Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1950/1951
Serie C
22-10-1950 - Giornata: 5 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Casale AS 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Giorcelli Anselmo, Scarrone Secondo, Gabbiani Mario, Arezzi Giuseppe, Guaschino Paolo, Pietruzzi Mario, Dania Dino, Soffrido Luigi Vittorio, Giraudo Franco, Albertelli Lanfranco, Savoini Giulio All.: Cargnelli Tony

Formazione avversaria
CASALE AS: Mornese; Rampoldi, Ferrarotti; Asiano, Di Cuonzo, Zetti; Rossi, Gambino, Operto (I) Giovanni, Cuzzoni, Savioni. All.: Ellena Giacinto.

Arbitro: Bergomi Bruno (Milano)
Note
Infortunato nella ripresa Rampoldi [C]. Inizio gara ore 15:00.

Commento
La bestia nera dell’Alessandria resta sempre il Casale. Oggi, se la vittoria potrebbe essere assegnata al più meritevole, nessun dubbio che essa sarebbe spettata alla squadra grigia, la quale ha dominato ma sfortuna, precipitazione ed anche l’arbitro, oltre al caparbio e rude gioco dei «nero a stella», hanno voluto altrimenti in omaggio alla tradizione vecchia di decenni che vuole il Casale imbattuto ad Alessandria. La sfortuna ha messo il suo zampino al 19’ del primo tempo, quando Arezzi, su punizione, colpiva l’incrocio dei pali. Detto questo, è giusto riconoscere il merito del Casale che, pressato in continuità nella sua area, ha sempre trovato il guizzo e l’uomo per salvare le più disperate situazioni. Un solo incidente a Rampoldi, che è stato fuori campo per 7’ nella ripresa. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 23 ottobre 1950) IL CASALE "RESISTE" AD ALESSANDRIA: 0-0 Alessandria e Casale, nobili decadute del calcio italiano, si sono incontrale ieri al «Moccagatta» dando vita ad un confronto emozionante ed incerto fino all’ultimo secondo di gioco. Il risultato bianco rispecchia fedelmente l’andamento della partita che ha visto i nerostellati, scesi in campo con il programma minimo del «nulla di fatto», difendersi con calma e decisione e contrattaccare pericolosamente in diverse occasioni. L’Alessandria, dal canto suo, ha denunciato chiaramente la necessità di una pronta soluzione al problema dell’attacco. Soffrido, forse per l’arretrata preparazione, è apparso l’ombra di sé stesso e tutta la prima linea, priva di un interno destro funzionante, ha girato a vuoto spesso e volentieri. I soli Dania e Girando hanno cercato di far breccia nel muro difensivo nerostellato, ma l’imprecisione nel tiro e la grande giornata di Mornese hanno detto di no ai loro tentativi. La forza dell’Alessandria è, come per il Casale, il sestetto difensivo, nel quale l’assenza di Vitto è stata assai bene mascherata dal sostituto Guaschino. («Stampa Sera», 23 ottobre 1950) Sul campo alessandrino il galletto non ha prevalso IL PAREGGIO COL CASALE INTACCA IL MITO DEI "GRIGI" IMBATTIBILI? La partita di campanile, con inizio infuocato, si snodò nell’altalena di abbozzi, attacchi e risposte in serie; ebbe nei primi venti minuti periodi di dominio alessandrino che davano alla folla brividi di emozione. Nei primi minuti della ripresa, invece, sotto un controllo metodico controllo dei nerostellati, assunse toni di alta emotività, prima dell’infortunio di Rampoldi; accese mischie furibonde nel periodo in cui il Casale, ridotto a dieci uomini, seppe frustrare una serie di raffiche veloci degli alessandrini fra grida di gioia dei sostenitori casalesi e segni di disperata rassegnazione della folla alessandrina veramente delusa dalla squadra del cuore. La folla, magnifica folla provinciale, che nell’alternarsi furibondo di azioni, nell’attesa snervante di un punto che pareva dovesse sbocciare da un attimo all’altro seppe ancora una volta, pur nella rivalità di campanile, dare prova consolante di alta maturità sportiva. E così venne il zero a zero, per taluni «arrabbiati» forse ingiusto, ma per il «vero sportivo» regolare. Pensiamo alle sciupate e perdute occasioni che, nel primo tempo e nel secondo, in cui il Casale era ridotto a dieci uomini, si presentarono numerose occasioni agli «avanti» grigi: il non aver saputo sfruttarle è l’indice del disorientamento dei giocatori alessandrini. Non soltanto nel primo tempo le occasioni d’oro vennero sulla punta delle scarpe dei grigi, ma anche dopo l’infortunio di Rampoldi; ed allora si ripeté lo spettacolo di errori. Il Casale ha avuto la fortuna di avere in porta un guardiano meraviglioso: Mornese. Quello che seppe fare è semplicemente spettacoloso; prontezza di scatto, occhio infallibile, presa ferrea, rimandi fantastici. Assediato da ogni parte, costretto a sostenere una lotta spesse volte furibonda con gli avanti alessandrini, Mornese sgusciava di sotto agli avversari, si avventurava sulla palla, parando, respingendo con tale sicurezza da destare l’ammirazione di tutti. E se qualche volta, come nel primo tempo, si trovò sulla traiettoria del pallone, respingendo tiri pressoché imparabili, questo non viene a sminuire per nulla il suo valore, perché furono così numerose e varie le sue parate, molte su calci d’angolo, che solo un portiere in possesso d’una buona dose di sangue freddo poteva compierle. Ho detto che il Casale ha meritato il pareggio. Nel corso della partita è apparsa chiara la sua tattica di gioco. Ed in questo suo compito si è sentita la presenza di Di Cuonzo e dei mediani Asiano e Zetti, granitica copertura d’una difesa che porta il nome di Ferraroni e Rampoldi, che mettevano in pratica le direttive tattiche con azioni di attesa; essi frantumavano gli attacchi avversari, lasciando agli attaccanti il compito di portare l’offensiva in campo grigio. Tattica questa che favoriva apparentemente la pressione degli alessandrini; ed è appunto per questo che, per lunghi periodi del primo tempo, i grigi giocarono nell’area casalese. Nella ripresa invece i nerostellati sferrarono l’attacco decisivo che poteva fruttare il gol della vittoria; ma l’uscita dal campo di Rampoldi fece cadere la speranza del successo. Ne approfittarono gli alessandrini per impostare un veemente, per quanto disordinato, assalto alla porta di Mornese. Assalto prontamente respinto, e citiamo ancora Di Cuonzo, Asiano e Operto, spalleggiati da Zetti e Ferrarotti, costituenti la ferrea ossatura della squadra casalese. Il giuoco possente di Guaschino, le puntate di Dania, le mischie davanti la rete casalese, a nulla valsero, ché il Casale, raggomitolato, ha resistito, ha difeso la partita bianca. L’attacco nerostellato ha giocato con ordine e slancio. Non era più quello farraginoso che si era battuto a Saronno. Da quanto sopra si deduce che il Casale avrebbe potuto vincere nella ripresa, sia pure con fatica, una partita che nel primo tempo sembrava irremissibilmente perduta. Questo rilievo ne suggerisce un altro, ed è che al Casale necessita un centroavanti. Nel secondo tempo ebbe i suoi momenti migliori; quelli che rivelarono la nuova fisionomia della squadra. L’attacco ha giocato una partita degna d’ammirazione dall’inizio alla fine. Gioco accorto quello di Gambino e Savioni, chiaro e assennato anche nel trambusto. Cuzzoni ha sfacchinato; non parla mai, non discute, gioca. L’attacco è quindi da lodare in blocco. La combinazione Seroni è in via di maturazione? Speriamolo! Tutto considerato, in mezzo a tante critiche, situazioni, buona giornata per i nerostellati. Domenica vedremo cosa sapranno fare contro il Fossano. Ci sarà Seroni? Ho creduta superflua una cronaca minuta della partita. Sfrondato il gioco dei cento particolari che non potrebbero aggiungere elementi nuovi di giudizio, restano le sviste dell’arbitro Bergomi di Milano, che insaccò non pochi fischi dagli alessandrini. A dire il vero danneggiarono più il Casale che l’Alessandria, che ha saputo combattere con ardore, ma senza l’autorità che la classe di taluni suoi giocatori possono conferire all’azione complessiva della squadra. Errori imputabili alla mediana e all’attacco. Troppi passaggi a parabola mettevano i giocatori in difficoltà ogni volta che venivano a trovarsi di fronte ai nerostellati, che avevano il tempo di schierarsi e paralizzare l’offensiva manovrata dagli uomini di Ellena. Ripetiamo ancora, perché è una cosa che ha fatto piacere a tutti, che la partita non ha dato luogo ad incidenti fra il pubblico. Così dovrebbero sempre essere le competizioni sportive. (Car., «Il Monferrato», 24 ottobre 1950) SVEGLIA "GRIGI"! DOMANI A SESTRI E' NECESSARIO VINCERE Rientra Vitto al centro della mediana Domenica i grigi hanno perduto sul proprio campo il primo posto in classifica ed il risultato dovrebbe richiamare i dirigenti ed i tecnici a rivedere le bucce dell’andamento di questo campionato. Nei confronti del Casale (allenato da Ellena, ex grigio) la squadra alessandrina ha messo a nudo il suo impianto tecnico. È apparso evidente che non si applica il sistema e si giuoca a vanvera, il quadrilatero non funziona, dimodoché l’attacco non è mai in condizione di tiro. I giocatori, praticando un metodo più che rancido, passano la palla al compagno anziché nel punto dove il compagno deve giungere in pieno movimento, come avevano dato esempio Flatley quando giuocava in allenamento e Rawcliffe durante le partite di campionato. Le minacce alla rete di Mornese sono giunte in maggior misura dai tiri dei mediani ed il nostro quintetto si è perduto puerilmente nell’area avversaria onde è sfumata la superiorità di gioco impostata dalla retroguardia. Durante gli allenamenti abbiamo visto sovente i nostri attaccanti addestrati al tiro a rete da liberi, cioè senza il terzino davanti e la cosa torna facilissima durante la preparazione, ma in partita solo l’ombra del difensore avversario mette in ostacolo i nostri attaccanti e la sterilità nel tiro a rete manda a catafascio le speranze nostre di risalire in B. Se consideriamo che per rendere pericoloso il nostro attacco si è dovuto spostare in avanti Guaschino, si deve dedurre che i titolari del nostro quintetto o sono fuori posto, o non sono all’altezza di tali ruoli. È inutile ed è grave dare la colpa all’arbitro ed ai pali della mancata vittoria, mentre è doveroso constatare che i grigi hanno dovuto subire il giuoco alto degli avversari, e se la retroguardia ha tenuto saldamente, il reparto di punta, pur giocando con impegno, non poteva travolgere la pur modesta difesa avversaria. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 28 ottobre 1950) RISULTATI: Gallaratese-Pro Vercelli 6-0 Lecco-Pavia 0-1 Magenta-Mortara 0-0 Monza-Sestrese 5-1 Rapallo-Luino 2-0 Sanremese-Omegna 6-0 Saronno-Fossanese 1-1 Savona-Villasanta 0-0 Varese-Biellese 0-0 CLASSIFICA: Gallaratese, Monza 9; Alessandria 8; Saronno 7; Pavia, Rapallo, Sanremese 6; Biellese, Casale, Magenta, Mortara 5; Lecco, Pro Vercelli, Savona, Varese, Villasanta 4; Omegna, Sestrese 3; Fossanese 2; Luino 1. Il punto sul campionato Il Monza, unico tra le quattro di testa a ottenere i due punti (un probante 5-1 alla Sestrese) nella giornata odierna, ha raggiunto la Gallaratese bloccata sullo 0-0 dalla Pro Vercelli. Pari, ma con gol (1-1) anche per il Saronno con la Fossanese. Lo 0-0 nel derby alessandrino blocca anche la corsa dei grigi rallentati dalla seconda patta consecutiva. In fondo alla classifica il Luino, sconfitto a Rapallo, rimane solo distaccato oggi anche dalla Fossanese.