Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1954/1955
Serie B
17-10-1954 - Giornata: 5 - Padova - Silvio Appiani


Padova AC - Alessandria US 1 - 2 (1 - 1)
RETI: 16. Zorzin C. [Pa] 42. Perin G.[A], 85. Perin G.[A]

Alessandria US Lena Fausto, Bussetti Luigi, Bosio Bruno, Albertelli Lanfranco, Traverso (I) Luigi, Masperi Luigi, Bocchio Peppino, Perin Gastone, Smersy Silvio, Buratti Angelo, Serone Roberto All.: Marini Nereo

Formazione avversaria
PADOVA AC: Bolognesi; Zanon, Zorzin; Matè, Scagnellato, Mori; Agnoletto, Pison, Bonistalli (II) Amedeo, Chiumento, Stivanello. All.: Rocco Nereo.

Arbitro: Valsecchi Luigi (Milano)
Note
Infortunati: 61’ Bonistalli II [P, passato all’ala destra], 75’ Smersy [A, passato all’ala sinistra]. Angoli: 4-2 (2-1). Spettatori: 11.000 oppure 14.000. Giornata magnifica, terreno perfetto. Inizio gara ore 15:00.

Commento
CONVINCE L'ALESSANDRIA SUL CAMPO DEL PADOVA: 2-1 Essere considerata in partenza battuta dal pronostico ha indubbiamente giovato all’Alessandria. Gli atleti di Marini scesero in campo senza la preoccupazione di strappare ad ogni costo il pareggio, con una delle tante tattiche difensive oggi di moda, ed affrontarono l’avversario a viso aperto, cercando anzi le occasioni per una sorpresa clamorosa. I grigi partirono decisamente all’attacco. Il centroavanti alessandrino Smersy al 15’ parti da metà campo, superò di forza due avversari e diede il pallone a Serone che glielo restituì prontamente in profondità. Solo davanti al portiere, appena dentro l’area di rigore, il numero 9 grigio preferì tirare subito anziché avanzare ancora; il tiro male diretto fece sfumare sul fondo l’occasione migliore per passare in vantaggio. Il pronostico favorevole al Padova sembrò avverarsi però due minuti dopo quando i grigi incassarono una rete nel modo più banale: Zorzin batté una punizione dal limite, concessa per un fallo di Traverso su Bonistalli; il pallone tirato dal terzino carambolò su un piede di un uomo della «barriera», Albertelli, e finì in rete a fil di palo ingannando il portiere alessandrino. I biancorossi vincevano, ma il risultato era in contrasto con l’andamento del gioco. Il Padova abituato a giocare in trasferta arroccato in difesa con due o tre uomini pronti al contropiede, non riusciva a distendersi all’attacco. Nell’Alessandria invece il gioco era più ordinato e lineare, anche se Buratti, troppo impegnato nel lavoro di copertura, si rivelava poco preciso, anche se i laterali Albertelli e Masperi, atleti notoriamente tardi nell’entrare nel vivo della lotta, non giocavano con l’abituale maestria. L’undici grigio continuò comunque a «macinare» la sua superiorità, fallendo ancora il goal al 24’ su azione Buratti-Perin-Buratti e al 30’ quando il portiere padovano Bolognesi sventò con una uscita disperata una minaccia di Bocchio, sbucato solo in area dopo un rapido scambio con Smersy. L’Alessandria corse però un altro pericolo al 41’ quando Bosio salvò a porta vuota su tiro di Stivanello; ma al 42’ ottenne il meritato pareggio nel modo più convincente. Albertelli su punizione dal centro del campo servì Smersy spostato sulla destra. Il centravanti agganciò il pallone e lo girò verso il centro, Perin arrivando di corsa azzeccò a volo: una cannonata di destro, uno di quel tiri che evitano al portiere persino la fatica di raccogliere il pallone. Infatti per la violenza del tiro la sfera finì in fondo alla rete e rimbalzò in campo. Nella ripresa i grigi non mutarono la loro spericolata condotta di gara, mettendo lo scompiglio nella difesa avversaria con le insidiose puntate di Bocchio, Perin, Smersy e Serone. Al quarto minuto l’ala destra alessandrina, lanciata da Perin, sfuggì al controllo del suo terzino che dovette arrangiarsi con una chiara «tenuta» a braccia. Bocchio ingenuamente resistette alla carica e si tenne in piedi anziché lasciarsi ruzzolare a terra e così un rigore fu trasformato in una punizione dal limite, calciata a lato da Albertelli. Poi la partita assunse un tono più equilibrato perché il Padova, sostenuto a gran voce dal pubblico, scatenò la controffensiva, ma nelle file alessandrine il rendimento di Albertelli e Masperi era intanto accresciuto; lo stesso Buratti al faceva notare per il suo lavoro di interdizione a metà campo. In altre parole i grigi risposero con calma ed energia raddoppiata all’impeto degli attacchi avversari che diedero comunque modo al portiere Lena di esibirsi in un paio di fantastiche parate. La pressione del Padova si esaurì al 22’ quando il miglior biancorosso in campo, il centrattacco Bonistalli, toccato duro in uno scontro dovette trasferirsi all’ala destra. I grigi ripresero allora in mano le redini dell’incontro e le tennero sino alla fine, anche se il centrattacco Smersy, colpito da una ginocchiata alla gamba destra, fu costretto a fare atto di presenza nell’ultimo quarto d’ora all’ala sinistra, scambiandosi di posto con Serone. In quest’ultimo quarto d’ora maturò e si rese evidente la vittoria alessandrina. Gli uomini della difesa non perdevano una battuta; Albertelli e Masperi terminavano in crescendo con un inesauribile rifornimento di palloni agli attaccanti. Questi fallirono il goal al 36’ con Perin, al 37’ con Bocchio, al 39’ con Serone, ma fecero centro al 41’, a quattro minuti dalla fine. L’interno destro Perin lanciò Bocchio sul filo del fuori gioco, l’ala mise al centro, Perin ebbe un guizzo e il pallone entrò in rete a fil di palo. Il Padova era in ginocchio e l’Alessandria poteva addirittura permettersi dell’accademia. I migliori? Bonistalli, Bolognesi, Matè e Pison tra i biancorossi, mentre tra i vincitori si possono segnalare Bocchio, Bosio, Perin e Smersy; ma tutti i giocatori alessandrini hanno meritato il commosso abbraccio di Marini per la prima vittoria in trasferta dopo un anno e mezzo di astinenza. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 18 ottobre 1954) Evviva, se non altro, quel genietto che non sappiamo se definire più malefico o beffardo, il quale, supremo regolatore delle nostrane vicende calcistiche, non manca di scattare dalla scatola cinese dove sornionamente riposa quando meno te l’aspetti per fare uno sberleffo a chi più crede di intendersene, al certo pronostico della vigilia, alla squadra che va per la maggiore, e via discorrendo. Lo sberleffo oggi è toccato al Padova, capolista della classifica e reduce da un positivissimo viaggio nel Sud, un Padova che già stava per far gridare al miracolo (squillante e puntigliosa la cadenza con la quale si era avviato subito all’inizio di questo torneo) e che certo si vede costretto, bruciato senza attenuanti dai grigi alessandrini, a rifarsi i conti in tasca. E chi si aspettava, diciamo la verità, che l’undici di Rocco dovesse così di colpo inginocchiarsi, che addirittura desse luogo a una esibizione da definire, con termini piuttosto blandi, penosa? È accaduto al Padova, come a quei giocatori di bigliardo che ritengono di «prender sotto» un pivello da spennare e lui invece, il pivello, t’infila «filotti» a tutto spiano e tranquillamente infischiandosene della classe dell’avversario di grido, vince la partita in bellezza. Staremmo per dire che i biancorossi hanno avuto il tradimento della stessa sicurezza che nutrivano nella vittoria. Non c’è di peggio che credersi padroni del mondo quando c’è di mezzo l’imponderabile; non c’è di peggio che prendere sotto gamba, per fermare il discorso alla partita odierna, l’avversario. Così è accaduto che dopo mezz’ora di gioco appena discreto, sempre abilmente e generosamente controllata la situazione dai grigi, il Padova ha battuto il muso, inginocchiandosi di colpo, lasciando via libera alle volanti, velocissime, sconcertanti trame dei piemontesi. All’Alessandria, semmai, è da rimproverare un eccesso di timore, specie nella ripresa, per non avere osato più di quanto fosse necessario. E non si erano accorti gli ospiti che il Padova andava sempre più alla deriva col passare dei minuti, che praticamente il quadrilatero biancorosso non esisteva, che finanche i terzini si impaperavano sulle palle alte e passanti che sempre ponevano in difficoltà la retroguardia locale? Forse pareva ai grigi troppa la grazia derivante dal trovarsi di fronte una squadra così sfasata, così priva di idee; e qui il loro torto a non spingere a tutto gas il loro assalto alla rete di Bolognesi. Si vuol dire, in sostanza, che la vittoria alessandrina avrebbe potuto assumere proporzioni ben più concrete per il pauroso naufragio del Padova nella ripresa sol che l’allenatore non avesse perduto di vista il primo e più importante scopo: quello di uscire indenne dall’Appiani. Dunque, crollo netto dei padroni di casa, che facevano a chi giocava peggio nel secondo tempo, e autoritario comportamento dei piemontesi, ai quali niente è stato regalato: una vittoria, la loro, che porta il crisma della più assoluta regolarità. Del Padova meglio tacere per carità di Patria. Il solo Bonistalli a tratti pericoloso quando l’attacco biancorosso tentava di articolarsi in area avversaria. E il portiere Bolognesi immune da pecche per avere fatto tutto intero il suo dovere. Lieta sorpresa quella dell’Alessandria e soprattutto del suo gioco. Niente tatticismi, niente terzino libero battitore, azioni ficcanti, da manuale, come ai bei tempi. Ha finito, l’Alessandria, con un crescendo impressionante. Inaugura la segnatura il Padova al 16’: fallo di Bussetti e punizione dal limite. Stanga Zorzin basso sulla destra di Lena. C’è forse la toccatina di un difensore. Fatto sta che la palla si insacca e il Padova va in vantaggio. Al 20’ Bocchio, solissimo, sbaglia il più facile dei gol, mandando la sfera a sbattere contro l’uscente Bolognesi. Ma al 42’ il pareggio è cosa fatta: dalla destra Smersy tocca di precisione al centro e Perin saetta al volo, precedendo il disperato tentativo del portiere. Ripresa per i due terzini in tinta grigia: netto predominio cioè degli ospiti, che però solo al 41’ si assicurano l’intera posta. Bocchio fila deciso sulla destra, gioca due avversari e crossa di precisione; Perin, in linea con i terzini, anticipa e Bocchio dolcemente mette in angolo. Poi quattro minuti ancora di «faccio tutto io» per i grigi. Fine e gran fischi per i padroni di casa. Direzione non del tutto soddisfacente di Valsecchi. Bella giornata di sole, terreno in ottime condizioni. Al quarto d’ora della ripresa il gioco si è inasprito e ne fanno le spese Bonistalli che, toccato duramente da Traverso, esce al 18’ per rientrare zoppicante due minuti dopo zoppicante all’ala destra, e Smersy, costretto a rimanere fuori campo dal 30’ al 34’ per rientrare claudicante all’ala sinistra. (Sandro Delli Ponti, «La Gazzetta dello Sport», 18 ottobre 1954) Al 16’ della ripresa Bonistalli, colpito da Traverso, è uscito per qualche minuto, rientrando inutilizzabile all’ala destra. Anche Smersy è rimasto vittima di analogo incidente al 30’ della ripresa, in uno scontro con Scagnellato. È rientrato al 32’ all’ala sinistra, praticamente nullo. («Corriere dello Sport», 18 ottobre 1954) Domani “gran galà,, al Moccagatta ALESSANDRIA-LANEROSSI Le nostre speranze circa un buon comportamento della squadra grigia a Padova si sono avverate: la rinnovata compagine patavina, che aveva violato due campi avversari e pareggiato a Monza, ha creduto di poter disporre a piacimento della squadra alessandrina, ma nel corso della partita le cose sono andate diversamente da come speravano i tifosi del Padova. La vittoria dei grigi ha fatto versare fiumi d’inchiostro a tutti i giornali, i tecnici del calcio italiano, da Pozzo a Berra (per nominare solo i decani del giornalismo sportivo), hanno incensato in coro la nostra compagine. La sorpresa per tutti è stata grande, perché tutti avevano sottovalutato le possibilità dell’undici di Marini: l’avere già incontrato – come è avvenuto per l’Alessandria – il Brescia, il Cagliari, il Modena ed il Como, un quartetto più che rispettabile –, era cosa che non doveva passare inosservata. Gli sportivi obbiettivi già avevano notato che Padova, Lanerossi, Pavia e Modena avevano un calendario meno severo di quello dei grigi, dato che tutte le compagini su elencate erano scese a confronto con consorelle tarde mettersi in azione: Palermo, Taranto, Monza e Salerno, le ultime 4 classificate! La vittoria alessandrina ha sbalordito per il modo in cui è stata conseguita: non la risultante di un tiro fortunoso, la giornata nera del portiere, l’incapacità dell’arbitro, ma una superiorità tecnica di gioco, una manovra progressivamente aggressiva, una tenuta ottima di gara. Di qui i meritati applausi del pubblico di Padova ed il plauso… esagerato della stampa, complessivamente controproducente. L’Alessandria non si illude! Marini conosce i pregi ed i difetti dei suoi ragazzi, i quali possono fare ma non strafare, e non hanno ancora trovato il giusto ritmo di partita. Qualche incertezza si nota nel trio difensivo, l’addentellamento dei mediani laterali è ancora tardo e solo a Padova si sono avute le prime promesse di efficienza dell’attacco: occorrerà lavorare sodo, con serietà, prima di trovare un adeguato gioco d’assieme e conseguente rendimento. Ricordiamo Stürmer quando aveva incluso in squadra cinque nuovi elementi: Mosele, Costenaro, Lombardo, Notti e Cornara. L’allenatore di allora aveva promesso che il rendimento della squadra sarebbe stato normale e così fu. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 23 ottobre 1954) RISULTATI: Brescia-Palermo 0-0 Como-Cagliari 1-0 Lanerossi Vicenza-Marzotto 1-0 Messina-Legnano 3-3 Modena-Parma 2-1 Pavia-Arsenaltaranto 4-1 Treviso-Salernitana 2-0 Verona-Monza 1-0 CLASSIFICA: Modena 8; Alessandria, Lanerossi Vicenza, Marzotto, Padova, Pavia 7; Brescia, Como, Legnano, Messina, Treviso 5; Cagliari, Parma, Verona 4; Palermo, Salernitana 3; Arsenaltaranto, Monza 2 MARCATORI 4 gol: Bertoni (Pavia), Bonistalli (Padova) 3 gol: Brach (Messina), Cuzzoni (Pavia), Deprati (Marzotto), Fioravanti (Salernitana), Manzardo (L.R. Vicenza), Marchetto (Marzotto), Testa L. (L.R. Vicenza) 2 gol: Avedano (Treviso), Caprile (Legnano), Fabbri G.B. (Messina), Farinelli (Pavia), Fiorio (Marzotto), Giammarinaro (Modena), Korostelev (Parma), Malavasi (Modena), Marsili (Como), Nicoletti (Messina), Occhetta (Marzotto), Perin G. (Alessandria), Perin S. (Pavia), Rebizzi (Legnano), Sanna (Cagliari), Santagostino (Cagliari), Serone (Alessandria), Stivanello (Padova), Zamperlini (Verona) Il punto sul campionato Terza vittoria stagionale e primato in solitaria per il Modena dopo la vittoria, di misura, ottenuta contro il Parma: decisivo il gol di Lugli a pochi minuti dal termine. Il Vicenza aveva sconfitto ed agguantato al secondo posto il Marzotto con il gol di Miglioli. Poker di reti del Pavia sull’ArsenalTaranto. La decisiva rete di Gritti aveva dato al Como la vittoria contro il Cagliari. Con lo stesso punteggio il Verona aveva avuto ragione del Monza. Sei reti e spettacolo nella gara tra Messina e Legnano. L’unica gara terminata senza reti era stata Brescia-Palermo.