Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1954/1955
Serie B
10-10-1954 - Giornata: 4 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Como AC 2 - 1 (2 - 1)
RETI: 34. Serone R.[A] 11. aut. Rigamonti V. [Co] , 41. rig. Matteucci C. [Co]

Alessandria US Lena Fausto, Bussetti Luigi, Bosio Bruno, Albertelli Lanfranco, Traverso (I) Luigi, Masperi Luigi, Bocchio Peppino, Perin Gastone, Smersy Silvio, Buratti Angelo, Serone Roberto All.: Marini Nereo

Formazione avversaria
COMO AC: Rigamonti; Origgi, Brancaleoni; Viciani, Mezzadri, Battistella; Favini, Gandini, Marsili, Gritti, Matteucci. All.: Lamanna Hugo.

Arbitro: Marangio Carlo (Roma)
Note
Angoli: 4-7 (0-1). Spettatori: 5.000 oppure 7.000. Leggero vento gelido, terreno ottimo ed erboso. Inizio gara ore 15:30. Il Como indossò il lutto al braccio in memoria del campione di motonautica Mario Verga, morto il giorno precedente durante una gara a Sarnico e al quale fu dedicato un minuto di silenzio.

Commento
L’incontro Alessandria-Como non ci ha offerto un calcio trascendentale. Scesi in campo senza accorgimenti tattici – entrambi praticavano il WM puro – l’Alessandria ha colto i due punti non accontentando però completamente (almeno lo crediamo) i suoi dirigenti, che sono tecnici intelligenti e avveduti, e il Como ci ha rimesso le penne del suo pennacchio. La partita comunque dovrebbe essere apportatrice d’insegnamenti o meglio dovrebbe indurre a rivedere le tattiche di gioco dei due undici. Sotto questo punto di vista il match è per l’Alessandria tutto positivo, poiché le ha permesso di superare la formazione lariana e anche di vedere quale impostazione di gioco la squadra possa assumere in futuro. I momenti migliori dall’Alessandria odierna li abbiamo avuto nel primo tempo allorché, invitata dallo spiegamento del Como, la squadra ha operato un contropiede tanto brillante quanto efficace. L’Alessandria, a nostro modesto avviso, deve far blocco difensivo e lanciare in controffensiva Smersy e le ali (tra cui spicca Serone). I gol dei grigi – la cronaca lo insegna – sono saltati fuori belli e netti nel primo tempo, quando la manovra dei padroni di casa ha seguito più volte queste direttive. Abbiamo notato come l’Alessandria si appesantisse non appena tendeva ad imitare un irriconoscibile Como. Le sue azioni ne erano tutte rallentate e le due punte di forza dell’attacco, Smersy e Serone (Bocchio era incappato in una giornata nera) ne usciva con le armi spuntate. Ne s’adontino i tifosi alessandrini per questo appunto, ché esso è dettato dall’intenzione di risolvere la crisi del loro gioco a metà campo. Il Como del resto ha costituito un esempio del modo con cui si può perdere una partita per non aver mai variato la disposizione della squadra, per non aver saputo creare con rapide, schematiche puntate quegli istanti di superiorità dai quali esce il gol. Nel secondo tempo gli ospiti solo quando snellirono e sveltirono la loro manovra, operando in profondità e rinunciando a trame elaborate e attardanti (il che avvenne raramente). Per concludere, all’Alessandria occorre una disciplina più rigida e informata a queste direttive, che ancor meglio s’inquadri attorno all’egregio lavoro del terzino Bussetti, del centrosostegno Traverso (un unico errore: l’evitabilissimo rigore), degli avanti Smersy e Serone, che sono atleti da mettere sempre in corsa sul pallone. E al Como (formazione rabberciata a parte) si vorrebbe raccomandare una organizzazione di gioco meno ambiziosa. Limitare le difficoltà che gli azzurri vanno incontrando dovrebbe essere il compito di un allenatore intelligente qual è Lamanna. Sarebbe pure raccomandabile un rafforzamento della difesa (che pure ha contato su un ottimo Brancaleoni) con uno spiegamento che sia tremendamente semplicistico come l’odierno; il compito toccato oggi al quadrilatero Viciani-Battistella-Gritti-Gandini risulterebbe di molto alleggerito e più razionale. Forse dalla linea degli avanti uscirebbero allora quei tiri che soltanto Matteucci oggi ha con scarsa fortuna sparato. Il primo tempo rappresenta il fulcro della partita. Palla al Como, che gioca in favore di vento. L’Alessandria ha però la risposta pronta: Smersy a Buratti, che si impappina. All’11’ autorete: azione felicissima di Smersy, che giostra fuori area e tira splendidamente a diagonale. La palla dallo spigolo del montante batte sulle braccia di Rigamonti, già battuto, e finisce in rete. 16’: contropiede del Como. Fabini a Gritti, spostato sulla sinistra. Palla che lambisce il piede della porta di Lena. Le due squadre hanno tendenza a chiudere al centro, facilitando la difesa. La pressione alessandrina è notevole. Crossa Serone al 23’. Nessuno è pronto a raccogliere. Marangio annota il nome di Bosio, che sgambetta Favini. 34’: seconda rete grigia. Smersy si porta a spasso Matteucci sulla destra e traversa. Magnifico colpo di testa di Serone, che ha stretto al centro, e rete fatta. 38’: il Como attacca a raffiche. Bosio si fa togliere la palla da Favini; Lena tocca, buttandoglisi sul piede, il cuoio che salta a candela; Bussetti ci mette una pezza rovesciando e Lena disteso in tuffo finalmente blocca. Al 41’, rigore tanto netto quanto inutile. Traverso dà una manata ad un innocuo pallonetto su punizione di Viciani, Matteucci realizza. La ripresa. Il Como si scaglia in controffensiva, Origgi cade su Serone che, colpito al capo, si stende ai margini del campo. Al 10’ Serone obbliga Rigamonti a una difficile parata. Un minuto e il Como sfodera la sua più bella azione; fugge Matteucci, centro basso, Gritti lascia a Favini che da venti metri depone… a fondo campo. Dopo che Gritti con un tiro a fil di palo ha impegnato Lena in una splendida deviata in angolo, Matteucci sciupa un pallone d’oro, offertogli da Marsili. Il gioco scende di tono, appare bruttino, frammentario. Il taccuino non serve che ad annotare un tiro parabolico di Matteucci (parato), lo spostamento di Gandini all’ala destra, il serrate disperato del Como che frutta due angoli. Applaudito l’arbitro Marangio. Leggero vento freddo, contro il quale giocheranno l’Alessandria nel primo tempo e il Como nella ripresa. Gli ospiti portano il lutto al braccio per la morte del campione del mondo di motonautica Mario Verga, alla cui memoria l’arbitro dedicherà un minuto di silenzio. (Mario Fossati, «La Gazzetta dello Sport», 11 ottobre 1954) L'ALESSANDRIA SI IMPONE ALLA TECNICA DEL COMO: 2-1 Anche il Como ha dovuto convincersi ieri che l’Alessandria edizione 1954 è un difficile avversario. L’undici lariano ha cercato di far sentire subito il peso della sua superiorità tecnica, ma i grigi non si sono lasciati intimorire, hanno impostato la partita sull’impeto e sulla velocità, prendendo d’infilata gli avversari con due reti indiscutibili. Gli azzurri, ridotto il distacco con un calcio di rigore che è stato un po’ un regalo della sorte (o per meglio dire del vento) nella ripresa hanno approfittato del calo di tono dei grigi, provati essi stessi dal ritmo imposto al gioco nel primo tempo. Gli alessandrini hanno così dovuto difendersi per lunghi periodi dagli attacchi dei lariani lanciati alla ricerca del pareggio; in queste occasioni sono venute in luce ancora una volta la calma di Traverso, imbattibile nel gioco di testa, la tenacia e la decisione di Bussetti e Bosio, l’intelligenza di Masperi e Albertelli e soprattutto l’intuito e la prontezza del portiere Lena che, con due parate felicissime ha salvato il risultato. Il Como, dal canto suo, ha confermato di non essere ancora uscito dal periodo di «rodaggio». La squadra di Lamanna è apparsa ancora poco registrata in difesa, specie nella linea dei terzini, mentre meglio ha fatto l’attacco, particolarmente per merito del tandem di sinistra Gritti-Matteucci. I lariani sono scesi in campo con il lutto al braccio per la morte del motonauta Mario Verga, da anni socio del Como. L’arbitro Marangio di Roma, su richiesta dei dirigenti lombardi, ha fatto osservare, poco dopo l’inizio del gioco, un minuto di raccoglimento alla memoria del campione scomparso. La giornata fredda e fastidiose folate di vento hanno messo assai a disagio i giocatori, che hanno faticato assai nel controllo del pallone. Specialmente gli alessandrini, giocando in sfavore di vento, hanno dovuto subire l’influenza di questo fattore estraneo al gioco All’11, però, sul primo rovesciamento di fronte, l’estroso centrattacco Smersy, dopo aver raccolto il rinvio del portiere grigio, costruisce da solo la prima rete. Il numero 9 alessandrino avanza con il pallone al piede, si incunea tra due avversari e di sinistro in corsa spara in rete: Rigamonti è battuto ma lo spigolo del palo lo salva, il portiere comasco fa per agguantare la sfera, che gli batte su un gomito e rotola oltre la linea. Al 15’ un malinteso tra Bosio e Traverso dà a Gritti il pallone buono per il pareggio, ma il numero 10 del Como tira alto. I grigi riprendono i loro attacchi, ma la loro stessa velocità li tradisce e raramente Rigamonti viene chiamato al lavoro. Al 24’ però una bellissima azione Perin-Smersy-Bocchio-Serone fa sibilare il pallone ad un metro dalla porta lariana e al 32’ il portiere azzurro deve nuovamente raccogliere la sfera in fondo alla rete: un’azione tra le più limpide con un perfetto traversone di Smersy dalla posizione di ala destra ed una precisa entrata di testa di Serone, che batte imparabilmente Rigamonti. Un piede di Battistella ferma due minuti dopo un pallone di Perin indirizzato in rete, mentre al 38’ un errato passaggio indietro di Bosio costringe Lena ad un salvataggio a mani aperte, ma Traverso allontana definitivamente la minaccia. Lo stesso Traverso incappa al 41’ in un infortunio in cui buona parte di colpa ha avuto il vento. Girandosi per respingere il pallone, in piena area di rigore, il centromediano alessandrino ha colpito nettamente la sfera con la mano. Fallo tanto involontario quanto evidente e penalty inevitabile realizzato con un forte tiro basso dall’ala sinistra Matteucci. Nella ripresa – come si è accennato – l’Alessandria ha dovuto prevalentemente difendersi. Ha fallito altre occasioni da rete con Perin, Serone e Bocchio, ma ha avuto pure il suo portiere molto impegnato. Si deve a Lena se il risultato non ha più subito mutamenti. («Stampa Sera», 11 ottobre 1954) È stato l’incontro degli errori e delle occasioni perdute e, benché le due squadre abbiano profuso ardore e slancio combattivo, hanno pure gareggiato nel commettere falli e sciupare azioni pregevoli, in uno sbandamento generale delle loro attività conclusive. I grigi, che avevano fornito una prova eccellente nella disputa di domenica scorsa di fronte al solido e tecnico Modena, esibendosi in un finale elettrizzante, sono caduti in una serie di svarioni che hanno tenuto aperta la disputa sino alle ultime battute della contesa. Buon per loro che i comaschi hanno superato in senso negativo i loro diretti avversari. Così la vittoria ha arriso agli alessandrini, che nel complesso hanno dominato come qualità e quantità di attacchi, ma hanno fallito troppe situazioni che, con maggiore precisione, avrebbero dato ben altre risultanze. La squadra del Como è apparsa solida e decisa nella difesa, ad eccezione del portiere, mentre l’attacco è naufragato in una serie di disavventure che non hanno consentito nemmeno il raggiungimento del pareggio. Così disegnata a larghi tratti la fisionomia dell’incontro, la cronaca registra un brillante inizio degli alessandrini, che pareva foriero di una eccellente dimostrazione di tecnica e di capacità realizzatrici. Difatti gli attacchi si sono rinnovati con slancio ed al 10’ i grigi sono giunti al successo per la sbrigativa intraprendenza di Smersy, che oggi giocava al comando della linea offensiva. Il potente tiro obliquo sferrato dal centravanti alessandrino colpiva l’incrocio dei pali: la sfera di cuoio rimbalzava a pochi passi dalla rete ed allora Smersy piombava sulla preda nello stesso istante in cui interveniva il portiere Rigamonti a sfiorare il pallone, che finiva in rete. Gioco scialbo nei due campi, quindi nuovo gol grigio al 32’, ancora per l’intraprendenza di Smersy, che forniva un preciso pallone, tagliando la difesa avversaria, all’accorrente Serone, il quale infilava imparabilmente nella rete comasca. Al 41’ Traverso, inspiegabilmente, pur non essendo pressato dall’avversario che distava parecchi metri, toccava con il braccio sotto la porta di Lena e l’arbitro concedeva la fatale punizione. Il calcio di rigore veniva tirato e realizzato da Matteucci. Il primo tempo si concludeva con 2-1 in favore dei grigi ed il punteggio non veniva modificato dai restanti 45’, ove ad alcune brillanti azioni sviluppate nei due settori, si sono alternati errori di piazzamento, di rinvio della palla, di impostazione e di tiri a rete. Più volte i comaschi sono partiti risolutamente all’attacco, altre volte i grigi hanno manovrato abilmente a metà campo per consolidare la vittoria, ma nei due settori è mancata sempre quella sana direttiva, la calma e la precisione necessarie per concludere vantaggiosamente le azioni in precedenza sviluppate. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 11 ottobre 1954) DOMANI I GRIGI IN TRASFERTA A PADOVA Anche il Como ha dovuto abbassare bandiera sul campo dei grigi: è stato, quello di domenica, un incontro veloce, che si è risolto nei primi 45 minuti, e l’Alessandria ha segnato in azioni di contropiede condotte dal volonteroso Smersy, che oltre a possedere ottime qualità di trascinatore, sa anche tirare bene a rete. I lariani, partiti col vento in poppa, avevano minacciato di passare di slancio, applicando il gioco alto; passata l’ondata di pericolo, l’Alessandria ha realizzato la sua prima rete con la palla toccata da due soli giocatori: rimessa lunga di Lena, saetta di sinistro di Smersy. L’andamento della gara ha allora mutato fisionomia, l’Alessandria gradualmente è divenuta padrona della situazione, e realizzata la seconda rete su centro di Smersy raccolto di testa da Serone, ha dato chiara impressione di poter raggiungere un risultato a largo punteggio: è scaturito invece un calcio di rigore a favore del Como in seguito ad un involontario fallo di braccio dell’ottimo Traverso, il che ha tarpato un poco le ali ai grigi. Nel secondo tempo l’Alessandria si è limitata a tutelare il vantaggio raggiunto, senza comunque ricorrere al «catenaccio» e senza tattiche ostruzionistiche controproducenti. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 16 ottobre 1954) RISULTATI: Arsenaltaranto-Padova 0-1 Brescia-Messina 2-1 Legnano-Lanerossi Vicenza 0-0 Marzotto-Cagliari 3-0 Monza-Modena 1-1 Parma-Verona 2-1 Pavia-Salernitana 4-1 Treviso-Palermo 2-1 CLASSIFICA: Marzotto, Padova 7; Modena 6; Alessandria, Lanerossi Vicenza, Pavia 5; Brescia, Cagliari, Legnano, Messina, Parma 4; Como, Salernitana, Treviso 3; Arsenaltaranto, Monza, Palermo, Verona 2 MARCATORI 4 gol: Bonistalli (Padova) 3 gol: Bertoni (Pavia), Deprati (Marzotto), Fioravanti (Salernitana), Manzardo (L.R. Vicenza), Marchetto (Marzotto), Testa L. (L.R. Vicenza) 2 gol: Cuzzoni (Pavia), Fabbri G.B. (Messina), Farinelli (Pavia), Fiorio (Marzotto), Giammarinaro (Modena), Korostelev (Parma), Malavasi (Modena), Marsili (Como), Nicoletti (Messina), Occhetta (Marzotto), Rebizzi (Legnano), Sanna (Cagliari), Santagostino (Cagliari), Serone (Alessandria), Stivanello (Padova), Zamperlini (Verona) Il punto sul campionato Padova e Marzotto comandavano la vetta della classifica dopo quattro turni di campionato: i veneti avevano espugnato il campo dell’ArsenalTaranto con il gol di Stivanello mentre la squadra di Valdagno aveva rifilato tre reti al malcapitato Cagliari. Distanziata di una lunghezza il Modena che era stato fermato sul pari dal Monza. Poker di gol del Pavia alla Salernitana. Di misura il Brescia era riuscito a sconfiggere il Messina: decisivo il gol di Vergnani a sei minuti dalla fine. Con lo stesso punteggio il Parma si era aggiudicato l’incontro con il Verona.