Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1950/1951
Serie C
31-12-1950 - Giornata: 15 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Monza AC 2 - 0 (1 - 0)
RETI: 14. Giraudo F.[A], 80. Albertelli L.[A]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Scarrone Secondo, Gabbiani Mario, Arezzi Giuseppe, Vitto Luigi, Pietruzzi Mario, Soffrido Luigi Vittorio, Albertelli Lanfranco, Rawcliffe Frank, Giraudo Franco, Savoini Giulio All.: Cargnelli Tony

Formazione avversaria
MONZA AC: Corno; Pirola, Martinengo; Pasolini, Magni, Colombetti (I) Carlo; Del Signore, Soldani, Zanello, Dazzi, Giambelli. All.: Frossi Annibale.

Arbitro: Rigato Gino (Venezia)
Note
Infortunato Rawcliffe [A], passato all’ala destra al 14’ e uscito dal campo al 40’. Spettatori: 8.000. Incasso: 1.500.000 lire. Inizio gara ore 14.30

Commento
In extremis il 1950 è riuscito a togliere al suo successore la soddisfazione di metter giù per la prima volta (dato che prima o poi doveva logicamente capitare, e si consolino i monzesi) la sola squadra che rimaneva imbattuta fra tutte le centoventi delle tre serie superiori. Per questo soddisfazione regalata all’anno che muore, un’altra premia quest’Alessandria che sorge. Dieci uomini hanno battuto gli invitti. Tanti grigi quanti ne comprende la formazione, meno l’inglese Rawcliffe, che dopo meno di un quarto d’ora di gioco, appunto nell’azione del primo gol, s’infortunava seriamente (distorsione) al ginocchio destro e – nei momenti in cui non era addirittura fuori campo e negli spogliatoi – doveva starsene esiliato all’ala destra assolutamente immobile. Ma gli altri dieci! Altrettanto leoni, prontissimi ad impostare la lotta come meglio dettasse la necessità a scattare, a volare sull’anticipo, a distruggere a costruire. Una difesa fortissima, con un Giorcelli quasi sempre in vena, con Scarrone, Gabbiani e Vitto inesorabili, con due laterali a far da pilastro nella zona centrale, generalmente riserva di caccia per il Monza. L’attacco grigio è stato pari alla sua retroguardia come spirito e tecnica, specialmente in quello che fu il trio centrale effettivo: il fine Albertelli, l’indiavolato Giraudo (da miglior prestazione 1950) e il positivo Soffrido. Una squadra veramente tale, superiore all’attesa e anche ai più recenti ricordi. Una grande Alessandria. E il Monza? Non ha certamente giocato all’altezza delle grandi giornate, e nemmeno della sua normalità. Conscio forse di essere superato in linea strettamente tecnica, ha giocato contenendo il suo slancio, diremmo con apatia, se ciò non fosse smentito dalla gran volontà profusa nel lungo attacco del secondo tempo. E diremmo allora con paura, la gran paura di perdere la prima partita (ora, dunque il tuffo nell’acqua gelida è stata fatto, e senza nemmeno pagarlo con la perdita del primato). Specialmente l’attacco ha deluso, eccettuato solo il generosissimo Zanello, autore di inascoltate proposte di gioco. In difesa han fatte buonissime cose Corno, Pirola, Colombetti e (a tratti) Pasolini. Lasciato libero per l’infortunio di Rawcliffe, Martinengo ha gravato a lungo nella zona attaccante, ma senza costrutto. Insomma, una giornata grigia (in tutti i sensi della parola, per merito anche dell’Alessandria) che il Monza può cancellare. Ma anche la rivelazione che il campionato non aveva perduto, con la sconfitta di Lecco, il suo protagonista piemontese. Non c’è che da rallegrarsene. Pure se l’Alessandria era partita assai bene, la prima occasione era venuta per il Monza: al 13’ Giorcelli perdeva il pallone, e Dazzi superava il portiere a terra. Ma due avversari lo controllavano, salvando. Un minuto dopo, grande azione Albertelli-Soffrido-Rawcliffe, e lancio sulla destra a Giraudo che tirava a colpo sicuro sulla destra dell’innocente Corno. Palla dentro e Rawcliffe fuori. Il Monza reagiva (non subito, però) contro i menomati avversari, ma non poteva aver mai ragione, con un attacco sfuocato, di una difesa solida e ben piazzata. E l’indomita Alessandria non mancava di attaccare a sua volta: al 41’ una fulminea mezza rovesciata di Giraudo obbligava Corno a volare per salvarsi. Nella ripresa la pressione del Monza si accentuava, favorita dalla superiorità numerica e da una tattica più difensiva dei piemontesi, che continuavano tuttavia a sferzare in contropiede la retroguardia avversaria. Per esempio al 16’ Albertelli impegnava Corno da venti metri (sarà questo un fac-simile del secondo gol, come vedremo). Poi, al 17’, una lunga azione in area grigia, conclusa da Dazzi con un tiro parato da Giorcelli, cresciuto in questi minuti come un portiere di gran classe. Ma in questa azione tre volte Del Signore aveva avuto a portata di piede, a specchio libero, palloni preziosi. E tre volte l’ala aveva preferito passare. Segno che non era in gran forma. Poi, fino alla mezz’ora, altri episodi del genere. Attaccavano i lombardi ma con tutt’altro piglio quello del dominatore travolgente. A dieci minuti dalla fine uno dei tanti contropiede vedeva di scena Albertelli, sulla destra, poco fuori l’area monzese: si era portato fin lì, a denti stretti, un pallone quasi contrastato, e di lì sparò a rete, nell’angolino alto opposto, con inesorabile precisione. Due a zero; dieci minuti di batticuore risparmiati agli ottomila. E più presto venne la fine di un’ardente partita, coronata da un giusto risultato. (Gian Mario Maletto, «La Gazzetta dello Sport», 1º gennaio 1951) L'ALESSANDRIA RIDOTTA IN DIECI RIESCE A FERMARE IL MONZA: 2-0 L’Alessandria ha vinto la sua prima grande battaglia nel campionato di Serie C. Era assolutamente necessario per la squadra di Cargnelli fermare la compagine capolista del Monza, per conservare intatte le possibilità di ritorno immediato nella divisione dei cadetti. I grigi sono riusciti nel loro difficile compito, disputando una gara magnifica per impegno e decisione, costringendo la fine e tecnica avversaria a scendere su un terreno a lei poco familiare, quello del combattimento, e su di esso battendola irrevocabilmente con due fulminee mazzate. Il Monza non è però andato «knock out»: per rimanere nella terminologia pugilistica, la sua è stata una sconfitta ai punti. È stato battuto in velocità, non ha saputo approfittare del grave infortunio toccato agli avversari (Rawcliffe, immobilizzato all’ala destra dopo 15’ di gioco) ma è caduto in piedi, riconfermando il suo pieno diritto al primato in classifica che da molte domeniche detiene e mettendo in mostra un complesso di gioco piacevole e armonioso quale raramente in Serie C è dato di vedere. L’Alessandria dal canto suo ha disputato ieri la migliore partita della corrente stagione. L’attacco, trascinato da un Giraudo che segue immediatamente il monzese Colombetti nella graduatoria dei migliori, si è mosso con disinvoltura, pur lavorando più in quantità che in qualità e il sestetto difensivo ha paralizzato le veloci azioni degli avanti biancorossi. Chi non era presente alla partita non immagina quali e quanti pericoli Giorcelli, Vitto e compagni abbiano sventato. Una gara magnifica, lodevole sotto ogni aspetto. In apertura di gioco, dopo alcune guardinghe azioni di assaggio, le cose sembrano mettersi male per i grigi. Giorcelli, al 13’, esce per raccogliere un lungo rimando di Martinengo e, urtato da un compagno, perde la palla; il monzese Soldani se ne impossessa, ha solo da infilarla in rete ma come un fulmine gli giunge alle spalle Scarrone e salva, Dio solo sa come. Non sono ancora passati sessanta secondi che l’Alessandria va inopinatamente in vantaggio. Soffrido palla al piede si incunea al centro del campo e serve Giraudo sulla destra, mentre Rawcliffe impedisce al centrosostegno monzese Magni di intervenire. Giraudo entra in area e in corsa spedisce violentemente in rete. Goal bellissimo, ma pagato a caro prezzo dai grigi. Infatti Rawcliffe, nello scontro con Magni, si è buscato un calcio involontario ai tendini del ginocchio destro; esce per una sommaria medicazione e rientra per zoppicare all’ala destra uscendo definitivamente al 40’ della ripresa. L’infortunio al centrattacco inglese costringe in un primo tempo i grigi a difendersi dalla violenta offensiva monzese. Al 30’ Giorcelli capitola, ma la palla tirata da Dazzi ha battuto, prima di entrare in rete, su Soldani che si trovava in fuori gioco di posizione e quindi l’impeccabile arbitro Rigato annulla giustamente. Terminato il primo tempo con l’Alessandria ancora in vantaggio, la ripresa vede il Monza lanciarsi all’attacco nel tentativo di pareggiare le sorti. Giorcelli para tiri da tutte le posizioni, l’arbitro sorvola su un fallo di mano in area di Arezzi (17’), Martinengo su calcio di punizione si vede il tiro deviato contro la traversa dalle mani protese del portiere alessandrino. Un’altra punizione dello stesso Martinengo viene deviata in corner da Pietruzzi. Tutto è inutile: l’Alessandria resiste tenacemente, si precipita al contrattacco e salda definitivamente il conto: azione personale dell’inesauribile Albertelli, conclusa con un tiro da fuori area, Corno balza fuori tempo e il tiro, lento e beffardo, si infila in rete a fil di traversa. Siamo al 35’, la partita è ormai decisa e il Monza, dopo quindici giornate, ha perso l’aureola dell’imbattibilità. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 1º gennaio 1951) Il grande cuore dei grigi è balzato fuori come d’incanto proprio contro la rivale più temuta e la capolista monzese, in stretta linea tecnica superiore alla rabberciata formazione alessandrina privata di Rawcliffe dopo solo 14 minuti, ha conosciuto per la prima volta nel corso di questo campionato l’amaro sapore della sconfitta. Queste sono le risultanze immediate dell’incontro di Alessandria che ad un’innegabile importanza per la classifica univa un forse più acuto interesse sul piano tattico e tecnico del gioco. L’undici grigio, sceso in campo privo di Dania sofferente per dolori alla regione lombare, si è trovato in vantaggio poco prima del quarto d’ora con una rete segnata dallo scattante Giraudo ma nella medesima azione del gol perdeva il prezioso apporto di Rawcliffe colpito assai gravemente alla gamba destra. Se si considera che il gioco di Soffrido, il sostituto di Dania, era parso fino ad allora pressoché inconsistente – e tale resterà in gran parte lungo l’arco dei novanta minuti – si comprenderà facilmente come l’attacco dei grigi, ridotto praticamente a tre uomini, non potesse più svolgere un’azione organica tale da mettere in serio imbarazzo la solidissima difesa avversaria. E questo lo capirono fin troppo bene gli uomini di Frossi che subito avanzarono il terzino sinistro Martinengo fino a farlo gravitare nella zona degli attaccanti mentre tutta la squadra, dapprima con una certa calma, poi con evidente orgasmo si gettò alla disperata nella metà campo alessandrino alla ricerca del prezioso pareggio. Durò per oltre un’ora il furioso ma vano attacco degli ospiti e non è a dire che non si presentassero agli uomini di Frossi occasioni propizie per segnare; l’attenta difesa grigia ed una insolita precipitazione tra alcuni componenti il quintetto di punta monzese furono certo le cause determinanti della mancata segnatura da parte dei biancorossi ma i motivi della loro sterilità vanno anche ricercati su di un piano eminentemente tattico. Giova ricordare, a questo proposito, come il quintetto attaccante della squadra capolista non cerchi e non ami l’azione di sfondamento ma preferisca invece il gioco di manovra con quel Zanello centravanti arretrato che rifinisce, di solito, l’attento lavoro dei due laterali e propone temi diversi ma sempre pericolosi agli uomini più avanzati. Ora è apparso evidente che non con la via scelta ad Alessandria i monzesi avrebbero potuto aver ragione del solito sbarramento grigio; per questo non ci è sembrato del tutto indovinato lo spostamento in avanti di Martinengo, che ha finito per creare una poco utile confusione, e per questo ancora non abbiamo approvato quella sorta d’arrembaggio che la capolista ha compiuto sotto la rete grigia. Così, in contropiede, il Monza ha subito una seconda rete da parte di Albertelli – ma Corno è saltato fuori tempo – ed è uscito dal terreno giustamente battuto senza aver trovato la via della rete avversaria. Da quanto abbiamo detto traspare abbastanza evidente la prova degli alessandrini. Rinunciando ad un’azione organica del quintetto di punta i grigi si sono trincerati nella loro metà campo bloccando con un’attenta difesa a zona ogni corridoio che gli avversari tentavano sovente di aprire. Meno gioco, senza dubbio, da parte dei padroni di casa ma un miglior spirito di adattamento a quando la contesa andava proponendo; e le doti veramente grandi di volontà e di cuore che tutto l’undici ha gettato nella bella partita hanno bilanciato ed hanno finito col prevalere su di una compagine forse più tecnica e quadrata. Almeno per quanto riguarda la speciale situazione venutasi a creare domenica. (Guido Ferrero Gola, «l’Unità», 2 gennaio 1951) VITTORIA DELL'ALESSANDRIA SUL MONZA I "grigi" finalmente sulla buona strada? L’Alessandria ha chiuso il 1950 con una convincente vittoria sul Monza, capolista del girone. È stata una partita emozionante e combattuta incessantemente fino al 90’, ed il pubblico ha tributato alla squadra un caloroso e meritato applauso. Gli allievi di Frossi, anziché applicare il sistema M, si lasciarono trascinare dal giuoco duro, favoriti dall’arbitro e Rawcliffe dovette farne le spese. Al 15’ un passaggio in profondità di Soffrido trovava in corridoio Rawcliffe e Giraudo; la palla veniva toccata da Rawcliffe di destro per un servizio al compagno di squadra, ma in quel mentre sopraggiungeva il centrosostegno monzese che con estrema violenza sferrava il calcio mezzo metro prima della palla e cioè sotto il ginocchio dell’inglese, il quale cadeva dolorante. Nel frattempo Giraudo, avuta la palla, si incuneava nell’area di rigore e con un tiro superbo segnava imparabilmente. Ridotti in 10 uomini i grigi dovettero ripiegare in difesa. Arezzi non si spinse più all’attacco ed Albertelli ripiegò a quarto mediano volante. I lombardi cambiarono impostazione nella speranza del successo ed ottennero esito negativo, perché se col sistema M il centroattacco, giocando arretrato, crea il vuoto nell’area di rigore, includendo, come ha fatto il Monza, il terzino sinistro all’attacco, anziché creare il vuoto al centro, ha provocato la confusione e l’impossibilità di trovare aperte nella difesa grigia le vie per giungere alla rete. Qualche inviato speciale ha pubblicato che la tecnica squadra monzese è stata trascinata al combattimento dai grigi. Siamo di opposto parere perché se qualche «scarponata» ha fatto scintille non erano certo i grigi a provocarla. I nostri atleti hanno profuso tutte le loro energie per il raggiungimento della vittoria; Giorcelli si è gettato con temerarietà sui piedi degli avversari; Scarrone agevolato, finalmente, dal giuoco di mediano di Arezzi, ha potuto emergere nella sua zona; Gabbiani, benché non nella forma migliore, si è prodigato in un assiduo lavoro di tamponamento. Vitto, in virtù della sua classe, ha salvato una volta la rete con una spaccata a terra tempestiva e magistrale. Arezzi e Pietruzzi, con calma e continuità, hanno frantumato le rabbiose offensive avversarie; Arezzi, valendosi della sua forza, ha lanciato con allunghi di rara potenza la palla in area avversaria favorendo le azioni di contropiede. All’attacco Soffrido ha sostituito degnamente Dania, pur non ancora completamente guarito dalla contusione al ginocchio; inoltre è stato invitato in Alessandria solo nella mattinata della domenica, mentre avrebbe potuto sostare in città dal giorno prima, con tutti i benefici che ne possono derivare. Albertelli, giocando arretrato essendo un grande mediano sistemista – e che per noi ha molte affinità con Bertolini – è emerso alla distanza proprio per sfatare l’errata impressione di molti i quali dicono sia un giocatore senza riserve di fiato. Le sue incursioni, con un palleggio in profondità dalla nostra area fino ai margini di quella avversaria, ed i successivi tiri a rete di rara potenza (la seconda rete è stata sua) confermano la nostra opinione su tale giocatore. Rawcliffe aveva iniziato egregiamente, ma i monzesi scesi tra noi lo hanno «fatto fuori» in pochi minuti. Giraudo merita un capitolo a parte; questo ragazzo, esempio di volontà, ha giocato per quattro; nella ripresa, pur sostando sovente a lato del campo per riprendere fiato, non appena in possesso della palla effettuava scorribande impegnando sempre due o tre avversari. Con maggior discernimento il volonteroso Giraudo avrebbe potuto servire i compagni con palloni da rete. Spetta ai tecnici dell’Alessandria il compito di «centrare» questo elemento che gioca con indifferenza tanto sulla sinistra quanto sulla destra. Savoini è giovane, non si può pretendere da lui la costruzione dell’azione; da quando è stato tolto Albertelli dal suo fianco è andato giù di rendimento; tornerà in auge quando l’Alessandria sposterà ad interno sinistro Pietruzzi, poiché questo giocatore dovrebbe formare per la nostra squadra il cervello dell’attacco. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 5 gennaio 1951) RISULTATI: [14ª giornata] Casale-Sestrese 4-1 (giocata il 26 dicembre 1950) [13ª giornata] Pro Vercelli-Varese 2-1 (giocata il 28 dicembre 1950) [15ª giornata] Biellese-Lecco 3-0 Mortara-Pro Vercelli 3-0 Pavia-Gallaratese 1-1 Sanremese-Magenta 4-0 Saronno-Rapallo 0-0 Savona-Omegna 3-0 Sestrese-Fossanese 1-0 Varese-Luino 1-1 Villasanta-Casale 2-1 CLASSIFICA: Monza 24; Gallaratese 23; Alessandria 21; Sanremese 20; Pavia 18; Biellese, Saronno, Casale 16; Lecco 15; Savona, Villasanta 14; Mortara, Rapallo 13; Magenta, Pro Vercelli 12; Fossanese, Omegna, Varese 11; Sestrese 10; Luino 6. *: una gara da recuperare Il punto sul campionato Nell'ultima settimana dell'anno si disputarono i recuperi delle gare non disputate nel corso delle giornate precedenti: Il Casale e la Pro Vercelli batterono rispettivamente Sestrese e Varese. Venne sconfitta la capolista Monza sul campo dell’Alessandria ma i brianzoli rimasero in vetta al campionato in quanto non avvenne il sorpasso della Gallaratese che pareggiò il match di Pavia. Contro la modesta formazione del Magenta la Sanremese non faticò a conquistare la netta vittoria. Il Savona si assicurò la vittoria negli ultimi cinque minuti del primo tempo con i gol di Cavagnero, Bironi e Mantero. Dopo avere resistito per tutto il primo tempo la Pro Vercelli crollò nella ripresa incassando tre reti dal Mortara. La rete della vittoria realizzata dalla Sestrese era stata segnata dopo tre minuti di gioco da Aloisio. Facile successo della Biellese contro un Lecco maldestro in difesa. Il Casale, non aiutato dalla fortuna, perse il match contro il Villasanta Brillante partita difensiva del Rapallo che riuscì ad uscire con un nulla di fatto da Saronno.