Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1954/1955
Serie B
09-01-1955 - Giornata: 15 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Parma AS 2 - 1 (2 - 0)
RETI: 1. Marra I.[A], 27. Perin G.[A] 53. Erba P. [Pa]

Alessandria US Lena Fausto, Bussetti Luigi, Bosio Bruno, Giraudo Ernesto, Bagliani Giuseppe, Albertelli Lanfranco, Bocchio Peppino, Perin Gastone, Smersy Silvio, Marra Italo, Mirabelli Walter All.: Marini Nereo

Formazione avversaria
PARMA AS: Menozzi; Griffith, Monardi; Miniussi, Biancardi, Alfier; Darin, Schiavon, Erba, Vycpálek, Fontana. All.: Fiorentini Ivo.

Arbitro: Marangio Carlo (Roma)
Note
Rigore sbagliato: 51’ Monardi [P]. Ammoniti: Bagliani [A], Darin [P]. Infortunato: 46’ Griffith [P, spostato all’ala sinistra]. Angoli: 2-2. Spettatori: 5.000. Giornata grigia e fredda, terreno viscido e pesante. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Due punti preziosi per i grigi in difficile situazione L'ALESSANDRIA RITORNA ALLA VITTORIA L’Alessandria sta combattendo una battaglia proprio tra la vita e la morte. È una battaglia di tutte le domeniche, fra vicende alterne e delusioni che succedono alle speranze. Bisogna ricordarsi di quello che fu un tempo l’Alessandria per poter misurare la profondità dell’abisso attuale. Ed è un miracolo, si può dire, di tutti i giorni, questo rinascere alla vita, questa volontà che trionfa di tutte le vicende avverse, questo risalire la china lungo la quale si è scivolati. Giornata buona, quella di ieri: due punti guadagnati, speranze che rifioriscono, ossigeno prezioso per un malato difficile da far guarire. Ma la vittoria vale proprio solamente i due punti conquistati. La prova della squadra grigia non è stata tale da rinfrancare i suoi ammiratori; i motivi di dubbio o addirittura di ansia non sono stati fugati, un enorme punto interrogativo grava sul gioco della squadra che solo a prezzo di slancio e di impeto è riuscita a scavalcare un avversario migliore sia sotto l’aspetto tecnico che come comportamento tattico. L’Alessandria è andata in vantaggio subito al primo minuto di gioco in seguito ad una punizione battuta sulla sinistra ad un metro dalla linea di fondo avversaria. Sul tiro di Mirabelli, il centravanti Smersy si buttava in tuffo colpendo la palla di testa e deviandola in rete. Questo successo inatteso parve di buon augurio per la squadra. Per qualche minuto essa continuò sullo slancio di quel goal, ma poi cominciò a manifestarsi la prevalenza del Parma che doveva assumere, durante il primo tempo, una evidenza sempre più marcata. La miglior padronanza della palla, la maggior velocità di quasi tutti gli elementi, un senso tattico più maturo facevano della squadra ospite la dominatrice del gioco. Di fronte ad una manovra che pareva dovesse soverchiarla e che prevaleva per intelligenza di sviluppi ed una prontezza di anticipo che vanamente si cercava di contrastare, l’Alessandria eresse la barriera della sua difesa – mediani e terzini – cioè la sua forza più valida e concreta. Facevano la loro apparizione in squadra, per la prima volta in questa stagione, Bagliani e Giraudo, e bisogna dire che è stato un ritorno provvidenziale. Baldamente piantata sulle sue fondamenta, la squadra grigia poté manovrare l’unica arma che le restava disponibile: il contrattacco. È così che al 27’ gli avanti alessandrini piombavano nel campo avversario e Perin, ricevuta la palla da Smersy in area, batteva per la seconda volta, con un tiro a mezza altezza, Menozzi. Ecco dunque la partita avviata al suo destino. Il miglior gioco dei parmensi, il dominio del campo, la mole delle azioni svolte, non contavano nulla; Darin era passato da ala destra a centravanti per dare maggior potenza di penetrazione all’attacco, Vycpálek metteva in opera la sua esperienza già collaudata in imprese ben maggiori e quanto mai preziosa su quel terreno pesantissimo e contro avversari scatenati ma poco riflessivi, i due laterali rifornivano continuamente gli avanti, aumentandone la potenza d’assalto, eppure non è mai avvenuto che l’attacco emiliano sbucasse in piena azione oltre la barriera difensiva. Lena parò due bei tiri di Vycpálek e di Miniussi, il resto lo fecero termini e mediani, e lo fecero così bene che se tutta la squadra avesse giocato allo stesso livello della difesa ben altra sarebbe stata, dal punto di vista tecnico e tattico, la prestazione dell’Alessandria. Non crediamo, noi che vedevamo l’Alessandria per la prima volta, di dover approfondire un esame critico che richiederebbe l’appoggio di nuovi controlli, ma è tuttavia perfin troppo facile rilevare che quello che è mancato all’attacco alessandrino di ieri è stato semplicemente il senso del gioco. L’unico elemento che sia emerso è stato Perin, tanto per la qualità che per la quantità del lavoro svolto. Perin si è dimostrato un giocatore tecnicamente dotato, fornito di grande volontà e di spirito di sacrificio, il solo che prima di effettuare un passaggio desse un’occhiata alla situazione. Gli altri ebbero individualmente degli spunti ma hanno dimostrato di essere assai acerbi in fatto di manovra collettiva che richiederebbe ben filtro intuito e piazzamento. Niente si improvvisa in questa materia. Il gioco, quando non scaturisce da una grande classe, non può essere che studio e applicazione secondo il metodo didattico del provare e riprovare. All’elogio di Perin dobbiamo aggiungere quello di Albertelli, il solo mediano d’attacco dell’Alessandria, gli altri due avendo assolto prevalentemente compiti difensivi. Albertelli lo mettiamo sulla stessa linea di Perin sia nel gioco che nel rendimento. Se il Parma avesse disputato il secondo tempo con lo stesso slancio del primo, sarebbe forse riuscito a ricuperare e magari a passare in vantaggio; ma provato dal grande sforzo compiuto, affievolì la sua azioni e l’Alessandria poté, nella prima mezz’ora, distendersi per tentare di aumentare il bottino. L’arma del contrattacco passò nelle mani degli ospiti. Al 7’ per un atterramento di Erba in area, il Parma usufruiva di un rigore ma Monardi lo sciupava con un tiro a lato. Come per reazione a questo scacco, un minuto dopo scendevano impetuosamente gli avanti parmensi e Darin, che dal posto di centrattacco non s’era più mosso, avuto un bel passaggio da Vycpálek, batteva Lena con un forte tiro da una dozzina di metri. L’Alessandria avrebbe ancora potuto segnare tre minuti dopo con Smersy, ma una prodezza del portiere salvò la situazione. Poi la partita si trascinò senza interesse per risorgere nell’ultimo quarto d’ora con la ripresa dell’offensiva parmense. Sono stati momenti di ansia per la folla alessandrina, ma tutto finì nel nulla. All’Alessandria sono rimasti i due punti; al Parma la palma del miglior gioco che è un riconoscimento purtroppo platonico che non consente nemmeno una soddisfazione morale. Ma l’Alessandria non deve illudersi. Giocatori e allenatore, fatevi animo perché il lavoro da fare è molto e ce n’è per tutti. (Ettore Berra, «Stampa Sera», 10 gennaio 1955) L’Alessandria, dopo un lungo periodo di digiuno, è ritornata oggi alla vittoria sul terreno amico e al cospetto dei suoi numerosi sostenitori: i due punti sono giunti proprio al momento giusto per dissipare molte apprensioni e ridare alla compagine un nuovo soffio di fiducia nelle sue possibilità. Il successo degli alessandrini, per la verità, non è stato franco e chiaro e convincente, sebbene non del tutto immeritato. Essi hanno saputo sfruttare l’indecisione iniziale della difesa avversaria, portandosi immediatamente in vantaggio, senza tuttavia svolgere un gioco di notevole levatura. Il terreno viscido e pesante, dovuto alla pioggia di questi ultimi giorni, ha contribuito a rallentare sensibilmente l’assestamento della compagine emiliana la quale, presa d’infilata dal ritmo veloce delle azioni dei grigi, non seppe fare altro che temporeggiare il più possibile nell’atteggiamento difensivo allo scopo di lasciare fiaccare gli avversari e passare quindi al contrattacco. La tattica è fallita per mera sfortuna, per cui gli emiliani hanno dovuto rassegnarsi alla sconfitta. Scesi in campo a ranghi completamente rivoluzionati, gli ospiti affrontavano gli avversari con la ferma volontà di piegarli. Subito l’attacco alessandrino si mise in moto palesando una buona carburazione. Furono perciò quarantacinque minuti di vero spettacolo, mai verificatosi al Moccagatta sia per il volume di gioco svolto che per tecnica e stile. In perfetta intesa Perin, Marra e Smersy nel manovrare le azioni, lasciarono subito intendere che l’Alessandria avrebbe incasellato interamente la posta in palio. Con un quintetto di punta in vena di prodezze, il pubblico alessandrino già pregustava una clamorosa vittoria, tanto più che al 1’ Marra già aveva trovato la via del gol. Ad avvalorare queste rosee speranze contribuì sensibilmente la mediana che, con il ritorno del valoroso Bagliani e dell’intraprendente Giraudo, ha riacquistato la saldezza di un tempo. Questo settore è stato indubbiamente l’artefice principale della vittoria grigia: merito particolare deve essere però riconosciuto al tecnico Albertelli, l’uomo migliore degli alessandrini. Ma nonostante tutto questo lodevole lavoro dei padroni di casa, gli ospiti hanno sfiorato più di una volta il pareggio, pareggio che, se fosse stato raggiunto, non avrebbe certamente rubato nulla all’Alessandria. Il Parma ebbe il torto di iniziare in sordina, lasciandosi sorprendere dalla travolgente azione degli avversari e opponendo una scarsa reazione. La sconfitta non sminuisce minimamente il valore del Parma, squadra robusta nel settore difensivo, pugnace e dinamica in quello offensivo. L’insuccesso è dipeso più dal fattore sfortuna che dall’incapacità della compagine. Nella seconda metà dell’animosa partita, gli emiliani (pure ridotti in dieci uomini per l’infortunio occorso al terzino Griffith) mantennero costantemente la minaccia sotto la rete alessandrina, togliendo così il respiro ai numerosi spettatori. Ed è stato un vero miracolo per gli alessandrini se nel finale i gialloblù non riuscirono a collocare la seconda rete nel sacco di Lena. La superba prestazione di Vycpálek, Darin e Alfier sinceramente meritava di essere premiata. Certamente il risultato sarebbe stato diverso, se l’arbitro non avesse annullato una rete segnata da Erba nel primo tempo e se Monardi non avesse sbagliato il calcio di rigore concesso dall’arbitro al Parma per fallo di Smersy su Schiavon. All’apertura delle ostilità i grigi attaccano decisi e giunti sul limite dell’area di rigore emiliana Mirabelli viene atterrato da Monardi. L’ala sinistra alessandrina batte la punizione; sulla traiettoria della palla viene a trovarsi Marra, il quale di testa mette in rete. Siamo al primo minuto di gioco. Il Parma si chiude in difesa e cerca in qualche modo di arginare l’offensiva grigia. Una mischia nelle vicinanze di Menossi rimane infruttuosa. Al 15’ l’azione si sposta in area grigia, Erba segna la rete del pareggio, ma l’arbitro annulla per precedente fuori gioco dello stesso giocatore. Il Parma dà segni di risveglio: tiri insidiosi di Vycpálek, Fontana ed Erba vanno a finire fra le braccia di Lena, oggi in vena di prodezze. Al 24’ è ancora Vycpálek che indirizza verso Lena un tiro secco e insidioso: il portiere alessandrino prontamente blocca. Al 27’ una bella azione Smersy-Perin si conclude con la segnatura della seconda rete alessandrina per merito di quest’ultimo. Il Parma effettua uno spostamento: Alfier passa in prima linea al posto di Schiavon. Gli effetti sono immediati e Lena è costretto a parare un tiro angolato di Alfier. Poi al 27’ nuovamente Alfier impegna Lena in un’acrobatica parata. La ripresa si inizia sotto cattivi auspici per il Parma: infatti al 1’ Griffith si scontra con Mirabelli; il valoroso terzino emiliano viene portato fuori dal campo per rientrarvi qualche minuto dopo zoppicante. Spostato all’ala sinistra, rimane inoperoso per tutto il resto della gara. Al 6’, durante un’incursione dell’attacco gialloblù in area grigia, Smersy commette un fallo su Schiavon. L’arbitro concede la massima punizione, ma Monardi, incaricato del tiro, sbaglia il bersaglio. Per nulla demoralizzati gli emiliani continuano a dominare e all’8’, su passaggio di Vycpálek, Erba realizza. L’Alessandria comincia ad accusare sintomi di stanchezza. Le sue azioni si arruffano e gli attaccanti non hanno più mordente e lucidità d’idee. Il Parma appare viceversa meno provato degli avversari, per cui preme da tutte le parti alla ricerca del pareggio. La cavalleresca partita termina così con il Parma all’attacco e l’Alessandria schierata in difesa della sua tanto sudata vittoria. (Romolo Vite, «La Gazzetta dello Sport», 10 gennaio 1955) Giornata grigia e fredda, terreno pesante e viscido per la pioggia caduta sin dal mattino. Gioco duro e sostenuto con alcuni scontri senza gravi conseguenze. Griffith, al 2’ della ripresa, è contuso al piede e rientra in campo dopo 10 minuti zoppicante. Finisce all’ala destra inutilizzato. Ammoniti Bagliani dell’Alessandria e Darin del Parma. («Corriere dello Sport», 10 gennaio 1955) FINITA LA SERIE CONTRARIA PER I GRIGI? La vittoria sui Parma e l'incontro di domani col Messina Il 1955 è iniziato per i grigi con una prestazione vittoriosa sulla forte squadra di Vycpálek, che da sette domeniche non conosceva sconfitta. L’affermazione dei grigi è stata colta in apertura dell’incontro per merito di Marra, ed al 26’ Perin ha consolidato il punteggio con una magnifica azione. Il successo avrebbe potuto essere più clamoroso se alla distanza la squadra grigia non avesse denunciato l’inefficienza delle due ali, ed è facile comprendere che su terreno pesante se l’attacco non lavora su tutto il fronte, il compito del trio centrale diventa massacrante anche perché i terzini avversari, non dovendo controllare il gioco delle due estreme, possono costituire un facile sbarramento alle azioni che convergono al centro. Hanno ripreso il loro posto tra i grigi Bagliani e Giraudo ed entrambi hanno giocato con magnifico impegno. Sulla sinistra Mirabelli, nel ruolo di ala, si è trovato fuori posto ed ha fatto rimpiangere il discusso Serone. Circa le prestazioni di Bocchio, bisogna ormai convincersi che la vita militare ha messo questo ragazzo fuori forma. Complessivamente la squadra ha manovrato con magnifica forza di volontà, e nella retro guardia è emerso Lena; anche Bosio e Bussetti sono stati all’altezza della situazione. Nel ruolo di mediano sinistro Albertelli è prevalso progressivamente. Perin ancora una volta ha giocato con il cuore, in modo infaticabile. Smersy ha alternato momenti di apatia a buone sgroppate. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 15 gennaio 1955) RISULTATI: Arsenaltaranto-Cagliari 2-1 Brescia-Monza 1-1 Como-Legnano 0-0 Messina-Marzotto 2-0 Padova-Treviso 3-0 Palermo-Pavia 3-0 Salernitana-Modena 1-0 Verona-Lanerossi Vicenza 0-1 CLASSIFICA: Lanerossi Vicenza 23; Padova 20; Legnano 18; Como, Marzotto, Modena 16; Brescia, Messina, Palermo, Treviso 15; Arsenaltaranto, Parma 14; Pavia* 13; Monza 12; Alessandria, Cagliari, Salernitana, Verona 11. : una gara da recuperare MARCATORI: 7 gol: Fraschini (Brescia), Stivanello (Padova) 6 gol: Bonistalli (Padova), Marchetto (Marzotto) 5 gol: Caprile (Legnano), Cuzzoni (Pavia), Fioravanti (Salernitana), Manzardo (L.R. Vicenza), Motta (L.R. Vicenza), Testa L. (L.R. Vicenza) 4 gol: Bertoni (Pavia), Brach (Messina), Cabas (Modena), Erba (Parma), Farinelli (Pavia), Giammarinaro (Modena), Pavanello (Treviso), Perin G. (Alessandria), Persi (Treviso), Pomati (Palermo), Rebizzi (Legnano), Zorzin (Padova) Il punto sul campionato Colpo della capolista Vicenza sul campo del Verona: decisivo il gol siglato da Motta. tris di reti del Padova inflitte al Treviso: in rete Stivanello, autore di una doppietta e Pison. La sfida tra la terza e la quarta: Legnano-Como era terminata senza gol. Un gol di Barchesi aveva consentito alla Salernitana di sconfiggere il Modena. Tris di reti inflitte dal Palermo opposto al Pavia. Grisa e Quoiani aveva dato al Messina la vittoria nel match contro il Marzotto.