio pubblico. Un pubblico, quello di Alessandria, al quale un passato ricco di gloria e di successi ha dato un palato fine, un pubblico difficile insomma. I molti vecchi amici che abbiamo ritrovato al Moccagatta, fra essi Roncali, Dericci e Banchero, ieri atleti e oggi dirigenti, erano preoccupatissimi. Soprattutto per il pubblico: «qui, se perdiamo, va tutto all’aria. Troppa gente non vuol capire che non solo in A e in B la vita è difficile, ma che anche in Serie C possiamo trovare delle difficoltà serie. Per esempio, la Biellese… Era quasi pieno lo stadio alessandrino. E numerosissimi i biellesi. Da molto tempo la nostra squadra non vedeva tanta gente al suo seguito. Tifo spinto da una parte all’altra, con gli immancabili tafferugli, per fortuna senza conseguenze. La nuova Biellese ha risvegliato molti entusiasmi già sopiti, fra i nostri appassionati di calcio. Con tutto questo, ancora troppa gente alla domenica va a Torino, Milano o Novara per vedere la Serie A. La nostra, anzi la vostra squadra, o signori, è la Biellese. Seguitela, sostenetela! Nessun timore riverente da parte dei biellesi, che attaccano subito decisi, mettendo in imbarazzo la pur solidissima difesa grigia. Cinque minuti di piacevoli sensazioni per le molte centinaia di tifosi nostri, che fanno sentire, e come, la loro voce. Poi i grigi, quasi irritati da tanta… impertinenza, si fanno sotto. È un assalto il loro, un arrembaggio alla rete che il bravissimo Leni difenderà con coraggio e abilità, se non con pari fortuna. Vi diremo più avanti come il nostro guardiano verrà battuto da un pallone stregato, immeritata punizione alle molte sue prodezze. Sono stati dieci minuti di spasimo per i biellesi: mischie furibonde, tiri sbagliati per caso, due pali, parate in serie di Leni, «ora la Biellese crolla», dicevano i mandrogni. E invece la Biellese non crollò, tenne duro. Tenne duro e andò anche all’attacco, non appena si svegliò Di Pasquale, il magnifico centromediano che doveva farsi ampiamente perdonare, con un brillante secondo tempo, la incerta condotta della prima mezz’ora di gioco. Purtroppo la rete decisiva venne proprio quando meno si aspettava, quando l’equilibrio fra i contendenti era ormai stabilito. Un lungo rasoterra di Giraudo veniva intercettato da Braghieri che rimandava deciso, ma proprio addosso all’accorrente Savoini, la palla filava nell’angolo della porta biellese, spiazzando lo sbalordito Leni; questo accadeva al 31’ di gioco. Non si scoraggiavano i nostri, andavano alla ricerca del pareggio. Piccioni e Trombello per poco non centravano il bersaglio, una punizione di Braghieri sibilava a fil di palo, si faceva avanti Vannucci centrando lungo, Barera di testa per poco non indovinava l’angolino e chiamava Giorcelli ad una difficile parata… Più calma la ripresa. Di Pasquale prende saldamente in mano la direzione delle… operazioni, vengono fuori anche Vannucci e Barera, Baradel si fa ammirare per la sua costante attività, per la precisione dei suoi allunghi, anche l’attacco pur con Costanzo e Trombello contusi si fa ammirare a tratti per ottime combinazioni che impegnano a fondo i difensori grigi. Al 16’ su veloce fuga di Savoini e deciso intervento di Benedetto, l’arbitro concede il rigore. Tira il cannoniere Arezzi, fortissimo proprio addosso a Leni che para ma non trattiene la palla, arriva Guaschino e da due metri calcia sopra i pali. Sotto ancora i nostri, e Gerzelli tira alto un bel pallone avuto da Costanzo, ancora Barera di testa indirizza in rete. Piccioni sta filando su Giorcelli, ma Scarrone lo atterra. È un rigore anche questo, ma il sig. Fumagalli non vuol vederlo. Sfuma qui il pareggio che i nostri avrebbero ben meritato. L’Alessandria è forte, ma avrà la vita dura. Non giureremmo sulla sua vittoria finale, proprio per niente. Difesa e mediana sono a posto (il giovane Gabbiani è un terzino che farà carriera), ma l’attacco non ingrana. Dicono che col rientro di Soffrido tutto cambierà, noi pensiamo che da cambiare sono Guaschino (che è un terzino e non una mezzala) e Giraudo che non sa fare il centravanti. La Biellese ha soddisfatto, per quanto riguarda il sestetto arretrato: Leni è in gran forma unitamente a Braghieri e Benedetto, Di Pasquale quando si è… svegliato è riuscito a declassare il diretto avversario Vitto, Baradel ha riscattato ampiamente l’oscura prova di otto giorni prima, rivelando insospettate doti di calma e precisione; Vannucci quando sarà più allenato terrà bene come sempre il suo posto. L’attacco ha bisogno di Prelati e soprattutto di Ubiali. Quando i due rientreranno si potrà dare a questo attacco una sistemazione definitiva, una formazione stabile che gli permetta di funzionare come reparto Gerzelli, Barera, Piccioni e Costanzo, lo stesso Trombello che ha figurato onorevolmente come interno, hanno tutti buone qualità e sanno rendersi pericolosi, ma è risaputo che solo il caso permette di superare difese forti con l’azione isolata. Il calcio non è una corsa podistica, dove chi corre più forte arriva primo. (Giovanni Gaia, «Il Biellese», 10 ottobre 1950) Chiuso vittoriosamente, sia pur col minimo degli scarti, il confronto casalingo con la Biellese, l’Alessandria è ora sola al comando del girone A della Serie C a pieno punteggio e con un invidiabile quoziente reti. I grigi, dunque, hanno già raggiunto quella posizione di preminenza che, per la solidità della loro inquadratura e per l’indubbia classe di alcuni elementi della compagine, era certamente alla loro portata. Questo benché la squadra non marci sempre a pieno ritmo e, soprattutto all’attacco, denunci ancora alcune manchevolezze emerse, del resto, anche nell’incontro di domenica contro i bianconeri di Biella. Giraudo, che pure è un giocatore di buone possibilità, è troppo fermo al centro del quintetto di punta alessandrino e non sono certo le due mezze ali, per diverse ragioni discontinue e poco precise, a poterlo adeguatamente lanciare. Tale prima linea si vale in definitiva, per rendersi pericolosa, delle buone prestazioni delle due estreme: troppo poco per una squadra che intende battersi per la conquista del primato finale. Le cose vanno molto meglio nei reparti arretrati: la mediana è solida anche se alla distanza cede leggermente e l’estremo trio difensivo si è fino ad ora disimpegnato egregiamente; ancora vergine per i grigi la casella delle reti al passivo. Non bisogna credere, comunque, che l’Alessandria avrà vita facile in questo girone. Certo le noie maggiori non potevano venirle dalla Gallaratese, che pure ha avuto un buon inizio, o da qualcuna delle squadre neopromosse; piuttosto tra i suoi rivali più pericolosi si erge fin da ora il Monza che, staccato di un punto, ha tuttavia già superato lo scoglio di Casale. Gli uomini di Frossi rappresentano un insieme abbastanza omogeneo e fanno blocco su campi avversari forti come sono nel trio centrale e noioso com’è da fronteggiare il loro schieramento a «M». Forse i lombardi non vantano nelle loro file individualità altrettanto spiccate come quelle dei grigi, ma Dazzi rimane pur sempre uno stoccatore difficilmente controllabile ed i due laterali monzesi paiono senz’altro degni della Divisione superiore […] L’assenza di Ubiali ha influito moltissimo sul funzionamento del quintetto di punta dei biellesi che hanno dovuto abbassare le armi al «Moccagatta»; la cosa era prevedibile, ma non fino al punto da non permettere ai bianconeri di costruire qualche azione da rete. Invece gli attaccanti biellesi sono completamente mancati dalle due ali ferme al trio centrale privo di incisività e di forza penetrativa, mai essi hanno dato l’impressione di poter seriamente impegnare il solido schieramento difensivo avversario. Nei reparti arretrati hanno giganteggiato il tecnico Di Pasquale ed il prodigioso Leni, ma anche Baradel, un giocatore proveniente dal campionato di Promozione ha tenuto il suo posto di mediano sinistro con autorità ed ordine. Certo, col rientro di Ubiali, che dovrebbe avvenire tra una ventina di giorni, gli uomini di Munerati avranno ancora la loro parola da dire nella lotta per il primato. (Guido Ferrero Gola, «l’Unità», 11 ottobre 1950) RISULTATI: Gallaratese-Omegna 1-1 Magenta-Sestrese 1-1 Monza-Mortara 2-0 Rapallo-Lecco 0-0 Sanremese-Fossanese 0-0 Saronno-Pavia 2-1 Savona-Luino 5-1 Varese-Casale 1-1 Villasanta-Pro Vercelli 1-0 CLASSIFICA: Alessandria 6; Gallaratese, Monza, Saronno 5; Biellese, Lecco, Magenta, Rapallo 4; Mortara 3; Casale, Omegna, Pavia, Pro Vercelli, Sanremese, Savona, Sestrese, Varese, Villasanta 2; Fossanese, Luino 1 Il punto sul campionato Dopo tre giornate di campionato l’Alessandria si trovava in testa alla classifica. Alle sue spalle, con un punto in meno il Saronno che, di misura, aveva battuto il Pavia, il Monza che aveva avuto la meglio sul Mortara e la Gallaratese costretta al pareggio dall’Omegna. Il Luino aveva subito una sonora sconfitta in quel di Savona mentre la Fossanese che era riuscita a rimanere imbattuta sul campo della Sanremese.